Per rivista culturale si intende oggi un periodico che propone a un pubblico non specializzato argomenti di ogni campo del sapere, delle arti e del vasto ambito delle tradizioni e degli stili di vita di una società o di una nazione. Le riviste culturali hanno assunto tali caratteristiche a partire dal XX sec., ma esistevano già in forma diversa sin dal XVII sec.
Svizzera italiana
Fu solo con l'inizio del XIX sec. che comparvero nella Svizzera it. pubblicazioni culturali di un certo respiro quali l'Appendice letteraria del giornale Gazzetta Ticinese (1824-25), con finalità divulgative e di gusto enciclopedistico, o il fransciniano Educatore della Svizzera it. (1855-1972). Periodici più specialistici affiancarono le riviste di cultura "generale" verso la fine del sec.; tra questi, il principale fu il Bollettino storico della Svizzera it., pubblicato dal 1879 (con ampie interruzioni nel corso del XX sec.; una nuova serie della rivista esce dal 2001).
Il passaggio tra XIX e XX sec. fu prolifico per le riviste culturali, anche se alcune - Coenobium (1906-19) e Pagine libere (1906-12, poi proseguita in Italia) - vennero realizzate da rifugiati it. e destinate soprattutto a un pubblico it. Nel 1899 Francesco Chiesa diede vita alla Piccola rivista ticinese (1899-1901), che privilegiò temi letterari e di attualità. Il periodico di cultura L' Adula (1912-35) propugnò l'italianità culturale e linguistica del Ticino. Sul fronte catt. (e antiaduliano), per alcuni anni uscì Pagine nostre (1921-27). Con un taglio più scientifico, nacque Cultura moderna (1905-15), rivista "con intenti scientifico-religiosi".
Negli anni 1930-40 la Pro Grigioni it. offrì alle valli italofone dei Grigioni un periodico culturale, i Quaderni grigionitaliani (dal 1931); nello stesso periodo il Ticino si dotò di una nuova pubblicazione, il bimestrale Rivista storica ticinese (1938-46), il cui sottotitolo ("archeologia, storia, belle arti") ne precisava gli ambiti di interesse.
La nascita della rivista Svizzera italiana (1941-62) si collocò nel contesto della seconda guerra mondiale e del conseguente acuirsi del dibattito tra italianità ed elvetismo; in quella particolare stagione (cui si ricollega almeno cronologicamente anche la comparsa delle pagine letterarie nei giornali ticinesi) un'altra breve ma significativa iniziativa fu quella della rivista letteraria Belle lettere (1945-46), esempio di stretta collaborazione tra intellettuali sviz. e it.
Il secondo dopoguerra vide fiorire diversi bollettini e periodici di cultura, tra cui spiccarono Cenobio (1952), Il Cantonetto (1953) e il più specialistico Archivio storico ticinese (1960). L'ultima parte del XX sec. ha visto l'affacciarsi sulla scena culturale del cant. di Bloc Notes (1979), rivista "interdisciplinare ed epistemologica", e del semestrale di letteratura Idra (1990-2001), che si sviluppò attorno alla volontà di stabilire scambi letterari con l'Italia: relazioni che del resto sono alla base di una parte significativa delle riviste di cultura svizzeroit.
Svizzera tedesca
Pubblicata a Zurigo tra il 1694 e il 1723 con cadenza mensile, l'Historischer und Politischer Mercurius è considerata la prima rivista sviz. con notizie a carattere culturale; essa forniva informazioni su importanti avvenimenti politici, eventi naturali, incidenti e crimini, più di rado su scoperte scientifiche o fatti di interesse artistico. Occasionalmente venivano inserite recensioni di libri o segnalazioni bibliografiche. La maggior parte dei primi periodici erano riviste erudite, soprattutto di impianto interdisciplinare e con segnalazioni bibliografiche e recensioni. Riviste come quella pubblicata a Zurigo da Johann Jakob Scheuchzer, Seltsamer Naturgeschichten des Schweitzer-Lands wochentliche Erzehlung (1706-08), si rivolgevano a un altro genere di pubblico, quello dei lettori colti borghesi, cui venivano presentati in forma divulgativa esperimenti e osservazioni legati alle scienze naturali o leggende della tradizione. Anche la rivista Lehrreiche, Lustig-erbauliche Monatliche Gespräche (1714-26) di Johann Heinrich Tschudi, pure pubblicata a Zurigo, proponeva un sapere utile ad arricchire la conversazione.
