Veduta di uno dei porti della città. Particolare di un acquerello diRocco Torricelli,1799 (Museo d'arte della Svizzera italiana, Lugano, Collezione Città di Lugano).
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Autrice/Autore:
Giuseppe Negro
Comune TI, capoluogo del distretto omonimo; (804: Luanasco; 874: Luano; 1189: Lugano; antico nome ted.: Lowens, Lauis o Lauwis). Il com., che si estende su una superficie di quasi 70 km2, comprende accanto al borgo poi città di L. diverse frazioni, ex com. incorporati successivamente a L.: nel 1972 Brè-Aldesago e Castagnola, nel 2004 Breganzona, Cureggia, Davesco-Soragno, Gandria, Pambio-Noranco, Pazzallo, Pregassona e Viganello, nel 2008 Barbengo, Carabbia e Villa Luganese ("Nuova" o "Grande L."), nel 2013 Bogno, Cadro, Carona, Certara, Cimadera, Sonvico e Valcolla; ad esse si aggiungono le frazioni-quartieri di Besso, Cassarate, Centro, Loreto e Molino Nuovo. La città di L. sorge lungo le sponde del ramo maggiore del lago omonimo; il nucleo principale è posto sulla sponda occidentale, con una disposizione a semicerchio intorno al golfo e profonde propaggini verso nord (lungo il corso del fiume Cassarate) e verso est (in direzione del monte Brè, la cui vetta è a 925 m). Capitale del cant. di L. dal 1798 al 1803, dal 1814 al 1878 è stata con Bellinzona e Locarno, in rotazione (ogni sei anni) capitale cant. L. è all'inizio del XXI sec. il centro del principale agglomerato del cant. (oltre 100'000 ab., pari a ca. il 40% della pop. totale cant.); di grande rilevanza regionale e transfrontaliera, vi hanno sede importanti strutture amministrative, economiche, sanitarie, culturali ed ecclesiastiche (diocesi di L.).
Alcuni reperti archeologici attestano la presenza a partire dal Neolitico di insediamenti attorno al lago di L. Nell'attuale territorio com. di L. sono state rinvenute pietre cuppelliformi in particolare a Breganzona, Castagnola, Davesco e Gandria e in località della cintura urbana vestigia dell'età del Rame (in via Maderno un resto di legno allo stato subfossile) e del Ferro; in particolare, sono state portate alla luce stele con iscrizioni nord etrusche a Davesco-Soragno (V-II sec. a.C.), Pregassona (III-II sec. a.C.) e Viganello (III-II sec. a.C.), tombe a cremazione o a inumazione ad Aldesago, Davesco, Pazzallo e Pregassona, nonché monete celtiche a Viganello. I ritrovamenti sono invece meno numerosi per quanto riguarda il borgo di L.; alcune monete, tra cui uno statere macedone, furono trovate nel 1859 durante scavi nel centro cittadino (piazza Riforma). La scarsità di reperti non impedisce comunque di situare l'attuale territorio luganese nell'area di insediamento dei Leponti. I ritrovamenti di età romana riguardano iscrizioni (ossario in via Pestalozzi, cattedrale di S. Lorenzo), alcune deposizioni a cremazione o a inumazione a L., inumazioni a Castagnola, una dozzina di sepolture miste a Brè, una sepoltura non meglio precisata a Breganzona (Crespera), monete a Viganello. La presenza romana attorno al lago di L., databile dal I sec. a.C., ha dato vita nei territori a nord del lago ad almeno un centro di particolare importanza, Bioggio.
Medioevo
Autrice/Autore:
Giuseppe Negro
La prima fonte scritta di un insediamento a L. è costituita dalla donazione (di dubbia autenticità) con cui il re longobardo Liutprando cedeva (724) diversi beni posti a L. alla chiesa di S. Carpoforo a Como. Documenti dell'804 e dell'844 si riferiscono a un Laco Luanasco; un atto del 984 indica L. come sede di un mercato. Gli scavi condotti negli anni 1980-90 nella chiesa di S. Rocco hanno mostrato grazie all'analisi stratigrafica una continuità di insediamenti a partire dal VI-VII sec. Ad analoghe conclusioni si è pervenuti con gli scavi coevi nel quartiere Maghetti, dove sono stati rinvenuti elementi appartenuti probabilmente a un manso o a una villa rustica del V-VI sec., su cui si sono sovrapposti insediamenti successivi, fino ai primi anni del XVI sec.
