Autrice/Autore:
Wolfgang Göldi
Traduzione:
Valerio Ferloni
Il principato abbaziale di S. comprendeva i territori soggetti al potere temporale dell'abate di S.; (720 ca.: monasterium sancti Gallonis; 745: monasterium sancti Galli; 1290: gozhus zu sante Gallen; 1702: monasterium Principale S. Galli). Centro della signoria territoriale era il convento benedettino, situato nella città di S. Fondato nel 719 vicino alla tomba di Gallo e soppresso nel 1805, il monastero, situato presso la cascata del fiume Steinach tra il lago di Costanza e l'Alpstein, apparteneva alla diocesi di Costanza. Nel 1613 fu istituito il tribunale vescovile di S., ciò che sottrasse le parrochie sangallesi alla giurisdizione episcopale. I santi patroni sono Gallo (festeggiato il 16 ottobre) e, dall'883, Otmar (festeggiato il 16 novembre).
Veduta della chiesa e del chiostro dell'abbazia. Acquaforte colorata realizzata attorno al 1790 daJohann Conrad Mayrsulla base di un disegno diJohann Michael Beer von Bildstein (Kantonsbibliothek Vadiana St. Gallen, GS o 35/23a).
[…]
L'ascesa al rango di abbazia imperiale risale alla prima metà del IX sec.; il titolo di principe abate è attestato per la prima volta nel 1207. Se sul piano formale il principato abbaziale fino alla sua soppressione fece parte del Sacro Romano Impero, dal XVII sec. non figurò più nelle matricole imperiali. L'influente convento, dal 1451 anche Paese alleato della Conf., nel ME disponeva di possedimenti fondiari vasti ma frammentati, che in parte si estendevano fino alla Germania meridionale. In epoca moderna la signoria territoriale comprendeva l'Alte Landschaft (detta anche Fürstenland), la contea del Toggenburgo (o Neue Landschaft), acquistata nel 1468, le signorie di Ebringen e Norsingen in Brisgovia, quella di Neuravensburg nel Württemberg nonché numerose basse giurisdizioni nel Rheintal e nel baliaggio comune di Turgovia. Sopravvissuto alla Riforma, fino al 1798 il principato abbaziale costituì un'entità statale autonoma. Il complesso conventuale (Stiftsbezirk) si trovava all'interno della città di S., dal 1528 rif., a sua volta attorniata dall'Alte Landschaft. Alla fine del XVIII sec. ca. 95'000 persone vivevano nel principato abbaziale, integrato nel 1803 nel neocostituito cant. S. La giurisdizione spirituale passò da Costanza all'amministratore apostolico Franz Bernhard Göldlin von Tiefenau (1815) e poi alla diocesi di Coira (1819), alla doppia diocesi di Coira-S. (1823) e infine alla diocesi di S. (1847).
Sviluppo e organizzazione interna fino al tardo Medioevo
Gli inizi
Autrice/Autore:
Ernst Tremp
Traduzione:
Valerio Ferloni
Sostenuto dal clero di Arbon e dal duca Gunzo, attorno al 612 il frate irlandese-franco Gallo, compagno del monaco itinerante irlandese Colombano il Giovane, si stabilì come eremita presso la cascata della Steinach. La sua regola, che coniugava elementi iro-colombaniani e benedettini, venne trasmessa ai discepoli che si unirono a lui. Gallo, morto in età molto avanzata ad Arbon un 16 ottobre di un anno imprecisato (640/650 ca.), fu sepolto nel proprio oratorio nelle vicinanze della Steinach. I suoi compagni e poi altri sacerdoti tennero vivo il culto del santo e ne custodirono la tomba, nei cui pressi la pop. cercava rifugio in caso di pericolo; la cella dell'eremita riuscì così a perdurare nel tempo.
Il monacoHartkerconsegna la sua opera a S. Gallo. Disegno a penna realizzato attorno al 990-1000 tratto dall'Antiphonarium officii (Stiftsbibliothek St. Gallen, Cod. Sang. 390, p. 11; e-codices).[…]
Dal 719 il primo abate Otmar, che aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale presso la sede vescovile di Coira, trasformò la comunità in un vero e proprio convento. Il monastero venne fondato su iniziativa di Waltram, signore fondiario e tribuno di Arbon, sostenuto a sua volta da Carlo Martello, maestro di palazzo franco. Vicino al convento Otmar creò un ospizio per poveri e un lebbrosario. I primi monaci furono originari della Rezia come quest'ultimo; in seguito entrarono nel convento anche membri della nobiltà locale alemanna. Per il periodo dell'abbaziato di Otmar, il registro dei professi annovera 53 nomi. Due membri della comunità, Magno da Füssen e Teodoro, furono missionari in Algovia e fondarono monasteri a Kempten e a Füssen. La crescita del numero di monaci andò di pari passo con il rafforzamento economico dell'abbazia, a cui furono trasmessi molti possedimenti in Turgovia, nello Zürichgau e più in generale nell'area alemanna fino al Neckar. Tra i donatori spicca la stirpe di Beata, insediata lungo il bacino superiore del lago di Zurigo.
Grazie alla mediazione del maestro di palazzo franco Carlomanno (fratello di Pipino il Breve), che in occasione del suo viaggio a Roma nel 747 visitò la tomba di Gallo, il convento adottò la regola di Benedetto da Norcia. Dopo l'annessione dell'Alemannia da parte dei Franchi seguita all'udienza di Cannstatt (746), Otmar entrò in conflitto con questi ultimi, rappresentati dai conti Ruthard e Warin, poiché le ricche donazioni al monastero alemanno sottraevano proprietà fondiarie ai Carolingi. Per aver protestato contro l'appropriazione di beni conventuali da parte di conti franchi, nel 759 venne catturato e confinato sull'isola di Werd nei pressi di Eschenz, dove morì il 16 novembre dello stesso anno. Dieci anni più tardi le sue spoglie vennero traslate a S. Attorno al 759/760 un accordo sancì la dipendenza dal vescovo di Costanza, da cui l'abbazia riuscì però gradualmente ad affrancarsi nel corso del IX sec. Dall'imperatore Ludovico il Pio ottenne l'immunità (818), mentre l'imperatore Ludovico il Germanico concesse la libera elezione dell'abate (833) e la soppressione degli ultimi censi dovuti al vescovo di Costanza (854). S. ascese così al rango di abbazia imperiale. Malgrado il rapporto di dipendenza, nella seconda metà dell'VIII sec. i possedimenti fondiari e il numero di monaci erano peraltro cresciuti e il convento si era rafforzato. Si era anche formato un prolifico scriptorium, di cui il primo scrivano noto fu Winitharius. Lo scriptorium e la biblioteca furono sostenuti anche da Waldo, abate di S. (782-784) e poi anche di Reichenau e Saint-Denis nei pressi di Parigi.
