Il dibattito sulla sicurezza sociale, uno dei principali concetti sociopolitici del XX sec., si articola attorno ai nove rischi definiti dall'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). Comprende una serie di misure finalizzate a proteggere da tali rischi la pop. o parti di essa. Il concetto di sicurezza sociale si basa sulla convinzione che esiste una responsabilità collettiva nei confronti della miseria individuale, che è sempre condizionata anche dalla società. Per combattere i nove rischi occorre garantire l'accesso alle cure mediche e la protezione della salute (Sanità), contributi per un reddito sociale in caso di perdita di guadagno a seguito di malattia (Assicurazione malattia), di Maternità, di infortunio o malattia professionale (Assicurazione contro gli infortuni), di vecchiaia, di decesso della persona che garantiva il sostentamento della fam. (Assicurazione vecchiaia e superstiti), di invalidità (Assicurazione contro l'invalidità) e di disoccupazione (Assicurazione contro la disoccupazione), oltre a una compensazione per oneri fam. (Assegni familiari). In senso più ampio, della sicurezza sociale fanno parte anche la prevenzione, l'integrazione e il reinserimento di persone in difficoltà.
Nel corso del processo di Industrializzazione sempre più persone furono strappate alle loro tradizionali reti sociali, che garantivano una certa sicurezza nelle vicissitudini della vita. Alla Questione sociale, dibattuta dal XIX sec., lo Stato e la società reagirono dapprima con un sostegno puntuale (Assistenza pubblica), poi con una Politica sociale a più ampio raggio, in particolare con lo sviluppo delle Assicurazioni sociali. Al più tardi dopo la seconda guerra mondiale la Svizzera si trasformò in uno Stato sociale.


Il concetto di sicurezza sociale assunse un valore politico quando negli Stati Uniti l'amministrazione di Franklin D. Roosevelt, nel quadro del New Deal, elaborò un sistema di assicurazioni sociali, sostituendo la formula, originariamente più sobria, di economic security con quella di social security, molto più densa di significati. Il Social Security Act adottato nel 1935, tuttavia, non si fondava - a dispetto del nome - su un progamma globale, ma si limitava a misure riguardanti l'assicurazione vecchiaia e disoccupazione. Favorito dalla vaghezza del termine, dalla fine degli anni 1930-40 il concetto di sicurezza sociale si diffuse a livello intern. Spesso veniva usato come sinonimo di assicurazione sociale e sostituiva in parte questa definizione, di solito più specifica. Prometteva di assicurare la pop. contro rischi della natura più diversa e propagandava la solidarietà fra le classi di reddito e le generazioni. Roosevelt e Winston Churchill ancorarono il concetto alla politica intern., fissando fra gli obiettivi bellici della Carta Atlantica (1941) "migliori condizioni di lavoro per tutti, crescita economica e sicurezza sociale". Al più tardi con la pubblicazione nelle lingue nazionali del piano Beveridge (1943, Gran Bretagna), primo concetto globale in materia, il dibattito sulla sicurezza sociale fu lanciato anche in Svizzera.
Data la diffusione dell'idea di sicurezza sociale, già verso la fine della guerra si avvertì l'esigenza di un chiarimento. Un primo passo fu compiuto con una conferenza dell'OIL (1944), il cui documento finale, la Dichiarazione di Filadelfia, mise nuovamente in evidenza il carattere generico del concetto. Mentre la versione ted. auspicava il "potenziamento dell'assicurazione sociale", in quella franc. si parlava dell'"estensione delle misure di sicurezza sociale". La dichiarazione menziona i quattro pilastri della sicurezza sociale: cure mediche estese a tutti, garanzia di un salario minimo, protezione della vita e della salute dei lavoratori e protezione della maternità e dell'infanzia. La conferenza approvò inoltre la raccomandazione sulla garanzia dei mezzi di sussistenza (numero 67) e la raccomandazione sulle cure mediche (numero 69). Così facendo l'OIL adottò il concetto di sicurezza sociale, estendendo la propria competenza, fino ad allora limitata ai lavoratori, a tutti gli strati sociali. Anche la Dichiarazione universale dei diritti umani dell'ONU (1948) contiene il "diritto alla sicurezza sociale" (articolo 22).
La Conferenza dell'OIL del 1952 approvò la convenzione 102, che stabiliva standard minimi obbligatori di sicurezza sociale a livello intern. in materia di: cure mediche, indennità di malattia, prestazioni in caso di disoccupazione, di vecchiaia, di infortuni sul lavoro e di malattie professionali, assegni alle fam. e maternità, indennità in caso di invalidità e per i superstiti. Per la ratifica dell'accordo dovevano essere soddisfatti almeno tre dei nove standard. Nel 1953 il Consiglio fed. constatò che la Svizzera soddisfaceva appieno le condizioni nel caso delle prestazioni per infortuni sul lavoro e malattie professionali, ma solo parzialmente negli altri sette ambiti. La ratifica ebbe luogo solo nel 1977, quando i criteri furono rispettati anche in altri tre settori. Entro la fine del 1999 l'OIL adottò 24 convenzioni sulla sicurezza sociale; la Svizzera ne ratificò sei, una delle quali fu disdetta dopo una revisione.
La convenzione 102 dell'OIL costituì il fondamento della Carta sociale europea, adottata dal Consiglio d'Europa nel 1961 e riveduta nel 1996 dopo diversi protocolli addizionali. Il Consiglio fed. la sottoscrisse nel 1974, ma le resistenze dei datori di lavoro ne impedirono la ratifica (1984-87, 1993-2004), cosicché la Svizzera figura ancora tra i pochi Paesi che non applicano le sue disposizioni. Nel 1999 la sicurezza sociale è stata comunque inserita nella nuova Costituzione fed. come uno degli obiettivi sociali (art. 41).