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Fraumünster

Antica abbazia femminile benedettina di Zurigo, situata sulla riva sinistra della Limmat; (857: monasteriolum, quod est constructum in honore sancti Felicis et sanctae Regulae virginis Christi; 858: monasterium, quod situm est in vico turegum; 1210: abbatia sanctorum martirum F. et R.; 1292: Gotzhus sant Felix und sant Regulen der abtei ze Zürich; 1329: Gotzhus zu Frowenmünster ze Zürich). Fondata nell'853 e soppressa nel 1524, apparteneva alla diocesi di Costanza. I suoi patroni erano i SS. Felice e Regula.

Veduta dell'abbazia attorno al 1500. Particolare del martirio di Felice e Regula realizzato in tempera su legno da Hans Leu il Vecchio per la cappella dei Dodici Apostoli del Grossmünster di Zurigo (Museo nazionale svizzero, Zurigo).
Veduta dell'abbazia attorno al 1500. Particolare del martirio di Felice e Regula realizzato in tempera su legno da Hans Leu il Vecchio per la cappella dei Dodici Apostoli del Grossmünster di Zurigo (Museo nazionale svizzero, Zurigo). […]

Il F. fu fondato come convento privato regio da Ludovico il Germanico, che il 21.7.853 gli attribuì la curtis regia di Zurigo, terre urane e la foresta dell'Albis e lo cedette in usufrutto perpetuo a sua figlia Hildegard. Il sovrano del regno franco orientale gli assicurò inoltre l'immunità. L'abbazia costituiva il centro amministrativo dei possedimenti urani e zurighesi. I suoi introiti erano destinati alle donne del casato reale (dote, beni vedovili); terre e rendite di varia provenienza, donate successivamente, assicurarono alle monache un mantenimento conforme al loro rango. Intorno al 1045 l'abbazia fu dotata di varie regalie (diritto di conio, di dazio e di mercato). Un avogadro abbaziale nominato dal re si occupava della gestione economica e giur. I duchi di Svevia esercitarono tale carica fino alla fine del X sec., in seguito essa passò ai von Lenzburg e poi ai von Zähringen (1172-1218).

Nel corso del XII sec. il F. si affrancò dallo status di convento privato; i suoi introiti vennero destinati unicamente all'abbazia e alle sue attività e la badessa non fu più designata dal re ma eletta dalle monache. Nel 1218 re Federico II si riappropriò dell'avogadria su Zurigo, sul F. e sul Grossmünster, impegnandosi a non cederle più. La badessa, che aveva ottenuto il rango di principessa dell'Impero (attestato dal 1234), quando il re si recava in visita a Zurigo gli riservava una sontuosa accoglienza. Quale signora della città, aveva già da tempo facoltà di nominare lo scoltetto e influiva sulla scelta degli altri funzionari. Ora però poteva disporre direttamente anche delle regalie; conferiva regolarmente ai cittadini il diritto di conio e di dazio, stabiliva il titolo e il peso delle monete e conservava il punzone per il conio (Pfenningstempel). Anche se non esercitava mai personalmente la giustizia criminale, nominava il balivo cittadino, spesso faceva uso del proprio diritto d'asilo e appose il suo sigillo alle lettere giurate del 1336, del 1373 e del 1393, che fissarono i cambiamenti sociopolitici avvenuti in seno alla cittadinanza. La badessa aveva, inoltre, uno speciale diritto in materia di passaggi di proprietà (il cosiddetto Fertigungsrecht): i beni donati da privati ad altre chiese zurighesi andavano dapprima consegnati al F., successivamente venivano concessi in feudo ereditario dalla badessa, che faceva compilare il relativo documento.

I cittadini di Zurigo, che si erano progressivamente affermati, aspiravano a una maggiore autonomia amministrativa e giudiziaria. Questa evoluzione fu agevolata a più riprese con la concessione dei diritti di regalia alla città. Nel corso del XV sec. la città cercò con sempre maggior successo di influire sulla gestione delle tenute abbaziali, trascurata dal F.; negli ultimi decenni di esistenza dell'abbazia questa tendenza si attenuò, perché il miglioramento della disciplina monastica e un'amministrazione più efficiente dei beni e delle entrate portarono a un ultimo periodo di fioritura, contraddistinto da un'intensa attività edilizia. Le idee della Riforma, comunque, trovarono una eco anche nel F. Il 2.12.1524, dopo quasi 700 anni, l'abbazia fu consegnata con tutti i suoi diritti e possedimenti dalla badessa, Katharina von Zimmern, alla città di Zurigo. Quest'ultima, oltre a ottenere l'indipendenza effettiva in ogni questione amministrativa e giudiziaria, poté quindi disporre anche del patrimonio abbaziale, la cui gestione fu affidata a un apposito ufficio (Fraumünsteramt), costituito a questo scopo. Gli introiti, che dovevano essere destinati a chiese, scuole e poveri, furono utilizzati in primo luogo per mantenere gli edifici sacri e per pagare i pastori del F. e delle sue filiali a Rümlang, S. Giacomo sulla Sihl, Maur, Oberrieden, Horgen, Hirzel.