Periodi di splendore e minacce durante il Medioevo
Autrice/Autore:
Ernst Tremp
Traduzione:
Valerio Ferloni
Pianta dell'abbazia di San Gallo. Disegno a inchiostro di china su pergamena realizzato attorno all'820 (Stiftsbibliothek St. Gallen, Cod. Sang. 1092; e-codices).
[…]
Con Gozbert, abate dall'816 all'837, ebbe inizio un primo periodo di grande splendore. Gozbert incrementò le proprietà fondiarie, unificò l'amministrazione dei possedimenti sparsi, introdusse la prassi di registrare i documenti in base a 36 capitoli territoriali e nell'830 promosse la realizzazione della nuova basilica a tre navate dedicata a S. Gallo e, probabilmente, anche del nuovo complesso conventuale. La costruzione, realizzata fra l'altro dai monaci Winihart, Isenrich e Ratger, doveva rispondere alle esigenze della riforma monastica compiuta sotto Ludovico il Pio e alle molteplici funzioni di un grande convento carolingio. È probabile che Gozbert si ispirò alla pianta dell'abbazia, presumibilmente a lui dedicata, che i monaci di Reichenau sotto la guida del bibliotecario Reginbert avevano allestito nell'819 (o nell'826-830 ca.) per conto del loro abate Haito. Tale documento, il più antico del suo genere conservato per l'Europa medievale, mostra la planimetria di un convento ideale dell'epoca carolingia. Sotto Gozbert lo scriptorium si sviluppò ulteriormente con il copista Wolfcoz I.
A Gozbert successe Grimald (841-872), in veste di gran cancelliere di Ludovico il Germanico una delle personalità più influenti del regno franco orientale. Ulteriori abati importanti furono Hartmut (872-883) e Salomon (890-920), che con il nome di Salomon III rivestì contemporaneamente la carica di vescovo di Costanza. Il fatto che gli abati ricoprissero anche funzioni di prestigio nell'Impero portò vantaggi al monastero, dove soggiornarono re e imperatori.
Piatto anteriore in avorio della rilegatura dell'Evangelium longum, intagliato attorno all'895 dal monacoTuotilo (Stiftsbibliothek St. Gallen, Cod. Sang. 53; e-codices).
[…]
Pure la scuola conventuale, che formava non soltanto monaci ma anche membri dell'élite laica o ecclesiastica provenienti da un'ampia area circostante, conobbe un periodo di fioritura. Essa servì da anello di congiunzione tra la vita interna del convento e il mondo esterno. Probabilmente per questo motivo nella già cit. pianta dell'abbazia dell'inizio del IX sec. la scuola non si trovava nel settore soggetto a clausura (come ad esempio l'edificio dei novizi), ma tra la foresteria e la dimora dell'abate, figurando così tra gli edifici pubblici. Vi insegnarono i monaci Iso (871), alemanno, e Moengal, irlandese, detto anche Marcellus. Notker il Balbuziente (912), maestro della sequenza, il maestro Ratpert (911 ca.) e Tuotilo (dopo il 912) arricchirono la liturgia con le loro opere. Tuotilo intagliò le tavolette in avorio recanti il suo nome, già appartenute a Carlomagno, che furono utilizzate per rilegare l'Evangelium longum, di cui il copista e miniaturista Sintram realizzò il testo e le iniziali. Soprattutto la visita dell'imperatore Carlo III il Grosso nell'883 stimolò la vita artistica e letteraria del convento (opere storiografiche e poetiche). Con il calligrafo Folchardus e i suoi successori lo scriptorium produsse manoscritti contraddistinti da iniziali istoriate di grande pregio artistico; all'epoca la biblioteca contava oltre 400 volumi, per un totale di ca. 600 opere. Perciò per l'abbazia sangallese l'epoca tardocarolingia è anche definita come "età dell'oro".
L'Invasione degli Ungari del 926, che non toccò la biblioteca e il tesoro dell'abbazia, preventivamente evacuati, ma costò la vita alla reclusa Wiborada, e l'incendio del 937 rappresentarono un duro colpo per l'abbazia. Verso la metà del X sec. ebbe inizio un nuovo periodo di fioritura, che sul piano dei rapporti esterni culminò con la visita dell'imperatore Ottone I e della sua corte (972). Le figure di spicco di questa cosiddetta età dell'argento furono Notker il Medico, Ekkehard I, decano, Ekkehard II, il recluso Hartker, Notker il Teutonico - che come rettore della scuola conventuale fu tra i massimi artefici della lingua ted. nel ME - ed Ekkehard IV, che nella sua continuazione del Casus sancti Galli descrisse la storia del monastero dall'870 ca. al 972. Sotto l'influenza di Ottone I l'abbazia, dopo una visita pastorale di vescovi e abati (966 ca.), aderì alla riforma monastica ottoniana e adottò gli statuti di Kerbodo, abate di Lorsch, ma rifiutò il disegno riformatore di più vasta portata del monaco di Treviri Sandrat, che soggiornò nel convento nel 972-973.
Abati del convento di San Gallo - Helvetia Sacra, III/2
Dalla rinascita spirituale del X sec. scaturì un'intensa attività edilizia. Sotto gli abati Purchart (958-971), Notker (971-975) e Ymmo (976-984) vennero erette le cappelle di S. Gallo, di S. Giovanni e del S. Sepolcro nonché la chiesa di S. Lorenzo, fu decorata la chiesa abbaziale e venne ultimata la cinta muraria attorno al convento e all'abitato attiguo. La scuola, la liturgia e l'arte sangallesi esercitarono una forte influenza ad Einsiedeln, Magonza, Augusta - dove fu vescovo Ulrich, ex allievo della scuola conventuale e protetto di Wiborada - e perfino in Ungheria, grazie all'attività missionaria del monaco sangallese Prunward, che nel 974 ca. battezzò il principe Geza. Il più eminente abate dell'XI sec., Norbert di Stablo (Stavelot, Ardenne), durante il suo mandato (1034-72) introdusse la riforma lorenese contro la volontà dei monaci e rinnovò le pratiche liturgiche (Riforma medievale). In quel periodo vennero anche dissodate le valli interne appenzellesi; nel 1071 ad Appenzello fu eretta la chiesa privata abbaziale di S. Maurizio.
Decadenza e rinnovamento nel tardo Medioevo
Autrice/Autore:
Ernst Tremp
Traduzione:
Valerio Ferloni
Verso la fine dell'XI sec. l'abbazia, uno dei principali capisaldi del Sacro Romano Impero in terra alemanna, venne coinvolta nella lotta delle investiture che oppose l'imperatore Enrico IV e papa Gregorio VII. Ulrich von Eppenstein, abate dal 1077 al 1121, dal 1086 anche patriarca di Aquileia, seguì una politica filoimperiale. Si presume che con le reliquie di S. Fede, di cui era entrato in possesso in seguito a un pellegrinaggio ad Agen (Aquitania), nel 1085 abbia fondato l'omonima chiesa; inoltre fu il fondatore del convento di S. Gallo a Moggio (Friuli).