Durante l'alto ME il borgo seguì le sorti politiche delle regioni circostanti, passando dal dominio romano a quello ostrogoto e poi bizantino. Tra il 569 e il 572 l'occupazione longobarda assegnò L. e le terre circostanti alla judiciaria del Seprio; il borgo divenne sede di uno sculdascio e fu occupato da un presidio, inserendosi nella linea difensiva a sbarramento dei valichi alpini. Sul territorio si stanziarono diverse fare, con formazione di vaste proprietà terriere in cui venne impiegata manodopera servile o semilibera. Con la conquista franca del regno longobardo (774), L. divenne probabilmente corte regia, e dopo la divisione dell'Impero carolingio entrò a far parte (fine IX sec.) del regno italico di Berengario, durante il quale si verificò il trasferimento di ampi diritti nelle mani del vescovo di Como. Quest'ultimo avrebbe acquisito - o usurpato - progressivamente diverse prerogative, costituendo su L. la propria signoria e ottenendo nel 1055 dall'imperatore Enrico III un diploma (di incerta interpretazione) che ne riconosceva gli ampi poteri sull'intera pieve.
La guerra decennale (1118-27) e i successivi scontri che contrapposero Como a Milano per il controllo delle vie commerciali tra la regione dei laghi e i passi alpini coinvolsero anche L. e la sua valle, dove ampio era stato, già dal IX sec., il fenomeno di incastellamento. Nel XII sec. L. tentò di sottrarsi ripetutamente al dominio di Como, affermandosi per un breve periodo come com. indipendente. Nel 1198 il borgo era retto da quattro consoli, a capo delle quattro contrade che già allora costituivano L., ma nel 1222 dovette accettare la presenza di un podestà comasco e la riduzione della propria autonomia. Como concesse al borgo alcuni privilegi, come il diritto di riscuotere diverse imposte, e l'esenzione dalla manutenzione delle strade al di fuori del territorio com., privilegi che furono riconfermati nel 1381 e nel 1391.
Con lo sviluppo delle lotte feudali tra guelfi e ghibellini e la ripresa dei contrasti tra Como e Milano, L. fu per il XIV-XV sec. terreno di scontro tra fam. di opposta fazione. Rimasta a lungo sotto il controllo dei Rusca (che nel 1286 vi ultimarono la costruzione del castello), L. si affrancò dal dominio di Como dopo l'assoggettamento di quest'ultima ai Visconti (1335). Nello stesso periodo si costituì una più stretta unione tra il borgo e la valle: documenti del 1405-06 attestano la presenza di una comunitas Lugani et vallis, nuovo organismo statale (voluto dai Rusca di Como) che raggruppava le quattro pievi di L., Agno, Riva San Vitale e Capriasca, ormai senza alcuna dipendenza da Como. Nel 1416 Filippo Maria Visconti, duca di Milano, sottomise tutta la regione del Luganese, concedendo ai Rusca in feudo la comunità di L. e valle; l'anno successivo L. ebbe i primi statuti, derivati da quelli comaschi ma attestanti una completa autonomia del borgo.
Tra il 1433 e il 1438 il duca di Milano concesse in feudo il Luganese ad Aloisio Sanseverino (compensando i Rusca con il possesso di Locarno); il dominio dei suoi eredi, nei decenni successivi, provocò ribellioni e disordini che perdurarono fino all'arrivo dei Francesi (1499).
