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Rotwelsch

Il termine Rotwelsch designa il linguaggio segreto utilizzato dal 1250 ca. nell'area germanofona da mendicanti itineranti professionisti (Mendicità) e truffatori di diversa provenienza. Secondo ricerche sociolinguistiche più recenti il Rotwelsch costituisce anche una lingua particolare, poiché contribuì a formare l'identità di gruppi marginali (Marginalità sociale). Trae le sue origini dalla lingua ted. (con mutamento semantico), ma accoglie anche vocaboli presi in prestito dalla lingua jiddisch, da quella degli zingari e da altre lingue straniere. Poiché non possiede una grammatica né una fonetica proprie, dal profilo linguistico il Rotwelsch non è una lingua vera e propria, ma un socioletto relativamente semplice. Il termine rotwalsch, con il significato di "falso, perfido", è attestato la prima volta in un passionario della metà del XIII sec. In seguito compare a più riprese nei cosiddetti Gilerverzeichnisse (registri dei mendicanti) o nei Gaunerbüchlein (libretti in cui erano rivelate le astuzie dei truffatori). Uno scritto di Gerold Edlibach del 1488 contiene un glossario del Rotwelsch. Sulla base dei Basler Betrügnisse der Gyler (1433/40; dall'antico ted. Giler o Gyler, mendicante), Matthias Hütlin di Pforzheim, preposto all'ospedale, redasse il Liber vagatorum (pubblicato in forma anonima nel 1510), probabilmente il più importante vocabolario del Rotwelsch. L'opera, ristampata senza interruzione fino al 1755, descrive la vita dei mendicanti professionisti e contiene un glossario del Rotwelsch di 219 vocaboli. Esistono inoltre numerosi elenchi di parole in Rotwelsch, prevalentemente frutto del lavoro di persone che a causa della loro funzione si occupavano di mendicanti e altri emarginati. Alla fine del XIX sec. il Rotwelsch è attestato sempre più raramente. Se ne trovano però tracce in molti linguaggi particolari (come quelli dei mercanti, dei soldati e degli studenti), nei gerghi di strada di Vienna e Berlino, in varianti colloquiali del ted. (ad esempio Roter Hahn, "gallo rosso", per indicare un incendio) e nello Jenisch.

Riferimenti bibliografici

  • F. C. B. Avé-Lallemant, Das Deutsche Gaunerthum, 4 voll., 1858-1862 (voll. 1 e 2, 19142)
  • F. Kluge, Rotwelsch, 1901 (rist. 1987)
  • R. Jütte, Abbild und soziale Wirklichkeit des Bettler- und Gaunertums zu Beginn der Neuzeit, 1988
  • R. Girtler, Rotwelsch, 1998
Link

Suggerimento di citazione

Robert Schläpfer: "Rotwelsch", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 16.11.2010(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/011301/2010-11-16/, consultato il 19.09.2024.