Ulrich von Eppenstein fu il primo di una serie di abati nobili, attivi soprattutto sul versante politico e militare e preposti a un ristretto numero di monaci anch'essi nobili. Nei conflitti fra il papato e gli Staufer, l'abbazia si schierò con questi ultimi. Ulrico de Sacco, abate dal 1204 al 1220, nella contesa per Rheineck venne sconfitto nella battaglia sul Breitfeld dal vescovo di Costanza nell'agosto del 1208. Konrad von Bussnang, abate dal 1226 al 1239, fu un consigliere importante di re Enrico VII di Germania e un importante sostegno per l'imperatore Federico II, che lo aiutò a sua volta ad acquisire la cittadina di Wil (1236) dopo un dissidio scoppiato in seno alla stirpe comitale dei von Toggenburg ("fratricidio toggenburghese", 1226). Nel 1287-88 scoppiò un conflitto tra l'abate Wilhelm von Montfort e re Rodolfo I d'Asburgo, poiché quest'ultimo fondò il piccolo nucleo urbano di Schwarzenbach (detto anche Trutz-Wil) vicino a Wil e insediò (1288) un anti-abate (Konrad von Gundelfingen, in carica fino al 1291).
Sigillo del convento in uso tra il 1293 ca. e il 1798 (Stiftsarchiv St. Gallen).
[…]
Malgrado l'abilità dimostrata da diversi abati dell'XI-XII sec. in ambito politico e amministrativo, il convento registrò un declino sul piano economico, dovuto all'alienazione di beni alla nobiltà laica, al conferimento di feudi a ministeriali, ai costi della corte abbaziale e agli impegnativi servizi prestati ai sovrani. Ne derivò un esaurimento dello slancio intellettuale e l'inizio della cosiddetta età del ferro, durata fino alla seconda metà del XV sec. L'attività dello scriptorium, che nel XII sec. produsse ancora una serie di manoscritti, si arrestò attorno al 1200. La cronaca conventuale di Ratpert e di Ekkehard IV fu proseguita prima da tre monaci anonimi e da Conradus de Fabaria (fino al 1234), e poi - in ted., con il titolo di Nüwe Casus Monasterii - dal cronista e cittadino sangallese Christian Kuchimeister (1335).
Il capitolo di Petershausen, tenutosi nel 1417 a margine del Concilio di Costanza, diede avvio alla riforma interna nel XV sec. Visite pastorali ordinate da papa Martino V portarono alla deposizione dell'abate Heinrich von Gundelfingen e all'insediamento di riformatori come Konrad von Pegau, originario della Sassonia, e Heinrich von Mansdorf. Con l'ausilio di monaci giunti da Hersfeld (Assia, 1429/30), e Kastl (Baviera, fine anni 1430-40), l'abate Eglolf Blarer von Girsberg cercò di ripristinare la decaduta vita comunitaria. Dopo il 1442 e di nuovo nel 1454 Kaspar von Landenberg, abate dal 1442 al 1463, chiamò a S. confratelli del convento di Wiblingen (presso Ulma), influenzati dalle riforme delle abbazie benedettine di Subiaco (Lazio) e di Melk (Bassa Austria). Inizialmente i suoi tentativi di riforma fallirono poiché i conventuali si opposero alla restrizione delle loro libertà personali, ma poi la comunità crebbe. Dato che un ostacolo al rinnovamento era la precarietà della situazione finanziaria, von Landenberg considerò l'ipotesi di trasformare l'abbazia in un capitolo collegiale sotto la tutela dalla città di S. e quindi dotato di scarsa autonomia, ma i monaci e i cant. protettori si opposero con successo a tale soluzione.
Artefice della svolta fu l'energico Ulrich Rösch, abate dal 1463 al 1491, che senza aderire a una congregazione di orientamento riformatore rinnovò la disciplina monastica introducendo severe norme di clausura, varando un ordinamento per i frati laici dell'ospedale di S. Otmar (forse risalente a un'istituzione fondata dal santo al di fuori del convento) e compiendo visite pastorali (1469, 1485). Oltre a garantire le necessarie risorse economiche alla scuola conventuale inviò giovani monaci nelle Univ. e favorì il riordino e l'ampliamento della biblioteca grazie a nuove accessioni. L'opera di rinnovamento comprese anche la costruzione del nuovo convento di Mariaberg presso Rorschach e il nuovo coro della chiesa abbaziale, ultimato nel 1483. Rösch promosse inoltre il pellegrinaggio alla Madonna del Cancello nella chiesa abbaziale, che fino alla Riforma attirò numerosi devoti anche da altre regioni.
Sviluppo esterno ed evoluzione territoriale fino alla fine del Medioevo
Dalla signoria fondiaria alla signoria territoriale
Autrice/Autore:
Ernst Tremp
Traduzione:
Valerio Ferloni
Documento di Beata del 29.11.741/745 (Stiftsarchiv St. Gallen).
[…]
Numerosi conferimenti di beni e diritti consentirono al convento di creare una signoria fondiaria dall'VIII sec. Verso il 900 quest'ultima comprendeva ca. 4000 mansi a destra e a sinistra del Reno, con 1897 contadini tenuti a tributi e corvée. I monaci erano un centinaio; le attività economiche e artigianali nel complesso conventuale occupavano in totale ca. 170 persone. I ca. 800 atti conservati risalenti al 750-920 ca., che rappresentano uno dei più cospicui fondi documentari per l'alto ME (oggi conservati nell'archivio dell'abbazia), testimoniano la fioritura economica del monastero. Nei sec. centrali del ME si registrò un passaggio graduale da un'economia curtense alla riscossione di censi fondiari. L'abbazia abbandonò in larga misura il sistema della gestione agricola diretta: la pars dominica fu ridotta e la riserva signorile suddivisa e concessa ai contadini in cambio di un canone fisso. Quanto ai prepositi esterni, che servivano da tramiti tra l'abate e i maiores nell'amministrazione signorile, gli unici ancora documentati nel XIII sec. si trovavano in Brisgovia e in Borgogna (Argovia).
