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Zurigocantone

Cantone della Confederazione dal 1351, della Repubblica elvetica dal 1798 al 1803 e poi nuovamente della Confederazione dal 1803. Antiche denominazioni: «città e campagna di Zurigo» (Stadt und Landschaft Zürich), Respublica Tigurina e Respublica Turicensis. La lingua ufficiale è il tedesco; capoluogo del cantone è Zurigo. In tedesco Zürich, in francese Zurich, in romancio Turitg.

Stemma del canton Zurigo
Stemma del canton Zurigo […]
Carta oro-idrografica del canton Zurigo con le principali località
Carta oro-idrografica del canton Zurigo con le principali località […]

Soprattutto grazie a pegni e acquisti, dal XIII secolo la città di Zurigo estese il proprio dominio sulle sponde del lago e poi nell'Oberland zurighese e nel baliaggio di Knonau (Knonaueramt). Il processo di formazione territoriale in sostanza si concluse verso la metà del XV secolo con l'acquisizione definitiva della contea di Kyburg. Zurigo fu Cantone direttore della Confederazione dal XVI al XVIII secolo e poi a turno dal 1803 al 1848. Dal Patto federale del 1351 fino alla Costituzione federale del 1999 inclusa, figura sempre in testa alla lista dei cantoni.

Il territorio cantonale comprende a nord il Weinland, a nord ovest l'Unterland (valle della Glatt, Furttal, Wehntal, Rafzerfeld), a ovest la valle della Limmat, a est l'Oberland (di impronta già in parte prealpina), più a sud la regione del lago (con le colline del Pfannenstiel e dello Zimmerberg) e, a sud ovest, la valle della Sihl e il Knonaueramt (situato dietro la catena dell'Albis). A nord confina con la Germania e con il canton Sciaffusa, a ovest con il canton Argovia, a sud con i cantoni di Zugo e Svitto e a est con i cantoni di San Gallo e Turgovia.

Struttura dell'utilizzo del suolo nel canton Zurigo

Superficie (2006)1 728,8 km2 
Foresta / superficie boscata530,9 km230,7%
Superficie agricola utile750,5 km243,4%
Superficie con insediamenti347,3 km220,1%
Superficie improduttiva100,1 km25,8%
 Struttura dell'utilizzo del suolo nel canton Zurigo -  Statistica della superficie

Le principali aree di insediamento sono gli agglomerati di Winterthur e Zurigo, che si estende a ovest lungo la Limmat, a sud est lungo il lago di Zurigo e a nord fino alla valle della Glatt. Nella città di Zurigo la Sihl confluisce nella Limmat poco a valle dello sbocco di quest'ultima dal lago. Nell'Oberland, comprendente i bacini del Greifensee e del lago di Pfäffikon, scorre anche la Töss, che nasce nel canton San Gallo e come la Glatt sfocia nel Reno alla frontiera settentrionale del cantone. Quest'ultimo è solcato anche dal corso inferiore della Thur, mentre a sud ovest il suo confine con il territorio argoviese coincide per un breve tratto con la Reuss.

Struttura demografica ed economica del canton Zurigo

Anno 18501880a1900195019702000
Abitanti 250 698316 074431 036777 0021 107 7881 247 906
Percentuale rispetto alla popolazione totale svizzera10,5%11,2%13,0%16,5%17,7%17,1%
Lingua       
tedesco  313 762413 141725 701918 3701 040 168
italiano  1 38611 19225 165113 46549 750
francese  1 4713 89416 14518 75617 685
romancio  1506103 1014 7062 606
altre  8072 1996 89052 491137 697
Religione, confessione       
protestanti 243 928283 134345 446560 080659 814532 183
cattolicib 6 69030 29880 752193 120406 280380 440
cattolico-cristiani    5 1583 1891 435
altri 804 1444 83818 64438 505333 848
di cui della comunità ebraica 808062 9336 5326 7136 461
di cui delle comunità islamiche     3 96166 520
di cui senza confessionec     17 560165 324
Nazionalità       
svizzeri 245 125290 225361 010725 413897 684967 156
stranieri 5 57325 84970 02651 589210 104280 750
Anno  19051939196519952005
Occupati nel cantonesettore primario 63 81865 72121 33517 001d17 235
 settore secondario 118 132124 708253 290175 114141 766
 settore terziario 45 983105 071242 386516 633588 034
Anno  19651975198519952005
Percentuale rispetto al reddito nazionale svizzero 20,3%21,3%21,0%20,9%21,9%

a Abitanti e nazionalità: popolazione residente; lingua e religione: popolazione "presente".

b Compresi i cattolico-cristiani nel 1880 e nel 1900; dal 1950 cattolico-romani.

c Non appartenenti ad alcuna confessione o altra comunità religiosa.

d Censimento delle aziende agricole 1996.

Struttura demografica ed economica del canton Zurigo -  Historische Statistik der Schweiz; censimenti federali; Ufficio federale di statistica

Dalla Preistoria all'altro Medioevo

Preistoria e Protostoria

Paleolitico e Mesolitico

Principali siti archeologici del canton Zurigo (A)
Principali siti archeologici del canton Zurigo (A) […]
Principali siti archeologici del canton Zurigo (B)
Principali siti archeologici del canton Zurigo (B) […]

Il cantone deve il suo aspetto topografico alle glaciazioni che, salvo nel tratto superiore della Töss, portarono alla creazione di ampi fondivalle fertili e laghi. Solo in piccole zone non coinvolte dall'ultima glaciazione si sono conservati siti preistorici anteriori al 12'000 a.C. La presenza dell'uomo di Neandertal è testimoniata da un bifacciale rinvenuto a Schlieren (120'000 a.C.). Con lo scioglimento dei ghiacci e il successivo rimboschimento cominciò la fase insediativa dell'homo sapiens. Durante il Paleolitico finale (12'000-10'000 a.C.) e il Mesolitico (9800-6000 a.C.) è attestato lo sfruttamento dei giacimenti di selce presso l'altura della Lägern. I ritrovamenti risalenti a quel periodo sono tuttavia scarsi.

Neolitico ed età del Bronzo

In assenza di siti, si ignora come sia avvenuto sul territorio cantonale il passaggio alla campicoltura e all'allevamento (Neolitico), cominciato nell'Europa centrale nel VI millennio a.C., e che ruolo vi abbia svolto la cultura di Grossgartach (4900-4600 a.C.), attestata dai pochi reperti di Zurigo-Mozartstrasse e Wetzikon-Robenhausen. È stato ipotizzato un processo di acculturazione, difficile da dimostrare. Lo stato delle fonti migliora con l'apparizione delle palafitte nelle zone rivierasche (emerse durante le fasi climatiche favorevoli) dei laghi di Zurigo, Greifensee e Pfäffikon. Le stazioni palafitticole documentano per ca. tre millenni l'avvicendarsi di diverse culture del Neolitico e dell'età del Bronzo, a partire da quelle di Egolzwil (4400-4300 a.C.) nel sito di Zurigo-Kleiner Hafner e di Cortaillod della Svizzera centrale (4300-4000 a.C.), orientate verso ovest. Attorno al 4000 a.C. sul Reno sono riscontrabili elementi del gruppo svevo di Hornstaad. Influssi orientali appaiono attorno al 3800 a.C. sul lago di Zurigo, fra l'altro nei siti di Zurigo-Mozartstrasse e Meilen-Schellen. In quest'area nel giro di pochi decenni il Cortaillod classico (4000-3800 a.C.) fu soppiantato dalla media cultura di Pfyn (3750-3650 a.C.). L'impoverimento della ceramica nella successiva cultura di Horgen (3250-2850 a.C.) si rivelò una tendenza di lungo termine e per molto tempo fu ritenuto espressione di una cesura sul piano etnico. Il passaggio dai dissodamenti agricoli tramite il fuoco (debbio) alla campicoltura (economia agricola mista, pascoli) e all'allevamento, avvenuto presumibilmente in questo periodo, aumentò sempre più l'estensione delle radure in un manto forestale ancora fitto. Il periodo della ceramica a cordicella (2750-2500 a.C.) è connotato dall'ampia diffusione di tratti culturali relativamente unitari. Poiché fra il 2500 e il 1900 a.C. i villaggi lacustri sono assenti, la cultura del bicchiere campaniforme (2500-2300 a.C.) è attestata solo sporadicamente (abitati di Wetzikon-Kempten e Affoltern-Zwillikon) e anche gli inizi dell'età del Bronzo restano ancora scarsamente documentati, salvo per qualche reperto metallico.

Sondaggio archeologico subacqueo a Greifensee-Böschen (Fotografia Kantonsarchäologie Zürich).
Sondaggio archeologico subacqueo a Greifensee-Böschen (Fotografia Kantonsarchäologie Zürich). […]

Il Bronzo antico è testimoniato da due sequenze di palafitte, nei periodi 1900-1750 (Zurigo-Mozartstrasse 1a-b, Greifensee-Starkstromkabel) e 1650-1500 a.C. (Wädenswil-Vorder Au, Zurigo-Mozartstrasse ecc.). Ceramiche nello stile di Arbon compaiono nella zona centrale del lago di Zurigo intorno al 1600 a.C., mentre la transizione al Bronzo medio (1500-1350 a.C.) coincide con una nuova sparizione delle palafitte. Risalgono a quell'epoca i primi insediamenti sparsi distanti dalle rive lacustri, la colonizzazione permanente anche a quote superiori e gli abitati d'altura sulle cime delle colline. Caratteristiche sono le necropoli a struttura reticolare, a inumazione e a incinerazione, con tombe talora corredate da oggetti ornamentali, ambra del Baltico e perle di vetro provenienti dall'Europa sudorientale, a testimonianza degli scambi a lunga distanza di beni e usanze funerarie. Le tombe con corpi inumati in posizione supina si riallacciano alla tradizione funeraria del Bronzo antico, mentre costituì una novità la prassi della cremazione, impostasi nel Bronzo finale. Agli stretti reticoli delle necropoli subentrarono gruppi di tombe meno compatti e assunsero importanza i corredi sepolcrali con vasi e cibo incombusti. Dal 1050 fino all'800 a.C. l'abbassamento del livello dei laghi favorì di nuovo la costruzione di palafitte, come a Greifensee-Böschen. Nella rada di Zurigo, in favorevole posizione viaria, si formò un agglomerato e specialmente nella fascia settentrionale dell'odierno territorio cantonale riapparvero i villaggi d'altura fortificati. Si registrarono inoltre innovazioni di tipo economico (produzione intensiva di lana, coltivazione di miglio e spelta, inizi della praticoltura).

Età del Ferro

Perla di vetro blu con applicazione a spirale bianca, scoperta nel sito di Geissberg-Gubrist, nel comune di Regensdorf, ca. 250 a.C. (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Martin Bachmann).
Perla di vetro blu con applicazione a spirale bianca, scoperta nel sito di Geissberg-Gubrist, nel comune di Regensdorf, ca. 250 a.C. (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Martin Bachmann). […]

La scomparsa delle palafitte verso l'800 a.C. non segnò una cesura nella cultura materiale. Le rare tracce insediative emerse finora consistono solo in fosse isolate. Tumuli della cultura di Hallstatt (800-500 a.C.), ad esempio a Kloten-Homberg e Bonstetten-Giebel, forniscono ragguagli sulla gerarchia sociale e sulla rappresentazione autocelebrativa delle élite; costituirono probabilmente il luogo di sepoltura di alcuni clan per due o tre generazioni. Fino al 600 a.C. vennero allestite anche tombe individuali piatte nella tradizione del Bronzo finale (Neftenbach-Steinmöri, Kleinandelfingen-Buck). Rare sono le tracce di beni di lusso e di innovazioni tecnologiche di matrice mediterranea, come la ceramica lavorata al tornio rinvenuta sull'Uetliberg in un centro signorile fortificato che sopravvisse fino al La Tène antico.

Secchio in bronzo di Fällanden-Sinnenriedt, ca. 80 a.C. (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Martin Bachmann).
Secchio in bronzo di Fällanden-Sinnenriedt, ca. 80 a.C. (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Martin Bachmann). […]

Dopo il 500 a.C. i defunti vennero inumati in tombe piatte, come ad Andelfingen-Hochlaufen, ma verso la fine del La Tène (500-15 a.C.) tornò in auge l'incinerazione. Benessere e rango sociale non si manifestarono più con ostentazione nelle tombe. La struttura delle necropoli, come nel sito di Elgg-Breiti, fa supporre l'esistenza di insediamenti sparsi, testimoniata però solo da alcune fattorie fortificate nella parte settentrionale del cantone, tra cui Benken-Hämmenriet e Marthalen-Steinacker. L'espansione celtica (Celti, IV-III secolo a.C.) portò alla coniazione di monete in loco; i reperti numismatici del tardo La Tène attestano l'aumento del denaro circolante. Il fabbisogno in tal senso era dovuto presumibilmente allo sviluppo di un artigianato specializzato e del commercio a lunga distanza nei nuclei fortificati in via di costituzione (ad esempio oppidum di Rheinau e, secondo studi recenti, collina del Lindenhof a Zurigo). Il ruolo di questi insediamenti nel contesto degli eventi storici dell'epoca (marcia dei Cimbri e dei Teutoni, azione militare di Ariovisto, migrazione degli Elvezi) rimane incerto.

Epoca romana

Con la campagna militare alpina del 15 a.C. il territorio del canton Zurigo cadde sotto il dominio romano. Già in precedenza sul Lindenhof era stata allestita una postazione militare sul sito di un precedente abitato celtico, dalla quale si sviluppò, su entrambe le sponde della Limmat, il piccolo insediamento urbano di Turicum, dedito ad attività artigianali. Centri analoghi sorsero poi a Oberwinterthur (Vitudurum, al più tardi dal 4 a.C.) e a Obfelden-Lunnern (dalla metà del I secolo d.C.).

Le antichità riscoperte di Lunnern. Olio su tela di Johann Balthasar Bullinger, 1742 (Museo nazionale svizzero, Zurigo).
Le antichità riscoperte di Lunnern. Olio su tela di Johann Balthasar Bullinger, 1742 (Museo nazionale svizzero, Zurigo). […]

Sul piano amministrativo la regione, dapprima assegnata alla provincia della Gallia Belgica, nel tardo I secolo passò alla Germania superior, il cui confine orientale con la Raetia si presume attraversasse l'odierno territorio cantonale. Un asse stradale importante conduceva da Vindonissa (Windisch) a Oberwinterthur e Bregenz passando dal Furttal e da Kloten, un secondo collegava Zurigo (pure sede di dogana) ai passi retici via Coira. Il lago di Zurigo e i fiumi costituivano importanti idrovie. All'esterno dei vici il paesaggio era contraddistinto dalle tenute agricole (villae). I fabbricati, dapprima in legno, furono ampliati dalla seconda metà del I secolo in sasso. Quelli principali, in parte riccamente abbelliti da affreschi, decori parietali in pietra, mosaici pavimentali e giardini ornamentali, disponevano di locali riscaldati, come a Buchs, Oberweningen, Seeb e Dietikon. All'agricoltura si affiancavano come fonti importanti di introiti le fabbriche di laterizi e i laboratori di vasai (Seeb, Wettswil am Albis).

Testa di una statuetta di Marte trasformata, rinvenuta nella villa romana di Oberweningen, II secolo d.C. (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Martin Bachmann).
Testa di una statuetta di Marte trasformata, rinvenuta nella villa romana di Oberweningen, II secolo d.C. (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Martin Bachmann). […]

Le crisi politiche, militari ed economiche dell'Impero romano sono testimoniate dagli incendi che intorno alla metà del III secolo distrussero numerose fattorie. Questi impianti, dapprima ancora utilizzati, furono quasi del tutto abbandonati nella seconda metà del III secolo dopo ulteriori distruzioni; la popolazione probabilmente si ritirò in maggioranza nei centri fortificati. Quando il limes venne spostato sul Reno (tardo III secolo), il territorio zurighese si ritrovò di nuovo al confine esterno dell'Impero. Lungo le sponde del fiume furono erette torri di guardia in legno. A Oberwinterthur il nucleo sulla collina della chiesa venne fortificato con un muro, a Zurigo forse già allora fu eretto il castrum. Dopo il 370 la difesa del confine renano fu ulteriormente potenziata; le strade e gli incroci stradali importanti furono muniti di castra (Irgenhausen) o di piccole fortificazioni (Kloten).

Alto Medioevo

Per il V secolo i reperti sono quasi del tutto assenti, mentre per i due secoli successivi le tombe, grazie ai loro corredi funerari, rappresentano la principale fonte di informazioni. Dopo il 700 tuttavia la rinuncia all'usanza del corredo le rende in parte meno significative. Per l'arco temporale dall'VIII all'XI secolo vanno citati gli scavi archeologici condotti nelle chiese e in qualche abitato e centro signorile. La tradizione scritta comincia in sostanza nella prima metà dell'VIII secolo, con documenti del monastero di San Gallo.

Popolazione e insediamento

I siti fortificati di Zurigo e di Oberwinterthur presentano una continuità insediativa dalla tarda antichità all'alto Medioevo, probabile anche per Elgg e per l'area di Bülach-Kloten (fortificazione tardoromana). Nel V secolo i cambiamenti culturali e il cessato afflusso di monete di piccolo conio si rispecchiano nel diradamento delle tracce archeologiche. Le tombe del VI e del VII secolo scoperte a Bülach, Dietikon, Elgg, Winterthur e Zurigo attestano la persistenza della popolazione galloromana. Singole vestigia di stampo germanico (Germani) del 400 ca. e forse anche le sepolture presso Flaach (dal 450 ca. al 500 ca.) vanno messe in relazione ai gruppi germanici posti a difesa del limes tardoantico. Nelle necropoli di Bülach, Elgg, Winterthur-Marktgasse e Zurigo-Bäckerstrasse le tombe del secondo terzo del VI secolo, in parte di membri dell'élite, comprovano la presenza di gruppi di origine franca, dovuta al fatto che dopo il 531 la regione divenne possedimento merovingio (Impero dei Franchi).

Ornamenti di cintura in bronzo con decorazione in filigrana d'argento, rinvenuti nella necropoli di Elgg-Ettenbühl, secondo terzo del VI secolo a.C. (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Martin Bachmann).
Ornamenti di cintura in bronzo con decorazione in filigrana d'argento, rinvenuti nella necropoli di Elgg-Ettenbühl, secondo terzo del VI secolo a.C. (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Martin Bachmann). […]

Stando ai reperti funerari, la colonizzazione alemanna (Alemanni) cominciò solo nel VII secolo. Un esempio caratteristico è la tomba femminile con ricco corredo rinvenuta nella chiesa di Bülach. Facendosi inumare in edifici sacri, i membri del ceto dirigente si distinsero in misura crescente dal resto della popolazione. Sempre dal VII secolo si osserva anche una netta espansione degli insediamenti, testimoniata da reperti sepolcrali, dalla diffusione dei toponimi in -ikon (VII-VIII secolo) e in -wil (ca. VIII-IX secolo) e da prime menzioni scritte (metà dell'VIII secolo). Già verso il 900 nell'area circostante Zurigo, densamente popolata, si registrarono conflitti relativi a terreni dissodabili.

Le scarse conoscenze sull'aspetto degli abitati dipendono specialmente dal prevalere delle costruzioni lignee, che lasciano poche tracce sul piano archeologico. Inizialmente anche le chiese venivano spesso erette in legno (fra l'altro a Winterthur, Wila e Wülflingen). In ambito profano l'uso della pietra, assolutamente eccezionale, si riscontra in fabbricati di nuclei signorili, ad esempio sul Lindenhof a Zurigo e sull'Uetliberg. Verso il 700 cessò l'usanza dei corredi funerari. Da allora indizi sulla stratificazione sociale continuano a provenire da reperti e siti archeologici (prime fortezze sull'Uetliberg e sullo Stammheimer Berg, residenze signorili, monumenti funerari nella chiesa cittadina di Winterthur e nella chiesa di Zell); dalla metà dell'VIII secolo, tuttavia, sono soprattutto le fonti scritte a fare luce sulla complessa articolazione orizzontale e verticale della società, distinta in parentele o gruppi clientelari, e sui diversi gradi di libertà personale. Intorno a quel periodo, con la stirpe di Beata e Landolt, nell'Oberland e intorno al bacino superiore del lago di Zurigo si ha la prima attestazione significativa di una famiglia nobile, dotata di una coscienza di gruppo, di estesi possedimenti e di potere su numerose persone. Forse proprio a tale stirpe va associata la necropoli a tumulo di Illnau-Studenbrunnenholz (tardo VII secolo).

Ordinamento politico e cristianizzazione

Denaro di Rodolfo II, re dell'alta Borgogna (recto e verso), 912/914-919 (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Manuela Gygax).
Denaro di Rodolfo II, re dell'alta Borgogna (recto e verso), 912/914-919 (Kantonsarchäologie Zürich; fotografia Manuela Gygax). […]

Poco si sa dell'organizzazione politica vigente dal V al VII secolo. La regione, fino al 476 ancora nominalmente inclusa nell'Impero romano d'Occidente, durante i decenni successivi potrebbe aver fatto parte del regno burgundo (Burgundi). Nel 531 passò al regno merovingio, rappresentato dai duchi alemanni attestati nei secoli VI e VII. Risale al 743/747 la prima menzione dello Zürichgau come parte della Turgovia. Nel 760 ca., sotto re Pipino il Breve, venne istituito il fiscus (patrimonio regio) di Zurigo, organizzazione amministrativa che riprendeva le funzioni legate all'antico castrum. Testimoniano l'importanza economica e politica di Zurigo anche le ristrutturazioni altomedievali del castrum e la costruzione del palazzo carolingio del Lindenhof. Zurigo, sede regia (806/810), era fulcro di un notevole complesso di beni appartenenti all'Impero carolingio. Con il crollo di quest'ultimo, il secondo regno di Borgogna poté espandersi per un breve periodo fin nell'area di Winterthur. Tra il 912/914 e il 919 è attestata la coniazione di monete a Zurigo e l'erezione di una fortezza sull'Uetliberg rimasta incompiuta. Nel 919 la battaglia di Winterthur fra il re Rodolfo II di Borgogna e il duca Burcardo II di Svevia pose fine all'espansione burgunda. Zurigo divenne allora un centro fra i più importanti del ducato di Svevia, come dimostra il fatto che ospitò parecchie volte l'imperatore e la sua corte.

Resti di un impianto per la preparazione della malta a Embrach, risalente all'VIII secolo o forse solo al IX o X secolo (Kantonsarchäologie Zürich).
Resti di un impianto per la preparazione della malta a Embrach, risalente all'VIII secolo o forse solo al IX o X secolo (Kantonsarchäologie Zürich). […]

L'organizzazione ecclesiastica era strettamente legata a quella temporale. Nel VI secolo la regione zurighese, in quanto parte della civitas Helvetiorum, era compresa nella diocesi di Aventicum/Vindonissa. Verso il 600 passò alla diocesi di Costanza. Sebbene secondo le Vitae di S. Gallo all'inizio del VII secolo la popolazione che viveva fra i laghi di Costanza e di Zurigo fosse solo parzialmente cristianizzata (cristianizzazione), la costruzione di chiese come quella di Oberwinterthur (VI-VII secolo) attesta che perlomento l'élite professava la fede cristiana. La costruzione di altri edifici sacri nel VII e nell'VIII secolo dimostra un potenziamento dell'apparato ecclesiastico, tanto più che dopo il 700 come luoghi d'inumazione vennero adottate proprio le chiese. Le prime abbazie, come quelle di Rheinau (800 ca.) e del Fraumünster, e il capitolo del Grossmünster ebbero un ruolo importante nella lenta ma progressiva formazione della rete di parrocchie. Il monasterium di Embrach, menzionato in un documento probabilmente falsificato del 1044, potrebbe essere stato fondato sul sito di una curtis signorile, come suggerisce il complesso di fabbricati in pietra riportato alla luce da scavi archeologici.

Autorità, politica e istituzioni dai secoli centrali del Medioevo alla fine del XVIII secolo

Strutture signorili nei secoli centrali del Medioevo

Le signorie nobiliari ed ecclesiastiche nel territorio zurighese

I duchi di Svevia dominarono la regione zurighese fino alla metà del XIII secolo. Dal 1079 i titolari del ducato furono gli Staufer (Hohenstaufen), che occuparono anche il trono imperiale. Anche se nel 1098 il baliaggio imperiale di Zurigo fu staccato dal ducato e passò ai von Zähringen, nella faida del 1146 la città fu tuttavia occupata temporaneamente da Federico di Svevia (futuro imperatore Federico I Barbarossa) e gli Staufer rimasero i principali signori feudali (feudalesimo) nel resto dell'odierno territorio cantonale, dove si formarono ca. 80 signorie. La nobiltà fece costruire da 150 a 200 residenze fortificate e fondò un centinaio di chiese e conventi.

Denaro dell'abbazia del Fraumünster del 1300 ca. (Münzkabinett der Stadt Winterthur, Inv. S 2902; fotografia Lübke & Wiedemann, Stoccarda).
Denaro dell'abbazia del Fraumünster del 1300 ca. (Münzkabinett der Stadt Winterthur, Inv. S 2902; fotografia Lübke & Wiedemann, Stoccarda). […]

Dopo l'estinzione dei von Zähringen (1218), l'imperatore Federico II rilevò nuovamente il baliaggio di Zurigo e lo suddivise: assegnò a vassalli degli Staufer i territori all'esterno della città, mentre i diritti imperiali, e quindi anche l'alta giustizia (tribunali), su Zurigo e sugli abitati limitrofi furono esercitati da un balivo, che agiva come funzionario dell'Impero e di regola apparteneva alla cittadinanza. La città di Zurigo non era ormai più soggetta al potere di un principe ereditario ma godeva dell'immediatezza imperiale, come il capitolo del Grossmünster e l'abbazia del Fraumünster. Quest'ultima conservò i diritti di bassa giustizia, la signoria fondiaria e le regalie, ma nei confronti di Zurigo non riuscì a imporre la propria sovranità; nel 1425, ad esempio, perse definitivamente il diritto di conio a favore del Consiglio. I diritti del balivo imperiale, e di conseguenza l'alta giustizia, passarono alla città nel 1400.

Plappart della città di Zurigo con stemma cittadino e blasone imperiale (recto e verso), coniato dopo il 1425 (Münzkabinett der Stadt Winterthur, Inv. S 1287; fotografia Lübke & Wiedemann, Stoccarda).
Plappart della città di Zurigo con stemma cittadino e blasone imperiale (recto e verso), coniato dopo il 1425 (Münzkabinett der Stadt Winterthur, Inv. S 1287; fotografia Lübke & Wiedemann, Stoccarda). […]

La morte dell'imperatore Federico II (1250) segnò la fine del potere degli Staufer e del ducato di Svevia ed entro il 1300 scomparve anche la maggior parte delle famiglie nobili presenti nella regione. Nel 1264 le più vecchie famiglie dell'alta nobiltà si erano estinte: i von Nellenburg nel 1101/1102, i von Lenzburg nel 1173, i von Zähringen nel 1218, i von Kyburg nel 1264. I ca. 25 casati baronali (von Regensberg, von Eschenbach, von Wädenswil, von Sellenbüren, von Teufen ecc.) non furono in grado di conservare la loro influenza oltre il XIII secolo poiché non erano riusciti a costituire delle signorie territoriali. Nel XIV secolo la maggioranza delle ca. 90 famiglie di cavalieri citate nelle fonti condivise le sorti dei loro signori feudali; riuscirono ad affermarsi solo i casati che, come i von Landenberg o i von Bonstetten, entrarono al servizio degli Asburgo, in ascesa nel XIII-XIV secolo, o che si muovevano nell'orbita della città di Zurigo in espansione (Mülner, Brun). Dopo il 1264 gli Asburgo si assicurarono l'eredità dei von Kyburg e, insieme alla città, sconfissero i von Regensberg (1267-68). Attorno al 1300 detenevano i principali diritti signorili in ampie parti del futuro cantone e nel XIV secolo riuscirono a formare una propria signoria territoriale. Crearono i grandi baliaggi di Kyburg, Regensberg, Grüningen e Andelfingen, amministrati dai loro balivi residenti nelle omonime fortezze. Si prefigurarono così i baliaggi zurighesi e si delinearono nel contempo i confini del futuro cantone.

Nemmeno le signorie ecclesiastiche sorte nel XII-XIII secolo nella campagna zurighese (cistercensi di Kappel, premonstratensi di Rüti, domenicane di Töss, capitoli collegiali di Embrach, San Martino sullo Zürichberg, Heiligberg e Beerenberg) riuscirono a opporsi all'ascesa degli Asburgo. Pur disponendo in alcuni casi di cospicui possedimenti sparsi, furono comunque costretti in un modo o nell'altro a riconoscere gli Asburgo come protettori e ad accettare che i loro servi venissero sottoposti ai rispettivi baliaggi temporali. Tra le signorie degli ordini cavallereschi, della casa dell'ordine di S. Lazzaro a Gfenn e delle commende gerosolimitane di Bubikon, Küsnacht (ZH) e Wädenswil, la più importante era quella di Wädenswil; nel 1342 stipulò un patto di comborghesia con la città di Zurigo, che da parte sua estese la propria sovranità sui conventi nella sua giurisdizione.

Colonizzazione e movimento comunale

Nella fase dei dissodamenti del pieno Medioevo l'estensione delle superfici coltivate nelle zone più favorevoli, abitate senza soluzione di continuità dall'alto Medioevo, giunse al limite. Vennero quindi colonizzate le terre a quote più elevate, specialmente nell'Oberland; nei dintorni di Wald ad esempio sorsero nuove fattorie. Verso il 1300 i contorni della struttura insediativa dell'età moderna erano sostanzialmente stati definiti. Durante la crisi strutturale del tardo Medioevo, a essere colpiti da processi di abbandono furono dimore nobiliari (come la fortezza dei von Schauenberg), fattorie isolate e terre coltivate in posizioni sfavorevoli, ma praticamente alcun insediamento rurale di discrete dimensioni, se non temporaneamente.

