A partire dal XII sec. la corona inglese assoggettò gradualmente le isole britanniche, costituite dai regni di Inghilterra e Scozia, dal Galles e dall'Irlanda. La parte meridionale dell'isola irlandese forma dal 1921 la Repubblica d'Irlanda. Alla fine del XVI sec. la G. assunse il ruolo di prima potenza mondiale fino ad allora occupato dalla Spagna e grazie al suo predominio sui mari creò un impero coloniale esteso in tutto il mondo. In quanto primo Paese industrializzato, dal 1760 assunse un ruolo dominante anche a livello economico e riuscì a conservare tale posizione fino alla seconda guerra mondiale, esercitando un grande influsso sulla storia del continente europeo e intervenendo continuamente nei conflitti allo scopo di mantenere l'equilibrio fra le potenze (balance of power). Con l'ascesa degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica e in seguito al processo di decolonizzazione, che comportò la perdita dell'impero coloniale, la G. divenne una media potenza europea.
Medioevo
Fin dal Neolitico l'odierna Svizzera occidentale è stata oggetto dell'influenza delle isole britanniche (cultura dei megaliti). Probabilmente dal I millennio a.C. alcune materie prime rare (come lo stagno) furono esportate dalla Cornovaglia fino alle regioni della Svizzera attuale. Attestati ca. dal 600, i primi contatti fra le isole britanniche e l'area sviz. consistevano nell'attività missionaria dei monaci britannici sul continente. Secondo la sua Vita, S. Beato, originario della Britannia, avrebbe diffuso la fede cristiana tra gli Elvezi. Anche i monaci Colombano e Gallo furono attivi nell'evangelizzazione degli Alemanni. Tra i monaci anglosassoni attestati in Svizzera ci fu anche Gregorius, abate di Einsiedeln dal 964 al 996. L'influenza della Bibbia dell'anglosassone Alcuino nei conventi sviz. e la diffusione dell'inno di Pentecoste del monaco sangallese Notker nell'area linguistica anglofona costituiscono una testimonianza di un certo grado di scambi culturali a partire dal IX sec.
Nel ME fu soprattutto la Svizzera occidentale a intrattenere rapporti con la G. Il vescovo di Sion Ermenfroi fu inviato dal papa all'incoronazione di Guglielmo il Conquistatore (1070). Nel XIII sec. si svilupparono intense relazioni fra la Savoia e la corona inglese. Pietro II di Savoia soggiornò ripetutamente presso Enrico III, che aveva sposato sua nipote Eleonore e lo sosteneva a livello politico e finanziario. Anche nelle riforme amministrative e giudiziarie realizzate nella Savoia di quel periodo si intravedono influssi inglesi. Alcuni esponenti della nobiltà vodese come Ebal II de Mont, diversi signori de Grandson, Guillaume de Bonvillars e Pierre de Champvent operarono in Inghilterra come funzionari, ambasciatori, poeti, ecclesiastici e condottieri. Nel quadro della conquista del Galles a partire dal 1278, Edoardo I affidò all'architetto e capomastro savoiardo Jacques de Saint-Georges la costruzione di una serie di castelli. Nel basso ME contingenti di mercenari inglesi e scozzesi fecero ripetutamente la loro apparizione sul continente. Per esempio i Gugler nel 1375 si spinsero per breve tempo fin nell'Altopiano sviz. e soldati mercenari inglesi si scontrarono con i Conf. anche nella battaglia di San Giacomo sulla Birsa (1444).
Per il Concilio di Basilea giunse in Svizzera un gran numero di ecclesiastici inglesi e scozzesi. Dei ca. 40 Inglesi, 17 (tra cui il vescovo di Londra) erano membri di due delegazioni ufficiali pervenute a Basilea tra il 1433 e il 1435. Il loro influsso rimase comunque minimo e dal 1435 l'Inghilterra non fu praticamente più rappresentata al Concilio. Legami tra movimenti eretici in Inghilterra (lollardi) e in Svizzera non sono documentati, come pure le visite reciproche di professori e studenti delle Univ. di Basilea, Oxford e Cambridge.
Anche le relazioni economiche erano ancora modeste. Dal XIII sec. i mercanti portarono la lana inglese in due centri di tessitura del panno: Friburgo e l'Italia settentrionale (raggiungibile passando attraverso i passi alpini e il Ticino). Viceversa l'Inghilterra veniva rifornita di teli di lino dalla Svizzera orientale. Presso le mete dei pellegrinaggi o nelle località termali sviz. era possibile incontrare occasionalmente ospiti provenienti dalla G., ma si trattava ancora di casi isolati.
Epoca moderna
Relazioni politiche e diplomatiche
Durante le guerre d' Italia, Matthäus Schiner concluse un'alleanza quinquennale tra i Conf. e papa Giulio II (1510). Dal 1513 Schiner cercò di convincere gli Inglesi ad aderire a questo patto. Le trattative, condotte in un primo momento in Inghilterra da due Consiglieri di Zurigo e Basilea e poi da mediatori inglesi in Svizzera (tra cui l'umanista Richard Pace), avevano lo scopo di formare una coalizione contro la Francia, finanziata dagli Inglesi. Le trattative erano già a buon punto, quando il re inglese Enrico VIII cominciò sorprendentemente ad avvicinarsi a Luigi XII, re di Francia.
Nell'ottobre del 1516, Schiner si recò personalmente alla corte di Enrico VIII, da dove tornò con un'alleanza tra la Spagna, l'Inghilterra e l'Impero, che prevedeva anche un coinvolgimento della Conf. e del papa. La conclusione della Pace perpetua con la Francia (novembre 1516) segnò la fine di questi progetti. Fallì anche un ulteriore tentativo del re inglese e dell'imperatore Carlo V di integrare i Conf. nella loro alleanza (1523), poiché la presenza franc. in Svizzera si era ormai nel frattempo consolidata.
Dalla metà del XVI sec. l'influenza delle Chiese di Zurigo (con Heinrich Bullinger) e di Ginevra (con Giovanni Calvino e Teodoro di Beza) sull'evoluzione della Riforma in G. crebbe sempre più, non da ultimo grazie al gruppo di esuli che durante il governo catt. di Maria Tudor soggiornarono a Basilea, Berna, Ginevra, Zurigo e Aarau. Fra loro si trovavano anche il riformatore scozzese John Knox e John Foxe, autore del Libro dei martiri, opera a lungo diffusa in Inghilterra.
