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Delémontcomune

Veduta della città e dei suoi dintorni; acquatinta realizzata da Franz Hegi, tratta da un disegno di Peter Birmann riprodotto nell'opera Voyage pittoresque de Basle à Bienne, pubblicata a Basilea nel 1802 (Museo della comunicazione, Berna).
Veduta della città e dei suoi dintorni; acquatinta realizzata da Franz Hegi, tratta da un disegno di Peter Birmann riprodotto nell'opera Voyage pittoresque de Basle à Bienne, pubblicata a Basilea nel 1802 (Museo della comunicazione, Berna).

Com. JU, capoluogo cant. e distr.; (736/737: in figo Delemonte; 1131: Telsperg; ted. Delsberg). Comprende la città di D., le frazioni del Vorbourg e di Bellerive e alcune fattorie, e si estende dalla valle della Sorne fino a un anticlinale del Giura corrugato (930 m). La città, situata 29 km a sud ovest di Basilea, è posta all'incrocio fra gli assi ferroviari e stradali Basilea-Bienne-Ginevra e Berna-Bienne-Belfort-Parigi; si distinguono la città vecchia, cioè l'antico borgo fortificato costruito sopra un terrazzo, e la città nuova, sorta nell'ultimo quarto del XIX sec. con la costruzione del quartiere della stazione ferroviaria. D. fu residenza estiva dei principi vescovi di Basilea e centro amministrativo per la valle di D. e la prepositura di Moutier-Grandval durante l'ancien régime, sottoprefettura franc. (1793-1813), capoluogo del baliaggio e poi distr. bernese (1815-1978). Dal 1979 è sede del parlamento e del governo della Repubblica e cant. del Giura.

Struttura demografica del comune di Delémont

AnnoAbitanti179818061809181818371846
17709211 0621 1761 3221 2781 4221 650
        
Anno 18501880a191019301950197019902000
Abitanti 1 6502 7936 1616 3937 50411 79711 54811 353
Linguafrancese 1 7543 5904 5145 8468 8419 4429 574
 tedesco 1 2282 3041 7331 4321 086450350
 italiano 212591372131 398576449
 altre 489134721 080980
Religione, confessionecattolicib 2 2083 8613 8985 0589 1638 9097 826
 riformati 7142 1822 3832 3502 4681 6881 440
 altri 85118112961669512 783
 di cui della comunità ebraica 7775554936149
 di cui delle comunità islamiche      178547
 di cui senza appartenenzac      561917
Nazionalitàsvizzeri1 4602 6575 2846 0327 1149 4319 1128 436
 stranieri1903168773613902 3662 4362 917

a Abitanti e nazionalità: popolazione residente; lingua e confessione: popolazione "presente".

b Compresi i cattolico-cristiani fino al 1930; dal 1950 cattolico-romani.

c Non appartenenti ad alcuna confessione o altra comunità religiosa.

Struttura demografica del comune di Delémont -  Autore; Ufficio federale di statistica

Dall'età del Bronzo all'alto Medioevo

Le prime tracce di un insediamento risalgono al Bronzo medio. Nella pianura alluvionale a ovest della città sono state trovate una quindicina di urne cinerarie; a ovest, a sud e nella chiusa del Vorbourg, insediamenti del Bronzo finale in relazione diretta con il sito del Roc de Courroux; a sud della città, insediamenti dell'età del Ferro. Le vestigia di un mausoleo galloromano e di un piccolo deposito monetario nel luogo detto la Communance e quelle di una villa (o forse villae) nelle immediate vicinanze potrebbero essere indicative dell'esistenza di un vicus. A eccezione di un quartiere di fabbri a ovest della città, manca ogni testimonianza relativa all'alto ME. In particolare, non è nota l'epoca del popolamento del terrazzo naturale che sovrasta la confluenza della Sorne e della Birsa e che forma il nucleo originario della città, già fortificato a metà del XIII sec.

