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Bernacomune

Pianta-veduta della città da sud (1603-1607), di Gregorius Sickinger. L'originale, disperso, è conosciuto grazie alla copia a olio su tela realizzata nel 1753 da Johann Ludwig Aberli (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen).
Pianta-veduta della città da sud (1603-1607), di Gregorius Sickinger. L'originale, disperso, è conosciuto grazie alla copia a olio su tela realizzata nel 1753 da Johann Ludwig Aberli (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen).

Com. BE, distr. B. Il com. è costituito dal centro storico (Innere Stadt), fino al 1834 cinto da fortificazioni (Schanzen) e situato in un'ansa dell'Aar, e dai quartieri esterni Länggasse-Felsenau, Mattenhof-Weissenbühl, Kirchenfeld-Schosshalde, Breitenrain-Lorraine e Bümpliz-Oberbottigen; (1191: Berna; 1218: burgum de Berno). Nel 1919 il com. di Bümpliz fu incorporato in quello di B. Alla forte concentrazione di insediamenti che caratterizza il nucleo urbano, i quartieri periferici e Bümpliz-Bethlehem, fanno da contraltare nella parte occidentale del com. zone rurali con ampie aree boschive (foreste di Bremgarten e di Könizberg, parti del Grosser Forst). A B., Capitale federale (dal 1848) e cant., hanno sede l'esecutivo e il legislativo della Conf., le autorità cant. e gran parte dell'amministrazione fed. e cant., ma anche istituzioni culturali della Conf. (fra cui l'Archivio federale e la Biblioteca nazionale svizzera) e del cant. (Università di Berna, tribunale), così come org. intern. (Unione postale universale, Ufficio centrale dei trasporti ferroviari internazionali). Città di amministratori e funzionari con un settore dei servizi molto sviluppato, sede univ., polo turistico, luogo di congressi e nucleo di un agglomerato in crescita che nel 1990 comprendeva 34 com.: da Schalunen (com. Fraubrunnen dal 2014) a nord fino a Oberwichtrach (com. Wichtrach dal 2004) nella valle dell'Aar e a Kaufdorf nella valle della Gürbe, dalla friburghese Wünnewil-Flamatt a sud ovest fino a Worb a est. B. è polo regionale in campo scolastico, culturale, industriale e commerciale. Dotata di 11 ospedali, è punto di snodo sulle linee ferroviarie intern. Parigi-Milano e Monaco-Lione, e importante crocevia anche per la rete delle strade nazionali sviz. e le vecchie strade maestre o cant.

Popolazione del comune di Berna

Anno170017301764179818181837
Abitanti14 21915 93214 51512 18618 99724 362
       
Anno 18501880a19101930195019701990b
Abitanti 29 67044 08790 937111 783146 499162 405136 338
Linguatedesco 41 78483 144102 444129 781133 737110 279
 francese 1 8754 5666 37810 2628 0415 236
 italiano    190 2 0831 9094 29112 5907 134
 altre   2381 1441 0522 1658 03713 689
Confessioneriformata27 98639 94878 23495 600118 823115 77979 889
 cattolicac1 4783 4569 65013 28023 29541 37436 723
 cattolico-cristiana    1 089635335
 israelita2063871056854792561334
 altre o senza confessione02961 9972 0492 5004 05619 057
 di cui senza confessione      10 006
Nazionalitàsvizzeri28 00940 46381 335104 864139 367139 873112 599
 stranieri    1 6613 6249 6026 9197 13222 53223 739

a Abitanti e nazionalità: popolazione residente; lingua e confessione: popolazione "presente".

b Abitanti 2000: 128'634; dati di dettaglio non ancora disponibili al momento della redazione definitiva.

c Dal 1950 cattolico-romana.

Popolazione del comune di Berna -  Ufficio federale di statistica

Dalla Preistoria all'alto Medioevo

Il territorio com., al confine tra Altopiano superiore e inferiore, è percorso da numerose anse dell'Aar; già in epoca preistorica si trovava sulla direttrice nord-sud che conduceva dall'Alsazia ai passi alpini bernesi passando attraverso il Giura e l'Oberland. La trasversale est-ovest, ben più importante, passava per l'Altopiano settentrionale, lungo i laghi e ai piedi del Giura, evitando la zona di B. La regione di B. non si trovava quindi nemmeno sull'asse di transito romano che collegava il Lemano a Vindonissa passando per Aventicum e Petinesca, ma sulla direttrice, piuttosto trafficata in epoca galloromana, che risaliva l'Aar verso l'Oberland bernese.

Periodo preromano

Sembra che l'odierno territorio urbano, in senso stretto, fosse poco colonizzato in epoca preistorica, anche se la valle dell'Aar era in parte popolata nel Neolitico (reperti isolati nelle foreste di Könizberg, Schermen e Wyler e a Sulgenbach) e nell'età del Bronzo (deposito a Wabern, parti di carro nella zona urbana). I ritrovamenti del periodo di Hallstatt si infittiscono nell'area dell'attuale agglomerato (fra l'altro tombe a Grächwil e Jegenstorf), mentre altri reperti isolati sono stati trovati nell'area cittadina (tumuli nel Kleiner Forst e a Längeried; tomba con scheletro a Burgernziel; reperti isolati non identificati a Kirchenfeld). Solo dal periodo di La Tène la zona urbana risulta con certezza abitata: tombe o necropoli con netta prevalenza del medio La Tène (III-II sec. a.C.) sono state ritrovate un po' ovunque, con una maggiore concentrazione nei quartieri di Breitenrain, Kirchenfeld e Mattenhof e a Bümpliz.

Di importanza eccezionale è l'insediamento celtico sulla penisola di Enge. Il deposito ritrovato vicino alla tenuta di Tiefenau (1849) conteneva spec. spade ma anche punte di lancia, umboni, parti di carro e finimenti, oltre a pochi monili (braccialetti, fibbie, pendenti), attrezzi e ceramiche. Ritrovamenti successivi, scavi sistematici e analisi di reperti precedenti hanno consentito nuove scoperte, che fanno supporre come la penisola di Enge fosse abitata fin dal medio La Tène e soprattutto dal III al II sec. a.C. Le tracce abitative più antiche sono state rinvenute nel settore di Tiefenau. Probabilmente nella seconda metà del II sec. a.C. il grande insediamento che da Rossfeld si estendeva all'intera penisola fu parzialmente cinto da opere difensive: uno sbarramento nel punto più stretto - l'odierna stazione di Felsenau - e terrapieni d'appoggio nei punti facilmente accessibili dal fiume. La cittadella della penisola potrebbe essere uno dei 12 oppida degli Elvezi menz. da Cesare; per ora sono stati ritrovati soprattutto terrapieni, fossati e tombe. L'ipotesi di un santuario nei pressi dell'antica tenuta di Tiefenau si basa sul ritrovamento di armi che, dato il modo particolare in cui sono state danneggiate, fanno pensare a un'offerta votiva; destinata al culto era probabilmente la trincea quadrangolare celtica della foresta di Bremgarten (Schuntnehubel). Forse rimanda al futuro nome della città la scritta Brenodor, che appare su una tavoletta di zinco scoperta nel 1984 a Thormeboden.

Epoca romana

Pianta archeologica di Berna-penisola di Enge
Pianta archeologica di Berna-penisola di Enge […]

In epoca romana la penisola di Enge fu nuovamente occupata da insediamenti; lungo entrambi i lati di una strada rettilinea, che conduceva alla punta della penisola, si sviluppò un vicus forse disposto su più file. A sud si trovavano la necropoli di Rossfeld (oltre 160 tombe, di cui alcune del periodo di La Tène) e le strutture pubbliche (piccolo anfiteatro, zona con tre templi con porticato galloromani presso l'Engemeistergut), adiacenti a edifici privati con locali da lavoro (botteghe di vasaio, fonderia di bronzo, fucina), mentre all'estremità settentrionale si trovava il complesso dei bagni. Dal vicus la strada principale portava a ovest verso Aventicum, attraversando il Grosser Forst; mentre la strada romana ha una sua attestazione archeologica, nel resto del territorio com. le testimonianze romane sono rare. Oltre a reperti isolati (monete, statuette, busti), finora sono state trovate tre villae: una in prossimità del vicus, una nella Haspelmatte e una a Bümpliz; quest'ultima è un vasto complesso che risale al II-III sec. d.C. I reperti numismatici databili permettono di collocare l'abbandono del vicus fra il 165 e il 211 d.C.; dopo di allora non si ebbero nuovi insediamenti fino al XIX sec., anche se nel ME fu eretta sul tempio orientale la cappella-santuario di S. Egidio (consacrata nel 1344, demolita nel 1532).

