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Gallosanto

Un cieco ammalato di gotta davanti alla tomba di S. Gallo implora quest'ultimo di guarirlo. Disegno a penna colorato contenuto nell'edizione tedesca della Vita, scritta e illustrata nel 1452 (Stiftsbibliothek St. Gallen, Cod. Sang. 602, p. 134; e-codices).
Un cieco ammalato di gotta davanti alla tomba di S. Gallo implora quest'ultimo di guarirlo. Disegno a penna colorato contenuto nell'edizione tedesca della Vita, scritta e illustrata nel 1452 (Stiftsbibliothek St. Gallen, Cod. Sang. 602, p. 134; e-codices).

ca. 550 Ulster (Irlanda del nord), un 16.10. attorno al 650 ad Arbon. L'appartenenza di G. al monachesimo irlandese legato a S. Colombano del VI-VII sec. è oggi accertata, con la datazione a opera di Walter Berschin della versione frammentaria più antica della vita di G. (Vetustissima) al 680 ca. (con rielaborazioni di Wetti attorno all'816-824, di Walahfrid Strabo attorno all'833-834). Una genealogia irlandese del IX sec. menz. un Callech che sarebbe stato di discendenza reale e imparentato con S. Brigida. Gerold Hilty ha invece ipotizzato, sulla base della conoscenza della lingua alemanna da parte di G., una sua provenienza dai Vosgi. Secondo la Vita, G. fu discepolo di S. Colombano già nel monastero di Bangor, in Irlanda del nord, e nel 591 lo avrebbe accompagnato sul continente rimanendo con lui anche dopo l'allontanamento da Luxeuil (610-612) e durante la missione in Alemannia. Le prediche tenute da G. a Tuggen e Bregenz furono seguite dalla distruzione di idoli pagani, il che portò al fallimento della missione. Colombano e i suoi monaci lasciarono Bregenz nel 612; G., ammalatosi di febbre, rimase indietro, e per questa ragione Colombano, come punizione, gli proibì la lettura della messa. Il prete Willimar di Arbon lo curò fino alla guarigione. Il diacono Hiltibod gli indicò la foresta di Arbon, dove verso il 612 G. costruì la propria cella presso la cascata dello Steinach. Da qui ebbe origine un romitaggio e più tardi, sotto l'abate Otmar, il convento di San Gallo. Una visione informò G. della morte di Colombano (23.11.615); a segno della revoca dell'interdizione alla messa, gli fu assegnato il suo bastone. Nel 615 G. propose come vescovo di Costanza il diacono retico Johannes, che aveva fatto venire da Grabs, rinunciando a una propria candidatura. Nel 629 rinunciò anche alla carica di abate di Luxeuil. G. morì all'età di 95 anni e fu sepolto nell'oratorio della sua cella. L'ampiezza del suo irraggiamento è testimoniata dalle ca. 250 chiese che gli sono dedicate.

Riferimenti bibliografici

  • G. Hilty, «Gallus in Tuggen», in Vox Romanica, 44, 1985, 125-155
  • G. Hilty, «Gallus am Bodensee», in Vox Romanica, 45, 1986, 83-115
  • LexMA, 4, 1098
  • W. Berschin, Biographie und Epochenstil im lateinischen Mittelalter, 3, 1991, 282-303
  • J. Duft, «Die Quellen zum Gallus-Leben», in Die Abtei St. Gallen, 2, 1991, 11-27
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Suggerimento di citazione

Johannes Duft: "Gallo (santo)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 20.11.2006(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/010216/2006-11-20/, consultato il 17.04.2024.