Strage degli innocenti a Betlemme. Dodicesimo di un ciclo di 27 affreschi sulla parete sud nella navata della cappella di S. Gallo a Oberstammheim, 1320 ca. (Kantonale Denkmalpflege Zürich; fotografia Karl Fülscher).
Strage degli innocenti a Betlemme. Dodicesimo di un ciclo di 27 affreschi sulla parete sud nella navata della cappella di S. Gallo a Oberstammheim, 1320 ca. (Kantonale Denkmalpflege Zürich; fotografia Karl Fülscher). […]

Gli abitati in campagna, spesso solo insiemi non compatti di unità agricole soggette a più signori fondiari, nel XIV-XV secolo si trasformarono in comunità di sfruttamento, creando le basi per l'assetto comunitario e giuridico della campagna. Entro il 1400 ca. era sorta anche una rete di ca. 140 chiese parrocchiali o filiali, antesignana della futura ripartizione del cantone in comunità riformate. Poiché in quest'epoca la costituzione della signoria territoriale nell'area zurighese si basava sui diritti di baliaggio e di protezione piuttosto che sui diritti fondiari, nella gestione dei loro affari interni i comuni riuscirono a sviluppare una certa autonomia. Nell'ambito del nascente Stato territoriale, sul piano politico e amministrativo le comunità di villaggio e parrocchiali non avevano però ancora alcun ruolo.

I diritti e doveri degli abitanti dei villaggi verso i signori fondiari e i balivi vennero fissati per iscritto in ordinamenti giuridici locali; il primo di questi è considerato lo statuto degli abitanti di Ferrach presso Rüti (1328). Degli statuti dei comuni zurighesi 16 risalgono al XIV secolo, 49 al XV secolo, gli altri vennero stilati o rinnovati nel XVI-XVII secolo o non sono databili con precisione.

Nel XII secolo la Svizzera orientale contava sei città, tra cui Zurigo e Winterthur. Zurigo, dotata dell'immediatezza imperiale dall'estinzione dei von Zähringen (1218), sviluppò delle istituzioni cittadine autonome, ma fino a metà del XIV secolo la sua influenza rimase confinata entro i limiti del territorio comunale. Winterthur entro il 1200 si trasformò in insediamento urbano (franchigie confermate nel 1264 da Rodolfo I d'Asburgo), divenne un importante caposaldo asburgico e dal 1417 al 1442 godette a sua volta temporaneamente dell'immediatezza imperiale. Nel XIII e XIV secolo nacquero inoltre varie cittadine di campagna con status giuridici diversi. Kyburg, Regensberg, Greifensee e Grüningen, sedi di baliaggio, vennero fortificate e dotate di vari privilegi dai rispettivi signori nobili. Glanzenberg e Maschwanden ebbero vita breve (città nuove) e furono distrutte rispettivamente nel 1267 (durante la faida dei von Regensberg) e nel 1309 (dopo l'assassinio di re Alberto I). La fondazione delle località di Eglisau e di Rheinau (incorporata nel cantone solo nel 1803) era legata alla presenza di passaggi sul Reno. Elgg e Bülach, cui rispettivamente nel 1371 e 1384 gli Asburgo conferirono un diritto civico formulato sull'esempio di quello di Winterthur, sono considerate le ultime due località svizzere ad aver ricevuto privilegi urbani. Nel XIV secolo erano sedi di mercato anche Andelfingen, Pfäffikon e Uster.

Formazione dello Stato territoriale nel tardo Medioevo

La città di Zurigo nel XIV e XV secolo

Sviluppo territoriale dello Stato zurighese
Sviluppo territoriale dello Stato zurighese […]

Durante il XIII secolo la città di Zurigo si affermò progressivamente come forza politica e dopo il 1250 il suo Consiglio iniziò ad agire con sempre maggiore autonomia. Gli ordinamenti comunali vennero registrati e ordinati in modo sistematico nel Richtebrief del 1304. La politica di Zurigo, dapprima orientata alla tutela della pace e dell'autonomia cittadina, dopo il 1350 fu rivolta all'acquisizione di territori soggetti (signoria territoriale). Fino al 1450 si districò tra l'Impero, gli Asburgo e la Confederazione; queste forze, alleate o avversarie, influenzarono anche la politica interna.

Nella lotta degli anni 1245-1249 fra gli Staufer e il papa (Santa Sede), il comune, che in quanto tale doveva imporsi sul clero cittadino e in particolare sul Fraumünster, si schierò con l'imperatore. A tutelare la pace servì l'adesione alla Lega delle città renane (siglata a Worms nel 1255), cui seguirono altre alleanze analoghe in Svevia (1327, 1331, 1376). Durante l'interregno (1256-1273) ebbero luogo conflitti armati fra Zurigo e la nobiltà, come le guerre private dei von Wellenberg (1259) e dei von Regensberg (1267-1268). I rapporti con gli Asburgo furono tesi sotto re Rodolfo I; dopo la sua morte Zurigo cercò di sottrarsi alle pressioni asburgiche e nel 1291 firmò un'alleanza difensiva a tempo determinato con Uri e Svitto, ma nel 1292 subì una sconfitta presso Winterthur e fu assediata dalle truppe del duca Alberto. L'accordo di pace firmato con gli Asburgo durò fino al 1350.

Dopo la Rivoluzione di Brun (1336) Zurigo visse in continua tensione con gli avversari del nuovo regime corporativo, rifugiatisi a Rapperswil (SG). In seguito al loro fallito tentativo di rivolta (1350), Zurigo occupò Rapperswil e cercò di stipulare un'alleanza con gli Asburgo. Quando questi ricusarono l'offerta, la città distrusse le fortezze dei von Rapperswil e nel 1351 strinse un patto con i Paesi forestali (Uri, Svitto, Untervaldo) e Lucerna, riservandosi peraltro il diritto di stipulare altre alleanze. La successiva guerra contro gli Asburgo e l'Impero, durante la quale Zurigo fu stretta d'assedio tre volte, terminò nel 1355 con la pace di Ratisbona.

Il patto del 1351 non significava affatto che la politica zurighese si fosse orientata definitivamente verso la Confederazione. In un primo tempo le lotte intestine, nel 1373 e poi durante l'affare di Schöno (1393), rafforzarono l'atteggiamento antiasburgico: dal 1386 al 1389 una guerriglia fra la città e gli Asburgo devastò la campagna e il successivo armistizio (1394) durò solo fino alla conquista dell'Argovia (1415). Ma dopo il 1430 Zurigo, fino al 1437 dotata di molti privilegi da re Sigismondo di Lussemburgo e rafforzata dal fatto di disporre ormai di un territorio soggetto, perseguì una spiccata politica di indipendenza come città imperiale. Il conseguente distacco dai Confederati culminò nella Vecchia guerra di Zurigo, durante la quale nel 1442 la città si alleò con gli Asburgo, tornati sul trono imperiale, ma fu poi sconfitta militarmente. Dopo la pace del 1450, a Zurigo non rimasero più spazi di manovra politica al di fuori della Confederazione. Partecipò agli eventi che privarono gli Asburgo della loro influenza a sud del Reno: la conquista della Turgovia (1460, seguita dall'acquisto di Winterthur nel 1467) e la guerra di Svevia (1499). Fin verso il 1650 la città si riferì ancora all'Impero per legittimare la sua sovranità sul territorio soggetto, ma dalla riforma imperiale del 1495 non prese più parte alle Diete imperiali. Nella lettera giurata del 1654 l'Impero non fu più menzionato.

L'acquisizione della campagna

Dal 1350 alla Riforma Zurigo, città libera dell'Impero, acquisì, tramite acquisti o pegni (salvo per il Freiamt, conquistato nel 1415), un territorio soggetto che in sostanza corrisponde a quello dell'odierno cantone. Ciò fu reso possibile dalla debolezza dei titolari delle signorie nobiliari o ecclesiastiche, ma anche dalla forza della stessa Zurigo. L'abbazia del Fraumünster e il capitolo del Grossmünster non riuscirono a conquistare una posizione politica indipendente e a gettare le basi per la formazione di un proprio Stato territoriale.

La città rafforzò il suo influsso sulla campagna (specialmente sulle rive del lago) accogliendo nobili e contadini, talvolta anche intere comunità di baliaggio, come borghesi esterni e stipulando patti di comborghesia (nel 1342 ad esempio con la commenda di Wädenswil). Nobili zurighesi come i Brun o i Mülner, inoltre, acquisirono essi stessi delle signorie che più tardi cedettero alla città. Ebbero inoltre un ruolo importante i privilegi conferiti dall'Impero, come il diritto di baliaggio sul lago di Zurigo (1362) o quello di concedere i feudi imperiali vacanti a nuovi detentori (1365).

Vetro blasonato della città Stato con i suoi baliaggi. Vetrata del 1544 (Museo nazionale svizzero, Zurigo).
Vetro blasonato della città Stato con i suoi baliaggi. Vetrata del 1544 (Museo nazionale svizzero, Zurigo). […]

Fino al 1400 ca. i baliaggi acquisiti si trovavano soprattutto nei dintorni della città e in riva al lago: Zollikon (1358), Küsnacht, Meilen e Höngg (1384), Thalwil (1385), gli Höfe (1393-1440), Erlenbach (1400), Wiedikon (1400 e 1491), le Vier Wachten (1400 e 1418), Männedorf (1405) e Horgen (1406). Dopo il 1400 seguirono i grandi baliaggi con sedi amministrative nelle fortezze centrali (distretti): nel 1402 Zurigo acquisì Greifensee dai von Toggenburg, nel 1408 Grüningen dai Gessler, nel 1409 Regensberg (con Bülach) e 1424-1442 (di nuovo nel 1452) Kyburg dagli Asburgo, nel 1434 Andelfingen dai von Landenberg, nel 1496 Eglisau dai Gradner. Il territorio fu completato con l'acquisizione di baliaggi più piccoli: Wollishofen (ca. 1423), Rümlang (ca. 1424), Oerlikon (1428), Altstetten (1432), Wipkingen (ca. 1439), Stammheim (1464), Regensdorf (1469), Birmensdorf (1487 e 1511), Dübendorf (1489), Hedingen (1503), Knonau (1512), Wettswil (1532 e 1538). Winterthur e Stein am Rhein divennero zurighesi rispettivamente nel 1467 e nel 1484, mantenendo però i diritti civici particolari acquisiti durante il periodo dell'immediatezza imperiale. Le abbazie, i capitoli e i conventi della campagna passarono sotto il dominio zurighese nel XV secolo, grazie a patti di comborghesia, a contratti o all'istituto giuridico dell'avogadria (ad esempio Kappel progessivamente dal 1403).

In questi baliaggi la città deteneva generalmente i diritti di sovranità, come l'alta giustizia, il diritto di riscossione delle tasse e di leva militare, e la responsabilità per la politica estera, come si erano costituiti nel XIV secolo. Secondo i contratti di compravendita o di pegno, di solito gli assetti giuridici e amministrativi dei baliaggi vennero mantenuti. La città interferì però già nel XV secolo nella giustizia e nell'amministrazione promulgando mandati, scatenando più volte disordini, come nell'affare di Grüningen (1441) o nell'affare Waldmann (1489). Le competenze delle basse giurisdizioni, non spettanti a Zurigo, dopo il 1480 vennero disciplinate in modo più rigido e meglio distinte da quelle dei tribunali di alta giustizia.

Superate la crisi agraria del tardo Medioevo e le devastazioni legate alla guerra di Sempach e alla Vecchia guerra di Zurigo, i villaggi avevano ormai acquisito un'autonomia amministrativa. I primi decreti volti a limitare l'accesso di nuovi membri alle comunità di villaggio e parrocchiali risalgono al 1500 ca. Dopo il 1466 vennero fondate oltre 20 parrocchie e dal 1464 al 1524 furono costruite, spesso su iniziativa degli stessi fedeli, numerose chiese.

Governo e amministrazione nell'ancien régime

Governo (Regiment ), Stato e amministrazione

Il sistema politico di Zurigo nel XVIII secolo
Il sistema politico di Zurigo nel XVIII secolo […]

I testi statutari fondamentali, a cominciare dalla lettera giurata, riguardavano l'ordinamento della città, ma non della campagna. Città e campagna formavano due entità, unite non da un testo costituzionale, ma dall'istanza suprema che le governava, denominata Regiment. Composta dal XV secolo dal borgomastro, dal Piccolo Consiglio e dal Gran Consiglio cittadino (in totale 212 membri), questa autorità era eletta dalla Konstaffel e dalle corporazioni cittadine e si rinnovava in parte per cooptazione; designava anche i balivi e i titolari delle cariche pubbliche. Solo i cittadini di Zurigo erano eleggibili.

Non esisteva un diritto di cittadinanza comune: si distingueva tra il diritto dei cittadini di Zurigo (Stadtbürgerrecht) e quello degli abitanti della campagna (Landrecht), derivato nel XVI secolo dai rapporti di protettorato, che veniva conferito dai balivi e nel XVIII secolo dal Piccolo Consiglio. Solo chi deteneva il Landrecht poteva diventare membro di una comunità rurale.

Gli ordinamenti giuridici del Consiglio, sotto forma di statuti, mandati e decreti, erano destinati, a seconda dello scopo, a tutta la popolazione, ma spesso anche solo agli abitanti della città o della campagna. Ciò valeva specialmente per i mandati di polizia, promulgati nel XVII e XVIII secolo in tutti i campi dell'amministrazione. Le leggi suntuarie avevano un ruolo importante; sulla la loro applicazione vigilavano la Camera della Riforma in città e per i cittadini residenti in campagna e i balivi per gli abitanti della campagna. Le norme di diritto civile variavano tra i diversi baliaggi a seconda della tradizione. Lo Stadt- und Landrecht del 1715 da un lato rinnovò in forma sistematica il vecchio Codice civile del 1553, ma valeva solo per i cittadini di Zurigo e per i membri delle comunità nei baliaggi vicini. In campagna le giurisdizioni e le circoscrizioni giudiziarie restavano numerose, anche se nel XVII secolo il Consiglio abolì alcuni tribunali di villaggio e in altri casi ne limitò le competenze a favore dei balivi. Una certa unificazione della giurisprudenza derivò dal fatto che i balivi, laddove i diritti di baliaggio lo consentivano, interpretavano le norme secondo gli statuti urbani. Dalla fine del XV secolo vi fu la possibilità di appellarsi al Consiglio per le cause civili; tra il 1757 e il 1793 fu pubblicata una raccolta ufficiosa di leggi e ordinamenti della città e campagna di Zurigo in sei volumi. Andavano sottoposti al giudizio del Consiglio anche i casi penali di una certa gravità, salvo in alcuni baliaggi (Kyburg, Grüningen, Sax-Forstegg, fino al 1646 anche Wädenswil) e nelle città di Winterthur e Stein am Rhein, che disponevano di propri tribunali per l'alta giustizia.

Il notariato interessava in particolare i creditori cittadini. Entro il 1650 ca. in tutti i baliaggi vennero create cancellerie, dirette da landscribi, provenienti quasi esclusivamente dalla città; redigevano verbali, sentenze, disposizioni e appelli giudiziari e allestivano atti di compravendita e cartelle ipotecarie. I cittadini godevano del privilegio di redigere personalmente documenti privati equiparati a quelli pubblici.

Le finanze dello Stato (finanze pubbliche) non erano centralizzate né separate da quelle cittadine. Ogni distretto e baliaggio teneva una propria contabilità. I possedimenti dei conventi, confiscati dallo Stato durante la Riforma, erano gestiti da 11 amministrazioni, sette delle quali si trovavano in campagna (a Winterthur, Stein am Rhein, Kappel, Küsnacht, Rüti, Töss ed Embrach). Gli uffici per l'amministrazione dei beni temporali (Seckelamt) e di quelli secolarizzati (Obmannamt) esercitavano lo loro funzione in tutto il territorio. Dal XVI secolo la gestione delle finanze pubbliche fu affidata al Consiglio dei conti (Rechenrat), che riceveva tutti i conti, teneva un proprio archivio e compiva visite ufficiali a cavallo presso balivi e amministratori per informarsi sulla loro attività.

Le entrate dello Stato consistevano soprattutto in censi fondiari, decime e proventi delle regalie (dazi, commercio del sale). Un tesoro statale venne creato dal 1670 e in parte investito all'estero, specialmente in capitoli e conventi della Germania meridionale. Nel XVIII secolo i redditi da capitale divennero la principale fonte di gettito. Tasse generali, riconosciute come diritto delle autorità in cambio della protezione politica e giuridica già sotto gli Asburgo, vennero prelevate da Zurigo solo temporaneamente, specialmente dal 1417 al 1470 e poi dal 1628 al 1646, per finanziare le spese di armamento e le fortificazioni cittadine durante la guerra dei Trent'anni.

Reclutamento di truppe nella campagna zurighese nel 1585. Illustrazione tratta dalla cronaca di Johann Jakob Wick (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Wickiana, Ms. F 33, fol. 272v e 273r).
Reclutamento di truppe nella campagna zurighese nel 1585. Illustrazione tratta dalla cronaca di Johann Jakob Wick (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Wickiana, Ms. F 33, fol. 272v e 273r). […]

Al potere sovrano spettava anche il diritto di leva militare, che dalla metà del XV secolo non fu quasi più contestato. Zurigo non disponeva di truppe permanenti; nel XVI secolo la milizia in città era organizzata dalla Konstaffel e dalle corporazioni, in campagna nell'ambito dei baliaggi. In seguito alle esperienze fatte nella guerra dei Trent'anni, fu operata una nuova ripartizione delle truppe basata sui quartieri militari (dal 1624). I gradi militari più elevati erano riservati ai cittadini, gli abitanti della campagna potevano raggiungere al massimo quello di capitano. Per garantire la sicurezza interna, principalmente per combattere l'accattonaggio e il vagabondaggio, nel 1736 fu istituito un servizio di pattuglia, composto da una dozzina di guardie; diversamente dalla guardia cittadina, interveniva nell'intero territorio cantonale.

In particolare dal XVII secolo l'amministrazione zurighese comprendeva numerose commissioni, ognuna dotata di cancelleria, che agivano in proprio o fungevano da organi preparatori per il Consiglio; le delibere erano sempre collegiali. I documenti scritti indicano fasi di ammodernamento specialmente intorno al 1540 (allestimento di registri balivali) e al 1700 (tenuta e registrazione degli atti). Non subirono invece modifiche fondamentali i principi costitutivi dello Stato, basati sulla distinzione tra città e campagna e sui baliaggi, anche se dal XVI secolo conobbero un'integrazione importante: le comunità di sfruttamento agricole e le parrocchie (rispettivamente i comuni parrocchiali) si videro affidati compiti pubblici come l'assistenza ai poveri, la manutenzione delle strade o la sicurezza, assumendo di conseguenza maggiore peso politico. I luogotenenti dei balivi e gli uscieri divennero funzionari influenti, aventi obblighi nei confronti dello Stato ma anche dei comuni; erano nominati dal Consiglio, che li sceglieva da una rosa di tre candidati proposti dai membri della rispettiva circoscrizione territoriale.

Riforma e Chiesa di Stato

Prima della Riforma città e campagna facevano parte della diocesi di Costanza. Già nel XV secolo, tuttavia, quale titolare della signoria territoriale e dei diritti di baliaggio, la città di Zurigo intervenne nell'ambito vescovile imponendo tributi agli ecclesiastici, citandoli in tribunale, istituendo nuove parrocchie, controllando l'economia dei conventi e perfino disciplinando questioni concernenti il culto. Nel 1497 riuscì a imporsi sul vescovo in un conflitto sui principi della sovranità ecclesiastica. Questo processo culminò nell'introduzione della Riforma, sostenuta dal Consiglio e compiuta da Ulrich Zwingli nel 1523-1525. I diritti del vescovo di Costanza nel territorio zurighese passarono al Consiglio, che divenne quindi l'autorità suprema in ambito laico ed ecclesiastico.

In seguito alla Riforma furono aboliti tutti i capitoli, conventi e abbazie sul territorio cantonale, fatta eccezione per il Grossmünster (secolarizzazione). I loro beni, divenuti proprietà della città, venivano amministrati da appositi uffici; le eccedenze dovevano essere versate all'Obmannamt. Gli introiti servivano in primo luogo a finanziare la Chiesa e i suoi compiti (ordinamento sull'elemosina, 1525), ma anche ad altri scopi come l'estinzione di debiti statali e l'acquisto di diritti signorili. Ai comuni parrocchiali furono lasciati i beni delle chiese locali per la remunerazione dei pastori riformati, la gestione delle scuole e l'assistenza ai poveri.

Il capitolo del Grossmünster, che continuò ad amministrare autonomamente i propri possedimenti (salvo i diritti di avogadria), divenne la chiesa principale del cantone riformato. Nel solco di Zwingli il primo pastore del Grossmünster (dal XVII secolo chiamato antiste), nominato dal Gran Consiglio, divenne il capo della Chiesa zurighese. I teologi si formavano nella Prophezey, aperta nel 1525, che nel XVII secolo assunse il nome di Carolinum (accademie). Per esaminare i candidati alla consacrazione venne creato un apposito collegio (Examinatorenkonvent), presieduto dal pastore del Grossmünster (rispettivamente antiste) e costituito da membri del Consiglio, del clero cittadino e dai canonici. Sottoposto al Consiglio, di cui fu una commissione consultiva, divenne l'organo amministrativo e di controllo per le questioni religiose e l'autorità di sorveglianza sui maestri in città e campagna. Il sinodo, che dal 1528 si svolgeva due volte all'anno sotto la presidenza dell'antiste e in presenza di Consiglieri, serviva all'autodisciplina dei pastori, all'elezione dei nuovi decani e a rafforzare lo spirito di corpo. Nel 1525 fu creato un tribunale matrimoniale (concistoro), sottoposto alle autorità cittadine ed ecclesiastiche, che subentrò al tribunale della diocesi di Costanza; la sua competenza si estendeva all'intero territorio cantonale. L'organizzazione della Chiesa zurighese si fondava sugli ordinamenti del Consiglio relativi al culto (1525), ai predicatori (1532) e al sinodo (1550) o sulle revisioni posteriori. Il governo decideva anche in materia di edizioni bibliche, professione di fede, catechismo e salteri.

La costituzione della Chiesa di Stato diede al Consiglio l'opportunità di sviluppare un apparato amministrativo per tutto il cantone, che superava il frazionamento territoriale dei baliaggi. I pastori formatisi a Zurigo, riuniti come classe in capitoli e nel sinodo, al momento della consacrazione dovevano prestare giuramento di obbedienza all'autorità. Dal XVII secolo erano reclutati esclusivamente tra i cittadini di Zurigo e, oltre a occuparsi della cura delle anime, erano funzionari statali che svolgevano una serie di compiti: tenere i registri dei battesimi, dei matrimoni e dei decessi (dal XVI secolo), compilare elenchi della popolazione (XVII e XVIII secolo), riferire avvenimenti locali alle autorità, leggere e commentare i mandati governativi dal pulpito, vigilare sulla scuola e sull'assistenza ai poveri nel proprio comune. Dal 1526 i comuni parrocchiali nominarono sorveglianti dei costumi e della moralità (Ehegaumer), che si trasformarono poi nei consigli parrocchiali (Stillstand); ordinanze in tal senso furono emanate nel 1656, 1684, 1711 e 1758.

Nell'ambito della Chiesa di Stato il clero zurighese conservò comunque una discreta autonomia, specialmente quando era presieduto da personalità forti. Ne fu un'espressione la funzione di custode della Chiesa, svolta anche nei confronti dell'autorità secolare, istituzionalizzata sotto forma di comunicazioni e riflessioni (Fürträge und Bedenken), indirizzate al Consiglio. In particolare nel XVI e XVII secolo riguardavano non solo temi religiosi ma anche politici. Nella questione del servizio mercenario i capi della Chiesa guidavano l'opposizione interna alla città di Zurigo; la nuova fortificazione cittadina fu realizzata dal 1642, non da ultimo su sollecitazione dell'autorità religiosa, per salvaguardare la religione riformata. Ogni nuovo membro del Gran Consiglio doveva d'altronde giurare di proteggere la Chiesa con la propria vita e il proprio patrimonio. Autorità suprema in campo temporale ed ecclesiastico, il Regiment era tenuto a imporre gli ordinamenti della Chiesa.

Fino alla Riforma il Consiglio deteneva il diritto di collazione in 17 comuni, numero che entro il XVIII secolo salì a ca. 250 attraverso l'acquisizione di tali diritti o la creazione di nuovi comuni parrocchiali. Zurigo deteneva diritti di collazione anche al di fuori dai confini cantonali, ad esempio in Turgovia o nel Rheintal. Dopo la Riforma, al suo Concistoro facevano capo anche i riformati che vivevano nei baliaggi comuni. Vari ecclesiastici zurighesi divennero pastori di comunità protestanti nell'Impero, specialmente nel Palatinato.

Politica estera, Zurigo cantone direttore della Confederazione

Con la guerra di Svevia (1499) Zurigo divenne il cantone dirigente della Confederazione, ospitando fino alla Riforma la maggior parte delle Diete federali. Il ruolo di spicco svolto dai Confederati come potenza militare, alleati del papa e avversari della Francia nell'Italia settentrionale (guerre d'Italia) fino al 1515 fece inoltre di Zurigo uno dei centri della diplomazia e della politica europee.

A Zurigo la sconfitta nella battaglia di Marignano e l'atteggiamento critico nei confronti delle pensioni ebbero conseguenze più marcate che nel resto della Confederazione. Nel 1516 Zurigo partecipò alla Pace perpetua con la Francia, ma nel 1521 fu l'unico cantone a rifiutare la successiva alleanza sul servizio mercenario e nel 1526 fece il processo ai beneficiari di pensioni; il trattato sulle pensioni del 1513 divenne uno dei testi normativi più importanti della città. L'adesione alla Riforma portò a un isolamento di Zurigo, che rischiò di essere escluso dalla Dieta. Tale situazione fu superata grazie ai patti di comborghesia cristiana stipulati tra il 1527 e il 1530 con varie città nel frattempo passate alla nuova fede (Costanza, Berna, San Gallo, Bienne, Mulhouse, Basilea, Sciaffusa) e infine pure con Strasburgo e con il langraviato dell'Assia; anche la maggioranza dei comuni nelle signorie della Svizzera orientale era divenuta riformata. Vi furono quindi i presupposti per imporre la politica di Zwingli, volta a introdurre la Riforma in tutta la Confederazione, se necessario con la forza. Nel 1529 Zurigo iniziò la guerra contro i cantoni cattolici, annesse le terre soggette al principe abate di San Gallo e dalla prima pace di Kappel riuscì a ottenere certi vantaggi (pace nazionale). La sconfitta decisiva subita nel 1531 nella seconda guerra di Kappel, tuttavia, segnò il fallimento della politica confessionale di conquista e Zurigo dovette accettare la supremazia dei cantoni cattolici, maggioritari in seno alla Dieta, anche nei baliaggi comuni. Ciononostante proprio Zurigo divenne la forza trainante del protestantesimo svizzero e svolse un ruolo centrale nell'unificazione delle Chiese riformate nella Confederazione (Consensus tigurinus, confessioni elvetiche).

Sul piano della politica estera la sconfitta di Kappel costrinse la città per parecchio tempo a rimanere passiva, cercando di mantenere lo status quo territoriale: se da un lato nella guerra di Smalcalda (1546-47) essa rinunciò ad appoggiare apertamente i protestanti nell'Impero, dall'altro nel 1549 si astenne anche dalla stipulazione di capitolati con la Francia e altre potenze. Il riserbo politico, l'importanza economica per la Svizzera centrale e il prestigio acquisito all'estero fecero sì che nel corso del XVI secolo Zurigo riacquisisse il suo ruolo di cantone direttore nelle questioni concernenti l'insieme della Confederazione. Le Diete confederate tenute a Baden e dopo il 1712 a Frauenfeld fino al 1798 furono presiedute dal borgomastro di Zurigo; dal 1715 il sostituto del cancelliere cittadino si occupava della cancelleria e la corrispondenza diplomatica con l'estero passava per Zurigo.

Superato l'isolamento, intorno al 1550 Zurigo assunse nuovamente posizioni politiche più marcate. Fu l'unico cantone a impegnarsi per i riformati di Locarno e nel 1555 li accolse come rifugiati per fede. Di fronte alla politica delle alleanze confessionali intrapresa dai cantoni cattolici, nel 1572 reagì stipulando un patto difensivo con Berna, Basilea e Sciaffusa, seguito poi da altri due con Ginevra (1584) e Strasburgo (1588). I tentativi di Zurigo e delle altre città riformate per giungere a un compromesso con i cantoni cattolici furono vani. Nel 1587 il Consiglio autorizzò una spedizione di 3000 uomini in Francia a sostegno degli ugonotti, che si concluse però con una sanguinosa sconfitta (campagna di Navarra). La svolta nella questione delle alleanze e del servizio mercenario era comunque stata avviata e fu probabilmente inevitabile per motivi economici e politici. Al primo capitolato, valido 12 anni, con il margravio protestante del Baden-Durlach, stipulato da Zurigo (insieme a Berna) nel 1612, seguirono trattati di alleanza con la Francia (1614) e con Venezia (1615).

Galera veneziana su una vetrata del 1630 ca., ricomposta nel 1789 (Kulturstiftung DessauWörlitz, Gotisches Haus; fotografia KsDW, Bildarchiv, Heinz Frässdorf).
Galera veneziana su una vetrata del 1630 ca., ricomposta nel 1789 (Kulturstiftung DessauWörlitz, Gotisches Haus; fotografia KsDW, Bildarchiv, Heinz Frässdorf). […]

I patti erano stati siglati da Zurigo nel contesto dei rapporti di potere all'interno e all'esterno della Confederazione. Gli accordi con la Francia e Venezia sottoscritti dopo il 1600 furono favoriti, nelle fasi precedenti la guerra dei Trent'anni, dalla minaccia rappresentata da una Spagna forte e alleata dei cantoni cattolici, mentre nella fase svedese del conflitto (1630-35) l'incertezza della situazione indusse la città ad astenersi da una possibile alleanza con la Svezia, nonostante le pressioni esercitate in tal senso da una fazione interventista. Nel 1715 Zurigo non rinnovò il patto con la Francia anche perché quest'ultima aveva stipulato un'alleanza separata con i cantoni cattolici, il Trücklibund, e con la sua potenza minacciava in generale l'equilibrio europeo. La persecuzione degli ugonotti e dei valdesi, molti dei quali erano stati accolti temporaneamente anche a Zurigo, aveva inoltre perturbato sensibilmente la pace confessionale. Da allora Zurigo si orientò maggiormente verso le potenze protestanti con cui tradizionalmente sussistevano buoni rapporti (Province Unite, Brandeburgo, Inghilterra). Nel 1693 fu concluso un capitolato militare con le Province Unite, nel 1706 un patto di mutuo soccorso con le Tre Leghe, che a loro volta si allearono con Venezia (1706) e le Province Unite (1713); il capitolato con Venezia fu rinnovato da Zurigo e Berna nel 1706. Nella guerra dei Sette anni (1756-1763) Zurigo simpatizzò con la Prussia. Una nuova alleanza formale con la Francia fu firmata solo nel 1777 per fare da contrappeso all'Austria di Giuseppe II, al quale si attribuivano mire espansionistiche, rivolte tra l'altro all'ex baliaggio asburgico di Kyburg.