Durante la guerra dei Trent'anni, Isaac Wake, Dudley Carleton (da Venezia) e Oliver Fleming furono attivi per un certo periodo nella Conf. e nei Grigioni come negoziatori e incaricati d'affari del governo inglese. Wake si adoperò soprattutto per la realizzazione dell'alleanza tra Berna e la Savoia (1617), che prevedeva fra l'altro la rinuncia al Paese di Vaud da parte di quest'ultima. Dalla metà del XVII sec. Ginevra ospitò quasi ininterrottamente una rappresentanza britannica e dagli anni 1690-1700 ne fu istituita una a Berna per diversi cant. conf. I contatti diplomatici fra i cant. rif. della Conf. e i vertici della giovane Repubblica inglese di Oliver Cromwell furono particolarmente intensi. Durante la prima guerra navale fra G. e Olanda (1652-54), Johann Jakob Stockar, di Sciaffusa, su incarico dei cant. rif. si mise abilmente a disposizione di Londra come mediatore. Non ottenne però infine alcun successo diretto, poiché gli avversari si accordarono fra loro. Durante il dominio di Cromwell come Lord Protettore (1654-58), il linguista e matematico John Pell ne fu il rappresentante diplomatico nella Conf. Dopo la Restaurazione del 1660 alcuni rivoluzionari inglesi trovarono rifugio a Berna.
Il servizio mercenario ottenne nuovi impulsi con l'ascesa al trono di Guglielmo III d'Orange (1689) e in seguito all'opposizione britannica alle pretese egemoniche della Francia (spec. sull'Europa continentale, ma durante il XVIII sec. sempre più anche oltreoceano). Già nel 1690 la corona inglese stipulò capitolazioni militari con i cant. rif. di Zurigo, Berna, Glarona, Sciaffusa e Appenzello Esterno, oltre che con la città di San Gallo.
Durante la prima guerra di coalizione negli anni 1790-1800, William Wickham succedette a Lord Robert Fitzgerald in qualità di incaricato d'affari britannico in Svizzera. Wickham sostenne vigorosamente la causa monarchica, prima di essere costretto su pressione della Francia a lasciare il Paese alla vigilia del crollo dell'ancien régime in Svizzera.
Relazioni economiche
Richard Hilles, uno dei primi commercianti inglesi a stabilirsi in Svizzera (nel 1541 a Zurigo), trattava in particolare archi, frecce e alberi di navi. Le importazioni dalla G. verso la metà del XVI sec. comprendevano soprattutto tessuti di lana, vasellame di stagno e formaggio inglese, mentre dalla Svizzera venivano esportati prodotti in legno, scarpe e carta. A partire dagli anni 1540-50 si aggiunsero i libri, realizzati spec. dagli stampatori di Basilea e Zurigo e anche a Ginevra.
Nel XVII sec. acquistarono importanza le operazioni finanziarie. Negli anni 1620-30 il ginevrino Philippe Burlamaqui era uno dei più influenti banchieri e commercianti della City londinese; l'ist. bancario Calandrini di Ginevra inaugurò una filiale a Londra nel 1652. Quando Londra divenne la piazza finanziaria più importante d'Europa (inizio del XVIII sec.), tra gli investitori sviz. spiccavano le città di Zurigo e Berna. Quest'ultima subì delle perdite in seguito al crollo borsistico del 1721 (South Sea Bubble), che portò anche al fallimento della banca bernese Malacrida & Co. Ciò non impedì a Berna di investire grandi somme nella Banca d'Inghilterra anche nei decenni successivi. Dopo la metà del sec. Zurigo seguì l'esempio bernese. Le relazioni sul piano bancario furono particolarmente strette nel XVIII sec., soprattutto fra Ginevra e Londra. Nel 1792 Johann Jakob Schweppe da Ginevra giunse a Londra, dove creò una ditta di acqua minerale prima di ritornare in Svizzera.
Relazioni culturali e scientifiche
I contatti fra gli umanisti furono all'origine delle relazioni culturali dell'epoca moderna. In particolare Erasmo da Rotterdam intratteneva da Basilea rapporti con i suoi amici inglesi, fra i quali Tommaso Moro e anche il già cit. Richard Pace. Verso il 1650-60 il teologo John Dury, influenzato da Giovanni Amos Comenio, visitò la Svizzera alla ricerca di aderenti per realizzare il suo progetto di un'unione interconfessionale della cristianità europea.
Unitamente a Johann Jakob Breitinger, nel XVIII sec. lo studioso e letterato zurighese Johann Jakob Bodmer fu il pioniere della rivalutazione della letteratura inglese nell'area germanofona. La prima traduzione ted. dei drammi di William Shakespeare fu realizzata da Christoph Wieland e apparve a Zurigo nel 1762. Nello stesso periodo il poeta zurighese Salomon Gessner godeva di grande prestigio in Inghilterra. Il bernese Beat Ludwig von Muralt pubblicò nel 1725 le sue Lettres sur les Anglais et les Français, caratterizzate da un'anglofilia di stampo illuministico, mentre un po' più tardi Albrecht von Haller vantò i pregi della Costituzione britannica. La poesia di Haller intitolata Die Alpen apparve in traduzione inglese nel 1794.

Angelica Kauffmann, artista di Coira, si stabilì nel 1766 in Inghilterra e poco dopo divenne uno dei membri fondatori della Royal Academy. Alla sua cerchia di conoscenti apparteneva fra gli altri anche lo zurighese Johann Heinrich Füssli, che con il nome di Henry Fuseli divenne uno dei più famosi pittori inglesi dell'epoca.
Il matematico ginevrino Nicolas Fatio de Duillier fece invece parte della cerchia di Isaac Newton a cavallo del 1700. Nei primi anni del XVIII sec. Johann Jakob Scheuchzer soggiornò per tre volte in Inghilterra, dove fece la conoscenza di una serie di eminenti scienziati. I trattati inglesi coevi sugli aspetti geologici del diluvio universale lo indussero a occuparsi intensamente della questione fino alla morte (1733). Suo figlio Johann Kaspar Scheuchzer (1702-29), giunto in Inghilterra nel 1724, fu bibliotecario presso lo scienziato Sir Hans Sloane e fece parte della Royal Society, come pure Nicolas Fatio e Abraham Trembley (dal 1743), biologo ginevrino, che fu nominato da Giorgio II tra i mediatori britannici nelle trattative di pace di Aquisgrana (1747).
