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Friburgocantone

Cantone della Confederazione dal 1481. In tedesco Freiburg, in francese Fribourg, in romancio Friburg. Situato sulla frontiera linguistica francese-tedesca, è composto dai distretti francofoni della Sarine, della Glâne, della Gruyère (con il comune germanofono di Jaun/Bellegarde), della Veveyse e della Broye, dal distretto bilingue del Lac e da quello germanofono della Sense.

Stemma del canton Friburgo
Stemma del canton Friburgo […]
Carta oro-idrografica del canton Friburgo con le principali località
Carta oro-idrografica del canton Friburgo con le principali località […]

I confini della «città e Repubblica di Friburgo», di cui facevano parte la città di Friburgo e i territori delle Anciennes Terres, si delinearono in prevalenza nel XV e nel XVI secolo tramite acquisizioni, conquiste e trattati (contea di Gruyère). Con Berna condivise i baliaggi comuni di Morat, Grandson, Orbe-Echallens e Grasburg. Durante la Repubblica elvetica, Friburgo comprendeva anche i distretti di Avenches e Payerne, restituiti nel 1801 al cantone Lemano (futuro canton Vaud). Morat divenne definitivamente friburghese solo nel 1803. L'atto di dotazione del 1803 sancì la separazione fra lo Stato e la città, che rimase il capoluogo cantonale. Il tedesco fu la lingua amministrativa dal 1483 al 1798. Dal 1798 al 1856 fu in vigore un bilinguismo di fatto, caratterizzato dall'alternarsi del francese (1798-1814, 1831-1856) e del tedesco (1814-1830) quale lingua amministrativa con traduzione dei testi ufficiali nell'altro idioma. Dal 1857 al 1990, il francese e il tedesco furono lingue ufficiali, ma faceva fede la versione francese. Dal 1991, le due lingue sono equiparate sul piano giuridico ed entrambi i testi vengono considerati originali.

Struttura dell'utilizzo del suolo nel canton Friburgo

Superficie (1990/1994)1 670,8 km2 
Foresta / Superficie boscata444,4 km226,6%
Superficie agricola utile957,4 km257,3%
Superficie con insediamenti122,0 km27,3%
Superficie improduttiva147,0 km28,8%
Struttura dell'utilizzo del suolo nel canton Friburgo -  Statistica della superficie

Il territorio cantonale fa parte dell'Altopiano e delle Prealpi (Alpi friburghesi). Attraversato dai fiumi Broye, Glâne, Sarina, Sense (bacino del Reno) e Veveyse (bacino del Rodano), lambisce i laghi di Neuchâtel e Morat.

Struttura demografica ed economica del canton Friburgo

Anno 18501880a1900195019702000
Abitanti 99 891114 994127 951158 695180 309241 706
Percentuale rispetto alla popolazione totale svizzera4,2%4,1%3,9%3,4%2,9%3,3%
Lingua       
francese  79 31687 353104 312108 663152 766
tedesco  35 70538 73852 27758 44870 611
italiano  3241 6791 4407 1733 100
romancio  10189286131
altre  451635745 93915 098
Religione, confessione       
cattolicib 87 75397 113108 440136 959154 677170 069
riformati 12 13318 13819 30521 00324 08436 819
cattolico-cristiani    5443162
altri 5149206679150534 656
di cui della comunità ebraica 5104167179177138
di cui delle comunità islamiche      7 389
di cui senza confessionec      14 500
Nazionalità       
svizzeri 98 556113 219123 579154 527163 503206 182
stranieri 1 3351 7754 3724 16816 80635 524
Anno  19051939196519952001
Occupati nel cantonesettore primario 48 55751 70216 45412 833d11 951d
 settore secondario 16 67114 56628 53531 07529 951
 settore terziario 8 3109 89520 41461 69065 938
Anno  19651975198519952001
Percentuale rispetto al reddito nazionale svizzero 2,1%2,4%2,5%2,7%2,7%

a Abitanti e nazionalità: popolazione residente; lingua e religione: popolazione «presente».

b Compresi i cattolico-cristiani nel 1880 e nel 1900; dal 1950 cattolico-romani.

c Non appartenenti ad alcuna confessione o altra comunità religiosa.

d Censimenti delle aziende agricole 1996 e 2000.

Struttura demografica ed economica del canton Friburgo -  Censimenti federali; Historische Statistik der Schweiz; Ufficio federale di statistica

Dalla Preistoria alla fine dell'alto Medioevo

Dal Paleolitico al periodo di La Tène

L'accampamento maddaleniano (13'500 a.C. ca.) presso il lago di Lussy nel comune di  Châtel-Saint-Denis è il più antico sito conosciuto nel cantone (Maddaleniano, insediementi temporanei). Risalgono invece al Mesolitico (8200-5500 a.C.) il riparo sotto la falesia di Arconciel e tre siti ubicati nelle Prealpi, fra i 1000 e i 1500 m di altitudine, nelle valli del Petit-Mont e del Gros-Mont (comune Val-de-Charmey) e nella valle dell'Euschels (comune Jaun), dove sono state ritrovate stazioni di caccia e un riparo sotto roccia. Concentrazioni di microliti, rinvenute in occasione di prospezioni di superficie (Haut-Vully-Joressant, Noréaz-Seedorf) o durante scavi sistematici (Morat-Ober Prehl) attestano la presenza degli ultimi cacciatori-raccoglitori nomadi (economia di raccolta) nelle zone più basse (500-600 m).

In assenza di siti ben conservati, gli inizi dell'agricoltura (5500-4000 a.C.) rimangono poco conosciuti. A partire dal 4000 a.C. (Neolitico) le attestazioni si fanno più abbondanti grazie agli insediamenti d'altura (Düdingen-Schiffenen), ma soprattutto ai siti rivieraschi presso il lago di Neuchâtel (Delley e Portalban, Gletterens) e quello di Morat (Muntelier, Greng), che si sono ben conservati in ambiente umido (stazioni palafitticole). I litorali, abitati per un millennio e mezzo fin verso il 2450 a.C., furono abbandonati per parecchi secoli a seguito di un forte innalzamento del lago, provocato da un mutamento climatico. La mancanza di informazioni che ne deriva è parzialmente compensata dai risultati delle ricerche effettuate durante la costruzione dell'autostrada fra Morat e Yverdon sulle colline prospicienti i laghi. Di questo periodo iniziale dell'età del Bronzo (Bronzo antico e medio, 2300-1500 a.C.) si conoscono insediamenti di pianura (Ried, Morat-Blancherie) e d'altura (Ile d'Ogoz, Tentlingen). I riti funebri prevedevano inumazioni semplici a fossa durante il Bronzo antico (Enney, Broc), inumazioni o incinerazioni sotto tumulo nel Bronzo medio (Morat-Löwenberg, Châbles) e incinerazioni con collocamento dell'urna funeraria in piena terra nel Bronzo tardo (Vuadens). Alcuni ritrovamenti isolati sparsi in tutto il cantone completano la conoscenza talvolta lacunosa di quel periodo. Nel Bronzo finale (1100-800 ca.) i siti palafitticoli registrarono una nuova evoluzione e svilupparono un artigianato del bronzo di grande qualità. Non vi sono per contro notizie sui riti funebri delle stazioni litorali, poiché non ne sono state rinvenute le necropoli. Gli insediamenti lacustri vennero definitivamente abbandonati poco dopo l'850 a.C., di nuovo a causa dell'innalzamento dei laghi.

Alcuni decenni più tardi ebbe inizio la prima età del Ferro o cultura di Hallstatt (800-450 a.C.). Le conoscenze relative a questo periodo sono legate agli abitati rinvenuti durante la costruzione dell'autostrada A1 nella pianura della Broye, vicino a Estavayer-le-Lac, e ai corredi dei tumuli (sepolture a inumazione o a incinerazione sotto poggi), distribuiti sull'insieme del territorio cantonale (foresta del Galm, foresta di Châtillon, Düdingen, Bulle). I reperti documentano una sempre più marcata differenziazione sociale e un continuo rafforzamento del potere politico. Le ricchezze erano nelle mani di potenti personaggi che controllavano i circuiti commerciali (la via dello stagno percorreva verosimilmente la valle della Sarina) e si procuravano prodotti di lusso provenienti dall'area mediterranea. Gli insediamenti d'altura, probabilmente numerosi, non sono ancora stati studiati in maniera approfondita (Châtillon-sur-Glâne). Il pugnale in ferro di Estavayer-le-Lac e la fibula in bronzo di Font, di origine etrusca (Etruschi), sono reperti isolati di notevole fattura. Le fasi antica e media (450-200 a.C.) della cultura di La Tène (seconda età del Ferro) sono rappresentate dall'insediamento e dall'officina per la lavorazione del metallo (artigianato del metallo) di Sévaz, da diverse necropoli (Kerzers, Gempenach, Gumefens) e da tombe piatte contenenti gioielli (sepolture femminili, collare in oro di Châtonnaye) o armi (sepolture maschili). Non si sa quasi nulla dei riti funebri del periodo finale di La Tène (200-16 a.C.); il sito fortificato di Mont Vully, oggetto di numerose ricerche, potrebbe essere uno dei 12 oppida menzionati da Cesare nella Guerra Gallica.

Epoca romana

Nel corso dei primi secoli d.C., il territorio dell'attuale canton Friburgo, in particolare la regione della Broye, beneficiò per il suo sviluppo della vicinanza di Aventicum (Avenches). I suoi molteplici scambi con il capoluogo della civitas degli Elvezi, dal quale dipendeva a livello amministrativo, contribuirono ad assicurargli una rapida crescita economica. La regione fu inoltre favorita dall'importante asse di comunicazione Martigny-Vindonissa (via Vevey, Oron, Payerne, Avenches e Soletta), da quello secondario che collegava Avenches e Yverdon e da numerose strade vicinali. Il miglioramento della rete viaria (costruzione dei ponti di Haut-Vully e di Morens) favorì la romanizzazione del territorio.

Lungo questi assi stradali sorsero villae e agglomerati secondari, i vici. Marsens-Riaz (I-III secolo d.C.), unico vicus conosciuto, si trovava sulla strada della Sarina, all'imbocco dell'area alpina (Galloromani); dedito all'artigianato (specialmente alla lavorazione del ferro e in subordine a quella del bronzo), al commercio, all'agricoltura e all'allevamento, era sede del mercato regionale. Ospitava inoltre i viaggiatori e i pellegrini che frequentavano il tempio di tradizione celtica consacrato a Caturix (Celti), divinità degli Elvezi assimilata a quella romana di Marte. Analogamente a quelli di Estavayer-le-Gibloux e di Meyriez, questo santuario indigeno attesta la fedeltà della popolazione verso le credenze dei propri antenati nonostante la diffusione della religione romana e l'emergenza di culti esogeni (gli Dei egizi Iside e Arpocrate).

Mosaico che raffigura la venatio (caccia) risalente al periodo degli imperatori Severi (inizio III secolo d.C.), situato nella villa romana di Vallon (Service archéologique de l'Etat de Fribourg).
Mosaico che raffigura la venatio (caccia) risalente al periodo degli imperatori Severi (inizio III secolo d.C.), situato nella villa romana di Vallon (Service archéologique de l'Etat de Fribourg). […]

Nelle campagne, grandi complessi agricoli caratterizzarono sempre più il paesaggio a partire dai primi secoli d.C. Le villae, un centinaio, si svilupparono specialmente attorno ad Aventicum, spesso a detrimento dei boschi. Per la loro costruzione, e in particolare della parte residenziale (pars urbana), si privilegiavano i nuovi materiali quali la malta, la terracotta (fabbrica di laterizi a Courgevaux) e il vetro. L'importazione di pietre per il rivestimento degli edifici (calcare del Giura, marmo di varia provenienza), allora in pieno sviluppo, completò l'offerta dei giacimenti locali (cave di Châbles, Bösingen, Gruyères-Epagny; industria della pietra). Alcune villae erano veri e propri palazzi (Bösingen, Cormérod, Ferpicloz, Morat, Riaz). I loro mosaici (scene di caccia in un anfiteatro e Bacco che scopre Arianna addormentata a Vallon; Teseo contro il Minotauro a Cormérod), le pitture murali e i bronzi figurati (diversi frammenti di statua in bronzo di grandi dimensioni ad Arconciel) sono testimonianza della ricchezza di una minoranza. Nella parte adibita alle attività produttive (pars rustica) delle villae, caratterizzata da edifici più modesti, avevano sede le molteplici infrastrutture necessarie alla produzione – granai, stalle, fienili, fucine, cantine, affumicatoi, essiccatoi (Ursy) – e gli alloggi del personale di condizione libera o servile. Questi stabilimenti, veri e propri centri di romanizzazione, modificarono profondamente l'economia rurale grazie a una sistematica organizzazione delle campagne e delle attività agricole. I progressi agronomici resero possibile un maggior rendimento cerealicolo (introduzione della segale) e un miglioramento qualitativo del bestiame tramite la pratica selettiva. Vennero pure introdotte nuove varietà di alberi (noce, castagno).

Ai margini degli abitati si raggruppavano le necropoli, che talvolta presentavano caratteristiche particolari, come il recinto funerario di Arconciel o i mausolei di Domdidier e Vallon. Le pratiche di sepoltura mutarono nel tempo e all'incinerazione, prevalente durante i primi due secoli, subentrò l'inumazione. Dalla metà del III secolo d.C. il numero degli stabilimenti galloromani iniziò a diminuire. La crisi dell'Impero, i suoi mutamenti socio-economici e l'insicurezza provocata dalle incursioni germaniche (Germani) spiegano la decadenza della maggior parte dei siti.

Alto Medioevo

Le conoscenze relative alla storia del territorio friburghese nel periodo che va dalle invasioni degli Alemanni (275-277) e dalla partenza delle legioni romane (401) alla fondazione dell'abbazia di Hauterive (1138) e della città di Friburgo non sono molto approfondite, data la scarsità di testimonianze rinvenute. A Morat e a Vallon semplici costruzioni vennero erette nelle rovine delle grandi villae con materiale di recupero e legno. La presenza di numerose sepolture tra le rovine di epoca romana fa supporre che la popolazione galloromana continuasse ad abitare nei dintorni. Toponimi formati da curtis o -acum sono pure traccia di una continuità. Fino a oggi nessuno scavo archeologico ha permesso di provare che i Burgundi, stabilitisi in Sapaudia (regione del Lemano) nel 443, vivessero sul suolo friburghese. Se l'origine germanica di qualche individuo è confermata sul piano antropologico, le tombe presentano per contro un'unità culturale romana (visibile nei costumi) dall'Aar alla Borgogna e alla Franca Contea. Alemanni penetrarono a poco a poco nella regione dal VII/VIII secolo, germanizzando il nord est e bonificando il sud est del cantone; in alcuni casi attraversarono la Sarina.

Fibula discoidale in oro e fibule a forma di cavallo rinvenute nella tomba femminile 131 della necropoli merovingia di Riaz/Tronche-Bélon (Service archéologique de l'Etat de Fribourg).
Fibula discoidale in oro e fibule a forma di cavallo rinvenute nella tomba femminile 131 della necropoli merovingia di Riaz/Tronche-Bélon (Service archéologique de l'Etat de Fribourg).

Sebbene modesto, lo stile di vita del basso Impero sopravvisse nelle tradizioni galloromane; ciò creò le premesse per il consolidamento della cristianizzazione, le cui testimonianze si moltiplicano nel corso del VI secolo. Il cristianesimo si diffuse anche nelle campagne, probabilmente partendo da Avenches. La chiesa parrocchiale di Domdidier si sviluppò a partire da un edificio funebre nella necropoli romana situata lungo la grande strada di uscita di Aventicum. Da cappelle funerarie (Memoriae) del basso Impero ebbero origine le chiese di Vallon/Carignan, Lully e Font. I primi edifici religiosi di Tours (comune Montagny), Villaz-Saint-Pierre e Bösingen furono eretti in rovine di villae. A Riaz, nelle rovine del tempio romano, sorse un cimitero. A Carignan (comune Vallon) è attestato un battistero del basso Impero, ciò che pone il problema della relazione fra questa chiesa e la vicina sede episcopale di Avenches. La chiesa di Carignan e quelle primitive di Surpierre, Tours, Font e Treyvaux sono ubicate chiaramente al di fuori dei relativi villaggi. A Belfaux, invece, accanto alla chiesa (VI/VII secolo) e al cimitero si trovano edifici abitativi ed economici («case a fossa») del primo millennio. Le piante di queste chiese sono simili a quelle del resto della Svizzera romanda e ai castra del basso Impero situati lungo l'Aar e il Reno. L'esistenza di altre chiese primitive è deducibile sia dal nome del loro patrono sia dalle fonti; ciò però non aiuta a capire quale era l'organizzazione ecclesiastica dell'epoca. Là dove non furono costruite in necropoli merovinge, le chiese attirarono a sé i cimiteri, il che spiega l'abbandono degli antichi luoghi di sepoltura.

La maggior parte dei ritrovamenti archeologici risale all'epoca che segue l'annessione del primo regno di Borgogna da parte dei Franchi (534) e la creazione di un nuovo regno di Borgogna nel 561 (re Guntram); tombe contenenti armi, che ricordano più un'usanza franca che romana, riflettono forse questa situazione politica. I rari motivi cristiani non permettono alcuna deduzione sulla devozione dell'epoca. Ad eccezione degli edifici di Belfaux, dell'alto Medioevo, non si conosce alcun sito abitato.

Storia politica dal Medioevo alla fine del XVIII secolo

Strutture signorili ed ecclesiastiche

Secondo regno di Borgogna e Sacro Romano Impero

L'Impero carolingio fu di nuovo riunito sotto Carlo il Grosso. Dopo la sua morte (888), la Svizzera occidentale divenne parte di una nuova entità territoriale, il regno di Borgogna, creato dal guelfo Rodolfo I (Guelfi). I domini presso i quali soggiornavano i vassalli di Rodolfo si trovavano ai margini dell'attuale cantone (Font, Payerne, Cudrefin, Morat/Muntelier, Kerzers, Bümpliz, Lutry e Vevey), ma non nei territori situati fra la Sarina e la Glâne. Le delimitazioni dei differenti pagi («Paesi», in tedesco Gau), così come i territori amministrati dai conti non sono tuttavia per niente chiari. Il vescovo di Losanna, cui apparteneva l'intero territorio del futuro cantone, ricevette nel 1011 diritti di giustizia, di riscuotere tributi e di battere moneta nel «Paese» di Vaud. Riaz e Bulle (insediamento che forse succedette al vicus romano), così come Albeuve, erano anch'esse terre vescovili.

Dopo la morte di re Rodolfo III (1032), l'imperatore germanico Corrado II fece valere i propri diritti sul regno di Borgogna, che fu unito al Sacro Romano Impero da stretti vincoli. In questo modo, nel secolo successivo famiglie di lingua tedesca e forestiere acquisirono un notevole influsso sul futuro cantone: un von Lenzburg divenne vescovo di Losanna; Rudolf von Rheinfelden (Rodolfo di Svevia), duca di Svevia dal 1057, fu in quanto tale apparentemente incaricato di amministrare la Borgogna, e dispose quindi di beni e diritti legati a quella carica fino alla sua elezione ad anti-re nel 1077 (contro Enrico IV). Il vescovo di Losanna Burkhard von Oltigen (casato di conti originario della fortezza ubicata alla confluenza fra Sarina e Aar), fedele a Enrico IV, si oppose a Rudolf con vigore; come ricompensa, nel 1079 ricevette diritti e beni fra la Sarina, il Lemano e le Alpi, fra cui probabilmente anche Cugy e Morat. Nel 1082 il conte Cono, senza dubbio suo fratello, ottenne da Enrico IV, per iniziativa del vescovo, la fortezza e la signoria di Arconciel nell'Ohtlannden (la forma più antica del nome Uechtland). Il vescovo favorì inoltre l'ampliamento dei possedimenti di suo cognato, il conte Rinaldo II di Borgogna (marito di Regina von Oltigen), a est del Giura. Il figlio di quest'ultimo, Guglielmo II (o III a seconda della tradizione storiografica) detto il Tedesco, ereditò il ricco patrimonio di suo nonno Cono von Oltigen. Nei territori attorno alla Sarina e alla Glâne poté appoggiarsi sui signori di Glâne (de Glâne); quelli di Belp (von Belp-Montenach), futuri de Montagny, facevano parte del suo seguito. Nella parte meridionale del cantone apparvero il conte Wilerius (prima del 1085), della Gruyère, e un signore di Fruence (de Fruence, 1095). Antenati dei signori de Blonay rappresentavano probabilmente l'abbazia di Saint-Maurice ad Attalens. La casa di Savoia iniziò a esercitare la propria influenza nella regione partendo dall'alto Lemano: Umberto Biancamano, che nel 1032 si era schierato con l'imperatore Corrado II, si era stabilito nello Chablais. Il conte Geroldo di Ginevra si sottomise invece unicamente nel 1045, probabilmente solo a seguito di ampie concessioni imperiali, dando così il via all'influenza e ai domini della casa in tutta la Svizzera occidentale, fino alla regione del Vully.

Nell'ultimo quarto dell'XI secolo sorsero in zone dissodate ai confini dell'odierno cantone due priorati cluniacensi: Rougemont (dal 1073) e Rüeggisberg (1075 ca.). Quello di Münchenwiler fu offerto a Cluny nel 1080 in segno di espiazione. La ricostruzione dell'imponente chiesa abbaziale di Payerne, eseguita in quegli stessi anni, rese necessario l'impiego di risorse provenienti da territori divenuti friburghesi solo in seguito.

Sotto i von Zähringen

Nel 1127 il convento di Payerne fu teatro dell'assassinio del conte di Borgogna Guglielmo III (o IV a seconda della tradizione storiografica) detto il Bambino, figlio di Guglielmo II (o III a seconda della tradizione storiografica) e di Agnes von Zähringen, e del suo seguito, di cui facevano parte Pierre e Ulrich de Glâne. I candidati alla successione erano i membri del ramo cadetto della casa comitale di Borgogna e lo zio del giovane conte ucciso, il duca Konrad von Zähringen. Per i von Zähringen si trattava della seconda grande eredità in Borgogna. In effetti, già nel 1090, dopo la morte di Berchtold von Rheinfelden, figlio dell'anti-re Rodolfo, i suoi beni situati presso Burgdorf erano passati a sua sorella Agnes e al marito di quest'ultima, Berchtold II von Zähringen; ciò aveva anche costituito la premessa per l'alleanza matrimoniale con i conti di Borgogna, in precedenza avversari e vicini dei Rheinfelden.

