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Stato civile

Il termine definisce in senso stretto le modalità con cui si registrano gli eventi che si verificano nella vita delle persone e l'ente pubblico incaricato di stilare i relativi atti (documenti). In senso lato include i registri parrocchiali (parrocchia) tenuti dalle chiese cattoliche e riformate, ampiamente utilizzati dagli storici della demografia per ricostruire la genealogia delle famiglie, in particolare durante l'ancien régime.

Con l'imperatore Marco Aurelio, a Roma entrò in vigore l'obbligo di registrare i nuovi nati (nascita) allo scopo di poter ulteriormente dimostrare la loro qualità di uomini liberi. La registrazione legale dei matrimoni fu invece introdotta solo con Giustiniano. Il Medioevo ignorò questa istituzione. L'origine dei registri parrocchiali rimane oscura. I più antichi registri di battesimo sono italiani e risalgono alla seconda metà del XIV secolo. In Svizzera comparvero alla fine del XV secolo (chiese di S. Germano e di S. Pietro a Porrentruy, 1481, e di S. Teodoro a Basilea, 1490). Da quest'epoca si moltiplicano le ordinanze vescovili che prescrivono la tenuta di questi registri.

Etichetta sulla copertina di un registro dei battesimi del 1794 (Archives cantonales vaudoises, Chavannes-près-Renens, Eb 83/4; fotografia Rémy Gindroz).
Etichetta sulla copertina di un registro dei battesimi del 1794 (Archives cantonales vaudoises, Chavannes-près-Renens, Eb 83/4; fotografia Rémy Gindroz). […]

La registrazione si generalizzò a partire dalla Riforma. Una delle prime preoccupazioni dei cantoni riformati fu di ordinare l'apertura di registri parrocchiali: nel 1526 a Zurigo, nel 1528 a Berna, nel 1541 a Neuchâtel e Ginevra, dove l'iniziativa venne promossa dallo stesso Giovanni Calvino. Ben presto, accanto all'obbligo della pubblicazione, si iniziò a registrare anche i matrimoni. Il caso dei decessi è invece diverso (morte). Avendo abolito il sacramento dell'estrema unzione, le Chiese riformate davano poca importanza alla sepoltura e lasciarono all'autorità civile il compito di registrare i decessi, ciò che quest'ultima, salvo eccezioni, non fece o fece solo tardivamente. A Ginevra, un funzionario giurato, chirurgo, venne incaricato di stabilire la causa del decesso; i primi «Libri dei Morti» risalgono al 1545. Negli altri cantoni riformati, simili registri fecero la loro apparizione nel XVII secolo, ma ebbero larga diffusione solo nel XVIII secolo. Con l'appello del 1708, rinnovato nel 1728, Berna impose ai pastori riformati di tenere anche il registro dei decessi.

Per l'Europa cattolica, nel 1563 il concilio di Trento emanò delle disposizioni generali sul modo di tenere i registri dei battesimi e dei matrimoni, lasciando la loro applicazione ai sinodi provinciali. Queste disposizioni furono completate per quanto riguarda i decessi dal Rituale Romano di Paolo V (1614). Dal 1570, tali decreti furono pubblicati nei cantoni cattolici della Svizzera centrale, a Soletta e Lucerna nel 1580, ma la maggior parte delle parrocchie iniziò a tenere dei registri solo dopo il 1600, se non addirittura dopo il 1650.

Durante la Repubblica elvetica, la legge del 15 febbraio 1799 impose ai comuni di tenere dei registri di stato civile (nascite, decessi e matrimoni). Questa disposizione fu abrogata nel 1801 e i registri furono nuovamente affidati agli ecclesiastici. In Vallese tuttavia, allora sotto dominio francese, lo stato civile fu laicizzato dal 1810 alla Restaurazione, e Ginevra, che aveva compiuto questo passo nel 1798, conservò uno stato civile laico.

Dal 1815, un cantone dopo l'altro cercò di unificare la gestione dei registri. Dal 1830 degli ufficiali dello stato civile sostituirono pastori riformati e parroci. In 11 cantoni e semicantoni (Zurigo, Lucerna, Obvaldo, Nidvaldo, Glarona, Basilea Città e Basilea Campagna, Appenzello Interno e Appenzello Esterno, Vaud e Neuchâtel) esistono statistiche sulle tappe della vita che coprono tutto il XIX secolo. Attorno al 1848 questa pratica era stata ufficialmente adottata nella maggior parte dei cantoni, ad eccezione di Berna, Uri, Zugo, Soletta, San Gallo, Grigioni, Ticino e Vallese.