Svizzeri in Gran Bretagna e Inglesi in Svizzera
All'inizio dell'epoca moderna non si verificarono flussi migratori di rilievo fra la Svizzera e la G. Un'eccezione è rappresentata dagli esuli prot. durante il regno di Maria Tudor (1553-58) e dai numerosi studenti inglesi e scozzesi che nel corso del XVI sec. si iscrissero all'Acc. di Ginevra per ragioni confessionali. Fra i personaggi illustri che studiarono a Ginevra negli anni 1590-1600 e 1640-50, ci furono risp. il futuro diplomatico Henry Wotton e il giovane Robert Boyle, che più tardi fu cofondatore della Royal Society e divenne un eminente naturalista. Il maresciallo ereditario di Scozia George Keith fu governatore di Neuchâtel a nome del re di Prussia (1756-60).
Tra gli studenti sviz. che nella seconda metà del XVI sec. soggiornarono temporaneamente in Inghilterra, vanno ricordati Josua Maler e i due abiatici di Zwingli, Rudolf Zwingli e Rudolf Gwalther junior, oltre a Thomas Platter il Giovane, di Basilea, che decise di compiervi il suo Grand Tour. Nella prima metà del XVII sec. ci fu un legame tra G. e Svizzera (soprattutto Ginevra) con Théodore Turquet de Mayerne, farmacista e medico dei re inglesi Giovanni I e Carlo I. Nel 1621 acquisì la signoria di Aubonne. Nel contesto dei Torbidi grigionesi, diversi profughi dei Grigioni furono accolti in Inghilterra (1624).

A Londra fu istituita la Soc. degli Svizzeri (1702), che si unì nel 1718 alla Soc. dei Ginevrini (fondata verso gli anni 1680-90). Ne facevano parte giovani pastori sviz., che per qualche anno officiavano in una parrocchia franc. (ugonotta) in G. prima di rientrare in Svizzera, ma anche artigiani (spec. orologiai) venuti per formarsi o perfezionarsi. I continui disordini politici e sociali in città negli anni 1780-1800 indussero alcuni Ginevrini, tra i quali l'economista e storico Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi, a cercare temporaneamente rifugio in Inghilterra.
Dal XIX secolo alla seconda guerra mondiale
Gli anni dal 1800 al 1945 rappresentano la fase più importante nella storia delle relazioni tra G. e Svizzera. In questo periodo la G. svolse un ruolo di rilievo, a tratti decisivo, nella politica interna ed estera della Svizzera, spec. nella difesa della sua indipendenza dagli attacchi degli Stati confinanti. Tuttavia per molti aspetti tra i due Paesi c'erano più differenze che similitudini. Sebbene gli Inglesi apprezzassero le libertà e il liberalismo sviz., i loro interessi principali riguardavano l'ambito extraeuropeo. Ad eccezione di un breve periodo all'inizio del XX sec., la G. mantenne nel complesso un atteggiamento benevolo nei confronti della Svizzera.
Le relazioni politiche nel XIX secolo
Già durante le guerre di coalizione il governo britannico giunse alla conclusione, determinante per il sec. successivo, che la Svizzera rappresentava una sorta di indicatore delle tendenze in atto nella politica europea. L'invasione franc. della Svizzera (1798), l'occupazione di Berna (ottobre 1802) e l'Atto di mediazione (febbraio 1803), che non lasciavano dubbi circa le intenzioni della Francia, provocarono violente reazioni sull'isola. La G. protestò e inviò agenti e denaro per appoggiare la resistenza sviz., ma con scarso successo. Il sostegno britannico era motivato non tanto da comprensione per le difficoltà sviz., bensì da considerazioni pragmatiche sull'importanza della Conf. nel concerto delle potenze europee.
L'inviato britannico Stratford Canning giunse nel 1814 a Berna con il compito di sorvegliare la stesura della nuova Costituzione e il riposizionamento della Svizzera in politica estera dopo la caduta di Napoleone. La sua intensa attività diplomatica durante il congresso di Vienna (1815), al quale partecipò come membro del comitato sviz., rivelò che l'obiettivo della G. era una Svizzera neutrale. Con la seconda pace di Parigi (20.11.1815) le potenze europee corrisposero ampiamente ai desideri britannici, confermando i confini della Svizzera e la sua neutralità. Dopo il 1815 la Svizzera continuò a dipendere dal sostegno della G. Le discussioni sulla Costituzione degli anni 1830-40 allarmarono l'Austria, la Prussia e la Francia, che temevano un rafforzamento del radicalismo. Il governo della G. diede la priorità al mantenimento della pace e all'equilibrio tra le potenze europee, piuttosto che sostenere il liberalismo. Le discussioni politiche all'interno della Svizzera, la complessa interazione di fattori religiosi, linguistici e politici e i contrasti fra la Dieta fed. e alcuni governi cant. irritarono la G., che si opponeva a ogni riforma politica della Svizzera che avrebbe potuto metterne in pericolo la neutralità.

Solo negli anni 1840-50, dopo la fondazione del Sonderbund, il ministro degli esteri britannico Lord Palmerston si schierò dalla parte dei liberali e dei radicali, sostenendo pubblicamente la Svizzera liberale rispetto ai Paesi confinanti autocratici. Sebbene anche in questo caso la G. esercitasse il proprio influsso più per controllare la Svizzera che per fare pressione sugli Stati vicini, la sostanziale simpatia per la causa dei radicali produsse comunque degli effetti: fra le grandi potenze la G. rimase la più importante protettrice della Svizzera. Durante la crisi del Sonderbund (1847), Palmerston ritardò un'azione comune di Austria, Prussia e Francia, ciò che permise al generale Dufour di rompere la resistenza dello schieramento conservatore prima che potesse ottenere aiuti dall'esterno. Un ruolo analogo fu assunto dagli Inglesi nel 1852, quando la Francia richiese l'espulsione dei profughi politici che si trovavano a Ginevra. Sottolineando l'indipendenza della Svizzera, la G. non riconobbe alcun motivo per un'azione militare contro la Conf., volta unicamente ad accrescere il prestigio della Francia e del suo nuovo imperatore Napoleone III. Tra il 1856 e il 1857 la G. aiutò la Svizzera sul piano diplomatico, quando la Prussia pretese la sovranità su Neuchâtel, che era stata assegnata alla Conf. nel 1848 (affare di Neuchâtel). Anche grazie agli sforzi britannici per trovare una soluzione diplomatica fu possibile rifiutare le richieste prussiane e resistere all'ingerenza straniera.