Nel XV sec. si delineò la struttura politico-amministrativa del borgo: due Consigli di 24 e otto membri (con rappresentanti delle diverse contrade) si occupavano dell'amministrazione. Nel 1448 l'assemblea dei vicini stabilì che solo i membri dell'assemblea e i loro eredi avrebbero avuto il godimento dei privilegi e delle entrate del borgo; nel 1467 queste decisioni furono in parte modificate, concedendo agli immigrati dopo il 1449 il diritto di essere "vicini", ma riservando agli "antichi vicini" le entrate particolari. L'autorità del duca o dei suoi vassalli era rappresentata - nel borgo e in tutta la valle - da un capitano, con poteri in materia di amministrazione, di fisco, di giustizia criminale e civile (questa talora delegata a un vicario); contro il suo operato era previsto il diritto di appello al Senato di Milano. Sede di mercato dal IX sec., L. già nel ME era un importante crocevia commerciale; dal XIII sec. è attestata la produzione di panni, dal XIV sec. una fonderia di campane.
Epoca moderna
Autrice/Autore:
Giuseppe Negro
Con l'inizio del XVI sec. L. venne coinvolta nelle guerre tra Conf., Francesi e Stati it. per il controllo della Lombardia (guerre d' Italia). I Conf., dopo diversi tentativi falliti, occuparono stabilmente L. nel 1512, ottenendo dal duca Massimiliano Sforza il riconoscimento della conquista del borgo e della valle. Agli inizi del 1513 gli ultimi contingenti franc. abbandonarono L.; con la sottomissione ai 12 cant. sviz., L. vide riconosciuti gli statuti e i privilegi che aveva acquisito in precedenza. Durante i tre sec. del dominio sviz., a L. avevano sede il balivo (o landfogto, capitano reggente), rappresentante del potere sovrano, il carnefice (per tutti i baliaggi); i cant. sovrani vi inviavano annualmente i sindacatori, che verificavano l'operato del balivo e assumevano il ruolo di corte d'appello. Dal 1589 la città era governata dal Consiglio del borgo, o Consiglio dei 36 (nove deputati per le quattro contrade o quartieri Nassa, Canova, Verla e Cioccaro) e dal più ristretto Consiglio dei 12 (tre membri per ognuno dei quattro quartieri), cui competeva l'elezione di due dei sette reggenti del Consiglio della comunità (dal 1693). La partecipazione ai Consigli era riservata ai "vicini", restando esclusi i membri dei "cittadini antichi" (giunti dopo il 1467) e degli "avventizi". Le entrate del borgo erano garantite dall'affitto di beni immobili, dall'appalto di numerose tasse e dalla riscossione di diverse imposte.
Il dominio dei 12 cant. garantì al borgo un lungo periodo di pace, ma non evitò numerosi contrasti di natura politica e sociale. Nel XVII sec. i "cittadini" e gli "avventizi", ad esempio, protestarono ripetutamente contro una ripartizione delle imposte, che avvantaggiava unicamente i "vicini". Nel 1787 le fam. più facoltose accettarono di dividere più equamente le entrate del borgo con quelle più povere, che a lungo ne erano state escluse.
Prima pagina della Gazzetta di Lugano del 19.2.1798 (Archivio di Stato del Cantone Ticino, Bellinzona; fotografia Roberto Pellegrini, Locarno.[…]
Con la nascita della Repubblica Cisalpina (1797), gruppi di Luganesi sensibili alle idee illuministe ("patrioti") manifestarono la loro simpatia per l'indipendenza del baliaggio e l'annessione alla Cisalpina. In reazione a ciò, fu costituito il Corpo dei volontari di L., una guardia civica per la difesa del borgo sostenuta dai cant. All'alba del 15.2.1798 un gruppo di "patrioti" tentò di impadronirsi di L. ma venne respinto dai volontari; né il balivo né i commissari sviz. furono tuttavia in grado di opporsi alle successive richieste di libertà e indipendenza da parte dei Luganesi. Data l'impossibilità di realizzare una repubblica indipendente, anche per l'opposizione della pop. rurale, per L. fu però inevitabile l'integrazione nella Repubblica elvetica. Con l'entrata in vigore della Costituzione elvetica (12.4.1798), il borgo divenne il capoluogo del cant. di L., dove tuttavia perdurarono i contrasti interni. Solo l'Atto di mediazione del 1803 pose fine alle turbolenze politiche, legate anche agli scontri tra unitari e federalisti.
