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Dieta imperiale

La Dieta imperiale (il nome ted. Reichstag è attestato a partire da quella di Worms del 1495) si sviluppò dalle riunioni (diete) convocate dall'imperatore alla sua corte (Hoftag, "dieta di corte"), fra le quali vi erano in particolare quelle dei principi e delle città. Assemblea regolare degli Stati e delle città del Sacro Romano Impero, divenne permanente nel 1663; le sue competenze principali furono fissate nel corso dell'ultimo terzo del XV sec.

Le diete di corte erano riunite dal monarca per farsi assistere e consigliare in ambito militare, politico e giur. dai grandi dell'Impero. Costoro, che avevano l'obbligo di fornire "consiglio e aiuto" all'imperatore in quanto suoi vassalli, potevano dedurre da questo stesso vincolo la possibilità di intervenire direttamente negli affari dell'Impero, quasi si trattasse di un diritto politico; le modalità dell'intervento, spesso difficili da accertare nel caso singolo, andavano dal semplice consiglio all'approvazione formale e al consenso di tipo contrattuale. Senza essere legato a una determinata cerchia di principi, l'imperatore convocava alla dieta di corte i propri vassalli secondo criteri di opportunità e utilità; chi non era invitato o non partecipava, ad esempio per dimostrare la propria opposizione, non si sentiva vincolato alle delibere. Solo dalla metà del XIII sec. furono consultate anche città libere e imperiali.

Alla base della trasformazione di queste forme primitive di riunione in Dieta imperiale vi sono alcuni elementi importanti. All'interrogazione condotta dall'imperatore subentrò il dibattito deliberativo collettivo in seno a Consigli (o curie o collegi) e comitati intercuriali; al monarca, che preparava unicamente l'ordine del giorno, venivano comunicati gli esiti della discussione. Per le delibere della singola curia vigeva, di norma, il principio di maggioranza. In linea di massima l'imperatore doveva invitare tutti gli Stati dell'Impero e le città dotate dell'Immediatezza imperiale; le loro decisioni vincolavano anche gli assenti. La procedura venne tuttavia fissata solo attorno alla metà del XVI sec.

Dal 1480 ca. vi erano tre curie: quella dei principi elettori, quella dei principi ecclesiastici e secolari (compresi conti, signori e prelati) e infine quella delle città libere e imperiali, dotata di meno diritti. Nella seconda curia, dal XVI sec. ogni principe disponeva di un voto singolo, mentre conti, signori e prelati avevano diritto solo a un voto collettivo; se le prime due curie trovavano un accordo su una proposta, quest'ultima veniva presentata alla curia delle città, da cui era atteso un assenso. Per avere carattere di legge e divenire un conclusum imperii, la decisione (consultum imperii) necessitava dell'approvazione dell'imperatore; fin dal 1495 le decisioni vennero raccolte nel "recesso imperiale" (Reichsabschied). La gestione amministrativa della Dieta era affidata all'arcivescovo di Magonza e alla sua cancelleria.

La pace di Vestfalia (1648) proibì le decisioni a maggioranza in ambito religioso e istituì assemblee distinte per confessione, che in seguito trovavano un accordo amichevole; le città imperiali ottennero formalmente un diritto di voto con carattere decisionale. Nel 1663 la Dieta imperiale fu trasformata in una conferenza di delegati permanente, con sede a Ratisbona, che sopravvisse fino allo scioglimento dell'Impero (1806).

Tra i temi trattati, sia nelle diete di corte sia in quelle imperiali, spiccavano la pace territoriale, gli aiuti militari (in particolare contro gli Ussiti, i Turchi, la Borgogna, l'Ungheria e la Francia), la riforma dell'Impero, le questioni confessionali (dopo la Riforma), in generale la sfera notarile, l'amministrazione della giustizia e le norme in materia di economia o di polizia.