La vittoria dei radicali nel 1848 permise alla G. di identificarsi con gli obiettivi di politica interna della Svizzera e in particolare con le sue leggi liberali sull'asilo. Nel XIX sec. Francia, Spagna, Austria, Prussia e più tardi anche la Russia criticarono la politica sviz. sui rifugiati. La G., che accoglieva numerosi profughi, si schierò con la Svizzera, ma di solito interveniva soltanto se misure di ritorsione estere ne minacciavano la sovranità. Le simpatie della G. per la prassi d'asilo sviz. diminuirono negli anni 1870-90, quando a cercare protezione non furono più tanto i nazional-liberali, bensì gli anarchici, i socialisti e altri estremisti politici.
Relazioni sociali e culturali

Nel XIX sec. i due Paesi intrattennero strette relazioni sociali e culturali. Un ruolo importante fu svolto dai viaggiatori britannici che contribuirono in misura essenziale allo sviluppo del Turismo sviz. Già nel XVIII sec. la Svizzera era una tappa del Grand Tour degli aristocratici britannici. Seguendo l'esempio del poeta William Wordsworth, che visitò la Conf. nel 1790, dopo il 1815 gli artisti scoprirono il mondo delle Alpi come meta turistica. Le valli, i laghi e le montagne sviz. divennero un motivo centrale del romanticismo inglese. Le opere di George Byron, Mary Shelley, Samuel Taylor Coleridge e John Ruskin come pure i dipinti di Joseph Mallord William Turner fecero conoscere le Alpi alla borghesia colta inglese. Anche dopo la fine del romanticismo in Inghilterra, gli artisti (per esempio Thomas Hardy) continuarono a visitare la Svizzera, lasciando confluire nelle loro opere le sensazioni provate di fronte al paesaggio.

La Svizzera rimase una meta ambita per i turisti britannici, soprattutto dopo che Thomas Cook nel 1863 organizzò il suo primo viaggio guidato nel Paese. Secondo le statistiche disponibili dal 1894, prima della Grande guerra i cittadini britannici costituivano ca. il 15% di tutti gli ospiti degli alberghi sviz., e la durata del loro soggiorno era doppia rispetto a quella dei turisti ted., numericamente prevalenti. Dopo la visita della regina Vittoria (1868), nell'ultimo quarto del XIX sec. la Svizzera divenne una meta turistica ambita per l'élite politica e sociale della G. Nella società vittoriana le Alpi esercitarono tuttavia un particolare fascino anche sulla classe media, che da poco aveva migliorato le sue condizioni economiche, si appassionava per tradizione alle sfide sportive e disponeva di spirito d'avventura (fondazione del Club alpino britannico nel 1857). Gli alpinisti britannici raggiunsero numerose vette e portarono innovazioni nella tecnica di arrampicata. Verso il 1860 contribuirono in modo determinante a fare dell'Alpinismo uno sport affermato e svolsero anche un ruolo pionieristico nel turismo invernale, che si impose alla fine del sec.
Verso il 1900 esistevano in Svizzera oltre 60 luoghi di culto della Chiesa anglicana e 12 consolati britannici. Se la buona intesa politica fra i due Paesi era da alcuni spiegata fra l'altro con il forte interesse turistico dei Britannici verso la Svizzera, il raffreddamento delle relazioni bilaterali negli anni 1890-1900 venne dagli stessi imputato al declino del Grand Tour e a un conseguente calo dello status sociale dei turisti britannici; nonostante questo cambiamento, il numero dei visitatori non diminuì. Soltanto negli anni 1920-40 la percentuale dei Britannici nel turismo sviz. scese sotto il 10%, a causa della crisi economica e della forza del franco sviz. Anche nei periodi critici numerosi Britannici conservarono un atteggiamento positivo nei confronti della Svizzera. Ad esempio, il pioniere dello sci Arnold Lunn durante le due guerre mondiali pubblicò libri estremamente ben disposti nei confronti della Svizzera (Was Switzerland Pro-German? nel 1914 e Switzerland and the English nel 1944).
Le esperienze di diverse generazioni di turisti ebbero ripercussioni anche sulle prese di posizione degli uomini di Stato. La politica britannica nei confronti della Svizzera fu influenzata spec. da una ponderazione razionale dei propri interessi sul continente e dall'apprezzamento della neutralità sviz., ma anche il mito dell'idillio del mondo alpino agevolò senz'altro la conquista dei favori dei governanti britannici. Tutto sommato, la Svizzera era uno dei Paesi il cui destino interessava gran parte dell'opinione pubblica inglese.
Relazioni economiche
Le relazioni economiche fra la G. e la Svizzera tra il 1800 e il 1945 furono soggette a grandi oscillazioni. Nei primi decenni del XIX sec. le numerose guerre sul continente limitarono il commercio diretto. Gli investimenti finanziari furono invece considerevoli. Il tesoro pubblico di Berna, razziato da Napoleone nel 1798, comprendeva fra l'altro anche titoli di credito per 18 milioni di lire franc., in gran parte britannici. L'Inghilterra reagì nello stesso anno congelando titoli sviz. a Londra. Una volta svincolati questi patrimoni (1816), Berna e Zurigo ottennero risarcimenti per risp. 416'978 e 53'000 lire sterline in oro.
Nel successivo periodo di pace, il commercio fra i due Paesi conobbe una certa ripresa, anche se fino agli anni 1840-50 restò a un livello piuttosto basso a causa delle elevate tasse doganali britanniche. Prima del 1840 il 3-5% delle esportazioni sviz. era diretto in G. In quegli anni l'economia sviz. trasse vantaggio da imprenditori che avevano acquisito le tecniche di produzione britanniche. Numerose aziende che in seguito avrebbero assunto un ruolo di primo piano nell'economia sviz. (come la Sulzer AG e la Georg Fischer AG) in questo periodo presero contatto con imprese inglesi. L'impegno della G. in favore del libero commercio all'inizio degli anni 1840-50 e la creazione di un unico mercato nazionale sviz. dopo il 1848 favorirono la reciproca penetrazione economica. L'economia britannica, molto progredita, fu uno stimolo essenziale per l'industrializzazione sviz. L'importazione di prodotti industriali britannici, in particolare tessili, mise sotto pressione le ditte sviz. e le indusse a innovare la tecnologia. I prodotti sviz. presentati nel 1851 all'Esposizione universale di Londra godevano di grande considerazione per la loro qualità (fra questi ricami, prodotti in seta, macchine e orologi). Nel 1855 quasi il 20% di tutte le esportazioni sviz. era diretto in G. (nel 1892 ancora il 17%). Gran parte del commercio sviz. con i Paesi d'oltreoceano si svolgeva attraverso la G. Viceversa le esportazioni britanniche verso la Svizzera nel 1855 costituivano solo il 2,3% del totale; in seguito all'aumento delle tasse doganali sviz., nel 1892 tale quota scese a meno dell'1%.