Medioevo e ancien régime

Le istituzioni

Possedimento dei duchi d'Alsazia dal VII sec., la valle di D. entrò nel XII sec. a far parte della signoria di Ferrette, acquistata dal vescovo di Basilea nel 1271. A quell'epoca D. comprendeva un borgo fortificato e due castelli sovrastanti la chiusa del Vorbourg, dove probabilmente risiedevano i nobili von Telsberg. Il 6.1.1289 il vescovo Peter Reich von Reichenstein concesse agli ab. della piccola località una carta di franchigia, che conferiva a D. lo statuto di città e favoriva nel contempo la crescita urbana stabilendo le condizioni di lottizzazione delle terre. Nel 1338 D. ottenne il diritto di percepire la tassa sui vini e sulle derrate alimentari (Ohmgeld, nel Giura angal) e nel 1461 l'appalto del sale per la valle di D. e quella di Moutier. Questi redditi, cui si aggiungevano quelli derivanti da una fabbrica di tegole, due mulini e otto masserie impiantate fra il XV sec. e il XVII sec., costituivano la maggior parte dei proventi necessari per l'amministrazione e i lavori pubblici.

Incendio della città, 16.11.1487. Gouache su pergamena, documento non datato, ma probabilmente del XVII secolo, conservato presso il segretariato del comune patriziale di Delémont (Musée jurassien d'art et d'histoire, Delémont; fotografia Eva Racine).
Incendio della città, 16.11.1487. Gouache su pergamena, documento non datato, ma probabilmente del XVII secolo, conservato presso il segretariato del comune patriziale di Delémont (Musée jurassien d'art et d'histoire, Delémont; fotografia Eva Racine).

La carta del 1289 e il regolamento di polizia del 1356, concessi dal vescovo, oltre alle consuetudini codificate in un documento del 1530, furono alla base dell'organizzazione municipale. L'ordinanza di polizia del 1705 riunì in un testo unico l'insieme delle disposizioni relative alle autorità locali, competenti non solo per la gestione com. ma anche per l'esercizio della bassa giustizia nella valle. Sotto l'alta vigilanza del maior, chiamato più tardi castellano o grand bailli, che amministrava a nome del principe vescovo la signoria di D., la città era retta da un Consiglio cittadino (Magistrat), a sua volta costituito da due borgomastri, due luogotenenti e dieci consiglieri; il Consiglio era diviso in due gruppi che si alternavano di anno in anno nell'esercizio delle funzioni. Il banderale (portabandiera della milizia), i sei notabili consultati per gli affari importanti e i Consiglieri venivano eletti a vita dall'assemblea dei cittadini, i soli cui era permessa la partecipazione alla gestione degli affari pubblici. Questo diritto, assieme al pieno godimento dei beni comuni, era negato ai dimoranti (habitants) e ai residenti "forestieri" che si erano stabiliti in città da un tempo più o meno lungo. Dal XVII sec. l'accesso alla cittadinanza fu fortemente condizionato dall'atteggiamento protezionista assunto dalle ass. di mestiere.

L'urbanizzazione

Costruita secondo un piano grosso modo rettangolare, con due grandi assi longitudinali intersecati da tre strade trasversali, la città era circondata a sud ovest, dove si innalzava dal XIV sec. il castello vescovile, da bastioni fortificati e fiancheggiata a nord est da una grande torre rotonda bugnata del XIII sec. Quattro porte vi davano accesso: la porta Monsieur o di Porrentruy, la porta del Lupo, quella dei Mulini e quella dei Prati o di Basilea, murata già nel 1487, quando un incendio distrusse buona parte dell'abitato. La città era abbellita da fontane monumentali in stile tardo rinascimentale. Un ospedale venne fondato nel 1447. I principali edifici pubblici vennero ricostruiti nel XVIII sec.: il castello vescovile (residenza estiva) e le sue dipendenze fra il 1716 e il 1721 da Pierre Racine, di Tramelan; l'edificio della castellania nel 1717; il palazzo com. nel 1742-45 da Giovanni Gaspare Bagnato; il palazzo privato della fam. dei balivi Rinck von Baldenstein nel 1753. La chiesa di S. Marcello fu ricostruita secondo i piani di Pierre-François Paris fra il 1762 e il 1767 (campanile del 1850-51), al posto di un edificio in stile tardo gotico.

Mestieri ed economia

Nel XV sec. le ass. di mestiere erano organizzate in cinque chandoilles, allo stesso tempo confraternite religiose e org. corporative: si trattava dei Voigneurs o coltivatori (aratori, mugnai, panettieri), dei Chappuis o carpentieri (artigiani del legno e del ferro, vasai), dei Crevoisiers o calzolai (lavorazione del cuoio, macellai), dei Texerans o tessitori e dei Pelletiers o sarti. Nel 1716 le ultime due si unirono dando vita alla corporazione dei mercanti, che comprendeva anche barbieri, chirurghi, osti, notai, ecc. Nel 1770 metà della pop. attiva lavorava nell'artigianato, oltre il 25% nel commercio e nelle professioni liberali, mentre solo il 20% praticava l'agricoltura; aratori, braccianti e vaccari rappresentavano ca. il 65% della pop. attiva nel resto della signoria. La vita economica era scandita dal mercato settimanale, menz. per la prima volta nel 1416, e dalle fiere, che si tenevano due volte all'anno fino al 1612 (in seguito quattro) e in cui il bestiame costituiva l'attrattiva principale.

