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Bonfol

Ex comune del canton Giura, distretto Porrentruy, aggregatosi nel 2024 con Beurnevésin per formare il comune di Basse-Vendline. Bonfol è situato sulla punta nordorientale dell'Ajoie, al confine franco-svizzero. Prima attestazione: Bunfol (1136); antico nome tedesco: Pumpfel. Popolazione: 805 abitanti nel 1770, 1263 nel 1850, 1340 nel 1900 (a causa della costruzione della ferrovia), 1017 nel 1950, 679 nel 2000, 585 nel 2010, 654 nel 2020.

Bonfol: carta di situazione 2020 (Geodati: Ufficio federale di statistica, Swisstopo, OpenStreetMap) © 2020 DSS.
Bonfol: carta di situazione 2020 (Geodati: Ufficio federale di statistica, Swisstopo, OpenStreetMap) © 2020 DSS.

Nel 1885 in zona Cras Chalet, a nord del villaggio, venne scoperta una necropoli altomedievale. Nel Medioevo Bonfol condivise le sorti dell'avogadria dell'Ajoie, integrata nel principato vescovile di Basilea alla fine del XIII secolo. Secondo la tradizione, il villaggio sarebbe stato fondato là dove sorgevano Bonfol-le-Vieux, Trunchéré e Vareroille, località distrutte durante le guerre di Borgogna da Stephan von Hagenbach, al servizio di Carlo il Temerario. Il comune fece parte della giurisdizione (mairie) di Cœuve durante l'ancien régime, dei Dipartimenti francesi del Mont-Terrible e dell'Haut-Rhin (1792-1814), del baliaggio (1816-1830) e distretto bernese (1831-1978), poi giurassiano di Porrentruy (dal 1979). Nel 1836 Bonfol adottò lo statuto di commune mixte. Sul piano religioso, il villaggio faceva capo a Damphreux, da cui si distaccò nel 1619 per formare con Vendlincourt una parrocchia che fino al 1779 dipese dalla diocesi di Besançon. La chiesa di S. Lorenzo fu costruita nel 1783-1784. Villaggio agricolo, Bonfol è conosciuto specialmente per il suo vasellame, i caquelons (tegami in terraglia resistenti al calore). Dal 1912 all'artigianato (nel 1770 24 capifamiglia su 123 erano vasai) subentrò la produzione in serie. L'ultima fabbrica di ceramica fece fallimento nel 1999. Il collegamento ferroviario con Porrentruy, instaurato nel 1901, favorì la diversificazione industriale (cuscinetti a sfera in miniatura e casse per orologi dal 1914 al 1918). Durante la prima guerra mondiale, il fronte ovest cominciava presso Le Largin, stretta striscia di terra conficcata nel territorio alsaziano. Gli stagni di Bonfol, menzionati dal 1497 e predisposti per la pesca dal principe vescovo di Basilea tra il 1751 e il 1754, sono una zona protetta dal 1961.

Dal 1961 al 1976, l’industria chimica basilese utilizzò un'antica cava d'argilla situata sulla cresta di separazione delle acque del Reno e del Rodano come deposito di rifiuti tossici, incurante delle problematiche ambientali. Molto presto la discarica industriale di Bonfol (DIB) presentò un elevato rischio di inquinamento. La bonifica completa del sito contaminato ad opera della Basler Chemische Industrie (BCI), dopo due campagne parziali (1986-1989, 1991-1996), fu possibile grazie agli sforzi del cantone e della Confederazione (Ordinanza sui siti contaminati, 1998) e a pressioni provenienti da più parti (Greenpeace, ministero francese dell'ambiente). Dopo numerosi lavori preparatori eseguiti fino al 2010, lo scavo e l'asportazione di 220'000 tonnellate di rifiuti e la loro incinerazione in Germania furono conclusi nel 2016. Il sito è stato rinaturato tra il 2018 e il 2019.

Riferimenti bibliografici

  • Vautrey, Louis: Le Jura bernois. Notices historiques sur les villes et les villages du Jura bernois, vol. 1, 1863, pp. 25-36 (ristampa 1979).
  • Ammann, Christian; Dubail, André: Porrentruy – Bonfol – Alsace. Histoire de la liaison ferroviaire internationale Porrentruy – Dannemarie via Bonfol et Pfetterhouse, 1983.
  • Ribeaud, José: Maudite décharge. Histoire d'un site contaminé et de son assainissement à la frontière franco-suisse, 2014.
  • Schaller, Claude-Henri ; Weck, Hervé de: Bonfol. Le Largin au «kilomètre 0» du front Ouest, 1914-1918, 2014.
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Scheda informativa
Prima/e menzione/i
1136: Bunfol
Endonimi/Esonimi
Pumpfel (antico nome tedesco)

Suggerimento di citazione

Dominique Prongué: "Bonfol", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 06.12.2024(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/002978/2024-12-06/, consultato il 09.02.2025.