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Architettura

A differenza dell'Ingegneria, che si basa sulla scienza e sulla tecnica e ha origini militari, l'architettura è sia artigianato sia disciplina delle belle arti. Dipende da fattori quali il sistema economico, l'ambiente geografico e geologico, le strutture della società, le tradizioni culturali, gli aspetti soggettivi (gusti personali del costruttore e del committente), le concezioni ideologiche e le influenze esterne. A seconda delle finalità delle costruzioni, si distingue fra architettura sacra e profana (costruzioni a scopo militare, abitativo o amministrativo).

Dalle origini al XIX secolo

Costruire: un compito dei potenti

Il vescovo Wichardus e S. Leodegario offrono simbolicamente la Hofkirche di Lucerna alla Vergine. Miniatura del libro dei conti del prevosto Heinrich Vogt, 1496 (Staatsarchiv Luzern, Stiftsarchiv im Hof, Cod. 104).
Il vescovo Wichardus e S. Leodegario offrono simbolicamente la Hofkirche di Lucerna alla Vergine. Miniatura del libro dei conti del prevosto Heinrich Vogt, 1496 (Staatsarchiv Luzern, Stiftsarchiv im Hof, Cod. 104).

Fin dai tempi remoti, la Costruzione faceva parte dei compiti prestigiosi assunti da dignitari laici ed ecclesiastici. Protasio, vescovo di Losanna, intorno al 652 perì nei boschi del Giura, presso Bière, mentre sorvegliava il taglio del legname necessario alla costruzione della sua chiesa; il racconto di quel tragico evento evoca la vicenda dell'abate Suger alla ricerca di tronchi diritti per il tetto della chiesa conventuale di Saint-Denis (1144 ca.). La pianta di un'abbazia portata dall'isola di Reichenau a San Gallo nell'820/830 ca. costituisce un documento di importanza eccezionale poiché illustra come era concepito architettonicamente un convento di quell'epoca (Chiese, Preromanico). Il monaco Winihart, che partecipò all'erezione della chiesa abbaziale di San Gallo, fu elogiato con il soprannome di "Dedalo". Progettista e direttore dei lavori per la chiesa del convento sciaffusano di Allerheiligen, fondata da Eberhard von Nellenburg e consacrata nel 1064, fu il suo cappellano di corte Liutbaldus; in seguito non si incontrano altri nomi di architetti, né per la ricostruzione di Allerheiligen (1103) né per le filiali cluniacensi di Rüeggisberg, Romainmôtier e Payerne, e nemmeno per il Grossmünster di Zurigo o per la cattedrale di Basilea. Soltanto in relazione alla costruzione di cattedrali gotiche, come quella di Canterbury (Inghilterra), sono documentabili figure di architetti cui seguono, dalla prima metà del XIII sec., i primi disegni conosciuti.

Maestranze itineranti

Per i loro grandi progetti architettonici il clero e la nobiltà dovettero spesso far venire da lontano maestranze qualificate non reperibili in loco. Gli ab. di alcuni villaggi e vallate alle pendici meridionali e settentrionali delle Alpi scelsero di guadagnarsi da vivere specializzandosi nell'Edilizia e spostandosi per l'Europa, così come altri si recavano all'estero in qualità di mercenari, mungitori, pasticceri o spazzacamini. Il senso di unità fam. e l'attaccamento alle proprie origini continuarono a mantenere la loro importanza: in seguito a una lite sui salari, maestranze attive nel 1146 ca. a Ratisbona (D) vennero rinviate al loro signore, il vescovo di Como; ciò indica che quei costruttori, detti "comacini", provenivano dalla regione dei laghi dell'Italia settentrionale (dunque anche dall'odierno territorio ticinese). Altre maestranze, di origine mesolcinese, furono attive per decenni in Baviera o in Austria, dove finirono poi per stabilirsi; lo stesso fecero alcuni ticinesi a Roma (Maestranze artistiche). Nel XVIII sec. le maestranze del Vorarlberg raggiunsero in gruppo il loro maestro sul cantiere di Sankt Urban, e rientrarono poi in autunno. Il Grossmünster di Zurigo, uno dei capolavori del Romanico in Svizzera, fu eseguito da costruttori dell'Italia settentrionale, mentre la facciata della cattedrale di Lugano costituisce un buon esempio locale di arte rinascimentale (Rinascimento). L'importanza dei legami parentali è dimostrata ai massimi livelli dai nuclei fam. di Domenico Fontana, Carlo Maderno e Francesco Borromini e dalla loro tomba nella chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini a Roma.