La Chiesa

Cit. nel 1255, la parrocchia aveva come patrono S. Marcello e per collatore il vescovo di Basilea; era retta da un parroco (o rettore) e da sette cappellani (quattro dopo il 1760). Il rettore di S. Marcello era anche decano del capitolo rurale di Salignon, uno dei decanati della diocesi di Basilea. Dal 1534 al 1792 la chiesa parrocchiale servì pure da collegiata per il capitolo di Moutier-Grandval, costretto a trasferirsi durante la Riforma. La cappella di S. Michele (1614) venne costruita per servire il cimitero trasferito fuori dalle mura. Il rettorato, il convento dei cappuccini, fondato nel 1624/29 nello spirito della Controriforma, e quello delle orsoline, istituito nel 1698 per l'istruzione delle ragazze, furono soppressi nel 1793. La scuola parrocchiale per i ragazzi risalirebbe già al XIII sec.

Nel Vorbourg, la cappella di Saint-Imier, antico oratorio del castello inferiore di Telsberg, fu ricostruita nel 1586 e dedicata alla Vergine. Lo sviluppo del culto mariano dopo il XVII sec. rese necessari numerosi ampliamenti e restauri. Dopo l'incoronazione della statua di Nostra Signora nel 1869 e il Kulturkampf, il Vorbourg divenne il luogo di pellegrinaggio più popolare del Giura catt.

XIX-XX secolo

Sotto il regime francese

Dopo l'invasione del principato vescovile di Basilea da parte delle truppe franc., l'adesione dei notabili locali alla Rivoluzione e l'annessione alla Francia, D. diventò nel 1793 capoluogo di uno dei due distr. del Dip. Mont-Terrible, sede del tribunale criminale e del comando militare. La distinzione fra cittadini e dimoranti venne abolita, il Consiglio sostituito dal com. politico e poi dalla municipalità cant. del Direttorio. Nel 1800, con l'annessione del Dip. del Mont-Terrible al Dip. dell'Haut-Rhin, D. divenne sottoprefettura del terzo circondario e sede del tribunale di prima istanza. Il com. politico era retto da un sindaco con pieni poteri e dal suo vice, entrambi nominati dal prefetto e assistiti da un Consiglio con funzioni consultive.

Il regime bernese

L'annessione a Berna nel 1815 fece di D. un capoluogo di baliaggio e in seguito, dal 1831, di distr. L'antica organizzazione com. venne ripristinata assieme ai privilegi del com. patriziale, che accolse qualche decina di nuovi membri prima di chiudersi quasi ermeticamente dopo il 1820. La rivoluzione liberale del 1831 segnò la fine dell'egemonia politica dei cittadini con l'istituzione del com. politico e l'estensione dell'esercizio dei diritti politici a tutti i cittadini attivi. Dal 1832, il dualismo tra com. politico e com. patriziale caratterizzò l'organizzazione com. La convenzione per la divisione dei beni comuni della città, conclusa nel 1866 dietro pressione dello Stato, concesse al com. politico tutti gli edifici, fra cui il castello e il palazzo com., una parte dei capitali e una compensazione finanziaria per i beni (masserie, campi, prati, foreste) che rimanevano di proprietà privata del com. patriziale. Il sindaco e i municipali, il cui numero fu portato a sei dopo l'introduzione della rappresentanza proporzionale nel 1909, venivano eletti dal 1832 tramite voto segreto dell'assemblea com., con l'elezione popolare dopo il 1876; le donne ottennero il diritto di voto nel 1968. Un Consiglio generale di 30 membri, istituito nel 1901, fu soppresso già nel 1909. Fra il 1940 e il 1972 un cconsiglio scolastico di 31 membri venne incaricato di nominare gli insegnanti della scuola elementare; la sua abolizione coincise con l'entrata in funzione di un consiglio com. di 51 membri che sostituì l'assemblea com. Il regolamento com., il bilancio, le aliquote d'imposta, il regolamento edilizio e la pianificazione del territorio, le modifiche della giurisdizione com. e l'adesione a consorzi di com. rimangono tuttavia di competenza esclusiva del corpo elettorale, che ha anche il diritto di referendum e di iniziativa (con il 10% degli elettori).

