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Aeroporti

Aree munite di piste di decollo e di atterraggio per aeromobili e dotate degli impianti necessari al traffico aereo civile e militare (Aviazione, Forza aerea).

Per le sporadiche esibizioni dei pionieri dell'aviazione bastavano le superfici erbose di terreni alla periferia delle città; qui nacquero, attorno al 1910, i primi aerodromi, fra cui quelli di Dübendorf e di Berna (Beundenfeld), nonché la stazione per dirigibili di Lucerna. La maggior parte degli odierni aeroporti civili dell'Altopiano risale al periodo tra le due guerre, spec. agli anni '30; in questo periodo ebbero inizio i voli di linea su rotte nazionali e intern. e quelli dell'aviazione postale. Gli impianti sorsero su iniziativa di privati cittadini entusiasti dell'aviazione, di aeroclub o di com.; per costruirli era necessario disporre di grandi superfici incolte (terreni collettivi, paludi, canneti) nelle immediate vicinanze delle città. Inizialmente la presenza di terreni paludosi e di colline nelle immediate vicinanze non costituiva alcun ostacolo per l'aviazione, cui bastavano corte piste erbose per aerei leggeri; la mancanza di spazio e l'aumento del volume dei Trasporti imposero con il tempo degli spostamenti (ad esempio da Dübendorf a Kloten, nel 1948) e richiesero la costruzione di costose piste, come quella di Zurigo-Kloten; in alcuni casi, come a Berna-Belp, la conformazione del terreno impedì che si effettuassero eventuali ampliamenti.

Sotto l'effetto del boom dell'aeronautica verificatosi in seguito alla guerra, le città di Ginevra, Basilea, Berna e Zurigo iniziarono a farsi concorrenza già durante il secondo conflitto mondiale, al fine di trarre profitto dalla prevista espansione del traffico aereo intern. Nell'immediato dopoguerra si assistette a una febbrile attività di potenziamento degli impianti esistenti: nel 1946 vennero ampliati l'aeroporto di Ginevra-Cointrin (fondato nel 1920) e quello di Basilea-Mulhouse, che fu trasferito in Alsazia (il corrispondente trattato con la Francia fu stipulato nel 1949), e nel 1948 quello di Zurigo. Berna, capitale fed., esaminò varie possibilità per la costruzione di un aeroporto intercontinentale; poiché tutti i progetti incontrarono forti resistenze, venne infine deciso l'ampliamento dell'aerodromo di Berna-Belp, in funzione dal 1929.

Manifesto per la votazione popolare del 26.6.1960, realizzato da Edi Hauri (Plakatsammlung der Schule für Gestaltung Basel, Münchenstein).
Manifesto per la votazione popolare del 26.6.1960, realizzato da Edi Hauri (Plakatsammlung der Schule für Gestaltung Basel, Münchenstein). […]

Il rapido sviluppo di altri aeroporti rese necessaria una ripartizione dei compiti e la definizione del ruolo dei singoli impianti nel contesto del traffico aereo sviz. Il primo piano generale della Conf. (1945) non prevedeva un solo aeroporto centrale, bensì una rete decentrata di quattro grandi aeroporti nazionali, aperti a voli europei e intercontinentali; vennero tuttavia realizzati soltanto quelli di Zurigo-Kloten (nettamente predominante), di Basilea-Mulhouse e di Ginevra-Cointrin. Gli aeroporti regionali di Altenrhein, Berna-Belp, Birrfeld (com. Lupfig), Ecuvillens, Grenchen, Losanna-la-Blécherette (1911), Les Eplatures (com. La Chaux-de-Fonds, 1916), Lugano-Agno, Samedan e Sion collegano invece le rispettive regioni al traffico intern.; fungono inoltre da punti di riferimento regionali per viaggi d'affari, voli turistici e per l'aviazione sportiva, come pure per la formazione e il perfezionamento del personale aviatorio. Soprattutto Berna-Belp e Lugano-Agno (e, in misura minore, anche Altenrhein e Sion) sono aperti a voli di linea del traffico aereo regionale. I 36 campi d'aviazione privati presenti sul territorio sviz. sono invece destinati all'aeronautica generale, alla formazione di piloti, all'aviazione sportiva e al turismo aereo, mentre i 24 eliporti sono riservati unicamente agli elicotteri. Gli aeroporti veri e propri sono vincolati a una concessione rilasciata dal Dip. fed. dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni; anche gli altri aerodromi necessitano comunque dell'autorizzazione dell'ufficio fed. dell'aviazione civile.

La metà ca. degli aeroporti è situata in pianura (Altopiano, zone di fondovalle), l'altra metà in regioni più elevate (Giura, Prealpi e Alpi: qui dominano gli eliporti e gli aerodromi militari). Singoli aeroporti, ad esempio quello di Sankt Moritz, sono destinati principalmente al turismo invernale. Non sono da considerare aeroporti in senso stretto i punti di atterraggio in zone montane, su creste e ghiacciai (tra cui quello sullo Jungfraujoch), utilizzati per la formazione di piloti e il trasporto di turisti, il cui numero è limitato a un massimo di 48.

Nel 2001 l'aviazione civile sviz. disponeva di una rete aeroportuale paragonabile a quella di altri Stati industrializzati dell'Europa occidentale che comprendeva in totale 86 impianti, di cui otto vecchi campi militari e tre scali militari aperti all'uso civile.

Riferimenti bibliografici

  • Bericht über die schweizerische Luftfahrtpolitik, 1980
  • Encycl.GE, 3, 190-194
  • Encycl.VD, 11, 237-240
Link

Suggerimento di citazione

Anne-Marie Dubler: "Aeroporti", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 08.12.2005(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007969/2005-12-08/, consultato il 18.04.2024.