Possedimenti

Il territorio della curtis zurighese ceduto in usufrutto nell'atto di fondazione (dove risulta definito in modo impreciso), dopo breve tempo fu integrato con donazioni private. In seguito venne gestito in comune da due corti (Stadelhofen, Sankt Peterhofstatt). Dal Glatttal si estendeva all'Uetliberg, da Zollikon ad Affoltern e alla foresta dell'Albis. I possedimenti del F. situati nell'odierno territorio com. di Zurigo comprendevano, a sinistra della Limmat, i dintorni dell'abbazia (In Gassen, Münsterhof) e a destra del fiume alcuni fondi situati in zone economicamente importanti (sulla piazza del mercato, presso le porte cittadine, nella Salzgasse). In terra urana al F. venne attribuita la fascia geografica inferiore: Bürglen, Spiringen, Silenen, Schattdorf, Altdorf. Nell'858 la badessa Berta donò al suo convento la curtis di Cham con chiese, terreni e diritti di pesca sul lago di Zugo. Mentre i beni cit. rimasero sostanzialmente al F. fino alla sua soppressione, tutti i possedimenti ricevuti nell'877 da Berta in Alsazia (Altenheim, Kientzheim, Carspach, Sélestat) furono venduti prima del 1291. L'abbazia aveva anche diritti di patronato su alcune chiese di Zurigo (S. Pietro, fino al 1345; S. Stefano; S. Giacomo sulla Sihl) e su quelle di Maur, Horgen (fino al 1345), Altdorf, Bürglen, Silenen nonché sulle loro filiali.

Regola monastica e disciplina

Le ospiti del F. probabilmente si attennero fin dall'inizio alle regole monastiche. Le badesse laiche di sangue reale erano affiancate da una preposta agli affari religiosi. Le conventuali, sempre di origine nobile, anche dopo un lungo arco di tempo continuarono a opporsi all'ammissione di donne provenienti dalla borghesia. La formula dei voti solenni che è stata tramandata e la lingua utilizzata nei documenti attestano che fino alla soppressione l'abbazia si considerò benedettina; un'interruzione temporanea di questa tradizione si osserva solo in una fase di secolarizzazione all'inizio del XV sec. Alla cura d'anime e al servizio divino provvidero inizialmente uno o più sacerdoti, che dal XII sec. formarono un capitolo collegiale (sette canonici dal 1230); essi fungevano da preti secolari per gli altari del F. (che alla fine erano 18) e per le chiese dipendenti, alcuni di loro insegnavano alla scuola abbaziale.

Dalla metà del XIII sec. è documentata al F. una scuola per fanciulli laici; nel 1275 scoppiò una lite con quella del Grossmünster, poi appianata con la delimitazione delle sfere d'influenza. L'ist., già ben frequentato ai tempi della Riforma, venne ampliato dopo la secolarizzazione. I proventi del F. consentivano sia di stipendiare l'ispettore del convitto, i professori e il personale ausiliario, sia di mantenere gli allievi esterni privi di mezzi; anche la residenza della badessa (Hof) era utilizzata per scopi scolastici.

Storia architettonica

La chiesa abbaziale carolingia - una basilica a colonne triabsidata, con tre navate e transetto - fu consacrata intorno all'874. Nel X-XII sec. seguirono ristrutturazioni sostanziali, durante le quali furono edificate, fra l'altro, la cripta esterna e la torre meridionale; nel 1170 ebbe luogo una nuova consacrazione. Nel 1145 esistevano già a sud del coro la cappella rettangolare di S. Nicola e lungo la navata la cappella a pianta circolare di S. Giacomo (demolita intorno al 1300); nel XIII sec. prese avvio una grandiosa ristrutturazione in stile gotico. Nel 1272 vennero deposte solennemente - all'interno o davanti a una nicchia tripartita nel transetto meridionale - le ossa delle prime badesse, Hildegard e Berta. Nel 1285 viene menz. la torre settentrionale (turris nova). Il coro, ridisegnato e ampliato, fu decorato a colori sulla volta e separato dal transetto mediante un pontile a tre campate con volta a crociera. Nel XIV sec. si costruì la nuova navata munita di contrafforti, che solo nel XV fu dotata di volte a costoloni; attorno al 1470 furono eseguite le finestre a traforo; nello stesso periodo il pontile fu modificato in stile tardogotico. Anche l'edificio abbaziale romanico, completo di chiostro, fu più volte ampliato e ristrutturato, in particolare nel XV e XVI sec., quando vennero costruiti una sala comune e un dormitorio. Alla fine del XIX sec. fu demolito per far posto all'odierno palazzo municipale.

Riferimenti bibliografici

  • HS, III/1, 1977-2019
  • P. Vogelsanger, Zürich und sein Fraumünster, 1994
  • M. Gabathuler, Die Kanoniker am Grossmünster und Fraumünster in Zürich, 1998
  • I. Gysel et al. (a cura di), Zürichs letzte Äbtissin, Katharina von Zimmern, 1478-1547, 1999
  • MAS ZH, n.s., 2/1, 2002, 25-138
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Suggerimento di citazione

Judith Steinmann: "Fraumünster", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 09.11.2006(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/011612/2006-11-09/, consultato il 19.03.2024.