Re Lotario III non si limitò a riconoscere le pretese degli Zähringen sull'eredità di Borgogna, ma nominò Konrad von Zähringen rettore (governatore) di Borgogna (dalla Saona fino al Mediterraneo). Konrad si scontrò tuttavia con l'opposizione del conte Amedeo di Ginevra a est del Giura. Dopo un combattimento – i cui tratti ricordavano il duello (strumento utilizzato per dirimere le controversie giudiziarie) – nel 1132 nei pressi di Payerne, perso da Amedeo, la mediazione di Bernardo da Chiaravalle portò a un accordo (1133): Konrad limitò il suo dominio alla regione dell'Aar, Amedeo conservò la propria supremazia più a ovest. Poco tempo dopo furono fondati i conventi cistercensi di Hautcrêt (1132/1143) e Hauterive (1134/1138); quest'ultimo sorse a seguito di una donazione di Guillaume de Glâne che, dopo gli avvenimenti del 1127 e 1132, rinunciò ai suoi possedimenti e divenne monaco (cistercensi). Attorno al 1136/1137 i premonstratensi fondarono Humilimont, in origine un doppio convento, promosso dai conti de Gruyère e dai signori de Corbières.

Nel 1152 si prospettò a Berchtold IV von Zähringen, figlio di Konrad (appena scomparso), la creazione di un proprio ducato: era stata pianificata una spedizione armata in Borgogna e in Provenza con Federico I Barbarossa, il nuovo re. Il progetto fallì in quanto Federico sposò la figlia dell'ultimo conte di Borgogna assicurandosi l'eredità; egli provvide comunque a risarcire i von Zähringen accordando loro l'investitura delle regalie nelle diocesi di Ginevra, Sion e Losanna. Berchtold IV non rinunciò tuttavia al proprio obiettivo, stabilire il proprio potere a est del Giura. Per questo motivo, nel 1157 fondò in un'ansa della Sarina la città di Friburgo.

Dalla città dei von Zähringen al cantone della Confederazione (1157-1481)

Con la fondazione della città Berchtold IV von Zähringen puntò su una regione, quella della Sarina, dalle possibilità inesplorate (mercato, vie di comunicazione, dissodamenti), rinunciando per contro a porsi in alternativa alle strutture politiche esistenti nelle regioni del Lemano e della Broye. Sicuramente trasse insegnamento dall'esempio del conte di Ginevra Amedeo I che, poco tempo prima, tentando di mettere piede a Losanna, iniziò a costruire una torre, ma dovette desistere di fronte alla resistenza del vescovo. Berchtold garantì a quest'ultimo e ai conventi di Hautcrêt e Hauterive che la fondazione di Friburgo non era diretta contro i loro interessi. Ancora prima del 1162 cedette al conte di Ginevra i diritti che deteneva in quella città, concentrando il proprio potere dove si sentiva più sicuro. La costruzione e la rapida crescita della città di Friburgo non furono possibili senza l'importante contributo dei proprietari fondiari della regione, sia di lingua francese sia di lingua tedesca. I diritti accordati ai cittadini spinsero questi proprietari a stabilirsi in città (borghesia), dove arrivarono anche commercianti e artigiani. Le lotte che si susseguirono attorno al 1200 – sollevamento borgognone contro il duca Berchtold V, guerra fra il conte di Ginevra e il vescovo di Losanna, faida fra i von Zähringen e il conte Tommaso di Savoia – causarono molti danni nella valle della Broye e nella Gruyère, ma sembra risparmiarono la città di Friburgo.

Le truppe di Berna e di Friburgo in marcia per una campagna militare contro la Savoia nel 1308; illustrazione della Spiezer Chronik (1485) di Diebold Schilling (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 149).
Le truppe di Berna e di Friburgo in marcia per una campagna militare contro la Savoia nel 1308; illustrazione della Spiezer Chronik (1485) di Diebold Schilling (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 149). […]

Dopo la morte di Berchtold V e l'estinzione della dinastia nel 1218, suo nipote Ulrich III von Kyburg (figlio di sua sorella) ne ereditò diritti e beni nella Svizzera occidentale. L'imperatore Federico II riprese per contro il rettorato di Borgogna e la città di Berna, costruita peraltro su territorio imperiale, in quanto gli Staufer non volevano che i von Kyburg divenissero troppo potenti. In questo modo la parte occidentale dei beni dei von Zähringen – e quindi anche Friburgo – fu separata dai territori di Burgdorf e Thun, creando un ulteriore motivo, oltre a quello legato alla vicinanza, di rivalità tra Berna e la città sulla Sarina. In occasione della lotta per il potere fra i sostenitori degli Staufer, il vescovo di Losanna e i conti di Ginevra e di Savoia, dal 1248 la città di Friburgo sostenne i suoi signori, i conti von Kyburg; ciò le valse la conferma del diritto civico (carta di franchigia o Handfeste) nel 1249 e l'autorizzazione di estendersi sulla riva destra della Sarina nel 1253 e 1254. Fra il 1251 e il 1255 la città sostenne una guerra contro Pietro II di Savoia, che aveva sottomesso la nobiltà dei dintorni (Gruyère, Aarberg/Arconciel, Montagny, Corbières, Englisberg) e le piazzeforti di Moudon, Romont e Payerne. Dopo la morte di Hartmann V von Kyburg nel 1263, la città si mise sotto la protezione del conte Rodolfo IV d'Asburgo, il futuro re di Germania; quest'ultimo e Pietro II di Savoia si disputarono l'eredità dei Kyburg nella cosiddetta guerra dei conti, durante la quale la città fu assediata senza successo nel 1266. I decenni successivi furono caratterizzati da un'alternanza di paci, faide e guerre; ne furono gli attori principali, ma non unici, gli Asburgo, i conti di Savoia e il loro ramo cadetto, i signori di Savoia-Vaud. Da allora la città di Friburgo cercò di stringere alleanze con le città vicine per garantire la sicurezza delle strade e procedimenti arbitrali in caso di conflitti; firmò trattati con Avenches (1239, 1270), Berna (forse già nel 1218, rinnovo nel 1243 e 1271), Morat (1245, 1293), Payerne (rinnovo nel 1249), Laupen (1250/1260, rinnovo nel 1294). Divenuto re, Rodolfo d'Asburgo impose nel 1277 agli indebitati eredi dei von Kyburg di vendere Friburgo ai suoi figli; dalla città condusse una lotta contro la casa di Savoia per difendere i diritti dell'Impero (con obiettivo l'assoggettamento di Arles), il controllo dei passi del Giura (Jougne, Faucille) e il dominio della propria casata nella Svizzera occidentale. Nel 1298 la città di Friburgo, Ludovico I di Savoia-Vaud e forse altri alleati promossero un attacco contro Berna; i motivi che li spinsero a questa azione, peraltro fallita con la sconfitta di Oberwangen, non sono chiari.

Malgrado le ulteriori sconfitte patite contro Berna nella guerra del Gümmenen (1331) e nella guerra di Laupen (1339), nel XIV secolo Friburgo riuscì a consolidare la propria posizione e a dominare ampiamente le piccole città vicine. L'esenzione dai tribunali dell'Impero fu accordata nel 1361. Nel 1363 l'arciduca Rodolfo IV d'Austria confermò i privilegi della città, conferendo loro anche una valenza imperiale. La città sviluppò il proprio dominio sui dintorni grazie ai signori più ricchi e acquistò l'Obersimmental e territori nel Seeland. Dopo la guerra di Sempach (1386) Friburgo dovette cedere queste acquisizioni a Berna: la fedeltà agli Asburgo, signori lontani, divenne uno svantaggio e Berna si sviluppò in una potenza regionale. Friburgo optò allora per una politica di amicizia nei confronti della città vicina: la comborghesia perpetua del 1403 privilegiò l'alleanza fra le due città, a scapito perfino dei rispettivi signori (imperatore, Asburgo). Nel 1405 Friburgo inviò soccorsi a Berna, colpita da un grande incendio. Nel 1412 firmò assieme a Berna e alla Savoia un trattato che segnò il suo distacco dall'Austria. Seguirono un'azione comune in Vallese (1414-1420), il sostegno per la conquista dell'Argovia austriaca (1415) e l'acquisto della signoria di Grasburg (1423), primo baliaggio comune delle due città. Lo sviluppo economico degli anni successivi consentì a Friburgo di imporre il proprio dominio sulle Anciennes Terres, in particolare attraverso l'acquisto dei feudi imperiali dei conti von Thierstein.

Friburgo cercò di mantenersi neutrale durante la Vecchia guerra di Zurigo (1436-1450); tuttavia si ritrovò coinvolta in un catastrofico conflitto, con Berna e la Savoia, che si inseriva in un contesto internazionale caratterizzato da una progressiva intensificazione di atti giuridici, soprusi e faide. Dopo la pace di Morat (1448), che le fu imposta, la città di Friburgo si trovò notevolmente indebolita sul piano finanziario, divisa al suo interno e confrontata con il sollevamento delle campagne, vittime delle tasse imposte per il finanziamento della guerra. Nemmeno l'intervento diretto, peraltro tardivo (1449), dell'arciduca Alberto VI riuscì a riportare la calma. Nel 1452 Friburgo si separò dalla casa d'Austria e si assoggettò a quella di Savoia, che le condonò i debiti di guerra e le ampliò le franchigie. Berna, che si sentì ingannata da questa rottura del patto da parte della Savoia, dapprima minacciò Friburgo di una nuova guerra, poi (1454) scelse di stabilire relazioni amichevoli rinnovando il trattato di comborghesia. Friburgo si avvicinò così ai Confederati, tanto da partecipare nel 1460 alla conquista della Turgovia. La lealtà nei confronti della Savoia fu messa a dura prova dai debiti non pagati e dalla creazione della signoria di Romont, che, appannaggio del conte Jacques de Romont, fratello del duca Amedeo IX, portò un vicino pericoloso ai confini di Friburgo. Quanto all'Austria, quest'ultima rinunciò definitivamente a Friburgo soltanto nel 1474 con la firma della pace perpetua.

Friburghesi e Bernesi di fronte a Estavayer durante le guerre di Borgogna nell'ottobre del 1475. Illustrazione nella copia della Eidgenössische Chronik di Werner Schodeler, realizzata nel 1572 da Christoph Silberysen (Aargauer Kantonsbibliothek, Aarau, MsWettF 16: 2, fol. 130r; e-codices).
Friburghesi e Bernesi di fronte a Estavayer durante le guerre di Borgogna nell'ottobre del 1475. Illustrazione nella copia della Eidgenössische Chronik di Werner Schodeler, realizzata nel 1572 da Christoph Silberysen (Aargauer Kantonsbibliothek, Aarau, MsWettF 16: 2, fol. 130r; e-codices). […]

Nelle guerre di Borgogna l'interesse di Friburgo non era né di divenire avversario di Berna, né di vedere vincere Carlo il Temerario. Malgrado l'inclinazione linguistica e culturale della classe dirigente verso i Paesi «latini», la città scelse Berna contro la Savoia e la Borgogna. I sudditi del conte de Gruyère si unirono a Friburgo, così come le località di Bulle, Riaz e La Roche, di proprietà vescovile; sebbene vassallo del duca di Savoia, il conte de Gruyère agì allo stesso modo. La vittoria di Morat (battaglia di Morat, 22.6.1476) fu preceduta da azioni nella regione dell'alto Lemano alle quali prese parte un numero importante di uomini di Friburgo e della Gruyère. Nel 1477 la duchessa Iolanda di Savoia rinunciò ai propri diritti su Friburgo, che dunque ottenne l'immediatezza imperiale. Nel 1481, in occasione della convenzione di Stans, Friburgo poté così aderire alla Confederazione grazie al sostegno di Berna e nonostante l'opposizione dei cantoni rurali. Non ottenne tuttavia i medesimi diritti dei cantoni più vecchi: non poteva concludere alleanze senza l'assenso dei Confederati e non beneficiava in maniera incondizionata del loro sostegno militare nel caso in cui fosse stato attaccato (Soletta venne ammesso alle stesse condizioni).

Comune e formazione territoriale

I diritti civici, che il duca Berchtold IV von Zähringen accordò alla città in occasione della sua fondazione, non sono stati conservati, ma costituiscono probabilmente il nucleo della Handfeste confermata nel 1249 da Hartmann IV e Hartmann V von Kyburg, in un'epoca di espansione urbana e di sviluppo economico. Secondo quel documento, i cittadini avevano il diritto di scegliere in particolare lo scoltetto e il parroco, diritto che venne loro momentaneamente levato dagli Asburgo dal 1289 al 1308. Lo scoltetto era alla testa di 24 giurati, che costituivano il Piccolo Consiglio. Secondo un'ordinanza che la città promulgò nel 1347, le cariche di scoltetto, tesoriere, borgomastro (responsabile della polizia), membro del Piccolo Consiglio e membro del Consiglio dei Duecento (Gran Consiglio) andavano ridefinite annualmente il giorno di S. Giovanni Battista (24 giugno). Le elezioni erano preparate dai tre alfieri la domenica precedente (chiamata in seguito «domenica segreta» o Heimlicher Sonntag); ogni alfiere, che stava alla testa di uno degli allora tre quartieri della città, doveva riunire 20 cittadini, dunque 60 persone in totale (futuro Consiglio dei Sessanta). Un'ordinanza del 1392 conferì inoltre agli alfieri il potere di convocare i partecipanti all'assemblea dei cittadini, la vigilia del 24 giugno; luogo di riunione dell'assemblea fu dapprima la chiesa di Nostra Signora, poi dal 1404 quella dei francescani. L'evoluzione costituzionale culminò nella Lettera degli alfieri (1404), che escluse da questa carica la nobiltà a favore della «gente comune» (gent de commun). Il documento, sul quale i cittadini giuravano ogni anno il 24 giugno, affidava nel 1406 l'amministrazione delle Anciennes Terres agli alfieri, divenuti quattro a seguito dell'aggiunta del quartiere della Neuveville a quelli precedenti del Bourg, dell'Auge e dell'Hôpital; alfieri che erano anche i capi della milizia. Questo testo, che nel 1407 fu completato dal divieto assoluto di insurrezione, restò in vigore fino al termine dell'ancien régime.

Fino alla fine del Medioevo il Piccolo Consiglio fu anche il tribunale superiore e le sue prerogative si svilupparono a scapito di altri organi di giustizia. Nella seconda metà del XIV secolo Friburgo, così come le altre terre degli Asburgo, fu esentata dalla giustizia dell'Impero; all'inizio del XV secolo non dipendeva più dalla giustizia ecclesiastica (officialità) salvo che per le cause matrimoniali e l'eresia. Tuttavia, stando al «Libro nero», alla fine del XV secolo il tribunale del Consiglio si esprimeva anche sui casi di blasfemia, sodomia ed eresia (stregoneria). Il diritto civico era applicato anche nelle Anciennes Terres; Morat, Estavayer-le-Lac e Bulle seguivano invece le consuetudini (coutume) di Losanna, la parte restante dell'attuale cantone (Broye, Veveyse e Gruyère) quelle di Moudon. Tribunali nei baliaggi furono istituiti solo all'inizio del XVI secolo. Nell'ambito del diritto penale, nel 1541 fu adottata la Carolina.

Durante il lungo dominio asburgico sulla città (1277-1452), Friburgo godette de facto dello statuto di città dell'Impero, anche perché l'interesse degli Asburgo si focalizzò più a est. Solamente quando l'Austria anteriore ritornò al centro della politica asburgica, fu nuovamente necessario ricorrere alla conferma degli scoltetti eletti (1436, 1439). Nel 1442 l'imperatore Federico III, un Asburgo, visitò la città.

Sviluppo territoriale di Friburgo fino al 1555
Sviluppo territoriale di Friburgo fino al 1555 […]

Lo statuto di città soggetta e la rivalità con Berna impedirono l'espansione territoriale di Friburgo. Le prime acquisizioni nel Simmental e nel Seeland (Laubegg e Mannenberg, Nidau, Büren e l'Inselgau, 1378-1382) dovettero essere cedute a Berna nel 1398 dopo la guerra di Sempach (1386-1388). Nella prima metà del XV secolo Friburgo riuscì a inglobare unicamente le Anciennes Terres grazie all'acquisto dei feudi dei von Thierstein (1418 e 1442) e a riprendere la signoria di Grasburg con Berna (1423); per costituire un territorio soggetto dovette invece attendere le guerre di Borgogna, quando conquistò – da sola – le signorie di Everdes e Arconciel-Illens (con Plaffeien), e – con Berna – Morat, Grandson, Echallens e Orbe, futuri baliaggi comuni. Friburgo acquistò inoltre Montagny (1478), Pont (1483), Estavayer (un terzo, 1488), Jaun (1502/1504), Wallenbuch (1505-1521), Font (1520) e Corserey (1526). Durante la conquista del Paese di Vaud nel 1536, Friburgo entrò in possesso di Estavayer, La Molière, Vallon, Delley, Saint-Aubin e Surpierre, Romont, Rue, Châtel-Saint-Denis, Attalens e Bossonnens, Vaulruz e Vuippens; a differenza di Berna, però, non arrivò al Lemano. Nel 1537 fu poi il turno di La Roche, Riaz, Bulle e Albeuve, possedimenti vescovili, che in questo modo rimasero cattolici (cattolicesimo). Infine, nel 1555, in occasione del fallimento dell'ultimo conte de Gruyère, acquisì il territorio di Montbovon fino a La Tour-de-Trême. La rivalità con Berna costrinse Friburgo a guardare a ovest e a sud per estendere i propri territori; paradossalmente però acquisì i baliaggi francofoni solo dopo la sua entrata nella Confederazione e dopo avere scelto il tedesco quale lingua ufficiale.

Dal XIII secolo la posizione geografica fra Berna e la Savoia portò Friburgo a essere implicata in numerosi conflitti. La situazione poco chiara in cui la città si era venuta a trovare dopo la scomparsa dei von Zähringen nel 1218 si chiarì in via definitiva solo dopo la fine del suo assoggettamento a un signore e l'entrata nella Confederazione.

Stato, governo e amministrazione nell'ancien régime

Al momento della Riforma, il giovane canton Friburgo (nato nel 1481) decise di rimanere fedele alla confessione cattolica. Questa scelta influenzò la sua storia per diversi secoli. L'ancien régime friburghese può essere suddiviso in due fasi: alle turbolenze e ai mutamenti del XVI secolo, generati dai fermenti del Rinascimento e dalle reazioni alla Riforma (1524-1602), fece seguito il lungo periodo di stasi del regime patriziale (1602-1798, patriziato cittadino).

La Controriforma (1524-1602)

Come in altri Paesi cattolici, anche a Friburgo è necessario distinguere fra la Controriforma, intesa come strategia politica adottata dalle autorità per fronteggiare la nuova fede, e la Riforma cattolica, ossia l'insieme dei provvedimenti presi dalle istanze civili ed ecclesiastiche nell'ambito propriamente religioso. Questi due «movimenti» si influenzarono in maniera evidente nonostante le loro specificità.

Vessillo friburghese di Giulio II. Stoffa damascata di fabbricazione italiana con decorazione a melograno e quarti franchi ornati di seta, fili d'oro e di argento, 1512 © Musée d'art et d'histoire Fribourg.
Vessillo friburghese di Giulio II. Stoffa damascata di fabbricazione italiana con decorazione a melograno e quarti franchi ornati di seta, fili d'oro e di argento, 1512 © Musée d'art et d'histoire Fribourg. […]

La Controriforma friburghese, che instaurò un cattolicesimo di Stato, sorprende per la sua precocità. Non appena venne a conoscenza della bolla con cui Roma decretava la scomunica di Lutero (1521), Friburgo decise di bandire chiunque osasse citare il Riformatore. Poi, sulla scia delle Diete federali del 1522 e del 1524 (la prima aveva condannato Zwingli e le «innovazioni» di Zurigo, la seconda sancito la fedeltà all'antica dottrina) e nonostante la presenza al suo interno sia di partigiani sia di avversari della Riforma, Friburgo prese un provvedimento d'eccezione: nel 1524 il governo impose la professione di fede cattolica all'intera popolazione del cantone, costringendo all'esilio chi si rifiutava. Mentre la Riforma progrediva in Svizzera e in Europa, la professione di fede fu ripetuta in ogni parrocchia del cantone per tutto il secolo e anche oltre, talvolta assumendo un carattere particolarmente solenne: nel 1542, ad esempio, la classe politica giurò per appello nominale nella collegiata di S. Nicola di mantenere la «vera fede cristiana».

Dai documenti e dalle testimonianze non è possibile evincere quali furono i motivi che spinsero Friburgo a reagire in maniera così rapida e determinata, ancora prima che i vicini bernesi, neocastellani (Neuchâtel) e vodesi avessero adottato la nuova fede. Si può tuttavia ipotizzare che i dirigenti friburghesi precorressero gli eventi e puntassero al mantenimento di quella situazione perché era nel loro interesse. All'inizio del XVI secolo, Friburgo intratteneva stretti legami politici con il papato, che perdurarono anche dopo la morte degli artefici di tali relazioni privilegiate, Giulio II (1513) e lo scoltetto Peter Falck (1519). Entrato da poco tempo nella Confederazione, Friburgo si sentiva inoltre obbligato a fornire un pegno di lealtà. Oltre a ciò, non di rado il potere temporale sconfinava nel potere spirituale, nel caso specifico in quello del vescovo di Losanna. Bisogna infine considerare il valore che aveva il servizio militare all'estero (servizio mercenario); avversato da Zwingli, che ne caldeggiava l'abolizione perché lo considerava puro e semplice mercenariato, aveva una particolare importanza economica per Friburgo, un cantone che vedeva la propria industria tessile in declino (lana).

