All'interno del sistema dell'istruzione pubblica sviz. (Scuola) la scuola elementare, in passato chiamata anche scuola com., è frequentata da tutti i bambini dai sei o sette anni, generalmente per una durata compresa tra quattro e sei anni. Secondo la Costituzione fed. è obbligatoria, gratuita e posta sotto la sorveglianza delle autorità pubbliche. È una scuola mista che non differenzia praticamente tra il livello degli allievi; i bambini con difficoltà di apprendimento o disabili vengono assegnati alle Scuole speciali. Il numero di Scuole private in questo settore è ridotto. La scuola elementare garantisce a tutti gli allievi una formazione scolastica di base nella madrelingua, in una lingua straniera, in matematica, nel campo "individuo e ambiente", in educazione fisica e in ambito musicale e creativo. In generale, nelle scuole elementari l'insegnamento della maggior parte delle materie è impartito da un unico docente (Insegnanti).
Poiché l'istruzione pubblica sviz. è regolamentata dai cant., in Svizzera esistono 26 sistemi scolastici diversi con denominazioni talvolta differenti. Il sistema scolastico è suddiviso in tre livelli: quello obbligatorio, che segue la Scuola dell'infanzia, si compone della scuola elementare e del livello secondario inferiore (denominato recentemente livello secondario I), che prosegue la scuola elementare (Scuola reale, Scuola secondaria, scuola aziendale o preprofessionale). Questo primo livello (in ted. chiamato anche Volksschule, nei Grigioni scuola popolare) dura dal primo al nono anno di scolarità. Il livello secondario superiore (o livello secondario II) include le scuole di maturità (Maturità, Scuole superiori), le scuole professionali (Formazione professionale) e le Scuole magistrali e dura dal nono al tredicesimo anno di scolarità. Il livello terziario, infine, comprende le Scuole universitarie professionali, i Politecnici federali e le Università.
Insegna di una scuola privata a Basilea, 1516. Tempera su legno realizzata daAmbrosius Holbein (Kunstmuseum Basel; fotografia Martin Bühler).
Nel ME le autorità locali consentivano a maestri itineranti di esercitare la loro attività. Si trattava di scrivani, studenti e sacerdoti girovaghi che insegnavano nella loro lingua madre (da qui il nome di scuole ted. o di grammatica dato un tempo alle scuole elementari in Svizzera ted.). Nel XIV sec. le lezioni venivano impartite sia da uomini sia da donne, che percepivano una retta dagli allievi e un compenso dalle autorità cittadine. Nelle città coloro che non godevano del diritto di cittadinanza inviavano i propri figli nelle cosiddette scuole contadine o per dimoranti. Nelle campagne erano diffuse le scuole invernali, in cui si insegnava da novembre a marzo. Ancora in epoca moderna inoltrata, frequentare la scuola era un privilegio riservato ai ceti sociali superiori che, analogamente alle autorità statali, dimostravano scarso interesse per l'istruzione elementare (Alfabetizzazione) e ne impedivano la popolarizzazione per mantenere il monopolio del potere. Inoltre ritenevano che l'ignoranza del popolo corrispondesse all'ordine del mondo voluto da Dio e rappresentasse un elemento costitutivo della società.
La stampa tipografica e la Riforma fecero nascere un bisogno di istruzione che contribuirono poi a soddisfare. Nei cant. rif. si insegnava agli uomini (meno spesso alle donne) a leggere la Bibbia. Nel 1536 Ginevra riorganizzò le scuole elementari nello spirito della Chiesa rif. Verso il 1550, a Zurigo e Berna furono istituite scuole ted. permanenti, in cui l'insegnamento era inizialmente limitato a lettura, scrittura e calcolo. Nel 1609, nei com. argoviesi di Erlinsbach e Kirchberg, i bambini erano tenuti a frequentare la scuola per tre anni. Nel XVI sec. furono fondate scuole anche in diverse località dei cant. catt. In quest'epoca vennero inoltre aperte le prime scuole femminili (Educazione femminile). Nel complesso, tuttavia, spec. in campagna, solo pochi bambini e pochissime bambine imparavano a leggere e a scrivere.
