All'inizio della Guerra gallica, Giulio Cesare racconta la sua campagna del 58 a.C. contro gli Elvezi, i Rauraci, i Boi, i Latobici e i Tulingi che, guidati da Divico, tentavano di emigrare nel territorio dei Santoni. Dopo un primo scontro, avvenuto alla metà di aprile a Ginevra, e il massacro dei Tigurini agli inizi di giugno sulla Saona, gli emigranti si diressero verso la Loira, inseguiti dalle sei legioni di Cesare; quest'ultimo, attorno al 20 di giugno, piegò verso Bibracte, distante 27 km, per ritirare i viveri promessi dai suoi alleati, gli Edui; gli Elvezi ne approfittarono per invertire la direzione di marcia e attaccare. La battaglia, ingaggiata verso mezzogiorno, si concluse nella notte con la sconfitta degli emigranti, molti dei quali ripiegarono in direzione del territorio dei Lingoni (regione di Langres, Champagne orientale) dove, privi di sostegno, capitolarono. Cesare costrinse gli Elvezi a far ritorno nel loro territorio, probabilmente dopo la conclusione di un trattato. La battaglia si svolse con ogni probabilità a Montmort (Dip. Saône-et-Loire, F), dove gli scavi hanno portato alla luce un fossato verosimilmente preparato dai legionari di Cesare. Sebbene la storiografia sviz. rilevi spesso il coraggio elvetico (Cesare scrisse che nessun nemico volse le spalle), Bibracte e Divico non hanno assunto in Svizzera il valore emblematico di Alesia e Vercingetorige in Francia: il tentativo di abbandonare il territorio nazionale non ha in effetti alcunché di patriottico.
Riferimenti bibliografici
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