Mentre la politica interna del cantone era segnata da un'attiva opposizione alla Riforma, quella esterna era caratterizzata da una resistenza passiva. La linea di condotta del governo nelle relazioni di vicinato si basava su due principi: la coesistenza con Berna e, di conseguenza, la non ingerenza reciproca negli affari interni. Il rispetto di queste regole da entrambe le parti spiega non solo la fermezza con cui Friburgo poté applicare la politica religiosa al suo interno, appellandosi dal 1555 (Dieta di Augusta) al principio imperiale secondo cui era il sovrano a stabilire la religione praticata sul territorio (cuius regio, eius religio), ma spiega anche l'assenza di conflitti armati fra le due città e la neutralità di Friburgo nelle guerre di religione in Svizzera. Il sistema medievale delle comborghesie prevalse sull'antagonismo confessionale del XVI secolo.

In effetti il trattato di comborghesia concluso nel 1403 tra Friburgo e Berna non venne mai formalmente denunciato. La sua estensione a Ginevra nel 1526 venne confermata nel 1530, quindi dopo l'adesione ufficiale di Berna alla Riforma (1528). Dato che Ginevra costituiva, sia come mercato sia come luogo di transito, un caposaldo della politica commerciale di Friburgo e Berna, ai due Paesi premeva che il prezioso alleato non cadesse in mano alla Savoia o alla Francia. Da questo comune interesse nacque l'unità d'intenti che sfociò, nel 1536, nell'occupazione militare congiunta del Paese di Vaud e nella ripartizione fra i due cantoni delle terre così conquistate, come pure nella suddivisione della contea della Gruyère (1555).

Per Friburgo il risultato fu paradossale, poiché se da una parte ampliò considerevolmente il proprio territorio, dall'altra si ritrovò completamente circondato dal canton Berna, che da quel momento si estese fino alle sponde del Lemano. Questa situazione, che faceva di Friburgo un'isola sia sul piano geografico sia su quello confessionale, caratterizzò la storia friburghese dal 1536 al 1798, facendo sorgere fra i suoi dirigenti una mentalità da assediati che spiega la febbrile politica religiosa perseguita nel XVI secolo. Sul piano diplomatico, la strategia di Friburgo consisteva nel dissuadere Berna da qualsiasi velleità di aggressione intessendo stretti legami con il mondo cattolico europeo. Friburgo ospitò così nel 1564 il rinnovo dell'alleanza del 1521 fra gli Svizzeri e il re di Francia (alleanze), dopo che già nel 1516 era stata la sede in cui era stata conclusa la pace perpetua fra i cantoni e Francesco I. Dopo la Notte di S. Bartolomeo (1572) la tensione in Svizzera crebbe in misura notevole, giungendo al culmine negli anni successivi, segnati dall'alleanza di Friburgo con la Savoia (1578), la Lega d'oro (1586) e la Spagna (1588). L'apertura nel 1579 di una nunziatura permanente a Lucerna, attiva anche a Friburgo, aggravò la situazione. In seguito, l'atteggiamento neutrale di Friburgo nel conflitto fra Berna e la Savoia (1589-1590) e il rinnovo dell'alleanza francese (1602) poco dopo l'editto di Nantes (1598) avviarono gradualmente un processo di distensione, auspicata da una maggioranza di moderati e ostacolata fino a quel momento dai fautori dell'alleanza spagnola.

L'ancien régime (1602-1798)

Gli imperativi politici generati dalla divisione confessionale del XVI secolo favorirono nel XVII e XVIII secolo la concentrazione del potere nelle mani del patriziato e l'affermazione dell'assolutismo, dando vita a un processo che a Friburgo fu particolarmente evidente.

Grazie ai provvedimenti emanati per arginare la Riforma, il patriziato cittadino, le cui radici affondavano nel Medioevo (Lettera degli alfieri del 1404), si trasformò all'inizio del XVI secolo in una «vigorosa oligarchia» (Gaston Castella). Nel 1542 venne istituito il Consiglio segreto, organo incaricato di vigilare sulla sicurezza dello Stato e composto, ispirandosi probabilmente al modello veneziano del Consiglio dei Dieci, da una decina di membri. I quattro alfieri, che vi occupavano un ruolo centrale, presiedevano anche un altro organo, presto divenuto simbolo dell'assolutismo, la cosiddetta Camera segreta. Figlia della Controriforma, essa poteva esercitare una sorta di «censura» (chiamata grabeau in francese e Pittlung in tedesco) nei confronti della vita pubblica e privata dei magistrati. Questo temuto strumento inquisitoriale permetteva di vigilare sulle nuove idee e di prevenirne la diffusione.

Famiglie dominanti a Friburgo nel 1763
Famiglie dominanti a Friburgo nel 1763 […]
Il sistema politico di Friburgo durante l'ancien régime
Il sistema politico di Friburgo durante l'ancien régime […]

Il regime patriziale assunse carattere istituzionale nel 1627, quando i «cittadini segreti» si riservarono il diritto di eleggibilità nei pubblici uffici. Nel 1684 la chiusura pressoché totale dell'accesso alla cittadinanza fece sì che l'esercizio del potere venisse limitato alle 77 famiglie cosiddette regnanti (regimentsfähig). Il numero di quelle rappresentate nel Piccolo Consiglio passò da 64 (1490-1520) a 32 (1700-1730). L'apatia quantomeno apparente dei «cittadini comuni» avallava l'ordine costituito. Quanto alle rivalità fra nobili e patrizi in seno ai Consigli, esse non diedero origine a dinamiche riformatrici di rilievo. Solo i disordini del 1781-1783 (affare Chenaux) testimoniano l'ascesa di forze sociali mosse da serie ambizioni politiche.

Il patriziato, che giustificava la propria autorità richiamandosi alla volontà divina, governava secondo il concetto assolutista «tutto per il popolo, niente dal popolo». L'unica prerogativa importante che condivideva con i cittadini comuni era il diritto ancestrale di eleggere lo scoltetto, il borgomastro e il parroco della città. In ambito religioso, il popolo non venne mai consultato, nemmeno all'apice della crisi del XVI secolo: a Friburgo non si tenne alcuna disputa teologica e le professioni di fede furono imposte d'autorità. Si rinunciò allo scrutinio popolare anche nel 1600, quando fu introdotto il Codice di Friburgo (Municipale), importante strumento di unificazione giuridica e amministrativa (amministrazione) che lentamente prese il posto dell'intricato insieme di libertà, franchigie e immunità medievali.

Amministrazione territoriale di Friburgo nel XVIII secolo
Amministrazione territoriale di Friburgo nel XVIII secolo […]

Sovrano dal 1536 e dal 1555 di un territorio ricco di signorie savoiarde, episcopali e comitali, Friburgo riorganizzò il suo territorio in 19 baliaggi, cercando attraverso una politica di centralizzazione di farne un insieme coerente. Nel XVIII secolo, l'Illuminismo del patriziato cittadino, guidato dal barone François-Joseph-Nicolas d'Alt de Tieffenthal, accentuò questa tendenza alla razionalizzazione che mirava a trasformare il cantone in uno Stato moderno. Il rovescio della medaglia furono la sovrabbondanza di personale amministrativo, il peso crescente della fiscalità, l'interventismo pignolo e talvolta maldestro del potere centrale. Nei comuni e nelle parrocchie, gelosi della loro autonomia, la fitta rete di controllo, le delazioni e gli inevitabili abusi suscitarono un movimento di resistenza che non fu estraneo ai torbidi del 1781.

Quando nel maggio del 1781 la città di Friburgo, centro nevralgico di tutti i poteri (politico, ecclesiastico, economico e culturale), fu improvvisamente assediata dagli insorti delle campagne, Berna accorse subito in suo aiuto. Questo atteggiamento evidenzia la solidarietà che legava i patriziati delle due Repubbliche urbane, cementatasi in occasione della guerra dei contadini del 1653, quando le milizie friburghesi combatterono sotto comando bernese. Una sottomissione di questo genere può spiegare la neutralità di Friburgo nella prima e nella seconda guerra di Villmergen (1656 e 1712), durante le quali Berna fu uno dei protagonisti principali. Poste sotto la responsabilità di un Consiglio di guerra a partire dalla fine del XVI secolo, le truppe friburghesi furono riorganizzate a più riprese, in particolare nel 1611, 1631, 1668, 1670 (in conformità al Defensionale di Wil) e 1746. Alla fine dell'ancien régime, Friburgo disponeva di un effettivo di ca. 12'000 uomini.

Potenza di media grandezza in seno al Corpo elvetico, Friburgo praticò una politica di coesione, che lo portò ad esempio nel 1656 e nel 1712 a ricorrere con successo al sistema della mediazione federale per riportare la pace fra cattolici e protestanti (protestantesimo). In entrambi i casi, la politica di neutralità attiva della diplomazia friburghese si rivelò pagante, suscitando l'ammirazione degli osservatori contemporanei. Friburgo aiutò Berna a creare nello spazio elvetico una situazione di stabilità, che nel corso dei decenni trasformò in coesistenza pacifica il clima di guerra fredda formatosi con il Trücklibund (1715). Dalla metà del XVIII secolo (nel 1749, durante la congiura di Henzi, Friburgo diede il proprio appoggio a Berna), le relazioni fra le due città-Stato si intensificarono di molto, come attesta il crescente volume della corrispondenza diplomatica.

Il realismo politico di Friburgo si manifestò anche nelle relazioni che la città e Repubblica intratteneva con le cancellerie europee. La stipulazione di trattati e accordi di ogni genere con i governi cattolici di Austria, Spagna, Francia, Genova, Stato della Chiesa, Sardegna, Savoia e Venezia puntò innanzitutto a compensare il suo isolamento confessionale e la sua posizione di satellite rispetto a Berna. Friburgo optò dunque per una strategia di doppia lealtà, determinata da una parte dal suo attaccamento al cattolicesimo, dall'altra dagli antichi legami con il suo vicino bernese passato alla Riforma. Fra i diversi Stati europei, la Francia, alleata perpetua degli Svizzeri e grande potenza continentale, era quella che meglio si prestava alla realizzazione degli obiettivi friburghesi: la politica regia – definita a Friburgo nel 1516 e da allora rimasta inalterata – consisteva proprio nel garantire l'integrità del Corpo elvetico e dei suoi membri. Tutto sommato, è all'influenza francese che Friburgo dovette il successo della sua politica di sicurezza.

Società, economia e cultura fino al XVIII secolo

Insediamento e popolazione

Medioevo

Nell'antichità le migliori superfici coltivate del distretto della Broye e della zona delle colline situate fra il lago di Morat e la Sarina facevano parte del retroterra di Aventicum. Lungo le rive della Sarina e della Glâne e nell'alta valle della Broye si trovavano villae fino a 750 m di altitudine, a volte anche più in alto. La densità di insediamento era più bassa nella parte superiore del distretto della Sense e l'altopiano situato a sud ovest del cantone. Fra il III e il VI secolo la superficie abitata e costruita probabilmente diminuì; i cronisti, il vescovo Mario di Avenches e Fredegario, segnalano inondazioni. Case signorili furono abbandonate e non vennero più sostituite, mentre altrove le vestigia delle villae diedero poi origine a frazioni medievali. Le condizioni pedologiche e climatiche si riflettono nei due tipi di insediamento che caratterizzarono il paesaggio friburghese dalla fine del Medioevo: villaggi nelle regioni colonizzate al più tardi in epoca romana e insediamenti sparsi, a volte riuniti in frazioni, in quelle colonizzate dalla fine del Medioevo. Quanto alle infrastrutture, gli insediamenti ospitavano forni, mulini e talvolta fucine. Non vi sono fonti che indicano quali fossero gli stili di vita delle famiglie contadine friburghesi (contadini) prima della fine del pieno Medioevo; la stessa considerazione vale anche per le abitazioni delle famiglie nobili quali i de Gruyère, i de Glâne o i de Corbières (nobiltà). Per analogia a quanto si conosce delle regioni vicine, si può supporre che venissero costruiti edifici in legno o con travature a traliccio su terreni scoscesi, protetti da fossati e palizzate. Le costruzioni in pietra e malta erano riservate alle chiese.

La situazione cambiò a partire dal XII secolo. Sorsero fortezze, costruite dalle famiglie al servizio dell'alta nobiltà o dei conventi o dai ricchi proprietari in possesso di un proprio cavallo da monta. Attorno al 1200 erano presenti più di 80 famiglie di cavalieri ed era attestata una settantina di fortezze. Questa evoluzione era legata allo sviluppo delle zone coltivabili, ottenuto attraverso un maggiore utilizzo delle terre già a disposizione e lo sfruttamento di zone boschive fino ad allora poco o per niente considerate. La penetrazione nelle foreste si riflette nei toponimi dei villaggi della valle della Gérine, in cui si succedono, da valle a monte, le località di Giffers (francese Chevrilles, cioè caprilia, pascolo di capre), Plasselb (plana silva, foresta piatta), Plaffeien (francese Planfayon, cioè plana fageta, faggeto piano). Riet e Essert, due termini che indicano una zona bonificata, sono contenuti in 46 rispettivamente 286 toponimi. Questo processo fu favorito in misura importante dai nuovi conventi, fondati in due ondate attorno agli anni 1080 e 1135.

Numerose famiglie si dividevano il potere sulle terre e gli uomini di questi territori, allo stesso tempo limitati e densamente popolati. Un gran numero di città nuove sorse tra il 1150 e il 1325 nella media valle della Sarina. Molte di loro ebbero vita breve: la loro collocazione, la mancanza di infrastrutture, statuti giuridici sfavorevoli e, non da ultimo, la peste attorno al 1350 portarono a una ristrutturazione della rete urbana. Le uniche città che sopravvissero furono Friburgo, Bulle e Gruyères; Corbières, Vuippens, Vaulruz e La Tour-de-Trême divennero villaggi, mentre Arconciel, Pont-en-Ogoz e Montsalvens furono abbandonate. Morat riuscì a far fronte alla vicinanza di Avenches e Payerne, così come fece Romont con Lucens e Moudon; Rue e Châtel-Saint-Denis, quest'ultima fondata nel 1296 in sostituzione di Fruence, rimasero piuttosto modeste; Estavayer-le-Lac si sviluppò partendo da un piccolo nucleo fortificato (borgo).

Prospettiva della tenuta di Greng. Disegno acquerellato dell'architetto Charles de Castella, 1786 (Bibliothèque cantonale et universitaire Fribourg, Ms. L 1943/2).
Prospettiva della tenuta di Greng. Disegno acquerellato dell'architetto Charles de Castella, 1786 (Bibliothèque cantonale et universitaire Fribourg, Ms. L 1943/2). […]

Dal XVI al XVIII secolo nuove superfici (Schwand, Ciernes) furono bonificate nelle Prealpi, divenendo prati a fieno o da pascolo. Opere di dissodamento furono intraprese anche nelle altre regioni per favorire l'insediamento di artigiani e piccoli contadini, ai quali spesso venivano concesse parcelle nei beni comuni. A partire dal 1600 ca. il patriziato cittadino fece erigere sempre più spesso proprie residenze nei dintorni della città di Friburgo; come la villa romana o la curtis altomedievale, esse riunivano la casa padronale, quella del contadino, le stalle, i granai e il forno, e talvolta anche una cappella con la tomba di famiglia.

Sulla base delle scarse informazioni disponibili è difficile poter dire quante persone abitavano a Friburgo in quel tempo. Alcuni dati sul numero dei fuochi sono contenuti negli atti delle visite pastorali della diocesi di Losanna (1416-1417 e 1453); esistono inoltre indicazioni relative alle imposte riscosse per l'acquisto di Nidau (1387) e della Gruyère (1555), censimenti regionali per gli anni 1444, 1447 e 1448, e un registro delle imposte del 1445. Nicolas Morard stimò la popolazione friburghese all'interno degli odierni confini cantonali attorno alle 44'000 unità attorno al 1300, equivalente a una densità di 30 abitanti/km2. A seguito della grande mortalità del XIV secolo, fra il 1420 e il 1450 la popolazione dovrebbe essersi aggirata attorno ai 28'000 abitanti (densità di 19 abitanti/km2); tale diminuzione dovrebbe essere stata meno drastica nella Gruyère.

Epoca moderna

Nonostante la scarsità delle fonti, è opinione generalmente condivisa che dal 1500 al 1800 l'evoluzione demografica del cantone rispecchiò a grandi linee quella del resto della Svizzera; la tendenziale crescita della popolazione era ostacolata dalle epidemie, dalle carestie e dal flusso pressoché continuo dell'emigrazione civile e militare. È inoltre verosimile che la città di Friburgo (5800 abitanti nel 1445, compresi 546 contadini rifugiati in città, 5117 nel 1798) non seguì la tendenza alla crescita del cantone. I demografi concordano infine nell'affermare che l'incremento conobbe un'accelerazione alla fine del XVIII secolo, e stimano la popolazione del cantone, all'interno dei suoi confini odierni, a 61'000 abitanti nel 1785, 66'000 nel 1798 e 74'000 nel 1811. Nel 1798 nemmeno la densità demografica del cantone (41 abitanti per km2) si discostava dalla media svizzera. Raffrontato agli attuali 26 cantoni e semicantoni, nel 1798 Friburgo si collocava al decimo rango per numero di abitanti (il dodicesimo nel 2000). La sua capitale occupava nel 1798 il nono rango fra le 20 città svizzere con più di 2000 abitanti.

I comportamenti demografici – natalità, fecondità, nuzialità, mortalità – variavano a seconda della regione. Mentre a Charmey, borgo cattolico di montagna, nascevano in media sei bambini per ogni famiglia cosiddetta completa (1761-1875), a Vully, parrocchia riformata dell'Altopiano, ne venivano alla luce soltanto quattro (1750-1875). Qui l'intervallo fra due nascite era più lungo che a Charmey, a riprova di una maggior diffusione delle pratiche malthusiane fra i riformati che non presso i cattolici (maltusianesimo). Un forte aumento della natalità si verificò a Charmey alla fine del XVIII secolo, forse favorito dalla maggiore prosperità. Il miglioramento delle condizioni di vita originò un certo mitigamento dei costumi; la quota di nascite illegittime si attestò al 7%, tasso invero superato dalla città di Friburgo (8% per il periodo 1780-1805). Nell'insieme del cantone, il matrimonio avveniva piuttosto tardi: a 26 anni per le donne, a 29 per gli uomini. La speranza di vita alla nascita (38 anni a Charmey e 34,5 a Vully) corrispondeva ai parametri europei.

Economia

Economia medievale

La cerealicoltura praticata in base al sistema di avvicendamento triennale delle colture dominò nel Medioevo in tutto lo spazio friburghese, anche nelle regioni prealpine oggi dedite all'economia lattiera. I pascoli alpini erano allora riservati alle pecore (alpeggiatura, ovini). La viticoltura, oggi limitata alle regioni del Mont Vully e di Cheyres, era allora un po' più estesa; i Friburghesi possedevano inoltre numerosi vigneti a Lavaux. L'approvvigionamento di legna, carbone di legna e corteccia per le concerie (concia) fu ampiamente assicurata per tutto il Medioevo. Dal XII secolo la crescita delle rendite agricole permise una migliore ripartizione del lavoro. Gli uomini liberi divenuti cavalieri, i ministeriali e numerosi ecclesiastici – compresi i cistercensi, fino ad allora molto attivi – abbandonarono l'attività agricola. Crebbe inoltre il numero di artigiani della costruzione, impegnati nei numerosi cantieri (fortezze, chiese, conventi, opere di fortificazione, ponti, case private per cittadini) sia nella preparazione della materia prima sia nei lavori di costruzione veri e propri. Fabbri, cordai e carradori trassero anch'essi profitto da questa situazione. Molte attività in precedenza praticate nelle famiglie divennero artigianali e furono spostate nelle località di mercato (mugnai, panettieri, macellai).

La concia e la tessitura di panni (lana), rami ai quali Friburgo dovette il proprio sviluppo nel tardo Medioevo, si basavano sull'allevamento generalizzato delle pecore; quest'ultimo, a sua volta, dipendeva dalla collaborazione tra fornitori di capitali proprietari di greggi e detentori di pascoli o di diritti di pascolo. Per questo motivo gli interessi territoriali di Friburgo erano orientati verso i pascoli invernali ai bordi dell'Aar e verso quelli estivi dell'Obersimmental. Nel 1356-1357 i conciatori trattarono complessivamente 20'000 pelli, di cui un terzo fu esportato nella Renania. La tessitura di panni, in città come in campagna, si concentrò inizialmente sul solo mercato interno, divenendo un settore di esportazione dopo la metà del XIV secolo. Per migliorare la qualità della lana locale, furono importate pecore dal pelo più fine e lana dalla Borgogna. I migliori tessuti, follati ancora senza l'ausilio delle macchine, erano controllati dalle autorità e muniti di un sigillo. Nel 1434 fu raggiunta la massima produzione di questa industria, con 14'000 drappi sigillati. Attorno alla metà del XV secolo la lavorazione di panni e cuoio impiegava fra le 2500 e le 3000 persone, cioè la metà o poco più della popolazione della città. In seguito la tessitura declinò. Friburgo esportava anche falci e falci messorie prodotte a partire da semilavorati importati. Lungo il ruscello Gottéron, la prima zona industriale della città (industria), ma anche nella campagna e nei pressi delle città più piccole erano attivi follatori, mugnai, addetti alla pestatura, arrotini, falegnami e forgiatori. Poco dopo il 1250 la costruzione di tre ponti e di una strada carrozzabile fecero di Friburgo il più importante punto di passaggio sulla Sarina. Nonostante una portata d'acqua irregolare, quest'ultima era navigata a valle di Friburgo.

Un accordo di pace siglato con Berna nel 1294 menziona le merci che erano state sequestrate: vino, grano, sale e altri prodotti alimentari, tessili, ferro (probabilmente ferri di cavallo), catene e rame. I due mercati di tre giorni che si tenevano in città furono prolungati a otto giorni nel 1327 con un privilegio ducale (fiere); nel 1385 furono poi aggiunti altri due mercati di tre giorni. Dal XIV secolo i Friburghesi frequentarono assiduamente la fiera di Ginevra, dove avevano un banco nella sala dei drappi; presenti anche a Zurzach, saltuariamente si recavano nella Germania meridionale e, nel XV secolo, a Milano, Venezia, Avignone e Barcellona.

Nel 1259 un signore di Montagny era debitore di un non meglio precisato ebreo. Pietro II di Savoia incoraggiava gli ebrei, profondi conoscitori dei meccanismi finanziari, a stabilirsi nella propria contea; a Morat sono menzionati a partire dal 1294. Nel 1303 tre banchieri di Asti stipularono un patto di comborghesia con Friburgo. Quest'ultimo rispettò il diritto di battere moneta del vescovo di Losanna fino al 1422, quando ricevette questo privilegio quale regalia dall'imperatore e dal papa; il conio iniziò nel 1435.