Nel XVII sec. le autorità emanarono i primi regolamenti sulle scuole rurali (Berna nel 1616, Aarau nel 1628, Zurigo nel 1637 e 1684). Questi testi contenevano disposizioni sull'obbligo scolastico, sulla frequenza e sulla durata della scuola, sulle materie da insegnare e sui locali. I com. erano tenuti a costruire scuole o ad acquistare edifici adeguati allo scopo. In numerose località le scuole ecclesiastiche passarono sotto il controllo statale. Ad Aarau, Brugg e in altre città i beni della chiesa secolarizzati furono impiegati per la costruzione di scuole. Inoltre le autorità punivano i genitori che non mandavano i propri figli a scuola.
Il monopolio scolastico detenuto dalla Chiesa catt. così come le conseguenze sociali ed economiche della guerra dei Trent'anni ostacolarono l'introduzione di una scuola elementare popolare. Le autorità favorirono soprattutto lo sviluppo delle scuole superiori. La scuola elementare generalizzata nacque attorno al 1650. In numerose città - spec. nella Svizzera franc. rif. - bambini e bambine erano scolarizzati separatamente, ma esistevano anche classi miste, ad esempio a Thun e Coira. Generalmente gli insegnanti delle nuove scuole cittadine erano degli artigiani, che mettevano a disposizione un locale scolastico e vivevano della retta pagata dai bambini. Le materie insegnate erano lettura, scrittura, esercizi di memorizzazione e canto dei Salmi. Attorno al 1700 alcuni com. fondarono scuole proprie, controllate e sostenute finanziariamente dalle autorità.
Dal 1750 l'istruzione pubblica subì delle trasformazioni grazie all'influsso di illuministi (spec. Johann Heinrich Pestalozzi), che vedevano nell'insegnamento la base del rinnovamento morale, sociale e politico del popolo. Il ceto sociale e il sesso continuarono a essere determinanti per l'accesso all'istruzione. Le donne colte del XVII e XVIII sec. provenivano perlopiù dalla nobiltà o dall'alta borghesia e frequentavano scuole superiori femminili private. Le riforme nell'ambito della scuola elementare concernevano la sua organizzazione sistematica, l'aumento del numero di materie pratiche e l'introduzione di corsi di disegno nel ventaglio delle materie. A Lucerna, dove in campagna le scuole erano state trascurate, venne incrementato il loro numero. Nei cant. catt., l'ordine dei gesuiti si impegnò fino alla sua soppressione per il miglioramento delle scuole superiori, mentre le abbazie come Sankt Urban ed Einsiedeln, e soprattutto le congregazioni come le orsoline, si occupavano anche dell'insegnamento elementare. Il clero secolare assunse un ruolo centrale. Nella Svizzera it. Francesco Soave, dell'ordine dei padri somaschi, si adoperò già nel XVIII sec. per il miglioramento dell'istruzione elementare. Nel XIX sec. i sacerdoti Alberto Lamoni e Grégoire Girard introdussero il cosiddetto Mutuo insegnamento.
Durante la Repubblica elvetica la scuola elementare venne incaricata di preparare ogni bambino a esercitare i suoi diritti e doveri di cittadino in base alle sue capacità intellettuali e fisiche. Lo Stato democratico vedeva nell'istruzione popolare la sua missione principale. Entrambi i sessi dovevano ricevere la stessa istruzione, ma di fatto l'educazione femminile subì un contraccolpo, poiché furono abolite molte scuole religiose catt. che dispensavano un insegnamento gratuito. Inoltre i programmi destinati alle ragazze si limitavano sempre più all'apprendimento di tecniche per l'industria, soprattutto tessile (Scuole industriali), e all'economia domestica (Lavoro manuale). L'inchiesta condotta dal ministro dell'istruzione Philipp Albert Stapfer offriva una panoramica della situazione scolastica sviz. Nei cant. elvetici furono nominati Consigli dell'educazione e ispettori scolastici con il compito di riformare la scuola. L'inchiesta rivelò che il grado di alfabetizzazione femminile era inferiore del 35% rispetto a quello maschile.
La politica dell'educazione del XIX sec. fu segnata da conflitti tra confessioni, partiti e cant. Più forti ancora delle differenze tra i vari cant., che dopo lo scioglimento della Repubblica elvetica avevano riacquisito la loro autonomia in materia di politica scolastica, furono quelle tra scuole cittadine e rurali. Le rivoluzioni liberali degli anni 1830-40 innescarono vaste riforme dei sistemi educativi cant.; adottando la massima di Heinrich Zschokke, "l'istruzione del popolo è la liberazione del popolo", tutti i cant. rigenerati introdussero la scuola elementare obbligatoria.
