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Montheycomune

Veduta da sud di Monthey con il vecchio ponte coperto sulla Vièze. Litografia del 1839 realizzata da Lorenz Justin Ritz (Musée d'histoire du Valais, Sion, IC-MV081_4) © Musée d'histoire du Valais, Sion; fotografia Jean-Marc Biner.
Veduta da sud di Monthey con il vecchio ponte coperto sulla Vièze. Litografia del 1839 realizzata da Lorenz Justin Ritz (Musée d'histoire du Valais, Sion, IC-MV081_4) © Musée d'histoire du Valais, Sion; fotografia Jean-Marc Biner. […]

Com. VS, capoluogo del distr. omonimo; (1215: Montez). Porta di accesso alla val d'Illiez e alla valle d'Abondance e polo urbano dello Chablais, il com. è situato sul cono di deiezione della Vièze, sulla sponda sinistra del Rodano, e comprende la città di M., le frazioni di Outrevièze e Choëx e alcune enclave nel com. di Collombey-Muraz. Pop: 182 fuochi nel 1329, 56 nel 1422; 1841 ab. nel 1850, 3392 nel 1900, 5608 nel 1950, 10'114 nel 1970, 13'933 nel 2000. A Marendeux sono stati rinvenuti resti di una villa dell'epoca augustea, abbandonata parzialmente nel IV sec. e poi completamente nel V sec. Il vecchio nucleo di M. era costituito da un castello, detto della Motte o Château-Vieux (del quale non è rimasta alcuna traccia), e dal suo borgo, ubicato sulla riva destra della Vièze. Sottoposto ai Savoia dal XII sec., M. fece parte della castellania (o mandement) omonima, nel baliaggio dello Chablais. Un visdomino e un maior sono menz. per la prima volta nel 1206. Dal 1349 gli ab. di M. furono colpiti dalla peste (1349-52 e 1422), da straripamenti della Vièze (1350 e 1378) e da incendi (1390 e 1525), calamità che portarono alla nascita di insediamenti al di fuori delle mura: Outre-Vièze sulla sponda destra del fiume, un altro abitato nei pressi della torre dei maior (1411) sulla riva sinistra, un terzo nel Crochetan (crocevia per Collombey-Saint-Maurice), di cui è conservata la cinta muraria risalente al XV sec., e un quarto lungo la strada per Troistorrents, vicino al castello dei de Montheolo (o de Montheys). Menz. nel 1437 (distrutto da un incendio nel 1606, trasformato nel 1663-64 e restaurato di recente), tale castello ospita attualmente l'amministrazione com. e il Museo del Vieux-M. (fondato nel 1938). Nel 1352 il conte Amedeo VI di Savoia concesse franchigie a M. I suoi cittadini, arricchitisi grazie ad attività economiche diversificate (varie colture, tra cui quelle del castagno e della vite, allevamento, mulini, concerie e tintorie sulle rive della Vièze) e a un fiorente commercio (mercato del mercoledì e fiera frequentata anche dagli ab. di Abondance), nel 1418 fondarono un ospedale, che prese il posto di una cappella dedicata a S. Antonio (1384). Più volte ricostruito, nel XIX sec. fu adibito a casa com.

In seguito alla conquista del Vallese savoiardo fino a Massongex (1475-76), M. ottenne l'indipendenza. Di fronte all'indebolimento della Savoia e alla minaccia bernese, nel 1536 il borgo fu costretto ad accettare la protezione delle decanie vallesane. M. divenne la sede del balivo (gouverneur) alto vallesano, eletto per un periodo di due anni, che dal 1547 risiedette nel castello dei de Montheolo. L'accettazione dei nuovi statuti delle decanie (1571) e la conferma da parte dei balivi (gouverneurs) delle consuetudini (coutumes) e di alcune funzioni (castellano, alfiere, maior) non ne evitò in alcuni casi la successiva soppressione (visdomini, maior); il castellano fu relegato al rango di giudice civile di grado inferiore. Dal XVI sec. il predominio del borgo di M. suscitò lo scontento delle altre località della castellania, e in particolare di Troistorrents. Nel 1787 il mandement di M. venne suddiviso in tre nuove castellanie.