All'interno della Confederazione la politica zurighese puntava a una revisione della pace nazionale di Kappel per ottenere l'equiparazione tra cantoni riformati e cattolici nell'amministrazione dei baliaggi comuni. Per la Turgovia e il Rheintal l'obiettivo fu raggiunto, sotto la minaccia svedese, in occasione del conflitto sulla giurisdizione matrimoniale e sui diritti di collazione (1630-32). Nel 1656 fallì il tentativo di ottenere la revisione con la forza (pace nazionale) con la prima guerra di Villmergen. Solo il successo nella seconda guerra di Villmergen (1712) sancì l'applicazione del principio della parità confessionale nella nomina dei balivi nei baliaggi comuni e portò alla supremazia zurighese e bernese nella Confederazione.

Come cantone direttore Zurigo doveva sia tutelare gli interessi confederati nelle questioni sovracantonali sia mediare fra i cantoni e le potenze estere. Questo ruolo politico trainante gli era riconosciuto da tutti i cantoni, anche se sforzi per accorpare i patti confederati in un unico documento non ebbero successo (ad esempio nel 1655) e se talvolta la città fu accusata di assumere toni troppo dominanti nei rapporti con il resto della Confederazione. In caso di bisogno, Zurigo continuò inoltre a difendere i propri interessi con fermezza: ancora intorno al 1770 vi fu il rischio di un conflitto armato con Svitto per i diritti sul lago di Zurigo.

La campagna zurighese e il governo cittadino

Dei sudditi prestano giuramento al loro signore giustiziere. Particolare di una boiserie dipinta, realizzata verso il 1759 da Christoph Kuhn nella sala del tribunale del castello di Wülflingen (Kantonale Denkmalpflege Zürich; fotografia Karl Fülscher)
Dei sudditi prestano giuramento al loro signore giustiziere. Particolare di una boiserie dipinta, realizzata verso il 1759 da Christoph Kuhn nella sala del tribunale del castello di Wülflingen (Kantonale Denkmalpflege Zürich; fotografia Karl Fülscher) […]

Fra i baliaggi acquisiti da Zurigo dopo il 1500 figuravano quelli delle abbazie e dei capitoli, in particolare l'alta giustizia che il Grossmünster aveva esercitato sulle curtes vicine alla città (Fluntern, Albisrieden). Con atti di compravendita Zurigo entrò in possesso della signoria di Bonstetten (1539), del baliaggio di Laufen (1544), della signoria di Wädenswil (1549) e del baliaggio di Hegi (1587), dei diritti di alta giustizia sul Rafzerfeld (1651), della bassa giurisdizione nella signoria di Flaach-Volken (1694) e della signoria giurisdizionale di Altikon (1696). Fino al 1759 Wülflingen e Buch am Irchel costituirono una signoria giurisdizionale privata, che amministrava anche la giustizia criminale. I diritti di alta giustizia su Ramsen, Dörflingen e Hemishofen, appartenenti all'Austria, vennero acquistati nel 1770; da ultimo furono acquisiti Bubikon (signoria e diritti di bassa giustizia, 1790) e una metà della signoria giurisdizionale di Turbenthal (1797). Per motivi prevalentemente confessionali furono comperate varie signorie in Turgovia (Steinegg, 1583; Weinfelden e Pfyn, 1614; Neunforn, Hüttlingen e Wellenberg, 1694) e la signoria nobiliare di Sax-Forstegg nel Rheintal (1615).

Nel XVIII secolo nel territorio zurighese esisteva ancora una trentina di signorie giurisdizionali detenute da privati; spesso consistevano solo in un castello con bassa giustizia, diritto di caccia, bannalità e corvée. Dal XVI secolo contro le sentenze dei rispettivi titolari fu possibile presentare appello al Consiglio di Zurigo; i relativi conflitti si moltiplicarono nel XVII e XVIII secolo poiché ai diritti dei signori giustizieri cominciò a sovrapporsi, de facto, il potere del Consiglio.

Baliaggi e signorie giurisdizionali di Zurigo attorno al 1750
Baliaggi e signorie giurisdizionali di Zurigo attorno al 1750 […]

Di regola l'organizzazione dei baliaggi acquisiti dal XIV secolo fu mantenuta: vennero amministrati da balivi cittadini, che succedettero ai proprietari precedenti e fungevano da funzionari del Consiglio. I «baliaggi interni» (innere Vogteien, Obervogteien), vicini alla città, non disponevano di sedi amministrative ed erano considerati in ampia misura circoscrizioni balivali cittadine, dove si applicava il diritto cittadino; i rispettivi balivi continuavano a risiedere in città. I grandi «baliaggi esterni» in campagna (äussere Vogteien, Landvogteien), ossia Kyburg, Grüningen, Greifensee, Andelfingen, Eglisau, Regensberg, Knonau, Wädenswil e Sax-Forstegg, dove i diritti signorili erano considerati di pertinenza delle fortezze centrali, erano invece amministrati da balivi con obbligo di residenza e mantennero quasi completamente il loro status giuridico autonomo. Kyburg e Grüningen disponevano di tribunali signorili con diritto di alta giustizia. Gli abitanti della signoria di Regensberg formavano una comunità particolare, con limitato diritto di prelievo fiscale e una propria sede amministrativa (dal 1665). Nel XVI secolo i diritti signorili dei baliaggi, con le loro norme in materia civile e penale, vennero fissati per iscritto a complemento degli statuti comunali.

Fino alla Riforma le relazioni tra città e campagna non erano ancora caratterizzate dal predominio della città. Il rapporto fra sovranità territoriale e autonomia locale fu oggetto di numerosi conflitti (rivolte contadine): l'affare di Grüningen (1440-1441), l'affare Waldmann (1489), le proteste del 1513, la «guerra del panpepato» (1515-1516), i disordini di Wädenswil (1523-1524), le rivolte e proteste degli anni 1524-1525, la disputa sulle sentenze della Dieta di Grüningen (1528) e i disordini degli anni 1531-1532. Le liti furono composte tramite sentenze arbitrali confederate (1441, 1489, 1528), contratti fra le parti (1516) o delibere del Consiglio (1524, 1525, 1532), che tutelavano i diritti di sovranità ma confermavano anche le libertà degli abitanti della campagna. La seconda pace nazionale di Kappel fu firmata congiuntamente da campagna e città. La città ancora nella lettera di Kappel (1532) si impegnò a non siglare patti di comborghesia con potenze straniere né a dichiarare guerre senza l'assenso della campagna. La campagna, dal canto suo, nella lettera di Milano (1516) promise solennemente di non stipulare più accordi interni e di non ribellarsi più con la forza alla città.

Quando dopo la Riforma il governo cittadino assunse anche l'autorità in campo religioso, la campagna perse il diritto di partecipazione negli affari dello Stato. La città, rispettivamente il Regiment, divenne il potere supremo, la campagna un'entità territoriale dipendente. Le consultazioni popolari, indette dal 1439, rare dopo il 1533, scomparvero del tutto dopo il 1584. Fra il 1550 e il 1650 il Consiglio revocò gli accordi (Spruchbriefe) stipulati in seguito all'affare Waldmann e durante l'affare di Stäfa (1795) affermò che erano stati dichiarati nulli in virtù del diritto di sovranità del governo cittadino. In generale dal XVI secolo la città si chiuse sempre di più e l'istruzione, l'artigianato, l'industria e il commercio e le cariche di pastore riformato o di ufficiale divennero in larga misura appannaggio di cittadini di Zurigo. Dal 1659, inoltre, l'accesso alla cittadinanza fu bloccato.

Fatta eccezione per l'opposizione in materia fiscale (1599, 1645-46), la campagna si adattò a questa situazione e rimase quieta anche nella guerra dei contadini (1653). Le questioni di sovranità diedero adito a controversie in primo luogo tra il governo e gli stessi cittadini di Zurigo (1712 e 1777), mentre con la popolazione del cantone le difficoltà sorsero solo nell'affare di Stein am Rhein (1784) e nell'affare di Stäfa (1795). La città reagì adottando misure militari, minando tuttavia nel contempo la propria legittimazione come benevola e paterna autorità centrale.

Rispetto a Stati esteri, la città non esercitò il suo potere sulla campagna in modo assolutistico. I comuni si trasformarono in corporazioni territoriali con importanti compiti pubblici; in mancanza di mezzi coercitivi efficienti, il Consiglio dipendeva dalla loro cooperazione. Comuni e individui avevano la possibilità di presentare rimostranze davanti al Consiglio, che in occasione di conflitti non di rado li proteggeva anche contro i suoi stessi balivi; ogni anno, inoltre, i decani delle classi riformate interrogavano i comuni sulla condotta dei rispettivi pastori. L'ampia autonomia nelle questioni interne locali – superiore, ad esempio, rispetto a quella delle campagne bernesi – è attestata dai vari archivi comunali, risalenti già al XIV secolo. Nel XVIII secolo la campagna fu per contro colpita piuttosto duramente dal monopolio corporativo e dalle restrizioni per lo sviluppo artigianale e industriale. La privazione dei diritti politici divenne problematica solo dopo la Rivoluzione francese.

Società, economia e cultura dai secoli centrali del Medioevo al XVIII secolo

Popolazione e insediamento

Demografia

Le stime sul numero di abitanti nei secoli centrali del Medioevo si basano sui registri fiscali, disponibili per la città dal XIV e per la campagna dal XV secolo. Primi censimenti sono considerati gli elenchi della popolazione allestiti dai pastori riformati dal 1634 fin verso il 1750. Un censimento fu promosso dalla Società di scienze naturali nel 1771; all'epoca si occupò in maniera approfondita di aspetti demografici anche Johann Heinrich Waser, esperto di statistica.

Entro la conclusione dei dissodamenti nei secoli centrali del Medioevo, la popolazione era raddoppiata o triplicata, e dopo il 1300 raggiunse un primo apice, accompagnato da una penuria di generi alimentari. Le pestilenze (dal 1349) e le molte guerre del tardo Medioevo provocarono forti cali demografici compensati solo dopo il 1450. Nel 1467 la città di Zurigo contava ca. 5000 abitanti, il resto del territorio cantonale ca. 35'000.

La crescita iniziata dopo le crisi tardomedievali durò fino al 1570 ca., quando la popolazione cantonale raggiunse ca. 80'000 unità. Scarsità di viveri e cattivi raccolti dovuti a fattori climatici (fino al 1590) così come le pestilenze (1611, 1629 e 1635) causarono forti oscillazioni demografiche con perdite fino al 40% e una stagnazione generale. Fin verso il 1680 seguì nuovamente una marcata crescita fino a ca. 130'000 abitanti; l'ultima epidemia di peste (1668) colpì solo poche zone (tra cui Uster, da cui il nome Ustertod) senza più provocare un'ecatombe. La persistente carenza di risorse, sommata a un nuovo picco del peggioramento climatico in epoca moderna e ai conseguenti cattivi raccolti, determinarono un altro drastico crollo demografico attorno al 1690.

Con la protoindustrializzazione nel XVIII secolo la popolazione tornò ad aumentare, grazie alle nuove fonti di reddito create dall'industria a domicilio, ciò che permise di fondare nuove famiglie. Entro il 1800 gli abitanti passarono da 115'000 a 179'000, con una sola interruzione durante la carestia del 1770-1771. Geograficamente la crescita ricalcò lo sviluppo manifatturiero: la popolazione dell'Oberland zurighese, ancora scarsamente abitato nel XVII secolo, aumentò di oltre il 100%; altrettanto pronunciato fu l'incremento nella regione del lago, da sempre densamente abitata. Al contrario, nelle zone del Weinland e dell'Unterland dedite alla campicoltura la popolazione diminuì fino al 1771 e tornò a crescere lievemente solo in seguito; la loro densità demografica, tra le più elevate verso il 1700, risultava così tra le più basse attorno al 1800. Dopo il 1650 le città di Zurigo e Winterthur non ammisero più nuovi cittadini e crebbero solo marginalmente; verso il 1800 Zurigo registrava ca. 10'000 abitanti. Alla fine dell'ancien régime, il cantone contava 179'000 abitanti costituendo quindi il secondo cantone più popoloso della Confederazione dopo Berna.

Insediamenti e agricoltura

Il canton Zurigo è attraversato dalla linea Knonau-Zurigo-Winterthur, che separa l'Altopiano (Unterland, Weinland, zona della Reuss) dalla regione collinare prealpina (Oberland, zona del lago, catena dell'Albis) e rappresenta un confine culturale tra i diversi sistemi di coltivazione, le forme insediative, l'economia e gli stili di vita.

Dalla fine del tardo Medioevo, le regioni settentrionali e occidentali erano caratterizzate da villaggi agricoli e viticoli compatti, gestione collettiva dei campi e sfruttamento dei beni comuni (zone agrarie). La costruzione di case fuori dai villaggi non era consentita. Il numero delle aziende agricole fu limitato dalle elevate tasse di ammissione alla cittadinanza, rendendo quasi impossibile una crescita dopo il 1700. Negli abitati dominava la casa rurale polivalente (locali abitativi e utilitari sotto lo stesso tetto). La fattoria come centro delle attività, la compattezza dei villaggi e lo stretto legame con la terra determinarono un atteggiamento conservatore attento alla tradizione e agli interessi della collettività.

Casa rurale polivalente a Baltenswil (comune di Bassersdorf). Disegno a penna acquerellato realizzato verso il 1750 da Johann Ludwig Meyer von Knonau (Museo nazionale svizzero, Zurigo).
Casa rurale polivalente a Baltenswil (comune di Bassersdorf). Disegno a penna acquerellato realizzato verso il 1750 da Johann Ludwig Meyer von Knonau (Museo nazionale svizzero, Zurigo). […]

Nelle zone meridionali e orientali del cantone, situate ad altitudini più elevate, prevalevano piccole frazioni e fattorie isolate (insediamento sparso); spesso non esistevano forme collettive di sfruttamento. Dai ca. 600 m di quota veniva perlopiù praticata un'economia agricola mista (Egartenwirtschaft), non compatibile con il divieto di costruire fuori dall'abitato. Data la scarsità o l'assenza di beni comuni, i diritti d'uso erano meno importanti che nelle regioni dedite esclusivamente all'agricoltura e le tasse di ammissione alla cittadinanza più contenute. Queste condizioni favorirono nel XVII e XVIII secolo la diffusione dell'industria a domicilio (lavoro a domicilio) e la crescita demografica così come la colonizzazione interna dell'Oberland. Sorsero nuovi insediamenti e tipologie di edifici (Flarzhäuser). Nel XVIII secolo, l'Oberland figurava tra le regioni più industrializzate e densamente popolate d'Europa; il suo sistema economico-insediativo di carattere individualistico lo rendeva inoltre ricettivo verso movimenti nonconformistici o di opposizione.

Economia

L'economia nel tardo Medioevo

Nel XIII e agli inizi del XIV secolo, la città di Zurigo divenne un'importante piazza economica della Germania meridionale. Il commercio di lunga distanza raggiunse livelli considerevoli grazie alla fabbricazione serica, affermatasi solo in poche altre città a nord delle Alpi, tra cui Colonia, Ratisbona e Parigi; la materia prima proveniva dall'Italia, i manufatti giungevano poi fino alla regione del Reno inferiore, alla Polonia, all'Austria e all'Ungheria. La fioritura economica terminò verso il 1350 in concomitanza con la Rivoluzione corporativa di Brun (1336) e i successivi disordini, che si trascinarono fino alla Vecchia guerra di Zurigo. Attorno al 1470 Zurigo era una città di artigiani ormai priva di relazioni commerciali di rilievo.

Nella campagna il calo demografico intervenuto dopo il 1350 ridusse la superficie cerealicola fino al 25%. Le difficoltà di approvvigionamento si attenuarono e i signori fondiari faticavano ad affittare i loro beni in maniera duratura. Nelle zone favorevoli (rive del lago, Weinland) si sviluppò la viticoltura e l'orticoltura e nelle zone più elevate (Oberland, colline a sud del lago) l'allevamento. Inoltre aumentarono le attività agricole accessorie.

Dopo il 1450, la crescita demografica generò frequenti conflitti sullo sfruttamento di beni; i confini tra le diverse comunità furono stabiliti definitivamente. I redditi agricoli acquisirono maggiore importanza suscitando l'interesse dei cittadini a investire nelle campagne. Dopo il 1480, crebbe la preoccupazione nei confronti della cerealicoltura come principale fonte di sostentamento, ciò che indusse a emettere divieti di riconversione dei campi (campicoltura). Il tentativo di concentrare l'agricoltura nella campagna, e il commercio e l'artigianato in città fu tra le cause della sconfitta di Hans Waldmann nel 1489; i successivi accordi (Spruchbriefe) confermarono in gran parte le libertà economiche della campagna.

Agricoltura, artigianato e industria nell'ancien régime

Nel tardo Medioevo, oltre il 95% della popolazione rurale era attivo prevalentemente nell'agricoltura. Entro il 1800 tale quota scese al 65% a seguito del lavoro a domicilio tessile, che nel XVII e XVIII secolo aprì nuove possibilità di guadagno agli abitanti delle zone prealpine.

Nelle regioni dedite alla campicoltura, ancora nel XVIII secolo questa si praticava perlopiù secondo il tradizionale avvicendamento triennale delle colture in appositi appezzamenti. I raccolti non crebbero in proporzione allo sviluppo demografico; anzi, come si può dedurre dai proventi delle decime, probabilmente diminuirono dopo la guerra dei Trent'anni. Spesso si coltivavano solo i campi vicino al villaggio, lasciando a maggese quelli lontani poiché era meno caro importare granaglie dalla Svevia. Con l'accentuarsi dell'interdipendenza produttiva tra la Svevia (agricola) e Zurigo (industriale), nel XVIII secolo il 40% ca. del fabbisogno cerealicolo proveniva dalla Svevia; alla fine del secolo solo il 10% ca. delle granaglie vendute sul mercato zurighese era prodotto localmente (politica annonaria). I blocchi commerciali imposti dall'estero in periodi di guerra e di cattivi raccolti (ad esempio 1770-1771) colpirono duramente la popolazione e provocarono gravi carestie. Solo il diffondersi della patata attenuò la dipendenza dai cereali.

Dopo il 1750, per ridurre questa dipendenza dalle importazioni, i fisiocrati riuniti attorno a Hans Caspar Hirzel nella commissione economica della Società di scienze naturali (o Società di fisica) si sforzarono di riformare l'agricoltura entro i limiti imposti dall'ordinamento statale vigente e mantenendo censi e decime. Jakob Gujer, detto Kleinjogg, acquisì notorietà a livello europeo come modello di contadino moderno. Il dialogo instaurato dai fisiocrati con i contadini (Bauerngespräche) per migliorare i metodi di coltivazione costituì una peculiarità zurighese. Tradizioni economiche consolidate e l'autonomia relativamente forte dei comuni zurighesi ostacolarono tuttavia gli sforzi per convincere le comunità rurali a procedere alla spartizione dei beni collettivi e all'abolizione del pascolo comune.

Un piccolo commerciante vende mestoli, cucchiai e spine per botti di vino. Incisione su rame tratta dagli Zürcherische Ausruff-Bilder di David Herrliberger, 1748 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv).
Un piccolo commerciante vende mestoli, cucchiai e spine per botti di vino. Incisione su rame tratta dagli Zürcherische Ausruff-Bilder di David Herrliberger, 1748 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv). […]

Nel XVII e XVIII secolo le zone a quote più elevate si specializzarono nell'economia lattiera e nell'allevamento. Nel Weinland, la regione attorno al lago di Zurigo, nei sobborghi della città di Zurigo e sulla sponda destra della Limmat, la viticoltura rivestiva tradizionalmente un ruolo importante. Già nel XVII secolo l'agricoltura fu integrata da attività accessorie rivolte al mercato, che già nel XVIII secolo conferirono alla campagna zurighese il carattere di un'area economica differenziata. Nel Rafzerfeld si diffuse la confezione di cappelli in paglia (industria della paglia), attorno a Rümlang la fabbricazione di calze a maglia e nel Weinland la coltivazione e la lavorazione della canapa (piante industriali). Gli allevamenti di lumache della valle della Töss esportavano fino in Italia; l'alta valle fabbricava attrezzi in legno e per questo fu denominata terra dei mestoli (Chellenland).

A Zurigo e Winterthur l'artigianato era organizzato in corporazioni e aveva il monopolio sul mercato locale (commercio al dettaglio). Gli artigiani e i bottegai della campagna avevano accesso al mercato cittadino solo per pochi giorni. Alcuni mestieri, come quello di orafo, potevano essere praticati solo nelle città. Taverne, macellerie, mulini e altre botteghe artigianali necessitavano, in quanto bannalità, di un'autorizzazione. Per il resto, gli artigiani delle campagne, specialmente edili, erano liberi di produrre per il mercato regionale e sovraregionale; parallelamente lavoravano frequentemente come piccoli contadini. Dalla prima metà del XVII secolo, nelle fonti vengono spesso citati abitanti della campagna attivi come calzolai, sarti, tessitori ecc. (industria dell'abbigliamento), a testimonianza di un artigianato rurale diffuso e radicato nella società rurale tradizionale. Specialmente nel XVII secolo, alcune professioni come quelle di cordaio, vetraio o fabbricante di passamaneria furono integrate nelle corporazioni cittadine. Gli interessati erano soggetti ai vincoli e alla tutela degli ordinamenti corporativi, ma non acquisivano alcun diritto legato alla cittadinanza. Ciò avvenne in parte su iniziativa dei maestri artigiani rurali, che volevano così proteggersi contro la concorrenza.

Commercio e traffici – le fabbriche zurighesi

Il settore tessile, che dal 1650 esportava con successo, divenne un fattore determinante dell'economia zurighese (economia d'esportazione) e il fondamento dell'industrializzazione nel XIX secolo. Alla base vi fu la produzione di panni grezzi in cotone diffusasi nella città di Zurigo dopo il 1450, ormai esente da restrizioni corporative e liberamente praticabile. Importanti per i successivi sviluppi furono i rifugiati riformati provenienti da Locarno (1555), che garantirono nuovi sbocchi esteri ai panni e alle tele zurighesi e introdussero la lavorazione della seta e della lana. Il divieto delle pensioni emanato durante la Riforma e la proibizione del servizio mercenario nel XVI secolo favorirono lo spirito imprenditoriale e la ricerca di nuove fonti di guadagno da parte dell'élite cittadina.

Tra il 1560 e il 1660, in città sorsero imprese familiari che svilupparono il commercio e la produzione (nelle manifatture o a domicilio) di prodotti tessili inizialmente ancora semplici (Verlagssystem). In ambito politico crebbe parallelamente l'influenza dei fabbricanti, i quali annoverarono un numero crescente di membri del Consiglio e borgomastri. La lavorazione delle materie prime per le aziende cittadine si svolgeva ancora perlopiù nei pressi dei centri urbani; attorno al bacino superiore (Obersee) del lago di Zurigo e nell'Oberland, imprenditori locali avviarono una produzione autonoma di tessuti di lino e cotone per i mercati regionali. Dopo un periodo di alta congiuntura, seguirono una stagnazione (dal 1620) e una crisi (1650 ca.), dovute in parte alla perdita dei privilegi doganali in Francia.

Dopo il 1660 si registrò una ripresa congiunturale, basata sul perfezionamento e sulla differenziazione dei prodotti, che si indebolì durante la crisi di sussistenza dopo il 1690 e terminò nel 1710. Zurigo era la prima località a nord delle Alpi dove si producevano pezze di cotone bianche adatte alla stampa (indiane). Inoltre, nel XVIII come già nel XIV secolo, fu con Basilea una delle poche regioni germanofone dove si lavorava la seta. Al successo contribuirono dopo il 1685 i rifugiati ugonotti (rifugiati per fede), a cui però furono concessi solo permessi di soggiorno a tempo determinato. Il Direttorio commerciale, fondato nel 1662, divenne un'importante istituzione, che fissava gli standard qualitativi e i salari, sviluppò il sistema postale e dei corrieri e influenzò in maniera determinante la politica artigianale e commerciale dello Stato. Verso il 1700 i commercianti cittadini si assicurarono il monopolio sulla fabbricazione di stoffe seriche e sul finissaggio dei prodotti in cotone. Anche la città di Winterthur fu sottoposta a tali restrizioni (cosiddetto affare delle fabbriche, 1715-1719).

Questi vincoli, peraltro non sempre rispettati, garantirono una nuova fase di alta congiuntura dal 1720 alla Rivoluzione francese, interrotta solo da una breve crisi nel 1770 ca. e proseguita fin dopo il 1790, quando la filatura meccanica inglese iniziò la conquista del mercato europeo. Su incarico dei commercianti cittadini e per il tramite di imprenditori rurali, le materie prime, specialmente il cotone, venivano trasformate in filato o tessuto grezzo nell'Oberland industrializzato, mentre l'industria serica ormai meccanizzata si insediò nelle manifatture nei pressi delle città.

Nel XVI secolo la forza finanziaria di Zurigo era inferiore a quella di Basilea, Ginevra o San Gallo. In caso di bisogno lo Stato e i privati dovevano ricorrere a prestiti esterni poiché in città non vi erano veri e propri banchieri. Solo nel XVII secolo l'industria tessile creò una base finanziaria autonoma e Zurigo divenne indipendente dagli investitori esteri. Dopo il 1617 l'imposta sulle merci vendute ai forestieri e sui tessuti esportati (Pfund- und Fabrikzoll) costituì un importante introito per le casse dello Stato. Verso il 1650, alcuni commercianti come i Werdmüller si dedicarono al cambio di valute e al prestito di denaro, divenendo mercanti-banchieri. Nel XVIII secolo Zurigo era considerata ricca grazie all'industria esportatrice, ma come piazza commerciale e finanziaria non raggiungeva l'importanza di altre città svizzere. Le ditte zurighesi mantennero un carattere di imprese familiari solide, capaci di autofinanziarsi. Dopo il 1750, in città sette imprese si occupavano di affari bancari. La commissione degli interessi, fondata nel 1754 e più tardi trasformata nella banca Leu, fungeva da istituto di credito statale investendo denaro e concedendo prestiti. Il commercio si concentrava sugli acquisti nell'Italia settentrionale (Bergamo) e sullo smercio lungo il Reno fino nei Paesi Bassi, in Inghilterra, in Alsazia e a Lione. Solo verso la fine del XVIII secolo i commercianti di Zurigo e Winterthur cercarono di affermarsi nel commercio d'oltremare, abbandonando il principio dell'autofinanziamento in un'epoca di crescenti speculazioni, ciò che dopo la Rivoluzione francese provocò perdite e fallimenti aziendali.

Nella campagna, dal XVI secolo sempre più spesso i contadini ottenevano crediti attraverso pegni immobiliari, specialmente dagli investitori cittadini. La divisione successoria tra eredi, che obbligava al risarcimento dei coeredi o alla spartizione delle fattorie, così come il calo dei tassi di interesse portarono nei due secoli successivi a un grosso indebitamento delle proprietà agricole. Durante la guerra dei Trent'anni, che provocò un aumento dei prezzi delle derrate alimentari, alcuni grandi contadini si indebitarono eccessivamente per acquistare nuove terre, ciò che portò al loro fallimento dopo il 1648, quando ripresero le importazioni di cereali a buon mercato dall'alta Svevia. Nel XVIII secolo, l'indebitamento e le particolarità del diritto ipotecario zurighese, che prevedeva la responsabilità sussidiaria di tutti i proprietari dei beni immobili gravati, trascinarono nel fallimento anche i contitolari quando il debitore era insolvibile; in vari casi, come a Thalheim an der Thur negli anni 1723-1727, fallì l'intera popolazione del villaggio. Spesso, nel XVIII secolo, gli interessi sul capitale avuto in prestito, che andavano corrisposti in denaro, costituivano un onere maggiore rispetto ai censi fondiari e alle decime.

La crescita demografica tra il XVI e il XVIII secolo e il diffondersi del lavoro a domicilio aumentarono la dipendenza di Zurigo dall'importazione di beni di prima necessità (cereali, sale e più tardi anche legname). Nell'interesse dei consumatori, ma anche per motivi fiscali, nel XVII e XVIII secolo le autorità rafforzarono i controlli sulla compravendita di questi prodotti, vietando il commercio di intermediazione e l'incetta, imponendo il monopolio statale e regolamentando i prezzi. Poiché i fornitori svevi di granaglie producevano a costi inferiori, dopo la guerra dei Trent'anni Zurigo promosse l'importazione diretta attraverso i produttori esteri. Per mantenere bassi i prezzi, la città impose ai mercanti di grano locali l'obbligo di una patente e per evitare la concorrenza assegnò loro mercati esteri. Già nel XVI secolo lo Stato accumulava riserve di cereali (scorte domestiche) per i periodi di crisi, in seguito imitato anche da corporazioni e comuni. Il prezzo medio delle granaglie sul mercato dei cereali di Zurigo (Fruchtschlag) veniva accertato settimanalmente e su questa base si fissava il prezzo della farina e del pane per la città e la campagna. Norme analoghe in favore dei consumatori regolamentavano anche il commercio del bestiame da macello e il prezzo della carne (Fleischtaxe). Nel commercio del sale, Melchior Steiner di Winterthur e i suoi agenti raggiunsero una posizione di spicco stipulando contratti di monopolio con il Tirolo e la Baviera (1655). In seguito la città di Zurigo mosse una vera e propria guerra economica contro Steiner, che portò alla sconfitta di quest'ultimo e, nel 1675 ca., al controllo esclusivo dello Stato sul commercio del sale. Nel XVIII secolo, le attività forestali dei comuni rurali furono sottoposte in maniera crescente al controllo statale. Anche le forniture di legna da ardere e da costruzione (industria del legno) per la città furono sempre più spesso disciplinate e in parte monopolizzate dal momento in cui, nel 1763, si constatò che la loro importazione dipendeva da sei abitanti della campagna della regione del lago.