La vita politica

Dal profilo politico le autorità com. di D. furono caratterizzate da una egemonia liberale radicale che si protrasse dal 1831 per un sec., e poi dalla predominanza del partito socialista. Nel 1833 i primi rappresentanti del nuovo com. politico provennero dalle fila conservatrici. Nel 1838 furono sostituiti dai liberali radicali, che grazie al sistema maggioritario dominarono praticamente da soli la scena politica fino alla conclusione del sec., quando una parte dell'elettorato operaio si orientò verso il partito socialista. Nonostante l'introduzione della rappresentanza proporzionale, il partito radicale riuscì a mantenere, ad eccezione di due brevi periodi, la maggioranza nell'esecutivo com. fino al 1943, quando venne eletto un sindaco catt. conservatore. L'avanzata dei socialisti nel dopoguerra si tradusse nella conquista della carica di sindaco e della maggioranza nel 1952; maggioranza che, persa nel 1964, fu riconquistata dal 1980 al 1992 grazie a un'alleanza con il partito operaio e popolare (POP). Il partito catt. conservatore (PDC dopo il 1971) perse nel 1957 la sua componente cristiano-sociale, che formò un partito indipendente (PCSI).

Creato nel 1877 e di orientamento radicale, Le Démocrate si impose come unico quotidiano locale su altri giornali dall'esistenza più o meno effimera. Nel 1993 si fuse con il suo concorrente catt. di Porrentruy, Le Pays, per dare vita a Le Quotidien jurassien. Dopo il 1947, D. divenne il quartier generale del movimento separatista: qui avevano sede il segretariato generale del Rassemblement jurassien e la tipografia del Jura Libre; dal 1948 vi si svolge ogni anno la Festa del popolo giurassiano. Nel 1959 e nel 1974 gli elettori di D. accolsero con il 77% di voti a favore la creazione del cant. Giura. L'Assemblea costituente giurassiana si riunì a D. dal 1976 al 1978 e scelse questa città come capoluogo del nuovo cant. Nonostante questa valorizzazione, la crescita demografica di D. non è stata quella che ci si attendeva: la conquista della sovranità ha infatti coinciso con la crisi economica.

Trasformazioni urbane

Manifestino per l'Hôtel de l'Ours; litografia realizzata nel 1848 dai fratelli Benz di Bienne (Museo della comunicazione, Berna).
Manifestino per l'Hôtel de l'Ours; litografia realizzata nel 1848 dai fratelli Benz di Bienne (Museo della comunicazione, Berna). […]

La cittadina con un migliaio di ab. degli inizi del XIX sec. si presentava alla fine del XX sec. come un agglomerato urbano di ca. 12'000 ab. Verso il 1800, fatta eccezione per qualche sobborgo di dimensione circoscritta, D. era una città chiusa, confinata dietro i suoi bastioni. L'apertura della città ebbe inizio sotto il regime franc., con la realizzazione nel 1811 di un viale che sostituiva il muro di cinta a nord e a ovest. Nel 1829 a seguito di un incendio si creò lo spazio per una nuova piazza pubblica nel centro della città, la Place brûlée (oggi piazza Roland Béguelin). Lo sfruttamento del minerale di ferro della valle diede origine a due zone industriali nella parte orientale della città: l'altoforno di D. nel 1838 e quello dei Rondez nel 1854. Nel 1854 venne demolita la porta dei Mulini, nel 1898 quella dei Prati, che era di intralcio alla nuova strada per Basilea, costruita nel 1877. Ma fu soprattutto la costruzione della stazione ferroviaria nel 1875 a determinare il successivo sviluppo urbano. La piazza e il viale della stazione, con i loro alberghi e commerci, divennero il nuovo cuore della città. Dalla metà del XX sec. è il quartiere dove si concentra la maggior parte delle attività commerciali, mentre le fabbriche e i depositi si sviluppano nelle zone industriali create a sud della stazione. Diversi quartieri residenziali risalgono alla fine del XIX sec.: abitazioni operaie, monofam. o palazzi nei dintorni della stazione, case in affitto e villini fam. nelle vicinanze della città vecchia e sulle alture. Dopo la metà del XX sec., nuove zone residenziali sono sorte in periferia. Nel 1981 è stato adottato il piano regolatore e un nuovo regolamento edilizio, sottoposti a revisione nel 1998.

