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Carbonaia

Fornace all'aperto per la produzione artigianale di carbone mediante carbonizzazione della legna. Intorno a un foro centrale si accatasta, disponendola a cono, una grande quantità di legna secca (conifere o latifoglie, in pezzi di ca. 1 m), che, ricoperta con una coltre di rami d'abete, polvere di carbone e terra argillosa, grazie a un'aerazione solo parziale è sottoposta a combustione incompleta; il carbone così ottenuto dopo 10-14 giorni è pari al 20-25% ca. del peso iniziale della legna.

La carbonaia, come l'Artigianato del metallo, dovrebbe risalire già all'epoca preistorica; è accertata la sua esistenza dal profilo archeologico sulle pendici meridionali del Giura, in relazione alla lavorazione celtica del Ferro. Dal momento che il Carbone fossile era raro, fin dal ME il carbone di legna era impiegato, grazie al suo alto potere calorifico, nelle professioni artigiane (spec. da fabbri, spadai, orafi ecc.), nelle Miniere (per la riduzione del ferro) e nella produzione di Vetro; macinato, serviva per smerigliare e levigare ma anche come componente della polvere da sparo, e la sua cenere era trasformata in lisciva per il lavaggio di biancheria. In tutta la Svizzera erano all'opera, nei boschi dei villaggi, carbonai professionisti; la produzione era particolarmente intensa nelle regioni minerarie del Giura appartenente al principato vescovile di Basilea, neocastellano e vodese.

La forte richiesta di carbone ebbe quale conseguenza, dal XVI sec., una penuria generale di legname. Per proteggere i Boschi, le autorità cercarono di regolamentare severamente il lavoro nelle carbonaie: dapprima venne vietata l'esportazione del carbone, poi com. e proprietari privati di bosco (fra cui anche fonderie e fucine) poterono allestire carbonaie solo dopo averne ottenuto l'autorizzazione; il numero dei carbonai professionisti venne limitato e l'attività sottoposta a patente. Nel XVIII sec. i boschi destinati alla crescita vennero sempre più sottratti alla produzione di carbone; per quest'ultima fu necessario sfruttare più spesso legname di scarto (ceppaie, alberi abbattuti dal vento). Le carbonaie vennero trasferite in boschi impervi, da cui il carbone di legna, leggero, si poteva trasportare facilmente; per questa ragione in zone boscose poco accessibili del Giura e del Napf le carbonaie proseguirono l'attività fino al XX sec., anche se già nel XIX il carbon fossile importato cominciò a sostituire il carbone di legna; il processo di sostituzione si interruppe unicamente e per un breve periodo, nel quadro degli sforzi di autarchia, durante le guerre mondiali. Oggi, grazie alla nuova nicchia di mercato costituita dal carbone di legna per grill, qualche carbonaia rimane attiva nell'Entlebuch.

Riferimenti bibliografici

  • P.-L. Pelet, Fer, charbon, acier dans le Pays de Vaud, 1, 1973, 184-190; 3, 1983, 257-312
  • J. Duss, Holzköhlerei am Cholfirst, 1978
  • H. Wicki, Bevölkerung und Wirtschaft des Kantons Luzern im 18. Jahrhundert, 1979, 239-242
  • Voc. dei dialetti della Svizzera it., 4, 1999, 48-52 (voce "carbonéra")
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Suggerimento di citazione

Anne-Marie Dubler: "Carbonaia", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 28.10.2008(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/014031/2008-10-28/, consultato il 08.12.2023.