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Controriforma

Con il termine di Controriforma si designano attualmente le misure politiche, militari e giur. prese dalle autorità catt., soprattutto nel corso della seconda metà del XVI sec. e nel XVII sec. per frenare l'avanzata della Riforma prot. e riconquistare il terreno perso nei suoi confronti. La Controriforma venne spesso attuata dai medesimi soggetti che avevano dato vita alla Riforma cattolica, le cui origini sono anteriori alla Riforma prot., che aveva quale obiettivo il rinnovamento della vita ecclesiale (ad esempio nella formazione del clero). La Controriforma segna pure una delle fasi della "confessionalizzazione" della società e dello Stato (Confessionalismo).

La condanna di Lutero da parte di papa Leone X (1520) e la sua messa al bando dall'Impero da parte di Carlo V (1521) non provocarono il crollo dei movimenti di riforma. Qualche misura nello spirito della Controriforma fu adottata nei possedimenti asburgici e in Baviera, ma senza grandi risultati. Gli interessi divergenti dell'Impero, del re di Francia e del papa, la minaccia turca e l'attesa di un Concilio generale fecero sì che non fosse avviato nulla di decisivo. In Svizzera, la Dieta tenutasi a Lucerna nel 1524 decise il mantenimento della vecchia fede. Friburgo e l'Assemblea degli Stati di Vaud presero (risp. nel 1524 e nel 1525) dei provvedimenti contro gli innovatori. Nonostante queste misure, la Riforma venne introdotta a Zurigo nel 1523 e a San Gallo nel 1526. La Disputa di Baden nel 1526 (Dispute teologiche) si concluse con un risultato favorevole all'antica fede, ma i Grigioni lasciarono libero corso alla Riforma e Berna proibì la messa nel 1528, imitata nel 1529 da Basilea e Glarona.

La Lega d'Oro dei sette cantoni cattolici, 5.10.1586 (Staatsarchiv Luzern, URK 52/1064).
La Lega d'Oro dei sette cantoni cattolici, 5.10.1586 (Staatsarchiv Luzern, URK 52/1064). […]

Per farvi fronte, sempre nel 1529, i cant. catt. strinsero un'alleanza con il Vallese (vescovo e decanie) e un'altra con Ferdinando I, re di Boemia e di Ungheria; i catt., dopo la vittoria nella seconda delle guerre di Kappel, acquisirono una posizione di supremazia nella Conf. Essi disponevano, infatti, della maggioranza assoluta alla Dieta (Uri, Svitto, Untervaldo, Lucerna, Zugo, Friburgo e Soletta contro Zurigo, Berna, Basilea e Sciaffusa, mentre Glarona e Appenzello erano divisi confessionalmente). Sebbene in minoranza sul piano demografico, economico e culturale, i catt. poterono mantenere questa posizione di forza fino alla seconda guerra di Villmergen (1712) grazie a una grande unità politica e al sostegno delle grandi potenze catt., in particolare la Spagna. D'altro canto, il Concilio di Trento (1545-63) chiarì le questioni dottrinali e Roma, sotto l'impulso dei papi riformisti, del cardinale di Milano Carlo Borromeo e dei nuovi ordini religiosi, avviò una vera e propria riforma "della testa e delle membra".

I cant. catt. si allearono con il duca di Savoia (1560) e con papa Pio IV (1565) e firmarono la Lega d'Oro "per la difesa della fede catt." (1586). Filippo II di Spagna vi aderì nel 1587, Appenzello Interno nel 1597 e la parte catt. di Glarona nel 1635. Non era tuttavia possibile un intervento catt. nei cant. rif., poiché dal 1531 questi ultimi erano liberi di legiferare in materia religiosa. I conflitti ebbero invece luogo nei cant. paritari, nei baliaggi comuni e nei Paesi alleati. Nella maggior parte dei casi, i com. che avevano aderito alla Riforma poterono conservare la loro confessione, salvo Bremgarten (AG), Mellingen e i Freie Ämter tra Berna e Zurigo, considerati una zona strategica per i cinque cant. della Svizzera centrale.

Sul piano interno, tra il 1532 e il 1542 Lucerna riconvertì al cattolicesimo il Seetal inferiore. Nel 1533 a Soletta lo scoltetto Niklaus Wengi riuscì a evitare lo scontro con i rif., che si erano ribellati; i rif. si ritirarono dalla città e si stabilirono nel Bucheggberg sotto la protezione di Berna. Il cant. fu da allora saldamente unito al campo catt. Sebbene nell'Appenzello i catt. costituissero solo un terzo della pop., nel 1590 essi cacciarono i rif. dal capoluogo; la loro volontà di imporre al cant. l'adesione alla Lega d'Oro finì con il provocarne la divisione. Per i catt. glaronesi (25% della pop.), Aegidius Tschudi si sforzò di ottenere l'uguaglianza dei diritti. Il trattato di Baden (1564) accordò loro il diritto di utilizzare alcune chiese rif. e ne assegnò loro delle altre. Nel 1623 e nel 1683 una distribuzione più equa delle alte cariche dell'amministrazione li fece uscire dalla loro condizione di cittadini di secondo ordine.

