Nell'ambito delle Finanze pubbliche, è possibile individuare tre categorie principali di entrate correnti dello Stato: le Imposte; le tasse e i contributi; gli introiti derivanti da beni e servizi offerti sul mercato, in concorrenza con altri soggetti. Se nel caso delle imposte non vi è una controprestazione diretta in cambio del denaro versato, tasse e contributi costituiscono il compenso per Servizi speciali, quasi sempre forniti solo dallo Stato.

Mentre ai contributi sono soggette intere categorie, indipendentemente dal fatto che il singolo faccia o meno uso della prestazione a cui contribuisce finanziariamente, le tasse sono versate in funzione dell'uso individuale di un determinato servizio. Spesso si distingue tra tasse amministrative (tasse per atti amministrativi speciali) e tasse d'uso (tasse per l'utilizzo di strutture pubbliche). Malgrado le scienze finanziarie abbiano ripetutamente sottolineato le lacune di queste definizioni, finora non sono state elaborate soluzioni alternative. Tasse e contributi sono fissati dallo Stato. In genere il loro ammontare non supera il valore delle prestazioni fornite dallo Stato (principio di equivalenza). Esso si basa sul principio della copertura dei costi, a cui però spesso si deroga per motivi politici (ad esempio nel caso di istituzioni culturali come teatri o musei). La riscossione di tasse e contributi presuppone che i fruitori di una prestazione possano essere identificati ed eventualmente esserne esclusi.
La storia e l'evoluzione delle tasse e dei contributi in Svizzera sono poco studiate. In epoca moderna si registrò una sconcertante varietà di tasse, spesso con denominazioni specifiche. A Lucerna la loro quota sulle entrate correnti salì dal 27% nel 1421-25 fino al 55% nel 1481-85, per poi scendere costantemente in seguito (28% nel 1581-85, 27% nel 1681-85, 9% nel 1781-85, 12% nel 1971-75). Se all'inizio del XV sec. la maggior parte delle entrate veniva coperta da imposte, verso la fine del sec. la quota delle tasse aumentò a dismisura a causa dei nuovi introiti garantiti dalle capitolazioni militari con la Francia. Ciò permise a Lucerna di eliminare quasi completamente i propri debiti e di accumulare in seguito un patrimonio considerevole, che a sua volta fruttò proventi sempre più elevati. Valori simili si riscontrano anche a Sciaffusa, dove nel XV sec. l'incidenza delle tasse sulle entrate correnti era pari al 21%, e per la parte germanofona di Berna, dove negli anni 1568-70 ammontava a ca. un terzo del totale. Questi dati risultano piuttosto atipici rispetto alla maggioranza delle città dell'Europa centrale, per cui le imposte continuarono a essere la principale fonte di introiti.
Fino al XIX sec. le tasse costituivano anche in parte una componente diretta della remunerazione dei Funzionari. Solo con lo sviluppo di un moderno sistema retributivo tali sportule furono convertite in tributi fiscali. Per il XIX e il XX sec. mancano dati statistici coerenti sul lungo termine, circostanza non da ultimo dovuta ai frequenti cambiamenti nella classificazione delle entrate. Ciononostante si può presumere che in un'ottica di lungo periodo le tasse e i contributi abbiano perso di importanza e che attualmente costituiscano solo una piccola parte delle entrate pubbliche; solo per i com. assumono un peso più significativo. Vista la crescente applicazione del principio di causalità, in un prossimo futuro le tasse potrebbero però acquisire nuovamente una maggiore rilevanza.