Sollecitato più dalla G. che dalla Svizzera, il trattato di amicizia, di commercio e di domicilio, stipulato nel settembre del 1855, considerava la crescente importanza delle reciproche relazioni commerciali, facilitava l'accesso della Svizzera ai mercati delle colonie britanniche e riduceva le imposte dei cittadini britannici residenti nella Conf. Nel 1868 i due Paesi sottoscrissero una convenzione postale e nel 1874 un accordo sull'estradizione.
Raffreddamento delle relazioni tra il 1890 e il 1918
Negli ultimi decenni del XIX sec. i legami fra la G. e la Svizzera si allentarono. In seguito agli sviluppi politici ed economici sul continente, in particolare dopo la creazione degli Stati nazionali it. (1860) e ted. (1871), la posizione negoziale della G. non era più forte come in precedenza, ciò che indusse il governo inglese a limitare il proprio coinvolgimento nelle vicende europee e a concentrarsi di più sul proprio impero.
I limiti dell'amicizia tra G. e Svizzera apparvero chiari quando la G. dal 1868 al 1881 declassò la propria ambasciata a Berna per protestare contro l'atteggiamento della Svizzera nell'arbitrato dell' Alabama, a suo avviso troppo imparziale. Per la Conf., che in quegli anni non possedeva un'ambasciata a Londra, le conseguenze della decisione britannica si fecero sentire ogni volta che veniva attaccata da Paesi terzi per la sua politica dei rifugiati. Il Consiglio fed. cercò di allentare la tensione rivalutando il consolato a Londra (inaugurato nel 1853 come riconoscimento per l'aiuto britannico nella guerra del Sonderbund) con l'invio di un incaricato d'affari (1891) e di un ambasciatore (1899). Poiché però il Consiglio fed. preferiva intrattenere l'ambasciatore britannico a Berna, l'efficacia di questo provvedimento rimase limitata.
Il raffreddamento delle relazioni tra Svizzera e G. si manifestò non tanto in azioni concrete dei due governi ma piuttosto in un cambiamento dei rispettivi orientamenti politici di fondo. La guerra condotta dalla G. contro le Repubbliche boere (1899-1903) fu disapprovata dalla maggior parte della pop. sviz. Anche se il Consiglio fed. non condannò pubblicamente la strategia di guerra britannica né mise a disposizione i suoi buoni uffici, le esternazioni antibritanniche nelle Camere fed. e sulla stampa provocarono tensioni diplomatiche. Il rafforzamento del sentimento nazionale in Germania, Francia e Italia alla fine del XIX sec. rinsaldò i legami fra la Svizzera e questi Paesi, con cui aveva affinità linguistiche e culturali. Ciò non influenzò la politica di neutralità della Conf., ma indebolì le simpatie nei confronti della G.
Dopo la guerra anglo-boera entrambi i governi cercarono di migliorare le reciproche relazioni. Re Edoardo VII si congratulò con la Conf. per il completamento della galleria del Sempione nel 1905, mentre nel 1907 alcuni parlamentari, rappresentanti di commercio, giornalisti e ufficiali dell'esercito britannici visitarono la Svizzera per conoscerne il sistema politico, sociale e militare. Le autorità sviz. favorirono questi contatti. Anche gli scambi commerciali ricominciarono a crescere: nel 1912 la G. costituiva il secondo mercato più importante per le esportazioni sviz. (16,9%), mentre le importazioni erano ancora relativamente ridotte (5,9%).
Sebbene nelle comunicazioni ufficiali la G. continuasse a proclamare la sua amicizia con la Conf., aumentò la sfiducia nei confronti della neutralità sviz. Tale diffidenza raggiunse il culmine nel 1910 ed era fondata soprattutto sul timore di un progressivo avvicinamento della Svizzera alla Germania. La G. era preoccupata soprattutto per i contatti militari della Svizzera con gli Imperi centrali, come in occasione delle manovre militari a cui assistette l'imperatore ted. Guglielmo II nel 1912. A Londra si prestava fede alle voci relative ad accordi militari segreti che avrebbero permesso alle truppe ted. e austriache di attraversare il territorio sviz. per attaccare la Francia e l'Italia. Viceversa, in Svizzera si guardava con sospetto all'avvicinamento della G. a Francia, Russia e Italia, oltre che alla crescente rivalità navale con la Germania. In tali circostanze era inevitabile che la G. fosse meno disposta a garantire la neutralità sviz., come aveva fatto fino ad allora; lasciò pertanto alla Francia, sua alleata, il compito di occuparsi della difesa da eventuali minacce provenienti dal territorio della Svizzera.
Dopo l'inizio della guerra, la G. continuò a diffidare della Svizzera. La dichiarazione di neutralità (agosto 1914) fu ben accolta, ma il governo britannico nutriva il sospetto che la Svizzera adottasse un comportamento opportunistico, favorendo una pace di compromesso in caso di successo degli Alleati, ma assumendo una posizione filoted. nel caso di un predominio della Germania. Nell'autunno del 1917 il Foreign Office britannico cominciò addirittura a considerare la possibilità di un'entrata in guerra della Svizzera a fianco della Germania. I tentativi prematuri di alcuni politici sviz. di negoziare una pace fra Germania e Russia (affare Grimm-Hoffmann) e i sentimenti filoted. di buona parte dei vertici dell'esercito alimentarono la diffidenza britannica fino al termine della guerra (novembre 1918).
