Con traffico di transito si intendono i Trasporti attraverso un territorio la cui provenienza e destinazione si situano al di fuori dell'area attraversata. In virtù della situazione viaria generale e di misure concrete di politica dei trasporti, il traffico di transito si è da sempre concentrato su alcuni pochi itinerari. In Svizzera la storia e la politica dei trasporti hanno focalizzato la loro attenzione sul traffico di merci e sui flussi transalpini. Solo raramente sono stati tematizzati i traffici in direzione est-ovest, che da quando esistono dati statistici - cioè dalla fine del XIX sec. - sono sempre risultati inferiori a quelli transalpini. Gode di scarsa considerazione anche la Navigazione d'alto mare, che assorbe il maggior volume di traffico tra l'Europa settentrionale e meridionale. L'immagine, spesso evocata nella Conf., della Svizzera come crocevia del transito intern. distoglie dal fatto che a ovest e a est della Svizzera vi sono assi di transito che per lungo tempo assunsero un'importanza maggiore di quelli sviz.
Le prime tracce del commercio a lunga distanza in territorio sviz. risalgono alla Preistoria. Traffici transalpini sono precocemente attestati nei Grigioni sui passi del Settimo, dello Julier e del Maloja, in Vallese sul Gran San Bernardo. Nel tardo ME si aggiunsero lo Spluga, il San Bernardino, il San Gottardo e il Sempione. Dal ME a partire dai Valichi più importanti e dalle rispettive strade di accesso si svilupparono veri e propri itinerari di transito, dapprima in relazione al commercio nelle Fiere. Le Strade insieme ad altre infrastrutture viarie quali Ospizi, Alberghi, Soste e Dogane, alle cooperative di somieri (Someggiatura), ai Salvacondotti e, nelle città, anche ai magazzini e agli empori, costituivano i cardini del complesso sistema alla base del Commercio di lunga distanza. Le case di commercio e di spedizione si insediavano da un lato nei principali luoghi di mercato, e dall'altro dove mutavano in maniera sostanziale le condizioni di trasporto (dalla pianura alla montagna, dalla strada alle idrovie), come ad esempio a Basilea, Coira, Ginevra, Lucerna o Zurigo. Dato il contesto materiale dei trasporti durante l'ancien régime, il traffico di transito si limitava principalmente a beni di alto valore poco ingombranti. Gli studi più recenti sottolineano come questi flussi assumessero un peso marginale rispetto agli scambi su scala locale e regionale. In passato come all'inizio del XXI sec., il transito costituiva solo una piccola parte dei trasporti. Mentre nel XVIII sec. raggiunse un nuovo apice, nei primi due decenni del XIX sec. i flussi transalpini in territorio sviz. cessarono in larga misura a causa di dazi sempre maggiori e allo spostamento dei flussi commerciali intern.
L'evoluzione dei Mezzi di trasporto e delle infrastrutture comportò un mutamento strutturale del traffico di transito dal XIX sec. In un primo momento, le strade carrozzabili facilitarono i trasporti diretti rispetto a quelli in diverse tappe, fino ad allora prevalenti spec. nelle zone montane. La principale cesura del XIX sec. fu la costruzione delle Ferrovie alpine. All'estero furono inaugurate le linee del Semmering (1854), del Brennero (1867) e il traforo del Moncenisio (1871), in Svizzera la Ferrovia del Gottardo (1882) e i tracciati del Sempione (1906, Ferrovia del Giura-Sempione) e del Lötschberg (1913, Berna-Lötschberg-Sempione, BLS). Le ferrovie, che consentivano il trasporto via terra di beni di massa su lunghe distanze, rivoluzionarono il traffico di transito. A solo un anno dalla sua inaugurazione, la Ferrovia del Gottardo assorbiva il 57% del traffico di transito sviz.; entro il 1929 questa quota salì al 70%.
Il successivo profondo cambiamento si ebbe dagli anni 1960-70 con la costruzione a ritmi accelerati delle strade transalpine. L'autostrada del Brennero venne inaugurata nel 1963, il traforo del Moncenisio nel 1965, la galleria del San Bernardino nel 1967 e quella del Gottardo nel 1980. Anche la strada del Sempione venne ampliata negli anni 1970-90. Un'ulteriore cesura si profila con l'apertura delle gallerie ferroviarie di base del Lötschberg (inaugurata nel 2007) e del Gottardo (inaugurata nel 2016) nell'ambito del progetto della Nuova trasversale ferroviaria alpina (NTFA).
Anche nel XX sec., il traffico di transito costituì solo una piccola parte, seppur crescente, del volume totale dei trasporti: la sua quota passò dal 2% nel 1950 al 6,3% nel 2009. Completamente diversa è la situazione se si considerano le prestazioni di trasporto, poiché nel traffico di transito le distanze risultano di molto superiori. Si può stimare che in quest'ambito le prestazioni in tonnellate-chilometro siano maggiori che in tutto il restante trasporto merci.
I flussi si ripartivano su vari Paesi limitrofi. Per la Svizzera, la Germania è di gran lunga il principale Paese di provenienza del traffico di transito, l'Italia il maggiore destinatario. Fino agli anni 1950-60 questa corrente costituì oltre la metà del traffico di transito totale attraverso la Conf. Carbone e ferro rappresentavano il 75% delle merci provenienti dalla Germania. Durante la seconda guerra mondiale il traffico lungo tale direttrice quadruplicò; le esportazioni ted. di carbone ammontavano all'88% del volume di transito totale. Nella seconda metà del XX sec. il carbone perse il suo ruolo di principale merce in transito. In seguito nessun altro prodotto ebbe un peso così predominante. Attorno al 1950 un quarto dei beni in transito era costituito da generi alimentari, un terzo da carbone o petrolio e un ulteriore quarto da metalli. Successivamente crebbe anche il volume dei prodotti chimici e dei fertilizzanti.
Dagli anni 1960-70 il potenziamento della rete stradale segnò la fine del monopolio della ferrovia nei traffici transalpini. Nei Paesi dell'arco alpino, entro il 2005 la quota dei trasporti su rotaia nell'ambito di questi ultimi scese al 42%. La ripartizione per vettori in Svizzera seguì però un'evoluzione molto diversa rispetto alla Francia, all'Austria e all'Italia. Il peso relativo della ferrovia diminuì in maniera sostanziale solo dal 1980; esso fu pari all'89% del traffico di transito nel 1990, al 78% nel 2000 e al 70% nel 2012. Soprattutto i beni di maggior valore furono trasportati in misura crescente su strada, mentre la rotaia mantenne la sua rilevanza per i prodotti di massa. Differente fu la situazione nel trasporto transalpino di persone, dove anche in Svizzera le ferrovie non furono in grado di mantenere la loro forte posizione; nel 1985 il peso della linea del Gottardo e della BLS non arrivava al 25% del totale. Il grande rilievo della ferrovia nel transito di merci ancora all'inizio del XXI sec., che costituisce una peculiarità sviz., è il risultato di una Politica dei trasporti mirata. I suoi elementi centrali erano il limite di 28 t per gli autocarri, gradualmente abolito entro il 2008, e il divieto di circolazione notturna e domenicale per i camion, ancora in vigore. L'iniziativa delle Alpi, accolta nel 1994, impose alla Conf. di promuovere il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia. Perseguivano lo stesso fine la modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie, in particolare per mezzo del progetto della NTFA (approvato nel 1992), la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (riscossa dal 2001) e l'accordo bilaterale sui trasporti terrestri con l'UE (entrato in vigore nel 2002).