D'altro canto si assiste pure all'"importazione" nell'odierno territorio sviz. di elementi architettonici delle cattedrali gotiche franc. (Gotico). Il tiburio del duomo di Losanna è di origine normanna: certi particolari rinviano direttamente alla cattedrale inglese di Canterbury, iniziata nel 1175 da Guillaume de Sens. Cantieri del genere erano veri e propri centri di formazione del gotico, la cui influenza si estese in seguito non solo ad abbazie e chiese parrocchiali, ma pure all'architettura civile. L'alta nobiltà ricorreva a specialisti provenienti da tutta Europa: l'architetto Jacques de Saint-Georges, per esempio, fu attivo nelle fortezze savoiarde di Yverdon e Chillon (1260-70), sovrintendente alle costruzioni savoiarde (1271-75) e costruttore di castelli nel Galles (dal 1278), al servizio del re d'Inghilterra (Castelli e fortezze). Jean de Liège, architetto alla corte savoiarda, ristrutturò la chiesa francescana di Losanna tra il 1380 e il 1390; Johann von Ungarn, architetto dell'ordine dei cavalieri teutonici, progettò la certosa di Basilea che costruì a partire dal 1408; quanto a Asmus Grasser, scultore e architetto di Monaco, a partire dal 1487 realizzò il convento sangallese di Mariaberg-Rorschach.

Veduta da sud est del castello di Vufflens, 1950 ca. (Fotografia A. & G. Zimmermann, Ginevra).
Veduta da sud est del castello di Vufflens, 1950 ca. (Fotografia A. & G. Zimmermann, Ginevra). […]

Verso la metà del XIV sec., a partire dalla ricostruzione della cattedrale di Basilea dopo il terremoto del 1356 ad opera di Johann von Gmünd, il panorama artistico sviz. è contraddistinto da una diffusione dello stile gotico - grazie quasi esclusivamente a maestri ted. - i cui segni di distinzione sono le torri gemelle della cattedrale di Basilea, del Grossmünster di Zurigo e della Hofkirche di Lucerna. Ma si trovano pure chiese con torre assiale in facciata, ispirate al modello delle cattedrali di Friburgo in Brisgovia e di Ulma, per esempio a Friburgo e a Berna, quest'ultima eretta dal 1420 su progetto di Matthäus Ensinger. Nel Paese di Vaud savoiardo alcuni fornaciai (carroniers-maçons) piemontesi costruirono, sul finire dei lavori sotto la direzione di Antonio Carbo, di Vigevano (I), il castello di Vufflens (1420-30 ca.) e l'antemurale (châtelet) del castello di Chenaux (pure sabaudo) a Estavayer-le-Lac (1433-41).

Cortile del palazzo Stockalper a Briga (Fotografia A. & G. Zimmermann, Ginevra).
Cortile del palazzo Stockalper a Briga (Fotografia A. & G. Zimmermann, Ginevra). […]

Nel tardo gotico fiorirono anche le chiese parrocchiali: oltre una dozzina sono quelle erette nei Grigioni esclusivamente da maestri austriaci. Numerose sono inoltre le chiese costruite nelle città del resto della Svizzera e le opere di architettura civile (Casa borghese, Granai, Mercato coperto). I Palazzi comunali più prestigiosi, quelli di Berna e Basilea, furono realizzati da architetti altorenani. Più rari erano invece gli Svizzeri attivi nella Germania meridionale: il lucernese Hans Maschwander (detto Schweizer), maestro carpentiere a Nördlingen (1448-73) e costruttore di capriate per importanti edifici, valutò come perito per esempio la chiesa di S. Lorenzo a Norimberga. Vasto fu il raggio d'azione di alcuni architetti ginevrini: François Cirgat eresse la facciata della cattedrale di Moûtiers-en-Tarentaise (F) nel 1461, Georges du Jordil lavorò alla torre della facciata di S. Nicola a Friburgo (1470-75), François de Curtine procedette alla sopraelevazione della parrocchiale di Payerne e realizzò la navata di S. Martino a Vevey (1522-32). Altre parti di Vaud e la contea di Neuchâtel si orientavano invece di preferenza all'architettura borgognona. Nell'ultimo terzo del XV sec. prese avvio la migrazione verso nord dei Walser, giunti dalle valli a sud delle Alpi: prima dalla valle di Gressoney (Issime, Gressoney) e poi dalla Valsesia (Alagna e Riva, denominate insieme "Prismell"). Ulrich Ruffiner, di fam. valsesiana attiva nella Svizzera franc. dal 1500, avviò una redditizia attività edile in Vallese intorno al 1505. Abili nella padronanza del linguaggio formale sia gotico sia rinascimentale, i Valsesiani erano bene accetti anche in cantieri in cui i lavori erano stati interrotti, per esempio nelle cattedrali di Berna e Friburgo, dove la costruzione delle volte non era ancora conclusa. Uno dei loro maggiori esponenti fu Daniel Heintz il Vecchio, attivo a Basilea dal 1559 e a Berna dal 1571. Tra le principali opere dei Valsesiani si annoverano il palazzo com. gotico di Sursee, di Jakob Zumsteg (1539), quello di Lucerna, eretto da Anton Isenmann con maestranze milanesi (dal 1600), e il palazzo Stockalper di Briga, costruito dai fratelli Bodmer negli anni 1658-78.

