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Erasmo da Rotterdam

Ritratto postumo di Erasmo da Rotterdam, noto come "Erasmus im Gehäus". Incisione su legno realizzata nel 1538/1540 da Hans Holbein il Giovane, colorata e ornata con uno sfondo dal collezionista basilese Daniel Burckhardt-Wildt nel 1802/1803 (Universitätsbibliothek Basel).
Ritratto postumo di Erasmo da Rotterdam, noto come "Erasmus im Gehäus". Incisione su legno realizzata nel 1538/1540 da Hans Holbein il Giovane, colorata e ornata con uno sfondo dal collezionista basilese Daniel Burckhardt-Wildt nel 1802/1803 (Universitätsbibliothek Basel).

probabilmente il 28.10.1466 (Desiderio Erasmo) forse a Rotterdam (località da cui prese il nome con il quale è maggiormente noto), 11/12.7.1536 Basilea. Figlio illegittimo di Gerard, prete, probabilmente originario della regione di Gouda (Paesi Bassi), e di Margaretha, vedova, figlia di un medico di Zevenbergen presso Breda (Paesi Bassi). Un fratello era nato tre anni prima (1463); suo padre, che aveva vissuto in Italia, era stato ordinato sacerdote forse già prima che nascessero i figli. Numerosi elementi attestano come E. soffrisse per la sua condizione di illegittimo; in seguito più volte si premunì dagli svantaggi giur. che ne derivavano. Frequentò le scuole a Gouda, Deventer e, dopo la morte prematura dei genitori, a 's-Hertogenbosch (Paesi Bassi). Verso il 1488 pronunciò i voti presso i canonici agostiniani di Steyn (presso Gouda); ricevette l'ordinazione sacerdotale nel 1492. Di salute cagionevole, assetato di cultura, a Steyn poté contare su una biblioteca ragguardevole, che accanto alle opere dei Padri della Chiesa offriva alla lettura anche i classici; la disciplina monastica non si addiceva però al forte bisogno di libertà che sempre contraddistinse la sua vita.

Nel 1493 venne sciolto dall'obbligo di risiedere nel monastero per divenire segr. del vescovo di Cambrai. Dal 1495 al 1501 studiò teol. all'Univ. di Parigi, dando contemporaneamente lezioni private e pubblicando i primi scritti; tra questi, gli Adagia, raccolta di detti dell'antichità (1500). Soggiornò in Inghilterra (1499-1500, 1505-06, 1509-14), nei Paesi Bassi (1501-04) e in Italia (1506-09); a Londra si legò con Tommaso Moro in un'amicizia che sarebbe durata per tutta la vita. Ottenuto a Torino il grado di dottore in teol. (1506), a Venezia fu tra i collaboratori del celebre tipografo Aldo Manuzio. I primi rapporti documentati con la Svizzera risalgono al 1496/97, quando E., allora a Parigi, divenne paziente e amico del medico di Basilea Guillaume Cop (Kopp). Nell'autunno del 1513 l'editore basilese Johannes Froben si vide recapitare, forse con l'accordo dell'autore, una versione rimaneggiata degli Adagia. E. stesso venne a Basilea per la prima volta nel 1514; vi restò per la maggior parte del biennio successivo e vi tornò (dai Paesi Bassi) nell'estate del 1518. A richiamarlo nella città renana, in cui prese stabile dimora nel novembre 1521, fu soprattutto la tipografia Froben, alla quale affidò l'edizione di quasi tutte le sue opere. Il primo suo importante impegno fu la direzione scientifica della monumentale edizione integrale di S. Gerolamo; nel 1516 pubblicò il suo Nuovo Testamento nell'originale greco, traducendolo in lat. e corredandolo di numerosissime note. L'edizione critica del testo fu un'opera pionieristica, ma importanza anche maggiore ebbe la versione lat.; entrambe furono poi decisive per Martin Lutero, per la Bibbia di Zurigo e di Ginevra e per le traduzioni anglicane.