Diete di corte ebbero luogo anche nell'odierno territorio sviz. o nelle sue vicinanze: ad esempio nel 1038 a Soletta, nel 1153 a Costanza, nel 1275 a Losanna, nel XV sec. - durante i Concili - a Costanza e a Basilea. Dall'XI sec. vi presero parte, in provenienza dall'area sviz., alti esponenti secolari ed ecclesiastici (tra cui gli Asburgo, i von Werdenberg, principi vescovi, principi abati di San Gallo); dal XIV sec., a seconda degli argomenti in discussione, anche delegati di città imperiali - spec. Basilea, che però spesso si fece rappresentare da Strasburgo, e San Gallo, in quanto membro della Lega delle città sveve; più di rado Zurigo, Berna, Soletta e Sciaffusa, in casi isolati Lucerna e Wil (SG) - e di Paesi che godevano dell'immediatezza imperiale (Svitto, Glarona). Delegazioni conf. intervennero con particolare frequenza alle diete dei sovrani lussemburghesi, e segnatamente di Sigismondo, ma solo di rado a quelle dei suoi successori asburgici, da cui, del resto, non furono più invitati in maniera regolare. Dopo aver rifiutato le leggi di riforma varate a Worms nel 1495 (Denaro comune, Tribunali imperiali), i Conf. (e in seguito anche Basilea e Sciaffusa) si ritirarono di fatto dalle diete imperiali; la guerra di Svevia e la pace di Basilea (1499) modificarono tuttavia il loro rapporto giur. con l'Impero in misura minore di quanto supposto dalla storiografia sviz. fino al decennio 1950-60. Nel 1422 la matricola (registro dei membri) dell'Impero menz. per la guerra contro gli Ussiti i "Conf. di Berna, Lucerna, Zurigo, Friburgo im Uechtland", nomi che non compaiono negli elenchi analoghi di fine XV sec.; la matricola della Dieta imperiale tenuta a Worms nel 1521, determinante per gli sviluppi futuri, riportava comunque ancora due cant. entrati da poco nella Conf.: Basilea e Sciaffusa. A differenza dei Cant. conf., i Paesi alleati continuarono a inviare propri delegati alla Dieta imperiale, a seconda dei loro bisogni e delle loro possibilità: così fecero la città di San Gallo (per l'ultima volta nel 1542), i principi abati di Einsiedeln e di San Gallo (solo occasionalmente nel XVI sec.) e i principi vescovi di Basilea e di Coira (regolarmente fino al 1800 ca.), ma anche signori ecclesiastici minori quali l'abate di Kreuzlingen (dopo un'interruzione, nuovamente nel XVIII sec.). Almeno all'inizio questi Paesi alleati fecero parte anche dei Circondari imperiali, istituiti attorno al 1500 in occasione di diverse riunioni della Dieta, ai quali i Conf. rifiutarono di aderire. Soprattutto nel XVI sec. i recessi imperiali ebbero ripercussioni sulla Conf., soprattutto in ambito giur. e confessionale (ad esempio la Carolina, emanata nel 1530 alla Dieta di Augusta).

Riferimenti bibliografici

  • Deutsche Reichstagsakten, 1867-
  • K. Mommsen, Eidgenossen, Kaiser und Reich, 1958
  • R. Aulinger, Das Bild des Reichstages im 16. Jahrhundert, 1980
  • HRG, 4, 781-786
  • T. M. Martin, Auf dem Weg zum Reichstag, 1993
  • B. Stettler, «Reichsreform und werdende Eidgenossenschaft», in RSS, 44, 1994, 203-229
  • LexMA, 7, 640-645
  • B. Braun, W. Dobras, «St. Gallen: eine Stadtrepublik zwischen Reich und Eidgenossenschaft», in Recht und Reich im Zeitalter der Reformation, a cura di C. Roll, 1996, spec. 406-411
  • P. Moraw (a cura di), Deutscher Königshof, Hoftag und Reichstag im späten Mittelalter, 2001
Link

Suggerimento di citazione

Eberhard Isenmann: "Dieta imperiale", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 23.12.2011(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/009837/2011-12-23/, consultato il 18.04.2024.