Gli abusi dei balivi (gouverneurs) e l'influenza della Rivoluzione franc. furono all'origine del movimento di indipendenza, delle rivendicazioni del sindaco di M. Pierre Guillot e di Charles Emmanuel de Rivaz nonché del moto scatenato da Pierre-Maurice Rey-Bellet, detto il Gros-Bellet, nel settembre del 1790. Con l'occupazione e la repressione del 1791 da parte delle decanie, gli antagonismi si inasprirono ulteriormente. Nel gennaio del 1798 a M. venne innalzato un albero della libertà; sotto la Repubblica elvetica il borgo divenne capoluogo del nuovo distr. di M. L'occupazione franc. (1801-02) si rivelò pesante per la località, punita per il suo spirito di indipendenza. In seguito M. fu capoluogo della decania (1802-10) e, con il passaggio del Vallese sotto il dominio franc. (1810-15, Dip. del Sempione), del cant. omonimo. Durante la Restaurazione il com. adottò il sistema del mutuo insegnamento (1824-26), considerato liberale; inoltre rivendicò l'introduzione della rappresentanza proporzionale per l'elezione dei deputati alla Dieta vallesana (1838) e annoverò tra i propri ab. membri attivi della Giovane Svizzera, di orientamento radicale. Nel 1868-69 a M. fu attiva una sezione della Soc. del Grütli, formata soprattutto da immigrati germanofoni che lavoravano nella locale vetreria. Ricostituita nel 1882, essa venne sostenuta dalla prima tipografia di M., attiva dal 1901, e dal settimanale, liberale e anticlericale, Le Bas-Valaisan: Feuille d'Avis du district de Monthey (1904-06), poi divenuto Le Simplon, di orientamento radicalsocialista, la cui vendita nelle edicole venne proibita nel 1907, e che cessò le pubblicazioni nel 1908. La manifestazione che vide protagonisti un centinaio di operai della vetreria l'1.5.1900 fu all'origine della fondazione, nel settembre dello stesso anno, di un partito operaio a Martigny. All'inizio del XXI sec. quattro schieramenti politici erano rappresentati nelle istituzioni locali: il PRD, il PPD, l'Intesa per M. (movimento nato nel 1996 in opposizione ai partiti tradizionali) e l'Alleanza di sinistra. Durante la legislatura 2005-08, il municipio contava cinque rappresentanti del PRD, cinque del PPD, tre dell'Intesa per M. e due del PS, mentre il consiglio com. 21 esponenti del PRD, 17 del PPD, 11 dell'Intesa per M. e 11 dell'Alleanza di sinistra. Al 1848 risale la separazione tra com. politico e com. patriziale, che detenne i beni com. fino al 1936, quando, trovandosi in difficoltà economiche, dovette venderli al com. Il com. patriziale ha invece mantenuto boschi e pascoli situati nella valle di They, un'enclave nel com. di Troistorrents, e il diritto di concedere l'attinenza com.

M. fece parte della parrocchia di Collombey-Muraz - che comprendeva anche Troistorrents e Val-d'Illiez - fino al 1708, quando divenne una parrocchia autonoma. Nel 1263 l'abbazia di Saint-Maurice ottenne la parrocchia di Collombey-Muraz dal priorato di Lutry in cambio di quella di Bioley-Magnoux, nel Paese di Vaud. I diritti di collazione appartennero dapprima all'abbazia e poi al Gran Consiglio vallesano (1848-1912). Colpita da un incendio e poi inondata, la parrocchiale di S. Desiderio nel 1851 fu sostituita dalla chiesa dell'Immacolata Concezione. Edificata nel 1775, la cappella di Notre-Dame-du-Pont trae le sue origini da quella di Nostra Signora dell'Annunciazione (1490). Nel 1237 la parrocchia di Choëx (chiesa di S. Silvestro) fu ceduta dal conte Aimone di Savoia all'abbazia di Saint-Maurice, da cui dipese fino al 1993.