Anche i Grigionesi italofoni provenienti dalla Mesolcina, attivi soprattutto in Germania, intrattennero contatti con i Valsesiani. All'inizio del XVII sec. Giulio Valentini costruì il palazzo com. e la Hofkirche di Neuburg an der Donau su progetto dell'architetto e pittore Joseph Heintz. Le opere dei noti mesolcinesi Enrico Zuccalli, Giovanni Antonio Viscardi, Gabriele de Gabrieli e Gaspare Giovanni Zuccalli sono considerate parte integrante del Barocco austro-bavarese.

Fra il 1633 e il 1680 gli architetti barocchi ted. Jakob Kurrer, Christoph Vogler e Heinrich Mayer, gesuiti, svolsero un ruolo di mediatori costruendo a Lucerna la Hofkirche, la chiesa dei gesuiti e quella delle orsoline, a Soletta la chiesa dei gesuiti. È con loro che appresero il mestiere i maestri itineranti del Vorarlberg, organizzati in corporazione dal 1650 ca., che avrebbero dominato per un sec. l'architettura della Svizzera ted. Figure importanti come Franz Beer von Blaichten, Caspar Moosbrugger e Peter Thumb perfezionarono a Sankt Urban il loro schema di lesene e idearono originali soluzioni planimetriche, risultanti dalla combinazione di pianta longitudinale e centrale, per le chiese abbaziali di Einsiedeln e di San Gallo.

Esecuzione di Johannes Fatio nel 1691 davanti al palazzo del Consiglio di Basilea, sulla piazza del mercato. Acquaforte incisa nel 1792 da Daniel Burckhardt sulla base di un antico documento (Staatsarchiv Basel-Stadt, BILD 13, 267).
Esecuzione di Johannes Fatio nel 1691 davanti al palazzo del Consiglio di Basilea, sulla piazza del mercato. Acquaforte incisa nel 1792 da Daniel Burckhardt sulla base di un antico documento (Staatsarchiv Basel-Stadt, BILD 13, 267). […]

Accanto agli architetti del Vorarlberg, e successivamente nella loro orbita, operarono, in collaborazione o in concorrenza, singoli maestri e fam. di costruttori: per esempio Giovanni Gaspare Bagnato, architetto dell'ordine dei cavalieri teutonici, spesso attivo nelle corti principesche, il cui progetto per San Gallo (1750) avrebbe potuto dare alla Svizzera un'esuberante chiesa Rococò. Dalla metà del XVIII fino a XIX sec. inoltrato, la fam. tirolese dei Singer, i Purtschert di Bregenz (giunti a Sankt Urban con Beer) e i loro successori, esponenti del Neoclassicismo, costruirono, influenzandosi a vicenda, chiese parrocchiali ad aula unica, simili a saloni delle feste. Vanno inoltre menz. interventi puntuali di grande pregio, realizzati da singoli maestri stranieri su incarico di committenti estrosi: a Lucerna il palazzo ispirato al Rinascimento it. dello scoltetto Lux Ritter (1556); a Friburgo il palazzo franc. del comandante della guardia Jean Ratzé (1581); a Ginevra il portico della cattedrale (1752-56) e la rampa del palazzo com. (ultimata nel 1578), opere risp. del grande architetto piemontese Benedetto Alfieri e dei fratelli Nicolas e Jean Bogueret; a Neuchâtel il palazzo com. (1784-86), capolavoro neoclassico dell'architetto franc. Pierre Adrien Pâris. A partire dal 1762 fu eretta a Soletta la chiesa collegiata di Sankt Ursen, edificio estremamente rappresentativo progettato dall'asconese Gaetano Matteo Pisoni, che nel 1751 aveva predisposto i piani per la cattedrale di Saint-Aubain a Namur, in Belgio.