Precursori importanti delle riviste culturali apparse più tardi furono i settimanali morali, usciti nelle città rif. di Zurigo, Basilea e Berna dalla prima metà del XVIII sec., che nello spirito dell'Illuminismo miravano ad accrescere virtù e raziocinio nei borghesi colti e si rivolgevano espressamente anche alle donne. Così, Johann Jakob Bodmer e Johann Jakob Breitinger pubblicarono a Zurigo i Discourse der Mahlern (1721-23), che settimanalmente trattavano le tematiche e i costumi dell'epoca. Ca. un sec. dopo, alcuni scrittori sviz. presentarono nell'almanacco Alpenrosen, pubblicato a Berna dal 1811 al 1830 e ad Aarau dal 1831 al 1854, racconti, storie legate all'ambiente rurale e contributi sul folclore. Sempre al XIX sec. risale la rivista Civitas della catt. Soc. degli studenti sviz. (dal 1856), che proseguì secondo una sua linea la tradizione delle riviste erudite e da organo della soc. si trasformò in periodico culturale di orientamento catt.
All'inizio del XX sec. la rivista Die Alpen, derivata dalla Berner Rundschau (1906-10), portava il sottotitolo Monatsschrift für schweizerische und allgemeine Kultur, identificandosi cioè come un mensile di cultura sviz. e generale. Dal 1913 si chiamò Wissen und Leben e dal 1922 Neue Schweizer Rundschau. Max Rychner, redattore della rivista dal 1922 al 1931, tornò a circoscrivere il concetto di cultura, fino ad allora assai ampio, e trasformò il periodico in un forum riconosciuto a livello intern. sulla letteratura europea. Tra le riviste culturali figurano inoltre numerose pubblicazioni dell'inizio del XX sec. destinate ai membri di ass. artistiche e teatrali, oltre a quelle di org. professionali legate all'arte, all'architettura e al design. Nel 1914, per esempio, apparve il primo numero di Das Werk/L'Œuvre, organo ufficiale della Federazione architetti sviz., dello Schweizerischer Werkbund e della Soc. sviz. di belle arti. Nel 1921 furono fondati gli Schweizerische Monatshefte (oggi Schweizer Monatshefte), una "rivista di politica, economia e cultura" che tratta con un indirizzo esplicitamente liberale temi culturali soprattutto di ambito letterario e artistico. "Classica" rivista culturale della Svizzera è Du, creata nel 1941.
Scrittori sviz. come Arnold Kübler, Maria Waser, Jakob Bührer, Rudolf von Tavel, Albin Zollinger o Felix Moeschlin hanno lavorato quali redattori di riviste destinate al grande pubblico o per riviste letterarie di nicchia. Più longeve appaiono quelle riviste letterarie che rimangono fedeli al proprio ambito, come Drehpunkt, pubblicata dal 1968, oppure Orte, nata nel 1974. Nel 1987 Alexander J. Seiler fondò insieme a Max Frisch la rivista d'autore di orientamento sociopolitico Einspruch, pubblicata dal 1991 con il titolo Entwürfe.
Negli anni 1980-90 furono fondate riviste settoriali come Musik & Theater (1980), Parkett (arte, 1984) o Hochparterre (architettura, 1988). Un nuovo tipo di rivista culturale fu derivato alla fine degli stessi anni dai calendari delle manifestazioni cittadine e a complemento del settore culturale dei quotidiani locali, considerato insufficiente: a Basilea Programmzeitung (1987), a Lucerna Der Kulturkalender (1988, dal 2000 Das Kulturmagazin), a San Gallo Saiten (1994) e a Berna Ensuite (2003, dal 2007 anche a Zurigo). Temi culturali in senso ampio sono quelli illustrati dalla rivista della fondazione culturale sviz. Pro Helvetia Passagen, edita dal 1985 e oggi pubblicata tre volte all'anno in ted., franc. e inglese. A un'idea di cultura altrettanto allargata e attuale si sono ispirate riviste più recenti come Kult (1997-2006) e EigenArt (2000-04). In questi periodici, orientati piuttosto sulla realtà urbana e indirizzati a un pubblico giovane, la cultura non si limitava ai convenzionali interessi dell'arte e della scienza o alla tutela della tradizione, ma inglobava anche, più in generale, stili di vita e fenomeni sociali.