La società zurighese dopo la Riforma

L'ordinamento sociale

Il tardo Medioevo fu caratterizzato da un'alta mobilità sociale. L'antico ceto nobiliare scomparve e per i nuovi arrivati, come Hans Waldmann o Ulrich Zwingli, fu possibile compiere una rapida ascesa sociale. Dal XVI secolo la situazione cambiò. Nel XVII secolo per proteggere i privilegi urbani, si attuò una rigida separazione tra cittadini e non cittadini. Zurigo e Winterthur non accordarono più la cittadinanza agli abitanti della campagna. Solo i cittadini di Zurigo avevano accesso al Consiglio, prestavano giuramento sui Patti federali ed erano quindi dei Confederati. Varie disposizioni sul vestiario e sui costumi sottolineavano le differenze sociali. Dal XVII secolo solo i cittadini potevano diventare pastori riformati. La condizione privilegiata consentiva anche al più umile dei cittadini zurighesi di sentirsi superiore ai massimi notabili della campagna, come pure ai cittadini di Winterthur.

Regimentsbuch, copia realizzata nel 1641 dall'insegnante e cartografo Johann Jakob Hulftegger (Zentralbibliothek Zürich, Ms. Z II 431, fol. 33v e 34r).
Regimentsbuch, copia realizzata nel 1641 dall'insegnante e cartografo Johann Jakob Hulftegger (Zentralbibliothek Zürich, Ms. Z II 431, fol. 33v e 34r). […]

Dal 1336 la cittadinanza zurighese fu organizzata in corporazioni e mestieri (città a regime corporativo). Salvo i domestici, ogni abitante era tenuto a far parte di una corporazione. Chi voleva esercitare un mestiere doveva appartenere alla società artigiana corrispondente. Poiché i commercianti dal 1489 poterono scegliere liberamente la corporazione a cui affiliarsi, nel XVII e XVIII secolo riuscirono a scalzare gli artigiani dalle posizioni dirigenti. L'élite sviluppò una coscienza di ceto dai tratti nobiliari. I titolari di signorie giurisdizionali private (tribunali) nel XVII secolo fecero costruire residenze di campagna simili a castelli, tra l'altro a Berg am Irchel (1642), Wülflingen (1644), Lufingen (1647) e Uitikon (1650).

Composizione professionale delle corporazioni zurighesi
Composizione professionale delle corporazioni zurighesi […]

Benché anche a Zurigo nel XVII e XVIII secolo l'autorità politica di fatto si concentrasse nelle mani di una ristretta cerchia (aristocratizzazione), diversamente da Berna e Lucerna l'ammissione al Consiglio formalmente non fu mai limitata ad alcune famiglie. Imprenditori urbani emergenti avevano la possibilità di accedere all'élite politica. Inoltre, il ceto dirigente cittadino doveva attenersi alle norme delle corporazioni e alle leggi suntuarie e rimase in stretto contatto con la popolazione rurale grazie al sistema dell'industria a domicilio basata sul Verlagssystem, al servizio ecclesiastico e all'amministrazione statale.

In campagna, i diritti d'uso sul patrimonio collettivo (specialmente beni comuni e bosco comunale) erano importanti per determinare la posizione all'interno della comunità. Di principio questi diritti spettavano ai capifamiglia che risiedevano nella località e disponevano di un «fuoco»; erano i cittadini a pieno titolo del comune, a cui competevano le decisioni ma anche i relativi oneri. Nel XVII secolo in molti comuni specialmente dell'Oberland i diritti d'uso sui beni collettivi furono ripartiti tra un certo numero di case (Hausgerechtigkeiten) e potevano essere divisi, acquistati e venduti. In queste località il diritto di voto era perlopiù legato a tali quote. Per vigilare sugli spostamenti delle persone che volevano stabilirsi in un comune e partecipare allo sfruttamento dei beni collettivi, il governo fissò su sollecitazione dei comuni una tassa di ammissione che dipendeva dalle dimensioni del patrimonio comunale stesso. Coloro che si insediavano in un comune, spesso come affittuari, senza disporre dei diritti d'uso erano denominati dimoranti (Hintersässen) e dovevano versare al comune un'imposta speciale. La protoindustrializzazione nel XVIII secolo ridusse le differenze tra gli stili di vita in città e campagna; mode e abitudini alimentari urbane si diffusero nelle zone in cui fioriva l'industria a domicilio basata sul Verlagssystem.

Gerarchie sociali e povertà nelle campagne

Nel XV secolo la condizione servile di ampi strati della popolazione rurale perse rilevanza. Nel 1525 la città di Zurigo concesse la libertà ai servi della gleba acquisiti assieme a baliaggi e conventi, e rinunciò al riscatto della manomorta. Ne rimasero esclusi i servi del baliaggio di Grüningen, che furono così puniti per la loro insubordinazione e poterono riscattarsi solo nel 1796. Lo stesso valse per gli appartenenti al baliaggio di Wädenswil, passato alla città nel 1549. Nel XVI e XVII secolo, su iniziativa della città, i sudditi di Zurigo sottoposti a signori forestieri dovettero riscattarsi dalla servitù della gleba.

La struttura sociale rurale dell'età moderna si formò dopo il 1450. Ai vertici si trovavano i titolari di bannalità come mugnai, fabbri e osti di taverne, che spesso prestavano capitali, possedevano cospicui beni ed erano attivi nel commercio di cereali. Facevano parte del ceto superiore anche i contadini proprietari, che disponevano di un aratro e di almeno tre bestie da soma e, di norma, anche di sufficienti terreni per produrre oltre il loro fabbisogno. Anche la specializzazione nella viticoltura e nell'allevamento poteva portare a un certo benessere. I fabbricanti rurali, attivi dopo il 1650 come intermediari e subappaltatori dei committenti cittadini nella zona del lago e nelle fasce collinari, furono spesso titolari di bannalità, viticoltori o allevatori. Le famiglie dell'élite rurale annoveravano giudici, luogotenenti dei balivi e detentori di importanti cariche comunali, non di rado sull'arco di più generazioni.

Al di sotto di questa ristretta élite si trovavano i contadini fittavoli, che disponevano di almeno due bestie da soma e la cui terra bastava per l'autosostentamento in situazioni di raccolto normali. I Tauner, la parte più consistente della popolazione (70% ca. nel XVIII secolo), non disponevano di terreni sufficienti per mantenere una famiglia e quindi dovevano lavorare come giornalieri o svolgere attività artigianali. Dalle loro file provenivano in particolare i molti calzolai, sarti e tessitori dei villaggi. Nelle zone interessate dalla protoindustrializzazione si formò un'ampia fascia di lavoratori a domicilio (operai), le cui entrate dipendevano dall'andamento congiunturale.

Nel XVIII secolo, molti visitatori stranieri si meravigliavano del benessere che regnava specialmente nei comuni in riva al lago di Zurigo. Tuttavia, la povertà strutturale dei Tauner e dei lavoratori a domicilio permase durante l'ancien régime. Si stima che in media il 20% ca. della popolazione facesse sistematicamente ricorso all'assistenza. Dal XVI secolo i comuni parrocchiali erano responsabili dei propri indigenti. Lo Stato interveniva con contributi provenienti dai beni conventuali statalizzati durante la Riforma; il sostegno consisteva specialmente in pane e vestiti, mentre chi era del tutto inabile al lavoro, come lo erano spesso le vedove, riceveva anche un contributo mensile in denaro. Il periodico ripetersi di cattive annate e di crisi congiunturali fece aumentare drasticamente il numero di coloro che non riuscivano più a mantenersi.

Per motivi soprattutto economici, numerosi Zurighesi cercarono lavoro all'estero. Alla fine della guerra dei Trent'anni in molti emigrarono (emigrazione) nel Palatinato; in questa regione e nelle zone confinanti vivevano nel 1661 oltre 4000 persone provenienti dal canton Zurigo. Altri movimenti migratori seguirono verso il Brandeburgo (1690 ca. e 1770-1771) e l'America del nord (Stati Uniti d'America, 1730-1750). Dopo le capitolazioni militari del XVII secolo, fu di nuovo consentito il servizio mercenario, proibito dalla Riforma ma di fatto mai completamente interrotto. Gli uomini al servizio dei reggimenti capitolati erano ca. 2500 attorno al 1700 e ca. 2000 verso il 1770.

Vita ecclesiastica e religiosa, cultura e istruzione

Vita ecclesiastica e religiosa

Vendemmia nel Paese di Canaan. Bassorilievo in legno sul soffitto della chiesa di Dürnten. Fregio della cornice nord, realizzato nel 1521 dallo scultore in legno Ulrich Schmid (Kantonale Denkmalpflege Zürich; fotografia Elvira Angstmann).
Vendemmia nel Paese di Canaan. Bassorilievo in legno sul soffitto della chiesa di Dürnten. Fregio della cornice nord, realizzato nel 1521 dallo scultore in legno Ulrich Schmid (Kantonale Denkmalpflege Zürich; fotografia Elvira Angstmann). […]

Prima della Riforma, a Zurigo si veneravano Carlomagno, leggendario fondatore del Grossmünster, e i SS. Felice e Regula, patroni della città. Nel presunto luogo della loro decapitazione fu costruita la Wasserkirche (1479-1484) con i fondi delle indulgenze. Il Grossmünster, una delle più importanti chiese della diocesi di Costanza, era noto per il canto liturgico. Verso il 1500 sorsero numerose nuove chiese nella campagna e, nel 1501, il frequentato santuario sul Pflasterbach a Sünikon (Steinmaur).

Esecuzione delle condanne a morte per stregoneria di Anna Suter e Agatha Huber nel maggio del 1580. Illustrazione tratta dalla cronaca di Johann Jakob Wick (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Wickiana, Ms. F 29, fol. 114r).
Esecuzione delle condanne a morte per stregoneria di Anna Suter e Agatha Huber nel maggio del 1580. Illustrazione tratta dalla cronaca di Johann Jakob Wick (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Wickiana, Ms. F 29, fol. 114r). […]

L'adozione della Riforma (1523-1525) rappresentò un cambiamento radicale nella vita religiosa. Nella campagna fu in parte legata all'aspettativa, poi disattesa, che la Bibbia divenisse il fondamento del potere civile e che la Riforma portasse all'abolizione delle decime e alla libera elezione dei sacerdoti da parte dei comuni. Al contrario, dopo la Riforma la città attuò le misure che non era riuscita a imporre in occasione dell'affare Waldmann: con leggi suntuarie influenzò i costumi e la socialità e cercò di impedire feste patronali, veglie e altri divertimenti. Con la nascita di un nuovo ceto di ecclesiastici, formatisi presso la scuola di teologia di Zurigo, nel XVI secolo i dogmi della Chiesa zurighese, improntati a una marcata etica del lavoro e a uno stile di vita puritano, si diffusero anche nella campagna. Gli anabattisti, da subito perseguitati, nel XVI e XVII secolo dimostrarono una forte convinzione religiosa. Bibbia, catechismo e libri devozionali e consolatori si diffusero ampiamente dal XVII secolo. Sopravviveva però la superstizione, anche perché la Chiesa stessa non escludeva il diavolo come pure gli incantesimi. La caccia alle streghe culminò nel periodo 1571-1598, quando 37 donne furono giustiziate per stregoneria; l'ultimo processo si concluse nel 1701 a Wasterkingen con otto condanne a morte.

Con la Bibbia zurighese (1530-1531, prima traduzione completa in tedesco), il primo catechismo (1534) e l'operato di eruditi come Heinrich Bullinger, Leo Jud e, più tardi, Johann Jakob Breitinger (antiste dal 1613 al 1645), la Riforma zurighese acquisì grande notorietà (zwinglianesimo). Nel XVII secolo, il credo riformato assunse i tratti di Chiesa di Stato improntata al dogmatismo, che si opponeva rigorosamente alle convinzioni religiose divergenti. Il catechismo zurighese del 1609 riconobbe la dottrina calvinista della predestinazione, confermata dal sinodo di Dordrecht (1619) e poi adottata dalla Chiesa zurighese con la Formula Consensus. Il movimento pietista, nato verso il 1700, fu perseguitato dallo Stato e dalla Chiesa; contava seguaci nella campagna ma anche tra le famiglie dirigenti di Zurigo e Winterthur.

Dopo il 1730, l'adesione forzata alla Formula Consensus fu abbandonata in favore di un'interpretazione delle verità cristiane secondo la ragione. Attorno al 1750 venne meno anche l'obbligo di recarsi in chiesa. La traduzione della Bibbia del 1772 e il salterio del 1787 furono influenzati dall'Illuminismo. L'autorità statale continuò tuttavia a colpire duramente chi rifiutava il servizio militare (come i separatisti a Bauma dopo il 1770) od oltrepassava i limiti di una «ragionevole ortodossia» (come Jakob Heinrich Meister con lo scritto sospettato di deismo De l'origine des principes religieux del 1769). Ancora nel XVIII secolo i dissidenti religiosi non erano tollerati. Secondo un mandato del 1755, la conversione al cattolicesimo portava all'espulsione dal cantone e i matrimoni con cattolici erano passibili di pene. Ciò non impedì alla popolazione di credere nelle virtù salvifiche ad esempio dei cappuccini di Rapperswil per la protezione delle proprie case.

Formazione e ricerca

La Riforma fu importante specialmente per gli istituti scolastici superiori della città e, più tardi, grazie all'istruzione del clero, anche per la scuola elementare. La scuola superiore di teologia, aperta nel 1525, offriva corsi di filologia e teologia, a cui si aggiunsero una cattedra in scienze naturali (dal 1541), una classe di filosofia (XVII secolo) e docenti di storia profana (dal 1713) e di diritto naturale (dal 1724). Le antiche scuole latine del Grossmünster e del Fraumünster, che si collocavano a un livello intermedio tra la scuola superiore e le cosiddette scuole tedesche, vennero mantenute; nel 1601 furono integrate dal Collegium humanitatis (biennio propedeutico agli studi di teologia). Siccome di norma per occupare una cattedra occorreva la consacrazione, gli accademici zurighesi erano prevalentemente teologi. Dal 1611 i professori provenivano esclusivamente dalla cerchia dei cittadini di Zurigo; ai giovani della campagna l'accesso alle scuole superiori della città era precluso, salvo qualche beneficiario di borse. Negli anni 1770-1780 le scuole di Zurigo e Winterthur furono rinnovate. In questo contesto vennero fondate a Zurigo la scuola d'arte (1773), la scuola femminile (1774) e un istituto medico-chirurgico (1782).

Organizzazione scolastica di Wald (ZH). Pianta orientata a nord est realizzata per la visita d'ispezione delle scuole del capitolo di Wetzikon, 1776 (Staatsarchiv Zürich, E 168, p. 498).
Organizzazione scolastica di Wald (ZH). Pianta orientata a nord est realizzata per la visita d'ispezione delle scuole del capitolo di Wetzikon, 1776 (Staatsarchiv Zürich, E 168, p. 498). […]

In campagna ancora nel XVII secolo le lezioni scolastiche si tenevano senza regolarità e spesso i maestri erano studenti itineranti assunti a tempo determinato. La prima ordinanza sulle scuole di campagna, emanata nel 1637, non prevedeva ancora la frequenza obbligatoria; maestri erano spesso i pastori riformati. Il regolamento del 1684 cercò con scarso successo di introdurre l'obbligo scolastico e di formare maestri locali, esaminati e scelti da un apposito collegio a Zurigo. Una prima indagine sulle scuole risale al 1715 e la revisione dei piani scolastici al 1719, ma fino agli anni 1770-1780 lo spirito del «secolo della pedagogia» rimase poco percettibile. Seguirono una seconda inchiesta nel 1771-1772 e una nuova ordinanza sulle scuole (1778), che ottenne almeno due giorni di lezioni anche in estate e, per i ragazzi dimessi da scuola, un giorno a settimana di ripetizioni in inverno fino alla confermazione.

Le scuole di campagna (ca. 360 alla fine del XVIII secolo) non disponevano sempre di una propria sede. Lo scopo delle lezioni, che spesso si tenevano regolarmente solo in inverno, era quello di insegnare a leggere i testi religiosi a stampa e recitarli a memoria. Verso il 1780 ca. l'80% della popolazione rurale disponeva di queste competenze, ciò che rappresentava una quota relativamente alta. Lo scrivere e il far di conto erano molto meno diffusi, anche se con forti differenze regionali. A Zurigo e Winterthur il programma scolastico rifletteva le più elevate esigenze della vita intellettuale e professionale cittadina, si frequentava la scuola più a lungo e al termine della scolarità gli allievi erano in grado di scrivere.

Cultura

Manico di coltello in osso scolpito a forma di falconiere, rinvenuto in un foro di sondaggio nell'immobile sul Rindermarkt 7 a Zurigo, 1300 ca. (Fotografia Stadtarchäologie Zürich).
Manico di coltello in osso scolpito a forma di falconiere, rinvenuto in un foro di sondaggio nell'immobile sul Rindermarkt 7 a Zurigo, 1300 ca. (Fotografia Stadtarchäologie Zürich). […]

Nel XIII secolo lo sviluppo culturale di Zurigo, città libera dell'Impero, è attestato dalle opere di Konrad von Mure, canonico, e della cerchia attorno al cavaliere Rüdiger II Manesse, che a fine secolo con il figlio Johannes avviò la raccolta di poesie d'amore cortese da cui derivò il Codice di Manesse, comprendente tra l'altro i canti di Johannes Hadlaub, Jakob von Wart e Werner von Teufen. Elsbeth Stagel, monaca del convento di domenicane a Töss, ebbe un ruolo importante per il misticismo. Le crisi tardomedievali iniziate verso il 1350 non giovarono alla cultura elitaria. La vita nella città di Zurigo era condizionata dalle corporazioni, fortemente legate a valori quali l'onore e l'uguaglianza. Felix Hemmerli, canonico, fu una delle poche personalità di vasta cultura del XV secolo.

Accanto a Hemmerli, Albrecht von Bonstetten e Niklaus von Wyle furono tra gli esponenti del primo Umanesimo. Dopo il 1470 si distinsero i pittori Hans Haggenberg, Hans Leu il Vecchio e Hans Leu il Giovane e il cronista Gerold Edlibach. La prima tipografia risale al 1480 ca.; l'officina di Christoph Froschauer stampò oltre 1100 opere tra il 1517 e il 1591. I maggiori successi in ambito culturale furono raggiunti grazie all'opera umanistica e riformatrice di Zwingli, Bullinger e dei docenti attivi presso la scuola superiore di teologia aperta nel 1525, tra cui Jakob Ceporin, Peter Kolin e Konrad Pellikan. Konrad Gessner, studioso universale, insegnò scienze naturali presso lo stesso istituto (dal 1541).

Nel XVII secolo la vita culturale era dominata dalla Chiesa di Stato, ormai improntata al dogmatismo. Il teatro era pressoché scomparso e la censura era onnipresente. La cartografia visse un periodo di fioritura con Jos Murer e Hans Conrad Gyger e contribuì a rafforzare lo Stato e l'economia. Successivamente furono eseguiti gli importanti piani delle decime del XVII e XVIII secolo. La cinta muraria, imponente opera edilizia a forma di stella dotata di fossato, fu realizzata tra il 1642 e il 1677, il nuovo palazzo del Consiglio, in stile barocco, nel periodo 1694-1698.

Dalla metà del XVIII secolo, Zurigo approfittò della maggiore libertà di opinione e del successo economico per imporsi come uno dei centri della vita intellettuale in area germanofona. Johann Jakob Scheuchzer, Johann Jakob Bodmer, Johann Jakob Breitinger, Johann Kaspar Lavater e Johann Heinrich Pestalozzi acquisirono notorietà a livello europeo e Salomon Gessner fu tra i principali autori in lingua tedesca dell'epoca. Il tradizionale tessuto associativo delle corporazioni venne affiancato da numerosi sodalizi di stampo illuminista come la Società ascetica, la Società morale e la Società di fisica.

Pianta per la scuola comunale di Ossingen del 1794. Costruzione a graticcio realizzata da Salomon Sulzer il Vecchio, maestro carpentiere di Winterthur (Staatsarchiv Zürich, Plan B 626).
Pianta per la scuola comunale di Ossingen del 1794. Costruzione a graticcio realizzata da Salomon Sulzer il Vecchio, maestro carpentiere di Winterthur (Staatsarchiv Zürich, Plan B 626). […]

La popolazione delle zone dedite alla campicoltura del Weinland e dell'Unterland restava legata a una cultura contadina di matrice collettiva. Essa andò di pari passo con un'accresciuta esigenza di rappresentazione dell'élite, come attestano le grandi costruzioni a graticcio del XVII e XVIII secolo. Nella regione del lago gli abitanti agiati delle campagne orientavano il proprio stile di vita ai modelli cittadini. In alcuni comuni furono erette importanti chiese barocche, dotate di ricchi stucchi. Dopo il 1770 comparvero società serali, musicali, teatrali e letterarie in cui si coltivavano il bisogno di erudizione e lo spirito comunitario di ispirazione illuminista. Con la protoindustrializzazione, nel XVIII secolo i nuovi stili di vita dalla regione del lago penetrarono anche nell'Oberland. L'industria a domicilio e il versamento dei salari in contanti favorirono l'individualismo, lontano dalla mentalità collettiva tipica dei contadini e che accese un nuovo dibattito sul lusso.

Lo Stato zurighese nel XIX e XX secolo

Storia politica e costituzionale dal 1798

Repubblica elvetica, Mediazione e Restaurazione

Vignetta sulla copertina dell'Helvetisch-Republikanischer Kalender per l'anno 1799. Silografia, pubblicata da Aloys Studer e Josef Brentano a Stäfa, 1798 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv).
Vignetta sulla copertina dell'Helvetisch-Republikanischer Kalender per l'anno 1799. Silografia, pubblicata da Aloys Studer e Josef Brentano a Stäfa, 1798 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv). […]

Nel gennaio del 1798 l'ingresso di truppe francesi (invasione francese) del Paese di Vaud rafforzò, specialmente nei comuni affacciati sul lago di Zurigo, nel baliaggio di Knonau e nell'Oberland, le tendenze rivoluzionarie riscontrate nell'élite rurale almeno fin dall'affare di Stäfa. Con la dichiarazione del 5 febbraio  1798 i principi di libertà e uguaglianza fra città e campagna furono riconosciuti dal Gran Consiglio e dal Piccolo Consiglio. Al contempo quest'ultimo convocò un'assemblea cantonale di 36 delegati cittadini e 128 delegati rurali, i cui lavori cominciarono a Zurigo il 21 febbraio, ma già al terzo giorno sfociarono in un litigio. Nella regione del lago i comitati rivoluzionari mobilitarono allora un migliaio di uomini, che il 12 marzo, armati di bastoni, invasero la città. Lo stesso giorno il Piccolo Consiglio calmò le acque dimettendosi a favore dell'assemblea cantonale, attiva solo fino al 14 aprile. Il 27 aprile truppe francesi occuparono Zurigo, che da allora condivise le sorti dello Stato unitario elvetico. Solo nei quasi quattro mesi (inizio giugno-fine settembre 1799) fra le due battaglie di Zurigo (seconda guerra di coalizione), quando la città fu invasa da reparti russi e poi austriaci, il cantone fu governato secondo modalità prerivoluzionarie dalle autorità conservatrici insediate dagli occupanti. I danni bellici e i costi dell'occupazione smorzarono gli entusiasmi rivoluzionari della popolazione rurale e favorirono, insieme al caos politico, la coesione fra ceti abbienti della borghesia e nostalgici del vecchio ordinamento. Il ripristino delle decime, la cui riscossione venne imposta manu militari, nel gennaio del 1802 causò disordini nei distretti di Fehraltorf e Wald. Durante le rivolte federaliste (federalisti) dell'estate e dell'autunno 1802 anche Zurigo abbandonò la Repubblica elvetica, subendo cannoneggiamenti da parte delle truppe elvetiche il 10 e il 13 settembre (guerra dei bastoni). Dal canto suo il governo conservatore zurighese compì spedizioni punitive contro i comuni fedeli all'Elvetica, fra cui Stäfa, Wädenswil e Bauma.

Durante l'Elvetica l'esecuzione delle leggi spettava al prefetto. Le municipalità di Zurigo e Winterthur, dapprima provvisorie e dall'autunno 1799 ufficialmente riconosciute, costituivano amministrazioni comunali indipendenti. Con decreto del 24 luglio 1798 il Direttorio elvetico chiese l'istituzione di un Consiglio dell'educazione, poi rimasto operativo fino al 1998. La creazione della Camera amministrativa cantonale e di organi analoghi sul piano comunale contribuì a preservare i beni dell'ex città-Stato e dei comuni. Quanto ai patrimoni delle corporazioni cittadine, per evitarne la confisca da parte delle autorità elvetiche gli organi direttivi delle corporazioni provvidero a vendere beni materiali (argenterie, talune sedi corporative) e a distribuirne i ricavi fra i membri.

L'Atto di mediazione del 1803, comprendente la Costituzione cantonale zurighese (capitolo 19), gettò le basi del cantone moderno. Con un documento del 1805 (Abchurungsurkunde) venne disciplinata legalmente la ripartizione di beni e competenze fra il cantone e la città. Salvo per l'ufficio preposto al Fraumünster (Fraumünsteramt) – con il Sihlwald, il Sihlamt, l'Hardamt e relativi beni comuni (Hard) –, tutti i diritti signorili, i distretti, le proprietà fondiarie e i censi dell'ex città-Stato passarono al cantone. A quest'ultimo vennero anche attribuite le attività diplomatiche o legate alla sovranità (giustizia, esercito, affari ecclesiastici), mentre al comune di Zurigo fu affidata la vigilanza sull'approvvigionamento di alimenti e di acqua potabile e su altri settori della vita quotidiana cittadina.

La Costituzione del 1803 (mediazione) conferì il potere legislativo al Gran Consiglio (parlamento). Le soglie elevate di censo previste per il suffragio attivo e passivo diedero di fatto il potere ai ceti agiati. Un terzo dei 195 membri del Gran Consiglio veniva eletto da 65 corporazioni elettorali, a ognuna delle quali spettava un mandato. Fuori Zurigo tali corporazioni erano enti territoriali, in genere comprendenti due o tre comuni (uno solo nel caso di Winterthur), mentre nel capoluogo vennero ripristinate a tale scopo le 13 corporazioni artigiane di un tempo, private però dei variegati compiti pubblici svolti prima del 1798. Per completare il legislativo, ognuna delle 52 corporazioni rurali e delle 13 urbane eleggeva altri quattro candidati, che dovevano provenire da una circoscrizione diversa; di questi 260 candidati, la metà accedeva al Gran Consiglio mediante sorteggio. La grande disparità fra le circoscrizioni assicurava alla città una forte preponderanza. I comuni rurali e Winterthur disponevano di un mandato ogni 1576 abitanti, Zurigo di uno ogni 147. Tra le proprie file il Gran Consiglio eleggeva poi i 25 membri del Piccolo Consiglio (unico organo competente in materia di finanze e avente il diritto all'iniziativa legislativa) e due borgomastri, che ogni anno si alternavano alla guida del governo.

Il Piccolo Consiglio, dominato da esponenti del capoluogo di idee conservatrici, soppresse il Codice penale elvetico. Una nuova legge sui riscatti aumentò questi ultimi in misura significativa, allo scopo di mantenere gli introiti derivati dai tributi feudali ed evitare così di intaccare i privilegi fiscali dell'aristocrazia urbana. La misura suscitò resistenze nelle campagne, dove nel 1804 in 47 comuni su 192 si registrarono rifiuti di prestare il giuramento di fedeltà. Il governo si accinse allora a imporre militarmente questo omaggio. In seguito all'incendio doloso del castello di Wädenswil, ex sede balivale rimasta vuota, scoppiò nella regione del lago la rivolta nota come guerra di Bocken, poi soffocata dal Landamano della Svizzera con l'aiuto di truppe bernesi e argoviesi. La dura punizione dei ribelli e l'imposizione di pesanti tributi ai comuni insorti diedero il via a un ventennio di apatia politica, in cui l'aristocrazia urbana si garantì la supremazia ricorrendo a una giustizia repressiva e al nuovo corpo della gendarmeria.

Nel 1814 il testo costituzionale della Restaurazione ristabilì, come prima del 1798, un Gran Consiglio formato da 212 membri, di cui solo 51 eletti autonomamente dalle circoscrizioni rurali e 31 da quelle urbane (Zurigo e Winterthur); lo stesso Gran Consiglio cooptava gli altri 130 deputati, scelti soprattutto tra la popolazione cittadina. Ai difensori dell'ancien régime come Hans von Reinhard, Hans Conrad Escher (vom Luchs) o Hans Conrad Finsler, ora politicamente dominanti, si contrapponeva un esiguo gruppo di liberali moderati cittadini, come Paul Usteri o Hans Conrad Escher von der Linth. Nel Piccolo Consiglio gli esponenti rurali (per lo più ex rivoluzionari del 1798) erano spesso scavalcati quando si trattava di assegnare seggi in commissioni e solo eccezionalmente riuscivano ad accedere alle più alte cariche.

Negli anni 1820 il predominio di von Reinhard e della sua cerchia fu scosso da una serie di scandali, quali il fallimento dell'istituto bancario Finsler, in cui erano stati investiti crediti provenienti dall'ufficio del sale (1829), e il suicidio di Johann Jakob Hirzel, membro del governo molto legato a von Reinhard. A quel punto i conservatori dovettero cedere alle richieste di abolire la censura di stampa (1829) e il loro potere ne uscì ulteriormente destabilizzato. In un'ottica di più lungo periodo, tuttavia, dopo i disordini dell'Elvetica lo schieramento conservatore era riuscito a consolidare le istituzioni statali e soprattutto a risanare le finanze. La posizione dei liberali nel 1831, perciò, era più favorevole di quella da cui erano partiti i loro predecessori del 1798.