Alto Medioevo

L'odierno territorio urbano doveva apparire poco attrattivo per l'insediamento rispetto ai versanti delle valli dell'Aar e della Gürbe, probabilmente più popolati in epoca protostorica. Non esistono in particolare indicazioni certe di un popolamento dell'attuale centro storico prima del basso ME. Si deve tuttavia supporre una certa continuità insediativa, perché a Bümpliz, ad esempio, nell'alto ME venne costruita sulle rovine di una villa romana la chiesa di S. Maurizio (VII-IX sec.), mentre le necropoli fanno ipotizzare la vicinanza di abitati, per quanto ancora non identificati: al grande complesso del VI-VII sec. al margine meridionale della foresta di Bremgarten (Ährenweg), con ca. 300 tombe, vanno aggiunte necropoli del VII sec. a Weissenbühl (Holzikofenweg) e Rosenbühl. Risale forse al IX/X sec. una fortificazione in legno compresa nella curtis regia altoburgunda di Bümpliz.

Dal basso Medioevo alla fine dell'ancien régime

Sviluppo insediativo e demografico

Costruzione della città nel 1191, come l'immaginava nel 1485 il disegnatore della Spiezer Chronik di Diebold Schilling (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 55).
Costruzione della città nel 1191, come l'immaginava nel 1485 il disegnatore della Spiezer Chronik di Diebold Schilling (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 55). […]

Le fonti più antiche relative alla fondazione della città (1191 ca.?) sono la Cronica de Berno (prima metà del XIV sec.) e la cronaca di Konrad Justinger (dopo il 1420); i dati che le due cronache forniscono sono in gran parte confermati dall'archeologia. Le origini di B. vanno ricondotte agli sforzi messi in atto dai von Zähringen per rafforzare - attraverso il potenziamento o la fondazione di città e fortezze - la propria posizione nella fascia prealpina rispetto agli Hohenstaufen e alle fam. nobili locali. L'ansa dell'Aar su cui sorse B. apparteneva alla curtis regia di Bümpliz. Per quanto verso la metà del XII sec. la regione fosse già abitata piuttosto fittamente (fattorie e casali di Obersulgen, Niedersulgen, Optingen, Wiler, Worblaufen, Wittigkofen, Kalchegg, Brunnadern, Oberwankdorf, Unterwankdorf), non è chiaro se presso la Nydegg, fortezza eretta da Berchtold IV von Zähringen nella seconda metà del XII sec., esistesse un abitato anteriore alla fondazione di B. Controversa è anche l'estensione della città fondata da Berchtold V: o il primo burgum del 1191 giungeva fino alla Kreuzgasse e venne ampliato fino alla torre dell'orologio (Zytglogge) da un secondo burgum all'inizio del XIII sec., oppure, più verosimilmente, l'intero complesso dalla Nydegg fino alla torre dell'orologio fu tracciato già nel 1191. La città dei von Zähringen si articolava su tre assi longitudinali; la divisione in parcelle (100 x 60 piedi), il mercato su strada, il torrente aperto (Stadtbach), la posizione laterale della chiesa principale e le grondaie dei tetti sono considerati tipici delle fondazioni urbane dei von Zähringen.

Sviluppo della città di Berna fino al 1642
Sviluppo della città di Berna fino al 1642 […]

Alla prima metà del XIII sec. risalgono la Brunngasse, la Herrengasse e il primo ponte in legno sull'Aar presso la Nydegg (ricostruito in pietra negli anni 1461-87). L'abitato sul fiume, ai piedi della fortezza, venne fortificato; la città nuova (detta anche "dei Savoia"), sorta a ovest della torre dell'orologio lungo quattro assi, fu difesa anch'essa da una cinta muraria più ampia (1255-60, con la torre delle prigioni o Käfigturm). A est, distrutta la Nydegg nel 1268 (?), si formò il quartiere (Nydegg-)Stalden, mentre il quartiere della Matte fu ampliato verso sud. L'ultimo ingrandimento entro la cinta muraria nel ME si ebbe nel 1344-46, con la "città nuova esterna", particolarmente fortificata, che si sviluppò fra la torre delle prigioni e la torre di S. Cristoforo o Porta superiore (Obertor) su sei assi longitudinali. Fino al XIX sec. la città si sviluppò entro questi confini; nonostante la costruzione dei bastioni (1622-34), l'area a ovest della torre di S. Cristoforo restò senza edifici (salvo l'ospedale cittadino) fino al 1830 ca. Dal 1395 le strade vennero pavimentate; dal XV sec. (dopo il grande incendio del 1405) gli edifici in legno furono via via sostituiti da case a graticcio o in pietra. L'approvvigionamento idrico era garantito da sorgenti, dal torrente aperto (Stadtbach), da pozzi e fontane ornate da figure (Hans Gieng). L'aspetto omogeneo degli isolati risale spec. al XVIII sec., quando il Consiglio, a protezione dell'estetica cittadina, emanò norme sull'altezza delle facciate, sul numero dei piani e sui materiali da costruzione (1770).

La Giustizia, statua della fontana in pietra calcarea attribuita ad Hans Gieng (Fotografia Heinz Dieter Finck).
La Giustizia, statua della fontana in pietra calcarea attribuita ad Hans Gieng (Fotografia Heinz Dieter Finck). […]

Le fonti protostatistiche più importanti sulla pop. urbana sono costituite dai registri di tributi (dal 1389) e dai verbali di visite pastorali. Come in altre città dell'Europa centrale dell'XI-XIV sec., i primi immigrati provenivano probabilmente dagli immediati dintorni. Attorno al 1200 la città comprendeva ca. 100 fuochi; gli ab. del nucleo originario potrebbero essere stati dunque 400-600; verso il 1300 si stima fossero 3000. Cresciuta ancora nel XIV e XV sec. (nonostante epidemie di peste, cominciate nel 1348), nel 1450 ca. la pop. era di 5000-5500 ab.; diminuita come in altre città sviz. nella seconda metà del XV sec., tornò a crescere nel XVI, XVII e soprattutto XVIII sec. I primi censimenti, in città e nel contado, ebbero luogo nel 1764. Nonostante l'alta natalità, il surplus delle nascite rimase basso; fino al XIX sec. l'aumento della pop. urbana fu determinato dall'immigrazione dalla campagna.

Economia cittadina

La città medievale non si trovava sui grandi assi di traffico; nel XIII e XIV sec. l'agricoltura ebbe pertanto un ruolo relativamente importante per la pop. urbana (beni comuni, boschi, vigneti). L'artigianato urbano era orientato in un primo tempo soprattutto al sostentamento della pop. cittadina e delle immediate vicinanze; ciò trova una corrispondenza nel ruolo speciale a livello statutario ottenuto da fornai, macellai, fabbri e conciatori, corporazioni all'interno delle quali venivano scelti gli alfieri. Alla fine del ME l'industria tessile bernese rimaneva importante unicamente sul piano regionale, nonostante il fatto che ordinanze sui tessitori esistessero già nel 1307 e che nel 1463 e nel 1467 il Consiglio avesse chiamato a B. specialisti olandesi per aumentare la produzione locale di panni. Di difficile valutazione resta la lavorazione dei metalli nel tardo ME: le ordinanze su artigiani quali i fonditori di brocche, gli orafi, i produttori di falci sono indice di attività intense e differenziate, ma resta tuttavia oscuro se la forza economica e sul piano istituzionale dei fabbri derivasse loro dalla produzione vera e propria o piuttosto dal commercio di oggetti in metallo. Nel tardo ME e nei sec. successivi l'attività artigiana più importante per l'esportazione era la concia, attestata dal XIII sec. (primi mercanti di cuoio nel 1313, primo statuto dei conciatori nel 1332); le pelli da trattare (spec. di ovini e bovini) provenivano dal Paese di Vaud, dalla Savoia e dall'Oberland bernese. La fioritura della produzione di cuoio fu possibile solo grazie allo spostamento, nel XIV sec., di alcuni importanti assi commerciali: la regione tra il lago di Costanza e il Lemano divenne area di transito, aprendo dunque l'Altopiano al commercio su lunghe distanze; B. controllava ampi tratti di queste strade commerciali. Due fiere annuali e i mercati settimanali servivano soprattutto agli scambi regionali. Solo dalla seconda metà del XIV sec. il commercio bernese conobbe un netto sviluppo: un emporio con funzione di deposito per mercanti forestieri fu costruito nel 1373, diverse grandi soc. commerciali (fra cui le compagnie di Ravensburg e dei Welser) aprirono filiali a B. e il numero dei cambiavalute e dei prestatori di denaro (i cosiddetti "lombardi" e "caorsini") aumentò. I mercanti dovevano fornire anzitutto i beni d'importazione necessari alla città e ai territori soggetti; si esportavano prodotti agricoli, cuoio, pelli, falci ecc. Intorno al 1400 sono attestati a B. numerosi commercianti dell'Italia settentrionale, della Romandia e di città della Germania meridionale. Spec. nella prima metà del XV sec., mercanti bernesi frequentarono le grandi fiere e i mercati europei; diverse fam. di commercianti si arricchirono ed entrarono a far parte dell'élite politica e sociale (Fränkli, Schopfer, Spilmann, Wabern, Zigerli/Ringoltingen, Diesbach ecc.). A partire dalla metà del XV sec., tuttavia, alcune di queste fam. abbandonarono il commercio e investirono i loro patrimoni in proprietà fondiarie e signorie giurisdizionali, dedicandosi a carriere pubbliche e militari; artigianato e commercio subirono una battuta d'arresto, mentre fiorivano il servizio mercenario e le pensioni. Probabilmente anche intorno al 1500 mercanti bernesi furono attivi sui mercati intern.; tuttavia, con l'eccezione di Bartholomäus May, non si trattava di commercianti che operavano su larga scala. I nuovi cantieri del municipio (dopo il 1405) e della cattedrale (dopo il 1420) diedero un nuovo impulso allo sviluppo dell'edilizia (capimastri Matthäus Ensinger ed Erhard Küng; designazione di B. nel 1459 quale capoluogo delle org. edili conf.) e fecero fiorire la pittura su tavola o su vetro (soprattutto il Maestro del Garofano, Niklaus Magerfritz, Paul Glaser, Hans Noll); l'arte della pittura su vetro di stemmi poté conservarsi fino al XVII sec. (Lukas Schwarz, Hans Funk, Joseph Gösler, Mathis Walter).

