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Zermatt

Com. VS, distr. Visp; (1280: Pratobornum; 1495: Zer Matt; antico nome franc.: Praborgne). Com. più meridionale del Mattertal, nel 1798 comprendeva ancora 11 frazioni abitate distinte, che in seguito al loro sviluppo formavano ormai un'unica stazione turistica all'inizio del XXI sec. (ad eccezione di Zmutt, Zum See e Furi a sud, Findeln a sud est e Ried a nord). Pop: 436 ab. nel 1802, 369 nel 1850, 741 nel 1900, 1395 nel 1950, 5988 nel 2000.

Recenti scavi archeologici in un riparo sotto roccia sull'Alp Hermetje hanno portato alla luce tracce umane del Mesolitico e del Neolitico (dal 9000 a.C. e 5500-2200 a.C.). In località Hübelwäng, ai piedi dell'Unter Gabelhorn, cinque pietre cuppelliformi preistoriche documentano una precoce presenza umana lungo l'antica via commerciale. L'utilizzo del passo del Teodulo nell'antichità e nel tardo ME è attestato da monete romane rinvenute sul colle e da armi e monete tardomedievali ai margini del ghiacciaio nei pressi del Trockener Steg. Negli anni 1880-90, durante lo scavo delle fondamenta dell'Hôtel Monte Rosa, fu scoperta un'officina di vasi della cultura di La Tène da cui sono stati estratti dei contenitori in cloritoscisto. Un analogo laboratorio, risalente alla seconda età del Ferro (380-120 a.C.), è stato individuato negli anni 1990-2000 a Furi.

Ancora prima del Mille l'immigrazione alemanna si sovrappose alla pop. celtica romanizzata locale, così che i toponimi, tranne poche eccezioni, sono di origine germ. Dal 999, il vescovo di Sion fu signore territoriale di Z. e fece amministrare la comunità di valle dal suo visdomino. I diritti signorili appartennero ai conti di Savoia (prima del 1249), poi alle fam. nobili de la Tour, von Raron, Asperlin e Blandrate. Dopo il declino della vecchia nobiltà, fam. emergenti di patrioti di Visp ne acquisirono i diritti signorili e le proprietà a Z. Nel 1476 i capi delle 182 fam. di Z. divisero il territorio com. in quattro quartieri autonomi: Hoffero (39 fam.), Wychilmattero (43), Aroleitero (46) e Muttero (54). Nel XVI e XVII sec. gli ab. di Z. si riscattarono dai loro signori forestieri: nel 1538 dai figli del gran balivo Johannes von Werra, nel 1562 da Johann Perrini, figlio del visdomino di Leuk, e nel 1618 da Franz de Platea, alfiere di Sierre. Le prime fam. divenute libere nel 1538 si dotarono di propri statuti nel 1540 e si unirono in un com.; anche quelle affrancatesi nel 1562 fondarono un loro com. (1576), basato su una versione rivista degli stessi statuti. Nel 1579 entrambi i com. adottarono degli statuti com. detti Bauernzunft, a cui fecero capo le fam. riscattatesi nel 1618 per organizzare a loro volta un com. Da allora Z. si compose di tre giurisdizioni indipendenti, con uno statuto comune (Bauernzunft) adattato nel 1621 e un maior eletto congiuntamente ogni due anni, il quale fungeva da giudice e rappresentava Z. nel Consiglio della decania e alla Dieta vallesana. Nel 1791 i quattro quartieri si unirono in un unico com. Durante l'ancien régime Z. formò, con la giurisdizione (majorie) di Sankt Niklaus, il quartiere von den Ruffinen in nella decania di Visp. Queste due giurisdizioni indipendenti (Freigerichte) non sottostavano però al castellano di Visp.

Sul piano ecclesiastico Z. dipese in origine dalla parrocchia di Sankt Niklaus, ma già nel 1280 aveva un proprio sacerdote. Nel 1546 la chiesa filiale riscattò dalla matrice le decime sul bestiame grosso e quello giovane. La chiesa di S. Maurizio, del XVI sec., fu demolita nel 1913 visto il suo cattivo stato; il nuovo edificio fu inaugurato nel 1916 e restaurato nel 1980. Alcune cappelle nelle frazioni circostanti conservano altari antichi. Nel 1666 gli ab. di Z. si affrancarono dal pellegrinaggio annuale a Sion attraverso il Col d'Hérens.

Manifesto turistico per la ferrovia a cremagliera del Gornergrat, realizzato da Eric de Coulon, 1928 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto turistico per la ferrovia a cremagliera del Gornergrat, realizzato da Eric de Coulon, 1928 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste). […]

Nel solco dell'Illuminismo, naturalisti ed eruditi (fra cui Horace Bénédict de Saussure, Johann Christoph Schleicher e Peter e Abraham Thomas) visitarono la valle. Trovarono vitto e alloggio nella casa parrocchiale e fecero conoscere Z. con i loro scritti. In seguito giunsero alpinisti e turisti, spec. inglesi, che progressivamente, accompagnati da guide locali, conquistarono le 33 vette a oltre 4000 m di quota attorno a Z. Si crearono così nuovi mestieri e possibilità di guadagno. I primi piccoli alberghi risalgono al 1838, l'Hôtel Mont Cervin al 1853. Alexander Seiler, giunto a Z. nel 1850, cominciò a costruire il suo impero alberghiero dal 1853. La Soc. delle guide alpine fu fondata nel 1858. Nel 1860 Seiler fece ampliare la strada da Sankt Niklaus a Z., rendendola percorribile dalle diligenze. Dopo la prima ascensione sul Cervino (1865), Z. divenne un centro per alpinisti. La linea ferroviaria Visp-Z. (oggi Matterhorn-Gotthard-Bahn) risalente al 1891, dopo la sua elettrificazione (1928) fu operativa anche in inverno, consentendo a Z. di diventare una meta turistica apprezzata anche in questa stagione. Tra il 1838 e il 1911 vennero costruiti 38 alberghi. Lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto fu costante, con la ferrovia a cremagliera Z.-Gornergrat (1898), la sciovia (1942) e la funicolare (1980) Z.-Sunnegga e la teleferica del Piccolo Cervino (1979). Nel 2010 si contavano nel settore alberghiero e paralberghiero oltre 29'000 posti letto; il numero di pernottamenti, in continuo aumento, ammontava nel 2011 a 1'875'737. Nel 2008 il settore terziario occupava 3957 persone, il secondario 567; la maggior parte degli impiegati erano stranieri.

Riferimenti bibliografici

  • L. Meyer, «Zermatt in alten Zeiten», in Jahrbuch des Schweizer Alpenclub, 57, 1922, 241-280
  • S. Kronig, Familien-Statistik und Geschichtliches über die Gemeinde Zermatt, 1927 (rist. 1982)
  • G. Julen, Burgergeschichte von Zermatt-Prato-Borni, 1991
  • A. Grichting, Zermatt: Bergparadies, 19972
  • T. Antonietti, Bauern, Bergführer, Hoteliers, 2000

Suggerimento di citazione

Bernard Truffer: "Zermatt", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 13.02.2014(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/002822/2014-02-13/, consultato il 05.12.2024.