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Alfiere

Banderale

Alfiere di Svitto rappresentato nella Schweizer Chronik di Christoph Silberysen, 1576 (Aargauer Kantonsbibliothek, Aarau, MsWettF 16: 1, p. 234; e-codices).
Alfiere di Svitto rappresentato nella Schweizer Chronik di Christoph Silberysen, 1576 (Aargauer Kantonsbibliothek, Aarau, MsWettF 16: 1, p. 234; e-codices).

Il termine alfiere o banderale (franc. banneret, banderet, bandelier; ted. Venner, B[P]annerherr, Bannermeister) indicava in primo luogo il portabandiera (Vessillifero) della milizia di un principe, una città, un quartiere urbano, un borgo, o anche una regione. A chi deteneva questa prestigiosa carica era spesso affidato il controllo degli affari militari e il comando delle truppe; egli poteva inoltre far parte del Consiglio di guerra. In generale, il carattere militare della carica si attenuò progressivamente, con l'eccezione di Lucerna e Zurigo e delle città del principato vescovile di Basilea, dove dall'inizio del XVI sec. l'alfiere fu considerato una sorta di capo di Stato maggiore. Anche nelle decanie vallesane, nelle giurisdizioni grigionesi e a Bienne, gli alfieri erano considerati soprattutto dei capi militari. Nelle città di Neuchâtel e Losanna e nella signoria di Moutier, gli alfieri assumevano invece responsabilità sia militari sia civili; dal 1536 essi furono a capo delle autorità locali in numerose città vodesi, per esempio Aubonne, Payerne, Vevey e Nyon. Nei cant. di Uri, Untervaldo, Glarona, Zugo e Appenzello, la carica, seconda solo a quella di Landamano, fu mantenuta fino al XIX sec.; a Svitto il Landamano stesso ricopriva anche la funzione di alfiere.

Nelle città di Berna, Friburgo e Soletta, l'ufficio di alfiere divenne uno dei più importanti dell'amministrazione civile, ed era in origine legato a un quartiere, sul modello del gonfalonierato delle città it. del tardo ME (a Losanna, il legame tra quartiere e carica rimase immutato). In queste città tra le attribuzioni dell'alfiere figuravano pure, accanto alle competenze militari, anche alcuni compiti di polizia e amministrazione. A Berna, dove la carica fu particolarmente importante, dal XV sec. essa fu subordinata all'appartenenza alle quattro corporazioni più influenti (panettieri, macellai, fabbri, conciatori), che ne riservarono l'accesso esclusivo ai loro membri. Attraverso questo ufficio potevano essere raggiunte le più alte cariche bernesi, basti pensare che a quella di scoltetto potevano accedere solo l'alfiere e il tesoriere. Alfieri e tesorieri formavano la Camera degli alfieri (divisa in Camera ted. e in Camera romanda), organo di controllo molto importante nella Berna dell'ancien régime.

Sovente raffigurata sulle vetrate dei municipi e sulle fontane pubbliche, la figura dell'alfiere fu un elemento decorativo in voga all'inizio del XVI sec.

Riferimenti bibliografici

  • Idiotikon, 2, 1538; 4, 262, 520
  • F. de Capitani, Adel, Bürger und Zünfte im Bern des 15. Jahrhunderts, 1982
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Suggerimento di citazione

François de Capitani; Hervé de Weck: "Alfiere", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 08.09.2004(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/008612/2004-09-08/, consultato il 19.03.2024.