È difficile valutare in quale misura la prosperità del contado influì, dopo la Riforma, sulle arti e i mestieri cittadini. Dal XVII sec. l'economia urbana fu sempre più influenzata dalle misure regolatrici emesse dal Consiglio, tra cui ad esempio l'introduzione della tratta, il divieto di speculazione sui cereali, la creazione di un comitato commerciale per stimolare le attività economiche (1672). Nuovi impulsi giunsero dai profughi ugonotti: Jean Roux aprì nel 1687 un'officina meccanica di maglieria (Kommerzienhaus), Jacques Jonquière e Abraham Dautun una manifattura serica nel 1694. Dopo il 1706 sorsero varie stamperie di indiane (Küpfer, Engelhard, Morel). Le banche Malacrida-Gruner e Morel gestivano sia patrimoni bernesi sia flussi di denaro fra B. e le corti europee. Una soc. (Herff, Le Maire e Sinner) tentò invano, nonostante i prestiti e i privilegi concessi dalle autorità, di creare a B. una grande manifattura di lana basata sul lavoro a domicilio. Dopo il relativo splendore del XVI e XVII sec., l'artigianato articolato secondo lo schema corporativo conobbe un forte ristagno, dovuto ai vincoli imposti su prezzi e mestieri (sistema corporativo, tariffario per prezzi e salari), e il ceto artigiano si impoverì. Nel XVII e XVIII sec. la posizione economica delle fam. dell'élite continuò a basarsi sugli introiti delle cariche pubbliche (baliaggi) e del servizio mercenario, ma in misura ancora maggiore sulle entrate che i loro vasti possedimenti fondiari e signorili garantivano. La nascita della Soc. economica (1759), l'impiego di metodi agricoli moderni su propri poderi, l'acquisto di alpeggi nell'Emmental e la loro cessione in affitto ad alpigiani indigeni attestano l'interesse vitale del patriziato cittadino per l'economia agraria.

Società urbana

Lungo tutto il periodo medievale fu caratteristico lo stretto intreccio fra élite urbana e fam. di nobili o ministeriali delle terre circostanti (tra cui Bubenberg, Kramburg, Kien, Jegistorf, Egerdon, Krauchthal; le fam. cittadine Gisenstein, Fischer, Wattenwyl). Durante il XIV e XV sec. si modificò la composizione dei ceti alti: numerose fam. della nobiltà rurale misero piede in città (Scharnachtal, Rümligen, Stein, Erlach, dopo il 1415 Mülinen, Hallwyl, Luternau), vecchie fam. di commercianti vennero nobilitate (Diesbach, Wabern, Ringoltingen, Matter) e si accrebbe l'importanza nel ceto dominante di commercianti e notabili non nobili (Münzer, Hetzel von Lindenach, Spilmann, Schopfer, per esempio). Caratteristiche dell'élite bernese nel tardo ME furono: 1) l'apertura, grazie alla quale chi aveva successo economico poteva in breve tempo accedere, nei limiti concessi dalle proprie disponibilità, a cariche politiche (fam. Fränkli, May, Steiger ecc.); 2) la forte dipendenza da introiti derivanti da proprietà fondiarie e signorie; 3) gli stretti intrecci fra fam. della nobiltà antica e recente e fam. di commercianti, che consentirono di evitare quasi completamente conflitti gravi. Nel XV sec. la maggior parte degli esponenti della classe dirigente erano sia membri del Consiglio cittadino sia titolari di signorie fondiarie e giurisdizionali nello Stato territoriale bernese. Il piccolo ceto colto urbano (spec. chierici e qualche funzionario), pur godendo di grande prestigio, non esercitava quasi mai un influsso politico e sociale decisivo (con l'eccezione del segr. cittadino). Il gruppo maggioritario fra i cittadini era costituito dagli artigiani, fra cui dominavano sul piano economico e politico i fornai, i macellai, i conciatori (orientati all'esportazione) e i fabbri; soprattutto coloro che esercitavano queste professioni avevano spesso la possibilità di divenire, grazie al commercio, donzelli o titolari di rendite. Gli altri artigiani avevano un ruolo più modesto; i commercianti non costituivano un gruppo chiuso, perché in linea di massima il commercio era aperto a tutti. Informazioni sui ceti bassi della città sono pressoché inesistenti; sulla topografia sociale esistono, allo stato attuale delle ricerche, solo dati circoscritti.

Il rafforzamento e l'ampliamento della signoria territoriale bernese (XV-XVI sec.), così come la crescita dei compiti e delle risorse statali (anche in seguito alla Riforma), crearono una nuova classe di notabili che si sostituì alla nobiltà in seno alla classe dirigente (estinzione delle fam. Rümligen, Muleren, Wabern, Ringoltingen, Matter e Bubenberg, successivamente delle fam. Stein e Scharnachtal). Importanti per accedere alle cariche di rilievo divennero le conoscenze amministrative e le entrate economiche acquisite nel cursus honorum (fam. Steiger, Nägeli, Tillier, Graffenried, Werdt ecc.). Con il regresso dei mestieri orientati all'esportazione, nel XVI sec. diminuirono anche le possibilità di ascesa sociale degli artigiani; la Riforma portò a un allargamento della composizione della classe colta, di cui entrarono a far parte numerosi predicatori e insegnanti della scuola superiore (Hohe Schule). La chiusura del ceto patrizio portò a un irrigidimento sempre maggiore della struttura sociale, spec. dopo la rinuncia di principio a nuove concessioni di cittadinanza (1651). L'ordinamento giur. dell'epoca disegna per il XVII e XVIII sec. un profilo della pop. urbana caratterizzato dalla presenza di quattro gruppi: 1) i dimoranti, svantaggiati sul piano economico e politico (garzoni, servi e braccianti); 2) i "dimoranti perpetui", con libertà economiche ma senza diritti politici (commercianti, imprenditori e proprietari di manifattura forestieri); 3) i cittadini, con accesso teorico alle alte cariche ma di fatto praticamente esclusi dal cursus honorum (artigiani, imprenditori, ecclesiastici e funzionari); 4) le fam. realmente ammesse a governare (139 nel 1651, 98 nel 1691, 77 nel 1745), gravitanti soprattutto intorno a pochi casati considerati nobili (von Erlach, von Diesbach, von Mülinen, von Wattenwyl, von Bonstetten, von Luternau).

Fin dal XIII sec. erano attive le corporazioni (denominate "soc.", Gesellschaften, dal XIV sec.), unioni a scopo economico, sociale e in parte anche religioso. Il loro numero aumentò considerevolmente spec. nel XV sec., con la divisione di singoli mestieri in più “camere” (Stuben). La sequenza ufficiale delle soc., in cui si rifletteva anche il loro prestigio sociale e politico, era la seguente: soc. dei fornai, dei fabbri, dei macellai, dei conciatori, zum Mittellöwen (pellicciai), zum Narren und Distelzwang (soc. dei nobili, al primo posto dal 1674), dei calzolai, Soc. del Moro (tessitori), dei commercianti, della Scimmia (scalpellini), dei carpentieri, dei barcaioli, dei vignaioli e dei tiratori. Un analogo inquadramento sociale e religioso era dato, nel tardo ME, anche da diverse confraternite. Gli ebrei, attestati a B. dal 1259 e più volte banditi e perseguitati (1294, 1349, 1392, 1427), persero la loro funzione principale con la comparsa di cambiavalute e prestatori di denaro lombardi, caorsini e indigeni (autorizzati dal Consiglio nel 1384), ma non scomparvero del tutto dalla città.

