Autrice/Autore:
Daniel Lampart
Traduzione:
Martin Kuder
Con il termine investimenti vengono qui indicati gli impieghi di capitale per l'acquisto di beni materiali (investimenti fissi lordi). È possibile distinguere tra investimenti nell'edilizia (abitazioni, edilizia industriale, opere infrastrutturali, ristrutturazioni) e investimenti in beni strumentali (come macchinari, veicoli, ma anche colture e bestiame). Nell'ambito della Contabilità nazionale, gli investimenti fissi lordi comprendono gli investimenti all'interno di un Paese, mentre quelli compiuti all'estero vengono definiti investimenti diretti.
Dal 1852 sono disponibili dati statistici (dal 1813 per quanto riguarda il settore della costruzione). La percentuale dei beni strumentali sul totale degli investimenti fissi passò da poco meno del 10% al 50% ca. entro la fine della seconda guerra mondiale, mantenendosi poi su tali livelli fino a oggi. Nella prima metà del XIX sec. gli investimenti più importanti venivano effettuati nell'industria tessile, mentre alla fine del XX sec. nei settori delle banche, dei trasporti e delle comunicazioni. Nell'Edilizia, la realizzazione di immobili assorbe la parte prevalente degli investimenti, di cui la metà impiegata per la Costruzione di alloggi. Nel 2005 gli investimenti fissi lordi costituivano ca. il 22% del prodotto interno lordo (PIL).
Dalla fine del XIX sec. le imprese sviz. effettuano ingenti investimenti diretti all'estero. Nel 2003 i capitali detenuti al di fuori dei confini nazionali erano pari a ca. il 97% del PIL, un valore estremamente elevato rispetto alla media intern. La Svizzera è anche un esportatore netto di capitali: tra il 1999 e il 2003, gli investimenti diretti di imprese elvetiche all'estero hanno raggiunto un valore quasi doppio degli investimenti diretti compiuti da soc. straniere sul territorio nazionale.
Autrice/Autore:
Daniel Lampart
Traduzione:
Martin Kuder
Fino alla prima metà del XIX sec. si registra una carenza di informazioni sistematiche sugli investimenti in Svizzera. Il loro livello con tutta probabilità era strettamente legato all'evoluzione demografica (Popolazione). La colonizzazione romana del territorio sviz. coincise con una fase di accresciuti investimenti, spec. nell'Urbanistica e nella costruzione di abitazioni e strade. Come attestato dalle fonti, nel periodo tra l'XI e il XIII sec. i dissodamenti, la fondazione di nuove città e la costruzione di fortezze si intensificarono, mentre nel XIV e XV sec. si registrò un'inversione di tendenza, dovuta al calo demografico. Per quanto riguarda l'evoluzione strutturale degli investimenti, occorre menz. la crescente importanza dell'Allevamento in alcune regioni a partire dal XIV sec., testimoniata dall'aumento dei capi di bestiame.
Nel XVIII sec. l'accumulazione di capitale reale conobbe un'accelerazione, che è proseguita fino a oggi. Vennero costruite le prime fabbriche. Dalla seconda metà del XVIII sec., lungo gli itinerari più importanti (anche attraverso le Alpi) le strade furono rese carrozzabili. Per la loro realizzazione furono necessari ingenti mezzi: alla fine degli anni 1830-40 e all'inizio degli anni 1840-50, il cant. Zurigo destinava a questo scopo fino a un terzo della spesa pubblica. Tra le grandi opere infrastrutturali figurano anche le Correzioni dei corsi d'acqua, tra cui l'incanalamento della Linth (1807-23) e la prima correzione delle acque del Giura (1868-91).
Con l'Industrializzazione, che prese avvio all'inizio del XIX sec., acquisirono importanza gli investimenti in beni strumentali. La meccanizzazione della filatura del cotone quadruplicò il numero di fusi nelle fabbriche tra il 1814 e il 1836; il medesimo processo si manifestò poi anche nell'ambito della tessitura a partire dagli anni 1830-40. In questo periodo iniziò anche la costruzione di imbarcazioni a vapore, turbine, macchine a vapore e apparecchiature per la produzione della carta. Nella seconda metà del XIX sec. l'industrializzazione riguardò anche gli altri settori (per esempio l'industria alimentare e quella orologiera).
Dagli anni 1850-60 alla metà degli anni 1880-90, in Svizzera la costruzione delle Ferrovie assorbì una parte notevole degli investimenti. Tra il 1855 e il 1862, con una spesa di 300 milioni di frs. (un terzo degli investimenti fissi dell'epoca) venne realizzata una rete ferroviaria di 1300 km, a cui si aggiunsero altri 1500 km durante la seconda fase di espansione (1869-85) grazie a ulteriori investimenti di 500 milioni di frs. (un quinto degli investimenti fissi sviz.). Questo enorme piano infrastrutturale diede forti impulsi all'economia sviz. sul piano dell'offerta e della domanda, stimolando sia la costruzione di abitazioni, sia gli investimenti delle imprese.