La neutralità sviz. continuava tuttavia a essere nell'interesse della G. e nel corso della guerra aumentò persino la sua importanza: in territorio sviz. venivano raccolte informazioni sui nemici e dal 1917 furono tenuti colloqui di pace segreti. La Svizzera era anche un importante fornitore di prodotti finiti. Nel 1918 un sesto di tutte le sue esportazioni era diretto in G. (l'esportazione di colori all'anilina era aumentata di dieci volte rispetto al periodo precedente la guerra) e la quota britannica sulle importazioni sviz. era salita dal 6 al 10%. Nonostante l'espansione del commercio, le relazioni economiche davano adito a tensioni. Le richieste britanniche di porre sotto sorveglianza le esportazioni sviz., per impedire ogni forma di affari illeciti con Germania e Austria, minacciavano costantemente l'indipendenza economica nazionale. Il conflitto non fu risolto né con l'istituzione della Società svizzera per la sorveglianza economica (SSS) nel 1915, né con l'invio di un addetto commerciale a Londra (1917). L'inviato diplomatico a Londra protestò più volte, poiché il blocco britannico peggiorava la carenza di derrate alimentari e materie prime in Svizzera. Inoltre non furono apprezzate le forniture di materiale bellico sviz. agli Imperi centrali (come motori diesel per i sottomarini ted.).
Dal 1914 la Svizzera rappresentò gli interessi ted. in G.; durante il primo conflitto mondiale la G. fece ricorso per la prima volta ai servizi umanitari della Svizzera. Il CICR contribuiva a coordinare le attività delle soc. nazionali della Croce Rossa degli Stati in guerra. L'aiuto umanitario più importante per la G. fu prestato dalla Svizzera nel 1916, quando accettò di ospedalizzare per tutta la durata delle ostilità i prigionieri di guerra britannici feriti: ca. 1800 prigionieri inglesi furono curati nella Conf. L'ospitalità della Svizzera e la sua neutralità "attiva" impressionarono profondamente l'opinione pubblica britannica. L'arrivo di soldati a Mürren, Interlaken, Leysin o in altre località compensò in parte i mancati guadagni dell'industria alberghiera, a causa dell'assenza di turisti stranieri dopo lo scoppio della guerra.
L'amicizia rinnovata (1919-1945)
La pace del 1918 inaugurò una nuova fase nelle relazioni tra Svizzera e G., che divenne di nuovo un partner importante della diplomazia sviz.: il Regno Unito sostenne infatti la richiesta della Conf. di entrare nella Soc. delle Nazioni mantenendo la sua neutralità, un obiettivo poi raggiunto nel 1920. Come sede per la Soc. delle Nazioni la G. preferì la "neutrale" Ginevra alle alternative di Parigi e L'Aia. Il ruolo diplomatico attivo che la Svizzera svolse nell'org. la riabilitò agli occhi degli Inglesi. I due Stati difendevano interessi simili: cercavano di accontentare i potenti vicini della Svizzera e promuovevano la pace e la sicurezza a livello intern.
Nonostante un calo dal 14,3% (1928) all'11,2% (1937), la G. rimase il secondo mercato di esportazione sviz. Le merci tradizionali come i prodotti tessili o agricoli persero di importanza, mentre ne acquisirono le macchine e i prodotti chimici e farmaceutici. Le misure protezioniste adottate della G. dopo il 1918 indussero le imprese sviz. a investire direttamente sul mercato britannico: 17 imprese sviz. vi aprirono filiali prima del 1939 (erano solo sei prima della Grande guerra). La G. era l'unico partner importante nei confronti del quale la Svizzera presentava una bilancia commerciale positiva. La percentuale delle importazioni britanniche ammontava all'8,2% nel 1928 e ancora al 6,2% nel 1937. La bilancia commerciale positiva rispetto alla G. compensava il saldo negativo con Germania, Francia e Stati Uniti.
L'ascesa del fascismo in Italia e del nazionalsocialismo in Germania influenzò anche le relazioni tra Svizzera e G. Le simpatie della maggioranza degli Svizzeri erano rivolte alle democrazie occidentali, ma sotto l'influsso della politica britannica dell'appeasement il Consiglio fed. si sforzò di migliorare le relazioni con la Germania e con l'Italia e di prendere le distanze dalla Soc. delle Nazioni (1938). I politici sviz. erano assolutamente consapevoli della necessità del sostegno britannico, ma fino al 1940 dubitarono della fermezza della G. nel combattere la Germania nazista. Sebbene la Svizzera non volesse alienarsi le simpatie britanniche, l'affermazione della sua neutralità determinò crescenti divergenze fra gli obiettivi di politica estera dei due Stati.
Né lo scoppio della seconda guerra mondiale (settembre 1939), né la sconfitta della Francia (giugno 1940) mutarono la situazione. La Svizzera puntava più su una pacificazione con la Germania che su un avvicinamento alla G. Perciò quest'ultima, pur comprendendo la situazione della Svizzera, la incluse nel sempre più severo blocco commerciale e autorizzò la Royal Air Force a sorvolare il territorio elvetico. Il governo britannico prese persino in considerazione il bombardamento delle linee ferroviarie sviz. e un attacco a grandi imprese, come il Credito sviz. Dalla metà del 1940, quando il destino della Svizzera venne a trovarsi nelle mani delle potenze dell'Asse, il Consiglio fed. compì grandi sforzi per mantenere l'amicizia con la G., tollerando le attività dei suoi servizi segreti e il sorvolo dello spazio aereo. Il commercio con la G. fu limitato dalla Germania e dall'Italia: tra il 1937 e il 1941 le esportazioni sviz. diminuirono drasticamente (da 143,8 milioni a 23 milioni di frs.), come pure le importazioni (da 112,7 a 14,3 milioni di frs). Circondata dalle potenze dell'Asse, la Svizzera non aveva tuttavia un ruolo molto importante nella strategia bellica della G. e fu pertanto risparmiata.
Solo dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica (1941), la G. fu in grado di esercitare pressioni politiche per ottenere la riduzione del commercio sviz. con le potenze dell'Asse. Il Consiglio fed. reagì in maniera evasiva alle richieste alleate, finché nell'autunno del 1943 gli Inglesi persero la pazienza e denunciarono pubblicamente la fornitura di motori diesel alle potenze dell'Asse da parte dell'industria meccanica Sulzer. Berna decretò quindi nel dicembre del 1943 alcune restrizioni alle esportazioni che ridussero notevolmente la pressione degli Alleati fino al termine della guerra. Parallelamente gli Inglesi accordarono maggiore importanza ai servizi politici e umanitari della Svizzera. Dal dicembre del 1941 la Conf. rappresentò ufficialmente gli interessi della G. in Germania, Giappone, Italia, Francia, Bulgaria, Cina, Romania, Tailandia e Ungheria, oltre che de facto anche in Grecia, Danimarca e Croazia. Con l'aumento del numero dei prigionieri di guerra britannici in Europa e in Asia crebbe anche l'importanza del CICR. Nel 1944-45, il Consiglio fed. pose il lavoro politico e umanitario al centro dell'attività dell'ambasciata sviz. a Londra. Il favore che la Svizzera si guadagnò in tal modo indusse il governo britannico a trascurare la sua collaborazione economica e finanziaria con le potenze dell'Asse; dopo la fine della guerra la G. difese persino la Svizzera contro le critiche sollevate a questo proposito da Stati Uniti e Unione Sovietica.