Sfera ecclesiastica e culturale

Prima della Riforma l'Aar costituiva il confine tra le diocesi di Costanza e di Losanna. In origine, la chiesa cittadina di S. Vincenzo (con patrocinio attestato dal 1255) era solo una filiale del priorato agostiniano di Köniz (passato nel 1227/35 all'ordine teutonico, che nel 1256 creò una propria commenda in città). Nel 1276 la chiesa fu eretta de jure in parrocchiale e fu poi ricostruita. Soprattutto con l'inizio dei lavori di costruzione della cattedrale tardogotica (dopo il 1420), crebbe progressivamente il controllo della città su tutti gli affari della parrocchiale (fra l'altro con la nomina degli amministratori). Dopo il 1484 si giunse infine all'espulsione e all'indennizzo dell'ordine teutonico e all'istituzione del capitolo di San Vincenzo, soggetto al Consiglio cittadino in tutte le maggiori questioni ecclesiastiche, economiche o relative al personale.

L'antica chiesa dei domenicani con il convento. Particolare della veduta della città (1603-1607) di Gregorius Sickinger; copia a olio realizzata nel 1753 da Johann Ludwig Aberli (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen).
L'antica chiesa dei domenicani con il convento. Particolare della veduta della città (1603-1607) di Gregorius Sickinger; copia a olio realizzata nel 1753 da Johann Ludwig Aberli (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen). […]

Dal XIII sec. si stabilirono a B. numerosi ordini religiosi: già nel 1228 erano attivi gli ospedalieri di S. Spirito, nel 1255 i francescani, nel 1269 i domenicani, nel 1283 gli antoniani di Vienne; nel 1285/86 fu fondato a Brunnadern il convento cistercense femminile di San Michele all'isola, passato alle domenicane dopo il 1294 (dal 1327 trasferito nella zona dove sorgeva l'antico cimitero ebraico). Sulla Herrengasse, sulla Junkerngasse e a Mattenenge sono attestati diversi beghinaggi. Con l'introduzione della Riforma (disputa teol. nel 1528, sinodo nel 1532) la Chiesa bernese venne riorganizzata, tra l'altro anche sopprimendo capitoli e conventi. In una prima fase l'intera città costituì un'unica comunità parrocchiale, con la cattedrale come chiesa parrocchiale; la cappella della Nydegg e la chiesa dell'antico ospedale di S. Spirito divennero parrocchiali autonome solo nel 1721, dopo che un decreto del Gran Consiglio (1720) aveva suddiviso B. in cinque comunità parrocchiali rif. La chiesa di S. Spirito, edificata da Niklaus Schiltknecht negli anni 1726-29, è considerata fra i maggiori edifici sacri rif. del barocco in Svizzera; l'antica chiesa dei domenicani ospita dal 1623 i prot. francofoni (comunità autonoma dal 1689).

La commissione della Biblioteca di Berna nel 1696-1697. Olio su tela di Johannes Dünz (Burgerbibliothek Bern).
La commissione della Biblioteca di Berna nel 1696-1697. Olio su tela di Johannes Dünz (Burgerbibliothek Bern). […]

Già nel XIII sec. B. aveva una scuola lat. (dal 1481 situata nella Herrengasse), che dipendeva totalmente dal Consiglio; dal XV sec. la maggior parte dei rettori (fra l'altro Heinrich Wölfli detto Lupulus, Jakob Fullonius, Michael Rubellus, Valerius Anshelm) risulta avesse conseguito un titolo univ. Anche i conventi degli ordini mendicanti offrivano possibilità di studio ai loro ospiti, così come il capitolo di S. Vincenzo ai ragazzi della sua cantoria; l'istruzione elementare era impartita da insegnanti privati, sia uomini che donne. Nuovi importanti stimoli giunsero dalla Riforma: l'antica scuola lat. divenne scuola di grado inferiore, propedeutica alla scuola superiore (Hohe Schule), introdotta con la Riforma. La scuola superiore, alloggiata nell'antico convento francescano, era secondo le ordinanze scolastiche degli anni 1528, 1548, 1616 e 1676 una facoltà di arti liberali e teol. (analoga alla Prophezey di Zurigo), ed era innanzitutto destinata alla formazione e al perfezionamento del clero bernese; dopo la creazione di nuove cattedre (XVII-XVIII sec.), divenne una "scuola superiore generale" e infine, nel 1805, un'Acc. L'ambito scolastico, nel XVIII sec. ancora strettamente legato alla Chiesa rif. e alle esigenze delle fam. della classe dirigente, conobbe una decisa secolarizzazione con l'Illuminismo. Nel 1779 la scuola lat. venne divisa in una scuola letteraria (con il compito principale di preparare agli studi teol. nella scuola superiore) e in una scuola d'arte, destinata ai futuri artigiani e commercianti. Il corrispettivo laico della scuola superiore nacque nel 1787, con la creazione dell'Ist. politico, in cui veniva fornita una formazione politica e giur. ai giovani patrizi; nel 1788 venne fondato un ist. di medicina. Dopo la soppressione dei capitoli e conventi bernesi (spec. Thorberg), le loro librerie vennero incorporate nella biblioteca della scuola superiore, il cui patrimonio si arricchì ulteriormente grazie a sussidi del Consiglio e a lasciti (collezione Bongars nel 1632); l'odierno edificio della Biblioteca civica e della Biblioteca della città e dell'Univ. deriva dalla ristrutturazione dell'antica sede, luogo del mercato del burro (Ankenwaage, 1787-94).

Konrad Justinger al leggìo, raffigurato nel 1485 nella Spiezer Chronik di Diebold Schilling (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 41).
Konrad Justinger al leggìo, raffigurato nel 1485 nella Spiezer Chronik di Diebold Schilling (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 41). […]

Contributi importanti al clima culturale della città provennero dall'interesse storiografico, documentabile, fin dal tardo ME, nella Cronica de Berno e in numerose opere storiche di ampio respiro (di Konrad Justinger, Diebold Schilling, Benedikt Tschachtlan, Valerius Anshelm, Michael Stettler, Johann Rudolf Gruner, Gottlieb Emanuel von Haller, Isaak Gottlieb Walther), cronache fam. (dei von Diesbach, Frisching e Mülinen), resoconti di viaggio, memorie e saggi sulla storia coeva (di Heinrich Wölfli, Samuel Zehender, Johannes Haller, Gabriel Hermann ecc.). Nel tardo ME furono attivi in ambito letterario Ulrich Boner, Thüring von Ringoltingen e Wilhelm Ziely, nel XVI e XVII sec. Hans Rudolf Rebmann e Wilhelm Fabry von Hilden, nel XVIII Albrecht von Haller, Julie Bondeli, Karl Viktor von Bonstetten e così via. Il teatro conobbe una particolare fioritura con le sacre rappresentazioni anonime del XV sec. e con i drammi carnascialeschi e scolastici del XVI e XVII sec. (Niklaus Manuel, Hans von Rütte). L'interesse per l'arte musicale ebbe la sua prima espressione nella cantoria di S. Vincenzo (Bartholomäus Frank, Johannes Wannenmacher, Cosmas Alder), e la battuta d'arresto provocata dalla Riforma fu solo di breve durata: nel 1558 vennero reintrodotti il canto corale religioso e la banda cittadina, dal XVI sec. apparvero numerosi Collegia musica. Nel 1663 furono infine fissate nuove norme per la musica scolastica e liturgica, e dopo il 1727 fu costruito il grande organo della cattedrale.

Istituzioni comunali

Fondata su suolo imperiale, B. ottenne da Berchtold V von Zähringen una carta di franchigie (oggi scomparsa) sul modello di Friburgo in Brisgovia. Alla sua morte, nel 1218, B. ritornò all'Impero (anche se B. è menz. per la prima volta come città imperiale dal 1223); re Federico II rilasciò alla città una lettera di privilegio detta Goldene Handfeste, che la maggior parte degli storici considera un falso o una falsificazione della metà del XIII sec. Il testo elenca i diritti rivendicati ed esercitati da B. durante il Grande interregno, poi confermati il 16.1.1274 da re Rodolfo I d'Asburgo. Inizialmente la città sottostava a uno scoltetto, che per tutto il tardo ME provenne solitamente da un fam. nobile con cittadinanza bernese. La sua nomina spettò dapprima al duca von Zähringen, e poi all'imperatore o al suo rappresentante; dalla fine del XIII sec. la città stessa si avocò questo diritto di nomina. Un Consiglio è attestato dal 1224, mentre già nel 1249 si fa riferimento a due Consigli. Nel 1293 re Adolfo di Nassau riconobbe e ampliò le franchigie; l'anno seguente si procedette alla riorganizzazione della costituzione cittadina: il com. eleggeva ora un Consiglio dei Sedici, che a sua volta designava i membri del Nuovo Consiglio dei Duecento (Gran Consiglio); entrambi i Consigli esercitavano il controllo sul Piccolo Consiglio e lo scoltetto. Dopo il 1294, forse anche l'elezione dello scoltetto e del Piccolo Consiglio fu di pertinenza dei Duecento. Risale probabilmente allo stesso periodo anche la creazione delle "cariche antiche" (segr. cittadino, cancelliere del tribunale, quattro alfieri, quattro Consiglieri segreti, Grossweibel); le finanze cittadine erano amministrate dal tesoriere. Dal XIV sec. in avanti queste istituzioni furono ripetutamente confermate da imperatori e re (con ulteriori privilegi concessi da Carlo IV e Venceslao). Nonostante il divieto formale alle corporazioni di essere attive politicamente e il rigido controllo esercitato dal Consiglio (formato da patrizi) sulle soc. artigiane, ammesse solo in campo economico, anche sul piano politico queste ass. rimasero importanti più di quanto in genere si creda: per quanto esse non eleggessero direttamente alcun titolare di cariche, il presupposto per accedere agli organi decisionali era tuttavia l'appartenenza a una corporazione, soprattutto se con diritto all'alfiere (fornai, macellai, fabbri, conciatori) oppure nobile (zum Narren und Distelzwang). In vari ambiti le soc. artigiane svolsero di fatto dal XIV sec. compiti amministrativi: la leva del contingente militare cittadino, per esempio, dopo il 1468 avvenne per corporazioni, e le Stuben dovevano costituire una cassa militare, tenere il ruolo dei propri militi e controllarne l'armamento; anche la lotta contro gli incendi era di loro competenza. Le truppe corporative cittadine vennero soppresse solo con le riorganizzazioni dell'esercito degli anni 1628/30 e 1758/68.