Solo nel 1867 la Confederazione riuscì a imporre ai cantoni un sistema uniforme di presentazione e trasmissione dei dati all'Ufficio federale di statistica (UST). Spesso, infatti, i dati erano ancora registrati dagli ecclesiastici, senza metodo standardizzato. Infine, nel 1874, la nuova Costituzione dotò le autorità federali di una base legale in materia di registrazione del movimento della popolazione. La secolarizzazione dello stato civile suscitò tuttavia una forte opposizione negli ambienti conservatori cattolici e fu oggetto di dibattiti durante il Kulturkampf; la legge entrò in vigore solo nel 1876, dopo un referendum. Impose la creazione di circondari dello stato civile e di procedure uniformi in tutta la Svizzera, e attribuì all'UST la responsabilità di registrare le informazioni in base alle dichiarazioni individuali relative a matrimoni, nascite e decessi. A capo di ogni circondario, l'ufficiale dello stato civile era ormai la sola persona competente per compilare gli atti e la sola abilitata a celebrare i matrimoni.

Il Codice civile del 1907 riprese il sistema. Nel 1928, un'ordinanza introdusse tre nuovi registri: della legittimazione, dei riconoscimenti e della famiglia. Il registro della famiglia, sostituito da quello dello stato civile (2001), è custodito presso il comune di origine, attesta lo stato civile costantemente aggiornato dei cittadini di un comune (attinenti) e serve a certificare la nazionalità svizzera (diritto di cittadinanza).

Archivi in conserva. Cinegiornale svizzero, edizione n. 515 del 7 marzo 1952, versione sottotitolata a posteriori (Archivio federale svizzero, J2.143#1996/386#515-1#2*) © Cinémathèque suisse, Losanna e Archivio federale svizzero, Berna.
Archivi in conserva. Cinegiornale svizzero, edizione n. 515 del 7 marzo 1952, versione sottotitolata a posteriori (Archivio federale svizzero, J2.143#1996/386#515-1#2*) © Cinémathèque suisse, Losanna e Archivio federale svizzero, Berna. […]

Nel 1953, una nuova ordinanza fece chiarezza su alcuni punti e fu modificata in funzione delle grandi revisioni del Codice civile: diritto dell'adozione (1972), diritto del bambino (1977) – che comportò l'abolizione del registro delle legittimazioni –, diritto matrimoniale ed effetti del matrimonio in generale (1987). Le norme consacrate specificamente allo stato civile e alla conclusione del matrimonio furono modificate nel 1998 contemporaneamente alle disposizioni sul divorzio. Entrato in vigore il 1 gennaio 2000, questo testo ha abrogato la pubblicazione del matrimonio (fidanzamento). Per professionalizzare la funzione, fissa pure i criteri di formazione e il tasso di occupazione degli ufficiali dello stato civile. Gli emolumenti sono ormai gli stessi in tutta la Svizzera. Parallelamente a queste revisioni, nel 1988 è stata introdotta la possibilità di utilizzare strumenti informatici. Una nuova revisione del Codice civile (5 ottobre 2001) autorizza la Confederazione a gestire una banca dati centrale: dal 2005, tutti gli uffici dello stato civile svizzeri sono collegati al Registro informatizzato Infostar; tutti gli eventi riguardanti lo stato civile vengono documentati ormai solo in forma elettronica.

Riferimenti bibliografici

  • Hofer, Paul: «Die schweizerischen Zivilstandsregister. Ihre Entstehung und Entwicklung und ihr Verhältnis zur Statistik», in: Journal de statistique suisse. Organe de la Société suisse de statistique, 1907, pp. 427-463.
  • Vaucher, Gustave: «Registres paroissiaux et d'état-civil», in: Nouvelles de l'Association des archivistes suisses, 12, 1960, pp. 1-36.
  • Dupâquier, Jacques; Dupâquier, Michel: Histoire de la démographie. La statistique de la population, des origines à 1914, 1985.
  • Jäger, Martin; Siegenthaler, Toni: Das Zivilstandswesen in der Schweiz, 1998, specialmente pp. 25-47.
Link

Suggerimento di citazione

Alfred Perrenoud: "Stato civile", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 21.01.2021(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007986/2021-01-21/, consultato il 08.09.2024.