Economia durante l'ancien régime (1500-1800)

In epoca moderna, la schiacciante preponderanza del settore primario e la vitalità del terziario si contrapposero alla debolezza del settore secondario. Le fonti disponibili non permettono tuttavia di quantificare questo stato di cose in termini di impieghi. Il contesto economico era condizionato sostanzialmente da tre costanti. La prima era l'insularità geopolitica del cantone rispetto a Berna; il pericolo di rimanere soffocati, presunto o reale che fosse, pose lo Stato friburghese davanti a un permanente dilemma legato alla scelta dell'autarchia o dell'economia di scambio. La seconda costante era l'appartenenza del cantone all'«economia globale» di un vasto mercato transfrontaliero, comprendente la Svizzera occidentale, la Savoia e la Franca Contea, che alla fine del XVIII secolo contava ca. due milioni di abitanti. La terza costante era la navigazione lacustre; l'importanza dei collegamenti Vevey-Ginevra, Estavayer-Yverdon, Portalban-Neuchâtel e Morat-Vully conferì al Lemano e ai laghi di Neuchâtel e di Morat un ruolo di primo piano nella dinamica dell'economia friburghese. A questo proposito occorre tener presente che la strada principale Berna-Ginevra passava da Morat e non da Friburgo, che rimaneva tagliata fuori. Queste tre costanti interagivano fra di loro e il grado di influenza reciproca variò fra il 1500 e il 1800. Nel XVIII secolo si affermò l'apertura e la fine dell'isolamento.

L'agricoltura friburghese dell'ancien régime fu alla ricerca del giusto equilibrio, cioè di un compromesso fra mercantilismo e fisiocrazia sul piano delle idee agronomiche, fra praticoltura e cerealicoltura su quello della produzione o ancora e soprattutto fra l'agricoltura tradizionale di tipo comunitario e la «nuova agricoltura» nemica delle servitù collettive. La modernizzazione del settore agricolo, chiamato a nutrire una popolazione sempre più numerosa, avvenne di fatto a seguito di un'evoluzione piuttosto che di una rivoluzione. Salvo durante le carestie (1770-1771, 1816-1817), quando il cantone dipese dal grano estero, l'agricoltura friburghese fu in grado di rispondere alle richieste della popolazione. Una delle sue componenti più produttive era l'allevamento: i bovini, di qualità, e probabilmente anche i cavalli, si esportavano bene. Quanto all'economia alpestre, il XVIII secolo fu l'età d'oro del gruyère, formaggio che veniva prodotto solo in montagna, dove i membri del patriziato cittadino alla ricerca di investimenti redditizi compravano i ricchi pascoli.

Caricamento del formaggio friburghese nel porto di Vevey. Disegno acquerellato anonimo realizzato attorno al 1820 (Musée historique de Vevey).
Caricamento del formaggio friburghese nel porto di Vevey. Disegno acquerellato anonimo realizzato attorno al 1820 (Musée historique de Vevey). […]

In un'economia prettamente rurale, gli strumenti necessari alle arti e ai mestieri, come ad esempio l'officina del fabbro o il mulino del villaggio, erano strettamente vincolati ai bisogni dell'agricoltura. Per molto tempo il cantone non ospitò alcuna azienda industriale di rilievo. I tentativi avviati da Jean Ratzé per rilanciare l'industria tessile negli anni 1570 fallirono e la produzione, di bassa qualità, trovò sbocchi soltanto sul mercato locale. Alla fine del XVIII secolo vi furono segnali che prospettarono un certo sviluppo, grazie all'inclusione del cantone in un più vasto mercato transfrontaliero. Per qualche tempo la cartiera di Marly (attiva dal 1411; carta) rifornì la Société typographique de Neuchâtel, mentre la Fabrique-Neuve de Cortaillod, grande stamperia di indiane, diede lavoro a centinaia di operaie friburghesi a Estavayer-le-Lac, Friburgo, Greng e Portalban. Nel sud del cantone, la vetreria di Semsales (vetro), fondata nel 1776 e alimentata con il carbone proveniente dal bacino di Oron, approvvigionò per lungo tempo la regione vinicola di Lavaux con bottiglie e bicchieri da vino. Migliaia di quintali di gruyère, esportati a Ginevra e a Lione, venivano imbarcati nel porto di Vevey, a quel tempo in mano bernese. La manifattura tessile (industria tessile) creata da Abraham Verdan a Friburgo nel 1785 con il sostegno finanziario dello Stato (prestito senza interessi) era invece più che altro una fabbrica di «beneficenza», destinata a impiegare manodopera in eccedenza; scomparve nel 1805.

Friburgo compensò il suo ritardo protoindustriale (protoindustrializzazione) commercializzando con successo la propria produzione agricola (commercializzazione): esportava le sue eccedenze di cereali, bestiame vivo, legname e formaggi grassi e le sue fiere e i suoi mercati esercitavano un richiamo a largo raggio. Ogni città aveva il suo mercato settimanale. Le fiere, luoghi di scambi fra Svizzeri, abitanti della Franca Contea e della Savoia, si tenevano in ben 13 borghi e città; nel 1797 se ne contarono ad esempio 52: otto a Romont, sei a Bulle, Estavayer e Rue, cinque a Friburgo e Gruyères, quattro a Morat, tre a Plaffeien, due ad Attalens, Jaun, Châtel-Saint-Denis e La Roche e infine una sola, di più giorni e molto frequentata, a Charmey.

Il commercio fu solo uno dei rami del settore terziario, che comprendeva pure l'insieme dei funzionari, sempre più numerosi, dell'onnipresente amministrazione cantonale, inevitabile conseguenza dell'assolutismo illuminato del XVIII secolo. Al terziario apparteneva anche la nutrita schiera del clero regolare e secolare, maschile e femminile. Con lo sviluppo del commercio fecero la loro comparsa i primi sensali e mercanti-banchieri. Il principale attore nel mondo degli affari era comunque la città-Stato. Lo Stato-banchiere friburghese tesaurizzò e investì fondi cospicui in Svizzera (Ginevra, Neuchâtel) e all'estero (Francia, Sassonia). Le pensioni arretrate dovute dal re di Francia fecero di Friburgo un creditore della corona. Il servizio mercenario estero, infine, consentì ai patrizi cittadini di attivarsi come imprenditori militari e offrì uno sbocco a numerosi giovani friburghesi (nel XVIII secolo l'ufficio di reclutamento registrò più di 8000 soldati).

Società

La società medievale

L'immigrazione alemanna (Alemanni) nel territorio dell'attuale cantone a partire dall'VIII secolo creò una zona di contatto fra popolazioni romanze e germaniche; la città di Friburgo è dunque bilingue fin dalle origini. Il gran numero di disposizioni di diritto privato contenute nella Handfeste del 1249 si spiega con la necessità, da parte del Consiglio, di prendere decisioni che rispettassero le tradizioni di entrambe le popolazioni. Ancora nel XV secolo veniva fatta la distinzione fra feudo tedesco e romando e le unità di misura per i cereali erano differenti. Colpisce in particolare l'importanza dei notai (registri dal 1356) negli affari privati (notariato), paragonabile a quella esercitata nei Paesi in cui vigeva il diritto scritto. Dal 1424 i notai producevano i documenti sia in tedesco sia in francese. Il ceto dirigente conduceva gli affari nelle due lingue, che sostituirono il latino negli atti sottoscritti con le città o i signori vicini a partire dal 1292/1295. Dal lago di Morat alle Prealpi il bilinguismo era probabilmente corrente presso commercianti, trasportatori e osti, così come presso tutti coloro che esercitavano una funzione pubblica.

Sul territorio dell'odierno cantone erano presenti, e lo rimasero fino a epoca moderna inoltrata, tre principali tradizioni giuridiche: le consuetudini (Coutume) di Losanna (Estavayer-le-Lac, Morat), quelle di Moudon (Bulle, Romont e Gruyère fra le altre) e il diritto di Friburgo, che poggiava sulla Handfeste ed era applicato sia in città sia nei suoi dintorni.

Non possono essere escluse differenze di rapporti economici e mentalità fra contadini dei territori abitati dall'antichità e coloro che volontariamente o meno dissodavano le terre della zona collinare. L'economia lattiera e i suoi modi di vita (alpigiani) nelle Prealpi si svilupparono dal XV secolo. Attorno al 1300 la maggior parte dei contadini era sottomessa alla taglia e alla manomorta. Gli affrancamenti individuali o collettivi del 1430 e del 1460 liberarono molti contadini da questa sottomissione, ma non sempre diedero loro una libertà «completa» e la possibilità di stabilirsi dove volevano. Se quindi da una parte continuavano a pagare i censi, dall'altra godevano però di una certa sicurezza (ad esempio non potevano essere espulsi arbitrariamente).

La notevole attività edilizia della città di Friburgo riflette la consapevolezza della forza propria di una comunità ampiamente indipendente dal proprio signore. A Morat, per contro, lo statuto di città imperiale fu di breve durata (1218-1255). In altre città di piccole dimensioni, il conferimento di diritti ai cittadini (borghesia) fu così limitato o tardo da non riuscire più a impedire il declino del borgo; ciò avvenne ad esempio a Corbières, che ottenne la carta di franchigia solo nel 1390 (documenti). In generale, il cittadino comune aveva poco potere; le corporazioni si occupavano unicamente di problemi professionali e delle confraternite. Chi, invece, da artigiano diventava commerciante, poteva accedere alla classe dirigente acquistando terre.

Ebrei furono attivi dalla metà del XIII secolo come prestatori di denaro. Nel 1356 fecero la loro comparsa nella città di Friburgo, dove furono attivi fino al tardo XV secolo anche come medici. Alcuni di loro furono ammessi alla cittadinanza. Un rabbino e una sinagoga sono menzionati a Morat nel 1454 (giudaismo).

La società dell'ancien régime

La società friburghese dell'ancien régime era per definizione diseguale, non solo de facto, ma anche de jure. Il patriziato cittadino era una classe sia politica sia sociale che cumulava i privilegi; era composto dai nobili, una quindicina di ricche famiglie detentrici di un titolo nobiliare straniero e proprietarie di reggimenti al servizio estero, e dai semplici patrizi, il cui reddito proveniva dal monopolio dei pubblici impieghi e che aspiravano segretamente alla nobiltà. Questi ultimi, che detenevano la maggioranza nei Consigli, approfittarono dei torbidi del 1781-1782 per attribuirsi la tanto ambita particella nobiliare. Preso dalle discordie interne, il patriziato sembrò dimenticarsi del suo vero avversario, la «borghesia ordinaria», esclusa dal potere ma ambiziosa, alla quale apparteneva la maggior parte dei 700 maggiori contribuenti della capitale, patrizi non compresi. Fu al suo interno che la Rivoluzione del 1798 (Rivoluzione elvetica) reclutò i più fervidi sostenitori e la maggior parte dei quadri dell'Elvetica. Alla borghesia friburghese si unirono i ceti dirigenti (élite) delle città soggette e qualche ricco proprietario della campagna. La massa anonima dei contadini, artigiani e commercianti, dal canto suo, viveva in una sorta di «onesta mediocrità». I contadini, che costituivano i tre quarti della popolazione, non procurarono mai serie preoccupazioni alle autorità (salvo in occasione delle proteste a Jaun nel 1635-1636 e nella Gruyère nel 1653). Le corporazioni artigiane svolgevano un ruolo meramente professionale.

Chiesa e vita religiosa, cultura e formazione

Clero e vita religiosa nel Medioevo

Il territorio del futuro canton Friburgo apparteneva interamente alla diocesi di Losanna ed era diviso fra i decanati di Avenches, Vevey, Ogoz, Friburgo e Köniz (solo la parrocchia di Ueberstorf). A Estavayer-le-Lac, Morat e Romont si formarono alla fine del Medioevo comunità di chierici, che de jure non costituirono mai un capitolo collegiale, ma fecero sì che le parrocchiali di queste città fossero chiamate collegiali. Nel XV secolo le tre località ospitavano una scuola. Un convento di domenicane fu fondato a Estavayer nel 1316, beghine vissero provvisoriamente a Estavayer e a Romont nel tardo Medioevo. Vi erano inoltre piccole filiali di benedettini (Berlai, Broc), cluniacensi (Kerzers, Pont-la-Ville), canonici di S. Agostino (Avry-devant-Pont, Farvagny-le-Grand, Sâles, Semsales, Sévaz) e cavalieri teutonici (Fräschels). Premonstratensi, cistercensi e certosini possedevano conventi più importanti, i primi due ordini anche femminili. I cistercensi si stabilirono a Hauterive (uomini) e a La Fille-Dieu, a La Maigrauge e a La Voix-Dieux (donne). I certosini fondarono La Part-Dieu, La Valsainte e Val-de-Paix, i premonstratensi Humilimont (uomini) e Posat (donne). I numerosi luoghi di pellegrinaggio del cantone risalgono solo raramente al Medioevo (forse Dürrenberg presso Gurmels e Nostra Signora di Tours presso Montagny).

Dalla sua fondazione nel 1157, la città di Friburgo è centro di una parrocchia e di un decanato, che fu separato da quelli di Avenches e Köniz. La prima chiesa parrocchiale, dedicata a S. Nicola, fu consacrata nel 1182; il comune ne ottenne il patronato molto presto (al più tardi nel 1249). Durante il XIV-XV secolo si sviluppò una comunità di chierici con cui fu firmato un patto di comborghesia nel 1459 e che ottenne lo statuto di capitolo collegiale nel 1512. Nel 1224 gerosolimitani si stabilirono nel quartiere dell'Auge. La città ospitò inoltre canonici di S. Agostino provenienti dal Gran San Bernardo (1228-1602), eremiti di S. Agostino (prima del 1255), francescani (dal 1256) e numerose confraternite. Il convento dei francescani ebbe ospiti illustri: il predicatore Vincenzo Ferrer (1404), re Sigismondo (1414), papa Martino V (1418), papa Felice V (1440) e l'imperatore Federico III (1442).

Due istituzioni cittadine particolari risalgono al XIII secolo: l'ospedale cittadino, del 1249, legato alla chiesa di Nostra Signora, e la confraternita del S. Spirito. Le ingenti fortune di queste due istituzioni caritative (povertà) erano gestite da amministratori eletti il 24 giugno come gli altri funzionari della città. I lebbrosari di Bourguillon (1252), Uebewil (1260 ca.) e Marches (comune Matran, 1252) furono riuniti attorno al 1400 a Bourguillon, che nel XV secolo  divenne luogo di pellegrinaggio. Dal 1299 sono attestate a Friburgo anche delle beghine, che tuttavia scomparvero al più tardi all'inizio del XVI secolo. I Valdesi (sette e Chiese libere) furono perseguiti dalla giustizia nel 1399 e nel 1430. A questa persecuzione fece seguito, attorno al 1440, la caccia alle streghe, che nella Svizzera occidentale ha le sue radici nel Medioevo.

Il passaggio di signoria dagli Asburgo ai Savoia portò a un momentaneo riorientamento culturale della città: la realizzazione degli stalli del coro per la confraternita dei chierici di S. Nicola e della torre della parrocchiale (ricostruzione iniziata nel 1283) fu affidata a due Ginevrini, Antoine de Peney (1462) rispettivamente Georges du Jordil (1470). L'altare realizzato dai Maestri del garofano per la chiesa dei francescani e terminato attorno al 1480 in un'officina basilese di Soletta testimonia un chiaro legame della città con la Germania meridionale. La scuola latina della città, la sola del cantone, che deteneva il monopolio dell'insegnamento dal 1425, richiamava un numero sempre maggiore di docenti germanofoni. Questa tendenza è confermata dalla prima cronaca ufficiale della città, affidata, sull'esempio di Berna, a Peter von Molsheim dopo le guerre di Borgogna alla fine del XV secolo.

Vita religiosa, istruzione e cultura nell'ancien régime

Fragstuck Des Christlichen Glaubens an die neuwe Sectische Predigkandten; traduzione tedesca di Sebastian Werro del libello anticalvinista redatto in francese nel 1585 dal gesuita scozzese John Hay (1546-1607) con il titolo Questions relatives à la religion chrétienne adressées aux nouveaux prédicateurs sectaires (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).
Fragstuck Des Christlichen Glaubens an die neuwe Sectische Predigkandten; traduzione tedesca di Sebastian Werro del libello anticalvinista redatto in francese nel 1585 dal gesuita scozzese John Hay (1546-1607) con il titolo Questions relatives à la religion chrétienne adressées aux nouveaux prédicateurs sectaires (Biblioteca nazionale svizzera, Berna). […]

La vita religiosa può essere distinta in tre periodi: la Riforma cattolica (1545-1649), il cattolicesimo barocco (1649-1758) e l'Illuminismo (1758-1815). L'inizio della Riforma cattolica coincise con l'apertura del Concilio di Trento (1545), dal quale tuttavia la Svizzera, gelosa delle proprie tradizioni, mantenne a lungo le distanze. A Friburgo l'assenza del vescovo, scacciato dalla sua sede di Losanna, allentò i legami con l'autorità romana e conferì al capitolo collegiale di S. Nicola un potere decisionale fuori dall'ordinario. L'attaccamento all'antica fede venne garantito in un primo tempo dall'azione del predicatore Simon Schibenhart, del preposito Peter Schneuwly, del vicario generale Jean Michel e del curato Sebastian Werro. Giunsero poi i gesuiti (1580), sotto la guida dell'olandese Pietro Canisio, seguiti dai cappuccini della provincia d'Italia (1609), specializzati nella cura d'anime delle masse popolari. Johann von Wattenwyl (1609-1649) provvide alla pur tardiva introduzione dei decreti tridentini riguardanti le funzioni vescovili (obbligo di residenza, regolari visite pastorali alle parrocchie). Proveniente dalla Franca Contea ma di origini bernesi, fu il primo vescovo di Losanna a risiedere a Friburgo. Nel 1625 vi convocò, conformemente alle disposizioni conciliari, un importante sinodo diocesano che segnò una decisa ripresa del controllo sul clero parrocchiale e la riaffermazione della disciplina ecclesiastica. In breve tempo si stabilirono in città, dove sono tuttora presenti, le suore cappuccine (1626), le orsoline (1634) e le visitandine (1635). La seconda fase, quella del consolidamento delle riforme, si distinse per uno sfarzo liturgico e artistico che conferì a Friburgo l'aspetto di una fortezza del cattolicesimo. Nel periodo dell'illuminismo cattolico, infine, si cercò di conciliare il controllo della fede popolare e le riforme liturgiche da una parte, con l'apertura al mondo, il libero accesso alla Bibbia e persino l'interconfessionalismo dall'altra. I vescovi patrizi Joseph-Nicolas de Montenach e Bernhard Emmanuel von Lenzburg, il canonico Charles-Aloyse Fontaine e il padre Gregor Girard furono gli attori di questa originale corrente che, al tempo dell'Elvetica, si avvicinò talvolta a quella protestante e kantiana dell'Illuminismo di Philipp Albert Stapfer.

Quasi tutti i Friburghesi benestanti venivano educati al collegio gesuita di Saint-Michel, inaugurato nel 1582. Nel XVIII secolo, alcuni gesuiti, tra cui Fontaine e Girard, e in misura evidentemente maggiore gli anticlericali (anticlericalismo), denunciarono le lacune dell'insegnamento che vi veniva impartito. Il grande seminario diocesano, previsto fin dal Concilio di Trento, venne aperto in un'ala del collegio soltanto nel 1795, su impulso del clero francese rifugiatosi a Friburgo (profughi). In precedenza, i più fortunati fra quelli che si preparavano alla vita sacerdotale si formavano all'estero (Roma, Milano, Parigi, Lione) grazie a borse di studio. Questa possibilità era concessa anche ai figli delle famiglie benestanti desiderosi di compiere studi universitari (in Germania, Austria, Francia). Dalla metà del XVIII secolo si affermò una maggiore sensibilità per l'insegnamento. Un primo progetto per una scuola superiore, che però non ebbe seguito, fu lanciato nel 1751. Venne invece aperta nel 1762 con il nome di Accademia la scuola di diritto, unico istituto per l'insegnamento professionale nel cantone. Fu la prima creazione di rilievo in ambito scolastico dal 1635, anno in cui alle orsoline, giunte dalla Franca Contea devastata dalla guerra dei Trent'anni, era stata affidata l'educazione delle figlie dei patrizi e dei borghesi. Quanto al popolo, un concordato stipulato nel 1749 fra il vescovo e lo Stato prevedeva la creazione a carico dell'ente locale di una scuola in ogni comune o parrocchia. Nel 1798 solo le città, i borghi e i comuni più ricchi disponevano dei locali e del personale, retribuito peraltro miseramente, per educare i ragazzi e le ragazze. Di conseguenza, alla fine del secolo dei Lumi, le masse rurali erano probabilmente per lo più analfabete.

Grazie alla buona congiuntura economica, negli anni 1750-1770, periodo d'oro del secolo, venne attuata una decisa politica volontaristica di recupero a tutti i livelli. ​​François-Joseph-Nicolas d'Alt de Tieffenthal e Ignace de Gady, entrambi scoltetti, ​​​​ ne furono gli interpreti di maggior rilievo. Si fece strada soprattutto un'evoluzione delle mentalità, al punto che venne persino fondata una loggia massonica (1756-1763). Nell'ambito delle infrastrutture e dell'arredo urbano, la realizzazione di numerose opere civili è in netto contrasto con la costruzione di un'unica chiesa (Nostra Signora della Provvidenza). Sembra che anche nelle campagne vi fosse una certa disaffezione religiosa. Nel 1760 più di 50 chiese, di cui la metà parrocchiali, necessitavano di restauri, la cui realizzazione fu però interrotta dalla carestia europea del 1770-1771. Quest'ultima colpì duramente il cantone (aumento delle malattie, sovramortalità, denatalità e calo della nuzialità) e avviò un ciclo di bassa congiuntura, che sul piano politico e sociale fu probabilmente all'origine dell'affare Chenaux (1781). Nell'ultimo terzo del secolo, dopo la morte del barone d'Alt (1770), il marcato processo di modernizzazione del ventennio precedente si interruppe, lasciando le campagne nella loro condizione di sottosviluppo. Mancano tuttavia gli studi a conferma di tali ipotesi.