La cura di malati e poveri era in origine anche a B. affidata alla Chiesa. All'ospedale di S. Spirito (vicino all'attuale chiesa che porta lo stesso nome) era annesso un lebbrosario, trasferito nel 1283 alla Porta bassa e nel 1492 a Bolligen; dal 1327 entrambi furono sottoposti al Consiglio. Gli antoniani di Vienne, attivi alla Hormansgasse (oggi Postgasse), costruirono un nuovo ospedale (1444, 1492-1505). L'ospedale cosiddetto “basso” (alla Nydegg) fu creato dalla città (1307), quello sulla Neustadtgasse (oggi Zeughausgasse) da Anna Seiler (1354) e l'ospizio dei poveri sulla Brunngasse da un ignoto (1396); l'ospedale per sifilitici di Altenberg risale agli anni 1496-98. Con la Riforma diversi di questi ist. furono trasferiti e accorpati: l'ospedale "basso" fu trasferito nel soppresso convento dei domenicani (1527) e l'ospedale Seiler nell'antico convento dell'Isola (1531, ricostruito dopo il 1724); nel 1715 l'ospedale "basso" e quello "alto" (già di S. Spirito) vennero uniti nell'"ospedale grande" (ricostruito dopo il 1732; oggi ospedale cittadino). L'assistenza ai poveri nel tardo ME faceva capo alla beneficenza ecclesiastica, a fondazioni private e a istituzioni cittadine; con la relativa ordinanza del 1449, fu nominato un preposto alle elemosine. Con la Riforma la città assunse ulteriori compiti sociali; in base all'ordinanza del 1676 sulla mendicità, in materia di pubblica assistenza le corporazioni cittadine vennero equiparate alle comunità parrocchiali rurali e obbligate a soccorrere i loro membri indigenti. L'orfanotrofio maschile (1757, attualmente caserma della polizia municipale) e quello femminile (1765) furono eretti dalla città, che già in precedenza aveva gestito un orfanotrofio (1657-84).

XIX e XX secolo

Sistema politico e politica

Il cant. e la città di Berna furono tutt'uno sul piano amministrativo e patrimoniale fino al 1798; la divisione del patrimonio decretata nel 1803 da una commissione fed. ("atto di dotazione") fu fonte di conflitti fra le due parti dalla Rigenerazione fino al 1841. Sotto la Mediazione, un Grande e un Piccolo Consiglio costituivano le autorità municipali, mentre le corporazioni servivano come organi elettorali. Durante la Restaurazione, il Gran Consiglio cittadino era composto da 200 membri, che eleggevano l'amministrazione (35 persone) con le 13 corporazioni.

La Costituzione del 1831 abolì i privilegi della città sul cant. Al com. patriziale si affiancò nel 1832 un com. politico, all'interno del quale ogni cittadino domiciliato e con un patrimonio minimo aveva il diritto di voto. Privo di risorse proprie, il com. politico dipese tuttavia da quello patriziale fino al 1852, quando un trattato di separazione divise il patrimonio cittadino fra le due istituzioni. La legge cant. sui com. del 1833 stabilì che l'autorità doveva comporsi in tutte le località, anche in quelle più grandi, di un municipio (Gemeinderat) e di un'assemblea com. A B. le assemblee com. si svolgevano durante i giorni feriali all'interno di chiese, che però ben presto risultarono troppo piccole; la partecipazione di pochi uomini con diritto di voto favoriva i conservatori. Il com. patriziale, con un Gran Consiglio e un Piccolo Consiglio, conservò l'amministrazione dei suoi beni; ad esso competeva anche la pubblica assistenza, il servizio di tutela per i suoi membri.

Sede della terza Esposizione industriale svizzera a Berna nel 1857. Litografia tratta da una fotoincisione di Carl Durheim (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen).
Sede della terza Esposizione industriale svizzera a Berna nel 1857. Litografia tratta da una fotoincisione di Carl Durheim (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen). […]

Il numero degli elettori aumentò in seguito all'immigrazione e ai decreti fed. e alle leggi cant. del 1852, del 1859 e del 1861, che ampliarono il diritto di voto; divennero quindi obsoleti l'assemblea com. e il collegio municipale, attivo a titolo onorifico. La forte opposizione dei conservatori ritardò l'introduzione delle riforme necessarie. Nel 1887 l'assemblea com. venne infine abolita; da allora si fece ricorso alle urne per eleggere il sindaco, gli otto municipali (di cui cinque a tempo parziale), ora stipendiati, e gli 80 membri del consiglio com. (Stadtrat). Quest'ultimo, per il quale B. fu nel 1894 uno dei primi com. sviz. a introdurre la rappresentanza proporzionale, aveva il compito di sorvegliare l'amministrazione e di preparare proposte operative; le decisioni di una certa importanza erano demandate al popolo. Dal 1920 l'esecutivo è composto da sette municipali a tempo pieno, eletti con il sistema proporzionale e responsabili ciascuno di un dicastero (Direktion).

Manifesto della SAFFA, realizzato nel 1928 da Klara Fehrlin (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto della SAFFA, realizzato nel 1928 da Klara Fehrlin (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste). […]

A questi cambiamenti si accompagnarono modifiche nei rapporti di forza fra i partiti. La città di B. fu un bastione conservatore fino al 1874, quando i radicali vinsero per la prima volta le elezioni per il legislativo cant.; in seguito, fra il 1880 e il 1890, ottennero la maggioranza anche in consiglio com. e nel 1888 il loro capo, Eduard Müller, futuro Consigliere fed., subentrò al conservatore Otto von Büren nella carica di sindaco. In questo modo, politica cittadina e cant. rimasero in sintonia fino al 1918. I radicali vinsero grazie all'intesa con il partito dei lavoratori, che superò i conservatori già alla prima elezione proporzionale del consiglio com. Dopo la repressione armata della rivolta del Käfigturm o torre delle prigioni (1893), Gustav Müller fu il primo socialista a entrare in municipio (1895); la lotta di classe si inasprì. Nel 1918, anno dello sciopero generale, il partito socialista raggiunse per la prima volta la maggioranza assoluta sia in consiglio com. sia in municipio; Gustav Müller divenne così sindaco (1918-20). Dal 1920 al 1955 i partiti borghesi riconquistarono la maggioranza nell'esecutivo, ma i socialisti mantennero o mancarono di poco la maggioranza assoluta nel legislativo; in quel periodo furono sindaci Otto Lindt (partito dei contadini, degli artigiani e dei borghesi, 1920-37) ed Ernst Bärtschi (partito radicale democratico, 1937-51). Dal 1955 al 1967 e poi dal 1993 la sinistra ha riconquistato la maggioranza in municipio, grazie anche a voti di vecchi ambienti borghesi; i socialisti hanno occupato nuovamente la carica di sindaco dal 1958 al 1979 con Eduard Freimüller e Reynold Tschäppät, e dal 1993 con Klaus Baumgartner. Nel periodo fra le due guerre mondiali gruppi politici minori come il partito popolare evangelico, l'Anello degli Indipendenti, il Freiwirtschaftsbund e il partito liberal-socialista si collocarono per lo più in posizioni intermedie fra i grandi partiti; anche la Giovane Berna, nata negli anni 1950-60 e di stampo borghese, cercò di distanziarsi dalle formazioni tradizionali. I partiti fondati in seguito, per lo più ai margini dello schieramento politico, provocarono una frammentazione di forze e dal 1967 risultati elettorali spesso inattesi (per esempio mancate conferme di municipali in carica). Le donne hanno ottenuto l'uguaglianza politica nel 1968 e ottenuto la maggioranza in municipio dal 1993 al 1996. Nel 1988 l'età minima per poter esercitare il diritto di voto è stata abbassata da 20 a 18 anni. Difficile da valutare è l'influsso politico esercitato dalle liste di quartiere (ass. rionali formate spec. da proprietari di case) e da moderni gruppi di quartiere (formati in prevalenza da inquilini).