Dopo l'apice toccato al culmine del secondo boom ferroviario (1875), gli investimenti entro il 1885 si ridussero a un terzo del livello di dieci anni prima, anche a causa della grande depressione che colpì l'economia intern. In seguito, con la sola eccezione degli anni a cavallo del 1900, l'economia sviz. conobbe un periodo di intensa prosperità fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Impulsi determinanti giunsero dalla domanda interna (ad esempio dall'edilizia). La meccanizzazione nella produzione fece rapidi passi avanti; nel 1913 le vendite di macchine industriali in Svizzera risultavano di quattro volte superiori rispetto al 1885.
Dagli anni 1890-1900 lo sviluppo delle infrastrutture e la crescita degli investimenti nelle ferrovie furono contenuti. Allo scoppio della prima guerra mondiale la rete ferroviaria era praticamente ultimata. La diffusione dell'energia elettrica subì una prima accelerazione tra il 1895 e il 1914, quando vennero investiti ca. 300 milioni di frs. per la costruzione di impianti elettrici a corrente forte. Alla vigilia della Grande guerra in quasi tutte le località esistevano reti di distribuzione dell'energia elettrica, utilizzata soprattutto per l'illuminazione e a scopi industriali. Dal 1895 progredì anche l'allestimento della rete telefonica.
Iniziata negli anni 1870-80 e 1880-90, l'espansione delle imprese elvetiche al di fuori dei confini nazionali raggiunse dimensioni tali da rendere la Svizzera nel 1913 il Paese con il maggiore ammontare di capitali all'estero pro capite. I motivi di questa espansione furono il rafforzamento delle tendenze protezionistiche all'interno dei più importanti mercati di destinazione (Germania, Francia, Italia) e l'aumento dei costi di produzione dovuto alla crescita dei salari reali, originata tra l'altro dal boom ferroviario.
Dal 1914 al 1939
Autrice/Autore:
Daniel Lampart
Traduzione:
Martin Kuder
Dopo una diminuzione durante la prima guerra mondiale, gli investimenti conobbero in seguito un'evoluzione altalenante. Dal 1922 l'economia sviz. tornò a crescere, ciò che si manifestò in un'intensa attività edilizia. Non da ultimo grazie a investimenti pubblici, in città come Zurigo, Berna e Basilea tra il 1921 e il 1931 fu possibile incrementare della metà il numero degli appartamenti, dotandoli inoltre di maggiori comodità (bagno, riscaldamento centralizzato, fornelli elettrici). Investimenti mirati all'accrescimento della produttività (Taylorismo) acquistarono importanza non solo nell'industria, ma anche nel settore terziario (per esempio macchine per ufficio, sistemi di schedatura). Le imprese si dotarono di un maggior numero di autocarri. Negli anni 1920-30 gli investimenti nelle infrastrutture riguardarono soprattutto la produzione di elettricità e la costruzione di strade. Tra il 1919 e il 1929, le FFS portarono a termine il primo programma di elettrificazione. La crescita del traffico motorizzato rese inoltre necessari maggiori investimenti nella rete stradale (asfaltatura, costruzione di marciapiedi).
Investimenti fissi lordi 1852-2005
[…]
Dopo il 1930 la Crisi economica mondiale provocò il crollo degli investimenti delle imprese. La costruzione di abitazioni aumentò ancora fino al 1931, sostenendo la congiuntura interna. Nel periodo 1932-36 gli investimenti edili però si dimezzarono, con un calo particolarmente marcato per quanto riguarda l'edilizia privata. La diminuzione dei redditi, unitamente all'intensa attività del settore immobiliare prima della crisi, portò a un'alta percentuale di appartamenti sfitti (3,5% a Zurigo e 10% a Ginevra alla fine del 1936). Soprattutto in ambito stradale, i progetti infrastrutturali subirono un ridimensionamento in seguito alle misure di risparmio nel settore pubblico. Solo con la ripresa della congiuntura a partire dal 1937 gli investimenti tornarono a crescere.