Veduta dall'alto sulla vetreria dalla stazione attorno al 1920. Illustrazione della carta intestata della vetreria Contat & Cie (Archives de l'Etat du Valais, Sion, Fonds Vieux-Monthey).
Veduta dall'alto sulla vetreria dalla stazione attorno al 1920. Illustrazione della carta intestata della vetreria Contat & Cie (Archives de l'Etat du Valais, Sion, Fonds Vieux-Monthey). […]

Alla fine del XIX sec. si manifestarono appieno le potenzialità economiche e industriali del com., dovute al fatto di essere un luogo di passaggio nelle vicinanze del confine e di disporre di legname, risorse idriche (Vièze, Rodano) e di elettricità. Nel 1859 venne inaugurata la stazione ferroviaria, allacciata alla linea Le Bouveret-Saint-Maurice (detta del Tonchino per ragioni poco chiare). La linea Aigle-Ollon-Monthey (1907), che attraversava il Rodano e che collegava il com. alla linea del Sempione, venne completata nel 1908 con il tratto M.-Champéry (1908). Nel XIX sec. l'artigianato tradizionale fu affiancato dalla fabbricazione di vetro (1815), dallo sfruttamento dei massi erratici da parte di immigrati it. (1841) e da fabbriche di tabacco (1881), di zucchero (1892-97), di sapone e di orologi da parete (1893), attività che si rivelarono però effimere. Fondata nel 1888, l'azienda metallurgica Giovanola (poi Giovanola Frères SA e, dal 2002, GTec SA) ha cessato l'attività nel 2007 (134 operai nel 1931). La ditta, nota a livello intern. per la sua tecnica di saldatura, realizzò gli scafi dei mesoscafi Auguste Piccard e Ben Franklin. La Société des usines de produits chimiques de M. (1898-1904), che sfruttava le acque saline di Bex, fu acquistata dalla Basler Chemische Fabrik (dal 1945 Ciba). Ridenominata Fabrique électrochimique de M. (1905), nel 1949 l'impresa costruì un impianto di depurazione. Dal 2003 nel polo chimico di M. sono attive la Ciba Monthey SA, la Huntsman (materie plastiche) e la Syngenta (prodotti fitosanitari). Il gas ha sostituito il legname quale fonte di energia (officina del gas, 1910; Gaznat SA, 1974); nel 2007 la compagnia elettrica Atel ha ottenuto l'autorizzazione per costruire una centrale a gas naturale. Nel 1914 Hrand Djevahirdjian aprì una fabbrica di rubini sintetici (soc. anonima dal 1924). La ditta Ultra Précision SA, stabilitasi a M. nel 1965, impiegava inizialmente dieci operai, poi passati a 230 nel 1980 e a 60 nel 2007.

In ambito culturale, il com. riveste un importante ruolo sul piano regionale. La città ospita la scuola superiore di commercio e di cultura generale (livello secondario) e una scuola univ. professionale socio-sanitaria, gli studi di Radio Chablais (1984) e il teatro del Crochetan (1989); il carnevale (1872) è conosciuto anche al di fuori dei confini cant. Fondato nel 1901, l'ospedale di Malévoz è destinato alla cura dei malati psichiatrici del Vallese romando. L'ospedale dello Chablais, istituito all'inizio del XXI sec. nel quadro della rete ospedaliera vallesana, riunisce i nosocomi di M. e di Aigle ed è frutto della cooperazione tra i cant. Vallese e Vaud.

Riferimenti bibliografici

  • «Etudes montheysannes», in Ann. val., 27, 1952, 1-240
  • «Monthey», in Vallesia, 50, 1995, 379-387
  • P. Weissbrodt, Ombres et lumières au pays de Monthey, 1997
  • V. Balet, 1824-1933, la Verrerie de Monthey: ouvriers, patrons et syndicats, 2005
Completato dalla redazione
  • Elsig, Patrick: Le district de Monthey, 2015, pp. 250-377 (Les monuments d’art et d’histoire du canton du Valais, 7).
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Suggerimento di citazione

Pascal Dubey: "Monthey (comune)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 15.09.2021(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/002740/2021-09-15/, consultato il 23.05.2025.