Durante tutto il XIX sec. l'obbligo scolastico venne osteggiato da diverse fam. e numerosi com. Veniva tra l'altro percepito come un'uniformizzazione imposta dallo Stato moderno in via di sviluppo; gli Edifici scolastici erano l'espressione del suo potere. L'opposizione nasceva anche dal fatto che numerosi genitori consideravano il Lavoro infantile nell'agricoltura e nelle fabbriche parte integrante dell'economia di sussistenza. In un com. rurale come Köniz, in estate la scuola era frequentata da ca. la metà degli allievi rispetto all'inverno. Da parte loro, i proprietari di fabbriche erano interessati alla manodopera di bambini e giovani e si opponevano all'obbligo scolastico. La lotta per la sua introduzione assunse una valenza sociopolitica contro il lavoro infantile. A San Gallo e in altri cant., nella prima metà del XIX sec. le aziende si dotarono di cosiddette scuole di fabbrica, in cui la domenica si insegnava ai bambini che lavoravano durante la settimana.
Già all'inizio del XIX sec. i cant. Argovia e Vaud stabilirono, oltre ai salari degli insegnanti, il numero massimo di alunni per scuola (80 in Argovia, 60 nel cant. Vaud). Pestalozzi e la Soc. elvetica esercitarono una forte influenza sul dibattito sulla riforma scolastica che, in certi cant., si concretizzò grazie all'iniziativa di personalità come padre Girard.
I cant. Turgovia, San Gallo, Sciaffusa e Glarona si ispirarono alla legislazione sulla scuola elementare del cant. Zurigo (1832), che aveva istituito sei anni di scuola quotidiana (Alltagsschule) e tre anni di scuola complementare (Repetierschule o Ergänzungsschule). Accanto a quest'ultima vi era la scuola secondaria, che offriva un programma formativo più ampio. Altri cant. della Svizzera orientale prevedevano l'obbligo scolastico per otto anni, mentre Zurigo adottò tale provvedimento solo nel 1899. Con la nuova Costituzione del cant. Ticino (1830) l'insegnamento divenne competenza dello Stato. Stefano Franscini sostenne il rinnovamento delle scuole elementari, organizzò le ispezioni, redasse manuali scolastici e nel 1837 incaricò il pedagogo it. Luigi Alessandro Parravicini di impartire ogni anno ai docenti un corso autunnale di metodologia. La legge sulla scuola elementare del cant. Berna del 1835 istituì fino al 1860 una scuola elementare di dieci anni. Negli anni 1830-40 anche il cant. Vaud diede una solida base legislativa alla scuola elementare. Il cant. Ginevra disponeva già di scuole elementari private, gestite dalla Soc. dei catecumeni e controllate dalla Chiesa rif. cant..
Le riforme introdotte nelle scuole elementari furono spesso sottoposte a verifiche. Il rapporto di Berna del 1843 tracciò un quadro fosco, sottolineando in particolare la carenza di insegnanti. Solo le lezioni di lettura e di storia biblica venivano elogiate. In generale, la maggior parte degli edifici scolastici era in cattivo stato e sovraffollata malgrado i bambini non frequentassero regolarmente le lezioni. Gli insegnanti, con una scarsa formazione, ricevevano salari miseri, la dotazione delle scuole era insufficiente e la sorveglianza perlopiù carente. Nei cant. non rigenerati le riforme scolastiche furono introdotte più tardi. Nel cant. Appenzello Interno, ad esempio, l'obbligo scolastico entrò in vigore solo nel 1858.
Anche dopo la fondazione dello Stato fed. nel 1848, la scuola continuò a essere di competenza cant. La libertà di stampa favorì lo sviluppo di un dibattito nazionale sulla scuola elementare, i cui programmi e la cui organizzazione furono coordinati con quelli delle scuole secondarie. La maggioranza dei partiti politici riconobbe nell'educazione popolare un sostegno alla società industriale determinante per il benessere sociale. La centralizzazione della scuola sul piano fed. fu una delle principali preoccupazioni dei radicali e liberali della Svizzera ted. Tuttavia, la Costituzione fed. del 1874 delegò la competenza dell'istruzione pubblica ai cant., imponendo solo ciò che la maggior parte di essi aveva già realizzato: un insegnamento elementare obbligatorio soddisfacente, controllato dallo Stato e gratuito nelle scuole pubbliche e confessionalmente neutre; la Conf. aveva inoltre il diritto di sanzionare i cant. che non ottemperavano a tali obblighi.