La presenza di singoli architetti celebri e di compagnie itineranti talvolta attive su tutto il territorio nazionale, induce a interrogarsi sulle opportunità rimaste ai maestri locali; la risposta varia da zona a zona. Benché nel XVIII sec. a Berna vi fossero numerosi architetti di provata qualità quali Erasmus Ritter, Niklaus Schildknecht, Niklaus Sprüngli e Albrecht Stürler, per gli edifici amministrativi vennero posti alle dipendenze di celebri architetti franc. come Joseph Abeille e Jacques Denis Antoine. A Basilea, invece, si apprezzava il talento di figure locali come Johann Jacob Fechter, Samuel Werenfels e Daniel Büchel. A Zurigo, dove a costruire erano esponenti delle autorità cultori dell'architettura (come il Consigliere Johann Heinrich Holzhalb nel mirabile palazzo com. del 1694) spiccava la casa della corporazione della Cincia, eretta da David Morf negli anni 1752-57. Nella Friburgo del XVII sec., lo scultore Jean-François Reyff assunse un ruolo particolare grazie al suo stile gotico baroccheggiante, che non va però inteso come "ritardo stilistico". Ginevra, città in cui erano attivi architetti sia locali sia franc., competeva con la Francia.

La formazione accademica

Sul volgere del 1800 i maestri itineranti presero fissa dimora, tornarono in auge antiche fam. di architetti locali e si distinsero architetti aristocratici, in parte dilettanti. La categoria si fece più intellettuale: intorno al 1750 Erasmus Ritter e Niklaus Sprüngli frequentarono a Parigi l'Ecole des Arts di Jacques François Blondel. Lo zurighese David Vogel, figlio di un muratore, su raccomandazione di Johann Caspar Füssli seguì una formazione artistica generale a Roma presso Johann Joachim Winckelmann. Assunta la direzione del Dip. delle costruzioni della Repubblica elvetica nel 1798, progettò la trasformazione del convento lucernese di Maria Ausiliatrice in Palazzo nazionale fed. (1799). Da allora, gli aspiranti architetti più esigenti preferirono, alla consueta formazione itinerante di parecchi anni, l'insegnamento di architetti famosi come Friedrich Weinbrenner a Karlsruhe, Pierre François Léonard Fontaine a Parigi, Friedrich Schinkel a Berlino, Leo von Klenze e Friedrich Ritter von Gärtner a Monaco. Fu così che già nel 1837 l'edificio dell'ex scuola cant. zurighese di Gustav Albert Wegmann si rifaceva all'Acc. di architettura realizzata da Schinkel a Berlino (1832-35). Figure di primo piano nella prima metà del XIX sec. furono Melchior Berri per l'architettura neoclassica e Johann Georg Müller per quella neogotica.

La svolta decisiva avvenne intorno alla metà del XIX sec. con la fondazione nel 1855 del Politecnico fed. a Zurigo (Politecnici federali), che comprendeva una sezione di architettura e una di ingegneria. Il settore edilizio, allora in pieno sviluppo, doveva affrontare nuovi compiti progettuali, quali la costruzione di Stazioni ferroviarie, Alberghi, Fabbriche, Edifici scolastici, Ospedali, Edifici amministrativi, banche, musei, teatri, Casino e stabilimenti termali. La Svizzera ebbe la fortuna di avere quale docente al Politecnico (1855-71) Gottfried Semper, autore, fra l'altro, oltre che dello stesso Politecnico, anche del palazzo com. di Winterthur, considerato il suo capolavoro. Attivo sul piano storico, teorico e pratico ad altissimo livello, Semper era perfettamente consapevole della problematica in cui si iscrivevano le sue creazioni, che giustamente paragonava alla situazione dell'arte romana (Storicismo). A Losanna, l'Ecole spéciale ospitò una sezione di architettura dal 1859 al 1869.

