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Giochi nazionali svizzeri

Manifesto della festa federale di lotta svizzera e dei giochi alpestri di Sarnen (17-18.8.1902), realizzato da N. Bucher. Litografia di A. Eglin, Lucerna (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).
Manifesto della festa federale di lotta svizzera e dei giochi alpestri di Sarnen (17-18.8.1902), realizzato da N. Bucher. Litografia di A. Eglin, Lucerna (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).

Sono considerati giochi nazionali sviz. la lotta sviz., il lancio della pietra e in senso più ampio l'hornuss. I primi due furono inseriti, nel 1855, come "sport nazionali" nel programma della festa fed. di ginnastica a Losanna (Feste), con l'obiettivo di contrapporre alla ginnastica ted. di Ludwig Jahn esercizi propri e più confacenti alla pop. In realtà tutte e tre le discipline si rifanno alle competizioni del basso ME, che per lo più si svolgevano durante sagre e feste di tiro o accompagnavano altri eventi tradizionali (salita all'alpeggio, feste di mezza estate). Una sorta di pentathlon di giovani pastori, come quello ipotizzato da Hans Georg Wackernagel, non può essere però documentato. Gli esercizi, invece, spesso definiti come esercizi della vecchia Conf., rimasero popolari soprattutto nelle regioni alpine. Nel XVII e XVIII sec. la lotta sviz. e l'hornuss erano diffusi solo nell'Entlebuch, nell'Emmental e nella valle dell'Hasli. Le feste di Unspunnen (1805 e 1808) rappresentarono un primo tentativo di restituire ai cosiddetti giochi di pastori un valore sovraregionale nell'ambito del movimento di rinnovamento patriottico sviluppatosi durante l'Elvetica e nel periodo della Mediazione. Tuttavia solo nella seconda metà del XIX sec. soprattutto la lotta sviz. trovò un più ampio riscontro fra la pop. Il manuale di lotta sviz., pubblicato nel 1864 dal medico bernese Rudolf Schärer, rese popolare questo gioco anche negli ambienti ginnici. Il successo delle feste fed. di lotta sviz. (generalmente accompagnate da esibizioni di jodel e corni delle Alpi e con la collaborazione di ass. dei costumi sviz.) portò nel 1895 alla fondazione dell'Ass. fed. di lotta sviz. I giocatori di hornuss si riunirono a livello nazionale nell'Ass. fed. dei giocatori di hornuss (1902) e dal 1907 esiste un organo di stampa comune, la Eidgenössische Schwinger-, Hornusser- und Jodlerzeitung. Il duraturo successo di entrambe le ass. sportive (risp. 5100 e 8000 membri nel 1999) si spiega non da ultimo con lo stretto legame fra elementi sportivi e popolari.

La lotta svizzera

L'espressione "lotta e lotta sviz.", spesso usata sin dall'epoca della Riforma, mostra come nella Conf. si distinguessero due forme di combattimento a due. La tecnica di afferrare l'avversario per i vestiti durante lo scontro (Gestöss), propria della lotta sviz., appare già in illustrazioni del XIII sec., ma solo dopo il 1600 ca. questo tipo di lotta è documentato come forma di combattimento peculiare della cultura dei pastori alpini. Un gran numero di norme e divieti delle autorità testimoniano incontri annuali in determinati luoghi, solitamente un alpeggio, in cui si confrontavano i rappresentanti di diverse località o comunità di valle, mentre le gare in montagna spesso coincidevano con una sagra alpigiana. Questi luoghi d'incontro erano particolarmente numerosi intorno alla valle dell'Hasli e all'Entlebuch, così come sull'alpeggio Seewen, sull'Axalp, l'Engstlenalp e il Balisalp, o sul Brünig. Lo svolgersi di competizioni anche sul confine tra Berna e Friburgo dimostra come questo genere di combattimento, noto come lutte o lutte Suisse, interessasse anche una parte della Svizzera franc.

Già nei resoconti di viaggio del XVIII sec. la lotta sviz. aveva un ruolo stereotipato come usanza dei pastori della vecchia Conf. Numerose acqueforti e incisioni raffigurano, solitamente con enfasi eccessiva, pacifici lottatori e spettatori in abiti tradizionali inseriti in uno scenario naturale idilliaco. Una accurata descrizione con una visione storica retrospettiva è fornita dal parroco di Entlebuch Franz Josef Stalder nei suoi Fragmenten über Entlebuch (1797): le rigide regole da lui postulate non sembrano tuttavia essere state le uniche. Altre fonti documentano come al posto degli odierni pantaloni corti si usassero anche cinture da mietitore o un panno annodato intorno alle cosce. Neanche la durata del singolo combattimento, detta ripresa, era regolamentata in modo unitario.

Le regole valide dalla fondazione della Ass. fed. di lotta sviz. prevedono una durata del combattimento di 10-12 minuti. Il vincitore deve mettere l'avversario con la schiena a terra, in modo che entrambe le scapole tocchino il suolo, senza lasciare la presa dei pantaloni. Una giuria valuta la prestazione dei partecipanti con un punteggio e stabilisce le coppie per la ripresa successiva. Nelle grandi occasioni, tra cui la festa di Unspunnen e la festa fed. di lotta sviz. (risp. ogni sei e ogni tre anni), il vincitore, il cosiddetto re della lotta sviz., riceve un giovane toro (Muneli). Il calendario comprende circa 120 appuntamenti all'anno. Particolarmente prestigiosi sono gli incontri del Brünig, dello Stoss e del Rigi.