Dalla Rigenerazione al 1869

«La capra di Uster». Caricatura che fa riferimento al memoriale di Uster, realizzata da David Hess, 1832 ca. (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Nachlass David Hess).
«La capra di Uster». Caricatura che fa riferimento al memoriale di Uster, realizzata da David Hess, 1832 ca. (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Nachlass David Hess). […]

La Rivoluzione di luglio in Francia diede nuovo impulso al liberalismo. Dopo che lo stesso Piccolo Consiglio aveva avviato la revisione di alcuni articoli costituzionali, un centinaio di liberali convocò un'assemblea popolare a Uster, dove il 22 novembre 1830 intervennero ca. 10'000 persone (Ustertag). Il relativo memoriale, contenente le rivendicazioni del movimento popolare, venne dibattuto in Gran Consiglio per due giorni, poi il parlamento si sciolse e il 6 dicembre si svolsero nuove elezioni in base al principio di rappresentanza rivendicato. Una commissione di 13 membri elaborò una bozza di Costituzione. Dopo una procedura scritta di consultazione a cui presero parte 130 comuni, raggruppamenti e privati, nella votazione del 20 marzo 1831 il nuovo testo ottenne una larga maggioranza e tre giorni più tardi entrò in vigore.

La Carta fondamentale scaturita dalla Rigenerazione, che fissava la sovranità del popolo quale massimo principio dello Stato, realizzava la separazione istituzionale dei poteri e la parità giuridica fra i cittadini di sesso maschile. Vigeva ora una democrazia rappresentativa nel cui organo supremo, un Gran Consiglio di 212 membri (179 eletti dal popolo, gli altri 33 cooptati dagli eletti), i vari territori erano rappresentati in misura proporzionale alla rispettiva popolazione. La Costituzione riconosceva ai cittadini il suffragio attivo e passivo senza restrizioni, la libertà religiosa, l'integrità della persona e le libertà di stampa, di commercio e di industria; inoltre si affermò il principio di pubblicità in materia di amministrazione, tribunali e finanze. I principi fondamentali introdotti nel 1831 erano ancora validi all'inizio del XXI secolo, come mostra fra l'altro la raccolta ufficiale delle leggi cantonali avviata quello stesso anno. La Costituzione rafforzava i comuni e li autorizzava a emanare propri regolamenti nell'ambito delle normative cantonali, ma rinsaldava anche la sorveglianza delle autorità superiori sui comuni. Al Piccolo Consiglio subentrò il Consiglio di Stato (Regierungsrat, governi cantonali) dapprima di 19 membri, poi ridotti a 13 (1840) e infine a nove (1849). In questo organo esecutivo i liberali insieme ai radicali (radicalismo) ottennero la maggioranza dopo le elezioni del 1832.

Convinti che solo un popolo istruito potesse sfruttare la propria sovranità a vantaggio dello Stato, i liberali lanciarono un'offensiva in materia scolastica. In campo economico vennero smantellate le barriere doganali, soppressi i pedaggi o pontatici e intensificati i cantieri stradali. Un segno della svolta fu, nel 1833, la decisione di abbattere le fortificazioni del capoluogo. La popolazione rurale fu tuttavia sopraffatta dal primo periodo del potere liberale. Il nuovo ordine sociale basato sull'impegno personale, sulla concorrenza e sul pensiero razionale giovava a imprenditori, giuristi e insegnanti, mentre andò a svantaggio dei piccoli contadini, dei lavoratori a domicilio e degli esponenti dell'élite di un tempo. Non per nulla i primi malumori, segnatamente per l'introduzione di nuovi testi scolastici dai contenuti didattici secolarizzati, serpeggiarono in una regione conservatrice come l'Unterland. La nomina del teologo riformatore David Friedrich Strauss all'Università di Zurigo suscitò il malcontento dei conservatori. Nel 1839 una folla adirata di abitanti della campagna conservatori marciò verso il capoluogo, rovesciando con la sommossa di Zurigo (Züriputsch) il governo cantonale (affare Strauss). Le nuove elezioni tenute allora portarono a una temporanea maggioranza conservatrice; uomo forte del cosiddetto regime di settembre divenne Johann Caspar Bluntschli.

Già con le elezioni del Gran Consiglio del 1844, tuttavia, prese il via a Zurigo la seconda era liberale, segnata da Alfred Escher, eletto al governo nel 1848. A lui si devono molte delle pietre miliari sulla via verso un apparato statale moderno, come il varo dell'amministrazione dipartimentale (dipartimenti, 1850) o la legge edilizia cantonale del 1863 per le aree urbane, che promosse fra l'altro i complessi residenziali con cortili interni e le canalizzazioni stradali. Specialmente a Winterthur e nelle campagne, negli anni 1860 contro il «sistema Escher» e i suoi potenti seguaci, che si erano accaparrati molte delle massime cariche politiche ed economiche, si formò un'ampia opposizione (Movimento democratico), aperta anche a idee di riforma sociale. In rappresentanza del ceto medio, nel 1867 venne fondato il Partito democratico, radicato soprattutto tra funzionari e insegnanti. Se la prima era liberale fu segnata dalla contrapposizione fra conservatori (conservatorismo) dell'aristocrazia urbana e liberali (liberalismo), la seconda vide un avvicinamento tra gli antichi avversari di fronte al diffondersi di idee comuniste (comunismo) fra gli artigiani (Wilhelm Weitling) e di tendenze protosocialiste (socialismo).

La Costituzione democratica dal 1869 agli anni 1960-70

«Il combattimento di galli è finito». Caricatura sull'esito delle elezioni per il Consiglio di Stato, pubblicata nel Nebelspalter, 1877, n. 16 (Zentralbibliothek Zürich; e-periodica).
«Il combattimento di galli è finito». Caricatura sull'esito delle elezioni per il Consiglio di Stato, pubblicata nel Nebelspalter, 1877, n. 16 (Zentralbibliothek Zürich; e-periodica). […]

La Costituzione cantonale approvata nel 1869 fu una grande vittoria per i democratici. La Carta fondamentale presentava ora elementi di democrazia diretta come il referendum legislativo obbligatorio, il referendum finanziario e l'iniziativa legislativa (referendum popolare). Una sua particolarità era, ed è tuttora, la cosiddetta iniziativa individuale, ossia il diritto di proposta al parlamento da parte del singolo cittadino. Il nuovo testo affidava al popolo l'elezione dei sette membri del governo cantonale secondo il sistema maggioritario e assegnava indennità ai membri del Gran Consiglio (ora denominato Kantonsrat) per consentirvi l'accesso anche a persone meno abbienti. Prevedeva inoltre la gratuità dell'insegnamento elementare, l'introduzione di un'imposta progressiva e di successione nonché la creazione di una banca cantonale.

Nel 1867 i fautori del liberalismo economico fondarono il Partito liberale (PL, dal 1917 Partito radicale), che alla fine del XIX secolo siglò, spinto da interessi comuni, un'alleanza con i democratici. Questi ultimi, dopo avere occupato tutti e sette i seggi governativi dal 1869 al 1872, nel 1878 furono indeboliti dal fallimento della Ferrovia nazionale svizzera, nel 1896 persero la maggioranza nell'esecutivo e agli inizi del XX secolo si ridussero a partito di medie dimensioni. Dello schieramento democratico fecero inizialmente parte anche i grütliani (società del Grütli) che dal 1878, creando liste elettorali separate, diventarono tuttavia sempre più autonomi e finirono nel 1901 con l'unirsi ai socialisti (Partito socialista, PS). La fusione dei deputati cantonali di sinistra in un gruppo parlamentare socialdemocratico (1893) fu un passo importante verso la nascita nel 1902 della sezione cantonale del partito socialista. Intorno al 1880 specialmente nell'Unterland cominciò a emergere un'opposizione conservatrice contadina che, contraria a un ampliamento delle attività statali, osteggiava ad esempio le rendite di vecchiaia per pastori riformati, insegnanti e funzionari. Il Partito dei contadini, degli artigiani e dei borghesi (PAB, dal 1971 Unione democratica di centro, UDC) vide la luce solo nel 1917 ma già nel 1919 conquistò un seggio in governo. Dopo l'introduzione del sistema proporzionale per le elezioni del Gran Consiglio decisa nel 1916, nel 1917 il PS ottenne un numero di mandati pari alla sua quota elettorale (36%) e divenne la formazione politica più forte. Nel 1921 i comunisti abbandonarono i socialisti per formare un proprio partito (Partito comunista, PC; dal 1944 Partito del lavoro, PdL). Dopo aver raggiunto un massimo di consensi nel 1923 e 1947, persero però la fiducia della popolazione dopo la rivolta ungherese del 1956. Alla sinistra si contrapponeva il blocco borghese, formato dal Partito radicale democratico (PRD), dal PAB/UDC e da due formazioni minori, il Partito popolare evangelico (PPE, nato nel 1917 come Partito cristiano protestante) e il Partito popolare democratico (PPD, dal 1896 al 1905 Partito popolare cattolico, dal 1905 al 1971 Partito cristiano-sociale). Fra il blocco borghese e i socialisti si collocò l'Anello degli indipendenti (AdI) di Gottlieb Duttweiler, attivo dal 1936 al 1999. Dopo il 1933 si registrarono agitazioni frontiste. Il Fronte nazionale raggiunse il massimo dei consensi alle elezioni per il Gran Consiglio del 1935 con il 6,2% dei voti e trovò sostegno soprattutto nella città di Zurigo, in singoli comuni sul lago di Zurigo e nei comuni rurali settentrionali.

Operai in sciopero posano di fronte alle finestre rotte delle baracche dell'impresa di costruzione Haering & Co, Wildbachstrasse 21 a Winterthur. Fotografia, 1910 (Winterthurer Bibliotheken, Sammlung Winterthur).
Operai in sciopero posano di fronte alle finestre rotte delle baracche dell'impresa di costruzione Haering & Co, Wildbachstrasse 21 a Winterthur. Fotografia, 1910 (Winterthurer Bibliotheken, Sammlung Winterthur). […]

Prime avvisaglie di tensioni sociali furono la rivolta della Tonhalle (1871) e i tumulti antiitaliani (1896). Con l'industrializzazione e la modernizzazione, specialmente delle città di Zurigo e Winterthur, la società si divise in due classi; dagli anni 1890 i contrasti fra borghesia e movimento operaio si inasprirono. Fra il 1880 e il 1914 ebbero luogo nel cantone oltre 450 conflitti di lavoro (l'84% dei quali nel periodo 1904-1912), concentrati soprattutto a Zurigo e Winterthur. Dal 1906 ca. tali lotte si acuirono; agli scontri fisici, ora più frequenti, partecipavano anche esponenti non estremisti delle classi operaia e impiegatizia. Durante i disordini zurighesi del 15-17 novembre 1917 vennero erette barricate e vi furono quattro morti. Nel settembre del 1918 uno sciopero degli impiegati di banca, che i datori di lavoro avevano creduto impossibile, suscitò manifestazioni di solidarietà che portarono infine allo sciopero generale. Alla richiesta di aiuto del governo cantonale il Consiglio federale reagì inviando, a novembre, l'esercito a Zurigo. Dopo lo sciopero generale la città restò occupata militarmente fino al 1919. In quell'anno il governo cantonale legalizzò le milizie civiche; Zurigo si trovò sull'orlo di una guerra civile.

Occupazione militare del macello cittadino di Zurigo durante lo sciopero generale. Fotografia, 1918 (Stadtarchiv Zürich, V.L.71.).
Occupazione militare del macello cittadino di Zurigo durante lo sciopero generale. Fotografia, 1918 (Stadtarchiv Zürich, V.L.71.). […]

Anche il periodo interbellico fu segnato dalla contrapposizione tra il movimento operaio e un blocco borghese in via di consolidamento. Verso la metà del XX secolo il contrasto fra Zurigo, «città rossa», e le campagne, più conservatrici, divenne un elemento strutturale della politica cantonale. Nell'alta congiuntura precedente la crisi economica mondiale la città mise in atto una serie di misure di politica sociale, tra cui la cassa malati (1927) e la cassa disoccupazione (1931) obbligatorie e, dal 1930, un'indennità di vecchiaia e la costruzione di alloggi sociali. Le idee riformiste attecchirono comunque in tutto il cantone, poiché progetti analoghi furono realizzati anche da vari comuni a maggioranza borghese; in tal senso la capitale risultò un caso esemplare di efficace amministrazione socialista, che si riverberò in tutto il territorio. Questa esperienza fu, accanto alle minacce esterne e alla politica mirante alla pace del lavoro, una delle premesse per l'avvicinamento tra socialismo e blocco borghese (fine degli anni 1930) e soprattutto per la politica di concordanza del dopoguerra.

Poiché l'industria tessile e l'industria delle macchine dipendevano dalle esportazioni, la grande crisi colpì duramente Zurigo. Il motto «ridimensionamento e risparmi» determinò la politica del cantone, che nel 1934, analogamente alle città di Zurigo e Winterthur, decurtò i salari. Le misure di risparmio toccarono anche sovvenzioni e prestazioni sociali. Alcuni comuni ridussero i sussidi concessi alle assicurazioni contro la disoccupazione. Nel mirino della politica di tagli sociali finì anche la questione del doppio reddito, cioè delle donne sposate alle dipendenze del cantone. Dopo un dibattito dai toni polemici il legislativo decise di escludere questa categoria dall'amministrazione; per motivi legali la delibera fu messa in esecuzione dal Gran Consiglio solo nel 1939, ma le restrizioni rimasero pienamente in vigore fino al 1962. Il cantone varò ulteriori disposizioni per attenuare le conseguenze della crisi. Con fondi pubblici vennero finanziati programmi occupazionali, concernenti soprattutto professioni tipicamente maschili e opere di ingegneria civile. Dal 1936 sia la Confederazione sia il cantone promossero anche la costruzione di edifici, ma il principio dell'equilibrio di bilancio e di un rigoroso contenimento dei costi non fu messo in discussione né dal governo cantonale né dall'esecutivo cittadino di Zurigo. Entrambi svolsero però un ruolo pionieristico nel varo della garanzia contro i rischi dell'esportazione. Dopo un tentativo fallito delle banche, negli anni 1935-1937 la città e il cantone assicurarono i posti di lavoro dell'impresa di costruzioni meccaniche Escher, Wyss & Cie. La votazione sull'iniziativa di crisi evidenziò il contrasto fra città e campagna. L'oggetto, respinto dai comuni rurali, fu invece approvato da Zurigo e da Winterthur.

Dopo la seconda guerra mondiale il cantone registrò, inizialmente, una ripresa delle politiche sociali. La classe lavoratrice zurighese, bene organizzata, partecipò con vigore a questo movimento, presente su scala nazionale. Operai e impiegati ottennero, attraverso numerose azioni sindacali, il riconoscimento delle loro organizzazioni (unioni operaie, associazioni di impiegati), in molti rami tutt'altro che garantito all'epoca. Se in quella fase disegni di legge di politica sociale (come l'abolizione delle tasse per la scuola secondaria) o relativi alla costruzione di alloggi furono agevolmente approvati, negli anni 1950 l'attivismo sindacale si affievolì, visto che l'alta congiuntura incipiente consentiva di spuntare buone condizioni salariali senza conflitti troppo aspri. Questa svolta era stata preannunciata nel 1949 dalla fine della «Zurigo rossa», sancita dall'elezione a sindaco di un esponente radicale, il popolare Emil Landolt.

Ripartizione dei seggi nel Consiglio di Stato e nel Gran Consiglio zurighesi
Ripartizione dei seggi nel Consiglio di Stato e nel Gran Consiglio zurighesi […]

Il ventennio postbellico fu nel complesso improntato all'anticomunismo, testimoniato ad esempio da grandi manifestazioni di solidarietà della gioventù studentesca per i movimenti di opposizione nei Paesi dell'est. Esperimenti sociali e liberalizzazioni erano malvisti e la grande maggioranza del popolo si schierò con governo e parlamento. Fra il 1946 e il 1960 l'86% delle 125 normative sottoposte a votazione furono accettate. Le rare iniziative popolari cantonali vennero di norma ritirate a favore di un controprogetto.

Seggi del canton Zurigo all'Assemblea federale 1919-2015

 19191939195919671971197919831991199519992003200720112015
Consiglio degli Stati
PRD2 1 1  1111111
PS 111 11      1
PAB/UDC 1 1  1  11   
AdI    11 11     
Verdi liberali           11 
Consiglio nazionale
PRD44556997665445
Democratici3221          
PS910988108791010779
PAB/UDC6555555891312121112
PPD12443332222322
PPE1 222222111111
AdI 559644221    
Verdi      12213432
Verdi liberali           343
PBD            21
Altri1  152353 1   
Totale2528323535353535343434343435
Seggi del canton Zurigo all'Assemblea federale 1919-2015 -  Historische Statistik der Schweiz; Ufficio federale di statistica

Dagli anni 1960 all'inizio del XXI secolo

Nella seconda metà del XX secolo il cantone si affermò come motore della crescita economica svizzera. Nel 2005, con ca. un sesto della popolazione nazionale, contribuiva per ca. un quinto (99 miliardi di frs.) al prodotto interno lordo (PIL) svizzero; due terzi del valore aggiunto cantonale erano generati dal capoluogo (48 miliardi) e dalle regioni di Winterthur (8,9 miliardi) e Kloten (9,2 miliardi). L'efficienza e il dinamismo economico dell'intera area furono considerati con rispetto dal resto della Svizzera, ma suscitarono anche un'attitudine difensiva soprattutto verso il «liberalismo economico» zurighese.

Marcia di protesta contro la costruzione della centrale elettrica di Rheinau. Il 27.1.1952 ca. 10'000 partecipanti sfilarono dalla stazione di Marthalen verso il sagrato dell'abbazia di Rheinau. Fotografia realizzata dallo studio Bützberger di Neunkirch (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo).
Marcia di protesta contro la costruzione della centrale elettrica di Rheinau. Il 27.1.1952 ca. 10'000 partecipanti sfilarono dalla stazione di Marthalen verso il sagrato dell'abbazia di Rheinau. Fotografia realizzata dallo studio Bützberger di Neunkirch (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo). […]

All'inizio degli anni 1960 il clima di consenso politico generalizzato venne gradualmente meno. Primo segnale di una svolta verso una «critica della crescita» fu, nel 1960, la nascita della Lega di Rheinau. L'associazione ambientalista, attiva su scala nazionale, riunì gli oppositori alla costruzione della centrale elettrica di Rheinau del nord del cantone e di Sciaffusa, sconfitti alle urne. La cosiddetta disputa letteraria zurighese (Zürcher Literaturstreit) contro scrittori contemporanei e la polemica per l'acquisto pubblico di opere d'arte di Alberto Giacometti appaiono, a posteriori, come battaglie di retroguardia degli esponenti di idee artistiche e sociali tradizionaliste. I profondi mutamenti culturali che investirono la società alla fine degli anni 1960 e il perdurare complessivo della crescita economica, malgrado la leggera flessione dovuta alla crisi petrolifera, dagli anni 1980 ca. consentirono un maggiore pluralismo in tutti i campi dell'esistenza, grazie al quale Zurigo superò la saturazione del periodo postbellico. Il panorama politico (partiti) mutò radicalmente e tra il 1974 e il 1992 il 30,2% di tutti i testi di legge proposti sul piano cantonale fu respinto alle urne; particolarmente dibattute furono le questioni legate all'ambiente e ai trasporti. Mentre in ambito sociale si affermavano stili di vita nuovi (nel 1972, per esempio una votazione cantonale cancellò il divieto di concubinato), la cultura elitaria da un lato si aprì all'avanguardia e in parte alle istanze della cultura di massa, dall'altro si trovò anche esposta alla concorrenza di forme di cultura alternative. La ricchezza materiale e culturale portarono splendore e mondanità sia alla città che al cantone; l'economia (in parte anche il settore delle arti e mestieri), l'industria alberghiera e alcuni esponenti della cultura alta coltivavano ormai un'immagine metropolitana e cosmopolita. Le massime espressioni dell'alta cultura attirarono a Zurigo «nomadi culturali» non solo dall'agglomerato ma anche dall'intera Svizzera e dall'estero. La maggioranza politica mise in conto gli aspetti negativi di simili sviluppi, come l'esplosione a partire dagli anni 1990 degli affitti in città e in parti dell'agglomerato e i conseguenti fenomeni di segregazione sociale.

Nel 1963 il PS subì una cocente sconfitta con la mancata rielezione in Consiglio di Stato del responsabile delle costruzioni Paul Meierhans. Solo dal 1991 al 1995 e poi di nuovo dal 2003 sarebbe tornato ad avere due suoi esponenti nel governo cantonale. Con Walter König (1951-1971) e con il controverso Alfred Gilgen (1971-1995) l'AdI mantenne per oltre un quarantennio un seggio in Consiglio di Stato. Nel 1971 i radicali e i democratici si riunirono nel PRD. Risale al 1978 il Partito dei Verdi, principale rappresentante dei nuovi movimenti ecologisti, che nel 1983 entrò per la prima volta in Gran Consiglio con quattro rappresentanti. La scissione dei Verdi liberali dai Verdi prese avvio a Zurigo nel 2004. Negli anni 1990 e 2000 l'ascesa dell'UDC a primo partito cantonale, legata anche all'arretramento dei radicali zurighesi (affare Elisabeth Kopp, crollo della Swissair), spostò gli equilibri interni al blocco borghese.

Il suffragio femminile, respinto dal cantone nel 1920, 1947, 1954 e 1966, venne accolto nel 1970, quando già da un anno i votanti zurighesi avevano approvato una proposta che consentiva ai comuni di introdurlo sul piano locale. La prima donna a entrare in governo fu la socialista Hedi Lang nel 1983. Nel 1998 il referendum legislativo e finanziario obbligatorio fu sostituito da un referendum facoltativo (su richiesta di 5000 aventi diritto di voto o di 45 membri del parlamento). Un intervento parlamentare del 1991 per una revisione della Costituzione cantonale del 1869 portò nel 1999 alla decisione popolare in favore di una revisione totale. La nuova Carta, creata da una Costituente di 100 membri e approvata dal popolo nel 2005, ricalca la struttura della Costituzione federale del 1999 ma si spinge anche oltre, specialmente in materia di diritti sociali.

Attività statale e amministrazione cantonale dal 1798

Aspetti generali, territorio cantonale e sua suddivisione

Il territorio cantonale attuale è quasi identico a quello della città-Stato durante l'ancien régime. Il 1803 segnò il distacco di Stein am Rhein, della contea di Sax-Forstegg, dei baliaggi turgoviesi e di Büsingen e l'annessione dei comuni di Rheinau (cattolico) e Dietikon (a confessione mista). Nel 1798, durante l'Elvetica, furono creati 15 distretti amministrativi (Distrikte), che con l'Atto di mediazione vennero accorpati a gruppi di tre-cinque, riducendo a cinque il numero dei distretti (ora denominati Bezirke). Nel 1814 con la Restaurazione si tornò a unità territoriali più piccole (11 distretti chiamati Oberämter, dal 1831 di nuovo Bezirke). Nel 1989 i comuni rurali della valle della Limmat furono riuniti nel nuovo distretto di Dietikon, mentre il precedente distretto di Zurigo venne ridotto al territorio cittadino e Zollikon passò al distretto di Meilen. Poiché la suddivisione in distretti non coincideva con le aree economiche in via di formazione, dal 1957 fu necessaria l'istituzione di apposite regioni di pianificazione. Nel 1836 il cantone contò 190, nel 1934 177 comuni. Dal 1970 ca. assunsero crescente importanza i consorzi intercomunali volti alla gestione di infrastrutture e all'accentramento di compiti comunali quali stato civile, depurazione e scarico delle acque e Spitex.

L'amministrazione cantonale data del 1803. La cancelleria di Stato, con annessa cancelleria delle finanze, costituiva il braccio operativo del Piccolo Consiglio, che dal 1803 al 1805, per esplicare le proprie funzioni esecutive, creò sette commissioni principali e 35 sottocommissioni. L'organo più importante, la commissione delle finanze (dal 1831 Consiglio delle finanze), controllava il bilancio statale, le costruzioni, il personale, le foreste demaniali e il monopolio del sale. La legge organica del 1850, rimasta valida nei suoi tratti fondamentali fino al 1999, introdusse il sistema dipartimentale, basato su nove dipartimenti detti direzioni. La direzione degli affari politici (dal 1803 al 1831 commissione diplomatica, dal 1831 al 1850 Consiglio di Stato), che si occupava di rapporti con l'esterno, fu sciolta nel 1871, essendo la politica estera di competenza federale. La crescita del settore industriale e le prime misure statali di sostegno all'agricoltura (politica agraria) provocarono un forte aumento dei compiti per il Dipartimento dell'interno, tanto che nel 1899 una parte di essi fu assegnata al neoistituito Dipartimento dell'economia. Risale al 1882 il Dipartimento della sanità e dell'assistenza. Nel 1948, su iniziativa radicale, l'assistenza pubblica divenne un dipartimento autonomo.

Il capo custode Hans Koller e la sua squadra di pulizia nell'edificio amministrativo Walche a Zurigo. Fotografia di Max Weiss, 1951 (Kantonale Denkmalpflege Zürich).
Il capo custode Hans Koller e la sua squadra di pulizia nell'edificio amministrativo Walche a Zurigo. Fotografia di Max Weiss, 1951 (Kantonale Denkmalpflege Zürich). […]

Dal 1945, con l'incremento dei compiti e la loro sempre maggiore complessità, l'organizzazione dell'apparato amministrativo fu messa in discussione perché molte problematiche concernevano più di una direzione e costringevano a formare comitati o commissioni interdipartimentali. La legge organica riveduta, approvata dal popolo nel 1999, concesse al governo maggiore flessibilità decisionale nella strutturazione dei dipartimenti, ora scesi da nove a sette. Il passaggio dell'agricoltura dal Dipartimento dell'economia a quello delle costruzioni (nel nuovo Ufficio dell'ambiente e della natura) riflette il ruolo crescente dei contadini nella tutela del territorio. Il Dipartimento dell'assistenza pubblica e quello di polizia e degli affari militari furono riuniti nel nuovo Dipartimento della sicurezza e della socialità.

Tra il 1890 e il 1914 l'operato dell'amministrazione venne strutturato e burocratizzato (burocrazia). Le riforme amministrative degli anni 1930 furono improntate alla razionalizzazione: per le statistiche fiscali e per il controllo dei militari, ad esempio, vennero prese a nolo macchine meccanografiche dalla ditta IBM. Nel 1965 l'amministrazione cantonale ricorse a un grande calcolatore della stessa azienda per introdurre l'elaborazione elettronica dei dati (informatizzazione). Molte proposte dello studio di riforma amministrativa Veras (1985-1990), miranti a una riduzione dei costi, fallirono per le resistenze dei segretari amministrativi. Nel 1995 il governo cantonale riuscì a fare approvare in parlamento, e poi anche in due votazioni popolari, un piano di nuova gestione pubblica (New Public Management, NPM). Fu così realizzato un pacchetto di 150 riforme basate su una condotta amministrativa orientata all'efficienza. Al termine del progetto emerse che alcuni principi del NPM erano stati attuati solo parzialmente, tra cui l'introduzione dei preventivi globali che incontrò resistenze nel legislativo cantonale.

Urna elettorale con lo stemma comunale di Zollikon, 1910 ca. (Ortsmuseum Zollikon).
Urna elettorale con lo stemma comunale di Zollikon, 1910 ca. (Ortsmuseum Zollikon). […]

La Costituzione cantonale del 2005 ha mantenuto i distretti, cui competevano tutte le funzioni esecutive cantonali non affidate alle commissioni o ai dipartimenti. Nel XIX secolo, per fare applicare le leggi, il governo faceva capo sul piano distrettuale ai prefetti e ai Consigli distrettuali e su quello comunale ai sindaci. Analogamente ai Consigli distrettuali (organi di ricorso e di vigilanza sui comuni), nel 1831 vennero creati consigli parrocchiali riformati e commissioni scolastiche distrettuali. Le seconde, formate da membri attivi a titolo solo accessorio, vigilavano sulle scuole elementari e fino al 1922 anche su quelle di perfezionamento. Negli anni 1990 le ispezioni compiute dal loro personale non specializzato attirarono critiche. Una modifica costituzionale del 2002 permise infine il loro scioglimento nel 2007; dal 2005 i loro compiti sono affidati a un apposito ufficio del Dipartimento dell'istruzione.

La prima Costituzione elvetica del 1798 non si espresse sull'organizzazione dei comuni, dove molte questioni di interesse collettivo erano disciplinate dai consigli parrocchiali (da cui i pastori locali erano esclusi). Benché nell'assemblea generale potessero votare tutti gli uomini del comune titolari della cittadinanza o del diritto di domicilio (libertà di domicilio), l'amministrazione dei beni dei comuni spettava alle Camere di maneggio e quindi i domiciliati continuavano a esserne esclusi. Del nuovo comune politico istituito nel 1803 con l'Atto di mediazione facevano parte i detentori della cittadinanza comunale residenti in loco e i domiciliati da almeno due anni. Dal 1816 i domiciliati poterono esercitare i loro diritti unicamente nel comune di origine, mentre dal 1838 ebbero modo di scegliere fra i due. Solo con la legge sui comuni varata nel 1866, ai domiciliati con cittadinanza cantonale zurighese o di altri cantoni vennero in ogni caso garantiti i diritti di cittadinanza attiva nel loro comune di residenza. Fino al 2006 concedere la cittadinanza spettava ai comuni patriziali. Nell'ambito del comune politico, il cui territorio in genere coincide con quello dei comuni parrocchiali, ogni villaggio dotato di beni propri poteva formare una Zivilgemeinde (con tassa di ammissione per gli immigrati); di tale possibilità si avvalsero oltre 300 comunità di villaggio. Nel 1866 anche le Zivilgemeinden si videro applicare il principio dell'ammissione di tutti i cittadini residenti, finendo così col perdere di importanza; la Costituzione cantonale del 2005 ne decretò lo scioglimento.

