Nome con cui è passato alla storia il grande sollevamento "dell'uomo comune" che nel 1525 coinvolse vaste aree della Germania meridionale; in Svizzera spesso unito all'aggettivo "ted.", in funzione distintiva rispetto alla guerra omonima del 1653. Mentre le numerose rivolte del tardo ME raramente superavano i confini regionali, all'insurrezione del 1525 parteciparono praticamente tutte le terre soggette. A differenza dei conflitti precedenti (Rivolte contadine), in questa occasione gli obiettivi erano di principio: i "Dodici articoli" programmatici dei contadini dell'alta Svevia non si esaurivano nella protesta contro oneri feudali eccessivi e una prassi iniqua del potere, ma prendevano le mosse da una critica, basata sulla teol. della Riforma, che conduceva a una defeudalizzazione del diritto, dello Stato e della Chiesa. I ribelli mettevano radicalmente in questione il monopolio del potere detenuto da nobili e clero; opportunamente si parla dunque di un movimento rivoluzionario che voleva promuovere a norma vincolante dell'ordinamento sociale il Vangelo, il diritto divino e il Bene pubblico.
La classificazione della guerra come rivolta contadina non permette di cogliere l'ampiezza della sua base sociale: il sollevamento non fu affatto una ribellione della sola pop. rurale ma coinvolse anche la società urbana; gli stessi partecipanti si definivano una "fratellanza cristiana" e indicavano nell'"uomo comune" il motore del loro movimento. La definizione del sollevamento come "guerra", inoltre, sul piano della storia degli avvenimenti mette in primo piano spec. la spettacolarità dei primi successi militari ottenuti dai gruppi ribelli e i successivi massacri dell'estate 1525; non coglie la rivolta, peraltro, come movimento politico che voleva sostituire i rapporti di potere e alle strutture giur. esistenti con un ordinamento sociale nuovo, basato sul Vangelo e sul com.
In brevissimo tempo il movimento di rivolta si estese a quasi tutti i territori - signorie nobiliari, territori ecclesiastici, zone dipendenti da città imperiali - nell'area compresa fra Turingia e Lorena a nord, Tirolo e Conf. a sud. La sua enorme risonanza si può spiegare solo con l'affinità fra l'"uomo comune" e il messaggio della Riforma: spec. la Riforma di impronta zwingliana veniva di fatto incontro a idee molto diffuse che prospettavano una società futura di ispirazione cristiana, ugualitario-collettiva; in un ordinamento sociale comunalistico-corporativo non vi poteva essere posto per un potere esclusivo della nobiltà e del clero.
A nord del Reno i conflitti si inasprirono e sfociarono in una repressione totale; per la Germania ciò significò un'evoluzione duratura verso uno Stato territoriale fondato sull'autorità, con ampia esclusione dei sudditi da ogni forma partecipativa. Nell'area della Conf., invece, i conflitti violenti risultarono circoscritti: il dialogo fra autorità e sudditi non si interruppe mai del tutto e solo in pochi casi lasciò spazio a contrapposizioni brutali. Gli obiettivi politici della pop. soggetta delle campagne e delle città riflettevano la diversità delle realtà politiche e giur. di cant. conf. e baliaggi comuni. Le idee dei riformatori cominciarono ad essere recepite nel 1523 nel contado di Zurigo, in una prima fase senza che i gruppi anabattisti venissero ostracizzati; i sudditi zurighesi contestavano soprattutto i diritti di decima esistenti. Nel 1525, quando si era già sviluppato il conflitto nella fascia di confine tra Zurigo e Turgovia (sacco di Ittingen, 1524), si ebbero incursioni contadine nei conventi di Rüti e di Bubikon. La dinamica dei riformatori, con la sua spinta anticlericale, si estese rapidamente ai vicini territori sciaffusani (Hallau, Schleitheim) e turgoviesi. Qui i com. rivendicarono non solo il controllo locale sulle chiese, ma anche il diritto delle campagne all'autonomia politica; al centro dei dissidi si ritrovò dunque il balivo conf., che allora era uno svittese di fede catt. I sudditi del contado sangallese e del Toggenburgo contestarono radicalmente la signoria del principe abate, mentre nelle campagne di Basilea e in area bernese i temi in primo piano furono l'abolizione della servitù della gleba e la libera circolazione dei sudditi.
Nei Grigioni, come in Tirolo, l'influsso della guerra dei contadini fu particolarmente spiccato. Qui si affermò, in misura altrove quasi ineguagliata, il principio di estendere la Riforma a interi com.; nel contempo, con l'approvazione degli articoli di Ilanz (1524, 1526), fu possibile abolire praticamente del tutto le pretese del vescovo di Coira in materia di potere secolare.