Un elenco di beni e tributi del XIII sec. menz. 36 poderi appartenenti al monastero. Tali possedimenti, ubicati soprattutto nella zona fra Rorschach e Wil, nella bassa valle del Reno, nel Toggenburgo inferiore, nell'Appenzello e nella Turgovia orientale, attorno al 1300 formavano il nucleo della signoria fondiaria abbaziale; nei dintorni di S. e nell'Appenzello il convento disponeva inoltre di ampi diritti signorili. Erano a rischio di perdita spec. le terre detenute in regioni più lontane come l'Alta Argovia, lo Zürichgau, la Germania meridionale e il Vorarlberg, dove il monastero era titolare di vaste proprietà. L'affermazione dei diritti signorili nelle aree molto distanti da S. si rivelò spesso difficile. I compiti nell'amministrazione dei beni conventuali erano suddivisi tra l'abate, il decano, il camerario, il preposito, il gran cellario, il portinaio, il custode e l'hospitarius.
La signoria fondiaria abbaziale includeva anche il possesso di chiese private. La predicazione religiosa e la cura delle anime, pur non rientrando tra le finalità originarie del monachesimo benedettino, divennero un compito importante per il convento. Entro il XIII sec. si sviluppò una fitta rete di chiese private. Attorno al 926 se ne contavano 44, spesso affiancate da una curtis come centro amministrativo signorile. Nei sec. centrali del ME se ne aggiunsero altre 17 (di nuova fondazione oppure acquistate), mentre un elenco stilato nel 1266 ca. da Berchtold von Falkenstein ne menziona ulteriori due nelle diocesi di Coira e di Costanza, per un totale di 63 chiese private.
Dal IX sec. l'abbazia detenne anche poteri più propriamente politici. Le prime competenze signorili di tipo non solo fondiario ma anche territoriale risalgono al IX sec. L'abate Ulrico de Sacco nel 1207 ottenne in feudo i diritti di regalia da re Filippo di Svevia, che lo elevò al rango di principe dell'Impero; nel 1217 ricevette le insegne pontificali da papa Onorio III. Nel corso dei sec. centrali del ME avvenne il passaggio a signoria territoriale; l'abbazia divenne una potenza regionale, fondò o ampliò città come Wil, Altstätten o Wangen im Allgäu e creò un apparato di potere feudale con una vasta rete di ministeriali. Gli abati erano circondati anche da numerosi nobili, che oltre a svolgere compiti amministrativi li assistevano nelle spedizioni belliche e nelle attività al servizio dell'Impero. In veste di principi dell'Impero, gli abati mantenevano una corte con le quattro cariche ereditarie di siniscalco (esercitato dai cavalieri nobili von Singenberg nel XIII sec. e poi dai von Bichelsee), maresciallo (attribuita ai von Falkenstein), coppiere (von Landegg) e camerario (Giel von Glattburg). In occasioni particolari fungevano da siniscalchi i duchi di Svevia, da coppieri i duchi von Teck (poi i conti von Hohenberg), da camerari i baroni von Regensberg e da maniscalchi il casato nobile di Hohenzollern. Durante l'abbaziato di Berchtold von Falkenstein, nel giorno di Pentecoste del 1270 a S. si tenne un grande torneo cavalleresco, che vide la partecipazione di ca. 900 nobili e la nomina di 99 cavalieri.
Il mutamento del contesto economico nel corso dei sec. centrali del ME, il passaggio a un sistema basato sui censi fondiari e spec. la crisi agraria del tardo ME, problemi interni al convento, il coinvolgimento nelle vicende politiche, nel servizio per l'Impero, in guerre e faide nonché l'ascesa e la crescente autonomia della città di S. precipitarono l'abbazia in una crisi intensa e prolungata. Il salvataggio della signoria abbaziale e la sua trasformazione in uno stato territoriale moderno fu merito di Ulrich Rösch, primo abate di estrazione non nobile. Grazie a Rösch, considerato il rifondatore dell'abbazia, il convento riuscì a riacquisire i diritti del balivo imperiale, spesso frammentati, nell'Alte Landschaft (da Wil a Rorschach), e a uniformare i propri diritti signorili. Dal 1463 emanò ordinamenti omogenei per 23 basse giurisdizioni; lo status di servi ecclesiastici (Gotteshausleute), che rifletteva appunto una condizione servile, venne esteso a tutti gli ab. del principato abbaziale. Lo statuto (Landsatzung), la cui prima versione risale al 1468, servì inoltre a imporre una legislazione, una signoria territoriale e un'amministrazione unitarie. Rösch e i suoi immediati successori suddivisero l'Alte Landschaft in distr. amministrativi (Landshofmeisteramt, Rorschach, Oberberg, Wil, Romanshorn), con tribunali di alta giustizia a Rorschach, Sankt Fiden, Gossau e Wil. Lo stesso Rösch creò le nuove cariche di cancelliere e di intendente generale (Hofmeister), le cui prerogative si estendevano sull'intero principato abbaziale, e un Consiglio palatino (Pfalzrat, denominato anche Tribunale palatino), che già in precedenza esercitava probabilmente la funzione di istanza giudiziaria d'appello.
Rapporti con la città di San Gallo e con Appenzello
Autrice/Autore:
Ernst Tremp
Traduzione:
Valerio Ferloni
I rapporti tra l'abbazia e la città di S., sorta dal X sec. alle porte del convento, furono assai stretti ma anche antagonistici. Sin dall'epoca dell'abate Otmar servitù, artigiani e commercianti si stabilirono nei dintorni del monastero. Per proteggersi dagli attacchi esterni (ad esempio dagli Ungari), gli abati Anno (953/954) e Notker (971-975) fecero erigere una cinta muraria che inglobava anche l'abitato circostante. Per ottenere l'indipendenza sul piano giur. dal convento, questo insediamento, economicamente fiorente, impiegò cinque sec.; nel tardo ME il processo graduale di emancipazione della città comportò tensioni e conflitti a volte gravi. Nel corso del XIII sec. si registrò una transizione all'immediatezza imperiale; tuttavia, malgrado le libertà concesse dai sovrani e l'elevazione al rango di città libera dell'Impero all'inizio del XV sec., i rapporti tra la città e il monastero rimasero molto stretti. Ancora nel XIV sec. l'Ammann di S. agiva in qualità di rappresentante del convento, ed era affiancato da un Consiglio di 12 membri nominati dall'abate. Nelle franchigie del 1291, concesse dall'abate Wilhelm von Montfort e ispirate a una carta precedente emanata dall'abate Ulrich von Güttingen nel 1272/73, la giurisdizione cittadina ("fra quattro croci") è per la prima volta delimitata con precisione. Nel territorio urbano la bassa giustizia spettava all'abate, mentre l'alta giustizia era esercitata da un balivo imperiale, scelto tra la cittadinanza. In seguito all'introduzione di un regime corporativo a metà del XIV sec., i Consigli nominati dall'abate ebbero un'importanza sempre minore.