Diversamente da Zurigo, la sola fusione avvenuta fra B. e i comuni limitrofi è quella con Bümpliz (1919); altri tentativi (Ostermundigen, Bolligen ecc.) sono falliti. Nella seconda metà del XX sec. si è cercato, in campi specifici (depuratori, ospedali ecc.), di collaborare a livello consortile con altri com.

Manifestazione antinucleare nel giugno del 1987 davanti a Palazzo federale. Fotografia di Roland Schlaefli (Museo nazionale svizzero, Zurigo, Actualités suisses Lausanne).
Manifestazione antinucleare nel giugno del 1987 davanti a Palazzo federale. Fotografia di Roland Schlaefli (Museo nazionale svizzero, Zurigo, Actualités suisses Lausanne). […]

Economia e società

Popolazione di Berna, città e agglomerato urbano, 1850-1990
Popolazione di Berna, città e agglomerato urbano, 1850-1990 […]

Nel 1831 la città perse definitivamente il predominio politico, ma il suo peso demografico ed economico non cessò di aumentare. La percentuale di pop. cittadina rispetto alla pop. cant. passò dal 6% nel 1850 a oltre il 13% nel 1910 e al 20% nel 1960 (35% di tutto l'agglomerato nel 1990). Solo dopo il 1870 il tasso di natalità superò definitivamente quello di mortalità; una componente importante dell'incremento complessivo restò comunque l'immigrazione. Molto lenta fra il 1880 e il 1888 a causa della crisi del commercio mondiale (1873) e della successiva grande depressione, la crescita demografica riprese parallelamente all'espansione economica; fino al 1920 si mantenne sui livelli record del 2,9% di media all'anno. Dopo un periodo tranquillo, nel 1960 ebbe inizio una nuova fase, caratterizzata da un calo accelerato della pop. urbana (spec. nel nucleo storico) e da un'ulteriore forte crescita dell'agglomerato. Se le fasi di sviluppo qui accennate sono simili a quelle di tutte le maggiori città sviz., vi sono quali elementi peculiari di B. la relativa stagnazione degli anni 1850-60 e il movimento anticiclico posteriore al 1910. Il fatto che lo sviluppo demografico sia stato più forte tra il 1910 e il 1920 e tra il 1930 e il 1941 che durante i "dorati anni '20", è indice della crescente importanza dell'amministrazione fed. nei periodi di guerra e di crisi.

Popolazione residente del comune di Berna 1850-1990

AnnoCentro storicoComune principaleaAgglomeratob
185020 30029 670 
186022 15131 050 
187022 20237 548 
188022 15445 743 
188822 13148 605 
190020 35467 550 
191019 18490 937 
192018 753104 626 
193014 096111 783137 777
194112 981130 331161 641
195010 869146 499187 422
19608 183163 172230 346
19706 268162 405284 737
19804 781145 254298 125
19904 467136 338332 494

a Con Bümpliz, incorporato nel 1919.

b Tra il 1930 e il 1990 l'estensione geografica dell'agglomerato è cresciuta.

Popolazione residente del comune di Berna 1850-1990 -  Bernhist, Historisch-Statistische Datenbank des Kantons Bern, 1984-2006; Ufficio federale di statistica

Mentre fra il 1798 e il 1838 la pop. raddoppiò, le case d'abitazione aumentarono di sole 93 unità; la densità di ab. per immobile aumentò da 7,4 a 13,9, indice del basso livello sociale degli immigrati. B. dovette compensare la perdita dei suoi privilegi rafforzando il dominio economico che la sua situazione centrale le garantiva. Lo smantellamento delle fortificazioni, cominciato nel 1807 con la demolizione della Porta superiore e dei vicini terrapieni, venne regolamentato nel 1832 con un'apposita legge e proseguì fino al 1846. Patrizi conservatori costruirono la Nydeggbrücke (1842-44), a est della quale sorse la nuova fossa degli orsi (1856-57). Contro questa valorizzazione del vecchio asse est-ovest il governo cant. decise di erigere la Tiefenaubrücke (1846-50); ciò spostò il centro di gravità della città verso la sua estremità occidentale e diede il via a un processo fondamentale per l'ulteriore sviluppo della città, suggellato dalla scelta di costruire la stazione in quella zona.

Veduta a volo d'uccello della città. Litografia a colori eseguita da J. Arnout, 1860 ca. (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen).
Veduta a volo d'uccello della città. Litografia a colori eseguita da J. Arnout, 1860 ca. (Bernisches Historisches Museum; fotografia Stefan Rebsamen).

Rimasta quasi immune dalla grande febbre delle ferrovie degli anni 1850-60, B. si lasciò passivamente inserire nella rete della compagnia basilese della Ferrovia centrale sviz.; proveniente da Olten, la linea si fermò in un primo tempo a Wylerfeld (1857), mentre la stazione odierna fu inaugurata nel 1858. La tratta per Thun fu terminata nel 1859 e quella per Thörishaus (verso Friburgo) nel 1860. Nel 1861 le Ferrovie statali bernesi rilevarono la compagnia ferroviaria Est-Ovest; le linee per Bienne e per Langnau vennero ultimate nel 1864. Fu così che la città, dopo aver perso le opportunità nazionali degli anni 1850-60, divenne almeno un nodo ferroviario di importanza regionale e cant.

La stazione di Berna. Fotografia, 1900 ca. (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Archivio federale dei monumenti storici, Collezione Wehrli).
La stazione di Berna. Fotografia, 1900 ca. (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Archivio federale dei monumenti storici, Collezione Wehrli). […]

Il com. accettò con scarso entusiasmo (419 voti contro 313) la scelta di B. quale capitale fed.; ciò, in effetti, comportò spese non indifferenti, a partire dalla costruzione (1852-57) del palazzo del Consiglio fed. o della Conf., oggi ala ovest del Palazzo federale. L'Amministrazione federale, ancora molto modesta, non fu fonte di grandi impulsi economici; più importanti invece furono le aziende collaterali che crearono un'industria bernese: l'Officina federale dei telegrafi (1852), privatizzata nel 1865 con il nome di Hasler & Escher (Ascom), e una delle Aziende federali d'armamento a Wylerfeld (1871). La maggior parte delle future imprese industriali risale al periodo di espansione economica degli anni 1860-70: il laboratorio Wander e la confetteria Tobler, fondati nel 1865, e la filanda di Felsenau (a nord della città) nel 1864-65. L'immagine tradizionale che vuole B. città dei funzionari non è realistica: il censimento del 1888, il primo a fornire cifre utili sulle professioni, mostra una struttura professionale paragonabile a quella di altre città sviz.

Sviluppo dell’area urbana centrale di Berna 1850-1990
Sviluppo dell’area urbana centrale di Berna 1850-1990 […]
Sviluppo dell’agglomerato urbano di Berna dal 1930
Sviluppo dell’agglomerato urbano di Berna dal 1930 […]

Durante la grande ondata di crescita seguita al 1885 la struttura economica e professionale restò quasi immutata. L'industria leggera, caratteristica di B. e distribuita sull'intero territorio urbano, venne ulteriormente favorita dalla disponibilità di energia elettrica (centrale alla Matte nel 1891, a Felsenau nel 1909). Nuove grandi aziende metallurgiche e meccaniche sorsero in luoghi vicini ai binari ferroviari (fonderia von Roll, Winkler, Fallert & Co). In quel periodo vennero costruiti anche gli edifici di rappresentanza - per lo più un po' tronfi, neobarocchi o goticizzanti - che ancora oggi caratterizzano il profilo della città: l'ala est del Palazzo fed. (1892), il museo di storia (1896, in origine concepito come museo nazionale), il palazzo del parlamento con la ben nota cupola (1902), l'Univ. sulla Grosse Schanze (1903), il teatro civico (1903), il Kursaal (1904) e il Casino (1909). Orgoglio dei cittadini, la torre della cattedrale venne sopraelevata nel 1893, in base a vecchi progetti. Nuovi viadotti resero possibile l'attraversamento dell'Aar: la Kirchenfeldbrücke a est (1883) e la Kornhausbrücke a nord (1898); nuovi mezzi di trasporto avvicinarono la città alla periferia: nel 1890 entrò in servizio il primo tram (ad aria compressa) fra il cimitero di Bremgarten e la fossa degli orsi, nel 1894 il tram a vapore tra la Länggasse e Wabern. Di proprietà della città dal 1899 ed elettrificati dal 1901, i tram servivano già oltre 12 milioni di passeggeri nel 1910.