Dal 1945 a oggi
Nella seconda metà del XX sec. i rapporti della Svizzera con la G. furono influenzati dalla dissoluzione dell'Impero britannico, dalla Guerra fredda e dal processo di integrazione europea. Oltre a rinunciare alla sua posizione egemonica all'interno del Commonwealth, la G. assunse anche un ruolo di secondo piano fra le grandi potenze; in seguito al processo di decolonizzazione, Londra perse inoltre una parte del significato politico che aveva avuto per la Svizzera fino a quel momento. La Conf. fu perciò tenuta a riorganizzare le relazioni con una serie di territori, che precedentemente erano posti sotto il controllo britannico.
Nel settembre 1945 rientrò in funzione la linea Swissair Londra-Kloten; seguì un collegamento aereo giornaliero tra Londra e Ginevra (1946). Le British European Airways inaugurarono la linea Londra-Zurigo (1948). Nel 1947 la G. e la Svizzera decisero di abolire reciprocamente l'obbligo del visto per i visitatori.
Nel 2002 in G. si contavano 25'678 Svizzeri, due terzi dei quali detenevano la doppia cittadinanza. Alla fine del 2001 in Svizzera vivevano 22'392 Britannici con un permesso di soggiorno e un numero quasi pari di cittadini con la doppia nazionalità: 4769 risiedevano nel cant. Ginevra, 4775 nel Vaud, 4510 a Zurigo e gruppi di 1000-2000 persone erano presenti a Basilea, Berna e nell'Argovia.
Relazioni diplomatiche
Dopo il 1945 le relazioni tra i due Stati tornarono rapidamente alla normalità e furono intensificate praticamente in tutti i campi con una serie di accordi (come l'accordo sul traffico aereo del 1951, la convenzione sulla doppia imposizione fiscale del 1954, l'accordo sul traffico e sui trasporti del 1974). Nel 2001 la G. ha ratificato gli accordi bilaterali I fra la Svizzera e i Paesi dell'Unione europea.

Di grande valore simbolico fu il viaggio in Svizzera dell'ex primo ministro Winston Churchill, che in un discorso a Zurigo (19.9.1946) propose di creare gli Stati Uniti d'Europa. La comprensione di Churchill per la posizione della Svizzera durante la guerra e la sua dichiarata simpatia per il mantenimento delle tradizioni democratiche sviz. suscitarono un autentico entusiasmo nella Conf. Oltre a Churchill soggiornarono in Svizzera anche altre personalità britanniche, come per esempio il generale Bernard Law Montgomery, con il quale le cerchie militari sviz. ebbero contatti confidenziali. Il principe Carlo è solito trascorrere ogni anno una vacanza sciistica a Klosters-Serneus. La prima visita ufficiale di un capo di Stato britannico in Svizzera fu quella della regina Elisabetta II nel 1980.
Come già durante la seconda guerra mondiale, anche nel dopoguerra la Svizzera rappresentò gli interessi britannici in caso di conflitti. La nazionalizzazione della compagnia petrolifera Anglo-Iranian Oil Company, decisa dall'Iran nel 1951, provocò un lungo dissidio fra i due Stati, per sanare il quale la diplomazia sviz. offrì i suoi buoni uffici. Durante la crisi delle Falkland fra la G. e l'Argentina (1982) la Svizzera cercò una mediazione organizzando dei colloqui a Berna, che però fallirono rapidamente. Durante la guerra e fino al 1990, la Svizzera rappresentò gli interessi britannici in Argentina.
Dal 1987 i reciproci contatti diplomatici si sono intensificati e nel 2000 per cinque volte alcuni Consiglieri fed. si sono recati a Londra. In questo contesto di intense relazioni, nel 2000 la G. ha riaperto un viceconsolato onorario a Basilea (inaugurato nel 1905 e chiuso nel 1980), che con quelli di Lugano, di Montreux/Vevey, del Vallese (Mollens) e di Zurigo, va ad aggiungersi al consolato generale di Ginevra e all'ambasciata di Berna.
Relazioni economiche
Le relazioni economiche tra Svizzera e G., segnate durante la seconda guerra mondiale dal blocco economico britannico nei confronti della Germania, tornarono alla normalità solo negli anni 1950-60. Alla G. furono necessari quasi cinque anni per risollevare la propria economia con l'aiuto degli Stati Uniti e recuperare la capacità produttiva prebellica. Contemporaneamente le sue relazioni economiche si concentrarono sull'Europa continentale lasciando in disparte i mercati mondiali. Tuttavia le difficoltà strutturali frenarono la crescita della produzione industriale. Nel 1946 fu firmato un accordo di pagamento triennale fra la Svizzera e la G. che garantiva a quest'ultima un credito di 260 milioni di frs. Grazie a tale intesa fu possibile non solo ripristinare progressivamente il traffico turistico verso la Svizzera, ma anche riprendere le esportazioni della Conf. Già nei primi due anni dopo la fine della guerra, 200'000 turisti britannici visitarono la Svizzera.
Le difficoltà economiche costrinsero il governo britannico a vietare i viaggi all'estero dall'ottobre del 1947 al maggio del 1948; in seguito vennero di nuovo autorizzati, ma con un limite di spesa giornaliero. Nello stesso tempo, nel 1947 la G. fu costretta dal deficit della bilancia commerciale a trasferire 5 milioni di lire sterline in Svizzera. Per impedire un ulteriore deflusso di oro dalla G. verso la Svizzera, fu firmato un accordo sulla bilancia dei pagamenti (1948), con cui la Svizzera si impegnava ad aumentare le importazioni dall'area della sterlina, a controllare le esportazioni e a mantenere un attivo di 15 milioni di sterline; tali misure furono all'origine di perdite dopo la svalutazione del 30% ca. della lira sterlina nel 1949.