Arrivo dello scoltetto François Joseph Maurice de Techtermann a Morat nel giugno del 1785. Acquerello attribuito a Joseph-Emanuel Curty (Musée gruérien, Bulle).
Arrivo dello scoltetto François Joseph Maurice de Techtermann a Morat nel giugno del 1785. Acquerello attribuito a Joseph-Emanuel Curty (Musée gruérien, Bulle). […]

Durante tutta l'epoca moderna, la città di Friburgo, detentrice del monopolio del potere, fu in contrapposizione con il suo retroterra, vasto insieme eterogeneo che essa tentò di unificare a dispetto di forti resistenze, provenienti dalla Sense con le sue grandi parrocchie, dalla regione di Morat più rivolta verso Berna, dalla Broye legata al lago di Neuchâtel, o dalla Gruyère e dalla regione di Veveyse, attratte dal Lemano; tutte regioni dall'identità ben consolidata, attaccate alle loro tradizioni e segnate da una propria storia.

Il cantone nel XIX e XX secolo

Storia politica e costituzionale

Conclusosi con un fallimento l'affare Chenaux, diversi insorti si rifugiarono all'estero. Dal 1789 alcuni di loro ripararono in Francia, dove fondarono il Club helvétique, molto attivo nella diffusione della propaganda rivoluzionaria in Svizzera. Le nuove idee, che fecero presa soprattutto nella parte francofona del cantone ed ebbero scarso successo nelle campagne, furono fermamente combattute dal governo. Lo slogan della «religione in pericolo», ripetuto con insistenza dai rifugiati francesi accolti nel cantone a partire dal 1789 (3700 émigrés, fra cui 2500 preti deportati) venne fatto proprio nel 1798 dai controrivoluzionari friburghesi. La Repubblica elvetica era percepita come una replica della Rivoluzione francese persecutrice della Chiesa. Nella realtà dei fatti l'Elvetica (1798-1803) e, in seguito, la Mediazione (1803-1813; Atto di mediazione) e la Restaurazione (1814-1830), costituirono un fenomeno politico globale; la Chiesa, peraltro divisa dal profilo ideologico, era solo uno degli attori in gioco.

La Repubblica elvetica (1798-1803)

La città di Friburgo, che per lungo tempo servì da base operativa ai controrivoluzionari francesi, cadde quasi senza resistere il 2 marzo 1798, tre giorni prima di Berna (invasione francese), ciò che sancì il crollo dell'ancien régime. Le due città-Stato persero tutte le terre conquistate nel corso del XVI secolo. Impotente, Friburgo assistette alla formazione a Payerne del nuovo cantone Sarine et Broye; quest'ultimo ebbe comunque vita breve, poiché su pressione della Francia le regioni della Glâne, della Gruyère e della Veveyse tornarono presto sotto l'influenza friburghese, consentendo alla città di riprendersi e di passare alla controffensiva. La città si ritrovò infatti, qualche settimana più tardi, alla testa di un territorio comprendente la regione di Morat e tutta La Broye vodese e friburghese: paradossalmente fu quindi grazie alla Rivoluzione che il cantone raggiunse, per alcuni anni, la sua maggiore estensione. L'omogeneità territoriale così ottenuta modificò tuttavia gli equilibri confessionali vista la presenza di migliaia di riformati ad Avenches e Payerne. Questo matrimonio di convenienza non durò a lungo; nel 1801 i Vodesi (Vaud) si separarono, con grande disappunto dei Friburghesi che invano tentarono di far valere i vantaggi di un'unificazione territoriale. Il puzzle delle exclavi della Broye era stato ricostituito.

La capitolazione di Friburgo segnò la caduta del patriziato cittadino e sancì il riconoscimento politico delle borghesie cittadine e delle élite rurali fino a quel momento escluse dal potere; da queste ultime provenivano i primi 12 parlamentari della Repubblica elvetica (1798), i cinque membri della Camera amministrativa, il prefetto nazionale e quattro magistrati di alto rango: François-Pierre Savary, membro del Direttorio, Nicolas Simon Pierre Repond, ministro della guerra, Rodolphe-Martin Gapany, commissario nazionale, e Pierre-Léon Pettolaz (maggio 1800), presidente del Senato. Alcuni ex membri del patriziato ruppero questo monopolio: furono Joseph de Lanther, ministro della guerra, Tobie de Raemy, membro della Camera amministrativa, e Jean de Montenach, sottoprefetto, che fu anche membro (dal 1798) e presidente (1799) della municipalità di Friburgo.

L'attitudine generale della classe politica era contraddistinta da alcuni tratti peculiari: il pragmatismo, che prevalse sul proselitismo ideologico; il centrismo, che emarginò gli estremisti di ogni tendenza; il distacco dal passato, garanzia dell'auspicata adesione della vecchia dirigenza al nuovo regime; infine e soprattutto, la volontà di accomodamento con la Francia, a prescindere dal suo regime politico. Si capisce pertanto come mai la Rivoluzione friburghese tentò di evitare gli spargimenti di sangue. Solo la giustizia militare pronunciò condanne a morte, che peraltro non vennero eseguite.

L'Elvetica perse tuttavia rapidamente il proprio credito, e ciò principalmente per sei motivi. I primi tre, in ordine cronologico, furono l'occupazione, i contributi forzati e le requisizioni; queste misure, imposte dall'occupante francese a partire dal marzo del 1798, suscitarono l'opposizione del patriziato cittadino, principale bersaglio dei generali e dei commissari del Direttorio. Il malumore colpì anche le autorità elvetiche, malgrado queste ultime, pur essendo semplici organi esecutivi, fossero riuscite a ottenere notevoli diminuzioni sugli importi da riscuotere. Il quarto fattore riguardava la politica religiosa perseguita dall'Elvetica: rifacendosi all'utilitarismo antimonastico dell'Illuminismo, non mirava unicamente alla secolarizzazione dei beni talora considerevoli dei conventi, ma anche a una loro graduale chiusura tramite il divieto di assumere ulteriori novizi. Le relative disposizioni, contenute nelle leggi dell'8 maggio, 20 luglio e 17 settembre 1798, furono mal recepite dall'insieme della popolazione, che vi ravvisava un attacco non solo alla religione, ma anche all'assistenza pubblica e all'insegnamento, settori nei quali alcuni monasteri operavano con generale soddisfazione.

Quinto fattore, la coscrizione obbligatoria era invisa specialmente nella regione della Sense dove, nel marzo e nell'aprile del 1799, renitenti alla leva e disertori diedero origine a un movimento controrivoluzionario. L'Elvetica affidò il compito di ristabilire l'ordine a Gapany, energico commissario della Gruyère, conferendogli i pieni poteri. Il bilancio della ribellione fu di cinque morti. Quella spedizione valse a Gapany, già Guardia svizzera di Luigi XVI, il soprannome di «Robespierre friburghese» e divenne nella memoria collettiva l'episodio «del Terrore» della Rivoluzione friburghese.

L'ultimo fattore, la pressione fiscale, fece sentire i propri effetti solo più tardi. L'abolizione delle decime (10 novembre 1798) fu ben accolta dal ceto contadino (contadini), che costituiva la stragrande maggioranza della popolazione. Dopo due anni di esenzione, nel 1800 la relativa legge venne però abrogata; la reintroduzione della decima nel 1801 provocò la disubbidienza fiscale della popolazione (imposte). Nelle campagne la disillusione fu immensa, soprattutto nelle regioni di pianura (la montagna era meno toccata). Il regime, che già dall'inizio del 1800 era sulla via del declino, perse la poca credibilità rimastagli, tanto più che il nuovo assetto fiscale, entrato in vigore nel 1798, era più gravoso del precedente.

L'Elvetica, che poteva contare su un numero sempre minore di sostenitori convinti, si trovò ulteriormente indebolita dai colpi di Stato, susseguitisi a partire dal 1800, in cui si opposero unitari e federalisti. A Friburgo la corrente federalista, controllata dalla vecchia dirigenza nobile (nobiltà) e patrizia, prese il sopravvento dopo il 18 brumaio (9 novembre 1799). Spinti da Charles-Frédéric Reinhardt e poi da Raymond Verninac, ministri di Francia in Svizzera, i moderati friburghesi (Savary, Lanther, Montenach), assieme all'argoviese Johann Rudolf Dolder, compirono il colpo di Stato del 27-28 ottobre 1801. Ma gli unitari svizzeri non si diedero per vinti e il 18 aprile 1802 rovesciarono gli «ottobristi». Il 15 maggio una nuova Costituzione fu sottoposta al popolo e dichiarata «accolta»; i suffragi dei numerosi astenuti (9398 su 17'922 elettori iscritti nel cantone) furono considerati come voti favorevoli. La guerra civile che scoppiò nell'estate del 1802 si concluse il 5 ottobre con la capitolazione di Friburgo di fronte alle truppe federaliste. Il nuovo governo che resse provvisoriamente il cantone era composto esclusivamente da ex membri del patriziato cittadino; il suo operato fu tuttavia sospeso durante il periodo in cui a Parigi era riunita la Consulta, cioè fino al 1803.

La Mediazione (1803-1813)

Ritratto di Louis d'Affry. Olio su tela di Joseph de Landerset, 1807 © Musée d'art et d'histoire Fribourg.
Ritratto di Louis d'Affry. Olio su tela di Joseph de Landerset, 1807 © Musée d'art et d'histoire Fribourg. […]

Non è un caso se Friburgo ebbe il ruolo di cantone pilota nella Svizzera della Mediazione. Godeva infatti del favore di Napoleone Bonaparte, che ne apprezzava la tradizionale francofilia. Chiamato a mediare fra i vari partiti che dividevano la Svizzera, il Primo Console trovò l'uomo del Juste-Milieu in Louis d'Affry, generale formatosi alla scuola francese ed esponente della nobiltà friburghese «qualificata». Bonaparte lo nominò Landamano della Svizzera mentre il canton Friburgo, a capo dei sei cantoni direttori, divenne il primo cantone a ricoprire il ruolo, tanto difficoltoso quanto onorevole, di capitale di un Paese stremato dalla guerra civile e desideroso di stabilità. La Dieta dei 19 cantoni si aprì solennemente nella città di Friburgo il 4 luglio 1803 alla presenza del corpo diplomatico guidato dal generale Michel Ney. L'onnipresente d'Affry fu attivo negli organi incaricati di negoziare la nuova alleanza franco-svizzera e la capitolazione militare, firmate il 27 settembre 1803, e fece nominare il marchese friburghese Antoine Constantin de Maillardoz, suo nipote, alla carica di ministro di Svizzera a Parigi. D'Affry ricoprì nuovamente la carica di Landamano nel 1809 (Confederazione).

D'Affry, che era anche scoltetto di Friburgo, utilizzò la sua influenza per fare del cantone una repubblica prevalentemente urbana e aristocratica, con le autorità elette a suffragio censitario. Il corpo elettorale passò da 17'922 cittadini nel 1802 (sotto l'Elvetica vigeva il suffragio universale maschile) a 6312 nel 1803. Come nel periodo dell'Elvetica, il territorio era suddiviso in 12 circoscrizioni amministrative (arrondissements préfectoraux), ma la terminologia francese (prefetto, distretto, municipalità, ecc.) scomparve. Dalla Rivoluzione venne invece ripresa la nozione di uguaglianza fra i comuni; la città di Friburgo, che aveva cessato di essere una Repubblica sovrana nel 1798, dovette dividere i suoi beni con il cantone in virtù dell'atto di dotazione dell'8 ottobre 1803. Sul piano cantonale il Gran Consiglio (60 membri) eleggeva il Piccolo Consiglio (15 membri) e il tribunale d'appello (13 giudici), i cui membri continuavano a far parte del legislativo. Gli ex patrizi cittadini occuparono 36 seggi nel Gran Consiglio e 13 nel Piccolo Consiglio. I nobili moderati e la frazione illuminata del patriziato, guidati da Louis d'Affry, Jean de Montenach e Charles de Schaller, dominavano la vita politica: si opponevano ai patrizi oltranzisti (ultramontanismo), filoaustriaci e filobernesi, e in Gran Consiglio si alleavano a volte con il «partito popolare». Per esercitare un controllo efficace sugli individui vennero reintrodotti il grabeau dell'ancien régime e la Carolina, tortura compresa, che erano stati aboliti nel 1798.

La Chiesa fu sottoposta a un regime di libertà vigilata. Se da una parte venne abrogata la legge sui conventi del luglio 1798, dall'altra il nuovo vescovo (diocesi), Maxime Guisolan, nominato nel 1803, non era altri che il confessore di Louis d'Affry. La scelta di questo semplice borghese era più che significativa; dopo esser stata per oltre un secolo appannaggio del patriziato, a partire da quel momento la diocesi non venne mai più affidata a un aristocratico. La nomina del vescovo Guisolan segnò inoltre l'avvio di una decennale alleanza fra la nobiltà e la borghesia contro il patriziato oltranzista. La Mediazione si caratterizzò a Friburgo per i suoi tratti francesizzanti e aristocratici, e la proclamazione dell'Impero napoleonico (1804) rafforzò ulteriormente il regime, chiamato a giusto titolo «Piccola Restaurazione».

La disfatta di Napoleone a Lipsia nell'ottobre del 1813 portò all'abrogazione dell'Atto di mediazione da parte della Dieta, riunita a Zurigo il 29 dicembre. Il Gran Consiglio friburghese denunciò l'atto il 10 gennaio 1814; poi, nel quadro di un colpo di Stato fomentato da Jean de Montenach, depose il Piccolo Consiglio e si eresse a Costituente cantonale (12-14 gennaio). Friburgo si rifiutò di sedere a Zurigo e si unì alla Dieta conservatrice (conservatorismo) riunita a Lucerna, che venne però disciolta su intervento delle grandi potenze.

Montenach fece parte del triumvirato incaricato dalla Dieta federale di sostenere gli interessi della Svizzera al congresso di Vienna. Si allineò sulle posizioni bernesi, cioè in difesa degli interessi dei vecchi cantoni, e si adoperò per una Svizzera indipendente e neutrale in seno a un'Europa stabilizzata dalla Santa Alleanza. Per questo motivo si schierò subito contro il ritorno di Napoleone nel marzo del 1815, atteggiamento condiviso dai più stimati ufficiali superiori friburghesi (Charles d'Affry, Nicolas de Gady, Jean-Louis Girard) in servizio nelle truppe federali di Niklaus Franz von Bachmann. Tramite questi ultimi, Friburgo si associò alle operazioni militari del 1815 (assedio di Huningue, spedizione nella Franca Contea, difesa di Ginevra). Un anno prima, il primo giugno 1814, un contingente friburghese era giunto nella città di Calvino per rinnovare l'alleanza interrotta tre secoli prima per motivi religiosi.

Restaurazione e Rigenerazione (1814-1847)

La Restaurazione a Friburgo significò sul piano ideologico la schiacciante vittoria della controrivoluzione teocratica e su quello politico il rientro in forze della classe dirigente dell'ancien régime. Friburgo fu l'unico cantone a ristabilire il patriziato cittadino a livello giuridico, in base al principio di legittimità. La nuova Costituzione, fortemente reazionaria, venne promulgata il 10 maggio 1814 nonostante le proteste nella Gruyère e nella regione di Morat. Diversi capoluoghi furono occupati militarmente. La resistenza (non violenta) al nuovo ordinamento, promossa da un gruppo di nobili e di borghesi capeggiati da Joseph de Praroman e François Duc, sfociò in un processo che turbò la Svizzera e le cancellerie europee (dicembre del 1814). Solo grazie all'intervento della Russia e dell'Austria, nel luglio del 1815 venne concessa l'amnistia ai condannati.

La Costituzione cantonale del 1814 prevedeva un Gran Consiglio di 144 deputati, nominati a vita tramite presentazione e cooptazione: 108 dovevano provenire dalle file del patriziato cittadino, otto dalle città e 28 dalla campagna; di essi, 75 avevano già fatto parte del Gran Consiglio disciolto nel 1798. Il legislativo eleggeva a vita 13 Consiglieri di Stato (governi cantonali) e 15 giudici del tribunale d'appello. L'accesso al patriziato cittadino era possibile, ma molto oneroso. Il carattere reazionario del regime si accentuò ulteriormente con il richiamo dei gesuiti (1818) e le capitolazioni militari stipulate con Parigi (1816) e Napoli (1825). Il vescovo Pierre Tobie Yenni, in carica dal 1815 al 1845, era l'uomo del patriziato ultraconservatore.

La Rivoluzione parigina del luglio 1830 favorì in diversi cantoni l'avvento al potere dei liberali (liberalismo). A Friburgo, la pressione popolare durante la cosiddetta «giornata dei bastoni» (2 dicembre 1830) spinse il Gran Consiglio a votare la fine dell'egemonia patriziale. I protagonisti del 1830 appartenevano al patriziato liberale, alla borghesia urbana e alla classe contadina agiata. Venne eletta una Costituente che fra il 7 e il 24 gennaio 1831 elaborò una nuova Costituzione; non sottoposta al popolo per l'approvazione, sancì la sovranità del popolo (tramite i suoi rappresentanti) e proclamò le libertà fondamentali. Il popolo eleggeva propri rappresentanti, che nominavano gli 86 deputati per nove anni. Un terzo del legislativo veniva rinnovato ogni tre anni. Il Gran Consiglio eleggeva i 13 membri del Consiglio di Stato e altrettanti giudici del tribunale d'appello. Ben presto il potere dei liberali fu contrastato, nella stampa e in ambito scolastico, dall'influenza dei conservatori che, con il sostegno del clero, trionfarono nelle elezioni del 1834 e del 1837. Sul piano federale, Friburgo mantenne dapprima un atteggiamento prudente, evitando di aderire sia al Concordato dei Sette cantoni rigenerati sia alla Lega di Sarnen, di orientamento conservatore. Poi nel 1845, nel vortice dei conflitti religiosi e politici, aderì al Sonderbund, con una scelta che fu ratificata nel 1846 con il voto di 47 deputati sugli 88 presenti. Un colpo di mano tentato dai radicali della Broye, di Morat e della Gruyère si concluse con un fallimento (6-7 gennaio 1847). Allo scoppio della guerra del Sonderbund, Friburgo fu il primo obiettivo delle truppe federali guidate dal generale Guillaume Henri Dufour. Il 14 novembre, dopo l'accerchiamento della città, il Consiglio di Stato capitolò e la disfatta militare portò a un nuovo cambiamento di regime.

Dal radicalismo al conservatorismo (1847-1881)

Il 15 novembre 1847 un'assemblea popolare nominò un governo provvisorio di sette membri, che espulse diverse congregazioni religiose e mise sotto accusa 82 sostenitori del Sonderbund. Le elezioni del 10 dicembre, caratterizzate da un forte astensionismo, diedero origine a un Gran Consiglio a maggioranza radicale (radicalismo) che elaborò la Costituzione federale del 4 marzo 1848; anche in questo caso, il popolo fu escluso dalla procedura di consultazione, secondo una pratica che si ripeté nel settembre successivo quando oggetto della discussione fu la Costituzione federale. La nuova carta fondamentale friburghese tutelava la libertà, l'uguaglianza e la sovranità popolare, ma era improntata a un marcato anticlericalismo. Il Gran Consiglio (un deputato ogni 1500 abitanti più 10 deputati «indiretti», nominati dai Granconsiglieri stessi), in carica per nove anni, eleggeva un Consiglio di Stato di sette membri (basato sul sistema dipartimentale) e un tribunale cantonale di nove membri, in carica per otto anni. Il cantone si dotò di un'amministrazione centralizzata, con sette prefetture, e promulgò una nuova legge sui comuni e sulle parrocchie. Nonostante la sua importante opera legislativa (per esempio nel campo della scuola e della fiscalità), il regime si rese impopolare con la sua politica anticlericale, che sfociò nell'esilio del vescovo Etienne Marilley (1848-1856) e provocò insurrezioni armate (1850-1853). Lo schieramento conservatore si riorganizzò e dimostrò la sua forza nel maggio del 1852, quando all'assemblea di Posieux riunì i due terzi degli elettori (15'000 su 22'000). A dispetto di un tardivo sforzo di apertura del regime, i conservatori trionfarono nelle elezioni federali del 1854 e in quelle cantonali del 1856.

Vincitrice nel dicembre 1856 fu una coalizione formata per due terzi da conservatori, per un terzo da liberali, qualche radicale e indipendenti della regione di Morat. I conservatori avevano mobilitato le masse rurali, ma a guidare la politica cantonale furono i «moderati», guidati da Hubert Charles. La Costituzione fu sottoposta a revisione e posta in votazione popolare nel maggio 1857 (90% di voti a favore, un terzo di astenuti). Votata al compromesso, riprendeva l'assetto istituzionale della carta del 1848, ma non la sua componente anticlericale. Il Consiglio di Stato cercò di ridare al cantone un ruolo di primo piano nello Stato federale, ma Friburgo rimase isolato. Louis de Weck-Reynold divenne l'uomo forte dopo il 1871. La crescita delle tensioni politiche e religiose portò alla rottura della coalizione e al trionfo dei conservatori (cattolici conservatori), che si erano organizzati attorno al giornale La Liberté, alla Società piana e al Circolo cattolico. Dopo la scomparsa di Weck-Reynold (1880), per dieci anni François-Xavier Menoud e Alphonse Théraulaz si affermarono come i dirigenti di un cantone in cui il popolo, come nel 1830 e nel 1847, rimaneva ai margini della politica.