Nemmeno Kuno von Stoffeln, abate dal 1379 al 1411, riuscì a porre un freno al processo di riscatto ed emancipazione nell'area appenzellese. Le guerre di Appenzello (1401-29) comportarono di fatto la fine del dominio abbaziale in quei territori. Arbitrati conf. confermarono l'indipendenza della pop. locale, obbligandola però a continuare a versare alcuni tributi, impegno che Appenzello riconobbe ufficialmente nel 1429.
Sviluppi politici e istituzionali nel XV secolo
Autrice/Autore:
Ernst Tremp
Traduzione:
Valerio Ferloni
Dopo i disordini legati alle guerre di Appenzello, nel 1437 l'abate Eglolf Blarer von Girsberg firmò con Svitto un trattato ventennale di comborghesia, che rappresentò un primo passo di avvicinamento politico alla Conf. Nel 1451 l'abate Kaspar von Landenberg stipulò a sua volta un patto perpetuo di comborghesia con i cant. protettori Zurigo, Lucerna, Svitto, Glarona, con cui il principato abbaziale divenne un Paese alleato della Conf. Nel 1454 un'alleanza con la Conf. fu siglata anche dalla città di S., che nel 1457, grazie alla mediazione di Berna, poté riscattare dall'abbazia diversi diritti importanti (pesi e misure, nomina dell'Ammann o del maestro monetiere) e venne esonerata dall'omaggio solenne all'abate.
Con l'acquisto della contea del Toggenburgo (1468), Ulrich Rösch riuscì ad aggregare al principato abbaziale una regione prealpina economicamente fiorente. Rispetto al territorio compatto fra Rorschach e Wil, da allora denominato Alte Landschaft, il Toggenburgo godeva di una relativa autonomia dall'abate, che aveva rilevato le prerogative comitali; legato a Svitto e a Glarona da patti di comborghesia, disponeva inoltre di un proprio Consiglio, ciò che limitava il potere di S. Nel 1479 l'abate Rösch rafforzò i legami con i Conf. grazie a un trattato che conferiva ai quattro cant. protettori il diritto di designare il capitano di Wil, una sorta di balivo. Parallelamente l'abate cercò di valorizzare il suo ruolo di principe dell'Impero, aspirò alla legittimazione imperiale della sua politica e promosse notevoli opere di rappresentanza.
Per sottrarre l'abbazia alla morsa della città di S., lo stesso Rösch progettò, con il consenso dell'imperatore e del papa, di trasferire il monastero a Rorschach. Il piano fu sventato con la forza dalla pop. sangallese e appenzellese in occasione del sacco del convento di Rorschach (28.7.1489), in seguito al quale il nuovo complesso quasi ultimato fu distrutto. Nel prosieguo del conflitto, denominato anche guerra di S., i Conf. sconfissero i nemici dell'abbazia (febbraio 1490) e imposero la pace di Einsiedeln (7.3.1490), affermandosi definitivamente come potenza dominante nella Svizzera nordorientale. Durante la guerra di Svevia, sotto Gotthard Giel von Glattburg vennero stabiliti definitivamente i confini del principato abbaziale; quelli con il baliaggio comune di Turgovia furono ridefiniti con i cant. conf. nel 1501.
Dal 1504 al 1805 il convento e principato abbaziale di S. fu retto e amministrato da 14 abati; gli abbaziati risultarono quindi piuttosto lunghi (in media 21,5 anni, con un minimo di due e un massimo di 36). I più importanti furono Diethelm Blarer von Wartensee (1530-64), Bernhard Müller (1594-1630) e Cölestin Gugger von Staudach (1740-67); quale teologo si distinse Celestino Sfondrati (1687-96).
La residenza (Hof) di Wil (SG). Disegno a penna acquerellato di Johann Melchior Füssli,1713 ca. (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv).
[…]
Durante l'età moderna il monastero fu a capo di un'entità statale vasta e popolosa. Il suo nucleo era costituito dall'Alte Landschaft con la città di Wil, che serviva anche da residenza secondaria agli abati. In quest'area, denominata anche Fürstenland, il potere dell'abbazia era assoluto e il popolo non aveva alcun diritto di partecipazione alle decisioni.
Scritto polemico contro l'abate di San Gallo, redatto daHans Conrad Escher vom Glas,esperto di diritto, e pubblicato dai cantoni Zurigo e Berna nel 1713 (Staatsarchiv Zürich).
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Dal 1468 il principato abbaziale comprese anche la contea del Toggenburgo, suddivisa in un baliaggio superiore (Oberamt) e in uno inferiore (Unteramt); a differenza di quanto avveniva nell'Alte Landschaft, il principe abate disponeva di poteri limitati ed esercitava una monarchia costituzionale. Nel Toggenburgo, dal 1540 esistettero due Consigli, entrambi formati esclusivamente da personalità locali: il primo era designato dal principe abate, il secondo era composto da membri eletti dai com. Gli ab. del Toggenburgo potevano quindi influenzare le decisioni politiche e perfino vagliare la compatibilità delle disposizioni emanate dal Consiglio di nomina abbaziale con le franchigie della contea. Nel Rheintal sangallese, dal 1490 baliaggio comune, l'abbazia disponeva di ampie proprietà fondiarie ed era titolare di numerose basse giurisdizioni. Per quanto riguarda la signoria territoriale si trovava in concorrenza con i cant. conf., che esercitavano la sovranità (soprattutto l'alta giustizia) tramite un proprio balivo. Al di fuori degli odierni confini cant., il principato abbaziale possedeva beni e diritti nel baliaggio comune di Turgovia (ad esempio il Berggericht amministrato dal baliaggio di Wil) e nell'area zurighese; nella Germania meridionale inoltre era titolare delle signorie di Ebringen e Norsingen in Brisgovia, della signoria di Neuravensburg a nord di Lindau e della parrocchia di Wasserburg sul lago di Costanza.
