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Servizi pubblici

L'espressione servizi pubblici è qui utilizzata per indicare le attività a favore di una comunità, svolte in seno all'amministrazione o attraverso l'esercizio di una carica politica. Dal XIX sec. sono impiegate anche altre nozioni quali quelle di funzione pubblica (Funzionari) o Settore pubblico. In questa sede ci si soffermerà sullo sviluppo dei servizi pubblici durante l'ancien régime, tralasciando per contro la loro evoluzione nel periodo successivo.

Cariche e funzioni

Nelle città, l'origine dei servizi pubblici è riconducibile all'attività amministrativa dei titolari della signoria (re, nobili, vescovi, abati) e dei loro dignitari. L'amministrazione era posta sotto la sorveglianza dei Consigli, presieduti dai Magistrati supremi (Scoltetto, Borgomastro, maestro a capo delle corporazioni). Le varie incombenze erano affidate a ufficiali quali il Tesoriere, il Cancelliere, il Segretario del Consiglio, l'Alfiere e l'Usciere. Funzioni subalterne, come quelle di medico cittadino, Maestro monetiere, capomastro, responsabile del dazio, guardiano della porta, della torre o delle vie, garzone cittadino, sagrestano, becchino, fontaniere, ispettore antincendio, messaggero a piedi o a cavallo e carrettiere, erano svolte generalmente da cittadini. Demandati all'amministrazione dei baliaggi erano il Balivo, il Luogotenente del balivo, l'Ammann e lo Scriba balivale; le cariche di rango inferiore erano rivestite da Sudditi.

Nei cant. rurali, la Landsgemeinde nominava il Landamano, il Vicelandamano (Luogotenente), l'alfiere, il tesoriere, il Landscriba, il capitano generale (Landeshauptmann), il Vessillifero e l'Intendente dell'arsenale. Nei cant. rif. alle autorità spettava anche la designazione delle cariche ecclesiastiche (Pastori evangelici, membri del Concistoro).

Sotto l'egida dei cancellieri cittadini, dei segr. dei Consigli e dei landscribi, si svilupparono Cancellerie autonome, che nel corso del XVII sec. assunsero la forma di veri e propri apparati amministrativi affidati a funzionari. Nel contempo aumentò il numero di Camere e commissioni, per cui furono create altre cariche; ad eccezione dell'esattore della gabella e dell'amministratore dei sali, si trattava però di funzioni onorifiche poco redditizie. A Berna ad esempio furono istituite le Camere del grano, d'appello, delle elemosine, della caccia e di reclutamento, cui nel 1687 si aggiunse il Consiglio di commercio, che controllava le attività mercantili e artigianali. A Zurigo nel 1722/23 fu pubblicato il primo calendario di Stato (Regimentskalender), che elencava le commissioni permanenti esistenti.

La cultura amministrativa nell'ancien régime

In occasione del loro insediamento, i titolari di cariche pubbliche dovevano prestare Giuramento. Quest'ultimo conteneva una sorta di mansionario e costituì per lungo tempo l'unica direttiva operativa. Solo dal XVIII sec. si diffusero regolamenti scritti. A Berna, ad esempio, nel XVIII sec. fu introdotto come mansionario un libro di istruzioni che illustrava tutti i compiti del balivo ed era a disposizione del pubblico nella residenza balivale.

Colui che era nominato a una carica era generalmente tenuto ad accettarla. Dagli ufficiali ci si attendeva che svolgessero i propri compiti nell'interesse della comunità. Se non adempivano ai loro doveri o commettevano abusi, erano passibili di sanzioni fino alla destituzione o la futura esclusione dell'intera fam. dai servizi pubblici. Sfruttando la loro rete di relazioni, i funzionari manchevoli spesso riuscivano però a sottrarsi a tali provvedimenti. La contabilità di balivi e tesorieri sottostava a controlli. A Berna, dove gli ufficiali rispondevano con il proprio patrimonio per il loro operato, la Camera degli alfieri approvava la contabilità dei balivi, che in seguito era sottoposta al Gran Consiglio. I conti dei tesorieri erano controllati dal Gran Consiglio nelle città, dall'assemblea com. nei com. rurali e dalla Landsgemeinde nei cant. rurali.

Procedure di reclutamento ed elezione

In linea di principio, per l'esercizio di una carica pubblica non erano richiesti particolari requisiti; per le cariche più elevate, l'estrazione fam. e sociale contava più delle competenze specifiche. Per il ruolo di balivo costituivano criteri preferenziali la disponibilità a risiedere fuori città. per diversi anni e la capacità di amministrare il proprio patrimonio e i propri beni.

I membri dei Consigli erano designati dalle corporazioni (come nel caso del Piccolo Consiglio di Zurigo) o per cooptazione (Consigli di Berna e Basilea, Gran Consiglio di Zurigo). Nei cant. urbani i Consigli sceglievano al loro interno i balivi e le altre alte cariche. Nei cant. rurali, ad esempio nella parte rif. di Glarona, la Landsgemeinde nominava gli ufficiali cant. e le cariche onorifiche. Nella Bassa Engadina i com. proponevano a turno un Landamano, che veniva poi confermato dai delegati com. I com. grigionesi assegnavano anche le cariche nei Paesi soggetti delle Tre Leghe.