L. è da tempi remoti un importante centro religioso, che dipese dalla diocesi di Como fino all'istituzione dell'Amministrazione apostolica del cant. Ticino (1884/88-1971, in seguito diocesi di L.). La chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, attestata dall'818 (collegiata dal 1078 e cattedrale dal 1888), fu completamente rinnovata tra il 1905 e il 1910. Alla presenza degli umiliati si deve la nascita verso il 1250 del convento femminile di S. Caterina (soppresso nel 1848) e del convento e della chiesa di S. Antonio Abate, fondata nella prima metà del XIII sec. e ricostruita nel 1633-52. Dopo la soppressione dell'ordine (1571), il convento di S. Antonio passò ai padri somaschi, che vi istituirono un collegio. Con la secolarizzazione dell'insegnamento superiore (1852), gli edifici ospitarono il liceo cant. fino al 1897, quando furono acquistati dalla Conf. per costruirvi un nuovo palazzo postale. Verso la fine del XII sec. gli umiliati fondarono anche la chiesa di S. Maria (S. Maria Incoronata dal 1628) e l'ospedale adiacente; entrambi furono demoliti nel 1914-16. Il convento di S. Francesco, con la chiesa annessa, fu fondato nel 1230, soppresso nel 1812 e demolito nel 1892. La chiesa di S. Rocco fu costruita nel XVI sec. (consacrazione nel 1602) su un preesistente edificio (restauri dal 1985 e nel 2001-04). Edificata a partire dal 1499 (restauri tra il 1922 e il 1930), la chiesa di S. Maria degli Angeli ospita il più celebre affresco rinascimentale della Svizzera (Crocifissione realizzata nel 1529 da Bernardino Luini).
Dal XVII sec. una nuova fase di attività edilizia comportò la costruzione di numerosi altri edifici religiosi: tra questi, la chiesa di S. Giuseppe, eretta nel 1758-59 a fianco del monastero delle suore cappuccine (fondato nel 1747), comprendeva una scuola per ragazze (chiusa nel 1986). Fondato nel 1646, il convento della SS. Trinità ospita dal 1653 i frati cappuccini. La chiesa annessa è stata ristrutturata nel 1979-83 da Mario Botta, che nel 1976-79 restaurò anche la biblioteca Salita dei Frati, situata in un'ala del convento. Nel 1901 venne inaugurata la chiesa della comunità rif.
In epoca moderna, l'economia di L. fu basata su una vasta gamma di attività artigianali, sulla produzione manifatturiera e sul commercio, locale e con la Lombardia e la Svizzera ted. Tra le attività produttive, ebbero particolare rilievo le manifatture laniere fondate e dirette da importanti fam. di mercanti come i Welser, di origine ted., e i Fleckenstein, lucernesi. Attive nella prima metà del XVI sec., esse trassero beneficio dalle guerre per il controllo del ducato di Milano; con il ritorno alla pace, la ripresa della concorrenza lombarda pose però fine alla loro attività. La produzione serica, attestata dal 1644, conobbe un notevole sviluppo nel XVIII sec., quando assunse una certa importanza anche la lavorazione dei metalli (ramari); almeno dal 1749 esistette anche una fabbrica di tabacco. Per il commercio, ebbe notevole rilevanza la fiera del bestiame (in ottobre), che i 12 cant. concessero nel 1513; vi affluivano capi provenienti soprattutto dalla Svizzera centrale e orientale e dall'Austria e destinati all'Italia settentrionale. L. si procurava inoltre i beni per cui non risultava autosufficiente (cereali, sale e talvolta carne) in Lombardia, verso la quale esportava un'ampia offerta di prodotti (tra cui quelli prodotti in loco); diffuso fu anche il commercio di contrabbando. La vocazione commerciale di L. dal XVII sec. favorì l'arrivo nel borgo di numerosi imprenditori stranieri, in particolare lombardi, attirati anche dai moderati livelli dell'imposizione fiscale, e dal fatto che il territorio luganese era al riparo dai rischi di devastazioni belliche.
