Com. TI, distr. Leventina. Comprende le località della val B. (1210: Bedoledo), che occupa la parte superiore del corso del Ticino, dal passo della Novena ad Airolo: Ronco, Bedretto (1402 m), Villa (sede del com.) e Ossasco; il primo villaggio allo sbocco della valle, Fontana, è frazione del com. di Airolo. Pop: 38 fuochi nel 1567, 293 ab. nel 1745, 594 nel 1798, 388 nel 1850, 257 nel 1900, 275 nel 1930, 213 nel 1950, 72 nel 2000, 64 nel 2010.
Sono state scoperte tombe preromane a Villa nel 1906 e monete romane a B. Non è stata accertata la presunta primitiva unione con Airolo: dai più antichi documenti B. risulta sempre autonomo. Già nel 1227, in occasione della spartizione generale degli alpi del com. di Leventina, B. formava vicinanza a sé, ma fu l'unica a non ricevere alpeggi per sé sola. Sempre nel 1227 B. costituiva una parrocchia autonoma; l'attuale chiesa parrocchiale dei SS. Martiri Maccabei a Villa, già rifatta dopo la valanga del 1594, risale alla fine del XIX sec.
L'ospizio di All'Acqua (1614 m) era il punto di partenza per due valichi ben noti: la Novena, che porta a Ulrichen nell'alto Vallese, e il San Giacomo, che conduce nella valle it. della Formazza o Pomat. Sul San Giacomo esisteva l'ospizio di Valdolgia o di S. Nicolao, altro punto d'appoggio per gli antichi somieri. I due versanti della valle B., in generale molto ripidi, sono percorsi dalle valanghe, frequenti e talvolta di grosse dimensioni, come quella che nel 1863 semidistrusse la frazione di B. facendo 29 vittime e quella di Ossasco che nel 1749 fece 13 morti. Ogni tanto d'inverno la valle è sbarrata e le comunicazioni tra gli stessi villaggi e con Airolo interrotte per qualche giorno; la situazione è tuttavia migliorata con la costruzione di ripari valangari. La strada carrozzabile Airolo-B. venne aperta nel 1924, prolungata fino a Ronco nel 1932 e attraverso il passo della Novena nel 1964. La valle è tuttora abbastanza isolata e priva di un collegamento permanente con il Vallese, essendo caduto un progetto ferroviario legato alla linea del Furka. Le magre risorse della valle (allevamento del bestiame, prodotti del latte, coltivazione di patate e segale) non bastavano al sostentamento degli ab., costretti a intraprendere le vie dell'emigrazione stagionale (marronai, camerieri e domestici, spec. verso l'Italia e la Francia) o definitiva. Cessata l'emigrazione stagionale dopo la fine della seconda guerra mondiale, lo spopolamento si è accentuato. Il forte calo dei residenti è compensato nei mesi estivi dal ritorno di persone originarie della valle e dall'afflusso di turisti e villeggianti.