Il lancio della pietra

Il lancio della pietra. Litografia di Joseph Brodtmann sulla base di un disegno realizzato da Jakob Schwegler verso il 1830 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv).
Il lancio della pietra. Litografia di Joseph Brodtmann sulla base di un disegno realizzato da Jakob Schwegler verso il 1830 (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv). […]

Il lancio della pietra, in occasione di eventi cittadini e rurali, è attestato già da fonti del basso ME. Nel 1472, alla festa di tiro di Zurigo furono lanciate tre pietre di diverso peso (15, 30 e 50 libbre). Come la lotta sviz., in seguito la disciplina divenne però parte integrante delle competizioni alpigiane. Resoconti di viaggio del XVIII sec. menz. questa usanza ad Appenzello, Glarona e Svitto. Secondo tali fonti, venivano usate pietre che pesavano da 100 a 200 libbre. I lanci erano effettuati con o senza rincorsa, con una o con due mani, verso un bersaglio o il più lontano possibile.

La disciplina riscontrò particolare attenzione alle feste di Unspunnen del 1805 e del 1808. Un duplicato del masso erratico di 83,5 kg, usato in queste occasioni, venne utilizzato dal 1905 alle successive feste di Unspunnen e alle feste fed. di lotta sviz. Nel 1984 alcuni separatisti giurassiani trafugarono però questa pietra, con incisi gli anni delle prime gare, dal Museo della regione dello Jungfrau. Il masso, ricomparso a sorpresa in occasione del Marché-Concours di Saignelégier nel 2001, alla vigilia dell'Expo 02, è stato nuovamente rubato nel 2005.

L'hornuss

L'hornuss compare nelle fonti poco dopo il 1600. Anche in questo caso l'Emmental costituì uno dei centri di diffusione. Il romanzo Uli il servo di Jeremias Gotthelf (1841) contiene un'impressionante descrizione del gioco. Walter Schaufelberger documenta i primi giochi che presentavano paralleli con l'hornuss nel Vallese (Tsara) e nei Grigioni (Hora, Gerla), mentre Albert Spycher parla del Gilihüsine a Betten. In tutte le varianti si trattava di lanciare verso un bersaglio un corpo volante (osso, radice), colpendolo con una verga. L'avversario cercava di parare il colpo protendendo o lanciando in aria degli attrezzi a forma di pala. Dal fatto che in origine i colpi assestati al corpo e alla testa venivano valutati separatamente si deduce il legame con giochi di guerra più antichi, in cui la pala aveva funzione di scudo.

Oggi questo tipo di sport viene praticato soprattutto nella regione bernese. Nel moderno gioco di squadra, il battitore colpisce l'hornuss, un disco di plastica di 78 g, con un bastone elastico, lanciandolo dal suo supporto in direzione del campo avversario (Ries), che ha inizio a 100 m dal punto di lancio (lunghezza: 180 m; larghezza: in modo crescente da 8 a 14 m). I ricevitori, i cosiddetti Abtuer, qui distribuiti, cercano di bloccare l'hornuss protendendo o lanciando in aria le pale. Sei giurati stabiliscono a che distanza i dischi vengono neutralizzati o se atterrano nel campo avversario, ciò che comporta particolari punti di penalità per i ricevitori. Da questi dati si ricava la valutazione dei singoli battitori e il totale per la squadra che batte. Quest'ultima ha a disposizione due tentativi, ciascuno con due possibilità. Quando tutti i giocatori hanno lanciato, cambia il turno della battuta.

Le squadre, le cosiddette soc., composte da 16-18 uomini a seconda della classe di forza, dispongono solitamente di un proprio campo da gioco. Durante la stagione - che comprende i campionati delle categorie gruppi, ass. ed élite, alcuni incontri intercant. e la festa fed. dell'hornuss con cadenza triennale (la prima si svolse a Heimiswil nel 1903) - spesso l'allenamento è quotidiano. Nel 2005 sono state registrate 271 soc.

Riferimenti bibliografici

  • Gilihüsine, [film] regia di W. Egloff, 1956
  • W. Schaufelberger, Der Wettkampf in der Alten Eidgenossenschaft, 1972
  • A. Spycher, Kegeln, Gilihüsine und Volkstheater in Betten (VS), 1985
  • National- und Volksspiele der Schweiz, cat. mostra Basilea, 1991 (con bibl.)
  • B. Schader, W. Leimgruber (a cura di), Festgenossen, 1993
  • 100 Jahre Eidgenössischer Schwingerverband, 1895-1995, 1995
  • Schlagen und Abtun, [film] regia di N. Wiedmer, 1999
Link

Suggerimento di citazione

Hans Peter Treichler: "Giochi nazionali svizzeri", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 21.10.2010(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/016328/2010-10-21/, consultato il 05.06.2023.