Tribunali e giustizia

Sigillo del tribunale distrettuale di Meilen, ca. 1814 (Staatsarchiv Zürich, OBJ 23.146).
Sigillo del tribunale distrettuale di Meilen, ca. 1814 (Staatsarchiv Zürich, OBJ 23.146). […]

Nel 1798 furono abolite le basse giurisdizioni e le signorie giurisdizionali private. La Costituzione elvetica istituì tribunali distrettuali subordinati a un tribunale cantonale (tribunali). Nel 1803 l'Atto di mediazione creò il tribunale d'appello (Obergericht) costituito da 13 rappresentanti del Gran Consiglio affiancati da quattro membri del Piccolo Consiglio nelle cause per reati passibili di pena capitale. Nello stesso anno il Gran Consiglio approvò l'istituzione di cinque tribunali distrettuali. A ognuno di essi, salvo a quello del distretto di Zurigo, era sottoposto, fino al 1814, un tribunale di circoscrizione (Zunftgericht) con cinque giudici. In ogni comune, infine, un giudice di pace fungeva da autorità giudiziaria e da ufficio di conciliazione.

Scudo dell'usciere del tribunale di circoscrizione di Kloten, ca. 1831 (Staatsarchiv Zürich, OBJ 32).
Scudo dell'usciere del tribunale di circoscrizione di Kloten, ca. 1831 (Staatsarchiv Zürich, OBJ 32). […]

Durante la Restaurazione la separazione dei poteri subì restrizioni. Nella sua veste di prefetto e presidente del tribunale distrettuale, il balivo (Oberamtmann) svolgeva funzioni sia politiche sia giudiziarie. Oltre a prevedere un tribunale per ogni distretto, la Costituzione dell'epoca confermò la carica del giudice di pace. Solo nel 1831, con il testo costituzionale della Rigenerazione, si giunse a un tribunale d'appello i cui membri erano distinti da quelli del Gran Consiglio e del Piccolo Consiglio (separazione personale dei poteri). Dal 1831 al 1852 il verdetto in prima istanza su reati gravi spettò a un tribunale penale, dal 1853 al 2010 a una corte d'assise. Dal 1874 tuttavia furono sottoposti agli assessori solo i reati capitali in caso di mancata confessione. Al tribunale d'appello sottostavano gli 11 tribunali distrettuali (12 dal 1988), cui erano sottoposti, fino al 1874, i tribunali di circoscrizione (Kreisgerichte). Sia i giudici distrettuali sia i giudici di pace erano eletti dal popolo. Dal 1875 al 2012 il rispetto delle norme procedurali da parte del tribunale d'appello venne controllato dal tribunale di cassazione.

Scatola con palline nere e bianche («ballotte»), utilizzate durante il voto segreto, proveniente dal Gran Consiglio, ca. 1831 (Staatsarchiv Zürich, OBJ 78).
Scatola con palline nere e bianche («ballotte»), utilizzate durante il voto segreto, proveniente dal Gran Consiglio, ca. 1831 (Staatsarchiv Zürich, OBJ 78). […]
Urna per depositare le palline del ballottaggio durante il voto segreto in Gran Consiglio, 1831 ca. (Staatsarchiv Zürich, OBJ 79).
Urna per depositare le palline del ballottaggio durante il voto segreto in Gran Consiglio, 1831 ca. (Staatsarchiv Zürich, OBJ 79).

Fra gli organi giudiziari specializzati figurano il tribunale commerciale (dal 1867), il tribunale amministrativo (dal 1960) e il tribunale delle assicurazioni sociali (dal 1995, con sede a Winterthur). Negli anni della Mediazione e della Restaurazione si cercò invano di unificare le normative in materia penale. Il primo Codice penale zurighese, redatto dal giudice cantonale Johann Caspar Ulrich sul modello di quello del 1826 di Hannover, entrò in vigore nel 1836. La pena di morte, applicata l'ultima volta nel 1865, fu abolita formalmente nel 1869. Le inchieste penali dal 1803 erano svolte dai tribunali stessi, nel corso del tempo a livello distrettuale sempre più spesso con la partecipazione dei prefetti. Nel 1874 questa competenza passò interamente alle prefetture. In seguito furono istituite procure distrettuali, distinte dalle prefetture, dapprima nei due distretti cittadini di Zurigo e Winterthur (1889) e poi anche in quelli rurali (dal 1906). La magistratura dei minorenni venne creata nel 1919. Le pene venivano scontate nel carcere di Oetenbach a Zurigo e dal 1901 nel nuovo penitenziario di Regensdorf. Dal 1831, inoltre, i capoluoghi distrettuali dovettero disporre di strutture carcerarie. Negli anni 1970 l'esecuzione delle pene fu sovente bersaglio di critiche. Una prima misura di riforma fu la ricostruzione del penitenziario a Regensdorf. La nuova struttura, inaugurata nel 1995 e rinominata Pöschwies, con oltre 400 posti era all'inizio del XXI secolo il carcere maschile più grande su scala svizzera. Nel 1999 il governo cantonale integrò le carceri distrettuali e altri istituti di pena, come il carcere aeroportuale o lo stabilimento di semiprigionia di Urdorf, nella sezione carceri dell'ufficio cantonale dell'esecuzione delle pene, creato nello stesso anno in seno al Dipartimento di giustizia.

Il diritto privato, disciplinato dopo il 1803 da leggi singole, in seguito a un lungo lavoro preliminare di Friedrich Ludwig Keller e Johann Caspar Bluntschli trovò infine una codificazione nel Codice cantonale di diritto privato (1854-1856).

Finanze

Negli anni della Mediazione e della Restaurazione il Piccolo Consiglio e il Consiglio delle finanze riuscirono a risanare il bilancio cantonale, dissestato durante l'Elvetica. Dal 1803 il cantone, che per il tramite delle amministrazioni secolarizzate di capitoli e conventi ora percepiva di nuovo la decima maggiore e i censi fondiari, mantenne un sistema misto di economia naturale ed economia monetaria versando in granaglie una parte dei salari. Nel 1807 rispettivamente nel 1810 il Gran Consiglio disciplinò il riscatto di decime e censi, che però si trascinò a lungo a causa dei costi elevati. I riscatti si estesero davvero capillarmente solo nel 1831 (quando la somma richiesta venne ridotta da 25 a 20 canoni annui) per concludersi verso il 1850. Nel 1832 in luogo dei tributi feudali vennero introdotte imposte sul patrimonio e sulle arti e mestieri, unite per i salariati a ridottissime imposte sul reddito. Il prelievo fiscale si basava sull'autodichiarazione. Gli abitanti delle città di Zurigo e Winterthur beneficiarono di un sistema fiscale moderno con la legge di aggregazione del 1891, quelli dei comuni rurali solo con la legge tributaria del 1917.

Nel 1831 la Carta costituzionale della Rigenerazione prescrisse lo scioglimento delle amministrazioni secolarizzate, cosicché molte proprietà dello Stato vennero vendute dall'amministrazione demaniale, tra cui la fortezza di Kyburg (1832) e l'ex convento di Töss (1833-1834). Dal 1803 al gettito dei tributi feudali si affiancò quello di imposte indirette e regalie: monopolio postale, tasse di bollo, tassa sui cani (dal 1817), pedaggi (fino al 1848), regia del sale (fino al 1971). Sul versante delle spese, dal 1833 quasi sempre le uscite maggiori riguardavano l'istruzione. Tra il 1850 e il 1913 gli esborsi crebbero da ca. 2,5 a 24,5 milioni di frs., le entrate da quasi 3 a quasi 28 milioni; dal 1930 al 1940 entrambe oscillarono intorno alla soglia dei 100 milioni, per poi raggiungere il miliardo entro il 1970. Nel 1996 il bilancio cantonale sforò per la prima volta i 10 miliardi; nel 2011 le entrate ammontavano a 13,9 e le uscite a 15,6 miliardi di frs.

La ripartizione delle competenze finanziarie tra cantone e comuni fu regolamentata già nel 1831. Il primo si assumeva le spese militari e giudiziarie (salvo quelle per giudici di pace e uffici d'esecuzione), i costi del governo e dell'amministrazione nonché i compensi dei pastori riformati, mentre ad altre spese come la retribuzione degli insegnanti di scuola elementare partecipavano anche i comuni. Dal 1869, inoltre, il cantone sostenne i comuni con contributi statali. Nel 1964 i comuni ricchi fondarono un consorzio per aiutare, su base volontaria, quelli finanziariamente deboli. La perequazione di moltiplicatori d'imposta e capacità contributive, introdotta per legge solo nel 1977, tenne conto anche dei servizi di centro svolti dalle città di Zurigo e di Winterthur. Nel 2004 il comune con il massimo gettito fiscale pro capite disponeva di risorse dieci volte maggiori rispetto al comune con il gettito minimo. La legge sulla perequazione finanziaria cantonale, accolta in votazione popolare nel 2011, aumentò le pressioni sui piccoli comuni in vista di future aggregazioni. All'inizio del XX secolo il canton Zurigo era il maggior contribuente in termini assoluti alla perequazione su scala federale (382 milioni di frs. nel 2013).

Affari interni e socialità

La commissione (1803-1831) rispettivamente il Consiglio (1831-1850) e il Dipartimento dell'interno (1850-1899) si occuparono principalmente di questioni economiche. Con l'assegnazione dell'anagrafe alle autorità politiche (1874), anche la sorveglianza degli uffici di stato civile comunali e le questioni attinenti al diritto di cittadinanza passarono al Dipartimento dell'interno. Nel 1850, quando l'amministrazione divenne dipartimentale, la pubblica assistenza restò affidata, in via particolare, al Consigliere di Stato e medico Ulrich Zehnder, che si considerava un «padre dei poveri». Nel 1853, dopo la forte erosione subita dai beni comunali e cantonali destinati agli indigenti durante la crisi della patata (1844-1848), il Gran Consiglio varò una legge sui poveri improntata alla repressione, che autorizzava punizioni aspre (lavori forzati, ceppi ai piedi) per gli indigenti renitenti; l'assistenza ai poveri spettava ai comuni, il cantone interveniva tutt'al più con contributi sussidiari. Poiché la nuova legge sui poveri del 1927 trasferì dai comuni patriziali ai comuni di residenza la responsabilità dell'assistenza agli indigenti, da allora venne a cadere l'espulsione forzata degli assistiti verso i rispettivi comuni di origine. Il cantone, che dal 1919 sovvenzionava il versamento di sussidi agli anziani da parte della fondazione privata per la vecchiaia (Pro Senectute), nel 1929 aderì al concordato intercantonale del 1923 per l'assistenza nelle località di domicilio. Nel 1931 l'introduzione di un'assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), bocciata sul piano svizzero, conquistò invece la maggioranza fra i votanti zurighesi. Nel 1941 governo e parlamento proposero al popolo un testo di legge per il varo di un'AVS cantonale, che però in nessun distretto fu approvato. Al progetto si mostrarono particolarmente sfavorevoli contadini e operai; questi ultimi beneficiavano già in parte di strutture assistenziali aziendali. Altre misure di politica sociale furono adottate dalla città di Zurigo nel 1918 con il sovvenzionamento della costruzione di alloggi. La legge del 1928 sull'assicurazione contro la disoccupazione consentì al cantone di sostenere le casse di disoccupazione comunali e sindacali già esistenti. L'assicurazione immobiliare obbligatoria, risalente già al 1808, sostituì le collette a favore delle vittime di incendi (le cosiddette Liebessteuern).

Sfera militare e polizia

Sulla base dell'Atto di mediazione, il cantone di Zurigo poteva mantenere una truppa permanente di 200 uomini e doveva mettere a disposizione dell'esercito confederato un ulteriore contingente di 1900 uomini. Nel febbraio del 1804 ebbe luogo il giuramento della compagnia cantonale. Quest'ultima, il cui compito principale consisteva nel servizio di guarnigione (sorveglianza delle mura cittadine e delle strutture cantonali a Zurigo), dal 1813 si occupò specialmente dell'istruzione delle truppe di milizia (sistema di milizia). Dal 1804 al 1816 fu attiva inoltre una milizia cantonale (Standeslegion), che oltre alla cavalleria e all'artiglieria comprendeva una compagnia di tiratori scelti, una di fucilieri e una di cacciatori. Nell'ambito delle normative varate dal Patto federale (1815-1817) e con l'introduzione del servizio militare obbligatorio, venne creata una truppa di milizia zurighese con un effettivo teorico di 17'000 uomini, di cui ca. la metà a disposizione della Confederazione. Con la nuova legge del 1832 sull'organizzazione militare che confermò l'obbligo del servizio, i soldati delle prime due classi d'età (19-22 anni, 22-29 anni) vennero destinati all'attiva federale rispettivamente alla riserva federale. Nel complesso l'esercito zurighese contava ca. 20'000 uomini, distribuiti fra cavalleria, artiglieria, fanteria e truppe del genio. In base all'organizzazione militare del 1874 le truppe zurighesi formarono la divisione 6, poi la divisione 5 (1912-1937), di nuovo la divisione 6 (1938-1961) e infine la divisione di campagna 6 (1962-2003). Dal 2004, con la riforma Esercito XXI, non esiste più una divisione interamente zurighese. L'amministrazione militare, di competenza della commissione (1803-1831) rispettivamente del Consiglio militare (1831-1850), nel 1850 passò al Dipartimento militare (dal 1995 declassato a ufficio).

Dalla gendarmeria creata nel 1804 scaturì la polizia cantonale (130 impieghi nel 1855, 200 nel 1912, 426 nel 1950, 2503 nel 1996). Le città di Zurigo e Winterthur istituirono corpi di polizia autonomi nel 1864 rispettivamente nel 1867. L'idea di introdurre un corpo di polizia unico, abbandonata una prima volta attorno al 1900, venne respinta alle urne nel 2001.

Fin dall'Elvetica l'ex granaio lungo la Talackerstrasse a Zurigo, noto come Grosses Magazin, fu utilizzato come caserma per l'esercito e la polizia. In seguito al suo incendio (1875) una nuova caserma con arsenale per i due corpi venne edificata ad Aussersihl in località Kräuel. Fra il 1975 e il 1986 le caserme militari e le piazze d'armi situate a Zurigo in zona Allmend Brunau vennero trasferite a Birmensdorf e nella bassa valle della Reppisch (riconversione di caserma e piazza d'armi nell'ambito di Esercito XXI nel 2007).

Economia e trasporti

Nel 1853 l'apertura della scuola agricola Strickhof a Oberstrass presso Zurigo fu tra le prime misure cantonali volte a promuovere l'agricoltura; altre riguardarono la lotta alla fillossera (animali dannosi) e alla peronospora, come la nomina di una commissione cantonale della fillossera (1875) e la fondazione della scuola intercantonale di viticoltura a Wädenswil (1890). La legge sull'agricoltura del 1912 rese possibile la bonifica (migliorie fondiarie) di estese superfici, avviata nel 1917 con nuovi impianti irrigui fra l'altro nel Furttal e nell'Oberhauserriet (comuni di Opfikon, Wallisellen e Zurigo). Nel 1925 presero il via vaste operazioni di drenaggio di zone umide, culminate entro il 1950 ca. in seguito al piano Wahlen.

Lo Schnebelhorn e il Dägelsberg visti da ovest, all'inizio delle opere di rimboschimento. Fotografia realizzata nel 1903 da J. Jäckli (Staatsarchiv Zürich, Oberforstamt).
Lo Schnebelhorn e il Dägelsberg visti da ovest, all'inizio delle opere di rimboschimento. Fotografia realizzata nel 1903 da J. Jäckli (Staatsarchiv Zürich, Oberforstamt). […]

Nel 1869 l'introduzione di una legislazione cantonale per la protezione dei lavoratori fu respinta in votazione popolare. L'applicazione della legge federale sulle fabbriche spettò dal 1877 al Dipartimento dell'interno e dal 1899 al neoistituito Dipartimento dell'economia, cui il governo assegnò nel 1906 anche l'ufficio per la protezione delle lavoratrici. Nel 1884 la sezione affari commerciali del Dipartimento dell'interno assunse la supervisione sulla borsa valori di Zurigo, fondata nel 1877.

Dopo l'inizio della crisi degli approvvigionamenti causata dalla guerra (1916) e le relative disposizioni adottate dalle città di Zurigo e Winterthur, il Consiglio di Stato varò un comitato per coordinare i provvedimenti legati all'economia di guerra. Fra il 1917 e il 1920 il razionamento venne gestito dal Dipartimento dell'economia tramite l'ufficio per l'alimentazione e i combustibili. Contrariamente a quanto avvenuto durante la prima guerra mondiale, già alla vigilia del secondo conflitto mondiale (24 agosto 1939), il cantone adottò misure di economia di guerra (avviate dalla Confederazione nel 1938) sotto la guida di Ernst Nobs (più tardi primo socialista eletto in Consiglio federale), per non farsi cogliere impreparato come durante la Grande guerra. Per coordinare i provvedimenti d'intesa con il Consiglio dell'economia di guerra formato da esponenti del mondo economico, il governo cantonale creò di nuovo un apposito comitato. Il Dipartimento dell'economia dispose dal 1939 al 1948 di un ufficio dell'economia di guerra. Lo stesso dipartimento fu pure responsabile dell'introduzione sul piano cantonale dell'ordinanza sull'indennità per perdita di guadagno, decisa nel 1939.

Nelle crisi del dopoguerra il cantone, dominato dal blocco borghese, rinunciò volutamente a interventi statali. La sua politica economica, dal 1970 affidata all'Ufficio cantonale dell'industria e delle arti e mestieri e dal 1998 all'Ufficio dell'economia e del lavoro, puntò invece a migliorare le condizioni quadro per le aziende. L'efficacia delle politiche di sostegno all'economia (Società per il promovimento dell'economia svizzera) intraprese da città e cantoni è testimoniata dalle diverse imprese internazionali insediatesi nella regione con le loro sedi centrali.

Con la Costituzione della Rigenerazione, il cantone riprese la costruzione di strade, da tempo trascurata. Molti collegamenti fra Zurigo e i capoluoghi di distretti o i comuni discosti vennero potenziati o creati ex novo. Lo slancio però si affievolì già alla fine degli anni 1840, sia perché le spese gravavano sull'erario sia perché i comuni erano costretti a contribuire con prestazioni gratuite di manodopera o con pagamenti compensativi. Nel 1903 il Dipartimento delle costruzioni acquistò il primo rullo compressore a vapore, per pavimentare le strade comprimendone il pietrisco (metodo macadam). La costruzione delle strade nazionali cominciò nel 1960 con la A3 fra Zurigo, lo Zimmerberg e il confine cantonale, concepita come via panoramica. Completano la rete nazionale le cosiddette arterie cantonali a grande capacità.

La Ferrovia del Nord-Est, fondata a Zurigo nel 1853, avviò la realizzazione di vie ferrate. La Ferrovia nazionale svizzera, creata con il sostegno di Winterthur, le fece concorrenza dal 1872, ma poi fallì nel 1878, gettando in profonda crisi il partito democratico. La città di Winterthur e i comuni circostanti fino a Zofingen che erano entrati nella società dovettero accollarsi i debiti, la cui estinzione richiese decenni. La rete ferroviaria zurighese (ferrovie) si formò essenzialmente fra gli anni 1855-1856 (tratta Zurigo-Winterthur) e il 1894 (linea sulla sponda destra del lago); tra il 1899 e il 1909 entrarono inoltre in esercizio alcune linee tranviarie o ferroviarie di una certa importanza locale, in parte sostituite da autobus dopo il 1945, come la ferrovia Wetzikon-Meilen, chiusa nel 1950.

Al crescente benessere e al nascere, dagli anni 1960, di un'economia internazionale imperniata sui servizi, si affiancò un massiccio incremento della mobilità specialmente, ma non solo, negli agglomerati, testimoniato dal traffico automobilistico (automobile), dal potenziamento delle strade e dal crescente pendolarismo della popolazione attiva. Se nel 1973 i primi progetti di metropolitana e ferrovia urbana non andarono a buon fine, eccezionale importanza avrebbero invece avuto la realizzazione della S-Bahn zurighese (approvata in votazione cantonale nel 1981, inaugurata nel 1990) e la creazione della comunità tariffaria di Zurigo.

Il sostegno cantonale al traffico aereo si basa su una legge del 1928. Il Dipartimento delle costruzioni gestì dal 1929 l'aerodromo di Dübendorf, utilizzato anche dall'esercito. Tra il 1947 al 1953 il cantone realizzò l'aeroporto intercontinentale di Zurigo-Kloten; i relativi edifici furono costruiti dalla Flughafen Immobilien Genossenschaft, i cui maggiori soci erano la città e il cantone, che diresse il complesso aeroportuale fino alla sua privatizzazione (1999). Nel 2000 i passeggeri in arrivo e in partenza superarono i 22 milioni; da allora un'ulteriore espansione è frenata da resistenze politiche verso le immissioni foniche generate dal traffico aereo.

Opere idrauliche e pianificazione territoriale

Già nel 1807, su pressione dei cantoni di Svitto e San Gallo, il canton Zurigo istituì una commissione di polizia delle acque per controllare i gestori di opere idrauliche all'uscita del lago di Zurigo e impedire che l'acqua, ristagnando, invadesse anche la piana della Linth. Alla correzione della Linth (1807-1823), cui partecipò anche Zurigo, seguì dal 1812 la prima correzione della Glatt, che si rivelò poco efficace. Dopo la serie di esondazioni da maltempo degli anni 1860, il cantone intraprese grandi sforzi canalizzando (correzione dei corsi d'acqua) tutti i maggiori corsi d'acqua entro la terza correzione della Glatt (1936-1939). Una svolta in questo ambito si ebbe con la correzione della Thur avviata nel 1983, che consentendo al fiume di creare nuovamente meandri attraverso l'Altopiano ha cercato di conservarne i paesaggi golenali (paludi).

La pianificazione territoriale cominciò nel 1944 con la delimitazione dell'area destinata all'aeroporto di Zurigo-Kloten. Nel 1957 nacquero i primi gruppi di pianificazione regionale, sotto forma di consorzi comunali. Dal 1963 il governo cantonale elabora piani d'insediamento e dei trasporti che, vincolanti per le autorità, sottostanno però all'approvazione del parlamento. Nel XIX secolo la protezione della natura e la salvaguardia del patrimonio erano appannaggio di associazioni scientifiche; dal 1912 se ne occupò anche un'apposita commissione cantonale di membri operanti a titolo accessorio, che nel 1917 annoverò fra i suoi primi successi il riscatto della fortezza di Kyburg (allora privata). Dal 1942 la protezione della natura e del paesaggio è affidata anche all'Ufficio della pianificazione regionale, dipendente dall'Ufficio cantonale delle costruzioni. Nel 1958 vennero creati uffici dei beni culturali sia nell'amministrazione comunale di Zurigo sia in quella cantonale, che dal 1972 dispone anche di una struttura specifica per la protezione della natura.

Sanità

Nel XIX secolo la sanità pubblica era strettamente legata alla medicina dei poveri. L'ospedale nell'ex convento domenicano, rilevato dal cantone nel 1803, serviva specialmente quale ricovero per indigenti e anziani (istituti sociali), mentre la farmacia cantonale, fondata nel 1810, distribuiva medicinali a persone riconosciute come povere. La costruzione di un nuovo ospedale cantonale nel quartiere di Platten a Fluntern (1837-1842) creò le premesse per una gestione ospedaliera moderna. Rilevando l'ospedale civico di Winterthur nel 1886, il cantone dispose di un secondo grande nosocomio. Entrambi gli istituti nel 1998 furono separati dal Dipartimento della sanità; da allora sono sottoposti a un Consiglio ospedaliero. All'inizio del XIX secolo i malati di mente venivano tenuti nell'ospedale oppure confinati, anche insieme a persone colpite da gravi deformità fisiche, nell'ex lazzaretto di S. Maurizio a Zurigo-Unterstrass. Nel 1867 il Dipartimento della sanità aprì negli stabili dell'ex abbazia benedettina di Rheinau un'apposita struttura (ampliata nel 1901, attiva fino al 2000), poi seguita dalla clinica psichiatrica Burghölzli a Riesbach (1870) e dall'analoga clinica Hard a Embrach (1975-1979). Grazie a donazioni dei fratelli Wäckerling e di altre famiglie di industriali, il cantone acquisì una casa per anziani a Uetikon am See (eretta negli anni 1899-1902, di proprietà statale fino al 1992). Dal 1892 al 1894 sempre il cantone costruì nell'ex filanda Beugger (Johannes Beugger) di Wülflingen una casa di cura, che dal 1998 funge da clinica della rete psichiatrica integrata Winterthur-Unterland. Per la cura dei malati di tubercolosi la Società di utilità pubblica fondò, rispettivamente nel 1898 e nel 1916, sanatori a Wald (ZH) e a Davos (Clavadel), fin dall'inizio sovvenzionati dal cantone. Nel 1945 il governo zurighese acquistò l'albergo Altein di Arosa e lo fece trasformare in clinica montana cantonale (di proprietà statale fino al 1978).

Società, economia e cultura nel XIX e XX secolo

Popolazione e insediamento

Demografia

Zurigo è da sempre uno dei cantoni più popolosi della Svizzera. Tra il 1800 e il 1870 la popolazione aumentò analogamente alla media nazionale (fattore 1,58 contro 1,59 in Svizzera). Tra il 1870 e il 1960 vi fu una crescita spettacolare del 235%, a fronte di una media svizzera del 97%. Tra il 1960 e il 2010 si registrò un incremento del 44%, poco al di sotto della media svizzera (47%). Dal censimento federale del 2000 tale quota è tornata sopra la media in seguito a una maggiore immigrazione. Grazie alla forte crescita degli anni 1950, nel 1955-1956 Zurigo superò Berna diventando in assoluto il cantone più popoloso. Nel 1850 i suoi abitanti rappresentavano il 10,5% della popolazione svizzera. Nel 1970 questa percentuale era salita al 17,7% e da allora supera il 17%. Dal 1900 la densità demografica di Zurigo è inferiore solo a quella dei due cantoni urbani di Basilea Città e Ginevra. Nel 2012 Zurigo contava 1'406'083 abitanti.

Gli aumenti demografici superiori alla media furono dovuti da una parte a un alto tasso di crescita naturale e dall'altra a un saldo migratorio fortemente positivo; quest'ultimo, secondo i censimenti effettuati tra il 1850 e il 2010 ogni dieci anni, risultò negativo solo negli anni 1970. Gli immigrati, a lungo provenienti prevalentemente dal resto della Svizzera, nei momenti di massima crescita (1888-1910 e 1950-1970) furono perlopiù stranieri. Alla fine di questi periodi la loro percentuale raggiunse così un massimo del 20,3% della popolazione cantonale nel 1910 e del 19% nel 1970. Crollata nel periodo della recessione degli anni 1970, l'immigrazione riprese già negli anni 1990 e, nonostante l'aumento delle naturalizzazioni, entro il 2010 arrivò a livelli mai raggiunti in precedenza (24,1%). Malgrado il saldo migratorio positivo, si registrarono anche delle partenze. L'emigrazione oltreoceano culminò negli anni 1880, ma rimase sempre nettamente inferiore a quella dai cantoni rurali. I forti incrementi demografici rallentarono il processo di invecchiamento della popolazione (misurato in base alla percentuale di persone oltre i 59 anni), che emerse per la prima volta chiaramente tra le due guerre mondiali e da allora prosegue senza sosta.

Sviluppo demografico del canton Zurigo 1850-2000

AnnoAbitantiPercentuale di stranieriPercentuale di protestantiPercentuale di cattoliciPercentuale di persone di età superiore ai 59 anniPeriodoCrescita complessivaaSaldo naturale relativoaSaldo migratorioa
1850250 698%97,3%2,7% 1850-18605,6‰3,8‰1,8‰
1860266 2653,8%95,3%4,2%7,5%1860-18706,5‰3,8‰2,7‰
1870284 0475,1%92,8%6,3%7,8%1870-188011,0‰6,2‰4,8‰
1880316 0748,2%89,6%9,6%8,3%1880-18888,1‰6,8‰1,3‰
1888337 18310,1%87,1%11,8%9,0%1888-190020,7‰9,2‰11,5‰
1900431 03616,2%80,1%18,7%8,3%1900-191015,7‰9,6‰6,1‰
1910503 91520,3%75,9%21,8%8,0%1910-19206,7‰4,7‰2,0‰
1920538 60213,7%76,1%21,0%8,9%1920-193013,8‰4,4‰9,4‰
1930617 70610,6%74,2%21,7%10,3%1930-19418,0‰3,1‰4,9‰
1941674 5055,6%74,5%22,3%13,2%1941-195015,8‰6,8‰9,0‰
1950777 0026,6%72,1%24,9%14,1%1950-196020,6‰6,7‰13,9‰
1960952 30413,1%65,7%31,8%15,2%1960-197015,2‰8,2‰7,0‰
19701 107 78819,0%59,6%36,7%16,7%1970-19801,3‰3,0‰-1,7‰
19801 122 83916,4%56,0%35,4%18,0%1980-19904,9‰1,9‰3,0‰
19901 179 04419,5%50,6%34,8%19,1%1990-20005,2‰1,9‰3,3‰
20001 247 90622,5%42,6%30,5%20,0%    

a Tasso medio di incremento annuo

Sviluppo demografico del canton Zurigo 1850-2000 -  Historische Statistik der Schweiz; censimenti federali; Ufficio federale di statistica

Forme di insediamento

L'occupazione del territorio cantonale si svolse a ondate sia sul piano spaziale che temporale. All'inizio del XIX secolo, il baricentro demografico si situava negli insediamenti sparsi dell'Oberland zurighese, dove dalla fine del XVII secolo la filatura a domicilio offriva una base vitale ai piccoli contadini in aumento e dove si formarono veri e propri villaggi industriali, come lungo il fiume Aa. Dal 1840 ca., con il declino del lavoro a domicilio, iniziò lo spopolamento talvolta drammatico specialmente dei comuni sulle alture. Sternenberg, per esempio, scese da 1423 abitanti nel 1836 a 273 nel 1980. Dal 1877 al 1910 l'emigrazione coinvolse anche la parte settentrionale del cantone, prevalentemente dedita all'agricoltura e formata da villaggi compatti, così come il distretto di Affoltern. Dal profilo demografico e insediativo, l'evento più importante di questo periodo fu l'ascesa della capitale cantonale Zurigo a maggiore città svizzera, che assorbì gran parte dell'emigrazione proveniente dalle regioni agricole e protoindustriali. Verso il 1850 la crescita della città subì una nuova accelerazione. Nel 1893, con l'aggregazione (fusione di comuni) di 11 comuni periferici, Zurigo divenne la più grande città del Paese e superò Ginevra, in testa fino allora, passando dai 27'644 abitanti del 1888 ai 121'000 abitanti del 1894. Altre fusioni ebbero luogo nel 1934. Nel 1888 sul territorio della città e dei comuni dell'agglomerato successivamente annessi viveva già il 31% della popolazione cantonale. Questa percentuale superò una sola volta il 50% nel 1950, diminuendo in seguito; nel 2010 corrispondeva al 28,1%. Tra il 1962 e il 1989 il numero assoluto di abitanti della città diminuì da 440'000 a 356'000, per poi risalire a 385'468 nel 2010. La crescita demografica si spostò al di fuori dei confini comunali, coinvolgendo una fascia suburbana sempre più ampia.