«L'istruzione del popolo è la liberazione del popolo! Sovvenzione della scuola pubblica da parte della Confederazione». Caricatura diJohann Friedrich Boscovits,apparsa nel Nebelspalter, 1902, n. 47 (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, e-periodica).
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L'istituzione di un segr. fed. per l'insegnamento, il cosiddetto balivo scolastico, venne respinta dal popolo nel 1882. Alla fine del XIX sec. il movimento riformatore riaprì tuttavia la questione della coordinazione intercant. La Conf. poté esercitare un'influenza solo attraverso l'obbligo imposto ai cant. di organizzare l'insegnamento elementare. Sovvenzionò questo insegnamento (fondandosi sul principio che cant. e Conf. dovessero cooperare sul piano dell'istruzione pubblica) e valutò le sue prestazioni mediante gli esami pedagogici delle reclute; anche se generalmente poco utili, questi ultimi permettevano di stabilire una graduatoria tra i cant. e la pressione indiretta che ne risultava generava dei miglioramenti.
Attorno al 1900, in tutta la Svizzera era stata introdotta la scuola elementare obbligatoria, gratuita, controllata dallo Stato e frequentata, nella maggior parte dei cant., da bambini dai sei o sette anni di età. L'anno scolastico durava 44 settimane. Le materie insegnate erano: lingua madre, lettura, scrittura, aritmetica, storia, geografia, calligrafia, canto, ginnastica (Educazione fisica), religione (Educazione religiosa) e in certi casi anche geometria, storia naturale, disegno ed economia domestica, nonché contabilità, igiene, agrimensura, Istruzione civica, frutticoltura, economia rurale e agronomia, disegno lineare ed eventualmente una lingua straniera.
La secolarizzazione e la deconfessionalizzazione della scuola elementare portarono a un profondo cambiamento: l'obiettivo della scuola non consisteva più nel formare un buon cristiano in grado di leggere la Bibbia, bensì un buon cittadino inserito nella vita economica. Inoltre, con l'obbligo scolastico fu introdotto l'insegnamento del lavoro manuale e dell'economia domestica per le ragazze, che doveva prepararle al loro ruolo di casalinghe. Quest'ultimo aspetto fu accompagnato da un intenso dibattito sulla coeducazione. Un insegnamento concepito spec. per le ragazze esiste solo dal primo terzo del XIX sec. Soprattutto gli ambienti ecclesiastici si pronunciarono a sfavore delle classi miste, temendo che costituissero una minaccia per la moralità. Riflettendo il nuovo ordine borghese dei sessi, sia i partigiani delle classi miste sia i suoi avversari vedevano grandi differenze tra le capacità intellettuali di ragazze e ragazzi. Le scuole separate erano diffuse spec. nelle grandi città, mentre in campagna, visto l'elevato numero di allievi, i com. non disponevano dei necessari mezzi finanziari. Nelle scuole elementari si impose infine la coeducazione, ma le scuole secondarie continuarono a praticare la separazione dei sessi fino alla prima metà del XX sec.
All'inizio del XX sec. il programma didattico delle scuole elementari era chiaramente orientato alle esigenze formative dei futuri maschi adulti. Quasi tutti i cant. offrivano a ragazze e ragazzi una formazione obbligatoria della stessa durata, salvo a Soletta, Friburgo e in Turgovia, dove le ragazze terminavano un anno prima, e a Lucerna e Nidvaldo dove frequentavano la scuola due anni di meno.
Nella prima metà del XX sec. il dibattito sulla riforma scolastica mise sotto pressione anche la scuola elementare. Nella Svizzera occidentale i riformatori della cosiddetta Scuola di Ginevra cercarono di trasformare la scuola elementare, criticata come troppo incentrata sugli insegnanti e sulle materie, in un'istituzione a misura di bambino. Analogamente ad altri riformatori, desideravano un insegnamento incentrato sullo sviluppo del bambino partendo dai suoi interessi, un apprendimento interdisciplinare e attivo e un passaggio armonioso dalla scuola dell'infanzia a quella elementare. A tale scopo furono fondati l'Istituto Jean-Jacques Rousseau, l'Ecole du Mail e la Maison des Petits, che avrebbero dovuto estendere lo slancio riformistico nella formazione degli insegnanti ben oltre i confini di Ginevra.