XIX e XX secolo
Autrice/Autore:
Giuseppe Negro
In seguito alla costituzione del com. politico (1803), fu necessario definire le condizioni di accesso al com. patriziale e la suddivisione delle prerogative tra i due enti (convenzioni del 1804 e 1810). Nella seconda metà del XIX sec. il patriziato cedette diversi beni e diritti pecuniari al com. Già prefetto nazionale durante l'Elvetica, Francesco Capra fu il primo sindaco della città (1803-13). La Costituzione cant. del 1814 designò L. come capitale del cant., in alternanza con Bellinzona e Locarno sulla base di un turno sessennale: L. fu sede del governo nel 1827-33, 1845-51 e 1863-69. Nel XIX sec. il municipio fu sempre dominato dal partito liberale. Nel 1900 fu istituito il consiglio com. (50 membri, 60 dal 2004), dove poco più della metà dei seggi era detenuta dai liberali, seguiti, ma con forte distacco, dai conservatori e dai socialisti. Il municipio, che fino ad allora contava 11 membri, fu portato a cinque nel 1908 e a sette nel 2004. Anche nel XX sec. i liberali vi detennero la maggioranza assoluta, con poche interruzioni: oltre ai conservatori, hanno fatto parte dell'esecutivo cittadino i socialisti (1944-48, 1976-80 e dal 2000) e la Lega dei ticinesi (dal 1992).
La prima tipografia-libreria dei baliaggi it. fu aperta a L. dai fratelli Agnelli nel 1746, che pubblicò le Nuove di diverse corti e paesi (dal 1797 Gazzetta di Lugano). La tipografia Veladini (1805-1924, ora SA Arti Grafiche già Veladini), a lungo il principale editore del cant., pubblicò fogli periodici, testi normativi e libri di vario genere. L'editoria risorgimentale fu particolarmente sviluppata a L. con le stamperie Vanelli (1823-27), Ruggia (1823-42) e della Svizzera It. (1842-51). L'Osservatore del Ceresio fu fondato nel 1830 da Stefano Franscini e Pietro Peri.
La rivoluzione radicale del 1839; litografia tratta da un disegno diAntonio Soldati (Archivio di Stato del Cantone Ticino, Bellinzona).
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Dalla metà del XIX sec. al 1970 la città conobbe una crescita demografica continua, che risultò particolarmente intensa tra il 1880 e il 1910, quando la pop. crebbe più del doppio; parte di questo incremento fu dovuto all'arrivo di stranieri (18,7% della pop. residente nel 1870, 43,6% nel 1910) e di persone provenienti dalle altre aree linguistiche della Conf. (1,4% della pop. residente nel 1870, 6,9% nel 1910). Negli ultimi tre decenni del XX sec., malgrado la fusione (1972) di L. con i com. di Castagnola e Bré-Aldesago, la pop. diminuì leggermente, a causa della tendenza al trasferimento nei com. della cintura urbana. Con la creazione della Nuova L. nel 2004, il numero di ab. è raddoppiato (52'059 ab. nel 2006, di cui oltre un terzo stranieri).
Manifesto per il Grand Hôtel Métropole & Majestic, realizzato attorno al 1920 daOtto Ernst (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).