Nonostante la rigida neutralità adottata dopo la fine della seconda guerra mondiale, l'integrazione della Svizzera con il blocco occidentale si manifestò con prudenti contatti militari con la G., membro della NATO, e in una massiccia cooperazione in materia di armamenti, che fece della G. il principale fornitore di materiale bellico della Svizzera. Nel 1950 cominciò l'addestramento delle prime squadriglie della forza aerea sviz. sulla prima serie, appena consegnata, di 75 caccia a reazione britannici Vampire. Nel 1951 le Camere fed. autorizzarono per 175 milioni di frs. l'acquisto di 150 cacciabombardieri Venom. I Vampire furono sostituiti nel 1958 da nuovi aerei da combattimento del tipo Hunter. Il sistema di intercettazione e difesa antiaerea Bloodhound fu ordinato nel 1961 e consegnato alla truppa nel 1964 (fu impiegato fino al 1999); seguì nel 1980 il sistema missilistico Rapier.
Di grande importanza per la politica europea della Svizzera fu il progetto, promosso dalla G. fin dal 1956, di una zona di libero scambio comprendente l'intera Europa occidentale, che nel 1960 portò alla creazione dell'Associazione europea di libero scambio (AELS). Entrambi i Paesi miravano innanzitutto a una cooperazione puramente economica in Europa e rifiutavano le strutture sovranazionali. L'ingresso della G. nella Comunità europea (1973) ridusse l'importanza politica delle relazioni bilaterali e il peso economico e politico dell'AELS.
Le relazioni economiche tra Svizzera e G. dopo il 2000 hanno mantenuto la loro intensità: nel 2001 il commercio fra i due Paesi ammontava a circa 15,8 miliardi di frs. Con il 5,5% di tutte le esportazioni e il 5,8% delle importazioni la G. era il quinto cliente e fornitore della Svizzera in ordine di importanza. Nel 2001 la Svizzera costituiva il decimo mercato di sbocco per le merci e il quinto per i servizi britannici; la Svizzera era il settimo investitore diretto in ordine di importanza in G. Subito dopo gli Stati Uniti, la G. costituiva il secondo mercato per gli investimenti diretti della Svizzera (35,6 miliardi di frs.). Le ca. 500 imprese sviz. in G. assicuravano 120'000 posti di lavoro. Sulla piazza finanziaria di Londra le filiali di dodici banche sviz. svolgevano un ruolo importante. L'introduzione completa del commercio elettronico nelle borse di Ginevra, Zurigo e Basilea hanno posto le basi tecniche per la Virt-x, impresa comune della Borsa sviz. e del Tradepoint Financial Networks britannico, lanciata a Londra nel 2001 per il commercio paneuropeo con titoli standard. La piattaforma commerciale londinese, fondata in una condizione economica difficile, non è finora riuscita a imporsi sul piano continentale. Poiché nel 2003 la percentuale dei blue chips non sviz. nel volume commerciale della Virt-x corrispondeva soltanto al 5%, l'impresa comune sviz.-britannica è stata rilevata interamente dalla Borsa sviz.
Legami culturali e scambi intellettuali
Le relazioni culturali con la G. aiutarono la Svizzera a superare il suo isolamento dopo la fine della guerra. Già nel 1945 alla National Gallery di Londra fu organizzata una grande mostra dedicata a Paul Klee. Al Kunsthaus di Zurigo si tenne nel 1947 un'esposizione di successo sulle opere del poeta e pittore inglese William Blake, uno dei principali esponenti del primo romanticismo. Seguì a Berna una mostra dedicata al pittore Joseph Mallord William Turner (1948).
Dopo la fine della guerra, fu istituito un servizio di conferenze diretto da Hans Werner Zbinden, che organizzò in G. numerosi incontri sulla reintegrazione dei prigionieri di guerra ted. Nel 1946 si tenne a Londra la mostra Books of Switzerland, finanziata dalla Pro Helvetia, mentre a Berna venivano esposte pubblicazioni britanniche. Nello stesso anno fu fondato l'Ist. britannico C. G. Jung per lo studio dei metodi dello psicologo sviz.
Dalla metà del XIX sec. in G. esistono numerose ass. sviz., come il City Swiss Club, fondato nel 1856. Nel 1948 nacque a Londra la Soc. anglo-sviz. In Svizzera nel 1946 furono create l'Ass. dei residenti britannici in Svizzera a Losanna e la Soc. sviz.-britannica a Zurigo, presieduta dall'anglista Heinrich Straumann.
Il legame tradizionalmente stretto fra gli Inglesi e il mondo alpino sviz. sfociò negli anni 1950-60 in una competizione per la conquista dell'Everest, che la G. si aggiudicò il 29.5.1953 con la scalata di Edmund Hillary e Tenzing Norgay. La spedizione sviz. condotta da Raymond Lambert nel 1952 fu costretta a rientrare poco prima di raggiungere la vetta. Un ulteriore evento sportivo è rappresentato dalla gara di sci fra parlamentari sviz. e britannici che si svolge tradizionalmente ogni anno.
Durante la seconda metà del XX sec., la lingua inglese ha ampiamente sostituito il franc. come lingua di comunicazione a livello mondiale. In ambito culturale tale fenomeno si è manifestato anche con l'importazione della cultura pop britannica, tra l'altro con l'imitazione dei Beatles e dei Rolling Stones da parte di numerosi gruppi di musicisti sviz. Di fronte alla popolarità dell'inglese, numerosi cant. della Svizzera ted., seguendo l'esempio di Zurigo, nel 2004 hanno deciso di introdurre il suo insegnamento nelle scuole come prima lingua straniera a scapito del franc. e dell'it.
Dopo che, a partire dagli anni 1980-90, il sostegno delle imprese sviz. al Centro sviz. di Londra è progressivamente diminuito, dal 2001 sempre più iniziative sviz. in G. sono state realizzate grazie all'org. Presenza sviz., che ha designato la G. come Paese prioritario. Nel 2000 è stato inaugurato a Londra il nuovo museo d'arte Tate Modern, progettato dagli architetti sviz. Jacques Herzog e Pierre de Meuron. Come simbolo del nuovo edificio la Conf. ha donato una ghirlanda di luce (Swiss Light), che è diventata un segno visibile della presenza sviz. a Londra.
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