Per tutto il XIX sec. erano stati ripresi gli stili architettonici del passato. Karl Coelestin Moser, discendente da una fam. di architetti argoviesi e professore al Politecnico fed. di Zurigo dal 1915, passò nuovamente in rassegna gli stili storici, reinterpretandoli però in chiave moderna. Con S. Antonio a Basilea (1927), creò la prima chiesa della Svizzera in cemento armato.

Il XX secolo

Il Palazzo delle Nazioni a Ginevra, costruito dalla Società delle Nazioni e oggi sede europea dell'ONU. Fotografia, 1995 (Bibliothèque de Genève; fotografia A. & G. Zimmermann).
Il Palazzo delle Nazioni a Ginevra, costruito dalla Società delle Nazioni e oggi sede europea dell'ONU. Fotografia, 1995 (Bibliothèque de Genève; fotografia A. & G. Zimmermann). […]

Nel XX sec. il Politecnico fed. di Zurigo divenne il più importante ist. di formazione per architetti della Svizzera; ciononostante molti studenti continuarono a preferire le Univ. ted. (Monaco, Stoccarda, Berlino) e franc. (Ecole des Beaux-Arts a Parigi). Dal 1942 il Politecnico di Losanna (dal 1969 fed.) dispone di un dip. di architettura; lo stesso anno venne aperta a Ginevra una scuola di architettura, divenuta ist. univ. nel 1994. Nel 1996 è stata inaugurata a Mendrisio l'Acc. di architettura quale prima facoltà dell'Univ. della Svizzera it. Parallelamente, sul piano cant., le Scuole tecniche superiori, o scuole per ingegneri, formano dal 1874 professionisti del settore edile. Gli interessi di categoria sono rappresentati dalla Società svizzera degli ingegneri e degli architetti (SIA), fondata ad Aarau nel 1837, dalla Federazione architetti sviz. (FAS), fondata a Berna nel 1908, e dalla Federazione sviz. degli architetti indipendenti, fondata a Gümligen nel 1935; meno importante per lo sviluppo dell'architettura in senso stretto è invece l'Ass. tecnica sviz. (ATS). Singoli architetti aderirono peraltro anche alla Soc. dei pittori, scultori e architetti sviz., fondata nel 1865; le donne si raccolsero nel gruppo arti applicate della Soc. sviz. delle pittrici, scultrici e decoratrici, fondata nel 1902, prima di avere accesso alle ass. di categoria tradizionali. A una prima rivista sviz. di architettura, Ehrenberg's Zeitschrift über das gesammte Bauwesen (1835-42), seguirono gli organi associativi Die Eisenbahn (1874-82) - sostituto nel 1883 dalla Schweizerische Bauzeitung che, fusasi nel 1979 con il Bulletin technique de la Suisse Romande (dal 1900), diede vita a Ingegneri e architetti svizzeri; la Rivista tecnica della Svizzera italiana (1910-67); Die Schweizerische Baukunst (dal 1909; dal 1914 Das Werk) e archithese (dal 1972; dal 1977 al 1979 Werk-archithese).

Copertine della rivista Das Werk, gennaio 1927 e marzo 1930 (Bibliothèque de Genève).
Copertine della rivista Das Werk, gennaio 1927 e marzo 1930 (Bibliothèque de Genève). […]

