
1.10.1866 Zurigo, 10.7.1932 Stoccarda, rif., fino al 1899 di Zurigo. Figlia di Eduard Zürcher, mercenario e portiere al Politecnico fed. di Zurigo, e di Barbara Hirt. (1899) Heinrich Falscheer, cittadino ted. Orfana di un genitore, visse quattro anni nell'orfanotrofio di Zurigo. Dopo l'ist. magistrale (poi scuola superiore femminile) studiò medicina all'Univ. di Zurigo (1886-91); nel 1894 conseguì il dottorato, sotto la guida dello psichiatra Auguste Forel, con un lavoro su Giovanna d'Arco. Dal 1895 lavorò nella clinica Lahmann, presso Dresda, dove il teologo Johannes Lepsius la reclutò per la sua opera in favore degli Armeni (in seguito Missione ted. di Oriente). Nel 1897 fondò su suo incarico a Urfa (oggi Turchia) un ospedale, gestito fino al 1922 da personale sviz. Fu una delle prime donne medico attive nell'Impero ottomano; abbandonata presto l'attività per la mancanza del permesso di esercizio, divenne medico per conto della soc. missionaria American Board. Nel 1899 si stabilì con suo marito ad Aleppo (oggi Siria), dove aprì la Clinica e farmacia ted., che dovette chiudere nel 1904 poiché priva di autorizzazione. Dopo l'intermezzo di un anno all'ospedale missionario del Deutscher Hülfsbund für christliches Liebeswerk di Marasch (oggi Turchia), si trasferì a Haifa, dove suo marito lavorava per la Banca ted. di Palestina. Da allora visse in Palestina, ad eccezione degli anni 1917-21 e 1930-32. Esercitò come medico nei villaggi attorno a Haifa, fu medico di fam. della comunità baha'í a Haifa e infine medico veterinario. Fu autrice di saggi su temi di medicina, etnologia e filosofia, fra cui una replica alle idee biologistiche di Forel.