Il colmataggio dello stagno della porta del Lupo e l'eliminazione dei corsi d'acqua che percorrevano le vie cittadine coincisero con l'introduzione di un sistema di canalizzazione a smaltimento unico (1900). L'illuminazione pubblica risale al 1811 con l'installazione di lampioni a olio, sostituiti da lanterne a petrolio, lampade a gas (1883) e lampioni elettrici (1914). La prima rete elettrica, alimentata da una centrale a Courtételle, venne installata nel 1900; dal 1903 la città fece capo alle centrali di Wangen, assorbite nel 1916 dalle Forze motrici bernesi. La fabbrica del gas (1875) venne riscattata nel 1963 dal com., allacciato alla rete basilese del gas naturale dal 1992.

Economia e società

Copertina del catalogo della fonderia Paravicini, 1860 ca. (Collezione privata; fotografia Jacques Bélat).
Copertina del catalogo della fonderia Paravicini, 1860 ca. (Collezione privata; fotografia Jacques Bélat). […]

Lo sviluppo industriale di D. era basato in origine sullo sfruttamento del minerale ferroso della regione. Nel 1838, la Compagnia delle fonderie di Bellefontaine impiantò un altoforno e una fonderia a D.; nel 1854 la soc. Reverchon & Vallotton di Vallorbe fece la medesima cosa ai Rondez. Dagli anni 1860-70 il declino dell'industria siderurgica portò alla chiusura dell'altoforno di D. Nel 1883 gli stabilimenti dei Rondez vennero acquistati dalla soc. Von Roll, che ristrutturò l'impresa dandole nuovi impulsi: nel 1883 contava 25 operai, 150 nel 1900, 424 nel 1913.

Con la costruzione della rete ferroviaria giurassiana (1872-77), D. divenne un punto di snodo, alla convergenza delle linee Basilea-Bienne e Berna-Parigi. Il personale della stazione (15 impiegati nel 1875) aumentò rapidamente fino a raggiungere, nel 1910, il numero di oltre 300 ferrovieri, per la maggior parte di origine svizzeroted. Verso la fine del XIX sec. si stabilirono lungo il canale del Ticle o in prossimità della stazione una fabbrica di orologi, una birreria, laboratori per la fabbricazione di casse d'orologio, per la lavorazione del ferro e le costruzioni meccaniche, un deposito della Regia fed. degli alcool, fabbriche di mobili, di sigari e di cemento. Una coltelleria, trasferita da Courtételle a D. nel 1900, venne ingrandita da Théo Wenger nel 1908, mentre la fam. Gerber fondò la fabbrica di orologi Jura Watch nel 1909 e costruì una grande manifattura di casse d'orologio nel 1911. Nel 1929 D. contava 15 fabbriche che davano lavoro a oltre 1000 persone, soprattutto nel settore orologero e metallurgico. Dopo il 1945 il settore secondario si diversificò (forni elettrici, cisterne e bruciatori, utensili di precisione, caratteri per macchine da scrivere, sveglie e orologi in stile, connettori elettronici). Nel 1975 D. offriva 2941 posti di lavoro nell'industria, di cui 1313 nel settore dei macchinari e della metallurgia, 611 nell'orologeria e 2955 nei servizi. Nel 1990 si contavano 3116 impieghi nell'industria, di cui 1767 nei macchinari e nella metallurgia e solo 202 nell'orologeria; con 5452 impieghi, il terziario era invece divenuto il settore predominante grazie allo sviluppo delle banche, delle assicurazioni e delle attività commerciali, all'estendersi delle istituzioni sociali, mediche e scolastiche e all'insediamento di buona parte della nuova amministrazione cant. L'ospedale regionale, aperto nel 1850, dava lavoro a una ventina di persone nel 1935, anno in cui venne costruito un nuovo edificio. Nel 1988, dopo il suo ampliamento, contava 560 addetti, che lavoravano anche nell'ex ospizio per anziani (1871) trasformato in casa medicalizzata. Durante l'ultimo quarto del XX sec., D. ha rafforzato il suo ruolo di polo economico regionale; nel 1990, la metà dei ca. 8700 occupati erano pendolari domiciliati in genere nei com. vicini. Nel 2000 il settore secondario aveva perso diverse centinaia di posti di lavoro.