Tesa fra influenze intern. e affermazione nazionalista, in Svizzera l'architettura sviluppò sia una modernità d'avanguardia sia caratteristiche proprie regionali. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale la riforma delle arti applicate proveniente dall'Inghilterra (Liberty) e il Werkbund ted. (Schweizerischer Werkbund (SWB)) contribuirono al rinnovamento della cultura abitativa borghese (Case d'abitazione). A diffondere idee architettoniche intern. provvidero Karl Coelestin Moser e Hans Bernoulli, docenti al Politecnico fed. risp. dal 1915 al 1928 e dal 1913 al 1938. Gli edifici rappresentativi del potere pubblico ed economico si rifanno al linguaggio architettonico della scuola di Stoccarda, del neoclassicismo franc. o del Novecento it. Le esposizioni nazionali di Zurigo (1883), Ginevra (1896) e Berna (1914) visualizzarono sul piano architettonico l'immagine collettiva del Paese, esibendo le sue conquiste tecniche ma anche pittoreschi piccoli villaggi artificiali (Chalet). Il concorso per il palazzo della Soc. delle Nazioni a Ginevra (1926-27) suscitò un'accesa disputa fra tradizionalisti e modernisti (Le Corbusier, Hannes Meyer). Sfruttando in maniera professionale la pubblicistica, i concorsi, le mostre e le case-modello, gli esponenti del Movimento moderno (Sigfried Giedion, Peter Meyer) tentarono, nei centri urbani, di interessare ampie fasce di pop. alla loro vasta attività riformatrice; alcuni rappresentanti dell'avanguardia, considerando restrittiva la situazione politica e culturale della Svizzera, cercarono sfide all'estero (Le Corbusier, Hans Schmidt, Hannes Meyer). Nel contesto della crisi economica degli anni '30 e della seconda guerra mondiale, trovarono una legittimazione ideologica sia tecniche costruttive tradizionali sia concezioni architettoniche di tipo nazionalistico e regionalistico (Heimatstil). Nell'ambito di programmi nazionali e cant. di emergenza, l'autorità pubblica promosse l'edilizia a vocazione sociale (Colonia operaia, Costruzione di alloggi di interesse generale) e gettò le basi della pianificazione nazionale (Armin Meili), ampliata nel dopoguerra a pianificazione regionale e locale (Pianificazione del territorio). Negli anni '50 l'architettura in Svizzera si profilò per il suo carattere di modernità continua e non dogmatica, assurgendo a modello su scala europea per esempio nella costruzione di scuole (Alfred Roth) e di chiese (Hermann Baur, Fritz Metzger, Otto H. Senn), mentre negli anni di alta congiuntura, caratterizzati da un boom edilizio e dalla frammentazione degli insediamenti, sulle esigenze architettoniche prevalsero, salvo rare eccezioni (Atelier 5), considerazioni di natura tecnica ed economica. L'importanza dell'architettura in quanto disciplina autonoma è stata rafforzata dalla metà degli anni '60, sul piano sia teorico sia pratico, da un gruppo di architetti ticinesi (Tita Carloni, Luigi Snozzi, Bruno Reichlin e Fabio Reinhart, Mario Botta), che hanno dato un notevole contributo a una teoria razionale del territorio e della sua storia materiale.

"Zurigo scopre Le Corbusier". Manifesto dell'esposizione organizzata in occasione dei dieci anni del Padiglione Le Corbusier a Zurigo nel 1977, realizzato dal grafico Peter Hajnoczky (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
"Zurigo scopre Le Corbusier". Manifesto dell'esposizione organizzata in occasione dei dieci anni del Padiglione Le Corbusier a Zurigo nel 1977, realizzato dal grafico Peter Hajnoczky (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).

Dagli anni '80 le questioni di tipo formale sono tornate più frequentemente al centro del dibattito: l'architettura come sistema di riferimento in senso semiotico, prendendo come linea direttrice la storia (per esempio la storia dell'architettura moderna per Roger Diener), le immagini della memoria individuale e collettiva (Miroslav Sik, Herzog e de Meuron, Peter Zumthor) o una "semplicità" delle forme architettoniche recepita come particolarità sviz. (nel solco di Max Bill). All'irradiazione intern. della giovane architettura sviz. corrisponde l'attività spesso spettacolare di grandi architetti stranieri in Svizzera (Frank Owen Gehry, Jean Nouvel, Richard Meier), all'insegna di un'apertura dei mercati anche sul piano culturale.

Riferimenti bibliografici

Bibl. generale
  • MAS
  • INSA
Dalle origini al XIX secolo
  • J. Gantner, A. Reinle, Kunstgeschichte der Schweiz, 4 voll., 1936-1962 (19682-)
  • AH, 3-4
  • M. Grandjean, «Maçons et architectes "lombards" et piémontais en Suisse romande du XIVe siècle à la Réforme», in Florilegium, 1995, 78-89
Il XX secolo
  • J. Gubler, Nationalisme et internationalisme dans l'architecture moderne de la Suisse, 1975 (19882)
  • AH, 11
  • Architektenlex.
  • Matière d'art, cat. mostra Parigi, 2001
Link

Suggerimento di citazione

Adolf Reinle; Dorothee Huber: "Architettura", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 10.04.2014(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/010997/2014-04-10/, consultato il 19.01.2025.