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SebastianBrant

Ritratto di Sebastian Brant inciso attorno al 1650 per la Bibliotheca Chalcographica di Jean-Jacques Boissard (Universitätsbibliothek Basel).
Ritratto di Sebastian Brant inciso attorno al 1650 per la Bibliotheca Chalcographica di Jean-Jacques Boissard (Universitätsbibliothek Basel).

1457/1458 Strasburgo, 10.5.1521 Strasburgo. Figlio di Diebolt, oste e Consigliere, e di Barbara Ricker. Elisabeth Bürgi(s), figlia di Heinrich, capo della corporazione dei fabbri a Basilea. Dal 1475 B. studiò a Basilea le arti liberali (baccelliere nel 1477). Assistente del giurista Hugo von Mauersmünster, si avvicinò alla giurisprudenza e conseguì un nuovo baccellierato (1480), la licenza (1483/84) e il dottorato utriusque iuris (1489). Dal 1483 insegnò diritto romano, diritto canonico e arte poetica all'Univ. di Basilea (decano nel 1492), senza comunque abbandonare la pratica giur. Dall'attività didattica scaturirono pubblicazioni quali Expositiones... omnium titulorum iuris civilis et canonici (Basilea 1490), più volte ristampate, e testi critici di opere di diritto canonico quali il Decretum Gratiani (1493), le decretali (1494) e il Liber Sextus (1499). B. (che latinizzò il proprio nome in Titio) si sforzò inoltre di rendere accessibile la giurisprudenza anche ai profani attraverso opere popolari, quali il Richterlich Klagspiegel (1516).

Lettore e correttore, B. contribuì in maniera determinante per oltre due decenni alla realizzazione dei programmi di stampa dei libri a Basilea: curò edizioni di testi antichi e umanistici, ma anche di opere pedagogiche e politiche riguardanti la Chiesa e l'Impero, riuscendo a catturare l'interesse anche attraverso l'accostamento fra testo e immagine. Fu autore di libelli riguardanti questioni di attualità o fenomeni naturali (per esempio sulla caduta di un meteorite nei pressi di Ensisheim, Von dem Donnerstein... vor Ensisheim, 1492). Dalle poesie lat. e dalle traduzioni B. passò alla poesia in lingua popolare, raggiungendo il culmine del successo con la satira morale La nave dei folli, che nel 1494 apparve accompagnata da silografie in parte di Albrecht Dürer e venne tradotta in molte lingue. Quest'opera è uno degli esempi più famosi della Narrenliteratur, diffusasi tra il ME e l'epoca moderna, che, riprendendo un antico processo letterario, celava la voce della ragione dietro la maschera della stoltezza per illustrare le debolezze umane, condannare abusi e promuovere riforme. Umanista conservatore e difensore della Chiesa tradizionale, B. fu molto vicino all'imperatore Massimiliano I e si dimostrò contrario alla Conf. Abbandonò Basilea nel 1501, forse a causa dell'alleanza fra la città e la Conf., che disapprovava, e si stabilì come syndic del Consiglio a Strasburgo, di cui divenne cancelliere cittadino nel 1503. Già nominato in precedenza Consigliere imperiale dall'imperatore Massimiliano I, in seguito ricevette i titoli di conte palatino e di assessore alla Corte imperiale di giustizia. A Strasburgo B. riordinò l'archivio e si dedicò alla redazione di cronache, la cui importanza politica si rivelò soprattutto nell'Uszugk einer Stadt Straszburg alt harchomen und bestetigten freyheiten (1520).

Riferimenti bibliografici

  • G. Aker, Narrenschiff, 1990
  • T. Wilhelmi, S. Brant Bibliographie, 1990
  • J. Knape, Dichtung, Recht und Freiheit, 1992
  • H. Wiegand, «S. Brant (1457-1521)», in Humanismus im deutschen Südwesten, a cura di P. G. Schmidt, 1993, 77-104
  • C. Schneider, Das Narrenschiff, cat. mostra Magonza, 1994
  • T. Wilhelmi (a cura di), S. Brant, 2002
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Suggerimento di citazione

Karl Heinz Burmeister: "Brant, Sebastian", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 19.08.2004(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/011593/2004-08-19/, consultato il 28.03.2024.