15.3.1674 Béziers (Linguadoca, F), 3.5.1744 Groninga (Paesi Bassi), rif., di una fam. originaria del Vivarais. Figlio di Antoine, pastore rif. a Béziers (dal 1655) e a Montagnac (dal 1678), e di Madeleine Gelly. (1702) Hélène Chauvin, figlia di Etienne, pastore rif., originario di Nîmes (F) e rifugiato a Berlino. Dopo le scuole a Montpellier (F), si stabilì a Losanna (1686), dove la sua fam. si era rifugiata in seguito alla revoca dell'editto di Nantes e dove frequentò il collegio e l'Acc. Nel 1693 proseguì gli studi di teol. a Ginevra; in seguito alla decisione delle autorità di Berna (e di Losanna) di espellere gli immigrati abili dovette tuttavia partire per Berlino. Nel 1694 frequentò l'Univ. di Francoforte sull'Oder. Dal 1697 insegnò lingue antiche presso il collegio franc. di Berlino, mantenendo l'incarico anche dopo la rinuncia al ministero pastorale, determinata dall'ostilità di alcuni esponenti della locale Chiesa franc. Parallelamente all'attività didattica, si dedicò allo studio del diritto naturale. In quegli anni tradusse in franc. il trattato di Pufendorf De jure naturae et gentium (1706), che corredò di una lunga prefazione; seguì la traduzione del compendio dello stesso autore intitolato De officio nominis et civis iuxta legem naturalem (1707). Nominato nel giugno del 1710 titolare della nuova cattedra di diritto e storia all'Acc. di Losanna, nel marzo del 1711 tenne una brillante lezione inaugurale, De dignitate et utilitate juris ac historiarum. Sostenitore dell'insegnamento nella lingua vernacolare, tenne i suoi corsi di diritto naturale e di storia in franc. In qualità di rettore dell'ateneo (1714-17) pronunciò un Discours sur l'utilité des Lettres et des Sciences par rapport au bien de l'Etat. Negli anni trascorsi a Losanna si dedicò in particolare alla traduzione dell'opera di Grozio De jure belli ac pacis (Amsterdam, 1724), che gli valse grande notorietà. Nel febbraio del 1717 accettò l'invito a insegnare all'Acc. di Groninga. Pochi giorni prima di partire, nel maggio del 1717, ottenne in absentia il titolo di dottore utriusque juris dell'Univ. di Basilea. A Groninga, dove rimase fino alla morte, ultimò la traduzione dell'opera di Grozio e affrontò quella del De legibus naturae di Richard Cumberland (1744). Deve la notorietà non solo alle traduzioni dei principali scritti sul diritto naturale, che furono determinanti per la diffusione del giusnaturalismo nei Paesi francofoni, ma anche al suo modo innovativo di conciliare ragione e rivelazione. Moralista più che giurista, ebbe un ruolo pionieristico nell'ambito del diritto naturale ispirato ai principi della Riforma ed espresso in lingua franc. Tra le sue opere maggiori figurano il Traité du Jeu (1709) e il Traité de la morale des Pères (1728).
Ritratto di Jean Barbeyrac. Incisione di J. Houbraken da un'opera di Jan Wandelaar, 1740 ca. (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv).
Riferimenti bibliografici
- P. Meylan, J. Barbeyrac (1674-1744), 1937
- S. C. Othmer, Berlin und die Verbreitung des Naturrechts in Europa, 1970
- A. Dufour, Le mariage dans l'Ecole romande du droit naturel, 1976, spec. 39-53
- J.-F. Poudret, «De l'enseignement du droit naturel à celui du droit positif», in L'enseignement du droit à l'Académie de Lausanne aux XVIIIe et XIXe siècles, 1987, 1-52
Scheda informativa
Dati biografici | ∗︎ 15.3.1674 ✝︎ 3.5.1744 1674-03-151744-05-03 |
Classificazione
Formazione e scienze / Scienze / Scienze giuridiche |