La Repubblica cristiana (1881-1921)

«Ecco come si vota a Friburgo!». Caricatura relativa alle elezioni cantonali del 3 dicembre 1911, pubblicata su Der Neue Postillon del 16 dicembre 1911 (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).
«Ecco come si vota a Friburgo!». Caricatura relativa alle elezioni cantonali del 3 dicembre 1911, pubblicata su Der Neue Postillon del 16 dicembre 1911 (Biblioteca nazionale svizzera, Berna). […]

Il Partito conservatore, che si organizzò a livello cantonale nel 1885, si ispirava alle idee dell'enciclica Rerum Novarum. Guidato dal carismatico Georges Python, tenne facilmente testa all'opposizione radicale-liberale, che nel 1894 era confluita in un solo partito (Partito radicale democratico, PRD). Una rigorosa disciplina elettorale e uno stretto controllo sociale ne rafforzarono la base elettorale. I conservatori si imposero anche nella capitale, rimasta per molto tempo «liberale», e nella Gruyère, dove una dissidenza denominata fribourgeoisiste (dal nome del suo organo, Le Fribourgeois) venne rapidamente domata. Il regime, una sorta di «democrazia governata», poggiava su di un corpo monolitico di funzionari, dalle cui file proveniva una parte dei deputati. Il governo si lanciò in grandi progetti tesi a sviluppare un'«economia nazionale», finanziati attraverso il ricorso a prestiti per oltre 90 milioni di frs. Fondata nel 1892, la Banca dello Stato (banche cantonali) fece alcuni investimenti che non andarono a buon fine, provocando perdite finanziarie che l'opposizione radicale non poté comunque utilizzare contro Python, non coinvolto in prima persona. Un radicale, Antonin Weissenbach, venne eletto nel 1906 in Consiglio di Stato, ma già nel 1909 rassegnò le dimissioni. Python dovette tuttavia lasciare il passo a Jean-Marie Musy, la nuova guida dei conservatori, entrato a far parte del Consiglio di Stato nel 1911. Friburgo continuava a rimanere una democrazia strettamente rappresentativa e questo blocco istituzionale contrastava con il dinamismo dimostrato dal governo in campo economico e scolastico.

Il Consiglio di Stato negli anni 1920 rappresentato come moderno difensore della libertà della Chiesa. Dettaglio della vetrata dedicata alla storia di Friburgo nella cattedrale di S. Nicola; cartone del 1932 di Józef Mehoffer, realizzato dai pittori su vetro Kirsch e Fleckner (Service des biens culturels, Friburgo; fotografia Jean Mülhauser).
Il Consiglio di Stato negli anni 1920 rappresentato come moderno difensore della libertà della Chiesa. Dettaglio della vetrata dedicata alla storia di Friburgo nella cattedrale di S. Nicola; cartone del 1932 di Józef Mehoffer, realizzato dai pittori su vetro Kirsch e Fleckner (Service des biens culturels, Friburgo; fotografia Jean Mülhauser). […]

La prima guerra mondiale evidenziò la condizione delicata del cantone bilingue. La minoranza di lingua tedesca era difesa con ostentazione dalla rivista pangermanista Stimmen im Sturm aus der deutschen Schweiz (pangermanesimo), mentre la maggioranza romanda si ribellò all'autoritarismo federale e manifestò rumorosamente la sua simpatia per l'Intesa in occasione del «tumulto di Friburgo» (15-17 marzo 1915). Durante lo sciopero generale del novembre 1918, il reggimento friburghese inviato a Berna fu incaricato di espellere la missione sovietica e di occupare i locali della Berner Tagwacht (Tagwacht). Nel cantone lo sciopero riscosse una certa adesione solo fra gli impiegati delle regie federali. Dopo qualche successo iniziale (municipali a Friburgo e La Tour-de-Trême) i socialisti (Partito socialista, PS), il cui partito era stato fondato nel 1905, persero terreno. Nonostante il sistema maggioritario, le elezioni del 1916 diedero un risultato che di fatto rispecchiò in maniera proporzionale la forza elettorale dei partiti: 93 Granconsiglieri conservatori e 22 radicali. Il radicale Victor Buchs fu eletto in Consiglio di Stato nel 1919.

Dalle crisi all'apertura economica (1921-1966)

La fine della guerra e le riforme politiche attuate a livello federale avviarono un'importante revisione costituzionale (1917-1921). I diritti popolari vennero estesi con l'introduzione dell'iniziativa legislativa, del referendum legislativo facoltativo, dell'elezione popolare del Consiglio di Stato e dell'elezione del Gran Consiglio con il sistema proporzionale. Questo passaggio alla democrazia semidiretta fu limitato dall'introduzione di un quorum del 15% per l'elezione dei Granconsiglieri, ciò che sfavorì i socialisti. Le elezioni del 1921 confermarono i rapporti di forza: 90 deputati conservatori, 26 radicali, tre agrari e nessun socialista. Il passaggio di Musy al Consiglio federale (1919) e il ritiro per malattia di Python evidenziarono la mancanza di leader e di grandi progetti nel quadro di una situazione finanziaria precaria, causata dal difficile contesto economico e sociale. Anche Friburgo subì le conseguenze della crisi di riconversione postbellica e del ristagno strutturale dell'agricoltura. Le autorità crearono occasioni di lavoro promuovendo opere quali la costruzione dei ponti di Pérolles (1922) e di Zähringen (1924, in sostituzione di quello del 1832-1834) e il raddoppio della linea ferroviaria Romont-Siviriez (1920). Dopo una leggera ripresa seguì la crisi economica mondiale del 1929. Le misure anticicliche dello Stato furono tardive e limitate (costruzione della sede di Miséricorde dell'Università, asfaltatura della rete viaria, arginature). Una legge cantonale sull'istituzione di corporazioni, adottata dal Gran Consiglio nel 1934, non entrò in vigore per l'opposizione di radicali e socialisti. Nel 1935 Friburgo fu tuttavia uno dei tre cantoni (con Vallese e Obvaldo) che accettò il progetto di Costituzione federale di ispirazione corporativistica (corporativismo, Stato corporativo).

Il secondo dopoguerra fu segnato da una presa di coscienza delle autorità dei problemi che riguardavano il cantone: ritardo industriale (industria), stagnazione demografica ed emigrazione delle forze vive. La legge fiscale del 1950 rese possibile l'esonero dalle imposte per le nuove imprese. Sotto l'impulso di Maxime Quartenoud e poi di Paul Torche, il governo stimolò l'economia cantonale tramite la costruzione di dighe e strade nazionali. Approfittando della buona congiuntura e della saturazione dei centri dell'Altopiano, valorizzò alcune specificità friburghesi: disponibilità di terreni a buon mercato, abbondante manodopera a basso costo e buoni collegamenti con la rete ferroviaria (ferrovie) e autostradale. Il cantone conobbe un mutamento strutturale. Fra il 1920 e il 1970 il settore primario passò dal 47% al 18% degli occupati, il secondario dal 28 al 46% e il terziario (servizi) dal 25 al 36%. Questa trasformazione economica, assieme all'apertura del cantone ai media romandi (stampa, televisione), all'urbanizzazione e all'evoluzione del cattolicesimo (Concilio Vaticano II), provocò un rimescolamento delle carte a livello politico. Il Partito socialista entrò in Gran Consiglio nel 1946, mentre i conservatori perdevano gradualmente terreno e il Partito radicale rimaneva stabile.

I partiti minoritari tentarono di scardinare l'egemonia conservatrice attraverso revisioni costituzionali, delle quali solo alcune ebbero esito positivo: referendum finanziario facoltativo (1948), eleggibilità di tutti i cittadini svizzeri (1954), Gran Consiglio di 130 deputati e limitazione a due del numero di Consiglieri di Stato presenti anche nel Parlamento federale (1960). Nel 1966 la quasi totalità dei cristiano-sociali (movimento cristiano-sociale) abbandonò il Partito conservatore, che subì un forte calo in Gran Consiglio e perse la maggioranza assoluta che deteneva dal 1857. Grazie al sistema maggioritario e a un'alleanza con gli agrari (Partito dei contadini, degli artigiani e degli indipendenti, PAI, poi rinominato Unione democratica di centro, UDC), il Partito conservatore riuscì tuttavia a mantenere la maggioranza in Consiglio di Stato.

Mutamenti e interrogativi (dal 1966)

Fino al 1973 il cantone registrò un forte sviluppo. Seguendo le raccomandazioni degli economisti dell'Università, promosse uno sviluppo multipolare, definito «decentralizzazione concentrata» e imperniato principalmente sui capoluoghi di distretto. Colpito pesantemente dalle crisi economiche del 1973 e del 1987, il cantone vide il settore terziario sostituirsi all'industria come motore della crescita. Il governo e l'ufficio per lo sviluppo economico proseguirono la politica per l'insediamento di nuove aziende, in un contesto segnato da ristrutturazioni e da concentrazioni (concentrazione economica) che minacciarono pionieri dell'industrializzazione quali la birreria Cardinal (1996-1998; birra). Friburgo puntò anche sul turismo, riportando due successi con il riconoscimento della priorità per la strada nazionale A12 (1971), ultimata nel 1981, e con la realizzazione dell'A1, aperta nel 2001. Il cantone, pur assomigliando sempre di più al resto della Svizzera, mantiene alcune specificità: una popolazione giovane in forte crescita, un reddito inferiore alla media nazionale e un settore agricolo (e lo stesso vale per l'edilizia) con un numero ancora rilevante di addetti.

Mentre nel 1971 l'elettorato aveva sancito l'estromissione dei radicali dal Consiglio di Stato a favore dei socialisti, nel 1976 accadde l'inverso. La nuova composizione dell'esecutivo – quattro conservatori, ossia membri del Partito popolare democratico (PPD), due radicali, un membro del PAI/UDC – non durò a lungo in quanto i cristiano-sociali della Sense abbandonarono il PPD; quest'ultimo, nonostante l'alleanza con il PAI/UDC, perse così la maggioranza assoluta. Gli equilibri politici furono modificati nel 1981 quando il PPD, adattando la sua strategia alla propria forza elettorale, rinunciò all'alleanza con il PAI/UDC e decise di puntare a soli tre seggi in governo (cioè a una quota proporzionale alla sua forza elettorale), lasciandone due ciascuno ai radicali e ai socialisti. Questa «formula magica friburghese» venne ben presto scompaginata dai rappresentanti UDC, socialdemocratici e indipendenti. Le elezioni del 2001 hanno dato tre seggi al PPD, due al PS, uno al PRD e uno a un candidato indipendente. Dal 2006 il PPD perde continuamente consensi e nel 2016 ha perso la maggioranza relativa in Gran Consiglio. Diverse revisioni della Costituzione cantonale hanno permesso un allargamento del corpo elettorale e un'estensione dei diritti politici: suffragio femminile (1971), elezione popolare dei Consiglieri agli Stati e dei prefetti (1972), referendum finanziario obbligatorio (1972), eleggibilità a 20 anni (1985, prima a 25) e maggiore età civica a 18 anni (1991). Roselyne Crausaz, esponente del PPD, entrata in Consiglio di Stato nel 1986, è stata la prima donna a far parte di un esecutivo cantonale nella Svizzera romanda. Il corpo elettorale ha invece rifiutato l'introduzione del sistema proporzionale per l'elezione del Consiglio di Stato (1981) e l'elezione popolare diretta dei giudici. Nel 2000, dopo una votazione di principio favorevole (1999), il popolo ha eletto un'Assemblea costituente incaricata di elaborare una nuova carta fondamentale, accettata con il 58% di voti favorevoli nel maggio del 2004.

Dopo i conservatori Jean-Marie Musy (1919-1934, presidente nel 1925 e nel 1930) e Jean Bourgknecht (1959-1962), con Joseph Deiss (1999-2006, presidente nel 2004) e Alain Berset (dal 2011) sono stati eletti in Consiglio federale un popolare democratico e un socialista. La deputazione alle Camere federali è stata a lungo dominata dai conservatori, che nel 1959 contavano quattro Consiglieri nazionali su sette e nel 2003 detenevano ancora quasi un terzo dei seggi. Il primo Consigliere agli Stati non conservatore, esclusa la parentesi radicale degli anni 1850, è stato il socialista Otto Piller (1979-1995).

All'inizio del XXI secolo, dopo l'assegnazione a San Gallo e non a Friburgo del Tribunale amministrativo federale (Tribunale federale), il cantone si interrogava sulla sua identità e sul suo ruolo fra l'arco lemanico e il polo bernese. Un ulteriore impegno era rappresentato dall'applicazione dell'articolo costituzionale sulle lingue ufficiali, approvato nel 1990, che ne regola l'uso secondo il principio della territorialità e tende a favorire la comprensione fra le comunità. Friburgo si è aperto economicamente al mondo intero e nel 2001 le sue esportazioni (economia d'esportazione) hanno superato i 5 miliardi di frs. Con i suoi vicini neocastellani (Neuchâtel) e bernesi (Berna) è aperta la collaborazione in campo energetico e universitario (Benefri, Università di Berna, Neuchâtel e Friburgo); con Vaud, dopo la realizzazione di un ospedale intercantonale a Payerne e la costituzione di un organismo comune per la promozione economica (Coreb), è stato aperto a Payerne, nel 2005, il liceo intercantonale della Broye. Il cantone fa anche parte dell'Espace Mittelland dalla sua creazione (1994).

Seggi del canton Friburgo all'Assemblea federale 1919-2015

 19191939195919671979199119992003200720112015
Consiglio degli Stati
Cattolici conservatori/PPD22221111111
PRD      1    
PS    11 1111
Consiglio nazionale
Cattolici conservatori/PPD64433222222
PRD12121111111
PAI/UDC 11  1 1112
PS  112122232
PCS     1111  
Totale77766667777
Seggi del canton Friburgo all'Assemblea federale 1919-2015 -  Historische Statistik der Schweiz; Ufficio federale di statistica

Composizione del Consiglio di Stato del canton Friburgo 1981-2016

 19811986199119962001200620112016
PPD33333333
PRD21 11111
PS22222222
UDC 11     
PSD  1     
Verdi      11
Altri   111  
Total77777777
Composizione del Consiglio di Stato del canton Friburgo 1981-2016 -  Historische Statistik der Schweiz; Ufficio federale di statistica

Composizione del Gran Consiglio del canton Friburgo 1921-2016

 19211941196119661971198119912001200620112016
Cattolici conservatori/PPD9084745657474645373127
PRD2528343430292426191721
PAI/UDC33128991016182121
PS  102129332926252928
PCS   8512910444
PSD      75   
Verdi      41336
Altri 3 3  11453
Totale118118130130130130130130110110110
Composizione del Gran Consiglio del canton Friburgo 1921-2016 -  Historische Statistik der Schweiz; Ufficio federale di statistica

Gestione e amministrazione dello Stato

Dal 1803 lo Stato di Friburgo si ispirò per il suo ordinamento ai modelli bernese e francese. Il cantone è suddiviso in unità territoriali che allo stesso tempo sono circoscrizioni amministrative, giudiziarie ed elettorali (12 prefetture nel 1814, 13 distretti nel 1831, sette nel 1848 e dal 1857 in avanti). I comuni politici sono corporazioni di diritto pubblico che godono di una propria autonomia nei limiti della legislazione cantonale e federale. Possiedono estese competenze fiscali e propri organismi: il municipio, che elegge il sindaco, e l'assemblea comunale, sostituita da un consiglio comunale nei centri maggiori (autorità comunali). Il comune patriziale è sopravvissuto e amministra i suoi beni. I comuni collaborano fra di loro costituendo associazioni e procedono a fusioni volontarie, incoraggiate dallo Stato che mette a disposizione un fondo speciale: Friburgo contava 271 comuni nel 1977, 202 nel 2002, 182 nel 2004. Nel 1996 il cantone ha inoltre promulgato una legge relativa alla costituzione di agglomerati.

Sul piano cantonale, il potere legislativo è detenuto dal Gran Consiglio (130 deputati nel 2004), quello esecutivo dal Consiglio di Stato (Piccolo Consiglio fino al 1813); diretto da un presidente (dallo scoltetto prima del 1847), nel 1848 quest'ultimo è passato dal sistema a commissioni (diversi Consiglieri responsabili di un settore) al sistema dipartimentale (un Consigliere è responsabile di un settore). I prefetti rappresentano il governo nei distretti. Nominati in precedenza dal governo, dal 1972 vengono eletti dal popolo, coordinando così l'operato dei comuni. Il potere giudiziario (tribunali) comprende il tribunale d'appello cantonale, il tribunale amministrativo (1990), il tribunale penale economico, sette tribunali distrettuali con il loro collegio dei probiviri (tribunali del lavoro), 29 giudicature di pace, tre tribunali in materia di locazione e una Camera penale minorile.

Nel 1803 l'amministrazione cantonale centrale aveva alle sue dipendenze 14 persone, coadiuvate da una quarantina di agenti che si occupavano dei beni statali e delle regalie o erano attivi nei distretti. Nel 1977 lo Stato impiegava 4000 funzionari, nel 2002 l'equivalente di 8000 unità lavorative a tempo pieno. Nel 1803 le sue funzioni erano circoscritte alla gestione dei propri beni e delle regalie, alla giustizia, agli affari militari e alla rete stradale. Nel 1848 perse la regalia delle dogane, delle poste e delle monete, nel 1848 e 1874 le competenze militari. Nuovi compiti gli furono affidati a partire dal 1848, segnatamente in campo scolastico ed economico. Dal 1945 il ruolo dello Stato si è rafforzato per far fronte all'espansione demografica ed economica e alle necessità sociali.

Fino al 1847 il cantone si finanziava con i redditi dei propri beni e con i proventi delle regalie (poste, polvere da sparo, sale) e dei pedaggi. Le uscite aumentarono in misura significativa dal 1848 (più di un milione di frs.) e da quel momento il cantone prelevò un'imposta sugli stabili, sui capitali e sui redditi come pure un'imposta sui trasferimenti immobiliari. Le entrate dello Stato sono costantemente aumentate: 4 milioni nel 1900, 25 nel 1945, 219 nel 1970, 2 miliardi nel 2001, anno in cui le imposte rappresentavano il 34% degli introiti, mentre i contributi della Confederazione (sovvenzioni) costituivano il 30%. Il popolo gode del diritto di referendum finanziario, facoltativo dal 1948, obbligatorio dal 1972.

L'unificazione del diritto durò parecchi decenni. Il Codice civile e il Codice penale vennero emanati nel 1849, i Codici di procedura civile e penale nel 1850. Il cantone disponeva di un riformatorio e di un istituto per i lavori forzati, ubicato dal 1851 nell'ex convento degli agostiniani a Friburgo. I detenuti, in precedenza assegnati ai lavori pubblici, furono trasferiti nel 1899 nel penitenziario di Bellechasse. Le forze armate furono riorganizzate con la legge del 1804 per adempiere gli obblighi previsti dall'Atto di mediazione. Il sistema di milizia basato sul servizio obbligatorio venne modificato dalle leggi del 1819 e del 1844. Dopo il 1874, Friburgo non si vide attribuire alcuna piazza d'armi federale di primaria importanza, ma ottenne diverse caserme e piazze d'armi minori (Planche e Poya nella città di Friburgo, Drognens a Siviriez).

Ridivenuto uno Stato sovrano, tra il 1806 e il 1826 Friburgo coniò monete da 4, 1 e 0,5 franchi e da 1 e 0,5 Batzen. Conformemente al concordato monetario stipulato nel 1825 con altri cinque cantoni (concordati monetari), tra il 1827 e il 1848 batté monete da 5, 1, 0,5 e 0,25 Batzen. Lo Stato esercitava la regalia del sale monopolizzando la vendita di sale importato dalla Svizzera o dalla Francia. Nel 1832 istituì una regia cantonale delle poste in sostituzione del precedente sistema di appalto (detenuto dalla famiglia Fischer di Berna).

Nel 1803 venne creato un Consiglio della sanità. Lo Stato e i medici avviarono una politica sanitaria che si concentrava soprattutto sulle vaccinazioni. Nello stesso anno, l'ospedale cittadino divenne comunale. L'ospedale psichiatrico di Marsens venne fondato nel 1875; l'ospedale cantonale, sorto nel 1913, fu trasferito in una nuova sede nel 1971. Nel 1982 il cantone ha introdotto l'obbligo di assicurarsi contro la malattia e gli infortuni e dal 1989 tenta di coordinare la politica ospedaliera tramite il progetto Mediplan.

Società, economia e cultura nel XIX e XX secolo

Popolazione e insediamento

All'interno dei suoi confini attuali, il canton Friburgo contava 61'000 abitanti nel 1785 e 67'814 abitanti nel 1799. Sebbene durante la Mediazione fosse uno dei sei cantoni direttori, Friburgo non figurava fra i sei cantoni più popolosi; allora ospitava il 4% della popolazione svizzera, quota che tese progressivamente a diminuire: ancora 4,17% nel 1850, ma 3,86% nel 1900, 3,36% nel 1950 e 3,33% nel 2000. Anche nella classifica dei cantoni più popolosi perse a lungo posizioni (ottavo nel 1836, tredicesimo nel 1960, quattordicesimo rango nel 1970), prima di stabilizzarsi alla fine del XX secolo (dodicesimo nel 2000). Dal 1811 al 1910 la popolazione friburghese si moltiplicò per 1,9, con un incremento inferiore alla media nazionale (2,1). La forte natalità, che cominciò a calare solo dal 1910 (33,6‰), e, a partire dal 1850, una diminuzione della mortalità (20,5‰) determinarono dal 1880 un saldo naturale positivo.

«Augusta Regina dei Cieli, ci inchiniamo ai Tuoi piedi e imploriamo il Tuo aiuto per gli sfortunati coloni in Brasile. Vergine delle Vergini, concedi loro la Tua protezione e conducili sani e salvi fino alla meta.» Immagine votiva che implora la protezione della Vergine per gli emigranti partiti da Estavayer il 4 luglio 1819 alla volta del Brasile. Acquerello anonimo © Musée d'art et d'histoire Fribourg.
«Augusta Regina dei Cieli, ci inchiniamo ai Tuoi piedi e imploriamo il Tuo aiuto per gli sfortunati coloni in Brasile. Vergine delle Vergini, concedi loro la Tua protezione e conducili sani e salvi fino alla meta.» Immagine votiva che implora la protezione della Vergine per gli emigranti partiti da Estavayer il 4 luglio 1819 alla volta del Brasile. Acquerello anonimo © Musée d'art et d'histoire Fribourg.
Prima pagina del registro dei morti con i nomi di 292 coloni che fondarono Nova Friburgo il 4 luglio 1819, compilato nell'ottobre del 1821 da Jacob Joye, di Villaz-Saint-Pierre, primo parroco della colonia brasiliana (Archives de la paroisse catholique de Saint-Martin, Friburgo; fotografia Tilman Kehren).
Prima pagina del registro dei morti con i nomi di 292 coloni che fondarono Nova Friburgo il 4 luglio 1819, compilato nell'ottobre del 1821 da Jacob Joye, di Villaz-Saint-Pierre, primo parroco della colonia brasiliana (Archives de la paroisse catholique de Saint-Martin, Friburgo; fotografia Tilman Kehren). […]

La crescita demografica era tuttavia frenata dall'emigrazione, che fino al 1848, anno della sua abolizione, era focalizzata attorno al servizio militare all'estero (servizio mercenario). Le partenze verso Nova Friburgo in Brasile costituirono un caso particolare: sfuggendo alla miseria degli anni 1816-1817, gli emigranti trovarono la povertà sotto i tropici. Durante la seconda metà del XIX secolo, l'emigrazione civile si intensificò fino a raggiungere livelli molto elevati nel 1900-1910. I Friburghesi si stabilirono in massa a Ginevra. Le difficoltà dell'agricoltura e lo sviluppo tardivo dell'industria spiegano questa emorragia, che fu agevolata dalla nuova rete ferroviaria (ferrovie). Nel 1910 la popolazione era ancora prevalentemente rurale. Per quanto riguarda le città, solo la capitale superava i 10'000 abitanti con le sue 20'993 anime (5117 nel 1798), ossia il 15% della popolazione cantonale (contro l'8% del 1798), distanziando di gran lunga i centri di Bulle (4035 abitanti) e di Düdingen (3956 abitanti). L'emigrazione, che assorbiva da un terzo alla metà dell'incremento naturale, venne frenata fino al 1910 dalla politica economica del governo Python. Dopo quella data si intensificò di nuovo, stimolata dal rimescolamento della popolazione a seguito della guerra e della mobilitazione.