L'elezione a funzioni pubbliche poteva rivelarsi costosa. A Zurigo i candidati a un seggio nel Piccolo Consiglio offrivano alle corporazioni un banchetto e oggetti in argento. Nei cant. rurali gli aspiranti a una carica pubblica offrivano vino a tutti i partecipanti alla Landsgemeinde. Le fam. dirigenti cercavano in tal modo di facilitare la loro elezione; inoltre dalla seconda metà del XVI sec. esse spesso si accordarono reciprocamente. Appositi regolamenti tentarono di limitare queste pratiche (Venalità degli uffici), senza tuttavia riuscire a eliminarle. Per contrastare la compravendita di voti, Zurigo nel XVII sec. introdusse l'elezione segreta. L'estrazione a sorte per l'assegnazione delle cariche fu introdotta dalle parti rif. (1640) e catt. (1649) di Glarona, da Friburgo (1650), Sciaffusa (1689), Berna (1710) e Basilea (1718). Se ciò non impedì la conclusione di accordi preliminari, tale sistema favorì comunque una ripartizione più equa degli uffici tra le fam. dirigenti. Poiché il sorteggio veniva interpretato come espressione della volontà divina dai casati dominanti, i candidati vincenti non si consideravano tanto rappresentanti eletti di un organismo collegiale quanto piuttosto come prescelti da Dio.

Estrazione sociale dei titolari di cariche

Dal XVI sec. l'accesso alle mansioni pubbliche divenne più oneroso e difficile. Tendenze oligarchiche (Aristocratizzazione) si manifestarono nella ripartizione dei ruoli più influenti e redditizi, che interessò un numero sempre minore di fam.; a Zurigo il numero delle fam. rappresentate negli uffici pubblici diminuì da 143 nel 1530 a 76 nel 1762. Le cariche iniziarono a essere considerate ereditarie. Alcune fam. si specializzarono sempre più in tali attività, per cui si formò un vero e proprio ceto di magistrati. Il mandato pubblico prometteva dignità e onori ed era segno di distinzione sociale.

Riunione della commissione della Biblioteca di Berna; particolare di un quadro realizzato nel 1697 da Johannes Dünz (Burgerbibliothek Bern).
Riunione della commissione della Biblioteca di Berna; particolare di un quadro realizzato nel 1697 da Johannes Dünz (Burgerbibliothek Bern). […]

A Zurigo e Berna unicamente i membri del Gran Consiglio avevano la possibilità di divenire balivi. Solo le fam. facoltose potevano sostenere gli elevati costi che l'ottenimento di tale carica comportava. A Zurigo i possidenti erano sovrarappresentati fra i balivi. Spesso già i loro padri erano stati membri dei Consigli e avevano ricoperto questa funzione; la percentuale di artigiani tra i balivi diminuì notevolmente dal XVI al XVIII sec. Nella Bassa Engadina ad esempio gran parte dei delegati al Consiglio e quasi tutti i titolari di cariche in Valtellina appartenevano all'élite aristocratica, che anche in un cant. rurale come Glarona ricopriva le principali cariche politiche (Schrankenherr).

Nelle campagne la situazione era simile a quella nelle città: gli agricoltori più agiati detenevano gli uffici più importanti nei com. La carica più elevata a cui potevano ambire i sudditi di un baliaggio era quella di luogotenente del balivo. Anche queste funzioni erano svolte dalle fam. più altolocate (notabili cittadini o ricchi contadini).

Retribuzione e indennità

Considerate un onore e un privilegio, le funzioni politiche e amministrative durante l'ancien régime generalmente non erano ricompensate con uno stipendio, ma con onorari, regali e parte delle imposte. I seggi nei Consigli, nelle Camere e nelle commissioni non fruttavano quasi nulla, mentre erano redditizie le cariche nei baliaggi e le ambascerie. Un balivo disponeva di varie fonti di entrate quali decime, imposte e quote sui dazi in natura o in denaro. A nord delle Alpi, i balivi spesso beneficiavano anche di diritti signorili come la Regalia delle monete e del sale. Nei baliaggi it. percepivano retribuzioni modeste, integrate però da percentuali su tasse, multe, sportule e confische e ulteriori vantaggi. Anche mansioni quali quelle di Maior e Scriba balivale, spesso appannaggio di singole fam., garantivano compensi elevati.

Nei cant. conf. le più alte cariche (scoltetto, Landamano, borgomastro, maestro a capo delle corporazioni, Consigliere segreto) erano anche le meglio retribuite. A Basilea i cancellieri cittadini guadagnavano più del doppio dei borgomastri o dei maestri a capo delle corporazioni; solo i balivi più potenti percepivano somme equivalenti. Gli altri maggiorenti (Consiglieri, Maestri delle corporazioni, alfieri, tesorieri ecc.) ricevevano retribuzioni nettamente inferiori, ma, grazie alla loro presenza in altri consessi quali la commissione delle finanze del governo (ad esempio a Basilea, Ginevra, Berna, Zurigo, Lucerna e Uri) e alle Pensioni, riuscivano a eguagliare gli introiti fissi dei magistrati supremi. Le entrate di un membro del Gran Consiglio potevano così superare di 20 volte quelle di un maestro artigiano.

In confronto alle monarchie europee, i servizi pubblici nella Conf. erano poco sviluppati e il grado di professionalizzazione limitato. Ciò contribuì a contenere i costi dell'amministrazione, sebbene ad esempio a Berna gli oneri per il personale costituissero la principale voce di spesa dello Stato.

Riferimenti bibliografici

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Suggerimento di citazione

Samuel Schüpbach-Guggenbühl: "Servizi pubblici", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 10.01.2013(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/014075/2013-01-10/, consultato il 18.04.2024.