
1.5.1503 Ciriè (Torino), 24.11.1569 Basilea. Figlio del nobile piemontese Jacomino Troterio e di Carlotta Montrotier. Margherita Bianca Isacchi. Compì studi di lettere e di diritto a Torino, dove già nel 1523 accolse le idee della Riforma. L'insofferenza verso la religiosità tradizionale lo portò a scontri sempre più aperti con le autorità ecclesiastiche. Insegnò all'Univ. di Pavia (1536-39), dove conobbe Agostino Mainardi. Dimesso su pressione dell'Inquisizione peregrinò tra Venezia, Ferrara e Lucca. Qui si legò d'amicizia con Pietro Martire Vermigli e Girolamo Zanchi finché nel 1542 prese la via dell'esilio. Si stabilì a Losanna come praefectus studiorum (1542-46), poi a Basilea dove fu professore di retorica presso l'Univ. raggiungendo prestigio e fama europea. La sua vasta produzione letteraria è strettamente connessa all'attività acc. Pubblicò inoltre vari trattati teol. tra cui il Pasquillus extaticus (1544), una critica mordace dell'istituzione ecclesiastica romana, e il De amplitudine beati regni Dei (1554), in cui criticava la dottrina calvinista della predestinazione prospettando una teoria della salvezza universale.