Il periodo 1910-1960 fu segnato da una debole crescita della popolazione, intercalata dalla stagnazione pressoché totale dei decenni 1920 e 1950. Il cantone realizzò la propria transizione demografica mantenendo un'eccedenza naturale situata attorno all'1% annuo. L'emigrazione crebbe ulteriormente e la composizione della popolazione si modificò: dal 1910 al 1960 la quota di Friburghesi scese dall'86 al 77%, quella di Svizzeri di altri cantoni passò dal 10 al 19% e quella degli stranieri rimase stabile al 4%. I Friburghesi che risiedevano fuori cantone erano sempre più numerosi: 23'714 nel 1910, 52'489 nel 1941 e 88'892 nel 1960. Questo indebolimento demografico indusse le autorità a reagire con una vigorosa politica di industrializzazione a partire dagli anni 1950, i cui effetti, ancora poco visibili nel censimento del 1960, si manifestarono chiaramente negli anni successivi, con un'accelerazione della crescita demografica e un bilancio migratorio positivo (salvo durante la recessione degli anni 1970), dovuto in buona parte alla manodopera straniera. Di questo incremento approfittarono soprattutto le città, nel quadro della cosiddetta politica di «decentralizzazione concentrata». L'agglomerato urbano della capitale, con Villars-sur-Glâne, Marly e 23 altri comuni, comprendeva nel 2000 95'000 abitanti, ossia il 40% dei Friburghesi, mentre l'agglomerato di Bulle contava 14'552 abitanti (il 6% della popolazione cantonale); seguivano, assai distaccati, Morat (5578 abitanti), Estavayer-le-Lac (4437), Châtel-Saint-Denis (4389) e Romont (3964). I comuni del nord est come Schmitten (3280 abitanti) e Bösingen (3117 abitanti) erano maggiormente orientati verso Berna, la capitale federale che attraeva anche pendolari provenienti dalla Grande Friburgo. Wünnewil e Flamatt (insieme 4916 abitanti) facevano parte dell'agglomerato urbano bernese.

Il saldo naturale diminuì fortemente dal 1970 e solo il bilancio migratorio positivo spiega il dinamismo demografico del periodo 1970-2000. Questo bilancio risulta dall'arrivo, fra il 1980 e il 2000, di 32'738 persone, di cui il 56% straniere. La popolazione straniera è passata da 4168 persone (1950) a 32'938 nel 2000. La sua incidenza percentuale era modesta rispetto a quella di altri cantoni (il 2,6% nel 1950, il 13,6% nel 2000) ed è rimasta inferiore alla media svizzera. La composizione della popolazione straniera si è modificata e la componente europea è scesa dal 93% (1950) all'86% (2000). Nel 1950 dominavano gli Italiani (39%), i Francesi (23%) e i Tedeschi (15%), mentre nel 2000 gli immigrati provenivano principalmente dal Portogallo (25%), dall'ex Iugoslavia (19%), dall'Italia (11%), dalla Francia (9%) e dalla Spagna (7%). Gli Africani costituiscono il 6% degli stranieri, gli Asiatici e gli Americani il 4% ciascuno.

Sviluppo demografico del canton Friburgo 1836-2000

AnnoAbitantiPercentuale di stranieriPercentuale di cattoliciPercentuale di francofoniPercentuale di persone di età superiore ai 59 anniPeriodoCrescita complessivaaSaldo naturale relativoaSaldo migratorioa
183691 1452,1%       
184295 611    1842-1850  -1,8‰
185099 8911,3%87,8%  1850-18604,3‰3,4‰0,9‰
1860105 5231,8%85,3% 7,6%1860-18704,4‰6,5‰-2,1‰
1870110 409b2,2%84,8% 8,6%1870-18804,0‰6,6‰-2,6‰
1880114 994b1,9%84,2%68,7%9,4%1880-18884,5‰9,3‰-4,8‰
1888119 4551,9%84,3%68,5%9,7%1888-19006,0‰9,8‰-3,8‰
1900127 9513,4%84,8%68,3%9,6%1900-19108,8‰13,1‰-4,3‰
1910139 6545,2%86,1%67,7%9,1%1910-19202,4‰10,4‰-8,0‰
1920143 0553,8%86,2%67,6%8,8%1920-19300,1‰12,1‰-12,0‰
1930143 2303,0%86,4%66,7%9,9%1930-19415,4‰9,1‰-3,7‰
1941152 0531,9%86,3%66,8%11,0%1941-19504,8‰11,8‰-7,0‰
1950158 6952,6%86,4%65,7%11,8%1950-19600,3‰9,2‰-8,9‰
1960159 1944,0%86,3%63,4%13,5%1960-197012,4‰9,7‰2,7‰
1970180 3099,3%85,8%60,3%15,0%1970-19802,7‰5,0‰-2,3‰
1980185 2467,7%83,2%61,4%17,1%1980-199014,2‰3,7‰10,5‰
1990213 57112,6%79,3%61,0%17,1%1990-200013,0‰5,2‰7,8‰
2000241 70615,3%70,4%63,2%17,0%    

a Tasso medio di incremento annuo.

b Popolazione «presente».

Sviluppo demografico del canton Friburgo 1836-2000 -  Censimenti federali; Historische Statistik der Schweiz; Ufficio federale di statistica

Economia

Nel 1803 quasi i tre quarti della popolazione attiva erano occupati nell'agricoltura, un quinto nelle attività artigianali. Il cantone riusciva a coprire il proprio fabbisogno cerealicolo ed esportava nel contempo formaggio e bestiame. Questa economia agricola raggiunse il suo apice verso il 1850-1870, ma la crisi economica degli anni 1873-1895 ne mise in evidenza la fragilità. Nel 1910 il 53% degli occupati lavorava ancora nell'agricoltura, il 27% nell'artigianato e nell'industria e il 20% nel settore dei servizi. Alla metà del XX secolo il canton Friburgo ospitava ancora un numero di contadini doppio rispetto alla media nazionale, mentre il reddito pro capite era uno dei più bassi della Svizzera. Nel 2000 il settore primario impiegava ca. un decimo degli attivi, il secondario un quarto e il terziario quasi i due terzi; nello stesso anno il reddito cantonale rappresentava il 2,5% del reddito nazionale mentre la quota della popolazione cantonale sul totale svizzero era del 3,3%. Questi dati rispecchiano l'assenza di posti di lavoro altamente qualificati e di aziende a forte valore aggiunto, come pure la presenza di una popolazione giovane per buona parte ancora in formazione.

Vie di comunicazione

La gola della Sarina e il viadotto ferroviario di Grandfey sulla linea Friburgo-Berna. Fotografia del cantiere realizzata il 26 ottobre 1925 (Service des biens culturels, Friburgo).
La gola della Sarina e il viadotto ferroviario di Grandfey sulla linea Friburgo-Berna. Fotografia del cantiere realizzata il 26 ottobre 1925 (Service des biens culturels, Friburgo). […]

Nonostante la scarsità di mezzi, lo Stato si sforzò di creare buone strade e una rete viaria sempre più densa. La pavimentazione in macadam venne utilizzata a partire dal 1830, la cilindratura dal 1910 e l'asfaltatura dopo il 1918. Fra le opere più importanti vi furono i ponti sospesi, in particolare quelli realizzati nella capitale (ponte di Zähringen, 1832-1834; ponte del Gottéron, 1839-1840), poi sostituiti da strutture in cemento armato. Nel 1856 il cantone intervenne nella questione della ferrovia Berna-Losanna, riuscendo a far sì che il tracciato passasse per il capoluogo, a scapito della linea della Broye. Per la costruzione di questa ferrovia e dei suoi raccordi (Bulle-Romont, Palézieux-Lyss, Friburgo-Yverdon) investì oltre 45 milioni di frs. Ulteriori fondi pubblici vennero stanziati per la realizzazione di linee secondarie elettrificate a partire dal 1890 (Friburgo-Morat-Ins, Châtel-Bulle-Montbovon, Bulle-Broc e le tramvie di Friburgo). Nel 1942 lo Stato promosse la fusione fra tre linee regionali e la rete di autobus (inaugurata nel 1914), dando vita alla compagnia Gruyères-Friburgo-Morat (GFM) e assumendo il controllo di quasi tutto il suo capitale. Nel 2000 la GFM si unì a sua volta alla compagnia dei trasporti della città di Friburgo nell'azienda dei trasporti pubblici friburghesi (TPF). Il cantone riuscì a convincere le autorità federali a conferire uguale priorità alla realizzazione delle autostrade A12 (1981), che passa dalla capitale, e A1 (2001), che transita da Morat e serve la parte occidentale del cantone. La tipologia dell'insediamento e la diffusione dei grandi centri commerciali hanno fortemente contribuito a incrementare la domanda di trasporti sia pubblici sia privati.

Agricoltura

Attorno al 1810 oltre il 75% della popolazione traeva il proprio sostentamento dall'agricoltura e dalla selvicoltura. Mentre nelle Prealpi dominavano l'allevamento e la produzione casearia, la zona collinare era dedita alla praticoltura (prati) e alla campicoltura e nelle regioni più basse, attorno ai laghi di Neuchâtel e di Morat, si concentrava la coltivazione dei cereali. Le esportazioni di bestiame, formaggi e legname erano sufficienti per equilibrare le importazioni. Sul piano giuridico, l'agricoltura subì importanti cambiamenti. Innanzitutto vi fu un affrancamento dagli oneri feudali, dichiarati riscattabili nel 1803 e nel 1804 ma dietro il versamento di somme molto elevate. Il loro riscatto divenne obbligatorio soltanto nel 1838 e nel 1844, e provocò l'indebitamento dei contadini nei successivi quattro decenni. La legge sul riscatto delle decime è del 1833. Nel frattempo la libertà di recinzione (1808), l'abolizione dei diritti di transito (1809), la regressione di altri diritti d'uso e la suddivisione dei beni comuni segnarono l'affermazione del nuovo individualismo agrario (contadini).

Per far fronte all'aumento della popolazione, i contadini incrementarono la produzione estendendo la superficie coltivata tramite la bonifica e il drenaggio di nuovi terreni. Il maggese venne soppresso, l'avvicendamento delle colture passò da sei a nove anni e fu diversificato, e vennero introdotte nuove colture (patate, colza). Le attrezzature migliorarono lentamente. Una rete di casse di risparmio cittadine e, dal 1853, la Cassa ipotecaria del canton Friburgo resero disponibili i crediti necessari. Il miglioramento delle strade cantonali e la prima rete ferroviaria elvetica facilitarono la diffusione dei prodotti friburghesi. Nel 1848 ricchi proprietari-agronomi fondarono la Società friburghese di agricoltura (società di agricoltura). Negli anni 1850-1870 questa crescita estensiva generò una relativa agiatezza.

Gli equilibri regionali si modificarono a scapito delle regioni di montagna a seguito dell'aumento della produzione di formaggio in pianura. Questa congiuntura favorevole si arrestò dopo il 1870 con la grande crisi mondiale e la massiccia importazione di prodotti agricoli dall'estero. La caduta del prezzo dei cereali causò una sensibile diminuzione della coltivazione del grano (20% della superficie agricola nel 1907), mentre si affermarono la patata e la barbabietola da zucchero. L'elemento più importante fu tuttavia l'intensificazione dell'allevamento bovino, originata dal miglioramento delle coltivazioni foraggere (foraggi) grazie allo sviluppo dei concimi minerali (concimazione). Le esportazioni di carne e la produzione di latte aumentarono (da 33 milioni di kg nel 1880 a 111 milioni nel 1910); buona parte di questo latte (economia lattiera) riforniva le fabbriche di latte condensato e di cioccolato.

Questa nuova crescita spinse i contadini a fondare la Federazione delle società friburghesi di agricoltura (1894), che nel 1897 aderì all'Unione svizzera dei contadini. Iniziò un'intensa lotta per mantenere elevato il prezzo del latte. Le aziende agricole divenivano progressivamente più grandi (nel 1900 la loro superficie era in media di 9,7 ettari, ma il 50% aveva meno di 5 ettari e solo il 10% superava i 20). Le autorità cantonali reagirono alla crisi del 1873 e iniziarono a erogare sussidi agli agricoltori, crearono una scuola casearia (Grangeneuve) e una stazione lattiera (1888) e istituirono corsi di agricoltura (1891). La prima guerra mondiale portò nelle campagne una prosperità artificiale ed effimera.

Contadino nella città di Friburgo diretto verso la conceria con una pelle di vitello essiccata. Fotografia di Jacques Thévoz, 1951 © Bibliothèque cantonale et universitaire Fribourg, Fonds Jacques Thévoz.
Contadino nella città di Friburgo diretto verso la conceria con una pelle di vitello essiccata. Fotografia di Jacques Thévoz, 1951 © Bibliothèque cantonale et universitaire Fribourg, Fonds Jacques Thévoz. […]

Il ritorno della concorrenza estera, l'eccessiva specializzazione nei prodotti lattieri, peraltro anche mal commercializzati, e l'epidemia di afta epizootica del 1919-1920 provocarono una prolungata stagnazione che venne aggravata dalla crisi del 1929. Le autorità cantonali trasformarono Grangeneuve in un centro di ricerca e di insegnamento (1919 e 1922) e favorirono la meccanizzazione delle aziende agricole. Negli anni 1930, lo Stato promosse ancora un'agricoltura autarchica, basata in particolare sulla «colonizzazione interna»; questa linea trovò poi un ulteriore sostegno nel progetto di incremento dell'agricoltura durante la seconda guerra mondiale (piano Wahlen). Il ruolo dei contadini, riuniti nell'Unione dei contadini friburghesi (1929), fu riconosciuto dal cantone e dalla Confederazione (legge del 1952). La legge federale del 1974 sull'aiuto agli investimenti nelle regioni di montagna e il contingentamento lattiero confermarono la crescente importanza dell'ente pubblico nel settore. Gli agricoltori modernizzarono le loro aziende, sempre meno numerose: 12'664 nel 1939, 5436 nel 1985, 4493 nel 1996, 3763 nel 2001. Gli anni 1990 sono stati contraddistinti dalla diminuzione dell'aiuto pubblico e dall'apertura delle frontiere, che hanno costretto i contadini a trasformarsi in imprenditori. L'agricoltura ha ancora oggi un ruolo importante: il cantone, che ospita il 3,3% della popolazione svizzera e percepisce il 6,7% dei pagamenti diretti, annovera il 5,5% delle aziende agricole, il 7,2% della superficie agricola e il 7,9% del bestiame bovino (bovini).

Artigianato e industria

Manifesto pubblicitario per la fabbrica di macchine Gottfried Frey, specializzata nell'installazione di riscaldamenti centrali. Litografia di A. Thellung attorno al 1900, Zurigo (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Collezione di manifesti).
Manifesto pubblicitario per la fabbrica di macchine Gottfried Frey, specializzata nell'installazione di riscaldamenti centrali. Litografia di A. Thellung attorno al 1900, Zurigo (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Collezione di manifesti).

All'inizio del XIX secolo le uniche aziende industriali del cantone erano la vetreria di Semsales (chiusa nel 1915; vetro) e la cartiera di Marly (la cui attività cessò negli anni 1920). La lavorazione della paglia (industria della paglia) si trovava in uno stadio protoindustriale (protoindustrializzazione) e l'industria era considerata più che altro uno strumento di lotta contro la povertà (pauperismo). La libertà d'industria e di commercio, introdotta a livello svizzero nel 1798, fu rimessa in discussione dal 1803. I regimi politici che si succedettero dal 1803 al 1881 erano decisamente contrari all'interventismo statale e concentrarono i loro sforzi sulla rete viaria e ferroviaria. Ciò nonostante qualche industria si stabilì nel cantone: la fabbrica di orologi (orologeria) a Muntelier, una fabbrica di concimi e alcune stamperie (stampa tipografica) a Friburgo, la fabbrica di latte condensato Nestlé & Anglo Swiss a Düdingen. Nel 1869 su iniziativa del neocastellano Guillaume Ritter fu fondata a Friburgo un'azienda in regia che, grazie a una diga sulla Sarina, approvvigionava in acqua corrente la capitale e forniva elettricità alle industrie situate sull'altopiano di Pérolles (cartonaggi, fonderia); la ditta fallì nel 1875.

La ripresa economica del 1895 favorì lo sviluppo di aziende nel ramo dell'alimentazione (cioccolato, latte condensato, latte in polvere, birra), del legname e dei condensatori elettrici (industria elettrica). Situate a Friburgo, Bulle-Broc e Morat, tutte le aziende erano di medie dimensioni, ad eccezione della fabbrica di cioccolato Cailler a Broc. Il numero di fabbriche (intese secondo il senso della legge federale del 1877) passò da 23 (1878) a 112 (1911), quello degli operai da 700 a 4176. L'industria friburghese rimase tuttavia fortemente legata alla trasformazione dei prodotti agricoli. Gli ambienti imprenditoriali si organizzarono fondando l'Unione cantonale delle arti e mestieri (1906) e la Società cantonale del commercio e dell'industria (1909).

La guerra del 1914-1918 e lo sciopero generale del 1918 segnarono una battuta di arresto nell'industrializzazione del cantone. Le autorità reagirono alle crisi con l'apertura di grandi cantieri, ma non sostennero direttamente le fabbriche. Negli anni 1940 fu riconosciuta la necessità dell'industrializzazione, che si concretizzò nel decennio successivo. Le misure di agevolazione fiscale, la costruzione di autostrade e di nuove dighe (Schiffenen nel 1963) e la creazione di un ente per la promozione economica sono testimonianze di questo cambiamento di mentalità. Il canton Friburgo disponeva di terreni in abbondanza e di manodopera a buon mercato che attirarono nuove aziende (Ciba per la fotochimica, nel 1960) e le filiali delle grandi banche svizzere. La metallurgia e l'industria delle macchine contesero il primato all'industria alimentare, del legno e dell'edilizia. La crisi del 1973 evidenziò tuttavia la fragilità di questo tessuto industriale, che negli anni 1980-2000 perse a Friburgo il ruolo di motore della crescita. Sebbene occupi ancora un buon quarto della popolazione attiva (26,9% nel 2000), il secondario ha passato il testimone di settore trainante al terziario. Lo Stato punta a sviluppare i rami più promettenti come quello dell'elettronica (elettrotecnica).

Distribuzione dell'impiego nel canton Friburgo 1860-2000a

AnnoSettore primarioSettore secondarioSettore terziariobTotale
186034 80456,2%12 58620,3%14 54523,5%61 935
1870c32 44466,4%11 70623,9%4 7289,7%48 878
1880c31 92061,2%13 98126,8%6 27212,0%52 173
188829 26857,0%12 78424,9%9 27318,1%51 325
190029 54051,8%16 19428,4%11 26819,8%57 002
191028 76648,8%16 22427,5%13 98323,7%58 973
192028 38546,6%17 22228,2%15 40025,2%61 007
193026 23444,6%17 05629,0%15 51226,4%58 802
194127 28443,1%17 97728,4%18 04728,5%63 308
195022 94835,4%22 36334,6%19 41930,0%64 730
196017 48227,2%26 31040,9%20 54731,9%64 339
197014 06517,9%35 42545,1%28 98837,0%78 478
198010 75513,0%31 55238,3%40 15748,7%82 464
19907 5167,1%34 51332,8%63 33560,1%105 364
2000d7 1075,8%28 19422,9%87 69071,3%122 991

a Fino al 1960 senza le persone occupate a tempo parziale.

b Il dato risulta dalla deduzione delle persone attive nei settori primario e secondario dal totale complessivo.

c Popolazione «presente».

d I dati del censimento federale del 2000 sono paragonabili solo in parte a quelli precedenti, visto l'alto numero di «senza indicazione» (18 174).

Distribuzione dell'impiego nel canton Friburgo 1860-2000 -  Censimenti federali; Historische Statistik der Schweiz

Servizi

Il terziario occupava il 9% della manodopera nel 1811, il 12% nel 1870 e il 36% nel 1970. Questa quota si è avvicinata alla media nazionale nel 2000 (66,3% a Friburgo, 67,5% in Svizzera), superando quella relativa all'industria soltanto negli anni 1970. Nel 2000 gli impiegati nel terziario si suddividevano nel seguente modo: commercio (26%), sanità e sociale (14,7%), insegnamento (9,7%), settore immobiliare e altri servizi (12,3%), ramo alberghiero e ristorazione (6,9%), amministrazione pubblica (8,8%), trasporti e comunicazioni (8,3%).

Il turismo ha un ruolo di secondo piano. Durante il romanticismo, i visitatori giungevano nel cantone per ammirare la capitale, il grande ponte sospeso e gli organi della collegiata di S. Nicola; alla fine del XIX secolo erano le terme e i paesaggi prealpini ad attrarre gli stranieri. Dopo il 1945, il successo degli sport invernali contribuì allo sviluppo di Charmey, del Moléson, di Les Paccots e dello Schwarzsee.