Il sistema politico del principato abbaziale di San Gallo nel XVIII secolo
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Il convento si occupava direttamente dell'amministrazione del territorio, ricorrendo comunque anche a funzionari laici designati dal principe abate. L'amministrazione era sostanzialmente suddivisa in un apparato civile e in uno ecclesiastico; gli esponenti del secondo erano anteposti a quelli del primo. Tra i monaci titolari di cariche assunsero rilevanza soprattutto gli economi (Statthalter); i più importanti operavano a S., Wil, Rorschach, Sankt Johann nella valle della Thur ed Ebringen. Essi costituivano i massimi rappresentanti dell'abbazia sul piano locale e sovrintendevano ai confratelli in loco e all'economia delle rispettive parrocchie. L'abate badava a che questi monaci molto impegnati non trascurassero la vita spirituale e la fedeltà alla regola in favore dei loro compiti amministrativi. Ai vertici dell'amministrazione laica nello Stiftsbezirk vi erano il governatore (Landshofmeister), il cancelliere di corte e l'amministratore dei feudi. I balivi nell'Alte Landschaft risiedevano a Rorschach e Gossau (baliaggio di Oberberg), nel Toggenburgo a Lichtensteig, Iberg e Schwarzenbach, nel baliaggio comune di Turgovia a Romanshorn. Nel Rheintal i principali rappresentanti dell'abbazia erano il balivo con sede a Blatten, incaricato del controllo sul locale traghetto sul Reno, il pres. del tribunale (Gerichtsammann) di Altstätten e il balivo residente nella fortezza di Rosenburg a Berneck, che tra l'altro sorvegliava la riscossione dei tributi vinicoli nel Rheintal e il trasporto del vino a Rorschach. Dei due massimi tribunali del principato abbaziale, i Consigli palatini di S. e Wil, facevano parte sia alti funzionari laici sia monaci di rango superiore; questi ultimi ne assumevano la direzione (a S. il decano, a Wil l'economo). L'alta giustizia era amministrata da laici (a S. dal governatore, a Wil dal balivo imperiale). Come i principali tribunali, anche il Consiglio segreto, che comprendeva i più stretti consiglieri del principe abate, era formato sia da religiosi sia da laici.
I principi abati succeduti a Ulrich Rösch cercarono con successo di proseguire la sua opera. Franz Gaisberg fu confrontato con la Riforma, introdotta nella città di S. da Vadiano nel 1528-29. Alla fine di febbraio del 1529 si verificarono episodi di iconoclastia nella chiesa abbaziale. La nuova fede attecchì nelle campagne appenzellesi, nel Rheintal, nell'Alte Landschaft e nel Toggenburgo (dove si diffuse grazie a Ulrich Zwingli). Gaisberg si ritirò nel castello di S. Anna a Rorschach, dove morì nel marzo del 1529; gli succedettero Kilian Germann (1530), poi Diethelm Blarer von Wartensee. Nel 1530 Zurigo e Glarona, due dei quattro cant. protettori dell'abbazia, vendettero gli edifici conventuali alla città di S. Nel 1528 il sinodo dei parroci toggenburghesi varò un ordinamento ecclesiastico ispirato alla Riforma, ponendosi così in opposizione al principato abbaziale. Zurigo si servì dei contrasti confessionali per imporre il suo dominio sui territori dell'abbazia, che perse quindi provvisoriamente le regioni soggette. La seconda guerra di Kappel (1531), che oppose i cant. rif. alla Svizzera centrale rimasta catt., vide però la sconfitta di Zurigo e la morte di Zwingli. La città di S., i cui interessi non furono tenuti in considerazione dai cant. rif. nella composizione del conflitto, ne uscì perdente. Dopo la fine delle ostilità, nel febbraio del 1532 l'abbazia e la città raggiunsero un accordo, per cui quest'ultima dovette cedere nuovamente lo Stiftsbezirk e indennizzare finanziariamente il monastero. In seguito la città, stretta all'interno del principato abbaziale, non ebbe più la possibilità di espandersi territorialmente.
L'1.3.1532 il principe abate Diethelm Blarer von Wartensee poté reinsediarsi nel convento e ristabilire rapidamente la signoria territoriale abbaziale. In seguito Blarer impose con successo la Controriforma e promosse la Riforma catt. per rafforzare la vecchia fede nell'Alte Landschaft; sul piano politico proseguì la linea di Ulrich Rösch. Nel 1546 rilevò l'amministrazione del convento di Sankt Johann nella valle della Thur, incorporato nell'abbazia nel 1555 e trasformato in priorato. Quest'ultimo fu diretto da un priore e da un economo, assistiti da un funzionario laico (Hofammann). A Sankt Johann viveva in media una dozzina di monaci, che gestivano una scuola che attirava studenti da tutta la Conf. e che esercitò un influsso determinante sulla vita spirituale del Toggenburgo superiore. Inizialmente anche la tipografia conventuale di S. ebbe sede a Sankt Johann.
La politica ecclesiastica e temporale di Blarer von Wartensee fu portata avanti dai suoi successori. In campo religioso gli abati si opposero alla Riforma favorendo le conversioni nelle zone rif. del principato, vigilando sui predicatori, insediando catt. nelle regioni rif. e promuovendo intensamente l'attività pastorale in tutti i territori soggetti. La ricattolicizzazione fu però completa solo nell'Alte Landschaft, mentre il Toggenburgo inferiore e superiore rimasero risp. parzialmente e prevalentemente rif., e il Rheintal confessionalmente misto. Chiese paritetiche sorsero nel Rheintal già dal 1531, nel Toggenburgo durante il sec. successivo. Con la cosiddetta sentenza di Rapperswil, nel 1559 il principato abbaziale regolamentò la condizione servile dei propri sudditi.
In ambito ecclesiastico, il principato abbaziale entrò ripetutamente in contrasto con i vescovi di Costanza, alla cui giurisdizione gli abati cercarono di sottrarsi con grande energia. Un primo successo in tal senso fu ottenuto nel 1613 con la conclusione di un concordato che comportò la creazione del tribunale vescovile e di un vicariato generale autonomo: le parrocchie del territorio abbaziale vennero così sottratte alla giurisdizione e alle visite pastorali vescovili. Nel 1748 la Concordia stipulata con Costanza ampliò ulteriormente le competenze abbaziali rispetto a quelle vescovili e i diritti abbaziali in materia ecclesiastica. Da allora il tribunale vescovile di S. agì in maniera largamente autonoma; il monaco officiale che lo presiedeva, residente nel monastero, oltre a dirigere la curia e il tribunale ecclesiastico sorvegliava i preti, le parrocchie, la vita e i costumi dei sudditi.
Un elemento importante dell'amministrazione spirituale furono le visite pastorali nelle parrocchie, compiute regolarmente dal 1603. Gli abati stessi o monaci di rango elevato esaminavano parrocchie, cappellanie, chiese, cappelle e cimiteri; oltre a visitare gli edifici ecclesiastici, interrogavano parroci, sagrestani, amministratori e sindaci e nelle loro relazioni chiedevano interventi correttivi ispirati alle riforme tridentine. In alcuni com. (nel Toggenburgo superiore regolarmente) monaci di S. assunsero la funzione di parroco; questi ultimi esercitavano inoltre il ruolo di confessori nei conventi femminili sangallesi.
