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Vicusvico

Il termine lat. vicus designa un gruppo di case e serve a descrivere un insediamento circoscritto all'interno di una porzione di territorio, di un Pagus o di una Civitas, o una fila di case lungo una strada urbana (per esempio a Roma). Sull'Altopiano sviz. durante l'epoca imperiale romana sono attestati i vici di Genava/Ginevra, Lousonna/Losanna-Vidy, Minnodunum/Moudon, Eburodunum/Yverdon, Salodurum/Soletta, Vindonissa/Windisch, Aquae Helveticae/Baden e Tasgaetium/Eschenz. Il vicus di Ginevra faceva parte della civitas di Vienna/Vienne, appartenente alla provincia della Gallia Narbonensis, mentre i vici di Lousonna, Minnodunum ed Eburodunum (stando a menz. epigrafiche) e il vicus di Aquae Helveticae (a causa del nome) possono essere attribuiti alla civitas degli Elvezi. Tasgaetium faceva probabilmente parte della provincia della Raetia. Una civitas poteva comprendere più vici.

Accanto ai vici attestati da iscrizioni, gli archeologi considerano come tali anche numerose piccole borgate la cui esistenza è documentata solo da scoperte archeologiche, ma per le quali non è certo che fossero designate così anche nell'antichità. Tra questi figurano i vici di Coira-Welschdörfli, Jona-Rapperswil/Kempraten, Iuliomagus/Schleitheim, Vitudurum/Winterthur, Tenedo/Zurzach, Lenzburg, Frick, Sursee, Basilea-Münsterhügel, Petinesca/Studen, Berna-Enge, Turicum/Zurigo-Lindenhof, Marsens-Riaz, Viviscus/Vevey, Tarnaiae/Massongex, Sion e Muralto.

Funzioni di centro di vici e insediamenti romani
Funzioni di centro di vici e insediamenti romani […]

I vici si trovavano spesso lungo importanti vie di comunicazione o presso nodi viari (incroci, passaggi su corsi d'acqua, punti di trasbordo, porti lacustri). Alcuni, come Vindonissa, Tenedo o Basilea, ebbero origine grazie alla vicinanza a campi legionari o ausiliari. Diversi vici sorsero sulle vestigia di oppida celtici. Aquae Helveticae beneficiò della presenza di sorgenti termali. La maggior parte dei vici si formò dopo le campagne alpine di Augusto; questa fase di fondazione si concluse probabilmente entro il 20-30 d.C. (con l'eccezione di Iuliomagus, risalente all'epoca dei Flavii). Negli anni dal 50 all'80 d.C. alcune borgate conobbero un boom edilizio; le costruzioni in legno vennero edificate su fondamenta murate oppure sostituite da case in pietra. I vici ebbero un periodo di prosperità nel II e all'inizio del III sec. d.C. Nel IV sec. d.C. le tracce di occupazione scompaiono in diversi piccoli centri (Lenzburg, Marsens-Riaz, Sursee e Berna-Enge), mentre altri rimasero abitati (Viviscus, Tarnaiae) o vennero in parte fortificati (Eburodunum, Salodurum, Aquae Helveticae). Tra la tarda antichità e l'alto ME, Genava, Basilea, Curia, Sion e Lousonna diventarono sedi vescovili, ma i nuclei degli insediamenti medievali in diversi casi si svilupparono fuori dai confini degli antichi vici.

Lo stato eterogeneo e talora carente delle ricerche archeologiche non consente affermazioni precise sulle dimensioni medie dei singoli vici e sulla loro pop. All'inizio del XXI sec. per nessun vicus erano stati eseguiti scavi completi. A Lousonna la pop. è stata stimata attorno ai 2000 ab.; il teatro di Lenzburg poteva ospitare ca. 4000 spettatori, che provenivano però certamente anche dai dintorni. Per il vicus correlato al campo legionario di Vindonissa le stime raggiungono i 10'000 ab.

