
15.3.1890 Lutzenberg, 26.6.1972 Berna, riformata, di Berna. Figlia di Reinhard Hohl, fabbricante serico e politico, e di Clara nata Custer. Sorella di Reinhard Hohl, diplomatico. (1912) Albert Kurz, docente liceale. Cresciuta in una famiglia religiosa e socialmente impegnata, frequentò la scuola commerciale di Neuchâtel. Nel 1931 aderì all'organizzazione internazionale per la pace dei Templari, movimento cristiano di riconciliazione fondato nel 1923 dall'ufficiale francese Etienne Bach. Nel 1933 divenne responsabile della redazione del bollettino tedesco dell'associazione e nel 1937 fu eletta alla presidenza del movimento svizzero. Sotto la direzione di Gertrud Kurz fu creata un'opera assistenziale che dal 1938 si occupò dei rifugiati provenienti dalla Germania e dai territori occupati. Intervenendo personalmente presso le autorità, riuscì spesso a fare in modo che persone perseguitate venissero accolte in Svizzera. Dopo la chiusura totale delle frontiere nel 1942 si rivolse al Consigliere federale Eduard von Steiger, ottenendo una temporanea moderazione nella pratica delle espulsioni. Tenne conferenze in tutto il Paese, informando l'opinione pubblica della persecuzione degli ebrei (antisemitismo) e rivendicando una politica dei rifugiati meno restrittiva. Anche dopo la seconda guerra mondiale rimase una delle figure di spicco dell'organizzazione pacifista, dal 1947 denominata Christlicher Friedensdienst (CFD). Da allora il movimento si fece promotore di iniziative internazionali di pace e di progetti di ricostruzione in zone di guerra. Nel 1948 Kurz partecipò all'assemblea costitutiva del Consiglio ecumenico delle Chiese ad Amsterdam come delegata della Chiesa cantonale di Berna. Dal 1954 tenne i contatti con gli ambienti ecclesiastici e le autorità nella Repubblica democratica tedesca. In riconoscimento del suo impegno umanitario durante la seconda guerra mondiale fu insignita dell'onorificenza della Croce Rossa tedesca (1956), del dottorato honoris causa in teologia dell'Università di Zurigo (1958) e del premio Albert Schweitzer (1965).