La decisione di stabilirsi a Basilea derivò da considerazioni politiche e spec. religiose. E. riteneva importante il diritto democratico di partecipazione, che vedeva sempre più limitato nel suo Paese di origine, e credeva di poterlo trovare in Svizzera. Ancora maggiormente contò la volontà di sottrarsi alle persecuzioni religiose che stavano iniziando nei Paesi Bassi: pur essendosi già distaccato da Lutero, infatti, E. non era ancora pronto a un confronto diretto o a prendere le distanze dalla sua critica degli abusi ecclesiastici. Grazie in particolare ai suoi rapporti con la tipografia Froben, E. divenne il punto di riferimento di una vasta cerchia di umanisti, con amici e ammiratori in tutta Europa (dal Portogallo alla Polonia); a Basilea gli furono spec. vicini Bonifacius Amerbach, Beatus Rhenanus, Glareano, Ludwig Bär, Conrad Pellican, Giovanni Ecolampadio e Simon Grynaeus (Umanesimo). Quasi tutte le sue amicizie, tuttavia, furono caratterizzate da periodi di tensione, perché E., spec. in età avanzata, fu piuttosto diffidente. Ad alcuni amici più giovani, ad esempio a Zwingli, non poteva perdonare l'energico sostegno alla Riforma. E. amava invece molto Hans Holbein il Giovane, che lo ritrasse più volte e nel 1515/16 eseguì disegni a margine su un esemplare dell'Elogio della pazzia. Mentre quest'opera, edita per la prima volta nel 1511, rifletteva soprattutto le esperienze di E. in Inghilterra e in Italia, la realtà basilese e sviz. ebbe un ruolo più importante in un testo quasi altrettanto famoso e apprezzato, i Colloquia (ampliati in edizioni successive dal 1522). In questi dialoghi edificanti ma arguti E. fece ad esempio riferimento all'affare Jetzer, alla violazione dimostrativa dei precetti sul digiuno (a Zurigo e Basilea) e agli atti iconoclastici dei seguaci di Zwingli, ma vi immortalò anche la sua burbera padrona di casa, Margarete Büsslin. Il dibattito sulla Riforma vide E. intervenire, su punti controversi di attualità, anche in lettere e memoriali (1522-25) al Consiglio e al vescovo di Basilea. Nello stesso tempo, ebbe inizio il grande confronto con Lutero: al De libero arbitrio di E. (1524) Lutero rispose con un appassionato De servo arbitrio (1525), che segnò la rottura fra i due. Pur cercando di mantenersi il più possibile distante dagli eventi attuali e preferendo dedicare le residue capacità lavorative alle edizioni di importanti Padri della Chiesa per Froben, E. era preoccupato anche per i crescenti successi della Riforma a Basilea. Quando il Consiglio nel febbraio del 1529 abolì la messa e personaggi di primo piano della vecchia fede lasciarono la città, si rassegnò anch'egli a partire. Dall'aprile 1529 al maggio 1535 abitò a Friburgo in Brisgovia; solo il forte peggioramento delle sue condizioni di salute e soprattutto il desiderio di sorvegliare personalmente la stampa dell'ultima sua grande opera, Ecclesiastes, lo indussero a tornare nella più fam. Basilea. Qui morì, nella casa Zum Luft di Hieronymus Froben; a Basilea rimase il suo patrimonio, sotto forma di una fondazione di carità gestita da Bonifacius Amerbach. La città renana prot. gli rese omaggio con una commemorazione il 18.7.1536 nella cattedrale, dove venne inumato. Nel 1538 sulla sua tomba fu deposto l'epitaffio ancora oggi visibile; il monumento più degno furono i nove in folio con l'edizione integrale delle sue opere che Froben pubblicò tra il 1538 e il 1540.

Riferimenti bibliografici

  • Erasmi Roterodami Opus Epistolarum, a cura di P. S. Allen et al., 12 voll., 1906-1958 (ed. critica della corrispondenza; rist. 1992)
  • Opera Omnia Desiderii Erasmi, 1969- (ed. critica integrale)
  • Scritti religiosi e morali, 2004
  • Erasmus von Rotterdam, cat. mostra Basilea, 1986
  • C. Augustijn, Erasmus von Rotterdam, 1986
  • L.-E. Halkin, Erasme, 1988
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Suggerimento di citazione

Peter G. Bietenholz: "Erasmo da Rotterdam", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 24.10.2005(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/010590/2005-10-24/, consultato il 06.11.2024.