Svizzera francese
Progenitore delle riviste presenti nell'attuale Svizzera franc., il Mercure suisse fu pubblicato a Neuchâtel tra il 1732 e il 1784. Il periodico ospitava articoli scientifici e letterari e beneficiò della collaborazione di numerosi esponenti delle cerchie intellettuali sviz. dell'epoca. La sua scomparsa lasciò un vuoto che nessuna delle successive riviste riuscì a colmare. L'epoca della Rivoluzione franc. fu piuttosto il periodo di libelli e di giornali; ciò malgrado, la Bibliothèque britannique, divenuta Bibliothèque universelle nel 1816, apparve a Ginevra nel 1796. Solida rivista di orientamento borghese, dalla notevole tiratura, attraversò il sec. prima di fondersi nel 1924 con la Revue de Genève; in quell'arco di tempo, ebbe modo di rafforzarsi assorbendo nel 1861 una rivista sua concorrente, la Revue suisse, lanciata a Losanna nel 1838 ma costretta a trasferirsi a Neuchâtel dalla rivoluzione radicale vodese.

Piccole riviste letterarie ed artistiche sorsero per iniziativa delle giovani generazioni nell'ultimo terzo del XIX sec.; molte di esse, come la Revue de Genève, La Montagne o la Rivista elvetica, ebbero vita breve. La Voile latine e poi i Cahiers vaudois lasciarono tuttavia, all'inizio del XX sec., il segno, e furono una palestra per figure come Charles Ferdinand Ramuz, Charles-Albert Cingria, Gonzague de Reynold e Robert de Traz. Nel medesimo periodo videro la luce le prime riviste culturali con un'accentuata coloritura politica (Les Feuillets, Les Idées de Demain, la Revue de Fribourg).
Nel 1927 dovette chiudere anche La Semaine littéraire, nata nel 1896 grazie a Louis Debarge, che si era imposta come un luogo di dibattito per i letterati della Svizzera franc. pur mantenendo una costante apertura verso Parigi. La Revue de Genève (1920-30), lanciata da Robert de Traz, non riuscì mai veramente ad affermarsi. Tra le due guerre non vi furono pubblicazioni di ampio respiro di riferimento; si moltiplicarono invece le piccole riviste culturali a tiratura limitata. Molto politicizzate e spesso effimere, furono stampate in genere a Ginevra o a Losanna. La Nouvelle Revue romande, le Centurion, Visages, Ordre et Tradition (divenuto poi Cahiers de la Renaissance vaudoise) o ancora l'Homme de Droite si orientarono quasi tutte verso il pensiero di Charles Maurras e furono attratte dal fascismo. Ad esse si opponevano L'Eveil, Connaître o L'Essor, antifasciste o vicine alle posizioni di Emmanuel Mounier. Fallirono per contro i tentativi, avviati da giovani scrittori guidati da Gilbert Trolliet e Daniel Simond, di creare una rivista a carattere più marcatamente letterario per la Svizzera franc. Présence e poi Suisse romande, che la sostituì, raggiunsero a malapena i 500 abbonati necessari alla loro sopravvivenza. Qualche anno prima, Aujourd'hui, esperienza originale voluta da Ramuz e Gustave Roud, non andò oltre il secondo anno di vita.
La guerra e la censura non impedirono l'impegno, sottoposto a più stretta sorveglianza a sinistra (Traits) che all'estrema destra (Le Mois suisse). Numerose riviste scelsero invece di assumere un tono meno politico, come Suisse contemporaine o Lettres, che usarono la cultura come un mezzo per difendere la democrazia.
Dopo la seconda guerra mondiale videro la luce numerose riviste culturali, orientate a sinistra (Carreau, Carrérouge, Rencontre, Revue Transjurane, Pays du Lac); nessuna di loro riuscì tuttavia a durare a lungo o a imporsi. Dalla fine degli anni 1960-70 il numero delle riviste culturali nella Svizzera franc. andò progressivamente assottigliandosi, forse anche in ragione della concorrenza sviluppata dai supplementi letterari della Gazette de Lausanne e del Journal de Genève e dai giornali franc. Lanciata nel 1964, Ecriture fu una delle poche riviste che durò per un quarantennio (cessazione nel 2005). Feux Croisés (1999), divenuta nel 2006 Viceversa littérature e da allora pubblicata in franc., ted. e it. (Viceversa letterature) in tre edizioni distinte, la Revue de Belles-Lettres, e in un formato piu ridotto, La Distinction (1987) e Le Passe-Muraille (1992) costituiscono gli ultimi esempi di una forma editoriale che sembra essere in via di estinzione.
Riferimenti bibliografici
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- A. Clavien, «Les revues suisses et la France», in La Belle Epoque des revues, 1880-1914, 2002, 335-346