
L'ardesia, come altre rocce simili quali lo gneiss e la quarzite, è diffusa soprattutto nell'area (pre)alpina; resistente e facile da tagliare, veniva utilizzata per piode, lavagne e mine di matita ma anche per lastre per pavimentazioni, tavoli e modanature. Il fabbisogno locale era coperto da giacimenti di piccole dimensioni; importanza (sovra)regionale avevano invece ricchi giacimenti come quelli, ad esempio, situati nel cant. Berna (distr. di Frutigen), nel cant. Glarona (nella valle della Sernf) e nel Vallese (a Sembrancher, Leytron, Termen e Ried-Briga). In Svizzera l'estrazione di ardesia (Miniere, Industria della pietra) è menz. per la prima volta nel 1565 (a Engi); dal XVII sec. il commercio su scala europea di lastre di ardesia glaronesi rappresentò una fonte di guadagno non solo per i cavatori ma anche per il personale addetto alla lavorazione e alla distribuzione (Plattenfergger). Lo sviluppo degli abitati comportò un aumento del fabbisogno di piode e, nel XIX e nella prima metà del XX sec., una fioritura di cave per l'estrazione di ardesia, che in alcune località glaronesi, bernesi e vallesane ebbe conseguenze di rilievo sia sul piano economico sia su quello sociale. In alcuni casi l'estrazione di ardesia - come quella di sale e, più raramente, di carbone - venne gestita dallo Stato: dal 1832 nel cant. Glarona sul Landesplattenberg di Engi, dalla fine del XVIII sec. al 1868 nel cant. Berna a Mülenen. Gli occupati erano 200 a Engi nel 1840, 250 nella valle della Engstlige intorno al 1910; ancora nel 1938 l'estrazione di ardesia dava lavoro a 210 persone nella regione di Frutigen. A quanto sembra, solo in Germania si esportava ogni anno ardesia per un valore di 4 milioni di frs. In generale, sin dall'inizio del XX sec., la produzione in massa dei Laterizi implicò un ristagno delle vendite di ardesia, nonostante i tentativi di diversificarne la produzione (ad esempio per vasche, rivestimenti parietali, sigillanti, additivi per coloranti, installazioni elettriche). Durante i periodi di guerra e di crisi alcune miniere vennero temporaneamente chiuse; i forti costi di produzione e l'introduzione sul mercato di materiali nuovi provocarono poi la chiusura definitiva di altri impianti (nel 1961 a Engi, nel 1972 a Termen, nel 1977 a Frutigen) o il passaggio alla lavorazione di merce importata (fabbriche di lastre di ardesia a Elm, fino al 1983, e a Frutigen); all'inizio del XXI sec. uno degli ultimi impianti di estrazione ancora attivi in Svizzera, oltre alle cave di gneiss della Vallemaggia, era quello di Sankt Niklaus (quarzite), chiuso nel 2005.