L'abbazia cercò di migliorare l'assistenza religiosa alla pop. anche tramite la creazione di nuove parrocchie ed edifici sacri, una politica questa che raggiunse l'apice sotto Iso Walser, officiale dal 1759 al 1785, che oltre a istituire sette parrocchie e sei cappellanie fece erigere 19 chiese e cappelle. I principi abati del XVII-XVIII sec. promossero anche la creazione di scuole nel maggior numero possibile di com., si sforzarono di migliorare la qualità dell'insegnamento e badarono alla frequenza regolare delle lezioni. Inizialmente il programma scolastico comprendeva solo la lettura e l'insegnamento della religione. Durante l'abbaziato di Beda Angehrn (1767-96) l'introduzione della "scuola normale", in cui venivano insegnate anche discipline positive, incontrò resistenze. In ambito sanitario i principi abati si preoccuparono di garantire un'assistenza di base alla pop.: nelle campagne i chirurghi dovevano sottoporsi a un esame, ciò che assicurò uno standard qualitativo minimo del personale sanitario; inoltre venne promossa sistematicamente l'ostetricia. Ogni com. doveva disporre di una o più levatrici, che venivano esaminate e dovevano prestare giuramento. Anche se l'obiettivo primario dei principi abati fu l'amministrazione del battesimo in condizioni di emergenza da parte delle levatrici, la loro politica rappresentò comunque un progresso fondamentale per la situazione sanitaria nelle campagne.
Il convento ebbe un ruolo importante e molto attivo in seno alla congregazione dei Benedettini sviz., fondata nel 1602, inviando ripetutamente monaci nei conventi più deboli (soprattutto Disentis e Pfäfers). Alcuni principi abati non si limitarono alla costruzione di chiese nelle campagne; Diethelm Blarer von Wartensee fece erigere una nuova biblioteca. Nel 1626 il convento di Sankt Johann nella valle della Thur fu distrutto da un incendio. L'abate Bernard Müller decise di ricostruire il complesso conventuale ca. 10 km più a valle a Sidwald (Krummenau); per distinguerlo dal precedente, fu chiamato Neu Sankt Johann. La costruzione della relativa chiesa conventuale durò dal 1641 al 1680, anno in cui venne consacrata. Müller promosse anche la costruzione della nuova chiesa di S. Otmar (1623-28) e il restauro dei castelli di Iberg, Schwarzenbach e Romanshorn, residenze balivali, e fece ricostruire, ingrandendolo, il castello di Neuravensburg, distrutto da un incendio. A Gallus Alt (1654-87) si deve la nuova "ala della corte" (Hofflügel) nello Stiftsbezirk. Cölestin Gugger, abate dal 1740 al 1767, fu iniziatore di una profonda trasformazione di tutto lo Stiftsbezirk (ricostruzione della chiesa abbaziale dei SS. Gallo e Otmar in stile tardobarocco, 1756-66; nuova biblioteca abbaziale e nuova ala ospedaliera adiacente, 1758-67). Il granaio di Rorschach risale al 1746-49. La Neue Pfalz con la sala del trono venne costruita su iniziativa di Beda Angehrn (1767-69), che favorì anche il potenziamento dei principali assi stradali (Rorschach-Wil nell'Alte Landschaft, 1773-78; Wil-Ricken, 1786-90) e di tracciati minori (S.-Speicher, S.-Herisau, Gossau-Herisau). Grazie ai suoi sforzi, le strade del principato abbaziale erano tra le migliori della Conf. nel XVIII sec.
Viste le tensioni politico-religiose con la città di S., i principi abati perseguirono una politica economica attiva, al fine di garantire ai loro sudditi una maggiore indipendenza dai mercanti sangallesi, e contemporaneamente accrescere il benessere generale e gli introiti statali. Su iniziativa dell'abate Bernhard Müller, a Rorschach venne introdotto il settore delle telerie.
Rapporti con la Confederazione, il Sacro Romano Impero e le regioni vicine
L'imperatore Massimiliano II concede all'abate Otmar Kunz le regalie imperiali. Vetrata realizzata nel 1565 (Historisches und Völkerkundemuseum St. Gallen).
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Maggiore Paese alleato della Conf. per estensione territoriale e importanza, il principato abbaziale di S. fu più legato ai cant. catt. che a quelli rif., anche perché spec. con Zurigo si verificarono ripetutamente contrasti. Dalla Svizzera centrale reclutava alti funzionari laici per il proprio apparato amministrativo. Formalmente anche principi dell'Impero, fino alla fine del XVIII sec. gli abati in occasione del loro insediamento si facevano confermare dall'imperatore le regalie, i diritti di alta giustizia e altri privilegi; con la Conf. le relazioni furono però notevolmente più strette. Pur ricevendo gli inviti alla Dieta imperiale fino al 1663, non vi diedero più seguito. Quando lo ritenevano opportuno - ad esempio in occasione della seconda guerra di Villmergen o delle guerre di coalizione alla fine del XVIII sec. - sottolinearono però la loro appartenenza all'Impero. Quale Paese alleato, insieme ai cant. conf. il principato abbaziale stipulò accordi con diverse potenze europee e fu incorporato più volte in trattati di pace europei. Sul piano della politica estera, diretta nella seconda metà del XVII sec. dal governatore (Landshofmeister) Fidel von Thurn, negli anni 1670-80 si registrò un distacco dalla Francia e un avvicinamento all'Austria. Nel 1686 il principato abbaziale concluse un trattato di protezione con la Savoia, che da allora accolse i principi abati nell'ordine dell'Annunziata. Al fianco di altri Conf., mercenari del territorio abbaziale furono al servizio di Francia, Austria, Savoia, Venezia, Napoli, Paesi Bassi e Prussia.
Particolare fu il rapporto con la città di S., anch'essa Paese alleato della Conf. e, quale città imperiale (fino al XVII sec.), legata all'Impero. I rapporti divennero particolarmente difficili negli anni della Riforma. Dato che lo Stiftsbezirk era attorniato dalla città-Stato di S., che a sua volta era circondata dal territorio del principato abbaziale, per entrambe le parti fu necessario trovare un modus vivendi soddisfacente; di fatto la coesistenza in età moderna funzionò in modo accettabile. Un deterioramento si ebbe nel 1697 con la cosiddetta guerra della Croce, scoppiata perché durante le processioni dalla città verso lo Stiftsbezirk i catt. portavano le croci in posizione verticale (e non orizzontale, come convenuto). La controversia poté però essere appianata senza spargimenti di sangue.
Nel baliaggio del Rheintal il principato abbaziale, massimo proprietario fondiario nella zona, ebbe rapporti tutto sommato soddisfacenti con i sudditi e la Conf., anche se con quest'ultima, detentrice della signoria territoriale, le frizioni furono ricorrenti. Il convento dovette accettare il carattere confessionalmente misto di quest'area. Grazie a un accordo (Rheintaler Kommunell) concluso nel 1676 sotto l'abate Gallus Alt (originario del Rheintal) e il governatore (Landshofmeister) Fidel von Thurn, il principato abbaziale poté rafforzare la propria posizione nel Rheintal.