Winterthur, la seconda città del cantone, ebbe uno sviluppo parallelo ma molto meno dinamico. L'incremento della popolazione fu più debole e una zona periferica si formò solo in forma embrionale. Il numero di abitanti raggiunse temporaneamente un massimo di 94'100 unità nel 1973, poi calò lievemente e negli anni 2000 riprese a salire, sorpassando nel 2009 le 100'000 unità.

Nonostante il calo del peso demografico relativo della città di Zurigo, nella seconda metà del XX secolo l'urbanizzazione, misurata come quota dei comuni con oltre 10'000 abitanti sul totale della popolazione, rimase elevata. Uster superò questa soglia già nel 1941, seguito da Wädenswil e Horgen entro il 1950 e da altri 16 comuni entro il 1970. Particolarmente dinamici furono alcuni ex villaggi a nord di Zurigo (Kloten, Opfikon, Glattbrugg, Volketswil ecc.), oltre ai piccoli antichi centri situati sulle rive del lago di Zurigo e nelle zone basse dell'Oberland zurighese. Nel 1970 il 67,9% della popolazione cantonale viveva in comuni urbani; in seguito la percentuale si stabilizzò attorno ai due terzi. Nel 2010 29 città assorbivano il 66,3% degli abitanti, di cui ormai solo il 35,6% viveva a Zurigo o Winterthur.

L'incremento demografico di singoli gruppi di comuni descrive solo in parte lo sviluppo effettivo dell'area urbana. Il concetto di agglomerato fu utilizzato per la prima volta nel censimento federale del 1930, al fine di rispecchiare l'intensificarsi dei legami tra comuni, favorito dalle relazioni economiche, dai flussi di traffico e dalla compenetrazione delle varie aree edificate. Fino al 1950 l'agglomerato di Zurigo contava solo 15 comuni. Nel 2000 comprendeva 131 comuni (di cui 103 nel canton Zurigo, 25 nel canton Argovia e 3 nel canton Svitto) per un totale di ca. 1 milione di abitanti. Oltre a quello di Zurigo si formarono altri agglomerati: Winterthur (dal 1960), Wetzikon e Pfäffikon (dal 1990) e Rapperswil, Jona e Rüti (dal 2000); il baricentro di quest'ultimo si trova però nel canton San Gallo.

Modelli relazionali su scala ancor più ampia si riflettono nel concetto di area metropolitana introdotto nel 1990. Comprende quegli agglomerati che registrano almeno un dodicesimo dei pendolari in uscita (8,3%) verso un agglomerato principale; oltre a Winterthur e Wetzikon-Pfäffikon, l'area metropolitana di Zurigo ingloba numerosi piccoli agglomerati fuori dal territorio cantonale. Le uniche regioni del cantone ancora estranee all'agglomerazione e all'area metropolitana di Zurigo si trovano al confine nordorientale (Weinland), nell'Oberland zurighese e nella parte sudoccidentale (Affoltern). In queste zone scarsamente popolate prevalgono ancora i piccoli comuni con meno di 2000 abitanti.

Economia

L'elevato incremento demografico e il forte sviluppo economico si stimolarono vicendevolmente, specialmente dal 1855 ca. quando la crescita economica divenne più costante e i redditi cominciarono a salire. Poiché mancano dati statistici affidabili per la prima metà del XIX secolo, particolare importanza assumono le indagini e le stime condotte a livello locale. Nel 1850 iniziarono i censimenti federali e dal 1868 il cantone dispone di un ufficio statistico che effettua propri rilevamenti. La città di Zurigo ha creato un analogo ufficio dopo l'annessione dei comuni periferici (1893). I dati sulla popolazione attiva e sulla sua distribuzione nei tre settori economici sono disponibili dal 1860, ma prima del 1888 sono poco significativi per l'elevato numero di persone che svolgevano contemporaneamente attività agricole e artigianali-industriali, una realtà che non può essere colta dal modello dei tre settori economici.

Distribuzione dell'impiego nel canton Zurigo 1860-2000a

AnnoSettore primarioSettore secondarioSettore terziariobTotale
186049 51434,4%69 55948,3%24 94217,3%144 015
1870c50 11235,6%72 16351,2%18 54813,2%140 823
1880c49 47430,3%86 17152,9%27 39216,8%163 037
188842 79526,1%84 76651,7%36 27022,1%163 831
190040 45419,3%110 89653,0%58 06827,7%209 418
191043 84217,2%133 35252,3%77 86130,5%255 055
192042 17115,1%140 85150,5%95 95634,4%278 978
193035 00211,0%159 01749,7%125 62039,3%319 639
194134 18810,3%154 16146,2%145 11343,5%333 462
195030 0818,0%179 75147,7%167 25244,4%377 084
196024 8725,3%233 63149,6%212 75045,1%471 253
197019 6003,5%244 84444,0%292 17752,5%556 621
198016 2442,8%203 51635,2%359 08662,0%578 846
199013 4552,1%171 57926,4%464 02071,5%649 054
2000d12 0401,7%126 42218,3%553 70080,0%692 162

a Fino al 1960 senza le persone occupate a tempo parziale

b Il dato (che comprende le persone "senza indicazione") risulta dalla deduzione delle persone attive nei settori primario e secondario dal totale complessivo

c Popolazione "presente"

d I dati del censimento federale del 2000 sono paragonabili solo in parte a quelli precedenti, visto l'alto numero di "senza indicazione" (98 285)

Distribuzione dell'impiego nel canton Zurigo 1860-2000 -  Historische Statistik der Schweiz; censimenti federali

L'accelerazione dello sviluppo economico (1800-1870)

La rivoluzione industriale viene generalmente considerata come il vero motore dello sviluppo economico. In realtà, anche l'agricoltura, i trasporti e le comunicazioni contribuirono autonomamente alla crescita, stimolando a loro volta l'industrializzazione; manca però una stima quantitativa dell'apporto fornito dai vari settori. Il peso assunto dai principali rami dell'economia tessile nella prima fase dell'industrializzazione è noto solo in maniera approssimativa. I dati sugli investimenti annui nell'edilizia, disponibili dal 1814, illustrano il livello generale di attività e le notevoli oscillazioni congiunturali, che con l'affermarsi dell'economia di mercato capitalistica si regolarizzarono. Il quadro legislativo era costituito dalla libertà di commercio e di industria, introdotta la prima volta nel 1798, nuovamente limitata dal 1804 e attuata definitivamente dopo il 1830. Le corporazioni, un tempo fondamentali per il disciplinamento dell'artigianato cittadino, sopravvivevano solo come sodalizi conviviali. Dagli anni 1850 si svilupparono nuove forme di associazioni di categoria a difesa del commercio e dell'artigianato.

Fornitura di una caldaia a vapore della Gebrüder Sulzer AG all'impianto di candeggio della ditta Locher Appretur a Wald-Schönengrund. Fotografia, 1905 (Collezione privata; fotografia Kantonsbibliothek Appenzell Ausserrhoden, KB-015037).
Fornitura di una caldaia a vapore della Gebrüder Sulzer AG all'impianto di candeggio della ditta Locher Appretur a Wald-Schönengrund. Fotografia, 1905 (Collezione privata; fotografia Kantonsbibliothek Appenzell Ausserrhoden, KB-015037). […]

Dal 1800 la filatura fu meccanizzata (meccanizzazione) sul modello inglese e la produzione domestica trasferita nelle fabbriche. A differenza dell'industria a domicilio, dispersa sul territorio, le aziende si insediarono specialmente lungo i piccoli corsi d'acqua dell'Oberland zurighese. Dagli anni 1820, i fabbricanti tessili zurighesi assunsero un ruolo di primo piano a livello svizzero. Altrettanto dominante divenne la tessitura a domicilio della seta, che si concentrò sulla sponda occidentale del lago e solo dopo il 1870 passò alla produzione in fabbrica. La domanda generata da queste attività portò alla fondazione delle prime fabbriche di macchine, dapprima impegnate in riparazioni e riproduzioni e dal 1830 nelle costruzioni meccaniche in generale, e che presto produssero propri filatoi, telai meccanici, macchine a vapore e turbine (Escher, Wyss & Cie, Maschinenfabrik Rüti, Rieter, Sulzer).

Contemporaneamente mutò anche l'agricoltura grazie agli sforzi di riforma del XVIII secolo (rivoluzione agricola), dei quali l'Elvetica ampliò l'effetto, eliminando gradualmente gli obblighi legati all'avvicendamento triennale delle colture. Il riscatto delle decime proseguì in parte fin verso il 1850. L'intensificarsi dell'allevamento, la stabulazione (foraggi), una migliore concimazione e la spartizione dei beni comuni incrementarono i profitti. Gli agricoltori, che sempre più spesso si consideravano professionisti indipendenti, ragionarono vieppiù in termini imprenditoriali. In altura si imposero definitivamente l'economia lattiera e la praticoltura. Nell'Unterland la campicoltura conservò la sua importanza più a lungo, fino a quando la concorrenza internazionale ne causò una regressione dagli anni 1870.

Oltre alla migliore resa agricola, anche lo sviluppo dei trasporti e delle vie di comunicazione evitò il ripetersi delle tradizionali carestie dopo le due crisi del 1816-1817 e 1845-1847. Nel 1835 entrò in servizio il primo piroscafo a ruote sul lago di Zurigo; quest'ultimo rappresentava un importante collegamento verso i passi alpini grigionesi. La costruzione della ferrovia, in discussione già dagli anni 1830, fu ritardata per motivi politici. Il collegamento tra Zurigo e Baden, realizzato nel 1847, costituì un'opera pionieristica a livello svizzero, ma venne proseguita solo nel 1855-1856. Entro il 1859, partendo da Zurigo fu possibile raggiungere in treno tutti le importanti città a nord delle Alpi e recarsi all'estero.

Il ponte in ferro sulla Thur. Veduta da est verso Andelfingen. Gouache realizzata da Jakob Eggli, 1857 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv).
Il ponte in ferro sulla Thur. Veduta da est verso Andelfingen. Gouache realizzata da Jakob Eggli, 1857 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv). […]

La costruzione di ferrovie richiedeva enormi capitali. Di questo si occupò il Credito svizzero (CS), fondato nel 1856 a Zurigo, che incarnava un nuovo tipo di istituto bancario. Seguì nel 1862 la Bank in Winterthur, da cui in seguito a una fusione nacque l'Unione di banche svizzere (UBS) nel 1912. Trascurati dalle grandi banche, anche gli artigiani e i contadini necessitavano di crediti: a tale scopo, nel 1870 la Banca cantonale rivendicata dal movimento democratico affiancò le locali casse di risparmio. Banche, assicurazioni (Winterthur Assicurazioni, Zurigo Assicurazioni, Compagnia svizzera di riassicurazione) e il commercio al dettaglio in espansione si concentrarono tendenzialmente nella città di Zurigo, mentre Winterthur conservò un carattere più industriale. Con l'apertura della ferrovia del San Gottardo (1882) Zurigo divenne il nodo nevralgico dei trasporti in Svizzera.

La supremazia relativa dell'industria (1860-1960)

Dagli anni 1860 agli anni 1960, il settore secondario (industria) assorbì poco più di metà della popolazione attiva. Il canton Zurigo anticipò così i tempi rispetto alla media nazionale; in Svizzera il secondario superò il primario solo nel 1888.

All'interno del secondario, a lungo predominante, si verificarono profondi cambiamenti strutturali, talvolta rapidi e talvolta più lenti. L'industria a domicilio scomparve quasi completamente entro il 1914, mentre si impose definitivamente la produzione nelle fabbriche. Negli anni 1880 l'industria elettrica diede avvio all'epoca dell'elettrificazione; il telefono e l'illuminazione elettrica furono spettacolari novità che mutarono le comunicazioni e la vita quotidiana. La Maschinenfabrik Oerlikon (MFO) introdusse importanti innovazioni, tra cui piccoli motori elettrici utilizzabili in diversi ambiti, compresi l'artigianato e l'agricoltura. Lo sviluppo del motore a benzina e gli inizi dell'automobilismo risalgono allo stesso periodo. Anche il settore tipografico subì una rapida evoluzione tecnologica. Il ramo tessile, a lungo dominante e con un alto numero di impiegati specialmente nell'abbigliamento, dalla fine del XIX secolo perse continuamente importanza ed entro il 1930 cedette il primato all'industria metallurgica (metallurgia e siderurgia), meccanica ed elettrica. Rispetto a quello tessile, i nuovi comparti si concentrarono molto maggiormente nei centri urbani.

Il fenomeno fu ancora più vistoso per il terziario in espansione. Dal 1890, grazie al ruolo trainante delle grandi banche, la città di Zurigo divenne il maggiore polo finanziario della Svizzera, superando le antiche piazze bancarie di Basilea e Ginevra. Nel 1929, un quarto degli impiegati bancari e un terzo degli impiegati assicurativi della Svizzera lavoravano a Zurigo; nei decenni successivi le percentuali variarono di poco. I grandi magazzini (ditta Julius Brann nel 1896 e Jelmoli) e le cooperative di consumo stabilirono nuovi standard nel commercio al dettaglio. La nascita della Migros (1925) diede un vigoroso impulso alla razionalizzazione che, frenata dalla crisi degli anni 1930 e dalla seconda guerra mondiale, si impose solo dopo il 1945. Nel 1948/1949 Migros e Coop introdussero il self-service e trasformarono i loro punti vendita in supermercati su modello americano. La città di Zurigo fu la prima a sperimentare queste novità, che poi si diffusero rapidamente in tutto il Paese, facendo sparire rapidamente numerosi piccoli negozi di alimentari.

Moda da spiaggia nella vetrina del grande magazzino Jelmoli a Zurigo. Fotografia realizzata nel 1938 da Foto Gloor (Baugeschichtliches Archiv der Stadt Zürich).
Moda da spiaggia nella vetrina del grande magazzino Jelmoli a Zurigo. Fotografia realizzata nel 1938 da Foto Gloor (Baugeschichtliches Archiv der Stadt Zürich). […]

Dalla fine del XIX secolo l'agricoltura subì un drastico calo e già nel 1910 impiegava meno di un quinto della popolazione attiva; dati simili si registrarono a livello nazionale solo nel 1950. In questi decenni di relativa stabilità dell'occupazione nel secondario, fu essenzialmente l'abbandono dell'agricoltura a contribuire alla crescita del terziario. Scomparvero soprattutto le aziende agricole più piccole e economicamente poco efficienti (contadini-operai). Al contempo la produttività aumentò notevolmente grazie alla razionalizzazione e al maggiore impiego di macchine, fertilizzanti e pesticidi; tale processo subì un'ulteriore accelerazione dopo il 1945.

Il passaggio al terziario avanzato (1960-2010)

Il numero degli impiegati nel settore secondario aumentò nuovamente durante l'alta congiuntura del secondo dopoguerra e raggiunse l'apice all'inizio degli anni 1970 a seguito del reclutamento di manodopera straniera. Decisioni politiche e la recessione del 1974-1975 posero fine a questa immigrazione e accelerarono una ristrutturazione già preannunciata da un'ondata di clamorose acquisizioni (il passaggio della Escher Wyss alla Sulzer nel 1966, la perdita di autonomia della MFO e della Maschinenfabrik Rüti nel 1967 risp. 1969). Parallelamente ciò che restava dell'industria tessile entrò in crisi e, entro gli anni 1970, la maggior parte delle imprese chiuse. Negli anni 1970 scomparvero intere gamme di prodotti che le ditte produttrici di grandi macchine industriali avevano a lungo esportato con successo. Grazie alla parziale dislocazione della fabbricazione e alla capitalizzazione di enormi aree industriali vicine ai centri urbani, i gruppi industriali scossi dalla crisi riuscirono a procurarsi i mezzi necessari al riorientamento della loro produzione. Esemplare fu la riconversione della Sulzer in grande gruppo tecnologico. A Zurigo e Winterthur vaste zone industriali furono così riconvertite in nuovi spazi urbani.

L'incrocio principale di Effretikon. Fotografia, 1968 ca. © Andreas Wolfensberger, Winterthur.
L'incrocio principale di Effretikon. Fotografia, 1968 ca. © Andreas Wolfensberger, Winterthur. […]

A livello cantonale il settore terziario (servizi) superò il secondario già durante gli anni 1960, mentre a livello nazionale ciò avvenne solo negli anni 1970. Da allora tale tendenza proseguì ed entro il 2010 anche la quota delle persone attive nel secondario era scesa a meno di un quinto, come avvenuto ca. 100 anni prima nel primario. Nell'industria come nell'agricoltura, questo travaso di manodopera non significò la scomparsa dei rispettivi settori, bensì rifletté i grandi successi ottenuti in materia di razionalizzazione e aumento della produttività.

Il crescente benessere e i nuovi consumi di massa stimolarono il passaggio a un'economia terziarizzata. Una peculiarità zurighese fu l'espansione della piazza finanziaria (banche, assicurazioni, società fiduciarie, agenzie di consulenza finanziaria ecc.). Fino agli anni 1970, l'attività delle grandi banche fu perlopiù focalizzata sul mercato interno. In seguito queste ultime consolidarono i loro affari internazionali, che assunsero un ruolo dominante, e si concentrarono in misura crescente sulle operazioni di borsa e sulla gestione patrimoniale, che favorì l'evasione fiscale all'estero. La formidabile crescita degli anni 1980 collocò Zurigo tra le dieci maggiori piazze finanziarie del mondo; in Europa era superata nettamente solo da Londra e Parigi. Dopo la fusione della vecchia UBS e della Società di banca svizzera (SBS) nella nuova UBS (1998), quest'ultima assieme al Credit Suisse Group (in cui nel 1997 era confluito il CS) sono rimasti gli unici due grandi gruppi finanziari della Svizzera, con sede principale a Zurigo (il primo de facto, il secondo de iure). Il contributo dei servizi finanziari al PIL cantonale salì dall'8,6% nel 1980 al 23,7% nel 2000 (37% nella città di Zurigo); di conseguenza crebbe anche la loro quota sul gettito fiscale. Meno marcati furono gli effetti sul piano occupazionale, trattandosi di settori con un valore aggiunto molto superiore alla media; tuttavia, verso il 2000 il settore finanziario dava lavoro a quasi 100'000 persone, ossia al 13% della popolazione attiva. Nel periodo 2000-2010 la crescita rallentò in seguito alla crisi finanziaria internazionale.

Società

Disparità sociali agli inizi dell'industrializzazione (1800-1870)

Nella prima metà del XIX secolo la società dovette confrontarsi con il pauperismo e periodiche crisi alimentari. Nei distretti tradizionalmente rurali (zone agrarie) così come nelle regioni basate sull'industria a domicilio e densamente abitate, la maggioranza della popolazione viveva alla giornata. Il diritto successorio rendeva i terreni frammentati e troppo piccoli per nutrire una famiglia. Piccole attività artigianali di vario genere, commerci improvvisati e lavoro a domicilio assicuravano una misera sussistenza; la pressione migratoria restava elevata. Benestanti erano solo una minoranza di contadini proprietari, di abitanti delle città e di artigiani. Il depauperamento culminò tra il 1845 e il 1855 a causa della pressione demografica e dei cattivi raccolti. L'élite politica vi fece fronte con misure di disciplinamento (ospizi per i poveri, restrizioni delle prestazioni di aiuto, impedimenti matrimoniali per nullatenenti). I temuti disordini sociali furono tuttavia isolati (incendio di Uster).

Motore dei cambiamenti sociali fu l'industrializzazione, che toccò innanzitutto la campagna. Nelle filande di cotone dell'Oberland zurighese si formò il nuovo gruppo sociale degli operai di fabbrica, composto inizialmente specialmente da donne, ragazzi e bambini sottoposti a duri ritmi di lavoro. Entro il 1870 il loro numero salì a 20'000, ossia il 14,6% di tutta la popolazione attiva e addirittura il 30,5% degli impiegati nel settore secondario. Gradualmente prese forma una classe operaia a cui si apparteneva fin dalla nascita, che percepiva basse remunerazioni e godeva di scarsa considerazione sociale. Per garantire il sostentamento era necessario il contributo di tutti i membri della famiglia. Nei villaggi industriali in espansione l'afflusso di stranieri, tra l'altro anche cattolici, acuì l'emarginazione. Solo la legge sulle fabbriche del 1859 limitò parzialmente lo strapotere degli imprenditori. In questo periodo i salari reali cominciarono ad aumentare, facendo così sparire progressivamente i casi più eclatanti di miseria. I sindacati si formarono velocemente dopo il 1880 in rappresentanza degli interessi dei lavoratori.

Dopo il 1800, in cima alla scala sociale si sviluppò una borghesia rurale, composta dalla nuova categoria degli industriali di fabbrica e da figure professionali più tradizionali quali medici, avvocati e insegnanti, sempre più spesso uniti ai primi da legami familiari. Inizialmente ancora perlopiù composti da persone di origini modeste, questi gruppi, che si identificavano con il ceto medio, conobbero una rapida ascesa. Si differenziarono al loro interno dopo il 1830, si chiusero nei confronti dei ceti inferiori e acquisirono un predominio duraturo sul piano sociale e culturale. Anche i «signori» della borghesia cittadina, un tempo privilegiati, dovettero adattarsi, pur conservando il loro prestigio e, a loro volta, mantenendo a lungo le distanze dalla nuova borghesia emergente. Alla fine del XIX secolo le differenze si attutirono.

La società borghese-industriale (1870-1960)

Ufficio dell'agenzia generale Kienast & Reuss, Fraumünsterstrasse 27, Zurigo. Fotografia del 1912 tratta da una documentazione di Adolf Moser (Baugeschichtliches Archiv der Stadt Zürich).
Ufficio dell'agenzia generale Kienast & Reuss, Fraumünsterstrasse 27, Zurigo. Fotografia del 1912 tratta da una documentazione di Adolf Moser (Baugeschichtliches Archiv der Stadt Zürich). […]

Il lavoro in fabbrica si impose completamente solo nell'ultimo terzo del XIX secolo. Nel 1901 le fabbriche davano lavoro a 54'000 persone, cioè ca. un quarto di tutta la popolazione attiva rispettivamente quasi la metà degli impiegati nel settore secondario. Con leggere oscillazioni, le percentuali rimasero tali fino all'inizio degli anni 1960. Gli operai, sempre più numerosi e concentrati nelle città, dagli anni 1880 furono in maggioranza uomini a causa della perdita di valore delle industrie tessili di campagna e delle restrizioni legislative al lavoro minorile e femminile. Acquisirono importanza gli operai specializzati, qualificati e orgogliosi del loro mestiere, che lavoravano nelle imprese esportatrici del ramo metallurgico (metallurgia e siderurgia) e meccanico (industria delle macchine). Assieme ai lavoratori dei servizi pubblici e dell'edilizia, questa manodopera qualificata sviluppò in parte stili di vita propri, che si riflettono per esempio nelle organizzazioni del movimento operaio e nelle cooperative abitative. Queste ultime divennero rilevanti specialmente nella città di Zurigo e dopo la seconda guerra mondiale occupavano ca. un quarto di tutti gli alloggi.

Distintivo del primo maggio dell'Unione operaia di Winterthur, 1929 (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo).
Distintivo del primo maggio dell'Unione operaia di Winterthur, 1929 (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo). […]

Il principale mutamento sociale dall'inizio del XX secolo fu l'ascesa del ceto impiegatizio (impiegati), di cui nel 1930 faceva già parte un quinto della popolazione attiva e che nella gerarchia sociale occupava una posizione intermedia tra classe operaia e borghesia imprenditoriale. Le figlie di operai ambivano in misura crescente a uno dei sempre più numerosi posti di lavoro nei reparti amministrativi delle industrie, nel commercio al dettaglio e nei servizi, settori in cui erano attivi soprattutto donne e uomini del ceto medio. Gli impiegati preferivano vivere in città, di norma avevano meno figli e aspiravano a uno stile di vita consumistico, che progressivamente si estese ad altri ceti sociali. L'aumento di queste categorie professionali offriva possibilità di carriera o perlomeno piccole opportunità di ascesa sociale, rimaste tuttavia limitate fino al 1945. Allora, un quinto di tutte le donne attive professionalmente svolgeva ancora servizi domestici, con compensi molto esigui e un'elevata dipendenza sociale. Questa forma di vita per le giovani donne perse importanza solo dopo il 1950.

Fin dopo la seconda guerra mondiale, la società zurighese fu caratterizzata da nette contrapposizioni sociali e culturali tra socialisti (socialismo) e borghesi, autoctoni e immigrati, maggioranza riformata e minoranza cattolica. Nei rapporti confessionali, i contadini in progressiva diminuzione apparivano particolarmente chiusi. Ciononostante, anche qui l'abbandono dell'agricoltura in favore di altri mestieri rafforzò i rapporti con gli ambienti urbani e del ceto medio, mentre le famiglie di piccoli contadini si imparentarono con gli operai di fabbrica. Nella città di Zurigo, che attirò in modo particolare emigranti, viveva la maggioranza degli immigrati cattolici e la piccola minoranza ebraica, la quale raggiunse al massimo l'1% della popolazione. Carenti sono gli studi sulla mobilità geografica e sociale.

Verso il 1930, ca. il 12-15% della popolazione apparteneva alla borghesia, formata da imprenditori, grandi commercianti, esponenti delle professioni intellettuali e quadri amministrativi (funzionari). Questo gruppo possedeva la quasi totalità del patrimonio, mentre il 70% ca. della popolazione non dichiarava alcuna sostanza al fisco. Gli esponenti delle professioni intellettuali e i titolari di grossi capitali vivevano prevalentemente in città, analogamente ai proprietari di setifici sulle rive del lago di Zurigo; i titolari di cotonifici dell'Oberland zurighese, invece, restarono piuttosto nei loro villaggi.

Consumi di massa e disparità sociali nella società impiegatizia e terziarizzata (1960-2010)

Manifesto in vista della votazione sulla circonvallazione di Eglisau, 1985 (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo).
Manifesto in vista della votazione sulla circonvallazione di Eglisau, 1985 (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo). […]
Manifesto in vista della votazione sull'iniziativa popolare per una Zurigo senza strade express, 1977 (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo).
Manifesto in vista della votazione sull'iniziativa popolare per una Zurigo senza strade express, 1977 (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo). […]

Durante l'alta congiuntura degli anni 1950, i salari reali e i consumi di massa crebbero fortemente. Negli anni 1960 i tassi di crescita relativi al possesso di beni di consumo durevoli come l'automobile raggiunsero l'apice. Parallelamente, il pendolarismo giornaliero fra comune di residenza e comune di lavoro aumentò sempre di più (29% nel 1970, 55% nel 2000). Gli anni 1960 assunsero una propria fisionomia, caratterizzata dall'incremento dei consumi e della mobilità e dalla trasformazione del mondo del lavoro (uffici e punti vendita in sostituzione di cantieri, officine e delle sempre più rare fattorie). Durante l'alta congiuntura il forte bisogno di manodopera attirò nel cantone numerosi immigrati dall'Europa meridionale; nel contempo molti operai svizzeri ascesero al rango di impiegati. Questa trasformazione sociale attenuò l'omogeneità socioculturale della classe operaia. Con l'immigrazione aumentò pure la percentuale di cattolici fino a un massimo del 37% (1970), allentando così anche la coesione di questo gruppo socialmente eterogeneo.

L'ottimismo diffusosi col boom economico poggiava sul miglioramento delle condizioni materiali e su un'ulteriore ascesa sociale, che andavano di pari passo con il potenziamento dell'istruzione superiore. Anche le donne, fino agli anni 1960 fortemente sottorappresentate negli istituti universitari, ebbero un migliore accesso alla formazione. Pure nella vita professionale ottennero nuovi sbocchi vista la carenza di forza lavoro. Questi sviluppi descrivono solo alcuni dei cambiamenti che dalla fine degli anni 1960 mutarono definitivamente le prospettive femminili. Numerose discriminazioni vennero meno grazie a una maggiore autoconsapevolezza delle donne. Il cambiamento di mentalità emerse nel 1970, quando il diritto di voto e di eleggibilità femminile venne accolto con una maggioranza di due terzi. Fenomeni collaterali di questa ascesa sociale collettiva delle donne furono il calo della natalità e l'aumento dei divorzi. In campo educativo la parità di genere fu raggiunta entro gli anni 1990; in ambito professionale ancora all'inizio del XXI secolo le donne erano invece svantaggiate sotto diversi punti di vista.

I cambiamenti all'interno della borghesia e della vecchia e nuova élite sono difficili da cogliere. L'estensione dell'istruzione superiore ha reso più socialmente permeabili le professioni intellettuali, un tempo riservate ai ceti superiori. La concentrazione di importanti patrimoni nelle mani di una piccola minoranza diminuì leggermente dagli anni 1960, ma dagli anni 1980 è di nuovo in aumento. Le statistiche fiscali cantonali, disponibili dal 1934, dimostrano una permanente e forte disparità. Nel 2007, il 7% dei contribuenti possedeva oltre i due terzi della sostanza imponibile, il 72,4% solo il 7,2%. Si possono solo formulare delle ipotesi sulle trasformazioni delle gerarchie interne all'élite, verosimilmente favorite dalla globalizzazione dell'economia. Contemporaneamente, i legami su scala locale diminuirono per tutti i ceti, ma in misura minore per le persone attive nell'agricoltura e nell'industria delle piccole località. Nel 2010 il 30,4% della popolazione era nato all'estero, ciò che rappresentava una cifra record, e solo il 14,6% nello stesso comune di domicilio (nel 1970 ancora un terzo). Per quanto riguarda la topografia sociale, i ceti più alti sono chiaramente separati da quelli più bassi; i primi preferiscono lo Zürichberg e i comuni sulla riva destra del lago (la cosiddetta Goldküste) e sul versante destro soleggiato della valle della Limmat, le classi popolari risiedono specialmente nella parte settentrionale di Zurigo e nella regione dell'aeroporto. Vista la presenza della piazza finanziaria, i grossi capitali si concentrano nella città di Zurigo e nei dintorni. A Winterthur il quadro sociale appare più equilibrato. Recentemente anche l'immigrazione si è divisa in due correnti: da un lato gli immigrati di posizione elevata originari dell'Europa settentrionale e occidentale scelgono di preferenza le zone residenziali dell'élite locale dove complessivamente vivono pochi stranieri, dall'altro quelli provenienti dall'Europa meridionale si raggruppano sulla riva sinistra della Limmat, in zone con una percentuale straniera fino al 40% della popolazione. Nel 2010 a Opfikon quasi la metà dei 15'000 abitanti era nata all'estero.

