de fr it

Società femminile svizzera di utilità pubblica

Associazione mantello delle società di utilità pubblica delle donne svizzere

Spilla della Società femminile svizzera di utilità pubblica in «riconoscimento del lavoro fedele» (diametro 3 cm), 1930 ca. (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo, F Ob-0004-194).
Spilla della Società femminile svizzera di utilità pubblica in «riconoscimento del lavoro fedele» (diametro 3 cm), 1930 ca. (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo, F Ob-0004-194). […]

La Società femminile svizzera di utilità pubblica venne fondata nel 1888 dalle Società femminili di utilità pubblica della Svizzera tedesca e romancia. Congiunse le quasi 140 associazioni affiliate, forti di 30'000 aderenti, e difese i loro interessi verso l'esterno. Tra le fondatrici figuravano Emma Coradi-Stahl e Gertrud Villiger-Keller, sotto la cui direzione l'associazione con sede a Lenzburg divenne la più grande e, attorno al 1900 la più influente, organizzazione mantello femminile in Svizzera. Nel 1893 aderì alla Società svizzera di utilità pubblica (SSUP) e nel 1894 come membro collettivo alla Croce Rossa svizzera, per la quale svolse compiti di assistenza ai soldati. Interlocutrice delle autorità politiche negli ambiti dell'assistenza e dell'educazione delle ragazze, la Società femminile svizzera di utilità pubblica da un lato si distanziò dalle associazioni che lottavano per la parità tra uomo e donna, motivo per cui non aderì all'Alleanza delle società femminili svizzere (ASF), dall'altro sostenne azioni comuni come la Saffa (1928). Partecipò alla realizzazione di scuole per personale di servizio (servitù) e lavori domestici e sostenne la creazione di istituti magistrali per insegnanti di economia domestica a Berna e Zurigo. Appoggiò inoltre l'iniziativa delle mediche Anna Heer e Marie Heim-Vögtlin di aprire una scuola svizzera per infermiere con annessa clinica ginecologica a Zurigo (1901, personale infermieristico), fondò la scuola di orticoltura per ragazze a Niederlenz (1906) e fu tra le principali promotrici della Schweizerische Vereinigung für Kinder- und Frauenschutz (1908, Pro Juventute). Durante la prima guerra mondiale la società ebbe un ruolo di primo piano nella Colletta nazionale delle donne, organizzata principalmente per finanziare l'assistenza ai soldati. Il suo orientamento fu profondamente influenzato da Bertha Trüssel, presidentessa centrale dal 1912 al 1933. Seguendo il principio dell'«aiuto all'autoaiuto» ed enfatizzando la diversa ripartizione dei compiti tra uomo e donna (ruoli sessuali), l'associazione si impegnò per la professionalizzazione e l'istituzionalizzazione della formazione in economia domestica, in particolare tramite sovvenzioni federali. Nel 1957 sostenne l'obbligo per le donne di prestare servizio di protezione civile, ma solo dal 1971, in occasione della votazione federale, si impegnò attivamente per l'introduzione del suffragio femminile. Dal 1993 la società fu favorevole alla soluzione dei termini per l'interruzione della gravidanza

Nel 2004 cambiò la propria denominazione in Dachverband Schweizerischer Gemeinnütziger Frauen (Associazione mantello delle società di utilità pubblica delle donne svizzere) e attraverso il nuovo motto «solidale, mirato, progressista» sottolineò il riorientamento nell'ambito della politica sociale. L'attività rimase incentrata sul riconoscimento pubblico del lavoro volontario, sulla rivalutazione, in ambito pubblico e privato, del lavoro di cura nella famiglia e sul promovimento della parità di genere. Tra il 2010 e il 2021 il numero di sezioni si ridusse da 265 a 136 e quello dei membri da 70'000 a ca. 30'000; attualmente sono quindi paragonabili a quelli all'epoca della fondazione. La rivista Organe central de la Société d'utilité publique des femmes suisses, uscita la prima volta nel 1913, fu sostituita nel 1994 da Ideelle. Schweizerischer Gemeinnütziger Frauenverein (SGF); dal 2014 l'organo ufficiale esce online con il titolo SGF Aktuell. La società rinunciò ai corsi di aggiornamento e vendette il sedime su cui si trovava l'ex scuola di orticoltura a Niederlenz. La partecipazione al secondo sciopero delle donne (2019) e l'entrata della nuova co-presidentessa Jana Fehrensen nella Commissione federale per le questioni femminili (2021) diedero nuovi impulsi. L'associazione mantello, che partecipò attivamente alla Sessione delle donne 2021, si pronunciò ripetutamente su temi riguardanti la posizione delle donne, ad esempio le revisioni della previdenza professionale (casse pensioni) o del diritto penale in materia sessuale.

Riferimenti bibliografici

  • Bühler, Caroline: Die Geschichte des Schweizerischen Gemeinnützigen Frauenvereins SGF. Vereinstätigkeit, Selbstverständnis und das Verhältnis zu Frauenbewegung, Politik und Staat von 1888 bis 1996, memoria di licenza, Università di Berna, 1997.
  • Mesmer, Beatrix: Staatsbürgerinnen ohne Stimmrecht. Die Politik der schweizerischen Frauenverbände 1914-1971, 2007, pp. 180-195.
  • Isler, Simona: Politiken der Arbeit. Perspektiven der Frauenbewegung um 1900, 2019.
Link

Suggerimento di citazione

Elisabeth Joris: "Società femminile svizzera di utilità pubblica", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 26.07.2022(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/016502/2022-07-26/, consultato il 27.03.2025.