Abitazioni costruite a Berna 1855-1904
Abitazioni costruite a Berna 1855-1904 […]

L'edilizia abitativa privata, a livelli bassissimi durante la crisi seguita al 1876, conobbe una rapida ripresa dopo il 1885. Nel solo 1896 vennero costruite 204 case d'abitazione, in prevalenza nei quartieri esterni, il cui accesso era divenuto più facile. Il nucleo storico cominciò a spopolarsi dopo il 1890: gli ab. lasciavano appartamenti troppo piccoli e malsani, spinti anche dalle aziende pronte a pagare cifre importanti per i terreni del centro. Questo sviluppo apparentemente positivo ebbe però anche aspetti negativi, quali le sempre maggiori tensioni sociali e le proteste di chi era travolto o svantaggiato dalla crescita. Tra la rivolta del Käfigturm (1893) e lo sciopero generale (1918), B. visse un periodo di lotte di classe caratterizzato da molti conflitti sul lavoro (136 scioperi dal 1880 al 1910, per un totale di 11'310 scioperanti nel distr.). Il com., che in un primo tempo si era accontentato di eseguire piani di allineamento e di costruire edifici di rappresentanza e infrastrutture (fognarie, idriche, viarie ecc.), fu costretto a riflettere sugli aspetti sociali del suo sviluppo. B. fu la prima città sviz. a promuovere un'edilizia di utilità pubblica: 100 appartamenti in 86 casette a Wylerfeld (1889-94), 82 appartamenti in 33 case ad Ausserholligen (1894-97); sulle orme di quanto fatto a Basilea, il com. eseguì un'inchiesta sugli alloggi (1896) che evidenziò come nelle fasce poco agiate il bisogno di appartamenti fosse ancora maggiore risp. alle altre città. Carl Landolt, autore dell'indagine socialmente impegnato, elaborò i dati anche in base alle classi sociali, rivelando l'esistenza di una chiara spaccatura geografica fra ovest ed est della città: nel nucleo storico, il quartiere signorile si trovava fra la stazione e il Palazzo fed. (ovest), mentre all'altra estremità era situato il vecchio e malsano rione abitato dai più poveri (Nydegg, Matte). I più agiati vivevano sui pendii soleggiati (Stadtbach, Rabbental, Enge), mentre i poveri nella conca umida dell'ansa formata dall'Aar (Matte, Altenberg). La Lorraine, deprezzata dalla ferrovia che la tagliava in due, divenne presto un quartiere operaio; il Kirchenfeld invece, topograficamente molto simile, ma reso accessibile dalla Berne Land Company grazie alla Kirchenfeldbrücke e soggetto a rigide norme edilizie, si trasformò in quartiere del ceto medio-alto e delle sedi diplomatiche.

Manifestazione di disoccupati negli anni 1930 a Berna. Fotografia di Paul Senn (Bernische Stiftung für Fotografie, Film und Video, Berna) © Fondazione Gottfried Keller.
Manifestazione di disoccupati negli anni 1930 a Berna. Fotografia di Paul Senn (Bernische Stiftung für Fotografie, Film und Video, Berna) © Fondazione Gottfried Keller. […]

Nel periodo fra le due guerre mondiali, la crescita demografica più lenta (1% annuo dal 1920 al 1941) e l'economia in una fase complessivamente di stagnazione calmarono le tensioni sociali. L'edilizia abitativa com. e cooperativa toccò un primo massimo tra il 1920 e il 1929, quando grazie ai contributi pubblici furono costruiti ca. 2000 alloggi (30% ca. del totale). Questo primo apice fu superato durante la seconda guerra mondiale, quando l'aumento del personale fed. creò una nuova penuria di alloggi: dal 1942 al 1951 la mano pubblica promosse la costruzione di oltre 3400 alloggi (56% del totale). Lo sviluppo urbano caotico della città nel XIX sec. provocò una presa di coscienza e la rivalutazione di una disciplina trascurata come l'urbanistica; tappe di tale riflessione furono il padiglione urbanistico all'Esposizione nazionale sviz. di B. (1914), il concorso urbanistico degli anni 1928-32 e la creazione di un ufficio urbanistico (1939). L'annessione di Bümpliz (1919) aumentò la superficie abitativa del com., che potenziò i mezzi di trasporto. La volontà degli urbanisti di allora di sfoltire i nuclei urbani troppo popolati, di separare le funzioni, di favorire una crescita in orizzontale fra il verde, di creare quartieri di case monofam. e edifici plurifam. in linea portò a uno spostamento della pop. verso la periferia; la cooperativa di ferrovieri Weissenstein (dal 1919), il nuovo quartiere di Bethlehemacker (dal 1943) o il Wylergut (dal 1944), realizzato da una cooperativa del personale pubblico, furono i risultati pratici di queste nuove teorie. Nel complesso l'edilizia promossa dallo Stato diede un contributo fondamentale all'integrazione della classe operaia nella società borghese urbana.

L'aerodromo di Berna-Belp. Fotografia, 1935 ca. (Archiv Rolf Ellwanger).
L'aerodromo di Berna-Belp. Fotografia, 1935 ca. (Archiv Rolf Ellwanger). […]

L'alta congiuntura degli anni 1950-74 ebbe notevoli effetti sullo sviluppo e sull'aspetto della città. La tendenza all'esodo dal centro storico si rafforzò, favorita dalla motorizzazione privata (6162 auto nel 1950, 46'608 nel 1985); i principi urbanistici del periodo interbellico vennero applicati nei quartieri esterni in maniera più sistematica risp. alla maggior parte delle altre città. La presenza di vaste proprietà fondiarie compatte consentì pianificazioni complessive all'insegna dei canoni moderni (sviluppo in verticale, case con prospetti vetrati e circondate da molto verde), come dimostra ad esempio il quartiere Tscharnergut (dal 1958). Per creare una città "a misura d'auto" e adattarsi al progetto delle strade nazionali, che si prefiggeva di collegare attraverso le autostrade i diversi centri urbani, vennero costruite ampie arterie come la tangenziale est (1973) e relegati sotto terra i passaggi pedonali (piazza Bubenberg, 1976); la strada a scorrimento veloce prevista fino in centro restò invece un semplice progetto. La circonvallazione della città fu completata nel 1977 con l'apertura del tratto della A12 Forsthaus-Wangen. Il piano generale del traffico elaborato da B. nel 1983 cerca di tenere presente sia il pendolarismo, in crescita con l'esodo verso i com. dell'agglomerato (58% di pendolari in entrata nel 1990), sia l'aumento dei ciclisti; tale piano prevede un incanalamento della circolazione effettiva su pochi assi principali, una riduzione del traffico privato e un potenziamento di quello pubblico. L'opposizione ai grandi progetti immobiliari aumentò negli anni 1970-80 (l'ultimo grande complesso edilizio costruito è stato il quartiere periferico Holenacker nel 1985); negli anni 1980-90, inoltre, si fece largo l'esigenza di uno sviluppo qualitativo rispettoso dell'ambiente. Il piano zonale (1975) e il regolamento edilizio (1979) vennero completati dal piano sulle categorie edilizie del 1987 che, rispecchiando l'evoluzione dell'opinione pubblica, consente una riorganizzazione prudente della città, preservando le strutture e i caratteri dei quartieri esistenti.

Imbocco dell'autostrada e della linea ferroviaria Losanna-Friburgo-Berna, a ovest della città. Fotografia aerea, fine anni 1980-1990 (ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv, Bestand Comet Photo AG).
Imbocco dell'autostrada e della linea ferroviaria Losanna-Friburgo-Berna, a ovest della città. Fotografia aerea, fine anni 1980-1990 (ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv, Bestand Comet Photo AG). […]

La struttura economica di B. si è modificata secondo il modello evolutivo generale, che vuole il settore terziario svilupparsi ai danni del secondario. Benché l'amministrazione pubblica (com., cant. e fed.) abbia avuto un peso maggiore che in altre città, essa non ha mai messo a disposizione più del 10% dei posti di lavoro. Lo spostamento dei residenti ha portato a un rapporto sempre più sfavorevole fra spazio abitativo e posti di lavoro; nel 1985 solo il 52% delle superfici disponibili era occupato da alloggi. Dal 1950 al 1990 la pop. attiva residente in città è rimasta costante (poco più di 70'000 persone), mentre i pendolari in entrata sono saliti da 13'700 a 77'100.

La crescita accelerata che ha preceduto la grande crisi strutturale del 1973 non ha favorito tutti allo stesso modo, ha distrutto in poco tempo spazi e reti di riferimento fam., e provocato disordini e proteste anche a B. Né la rivolta del 1968 né il movimento giovanile degli anni 1980-90 sono riusciti a imporsi; nonostante la scarsa chiarezza dei loro obiettivi, essi hanno contribuito a far sì che oggi ci si interroghi sul senso della crescita e della qualità della vita nelle città.

Distribuzione dell'impiego nel comune di Berna 1856-1990

 18561888191019801990
 Domicilioa%Domicilio%Domicilio%Domicilio%Luogo di lavorob%Luogo di lavoro%
Persone attive11'601100,019'569100,038'552100,071'416100,0123'865100,0133'479100,0
Settore primario1'19310,37513,86761,85320,79690,85700,4
Settore secondario3'74832,38'75044,717'27744,819'67527,632'27326,124'01118,0
Settore terziario6'65057,410'06851,520'59953,451'20971,790'62373,1106'10379,5
di cui personale di servizio4'10035,33'32417,04'14110,74870,75600,53160,2
di cui amministrazione pubblica7426,47573,91'8304,77'58810,615'40912,415'98712,0

a Persone attive domiciliate a Berna.

b Persone attive con luogo di lavoro a Berna.