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Dall'inizio del XIX sec., la struttura tradizionale del borgo subì mutamenti profondi. La costruzione di palazzi signorili dal 1830 fu seguita dall'espansione dell'edilizia verso la collina, verso il Cassarate, verso Molino Nuovo e in direzione di Paradiso e di Castagnola; nel 1843-44 il palazzo vescovile (edificato nel 1346) lasciò il posto al palazzo civico, che fu sede del governo cant. (1845-51, 1863-69) e che dal 1890 ospita il municipio. La sistemazione del lungolago, realizzata in più tappe, venne compiuta tra gli anni 1860-70 e 1900-10. Nei primi decenni del XIX sec. vennero costruite le strade cant. che collegarono L. a Bellinzona (1808-12), Ponte Tresa (1808-20) e Chiasso (1810-16); la navigazione a vapore sul lago di L., che ebbe inizio nel 1848, fu garantita in maniera continuativa dal 1856. La realizzazione del ponte-diga tra Melide e Bissone (1844-47) favorì l'asse Chiasso-L.-Bellinzona-San Gottardo a scapito dei collegamenti nord-sud lungo il lago Maggiore. Tale tendenza si rafforzò ulteriormente con il completamento della linea ferroviaria del San Gottardo (1882), che pose la stazione ferroviaria di L. (1874-77) lungo uno dei principali collegamenti tra l'Italia settentrionale e l'Europa centro-settentrionale, ciò che diede un contributo determinante allo sviluppo del turismo e piu in generale del settore terziario.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico cittadino e regionale, funzionale anche all'offerta turistica, ebbero particolare rilievo l'entrata in funzione delle funicolari L.-stazione (1886), del San Salvatore (1890), del monte Brè (1912) e degli Angeli (1913, chiusa nel 1987), l'inaugurazione della linea tranviaria (1896) e la messa in servizio delle ferrovie regionali verso Tesserete (1909, chiusa nel 1967), Cadro-Dino (1911, chiusa nel 1970) e Ponte Tresa (1912). Sul piano infrastrutturale, l'officina del gas entrò in servizio nel 1864 (poi municipalizzata nel 1899); la distribuzione di energia elettrica prese avvio nel 1890, mentre l'acquedotto divenne operativo nel 1895.
Il miglioramento dei trasporti fu all'origine di una forte crescita del settore turistico e della costruzione di numerosi alberghi. Il primo tra i grand hôtel fu il Du Parc (poi, dopo opere di ampliamento e ristrutturazione, Grand Hôtel Palace dal 1904), nato su iniziativa dei fratelli Ciani nel 1855 dalla trasformazione del convento di S. Maria degli Angeli. Tra il 1880 e il 1906, il numero di letti quintuplicò; tra i proprietari degli alberghi, Tedeschi e Svizzeroted. risultavano largamente maggioritari.
La lavorazione della seta conobbe un forte sviluppo tra la metà del XIX sec. e gli anni 1880-90, ma in seguito declinò rapidamente. Il principale stabilimento cittadino fu la filanda Lucchini (1854-98), che occupò fino a 500 persone. Tra la metà del XIX sec. fino alla crisi economica mondiale assunse importanza anche la fabbricazione di mobili; altri settori di una certa rilevanza furono la produzione di cioccolato (Compagnie suisse pour la fabrication des chocolats et cacaos, poi acquisita dalla Tobler, 1894-1926; Chocolat Stella, attiva a L. dal 1922 al 1988) e la lavorazione del tabacco. Dalla fine del XIX sec. la città accentuò ulteriormente il suo orientamento verso le attività terziarie; il primo ist. bancario nato a L. fu la Banca della Svizzera Italiana (BSI), fondata nel 1873.
