
Nel corso della ritirata di Russia, Napoleone, accerchiato da tre armate russe, giunse il 21.11.1812 davanti alla Beresina, affluente del Dnepr. La Grande Armata di 500'000 uomini era ormai ridotta a 49'000 unità pronte al combattimento e a 40'000 uomini di retroguardia. Il secondo corpo, comandato da Nicolas-Charles Oudinot, comprendeva i quattro reggimenti sviz. della divisione Merle, il cui contingente iniziale era di ca. 8000 uomini, in seguito ridotti a 1300. I pontieri del generale Jean-Baptiste Eblé costruirono due ponti, uno per i fanti e l'altro per i convogli e l'artiglieria; il secondo corpo d'armata attraversò il fiume il 27.11.1812 e prese posizione sulla sponda destra (occidentale) per fare arretrare i Russi che tentavano di impedire il passaggio. La mattina del 28.11.1812 gli Svizzeri iniziarono la battaglia sulla strada di Borisov e nella foresta di Stachov. I Russi attaccarono gli avamposti e in seguito pure la divisione sviz., impegnata contro alcuni cacciatori siberiani che tentavano di respingerla nel fiume. In mancanza di munizioni, gli Svizzeri si difesero con le baionette e permisero alle divisioni Legrand e Maison di riprendere il vantaggio. Nel pomeriggio 40'000 Russi si accanirono sulle truppe di Ney, che aveva sostituito Oudinot, rimasto ferito. Gli Svizzeri attaccarono con le baionette per otto volte i Russi; questi, benché dettero l'impressione di abbandonare la partita, tornarono ogni volta più numerosi, mentre la loro artiglieria proseguiva l'opera distruttiva. Il 29.11.1812 si contarono centinaia di morti e di feriti; il resto della Grande Armata era tuttavia stato preservato dal completo annientamento grazie al lavoro dei pontieri e all'appoggio dato dal secondo corpo d'armata. Solo 300 Svizzeri risultarono presenti all'appello del 29.11.1812. Il canto preferito del primo tenente Thomas Legler (1782-1835), Die Nachtreise (testo di Ludwig Giseke, 1792; musica di Friedrich Wilke), intonato il 28.11.1812, fu praticamente dimenticato nel corso del XIX sec. Riproposto da Otto von Greyerz e da Gonzague de Reynold con il titolo Il canto della Beresina divenne il simbolo del sacrificio degli Svizzeri; tra il 1912 e il 1946 venne tradotto in parecchie lingue.