Distribuzione dell'impiego nel comune di Berna 1856-1990 - Bernhist, Historisch-Statistische Datenbank des Kantons Bern, 1984-2006; Ufficio federale di statistica

Vita religiosa e culturale

Dal 1799 esiste a B. una parrocchia catt., le cui funzioni religiose si svolsero dapprima nella cattedrale e poi (dal 1804) nella chiesa franc. (antica chiesa dei domenicani). La chiesa dei SS. Pietro e Paolo fu il primo edificio catt. di B. consacrato dopo la Riforma (1864). Nel 1875, all'epoca del Kulturkampf, essa venne assegnata ai catt.-cristiani, il cui vescovo risiede a B. dal 1876, mentre i catt.-romani dovettero attendere la loro chiesa, quella della Trinità, fino al 1899. Oggi la città conta 12 comunità evangeliche rif., otto parrocchie catt.-romane e una catt.-cristiana. Oltre alle tre Chiese nazionali vi sono altre comunità religiose: la comunità ebraica, fondata nel 1848, ricevette l'autorizzazione per costruire una sinagoga nel 1906; dal 1979 esiste un centro islamico. Dal 1915 B. ospita la sede nazionale dell'Esercito della salvezza per la Svizzera, l'Austria e l'Ungheria.

La Costituzione liberale del 1831 abolì tutte le barriere legali concernenti determinati gruppi sociali. Il nuovo Stato borghese, fondato sulla sovranità del popolo, cercò di preparare il cittadino alle sue nuove responsabilità pubbliche professionalizzando la sfera scolastica; dai corsi per classi maschili e femminili (Knaben- und Mädchenlehren) del XVIII sec. si passò alle scuole com. (Einwohnerschule) e alle scuole primarie. Alla formazione professionale dei docenti provvidero l'ist. magistrale per istitutrici della scuola com. femminile (1841), la nuova scuola femminile (1851) e l'ist. magistrale privato di Muristalden (1863). L'istruzione delle nuove élite economiche e politiche venne affidata al liceo (1834), trasformato in scuola cant. nel 1856, e alla scuola industriale (1835), in cui prevalevano le materie tecnico-scientifiche. Sul piano della formazione B., capitale cant. e fed. (dal 1848), divenne un centro di importanza sovrarregionale, non solo per la presenza dell'Univ. (1834), ma anche per quella di altri ist. come la scuola civica dell'artigianato (1828), divenuta scuola di arti applicate (1900) dopo la fusione con la scuola d'arte, la scuola di musica che, creata nel 1858 dalla Soc. di musica di B. (1815), diede poi origine al Conservatorio (dal 1927 con annessa scuola professionale), la scuola di commercio, derivata dal liceo cittadino nel 1880, gli atelier di apprendistato della città di B. (1888) e diverse scuole legate alle professioni infermieristiche e tecnico-sanitarie.

Le idee della borghesia illuminata in materia di cultura, orientate a una diffusa istruzione popolare, portarono alla nascita di vari musei e biblioteche: il Museo cant. di arti e mestieri nel vecchio granaio (Kornhaus), aperto nel 1868, il Kunstmuseum (1879), il Museo storico (1893, in origine concepito come museo nazionale), il Museo della comunicazione, il Museo sviz. dei tiratori, il Museo alpino sviz., il Museo di scienze naturali e altri ancora. B. ospita la Biblioteca nazionale (creata nel 1895) dagli anni 1920-30, con l'annesso Archivio sviz. di letteratura (1990); nel 1903 la vecchia biblioteca cittadina divenne Biblioteca della città e dell'Univ.

"Vendita a favore dell'Associazione orchestrale di Berna nelle sale del Casino". Manifesto realizzato nel 1918 da Karl Hänny (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
"Vendita a favore dell'Associazione orchestrale di Berna nelle sale del Casino". Manifesto realizzato nel 1918 da Karl Hänny (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto per una mostra alla Kunsthalle nel 2001, realizzato da Pierre Neumann (Collezione privata).
Manifesto per una mostra alla Kunsthalle nel 2001, realizzato da Pierre Neumann (Collezione privata).

Sul piano culturale B. fu considerata per molto tempo luogo dal terreno poco fertile. L'Hôtel de musique (1770), sala ideale per concerti e teatri, veniva utilizzato soprattutto per ricevimenti e balli dell'alta società. Nel XIX sec. le rivalità fra il vecchio patriziato e le nuove forze elette democraticamente inibirono una cultura innovativa; la società borghese trovò le proprie forme di espressione culturale spec. in fanfare (Musica cittadina, 1816), ass. corali (Liedertafel, 1845; Ass. di S. Cecilia, 1862) e teatri amatoriali (Dörfli-Theater, 1914, poi Berner Heimatschutztheater). Le istituzioni culturali professionalizzate e istituzionalizzate (Kunstmuseum, Stadttheater dal 1903, Kunsthalle dal 1918) erano considerate elitarie; l'Ass. orchestrale (1877) cercò di contrastare il fenomeno con concerti popolari, ottenendo però scarsi risultati.

Annuncio di un concerto jazz, apparso nel 1939 nel Bärenspiegel (Universitätsbibliothek Bern).
Annuncio di un concerto jazz, apparso nel 1939 nel Bärenspiegel (Universitätsbibliothek Bern).

Nuove sonorità musicali giunsero a B. con la locale Alice Jazz Band (1920), che fu tra le prime formazioni jazzistiche in Svizzera; per decenni, tuttavia, questa musica venne drasticamente rifiutata dal sistema culturale: nel 1934 un critico del Bund definì "incubo spaventoso" un'esibizione di Louis Armstrong al Casino. Negli anni 1940-50 due locali di jazz (Chikito e Perroquet) riuscirono ad attirare migliaia di entusiasti; ciononostante, ancora negli anni 1960-70 il dixie-sound tradizionale dei complessi bernesi The Wolverines e Longstreet Jazzband suscitò apprensione e irritazione; l'affermazione definitiva del jazz a B. risale solo al 1976 (festival intern.).

Dopo la seconda guerra mondiale una nuova forma di arte affiorò letteralmente dalle cantine del nucleo storico, trasformate in ambienti espositivi, punti d'incontro e cabaret. Nel 1949 Josef Diethelm aprì il Theater der Untern Stadt, luogo di recitazione per attori disoccupati e campo di sperimentazione per giovani autori sviz.; l'Atelier-Theater (1959-96) ebbe, almeno agli inizi, carattere innovatore. Caratteristici del cabaret cittadino bernese divennero soprattutto i Berner Trouvères e i Berner Troubadours, con la loro figura-simbolo Mani Matter; la canzone d'autore bernese creata dai due gruppi ha ispirato anche complessi rock come Rumpelstilz (Polo Hofer), Züri West o Patent Ochsner, che grazie alle loro canzoni in dialetto sono diventati famosi ben oltre i confini regionali. Se durante gli anni 1960-80 fiorirono i piccoli teatri, il movimento giovanile degli anni 1980-90 voltò le spalle a queste forme espressive; al loro posto sorsero centri culturali alternativi nel vecchio maneggio coperto cittadino e nella vecchia centrale a vapore di Marzili.

Manifesto della campagna di promozione turistica della capitale, 1970 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto della campagna di promozione turistica della capitale, 1970 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
«Berna, città federale, centro di acquisti e di escursioni». Manifesto turistico, 1974 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
«Berna, città federale, centro di acquisti e di escursioni». Manifesto turistico, 1974 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).

Attorno al 1850 la stampa bernese era strettamente legata agli schieramenti politici. Nel 1848, nella sola capitale fed., venivano pubblicati otto giornali, che per la maggior parte ebbero vita breve: la prima Berner Zeitung (1845-94), vicina ai radicali, lo Schweizer Beobachter (1833-50), inizialmente liberale e dal 1845 conservatore, e La Suisse (1846-60), stampata dalla tipografia Stämpfli. Il Tagwacht (1892), originariamente socialista, stentò in seguito a liberarsi della sua immagine di giornale di partito; le pubblicazioni vennero sospese nel 1998. Der Bund (1850), un tempo vicino ai liberali, e la nuova Berner Zeitung, sorta da diverse fusioni fra cui quella con il Berner Tagblatt (giornale conservatore del 1888), sono divenuti organi aperti al dialogo e al dibattito pubblico. Stretti rapporti con le case editrici dei due quotidiani hanno le radio locali ExtraBern e Förderband, attive dagli anni 1980-90.

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Suggerimento di citazione

Anne-Marie Dubler; Hans Grütter; Urs Martin Zahnd; Beat Junker; Bruno Fritzsche; Alfred Kuert: "Berna (comune)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 10.11.2016(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/000209/2016-11-10/, consultato il 19.03.2024.