Sviluppo dell’area urbana centrale di Lugano 1850-2000
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La trasformazione della struttura urbana continuò anche nel XX sec., con lo sventramento del quartiere di Cortogna (1910-14), ampie ristrutturazioni nelle contrade di Canova e Cioccaro, e la demolizione integrale del quartiere di Sassello (1939-42). Esempi di edilizia popolare furono le case per operai costruite nel quartiere Maghetti (1904-09), che dagli anni 1980-90 ha assunto un carattere prevalentemente commerciale, e ai margini del Cassarate. A cavallo del 1900 risalgono l'inaugurazione del teatro Kursaal (1897, dal 2002 sede del casinò di L.) e la costruzione dell'ospedale it. (1899) e del palazzo degli studi (1903-04), nuova sede del liceo cant. Il nuovo ospedale civico (oggi sede dell'Univ. della Svizzera it.), che prese il posto del vecchio ospedale di S. Maria, aprì i battenti nel 1909. Per migliorare la viabilità tra la parte alta della città e il centro, nel 1926 venne aperto il tunnel di Besso. Il lido di L. (1928) e gli studi della Radio della Svizzera it. (1933, poi trasferiti a Besso all'inizio degli anni 1960-70) sorsero nell'area del Campo Marzio, dove dal 1933 al 1953 si tenne la fiera di L. (dal 1963 fiera d'autunno Artecasa). Tra le principali costruzioni della prima metà del XX sec. figurano anche il nuovo palazzo vescovile (1937-38), adiacente alla cattedrale di S. Lorenzo, e la biblioteca cant. (1940), progettata da Rino Tami. Nel 1928 L. ospitò anche una sessione di lavori della Soc. delle Nazioni.
Nella seconda metà del XX sec., il centro cittadino si è trasformato sempre più in zona riservata al commercio, ai servizi e alle attività finanziarie, ciò che ha favorito il processo di suburbanizzazione e lo sviluppo di un consistente pendolarismo e di ingenti flussi di traffico. Tra le realizzazioni più importanti di questo periodo figurano il palazzo dei congressi (1975) e la nuova sede dell'ospedale civico (1978); nel 1963 il com. acquistò i terreni su cui sorge l'aeroporto di L.-Agno, da cui dal 1980 transitano voli di linea. All'inizio del XXI sec. sono stati promossi nuovi importanti progetti che interessano la "Grande L.": tra questi, la galleria stradale Vedeggio-Cassarate, i cui lavori sono iniziati nel 2005 e che collegherà l'autostrada A2 con il quartiere di Cornaredo, la creazione di un nuovo polo culturale sul sedime dell'ex Grand Hôtel Palace e di un centro congressuale ed espositivo in zona Campo Marzio.
Nel secondo dopoguerra, e in particolare dagli anni 1960-70, grazie all'abbondante afflusso di capitali dalla vicina Italia L. conobbe una crescita esponenziale delle attività bancarie e parabancarie, ciò che rese la città la terza piazza finanziaria sviz. (più di 100 gli ist. bancari presenti a L.); commercio, turismo e finanza costituiscono l'asse portante dell'economia locale. Nel 2000, il settore terziario offriva nove decimi dei posti di lavoro a L., occupati per tre quarti da pendolari in entrata, tra cui numerosi frontalieri (13% della pop. attiva); sempre in quell'anno il gettito fiscale delle sole persone giur. raggiunse 104 milioni di frs., di cui 59 garantiti dalle banche. Grazie alla sua forza finanziaria, nell'ambito della perequazione finanziaria intercom. L. contribuisce notevolmente al fondo di livellamento.
A Lugano hanno anche sede una serie di importanti istituzioni culturali, tra cui il Museo cant. d'arte, il Museo civico di belle arti, il Museo d'arte moderna, la Galleria Gottardo, il Museo cant. di storia naturale, il Museo delle culture extraeuropee, il Museo doganale sviz. e la Fonoteca nazionale sviz. Nei mesi estivi, L. è teatro di manifestazioni musicali di grande richiamo come l'Estival Jazz (dal 1979) e il Blues to Bop (dal 1989). Sede dell'Univ. della Svizzera it. (insieme a Mendrisio) dal 1996, la città ospita la Facoltà di teol. di L. e il Conservatorio della Svizzera it., dal 2005 affiliato alla Scuola univ. professionale della Svizzera it. (SUPSI). Il municipio mise inoltre a disposizione Villa Negroni, acquistata nel 1976 e situata nel com. di Vezia, per la creazione, nel 1990, del Centro di studi bancari, nato su iniziativa dell'Ass. bancaria ticinese.
Giuseppe Negro: "Lugano (comune)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 22.12.2022. Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/002177/2022-12-22/, consultato il 14.10.2024.