Dal 1939 a oggi
Autrice/Autore:
Daniel Lampart
Traduzione:
Martin Kuder
A causa della guerra e della diminuzione delle spese nel settore dell'edilizia privata, fino al 1943 il livello degli investimenti fu ridotto. Anche il settore pubblico investì con prudenza. Verso la fine del conflitto, gli investimenti privati aumentarono nuovamente. Grazie all'intensa Crescita economica, soprattutto dal 1950 al 1972, la capacità produttiva si sviluppò notevolmente. Nuove categorie di beni strumentali assunsero una maggiore rilevanza: il numero dei veicoli commerciali nel 1980 era dieci volte superiore a quello del 1946, mentre l'accresciuta importanza commerciale del traffico aereo comportò l'ampliamento delle flotte di velivoli. Dagli anni 1960-70 l'economia elvetica rafforzò la sua presenza intern. (Globalizzazione); il capitale reale sviz. all'estero quintuplicò tra il 1960 e il 1975.
Dopo la seconda guerra mondiale aumentò notevolmente la costruzione di abitazioni, favorita fino al 1950 da ingenti sussidi statali. La forte crescita demografica registrata fino agli anni 1970-80 unitamente alla richiesta di una maggiore superficie abitabile pro capite, resa possibile dall'aumento dei salari, fu all'origine di una notevole domanda di alloggi: dal 1952 al 1972 la superficie edificata raddoppiò. Anche l'ampliamento delle infrastrutture progredì con ritmi sostenuti fino agli anni 1970-80. La capacità di produzione delle centrali idroelettriche aumentò di quasi quattro volte nel periodo 1950-70, mentre nella seconda metà degli anni 1960-70 iniziò la costruzione di centrali atomiche. Nel campo dei trasporti, il progetto infrastrutturale più importante fu la creazione della rete autostradale: dal 1958 alla metà degli anni 1970-80, la Conf. e i cant. realizzarono quasi 1000 km di strade nazionali, per una spesa di ca. 13 miliardi di frs. Alla fine degli anni 1960-70 e nel decennio successivo vennero inoltre investiti ingenti mezzi nella depurazione delle acque.
La recessione del 1975-76 comportò una massiccia riduzione degli investimenti, ulteriormente rafforzata da una politica dell'immigrazione più restrittiva. Il conseguente calo della pop. e i tassi di crescita economica meno elevati fecero diminuire la domanda di alloggi. Gli investimenti reali nell'edilizia abitativa diminuirono di quasi due quinti tra il 1974 e il 1977. In seguito, parallelamente alla ripresa economica, interrotta solo da un momento di debolezza congiunturale (Congiuntura) nel 1982, anche gli investimenti conobbero un andamento favorevole fino al 1991, in particolare quelli nei settori dell'informatica e delle telecomunicazioni. La seconda metà degli anni 1980-90 fu caratterizzata da un boom edilizio, accompagnato da un marcato aumento del valore degli immobili: a Zurigo per esempio, tra il 1985 e il 1989 i prezzi delle case plurifam. raddoppiarono. Nel 1990-91 si è verificata un'inversione di tendenza; fino al 1997 gli investimenti nell'edilizia abitativa sono diminuiti di quasi un quinto, malgrado l'evoluzione favorevole della congiuntura. Evidentemente il settore delle costruzioni non ha costituito un'alternativa all'andamento positivo delle Borse fino al 2000-01, dato che solo nel 2002 gli investimenti immobiliari hanno registrato una forte ripresa.
I capitali detenuti all'estero da imprese sviz. aumentarono in misura consistente tra il 1990 (ca. 85 miliardi di frs.) e la fine del XX sec. (ca. 400 miliardi); particolarmente attivo al di fuori dei confini nazionali è stato il settore dei Servizi (banche, assicurazioni, holding). Gli investimenti diretti sono risultati prevalentemente complementari alle attività svolte in Svizzera (creazione di filiali), mentre la delocalizzazione della produzione all'estero ha assunto una rilevanza minore.
Dalla seconda metà degli anni 1970-80 la progressione degli investimenti nelle infrastrutture è risultata meno rapida. La costruzione di autostrade ha subito un lieve rallentamento: 400 km furono aggiunti tra il 1975 e il 1985, anno in cui la rete viaria della Conf. comprendeva 1384 km di strade nazionali (ca. 1700 km nel 2002). Solo con i grandi progetti ferroviari (Ferrovia 2000, Nuova trasversale ferroviaria alpina, rete di linee ad alta velocità) i mezzi impiegati hanno ripreso a crescere da poco più di un miliardo di frs. all'anno nella prima metà degli anni 1990-2000 a più di 3 miliardi annui all'inizio del XXI sec. Investimenti degni di nota sono stati compiuti anche nell'ambito delle telecomunicazioni (tra l'altro reti di fibre ottiche, telefonia mobile).
Daniel Lampart: "Investimenti", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 01.11.2007(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/013837/2007-11-01/, consultato il 04.10.2024.