Il settore bancario fece la sua apparizione nel XIX secolo con le casse di risparmio, che si diffusero nelle città (Morat nel 1824, Friburgo nel 1829). Dopo il fallimento della Banca cantonale friburghese (1850), nata da un'iniziativa radicale, i conservatori fondarono la Banca dello Stato di Friburgo (1892), mentre le grandi banche svizzere si stabilirono nel cantone solo dopo il 1945. La Cassa di assicurazione per il bestiame venne istituita nel 1808, l'assicurazione contro gli incendi nel 1812.

Società

Il principio dell'uguaglianza dei diritti venne sancito nel 1798 e nel 1803. La Mediazione (1803-1813) e soprattutto la Restaurazione (1814-1830) riportarono al potere le vecchie élite patriziali (patriziato cittadino) e aristocratiche (nobiltà). Il censo elettorale e i privilegi di nascita furono aboliti nel 1831. Durante la Rigenerazione (1831-1847) la composizione sociale della classe dirigente iniziò a diversificarsi (uomini di legge, imprenditori, ricchi contadini) sia fra i liberali (liberalismo) sia fra i conservatori (conservatorismo), ma il popolo rimase comunque escluso dalla politica. La situazione restò praticamente immutata anche sotto il regime radicale (1848-1856; radicalismo) e quello liberal-conservatore (1857-1881), anche se i cittadini furono chiamati a votare la Costituzione cantonale del 1857 che attribuiva loro qualche limitata competenza. Al tempo della Repubblica cristiana, il regime, che seppe mobilitare le masse rurali e controllare le città, riuscì comunque a tenere lontano il popolo dai centri del potere, riservati a una ristretta cerchia di persone istruite e fedeli.

I patrimoni di una certa importanza, poco numerosi, si basavano sulla proprietà fondiaria e immobiliare. Molto più numerose erano le piccole aziende agricole. Per molto tempo nel cantone regnò una grande povertà, che non si manifestava unicamente nei periodi di carestia quale quello del 1816-1817. Alla metà del XIX secolo il 7% dei Friburghesi era indigente; questo fenomeno, che perdurò fin verso il 1950, fu all'origine di una forte emigrazione. Il legislatore istituì in un primo tempo una forma di carità legale a carico delle parrocchie (1811), poi optò per un diritto all'assistenza finanziato dai comuni (1850). In seguito, la scarsità delle risorse pubbliche spinse il Gran Consiglio a votare una legge che abbandonava i poveri alla carità privata (1869), secondo un disegno che rifletteva la mentalità allora dominante. La legge del 1928 attribuì il sostentamento degli indigenti alle loro famiglie, poi al loro comune di origine; la legge del 1951 lo delegò al comune di domicilio. Le autorità lottavano attivamente contro l'accattonaggio (mendicità) e il vagabondaggio e sorvegliavano strettamente i senza patria (Heimatlose).

Durante il XIX secolo si sviluppò una fiorente attività associativa che faceva capo alle società di tiro, di ginnastica, di canto e di musica strumentale. La vitalità delle iniziative locali portò nelle città alla creazione delle cosiddette «società di vicinato». A partire dal 1850 sorsero le associazioni operaie e cattoliche e si manifestò l'antagonismo fra il sindacalismo cristiano-sociale (movimento cristiano-sociale) e socialista (socialismo). Nel XX secolo l'associazionismo si allargò ad altri settori, dando vita a società sportive (calcio, atletica), giovanili (congreghe giovanili), contadine, filodrammatiche, ecc.

La società friburghese relegò a lungo la donna al ruolo di madre di famiglia, nonostante il ruolo importante che aveva nell'agricoltura, come fu chiaro durante i due conflitti mondiali. Georges Python si batté per l'istruzione delle ragazze a livello medio e superiore. Dopo il 1950, la crescita economica rafforzò la partecipazione delle donne alla vita attiva. In politica, l'opinione degli uomini subì un'evoluzione: in un primo tempo rifiutarono l'accesso delle donne a determinate funzioni pubbliche (1952) e bocciarono il suffragio femminile sul piano federale (1959), poi, dopo che nel 1969 il Gran Consiglio ne aveva approvato il principio a livello cantonale, nel 1971 concessero l'uguaglianza politica alle donne sul piano cantonale e federale (71% di voti a favore).

Lingua e religione nel canton Friburgo nel 2000
Lingua e religione nel canton Friburgo nel 2000 […]

Il dualismo linguistico divenne un problema dopo il 1950. Per molto tempo gli abitanti del cantone parlarono i dialetti francofoni (patois) e tedeschi della Sense, di Morat e della regione dello Jaun. L'invasione delle truppe napoleoniche (invasione francese) conferì per la prima volta al francese una posizione dominante, suscitando negli Svizzeri tedeschi un complesso di inferiorità economica e sociale. Sebbene già nel XIX secolo vi fossero Consiglieri di Stato provenienti da Morat, si dovette attendere fino al 1946 per vedere un membro del governo originario della Sense. Lo sviluppo economico e il rimescolamento della popolazione portarono a risultati paradossali: i germanofoni diminuirono nel loro feudo, la capitale (dal 35% nel 1900 al 23% nel 2002), mentre aumentarono nei comuni dell'agglomerato urbano. Tra il 1880 e il 2000 la quota di francofoni è diminuita dell'11% e quella dei germanofoni del 4%, mentre è aumentata quella delle comunità straniere. L'attività della Comunità di lavoro della Friburgo tedesca (Deutschfreiburgische Arbeitsgemeinschaft), sorta nel 1959, ha contribuito all'equiparazione completa delle due lingue sul piano costituzionale, ma ha pure stimolato la fondazione della Comunità romanda del Paese di Friburgo (Communauté romande du Pays de Fribourg, 1985), con cui non mancano i contrasti nel campo della territorialità delle lingue, dello statuto linguistico dei comuni e del luogo di scolarizzazione dei bambini appartenenti a una minoranza linguistica locale.

Vita religiosa, formazione e cultura

Confessioni e religioni

L'omogeneità confessionale terminò nel 1803 con l'incorporamento della regione di Morat, piccola minoranza riformata (9% nel 1911; protestantesimo) in un cantone cattolico. Gli attacchi portati al cattolicesimo durante la Repubblica elvetica, il primo regime liberale (1830-1834) e il regime radicale (1848-1856) non intaccarono il profondo sentimento religioso dei Friburghesi. L'arrivo di un gran numero di preti emigrati (émigrés) durante la Rivoluzione e di membri delle congregazioni francesi scacciate dal governo Combes (1903) rafforzò l'azione del clero e delle congregazioni locali che operavano nell'ambito di una religiosità popolare e barocca. Il popolo era fortemente inquadrato nelle strutture parrocchiali e in istituzioni di ogni genere: gruppi devozionali e giovanili, associazioni benefiche, sindacati e banche, cultura e stampa. Il canonico Joseph Schorderet è il simbolo del momento di massimo splendore di questo cattolicesimo ultramontano (ultramontanismo) che dominava la politica. L'élite conservatrice esercitava un forte ascendente sulla cultura cantonale e diede vita a cosiddetti regimi cristiani, come il governo di Louis Fournier (1840-1847), che aderì al Sonderbund, e la «Repubblica cristiana» di Georges Python. Per mobilitare l'elettorato, quest'ultimo combinava l'associazionismo e la stampa cattolica e contava sulla collaborazione dell'élite uscita dall'Università (1889), risolutamente cattolica. Ispirandosi al corporativismo, il regime di Joseph Piller (1933-1946) promosse uno Stato cristiano, una democrazia dai tratti autoritari e, sul piano nazionale, un vivace federalismo. Dopo il 1945 il Concilio Vaticano II, le trasformazioni socio-economiche e la generale secolarizzazione della società hanno notevolmente indebolito il ruolo delle forze religiose nel cantone; oggigiorno si trovano cattolici praticanti in tutte le forze politiche del cantone. Il Concilio ha rafforzato la partecipazione dei fedeli alla vita ecclesiale, in particolare grazie alla creazione di un Consiglio presbiteriale (vescovo e sacerdoti) e di un Consiglio pastorale, comprendente anche laici; dal 1972 al 1975 è stato inoltre attivo un sinodo diocesano (1972-1975). Grandi passi sono stati compiuti verso l'ecumenismo.

Né separazione, né unione: con questa formula potrebbero essere definiti i rapporti fra lo Stato friburghese e la Chiesa cattolica. La Costituzione cantonale del 1857 riconobbe la libertà di coscienza e di culto, anche se il cattolicesimo rimase la religione della maggioranza della popolazione friburghese. Questa dipendeva dalla diocesi di Losanna, divenuta diocesi di Losanna e Ginevra nel 1819 e di Losanna, Ginevra e Friburgo nel 1924. Diversi accordi regolarono i rapporti fra Chiesa e Stato (1858, 1867, 1924). La revisione della Costituzione del 1982 conferì lo statuto di diritto pubblico alle confessioni cattolica e riformata e lo statuto di diritto privato alle altre confessioni e religioni; creò inoltre i presupposti per una successiva legge sui rapporti fra la Chiesa e lo Stato (1990) e la messa a punto di uno statuto ecclesiastico (1997).

Manifesto per il ventesimo congresso internazionale di Pax romana nel 1946, realizzato da Oscar Cattani (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto per il ventesimo congresso internazionale di Pax romana nel 1946, realizzato da Oscar Cattani (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste). […]

La minoranza riformata rimase dapprima confinata nella regione di Morat (1803-1847), dove si organizzò creando un Consiglio ecclesiastico (1804); in seguito si sviluppò grazie all'arrivo di contadini bernesi e di operai nella Sense e di artigiani nella capitale. Nel 1880 quasi il 16% dei Friburghesi apparteneva a questa confessione; da allora tale percentuale oscilla fra il 13 e il 15% (15,2% nel 2000). La legge del 1854, modificata nel 1874, 1966 e 1979, istituì un sinodo e un Consiglio sinodale. Una Costituzione ecclesiastica è stata adottata nel 1997. Scuole private riformate vennero fondate al di fuori della regione di Morat a partire dagli anni 1830. Costituita nel 1895, la comunità israelita (giudaismo), che possiede una sinagoga nella capitale, è andata assottigliandosi nel XX secolo. La presenza di ortodossi (0,8% della popolazione nel 2000) e di musulmani (3%) è legata all'immigrazione di lavoratori stranieri.

Formazione

Nel XIX secolo la scuola divenne oggetto di contesa fra la Chiesa e le forze liberali. Fatta eccezione per la fase anticlericale degli anni di predominio radicale (1848-1856), fra lo Stato e la Chiesa prevalse invece la collaborazione. Fino al 1823 padre Girard esercitò una forte influenza sulle scuole della capitale. La sua partenza e il richiamo dei gesuiti (1818) segnarono il trionfo della reazione. Dopo l'espulsione dei gesuiti nel 1848, i preti della diocesi assunsero la guida del collegio Saint-Michel. I vari regimi che si succedettero tentarono di stimolare l'istruzione elementare con le leggi scolastiche del 1834, 1848, 1874 e 1884. Un passo decisivo venne compiuto con l'istituzione di una scuola magistrale (1859), che si insediò nell'ex convento di Hauterive. Scuole secondarie di preparazione all'apprendistato tecnico apparvero dal 1825 in diverse città. La formazione professionale prese avvio con l'inaugurazione di una scuola casearia (1888), di una stazione lattiera (1889) e di una scuola d'arti e mestieri (1896). L'Università di Friburgo aprì le sue porte nel 1889. Il settore scolastico friburghese si trasformò dopo il 1950: creazione di scuole dell'infanzia (della durata di un anno), ciclo di orientamento di tre anni (in sostituzione del precedente sistema di selezione dei liceali), apertura di un secondo liceo a Bulle e di due licei femminili a Friburgo (S. Croce e Gambach, divenuti misti nel corso degli anni 1970), istituzione delle classi miste, della scuola secondaria superiore di preparazione alle professioni paramediche e delle scuole universitarie professionali.

Cultura

Nel XIX secolo le uniche istituzioni culturali del cantone erano l'Archivio di Stato, il Museo di storia naturale (1838) e la Biblioteca cantonale (1848), tutte con sede nella capitale; quest'ultima accolse poi un museo industriale (1883) e il Museo d'arte e storia (1922). Nel XX secolo si susseguirono fondazioni anche nel resto del cantone: il Museo della Gruyère a Bulle (1923, nuovo edificio nel 1978), il Museo delle vetrate a Romont (1981) e il Museo romano a Vallon (2000).

Murist, le Café de l'Union. Olio su legno realizzato dal pittore Jean-Louis Tinguely, di Bulle, 1973 © Musée d'art et d'histoire Fribourg.
Murist, le Café de l'Union. Olio su legno realizzato dal pittore Jean-Louis Tinguely, di Bulle, 1973 © Musée d'art et d'histoire Fribourg. […]

La pluralità linguistica e regionale del cantone non favorì la nascita di una «cultura friburghese». Per molto tempo il cattolicesimo e lo spirito contadino caratterizzarono lo spirito tradizionale dei Friburghesi, che cercavano di evadere dalla dura quotidianità partecipando alle feste come quella della bénichon (benedizione che segnava la fine del raccolto) o il carnevale; entrambe si svolgevano sotto l'occhio attento dalle autorità. Nonostante le difficoltà materiali, una sezione friburghese della Società svizzera di belle arti nacque nel 1867. Assieme alla Società degli ingegneri e degli architetti pubblicò, con il sostegno del libraio Hubert François-Xavier Labastrou, la rivista Fribourg artistique à travers les âges (1890-1914). I progetti delle vetrate di S. Nicola, realizzate dal polacco Józef Mehoffer, fecero sensazione all'inizio del XX secolo. Dopo il 1918, la Società di S. Luca fu all'origine del rinnovamento architettonico e decorativo delle chiese, promuovendo in particolare l'arte delle vetrate. La pittura friburghese conobbe una rinascita nel XX secolo, con diverse generazioni di artisti fra i quali spiccavano Joseph Reichlen, Oswald Pilloud, Jean Crotti e Yoki Aebischer. La Società di musica (classica) venne fondata nel 1813, la fanfara della Landwehr nel 1804, quella della Concordia nel 1882. Fra i protagonisti della musica friburghese vi furono il fabbricante di organi Aloys Mooser, l'organista Jacques Vogt e il compositore Joseph Bovet. Il carattere provinciale di Friburgo fece sì che i suoi artisti più illustri riscuotessero maggiore successo all'estero che all'interno dei confini cantonali: fu il caso, ad esempio, della celebre scultrice Marcello nel XIX secolo, dello scultore Jean Tinguely e del musicista Norbert Moret nel XX secolo. Anche l'arte tradizionale si è conservata, e la pittura delle poyas, quadri che rappresentano la salita all'alpe (alpeggiatura), ha conosciuto una rinnovata diffusione.

Manifesto per la quinta Triennale internazionale della fotografia (1988), realizzato dal grafico Pierre Neumann sulla base di una fotografia di Carl de Keyser, Delhi, serigrafia di Albin Uldry (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).
Manifesto per la quinta Triennale internazionale della fotografia (1988), realizzato dal grafico Pierre Neumann sulla base di una fotografia di Carl de Keyser, Delhi, serigrafia di Albin Uldry (Biblioteca nazionale svizzera, Berna). […]

Sebbene le attività culturali e la protezione del patrimonio siano affidate innanzitutto ai privati, il cantone e i comuni svolgono un ruolo sempre più importante di sostegno e di incentivazione. La promozione della cultura e della creazione artistica è facilitata dalla legge del 1991 sulle attività culturali. Lo Stato partecipa inoltre ai progetti intercantonali per le alte scuole di musica e di teatro. La politica religiosa, scolastica e culturale evidenzia le trasformazioni, dapprima subite e poi volute, del cantone durante la seconda metà del XX secolo. In passato spesso criticato per il suo ritardo, il canton Friburgo sta sperimentando vie nuove in ambiti diversi, per un dinamismo peraltro corroborato dalle recenti proiezioni demografiche (2004).

Riferimenti bibliografici

  • Archives de la Ville de Fribourg, Friburgo.
  • Archives de l'Etat de Fribourg, Friburgo.
  • Bibliothèque cantonale et universitaire Fribourg, Friburgo.
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  • Les sources du droit du canton de Fribourg, 1925-.
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  • Wildermann, Ansgar (a cura di): La visite des églises du diocèse de Lausanne en 1453, 2 voll., 1993.
  • Utz Tremp, Kathrin (a cura di): Quellen zur Geschichte der Waldenser von Freiburg im Üchtland (1399-1439), 2000.
Storiografia
  • La prima cronaca friburghese, anonima, risale al 1400 ca. e tratta delle vicende di Friburgo durante la guerra di Sempach. La stessa guerra e quelle di Borgogna ispirarono Hans Fries e Peter von Molsheim. François de Diesbach de Torny e Marie-François d'Alt descrissero l'affare Chenaux del 1781, ma le loro cronache vennero pubblicate solo nel XIX e nel XX secolo. La prima opera relativa al cantone nel suo complesso fu il Dictionnaire géographique, statistique et historique du canton de Fribourg del magistrato Franz Kuenlin, pubblicato nel 1832 e completato poi dal padre cappuccino Apollinaire Dellion con il suo Dictionnaire historique et statistique des paroisses catholiques du canton de Fribourg (1884). La prima storia del cantone, molto tendenziosa, fu scritta dal medico radicale Jean Nicolas Elisabeth Berchtold (3 volumi, 1841-1852). Gaston Castella pubblicò nel 1922 un'opera che si ferma al 1857, mentre Jeanne Niquille si interessò al XIX secolo (1941). Roland Ruffieux ha diretto l'Encyclopédie du canton de Fribourg (2 volumi, 1977) e l'Histoire du canton de Fribourg (2 volumi, edizione in francese e tedesco). Nel 1991 è apparsa l'opera a carattere divulgativo Fribourg, un canton, une histoire, pure in due lingue, redatta da Michel Charrière e Anton Bertschy. Numerosi autori hanno pubblicato le loro ricerche negli Annales fribourgeoises (1913-) e nella collana Archives de la société d'histoire du canton de Fribourg, entrambe curate dall'omonima società nata nel 1840, come pure nei Freiburger Geschichtsblätter (1894-) editi dal Deutscher Geschichtsforschender Verein des Kantons Freiburg, fondato nel 1893. Roland Ruffieux ha dato avvio nel 1971 alla serie Etudes et recherches d'histoire contemporaine.
Pubblicazioni in serie, bibliografieOpere a carattere generale
  • Castella, Gaston: Histoire du canton de Fribourg depuis les origines jusqu'en 1857, 1922.
  • Vevey, Hubert de: Armorial du canton de Fribourg, 3 voll., 1935-1943.
  • Vevey, Hubert de: Armorial des communes et des districts du canton de Fribourg, 1943.
  • Gross, François: Fribourg, 1977.
  • Ruffieux, Roland (a cura di): Encyclopédie du canton de Fribourg, 2 voll., 1977.
  • Anderegg, Jean-Pierre: La maison paysanne fribourgeoise, 2 voll., 1979-1987.
  • Ruffieux, Roland (a cura di): Histoire du canton de Fribourg, 2 voll., 1981.
  • Charrière, Michel; Bertschy, Anton: Fribourg. Un canton, une histoire, 1991.
  • Anderegg, Jean-Pierre: Les chalets d'alpage du canton de Fribourg, 1996.
  • Fedrigo, Claudio; Buchillier, Carmen; Foerster, Hubert (a cura di): Fribourg sur les chemins de l'Europe, 2000.
  • Chardonnens, Alain: Du missel à l'ordinateur. Le canton de Fribourg d'après les récits de voyageurs. De Machiavel à Emile Gardaz, 2001.
  • Dousse, Michel; Fedrigo, Claudio (a cura di): Fribourg vu par les écrivains. Anthologie (XVIIIe-XXe siècles), 2001.
  • Anderegg, Jean-Pierre: Une histoire du paysage fribourgeois. Espace, territoire et habitat, 2002.
Dalle origini all'alto Medioevo
  • Archéologie fribourgeoise. Chronique archéologique, 1980-1997.
  • Service archéologique cantonal: Le passé apprivoisé. Archéologie dans le canton de Fribourg, 1992 (catalogo mostra).
  • Cahiers d'archéologie fribourgeoise, 1999-.
Storia politica dal Medioevo alla fine del XVIII secolo
  • Zollet, Joseph: Die Entwicklung des Patriziates von Freiburg i.Ue., 1926.
  • Maillard, André: La politique fribourgeoise à l'époque de la Réforme catholique (1564-1588), 1954.
  • Bugnon, Jean: Le canton de Fribourg dans la seconde moitié du XVIIIe siècle d'après des récits de voyageurs, memoria di licenza, Università di Friburgo, 1955.
  • Joho, Jean-Jacques: Histoire des relations entre Berne et Fribourg et entre leurs seigneurs depuis les origines jusqu'en 1308, 1955.
  • Société d'histoire du canton de Fribourg; Deutscher Geschichtsforschender Verein des Kantons Freiburg (a cura di): Fribourg = Freiburg. 1157-1481, 1957.
  • Brunko-Méautis, Ariane: Le Club helvétique de Paris (1790-1791) et la diffusion des idées révolutionnaires en Suisse, 1969.
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  • Schnetzer, Patrick: «Das Eindringen des Deutschen in die Stadtkanzlei Freiburg (1470-1500)», in: Freiburger Geschichtsblätter, 62, 1979-1980, pp. 85-135.
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  • Paravicini Bagliani, Agostino (a cura di): Les pays romands au Moyen Age, 1997.
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Società, economia e cultura nel MedioevoSocietà, economia e cultura nell'ancien régimeIl cantone nel XIX e XX secolo
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  • Clerc, Valérie: L'Assemblée de Posieux. De la contestation populaire à la commémoration politique (1852-1956), 2002.
  • Andrey, Georges; Czouz-Tornare, Alain-Jacques: Louis d'Affry 1743-1810. Premier landamman de la Suisse. La Confédération suisse à l'heure napoléonienne, 2003.
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Suggerimento di citazione

HLS DHS DSS; Denis Ramseyer; Pierre-Alain Vauthey; François Guex; Kathrin Utz Tremp; Georges Andrey; Jean-Pierre Dorand: "Friburgo (cantone)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 30.05.2017(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007379/2017-05-30/, consultato il 29.03.2024.