Anche le relazioni con il baliaggio comune conf. di Turgovia, dove l'abbazia deteneva notevoli proprietà, non diedero luogo a divergenze e conflitti di particolare gravità. I tribunali abbaziali turgoviesi furono amministrati a partire da S. e dall'economo di Wil e dal balivo di Romanshorn. Nel 1501 e attorno al 1730 le parti stabilirono il confine comune, in gran parte coincidente con la futura delimitazione tra i cant. San Gallo e Turgovia.
Nel Toggenburgo nel XVII sec. scoppiarono ripetutamente conflitti tra i sudditi e il principato abbaziale. La situazione divenne esplosiva quando l'abate Leodegar Bürgisser, per migliorare i collegamenti con la Svizzera centrale catt., dopo il 1700 diede avvio alla costruzione della strada di valico dell'Hummelwald attraverso il Ricken. Gli ab. di Wattwil rifiutarono di obbedirgli, e i contrasti tra l'autorità abbaziale e i Toggenburghesi, insoddisfatti per vari motivi, si estesero fino a sfociare nella seconda guerra di Villmergen (detta anche "guerra del Toggenburgo" o "guerra del '12"), che coinvolse anche i cant. conf. Dal 1710 la pop. occupò tre castelli abbaziali e i conventi di Neu Sankt Johann e Magdenau. Nel 1712 Zurigo e Berna invasero l'Alte Landschaft, la Turgovia sangallese e l'abbazia stessa, che fu saccheggiata. Furono tra l'altro sottratti fondi dell'archivio e della biblioteca. Mentre Berna li restituì dopo la pace di Baden (1718), un compromesso tra Zurigo e S. è stato raggiunto solo nel 2007. Il principe abate, il decano e diversi monaci si rifugiarono nella signoria di Neuravensburg, dove rimasero per sei anni; altri frati furono accolti in vari monasteri. Leodegar Bürgisser, che nel 1714 aveva respinto un trattato di pace con Zurigo e Berna negoziato a Roschach, morì in esilio nel 1717. Il suo successore Joseph von Rudolphi nel giugno del 1718 concluse la pace di Baden con i due cant.; nell'ottobre poté reinsediarsi nell'abbazia. L'accordo sancì il ripristino del convento e la restituzione dei suoi territori, ma anche la concessione di ampi diritti agli ab. del Toggenburgo da parte del principato abbaziale. I rapporti rimasero comunque tesi anche nel prosieguo del XVIII sec.; i Toggenburghesi contestarono in particolare il diritto di leva militare del principe abate.
Il XVIII secolo: l'ultimo periodo di splendore prima della fine
Von Rudolphi riuscì a riorganizzare il principato abbaziale in crisi profonda, ottenendo risultati notevoli nella ricostituzione dell'apparato amministrativo (che comprese anche il riordino dell'archivio), nella gestione del patrimonio abbaziale, in cui si dimostrò abile e accorto, e nella cura delle anime, che fu migliorata; inoltre si registrò un nuovo forte aumento del numero di monaci. Il suo successore Cölestin Gugger (1740-67), uno degli abati sangallesi di maggiore spicco, malgrado l'intensa attività edilizia riuscì a estinguere i debiti del principato abbaziale, lasciando in eredità una situazione finanziaria solida.
Anche Beda Angehrn (1767-96) fu attivo con successo in vari ambiti. L'abate si curò anche del benessere della pop., spec. con l'acquisto di cereali in Lombardia durante la carestia del 1770-71. A differenza dei suoi predecessori, non gestì però le finanze in maniera oculata, indebitando sempre più l'abbazia. Ciò fu uno dei motivi all'origine della formazione di un gruppo di oppositori all'interno del convento, che rivendicava una maggiore compartecipazione nel governo abbaziale. L'opposizione rimase attiva anche dopo il trasferimento dei suoi principali esponenti a Ebringen, signoria del principato abbaziale in Brisgovia. Negli anni 1790-1800 Angehrn dovette confrontarsi con le conseguenze della Rivoluzione franc. Nell'Alte Landschaft si sviluppò un movimento rivoluzionario con epicentro a Gossau, capeggiato da Johannes Künzle, ex portalettere del principato abbaziale. Nel novembre del 1795, a sei mesi dalla sua morte, l'abate dovette concludere un "trattato amichevole" (Gütlicher Vertrag) con i sudditi di questa regione, con cui vennero aboliti la servitù della gleba e altri diritti feudali. Ciò non fu però sufficiente a frenare gli impeti rivoluzionari. Pankraz Vorster (1796-1805), successore di Angehrn, non poté impedire il tracollo del principato abbaziale, la cui autorità nel Toggenburgo, nell'Alte Landschaft e nel Rheintal venne meno nel febbraio-marzo del 1798, ancora prima dell'occupazione della Svizzera orientale da parte delle truppe franc. All'inizio di aprile, la maggior parte del principato abbaziale venne aggregato al nuovo cant. Säntis della Repubblica elvetica. Il 10 maggio le truppe franc. entrarono a S. e stabilirono il loro quartier generale nello Stiftsbezirk. Il principe abate fuggì a Vienna; solo qualche monaco rimase nel convento per garantire le funzioni religiose.
Nel maggio del 1799, all'inizio della seconda guerra di coalizione, l'esercito austriaco occupò la Svizzera orientale. Tornato nel convento, Vorster cercò di ripristinare il principato abbaziale. Già alla fine di settembre successivo il suo tentativo poteva però dirsi fallito, per cui riprese la via dell'esilio, questa volta in maniera definitiva.
L'Atto di mediazione del 1803, con cui Napoleone Bonaparte diede un nuovo assetto federalistico alla Conf., portò alla nascita del cant. S. La carta garantì da un lato l'esistenza dei conventi, ma dall'altro confermò anche l'elevazione degli ex Paesi soggetti a cant. dotati di pieni diritti. Vorster, che non riconobbe mai la soppressione del monastero e dall'esilio continuò a lottare instancabilmente per il ripristino del principato abbaziale, si rifiutò di rinunciare alla sovranità. Il suo antagonista Karl Müller-Friedberg, un tempo alto funzionario abbaziale e ora figura centrale del nuovo cant., perseguì tenacemente la secolarizzazione del convento. L'8.5.1805 il Gran Consiglio sangallese decise di liquidarne i possedimenti, ciò che significò la fine del principato abbaziale e la soppressione del monastero. Vorster proseguì la sua lotta ancora per diversi anni, ad esempio in occasione del congresso di Vienna (1814-15). Nel 1823 la Santa Sede prese atto della soppressione dell'abbazia e istituì al suo posto la doppia diocesi di Coira e San Gallo (esistita fino al 1836); la chiesa abbaziale fu elevata a cattedrale.
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