Nei decenni seguenti, in tutta la Svizzera gli insegnanti di scuola elementare ripresero numerosi postulati della riforma pedagogica. Per motivi demografici, politici ed economici, quest'ultima avanzò però lentamente. Dagli anni 1940-50, innovazioni didattiche e metodologiche penetrarono gradualmente nella quotidianità delle scuole elementari. In particolare i primi quattro anni divennero terreno fertile per sperimentare riforme da estendere ad altri livelli e tipi di scuola. Alla fine del XX sec. i programmi di insegnamento delle singole materie vennero riveduti in diversi cant. Nella Svizzera ted. e franc. l'insegnamento di una lingua straniera fu anticipato alla quarta o quinta classe, in Ticino il franc. veniva insegnato dalla terza; negli anni 1980-90 anche la formazione di base in informatica venne introdotta nei programmi. Così come l'apprendimento individuale, che trovava espressione nel cosiddetto insegnamento in laboratorio e nel piano settimanale, anche il cosiddetto insegnamento scientifico e sociale (che includeva storia, geografia e biologia) era più diffuso nella Svizzera ted. e in Ticino che in quella franc., dove i cant. collaboravano strettamente in materia di programmi e strumenti didattici privilegiando le materie tradizionali come le lingue e la matematica. La Conferenza sviz. dei direttori cant. della pubblica educazione costituisce un'importante piattaforma di collaborazione per le scuole elementari.
Numero di allievi per classe nelle scuole elementari di alcuni cantoni 1870-2000
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Numero di allievi per classe nelle scuole elementari (anno scolastico 2000-2001)
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Dalla fine degli anni 1980-90 il numero di allievi è aumentato notevolmente a causa di annate a elevata natalità e all'immigrazione. Nell'anno scolastico 2009-10 i bambini che frequentavano le scuole elementari sviz. erano 436'111, di cui il 49% bambine. Le scuole speciali contavano 38'798 allievi. Le classi erano composte in media da 19 allievi ca. Quelle con oltre 25 alunni si trovavano perlopiù nella Svizzera orientale, mentre quelle con meno di 12 bambini nel Giura, nei Grigioni e a Ginevra. Nel 2001 il numero totale di ore di lezione che ogni allievo doveva trascorrere a scuola variava, a seconda del cant., tra 7300 e 9000, una differenza che corrispondeva pur sempre a due anni scolastici.
Nell'ottica della politica educativa, lo sviluppo della scuola elementare testimonia il consolidamento di una scuola gratuita, aconfessionale, obbligatoria e dispensatrice di una formazione generale. Sul piano istituzionale essa si è progressivamente profilata come scuola obbligatoria, su quello didattico ha posto l'accento sulla pedagogia e su quello metodologico ha dato prova di apertura nei confronti di riforme. All'inizio del XXI sec. la scuola elementare era radicalmente cambiata rispetto ai suoi inizi, benché anche in futuro continuerà ad avere come missione la trasmissione di una cultura di base generale e la formazione di individui autonomi e cittadini democratici. Si dibattevano principalmente l'introduzione dell'orario continuato, per garantire l'assistenza di bambini e ragazzi durante il mezzogiorno e al di fuori dell'orario scolastico, e l'introduzione del cosiddetto livello di base, che dovrebbe riunire la scuola dell'infanzia e i primi due anni di scuola elementare. Nel 2009 è entrato in vigore l'Accordo intercant. sull'armonizzazione della scuola obbligatoria (concordato HarmoS). I cant. che vi hanno aderito (Sciaffusa, Vaud, Glarona, Giura, Neuchâtel, Vallese, San Gallo, Zurigo, Ginevra, Ticino, Berna e Friburgo) si sono impegnati a uniformare la scuola dell'obbligo in Svizzera e a garantire la qualità della formazione a livello nazionale e la permeabilità del sistema. L'entrata in vigore del concordato è prevista entro l'anno scolastico 2015-16.
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