La struttura sociale si modificò profondamente nel corso del XIX sec. Verso il 1800 vi erano poche fam. aristocratiche, una forte classe media e un importante gruppo di proletari, occupati per lo più come domestici. Nel 1818, il 65% ca. degli ab. di D. era ancora originario del com. L'industrializzazione portò immigrati svizzeroted. e stranieri e fece di D. una città di operai e di impiegati. La maggioranza dei nuovi arrivati era di lingua ted. e dal 1860 al 1930 D. fu una città bilingue, con il quartiere della stazione che parlava ted. La piccola borghesia (impresari, commercianti, artigiani, liberi professionisti) mantenne fino alla metà del XX sec. il controllo della politica locale.

Vita culturale

La vita associativa si sviluppò in parallelo all'evoluzione demografica (ca. dieci soc. nel 1850, 65 nel 1910, 140 nel 1990). Ai sodalizi già esistenti verso la metà del XIX sec. - soc. di canto, musica, tiro e ginnastica, Société jurassienne d'émulation, Casino (soc. di lettura e pubblica utilità) - si aggiunsero, ampliando la rete associativa e diversificandola, le numerose soc. di mutuo soccorso, professionali, culturali e sportive, differenziate a seconda della loro specificità o del loro contesto di riferimento sociopolitico (org. operaie e sindacali, gruppi di carattere religioso, etnico o politico). Nel 1990 le soc. sportive rappresentavano il 40% delle soc. locali e potevano disporre del centro sportivo di la Blancherie, terminato nel 1986.

Manifesto della prima esposizione giurassiana di belle arti nel 1922, realizzato da Armand Schwarz (Museo dell'Hôtel-Dieu, Porrentruy; fotografia Jacques Bélat).
Manifesto della prima esposizione giurassiana di belle arti nel 1922, realizzato da Armand Schwarz (Museo dell'Hôtel-Dieu, Porrentruy; fotografia Jacques Bélat).

Fino alla metà del XX sec. l'antico castello vescovile aveva le dimensioni sufficienti per accogliere le scuole elementari, secondarie (collegio fondato nel 1812) e professionali. La crescita demografica rese necessaria la costruzione di nuovi edifici: il collegio nel 1953, ampliato nel 1971 e nel 1996; la scuola superiore di commercio (fondata nel 1911) e la scuola professionale di arti e mestieri, riunite sotto lo stesso tetto nel 1962 (quest'ultima venne poi trasferita nel centro professionale inaugurato nel 1999); la scuola elementare del Gros-Seuc nel 1973. La scuola magistrale femminile (1846) è stata riunita con quella maschile, che si trova a Porrentruy, nel 1979, e ha ceduto i propri locali alla scuola di cultura generale. D. ospita il Museo giurassiano d'arte e di storia (1909) e dagli anni 1950-60 due biblioteche com., una ludoteca, la scuola giurassiana di musica e il centro culturale regionale.

Dopo l'intermezzo rivoluzionario, il culto catt. venne ristabilito a D. nel 1802 in virtù del Concordato. Nel 1873, durante il Kulturkampf, il parroco e decano di D. venne destituito, esiliato e sostituito da un prete catt.-cristiano; poté rientrare solo nel 1878. Fra il 1874 e il 1907 Soyhières fece parte della parrocchia di D. Un convento di cappuccini si insediò nel 1922 nella tenuta di Montcroix; il centro di formazione cristiana S. Francesco è stato inaugurato nel 1963. Nel quartiere della stazione, la parrocchia ha fatto costruire nel 1954 la cappella di S. Giuseppe; il centro parrocchiale risale al 1989. La parrocchia evangelica rif. fu costituita nel 1869, con un pastore svizzeroted. cui si è affiancato nel 1906 un pastore francofono. Il tempio del 1865 è stato ingrandito nel 1924; il centro prot. è stato costruito nel 1974. La comunità ebraica, più ridotta, era composta principalmente da mercanti di bestiame e di tessili provenienti dall'Alsazia; la sinagoga, costruita nel 1911, chiusa al culto dal 1982 e restaurata nel 2000, é divenuta un centro culturale.

Riferimenti bibliografici

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Suggerimento di citazione

François Kohler: "Delémont (comune)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 25.06.2009(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/002938/2009-06-25/, consultato il 28.03.2024.