La situazione lacunosa della ricerca rende difficile anche la caratterizzazione urbanistica. Nei primi tempi, numerosi vici sembrano essere stati semplici villaggi con case disposte lungo una o più strade. Accanto alle colonie, i vici assumevano, sul piano regionale, funzioni di centri della vita religiosa, sociale, culturale, economica e politica. Potevano disporre di un santuario (Fanum), dotato di Templi romani o galloromani, di acquedotti, di Terme, di un Teatro e di un anfiteatro; a Lousonna è attestato perfino un Foro con una Basilica. Numerosi vici vantavano importanti attività artigianali e commerciali. A Vitudurum, ad esempio, sono attestate fucine per la lavorazione del bronzo e del ferro, una conceria o tintoria, come pure diversi laboratori di vasai, a Muralto una fucina, un forno per il vetro, un granaio, depositi per il quarzo e la pietra ollare e un mercato coperto; Lousonna presentava una fiorente produzione di ceramica. In alcuni vici (come Muralto) sono state riportate alla luce vaste necropoli, in uso per un lungo periodo.

Il termine di vicani/vikani, ben documentato da iscrizioni, non designa probabilmente l'insieme degli ab. di un vicus, ma un gruppo determinato all'interno della comunità. I vicani eressero monumenti onorifici (a Eburodunum, per esempio, dedicarono una statua al loro amico e patrono Caius Flavius Camillus) e beneficiarono di donazioni in forma pecuniaria o di opere edilizie. I vikani Minnodunenses, per esempio, furono incaricati di organizzare dei giochi della durata di tre giorni e di ristrutturare il tempio di Giove con contributi offerti da privati. I vicani Vindonissenses ottennero la ricostruzione di un tempio distrutto, mentre quelli di Aquae Helveticae ricevettero un tempio dedicato a Iside. I vicani furono però anche committenti: a Vindonissa promossero la costruzione di un arco (79 d.C.), a Tasgaetium la ricostruzione di un bagno. La sorveglianza dei lavori era affidata a curatores, scelti probabilmente tra i vicani stessi. Questi ultimi avevano inoltre il diritto di disporre dei terreni del vicus. A Minnodunum assegnarono a privati un luogo dove erigere un altare, ad Aquae Helveticae uno per la costruzione di un tempio dedicato a Iside. I vici erano probabilmente situati su unità territoriali ben delimitate e omogenee, come lascia supporre l'omaggio reso dai vicani di Eburodunum alla loro "eccellente vicina" Iulia Festilla. I vicani operavano in modo collegiale anche sul piano del culto, come a Tasgaetium, dove eressero un altare dedicato alla dea Fortuna. Nei vici conosciuti grazie alle iscrizioni, singole testimonianze attestano la presenza di magistrature. Un epitaffio proveniente da Genava menziona la carica di edile, esercitata dal defunto nella cerchia dei suoi convicani; il termine designa probabilmente la funzione del magistrato, incaricato della sorveglianza degli edifici pubblici e dei mercati. A Salodurum sono inoltre documentati due magistri vici. Questi funzionari, spesso menz. nelle iscrizioni per datare o legittimare misure ufficiali prese all'interno di un vicus, erano probabilmente incaricati della direzione degli affari pubblici. Non è tuttavia chiaro se uno stesso vicus poteva avere sia dei magistri vici sia dei vicani o se i due termini si escludevano a vicenda. Un'iscrizione votiva rinvenuta a Lousonna menziona inoltre un curator vikanorum, responsabile sia dei vicani locali sia dei cittadini romani sul territorio degli Elvezi. I vici romani e i vicani disponevano dunque di magistrati, di proprietà e di mezzi finanziari.

Riferimenti bibliografici

  • CIL, 12, 2611; 13, 5026, 5042, 5063 sg., 5194 sg., 5233, 5254
  • L'Année épigraphique, 19516, 259
  • H. Lieb, «Vindonissa und die römischen Lagerstädte», in Jahresbericht der Gesellschaft Pro Vindonissa, 1998, 63-66
  • SPM, 5
  • M. Tarpin, "Vici" et "pagi" dans l'Occident romain, 2002
Link

Suggerimento di citazione

Alfred Hirt; Philipp von Cranach: "Vicus (vico)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 15.01.2014(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007869/2014-01-15/, consultato il 06.10.2024.