Chiese, istruzione, cultura e tempo libero

Chiese e religiosità

Lo stretto legame fra ordinamento statale e Chiesa riformata entrò in crisi con la Repubblica elvetica. Già nel 1803 fu reintrodotta la Chiesa di Stato, ma il cosiddetto editto di tolleranza del 1807 consentì per la prima volta dalla Riforma la celebrazione del culto cattolico, autorizzata però inizialmente solo nella città di Zurigo, a Dietikon e Rheinau. All'interno della Chiesa riformata, la teologia razionalista si contrapponeva a forme di devozione popolare di stampo pietista. La svolta liberale del 1830 garantì la libertà di culto e trasformò la Chiesa da istituzione di disciplinamento sociale in un'organizzazione di diritto pubblico, anche se la Chiesa cantonale riformata continuò a beneficiare di privilegi. Controversie ecclesiastiche come l'affare Strauss catalizzarono ancora a lungo l'attenzione dell'opinione pubblica. Gli esponenti delle diverse correnti religiose utilizzarono gli strumenti che il nuovo ordinamento borghese metteva a disposizione della società civile e si riunirono in associazioni. La Società evangelica del canton Zurigo fu fondata nel 1837 da una corrente conservatrice (ortodossi ed esponenti della teologia «positiva») perlopiù composta dalle famiglie un tempo dominanti. Esse aumentarono il loro prestigio occupandosi della cura degli ammalati; l'ospedale delle diaconesse di Neumünster (diaconia) risale al 1858. I fautori del liberalismo teologico, tra l'altro insegnata da Alois Emanuel Biedermann all'Università di Zurigo, dal 1871 si organizzarono nell'Unione svizzera del cristianesimo libero, che ebbe come baricentro il canton Zurigo. Anche questa cerchia contribuì alla riforma dell'assistenza ai malati, promuovendo con Hermann Walter Bion la casa delle crocerossine (Croce Rossa) a Zurigo-Fluntern (1882).

Locale di culto della missione cattolica di Stäfa nell'ex fabbrica di pianoforti Rordorf. Fotografia realizzata nel 1938 (Katholische Pfarrei Stäfa, Fotoarchiv).
Locale di culto della missione cattolica di Stäfa nell'ex fabbrica di pianoforti Rordorf. Fotografia realizzata nel 1938 (Katholische Pfarrei Stäfa, Fotoarchiv). […]

Il passaggio a forme concrete di tolleranza e di pluralismo religioso richiese molto tempo. Dagli anni 1830, al di fuori della Chiesa cantonale, si organizzarono Chiese libere (metodisti, battisti), che sul piano comunale suscitarono opposizioni talvolta violente. Dagli anni 1880 alla prima guerra mondiale, la forte immigrazione trasformò i cattolici in una minoranza importante, ma le discriminazioni nei loro confronti non cessarono. La comunità cattolico-cristiana si scisse nel 1873 e fu riconosciuta come ente di diritto pubblico (Chiesa cattolico-cristiana). La Chiesa cattolica del canton Zurigo, dal 1819 sottoposta al vescovo di Coira, ottenne questo riconoscimento solo con la votazione popolare del 1963, quando le fu conferito il diritto di riscuotere un'imposta ecclesiastica e venne integrata nell'ordinamento comunale cantonale. Parallelamente fu concesso alle donne il diritto di voto nelle questioni ecclesiastiche. Il riconoscimento continuava a essere negato agli esponenti di altre religioni (giudaismo, Islam ecc.). Una separazione fra Stato e Chiesa (revoca dello status di ente di diritto pubblico per quest'ultima) fu respinta in votazione popolare nel 1977. Ancora nel maggio del 1973 Zurigo fu tra i pochi cantoni a respingere la soppressione degli articoli d'eccezione anticattolici nella Costituzione federale.

Da allora il cantone perse la forte impronta riformata, mantenutasi per esempio maggiormente a Berna grazie ai movimenti demografici meno marcati. Tra il 1960 e il 2010 la quota di riformati è scesa dal 65,7% al 34,5% della popolazione. Dal 1970 è diminuito anche il peso della Chiesa cattolica. Le percentuali delle due grandi confessioni storiche si avvicinarono sempre di più, ma potrebbero presto perdere la maggioranza (assieme raggiungevano il 98,1% nel 1960 e il 62,8% nel 2010). Anche in ambito religioso, sul lungo termine si osserva una perdita di riferimenti collettivi vincolanti e una tendenza verso la differenziazione degli orientamenti e delle pratiche.

Oltre a una crescente minoranza musulmana (8% ca. nel 2007), la categoria in più forte espansione è quella delle persone senza confessione, che nel 2010 comprendeva già oltre un quinto della popolazione. Nonostante la realtà dei fatti, permangono resistenze contro il pluralismo religioso e ideologico, testimoniate ad esempio dal ritardo con cui sono stati costruiti i cimiteri musulmani (nel 2004 a Zurigo, nel 2012 a Winterthur). Per contro, la Costituzione approvata nel 2005 ha riconosciuto le comunità israelita e la relativa legge è entrata in vigore nel 2008.

Istruzione

La promozione della formazione e dell'apprendimento faceva parte dei valori borghesi. L'istruzione fu al centro delle preoccupazioni di associazioni come la Società svizzera di utilità pubblica, fondata nel 1810 e per cui Zurigo ebbe un ruolo fondamentale in quanto sede centrale. Dal 1829 l'élite borghese si riunì anche nella sua sezione cantonale. L'educazione specialmente dei giovani era tra gli obiettivi delle società di lettura, i cui inizi risalgono alla fine del XVIII secolo (la Società del museo di Zurigo risale al 1834), e delle biblioteche popolari. In particolare negli anni movimentati sul piano politico (1830 ca., 1848 ca. e dal 1860) si registrarono vere e proprie ondate di fondazione di simili sodalizi.

La realizzazione di un sistema scolastico moderno iniziò con la svolta liberale del 1830. La scuola magistrale di Küsnacht, aperta nel 1832, gettò nuove basi per la formazione dei maestri elementari; parallelamente fu promossa un'ampia campagna di alfabetizzazione e di imposizione dell'obbligo scolastico. I ceti sociali inferiori si opposero a quest'ultimo e ai nuovi libri di lettura dai contenuti laici. Entro il 1880 l'analfabetismo tra i giovani uomini era sceso al 5% ca., poi scomparì quasi del tutto. La legge del 1833 sulle scuole secondarie consentì di introdurre in tutto il cantone l'istruzione postobbligatoria. La scuola cantonale di Zurigo offrì studi liceali dal 1833, la scuola della città di Winterthur dal 1859; la scuola superiore femminile (educazione femminile), invece, fu creata solo nel 1875, benché già dal 1864 le donne fossero ammesse all'Università di Zurigo, fondata nel 1833. Quest'ultima superò i 200 studenti solo dagli anni 1860 e i 1000 nel 1904/1905. Fino alla prima guerra mondiale, temporaneamente quasi la metà degli studenti e dei docenti proveniva dall'estero. Dopo la fondazione del Politecnico federale (1855), rinomato su scala internazionale, Zurigo divenne un polo universitario.

Fino alla seconda guerra mondiale, la formazione superiore rimase appannaggio di pochi (1-2% della popolazione attiva) e solo negli anni 1950 divenne più facilmente accessibile. La prima scuola cantonale al di fuori dei due centri urbani fu aperta a Wetzikon nel 1955; nel 2012 si contavano in totale 18 licei. Di conseguenza aumentò anche il numero degli studenti universitari, che nel solo periodo dal 1958 al 1968 triplicarono. L'ampliamento delle scuole secondarie dal 1870 e l'inizio del perfezionamento professionale divenne ben presto importante per ampie fasce della popolazione. La legge del 1906 sul tirocinio prescrisse per la prima volta l'obbligo scolastico per gli apprendisti se il comune disponeva di una scuola. Accessibile ai diversi strati sociali fu anche la scuola tecnica superiore di Winterthur (1874), che formava manodopera specializzata per l'industria metallurgica e meccanica e si trasformò gradualmente in scuola per ingegneri. Nel 2007, dopo diverse fusioni con altri istituti superiori di arte, economia, pedagogia e lavoro sociale, si trasformò nella scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo (10'169 studenti nel 2010), ossia il terzo ateneo del cantone dopo l'Università (26'168) e il Politecnico federale (15'984). Dal 1930 ca. l'Università di Zurigo è la più grande della Svizzera.

Cultura, tempo libero, vita sociale

La cultura alta borghese era in gran parte concentrata nei centri urbani. A lungo malvisto nella riformata Zurigo, il teatro ebbe la sua prima sede permanente nel 1834. L'edificio fu distrutto da un incendio alla fine del 1889; in seguito venne costruito il nuovo Stadttheater (1891, dal 1964 denominato Opernhaus). Lo Schauspielhaus (1926) si fece un nome durante la seconda guerra mondiale come teatro libero dell'area germanofona. Alla fine del XIX secolo, Zurigo divenne un centro letterario della Svizzera tedesca, a stretto contatto con il mercato letterario tedesco. Attivo dal 1882, il circolo di lettura di Hottingen acquisì notorietà al di fuori di Zurigo. Importanti scrittori come Gottfried Keller e Conrad Ferdinand Meyer e, più tardi, Jakob Christoph Heer, Ernst Zahn, Heinrich Federer e Alfred Huggenberger vissero a Zurigo o furono in stretti rapporti con l'ambiente letterario cittadino. Eduard Korrodi esercitò una grande influenza come responsabile delle pagine culturali della Neue Zürcher Zeitung (1914-1950). L'operato dei professori Robert Faesi ed Emil Ermatinger riflette il gusto conservatore che dominava nella prima metà del XX secolo. L'importanza di alcuni fenomeni effimeri dell'avanguardia, come ad esempio il Cabaret Voltaire (Dada), fu colta solo a posteriori. Dopo il 1950 una generazione di giovani, guidata da Max Frisch, diede nuovi impulsi.

A Zurigo mancavano antiche collezioni d'arte promosse dai mecenati della borghesia cittadina, a differenza di Basilea. Nel 1787 nacque la Società zurighese degli artisti, che avviò la raccolta di opere e l'allestimento di mostre. Denominata Società zurighese di belle arti dal 1896, promosse la realizzazione del Kunsthaus, inaugurato nel 1910. Dotato inizialmente di piccole collezioni, dopo la seconda guerra mondiale, grazie a numerose donazioni e acquisizioni (mercato dell'arte), ottenne fama internazionale. Importante quanto controverso benefattore fu Emil Georg Bührle, imprenditore attivo nell'industria bellica. Winterthur più che Zurigo deve le sue ricche collezioni d'arte a eminenti imprenditori privati come Theodor Reinhart e Oskar Reinhart. Attorno ai pittori Max Bill, Verena Loewensberg e Richard Paul Lohse si formò il gruppo dei concretisti zurighesi.

Dal 1830 un ricco tessuto associativo fece da ponte tra l'alta cultura borghese e la cultura popolare; la sua dimensione è finora poco studiata. Gruppi di cantori, ginnasti e tiratori, in origine chiaramente orientati agli ideali liberali e patriottici, ambivano a un ruolo rilevante nella società. Dagli anni 1870 il fenomeno si estese ai villaggi, specialmente alle piccole località industriali in crescita. Anche le minoranze sociali, culturali e politiche si organizzarono. Le donne della borghesia, emarginate dall'associazionismo liberale, trovarono spazio nelle Società di utilità pubblica. Seguirono poi associazioni cattoliche e socialiste. A questi ambienti furono legate le prime espressioni della stampa politica, che dal 1830 si diffuse senza l'ostacolo della censura. La testata più longeva è la Neue Zürcher Zeitung (NZZ), risalente alla fine del XVIII secolo. Dal 1900 ca. il cantone dispone di un'ampia gamma di giornali di indirizzo liberale, radicale democratico, agrario-democratico, cattolico e socialista (Volksrecht). Come tribuna indipendente, il Tages-Anzeiger, fondato nel 1893, registrò ben presto la tiratura di gran lunga più alta.

Campionato di Zurigo del 1924. Fotografia realizzata da Sepp Schmid © KEYSTONE/Photopress.
Campionato di Zurigo del 1924. Fotografia realizzata da Sepp Schmid © KEYSTONE/Photopress. […]

Dagli anni 1860 presero piede la cultura popolare e le prime forme dell'industria dell'intrattenimento, tra cui la distribuzione commerciale di letture (almanacchi, letteratura dozzinale). Lo sport seguì dagli anni 1890. Le prime società calcistiche furono fondate da scolari e studenti (Grasshopper Club Zürich, 1886; FC Zürich e FC Winterthur, 1896). A cavallo tra il XIX e il XX secolo si diffuse il cinema, che come la maggioranza delle forme di cultura popolari e commerciali era considerato dannoso per i giovani e fino al 1971 fu sottoposto a censura. Il velodromo di Oerlikon, aperto nel 1912, visse alterne fortune commerciali; dopo l'annessione di Oerlikon a Zurigo fu acquistato dalla città (1935), che vi costruì accanto l'Hallenstadion. Anche la gara di ciclismo su strada Züri Metzgete, che si disputa dal 1910, vanta una lunga tradizione. Dagli anni 1920 entrambi i club di calcio dispongono di uno stadio. Nel 1928 quello del Letzigrund (FC Zürich) ospitò per la prima volta un meeting internazionale di atletica leggera. I finanziamenti pubblici risalgono al più tardi agli anni 1930.

Dopo la seconda guerra mondiale Zurigo divenne la capitale giornalistica e mediatica della Svizzera. Il giornale popolare Blick si impose dal 1959 a fianco delle testate già esistenti. Entro gli anni 1990 scomparvero gli organi dei partiti politici. Negli anni 1960 la televisione insediò i suoi studi a Zurigo, scelta come sede anche dai gruppi editoriali commerciali di portata sovraregionale (Ringier, Tamedia, gruppo NZZ e Jean Frey AG). Pure la nuova stampa domenicale ha il suo baricentro a Zurigo.

Design dello schermo del videogioco Krautscape realizzato dal 2009 al 2014 da Mario von Rickenbach e Michael Burgdorfer © Mario von Rickenbach.
Design dello schermo del videogioco Krautscape realizzato dal 2009 al 2014 da Mario von Rickenbach e Michael Burgdorfer © Mario von Rickenbach. […]

Fin verso il 1980, la politica culturale sostenne specialmente le istituzioni della cultura alta borghese (opera, teatro, balletto, biblioteche e musei). Pur continuando a investire ingenti somme nell'Opernhaus (dal 1994 finanziato dal cantone), Zurigo ha reagito ai disordini del 1980 che fecero seguito alla concessione del credito per la ristrutturazione dell'Opera (rivolte giovanili), aumentando anche le spese per la cosiddetta cultura alternativa. La cultura è finanziata soprattutto dai comuni, tra i quali dominano i centri urbani. Essa ha assunto un peso economico crescente per il marketing territoriale: particolarmente forte è il peso della città di Zurigo nella carta stampata, nel cinema e nella televisione. Seguono il mercato dell'arte, la musica, la grafica e il design; ognuno di questi campi conta ca. un quinto della popolazione attiva nel settore in Svizzera. L'economia culturale è strettamente legata ai flussi di denaro e alla domanda generati dalla piazza finanziaria; concentrata in alcuni quartieri vicini al centro, ne ha modificato il carattere.

Dagli anni 1990 ca. l'offerta di attività di svago si è arricchita in particolare a Zurigo. Frotte sempre più numerose di visitatori giungono rapidamente in città con la S-Bahn, dal 2003 in servizio anche di notte. Il cinema, dopo un calo negli anni 1960, è di nuovo in crescita (dagli anni 1990) e si concentra nelle zone dei divertimenti, dove si trovano anche la gastronomia internazionale e nuove scene musicali e legate alla vita notturna. Dal 1980 lo Zürcher Theater Spektakel si è affiancato ai nuovi grandi eventi (Streetparade, Zürifest) e alle feste tradizionali (Sechseläuten, tiro giovanile). Con la modifica della legge sugli esercizi pubblici nel 1998, l'apertura notturna dei locali è stata liberalizzata e le tradizionali restrizioni dei divertimenti pubblici durante le festività religiose sono venute a cadere. Il turismo pubblicizza Zurigo come «città festaiola» improntata all'edonismo giovanile, influenzandone così la percezione internazionale e facendo dimenticare la vecchia immagine della città di Zwingli, come pure gli stereotipi negativi di città bancaria e, attorno al 1990, di scena aperta della droga nota a livello internazionale. Accanto agli svaghi a pagamento, concentrati specialmente a Zurigo e Winterthur, esiste una variegata gamma di sodalizi per il tempo libero, in particolare in ambito sportivo. L'associazionismo ha perso gran parte del carattere pubblico e politico che aveva nel XIX secolo, ma ha mantenuto la sua popolarità.

Riferimenti bibliografici

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  • Sigg, Otto: Archivführer der Zürcher Gemeinden und Kirchgemeinden sowie der städtischen Vororte vor 1798. Zeugisse zürcherischer Gemeinde-, Verwaltungs- und Rechtskultur im agrarischen und kirchlichen Zeitalter, 2006.
  • Sigg, Otto: Hexenprozesse mit Todesurteil. Vom bösen Geist in Stadt und Land Zürich und im aargauischen Kelleramt – Dokumentation zu den 79 mit Todesurteil endenden sogenannten Hexenprozessen im Hoheitsgebiet der Stadt Zürich, 2012.
Storiografia
  • Le cronache zurighesi del tardo Medioevo sono considerate le testimonianze più antiche di storiografia cittadina nella Confederazione. Nel XVI secolo Johannes Stumpf, Heinrich Bullinger e Josias Simler furono tra i fondatori di una ricerca basata sulle fonti. Nel XVII secolo prevalse la storiografia compilatoria, caratterizzata dalla stesura di protocolli dei Consigli; l'erudito universale Johann Heinrich Hottinger costituì un'eccezione. Nel 1645 la biblioteca civica di Zurigo inaugurò la tradizione degli annuari. Il Collegium Insulanum, fondato nel 1679, fu tra le prime società dedite a ricerche storiche. Nel 1713 al Carolinum venne istituita una cattedra di storia e politica, di cui dal 1725 al 1775 fu titolare Johann Jakob Bodmer, che influenzò notevolmente l'Illuminismo patriottico del XVIII secolo. Nel 1704 Johann Heinrich Bluntschli fondò il dizionario Memorabilia Tigurina, proseguito fino al 1860 con il titolo Zürcher Enzyklopädien. Il borgomastro Johann Jacob Leu è l'autore dell'Allgemeines Helvetisches, Eydgenössisches oder Schweitzerisches Lexicon in 20 volumi (1747-1760), completato da Hans Jakob Holzhalb con altri 6 volumi (1786-1795). Pioniere della storia economica è considerato Johann Heinrich Schinz con il suo Versuch einer Geschichte der Handelschaft der Stadt und Landschaft Zürich (1763). Va citato anche il manuale politico di David von Wyss (Politisches Handbuch für die erwachsene Jugend der Stadt und Landschaft Zürich, 1796). Nel XIX e XX secolo professori universitari come Georg von Wyss, Gerold Meyer von Knonau, Hans Nabholz, Leonhard von Muralt, Roger Sablonier e Rudolf Braun realizzarono lavori importanti non solo per la storia svizzera ma anche per quella zurighese; lo stesso vale per gli archivisti cantonali, spesso a loro volta attivi all'ateneo, tra cui Paul Schweizer, Anton Largiadèr, Werner Schnyder, Hans Conrad Peyer e Otto Sigg. L'Antiquarische Gesellschaft, fondata nel 1832, inizialmente si dedicò soprattutto allo studio dell'antichità, all'archeologia e alla protezione dei monumenti storici, ma diede avvio anche alle grandi edizioni di fonti dell'Archivio cantonale. A Zurigo è radicato l'approccio storiografico orientato alle fonti più che alla teoria sociale. Nel XX secolo sul territorio cantonale furono create numerose commissioni di storia locale, che pubblicano annuari storici. Con la sua storia locale di Rorbas, Freienstein e Teufen (1870) Karl Dändliker iniziò la serie di saggi storici sui comuni zurighesi, oggi numerosi, fornendo anche le basi metodologiche per questo tipo di studi. I testi di Gerold Meyer von Knonau (1834-1846) e di Johann Caspar Bluntschli (Staats- und Rechtsgeschichte der Stadt und Landschaft Zürich, 1838, 18562) sono considerati le prime storie cantonali moderne; la storia del cantone redatta da Dändliker (1908-1912) rimane un'opera di riferimento. La sintesi più recente (1994-1996) è stata scritta da un collettivo di autori e pubblicata da una fondazione. Una bibliografia sulle opere di storia e di cultura regionale nel cantone esce dal 1877, fino al 2007 nello Zürcher Taschenbuch.
Pubblicazioni in serie
  • Mitteilungen der Antiquarischen Gesellschaft in Zürich, 1-, 1837-.
  • Zürcher Taschenbuch, 1858-1862; nuova serie, 1878-.
  • Statistische Mitteilungen des Kantons Zürich, 1878-1994 (con diversi titoli e serie).
  • Zwingliana, 1-, 1897-.
  • Zürcher Monats-Chronik, 1932-1951; nuova serie (Zürcher Chronik) 1953-2000.
  • Die Künstdenkmäler des Kantons Zürich, 1-, 1938-.
  • Zürcher Denkmalpflege. Bericht, 1958-, 1961- (fino al 1986 con archeologia cantonale).
  • Turicum. Monatszeitschrift für Kultur, Wirtschaft und Wissenschaft, 1970-1996.
  • Zürcher Denkmalpflege. Archäologogische Monographien, 1-24, 1984-1993; Monographien der Kantonsarchäologie Zürich, 1995-.
  • Berichte der Kantonsarchäologie Zürich, 1987-2005, 1994-2006; Archäologie im Kanton Zürich, 2009-.
  • Zürcher Archäologie, 2000-
Opere a carattere generale
  • Meyer von Knonau, Gerold: Der Canton Zürich, historisch-geographisch-statistisch geschildert von den ältesten Zeiten bis auf die Gegenwart. Ein Hand- und Hausbuch für jedermann, 2 voll., 1834 (seconda edizione ampliata 1844-1846).
  • Bluntschli, Johann Caspar: Staats- und Rechtsgeschichte der Stadt und Landschaft Zürich, 2 voll., 1838-1839 (18562).
  • Bluntschli, Johann Caspar: Geschichte der Republik Zürich, 3 voll., 1847-1856.
  • Dändliker, Karl: Geschichte der Stadt und des Kantons Zürich, 3 voll., 1908-1912.
  • Largiadèr, Anton: Geschichte von Stadt und Landschaft Zürich, 2 voll., 1945.
  • Kläui, Paul; Imhof, Eduard: Atlas zur Geschichte des Kantons Zürich, 1951.
  • Widmer, Sigmund: Zürich, eine Kulturgeschichte, 13 voll., 1975-1985.
  • Die Bauernhäuser des Kantons Zürich, 3 voll., 1982-2002 (La casa rurale nella Svizzera, 9-11).
  • Geschichte des Kantons Zürich, 3 voll., 1994-1996.
  • Suter, Meinrad; Hohl, Agnes et al.: Kleine Zürcher Verfassungsgeschichte 1218-2000, 2000.
  • Zürich. 650 Jahre eidgenössisch, 2001.
  • Brunschwig, Annette; Heinrichs, Ruth; Huser, Karin: Geschichte der Juden im Kanton Zürich. Von den Anfängen bis in die heutige Zeit, 2005.
Dalla Preistoria all'alto Medioevo
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  • Horisberger, Beat; Broillet-Ramjoué, Evelyne: Der Gutshof in Buchs und die römische Besiedlung im Furttal, 2 voll., 2004.
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  • Altorfer, Kurt; Huber, Renata: Die prähistorischen Feuchtbodensiedlungen am Südrand des Pfäffikersees. Eine archäologische Bestandesaufnahme der Stationen Wetzikon-Robenhausen und Wetzikon-Himmerich, 2010.
  • Schmidheiny, Mathias: Zürich-Mozartstrasse. Neolithische und bronzezeitliche Ufersiedlungen: Die frühbronzezeitliche Besiedlung, vol. 4, 2011.
  • Windler, Renata; Rast-Eicher, Antoinette et al.: Ein Gräberfeld des 5.-7. Jahrhunderts bei Flaach, 2012.
Dal pieno Medioevo alla fine del XVIII secolo
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  • Schnyder, Werner: Die Bevölkerung der Stadt und Landschaft Zürich vom 14.-17. Jahrhundert. Eine methodologische Studie, 1925.
  • Strehler, Hedwig: Beiträge zur Kulturgeschichte der Zürcher Landschaft. Kirche und Schule im 17. und 18. Jahrhundert, 1934.
  • Weisz, Leo: Verfassung und Stände des alten Zürich, 1938.
  • Sulzer, Klaus: Zürcherische Handels- und Gewerbepolitik im Zeitalter des Absolutismus, 1944.
  • Kunz, Erwin W.: Die lokale Selbstverwaltung in den zürcherischen Landgemeinden im 18. Jahrhundert, 1948.
  • Wartburg, Wolfgang von: Zürich und die französische Revolution. Die Auseinandersetzung einer patriarchalischen Gesellschaft mit den ideellen und politischen Einwirkungen der französischen Revolution, 1956.
  • Braun, Rudolf: Industrialisierung und Volksleben. Die Veränderungen der Lebensformen in einem ländlichen Industriegebiet vor 1800 (Zürcher Oberland), 1960 (19792).
  • Peyer, Hans Conrad: Von Handel und Bank im alten Zürich, 1968.
  • Sigg, Otto: Die Entwicklung des Finanzwesens und der Verwaltung Zürichs im ausgehenden 16. und im 17. Jahrhundert, 1971.
  • Wysling, Hans (a cura di): Zürich im 18. Jahrhundert. Zum 150. Jahrestag der Universität Zürich, 1983.
  • Braun, Rudolf: Das ausgehende Ancien Régime in der Schweiz. Aufriss einer Sozial- und Wirtschaftsgeschichte des 18. Jahrhunderts, 1984.
  • Dietrich, Christian: Die Stadt Zürich und ihre Landgemeinden während der Bauernunruhen von 1489 bis 1525, 1985.
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  • Eugster, Erwin: Adlige Territorialpolitik in der Ostschweiz. Kirchliche Stiftungen im Spannungsfeld früher landesherrlicher Verdrängungspolitik, 1991.
  • Pfister, Ulrich: Die Zürcher Fabriques. Protoindustrielles Wachstum vom 16. zum 18. Jahrhundert, 1992.
  • Graber, Rolf: Bürgerliche Öffentlichkeit und spätabsolutistischer Staat. Sozietätenbewegung und Konfliktkonjunktur in Zürich, 1746-1780, 1993.
  • Spillmann-Weber, Inge: Die Zürcher Sittenmandate 1301-1797. Gelegenheitsschriften im Wandel der Zeit, 1997.
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XIX e XX secolo
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  • Wettstein, Walter: Die Regeneration des Kantons Zürich. Die liberale Umwälzung der dreissiger Jahre 1830-1839, 1907.
  • Brunner, Emil: Der Kanton Züricin der Mediationszeit 1803-1813, 1909.
  • Zimmermann, Walter: Geschichte des Kantons Zürich vom 6. September 1839 bis 3. April 1845, 1916.
  • Heeb, Friedrich (a cura di): Aus der Geschichte der Zürcher Arbeiterbewegung. Denkschrift zum 50jährigen Jubiläum des «Volksrecht», 1898-1948, 1948.
  • Raths, Werner: Die Bevölkerung des Kantons Züricseit Ende des 18. Jahrhunderts, 1949.
  • Schmid, Gotthard: Die evangelisch-reformierte Landeskirche des Kantons Zürich. Eine Kirchenkunde für unsere Gemeindeglieder, 1954.
  • Braun, Rudolf: Sozialer und kultureller Wandel in einem ländlichen Industriegebiet (Zürcher Oberland) unter Einwirkung des Maschinen- und Fabrikwesens im 19. und 20. Jahrhundert, 1965 (19992).
  • Weber, Hans: Die zürcherischen Landgemeinden in der Helvetik, 1798-1803, 1971.
  • Schaffner, Martin: Die demokratische Bewegung der 1860er Jahre. Beschreibung und Erklärung der Zürcher Volksbewegung von 1867, 1982.
  • Weinmann, Barbara: Eine andere Bürgergesellschaft. Klassischer Republikanismus und Kommunalismus im Kanton Zürich im späten 18. und 19. Jahrhundert, 2002.
  • Schmid, Stefan G.: Die Zürcher Kantonsregierung seit 1803, 2003.
  • Müller, Matthias: Gesellschaftlicher Wandel und Rechtsordnung. Die Zürcher Restauration (1814-1831) und die Entstehung des bürgerlichen Staates, 2004.
  • Suter, Meinrad: Kantonspolizei Zürich: 1804-2004, 2004.
  • Bloch Pfister, Alexandra: Priester der Volksbildung. Der Professionalisierungsprozess der Zürcher Volksschullehrkräfte zwischen 1770 und 1914, 2007.
  • Illi, Martin: Von der Kameralistik zum New Public Management. Geschichte der Zürcher Kantonsverwaltung von 1803 bis 1998, 2008.
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Suggerimento di citazione

Meinrad Suter; Adrian Huber; Beat Horisberger; Renata Windler; Martin Illi; Mario König: "Zurigo (cantone)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 24.08.2017(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007381/2017-08-24/, consultato il 19.03.2024.