L'abate di Einsiedeln, Ludwig Blarer, reintrodusse il culto catt. nei suoi possedimenti. L'abate di San Gallo fece altrettanto nel Fürstenland; il Toggenburgo, che ritornò sotto il potere temporale dell'abbazia, poté invece conservare la libertà di credenza religiosa.

Nel baliaggio comune di Turgovia, l'avvicendarsi di balivi catt. e rif. favorì il cattolicesimo permettendo ai monaci e alle monache di far ritorno ai loro conventi. Nel XVII sec. una politica di acquisizione di signorie rafforzò la loro posizione. La pace di Kappel del 1531(Pace nazionale) stabilì che il culto catt. doveva essere ristabilito là dove almeno tre fam. lo avessero reclamato. Di conseguenza nei baliaggi comuni furono istituite, oltre alle parrocchie rif. e catt., delle parrocchie miste, nelle quali il luogo del culto veniva utilizzato a turno dalle diverse comunità (simultaneum); ve ne furono 25 in Turgovia, 12 a San Gallo, due in Argovia, tre nel Paese di Vaud e una a Glarona (Parità confessionale). Nei baliaggi it., invece, le comunità rif. di Lugano, Locarno e Bellinzona dovettero lasciare il cant.

Collegio dei gesuiti di Porrentruy. Incisione del 1685 tratta da un'opera di Gabriel Bodenehr (Musée de l'Hôtel-Dieu, Porrentruy).
Collegio dei gesuiti di Porrentruy. Incisione del 1685 tratta da un'opera di Gabriel Bodenehr (Musée de l'Hôtel-Dieu, Porrentruy). […]

Dal 1575 il principe vescovo di Basilea, Jakob Christoph Blarer von Wartensee, tentò di ristabilire i suoi diritti temporali e religiosi nella parte che rimaneva della sua diocesi. Nel 1579 si alleò con i sette cant., li costrinse a rompere le alleanze con Berna e Basilea, e ottenne con un arbitrato tenutosi a Baden nel 1585 un risarcimento per la perdita dei suoi diritti a Basilea. Riuscì inoltre a riconquistare gli ab. della regione di Laufen e delle valli attorno a Porrentruy e a Tavannes, ma non fu capace di sottrarre all'influenza bernese la valle di Moutier.

Nei Grigioni, alle faide fam. si aggiunsero le divisioni confessionali e gli interventi di Francia, Spagna e Austria per il possesso della Valtellina. Dopo il Sacro Macello e l'occupazione spagnola della valle (1620), le Tre Leghe persero la Valtellina, Chiavenna e Bormio (Torbidi grigionesi); quando, nel 1639, i Grigioni riebbero la Valtellina, dovettero accettare che vi fosse vietato il culto rif., così come aveva stabilito in precedenza il trattato di Monzon (1626) tra Francia e Spagna.

Nel Vallese, la cittadinanza di Sion e di Leuk era, verso il 1560, in maggioranza rif. e "patriota", ossia desiderosa di abolire i diritti temporali del vescovo, come venne deciso nel 1634. Nel 1604 la Dieta vallesana aveva tentato invano di ottenere la conversione dei rif. o la loro partenza dal Paese. Tuttavia, la conversione al cattolicesimo, per ragioni soprattutto politiche, di diversi notabili rif. (fra cui il futuro gran balivo del Vallese Michel Mageran nel 1624), la politica incisiva di qualche vescovo, la predicazione dei cappuccini e l'insegnamento dei gesuiti ricondussero il Vallese al cattolicesimo.

A Ginevra, il trattato di Lione (1601) tra Francia e Savoia riconsegnò al duca i suoi territori attorno alla città (salvo il Pays de Gex ceduto alla Francia) , che ritornarono al catt. grazie agli sforzi di Francesco di Sales e dei cappuccini. Ma l'assalto alla città, guidato da Carlo Emanuele I nel 1602 (Escalade), fallì e Ginevra poté così conservare la sua indipendenza politica e religiosa.

La pace di Kappel instaurò in generale una certa Tolleranza religiosa, in particolare a causa della fragilità della supremazia catt. Gli scontri in Svizzera furono infatti meno violenti delle guerre di religione in Francia, in Germania (guerra dei Trent'anni) o nei Paesi Bassi. La Controriforma accelerò inoltre l'introduzione della Riforma tridentina e della civiltà barocca. Il suo effetto sul piano politico si affievolì durante il XVII sec. e, dopo la seconda guerra di Villmergen (1712), perse qualsiasi contenuto. Sul piano delle mentalità, lo spirito della Controriforma riprese vigore nel XIX sec. all'epoca del Sonderbund, mentre divenne marginale nel XX sec., dopo il Concilio Vaticano II e i progressi dell'ecumenismo.

Riferimenti bibliografici

  • C. de Genève, F. Tisserand (a cura di), Les trophées sacrés, ou missions des capucins en Savoie, dans l'Ain, la Suisse romande et la vallée d'Aoste à la fin du XVIe et au XVIIe siècle, 3 voll., 1976
  • E. Camenisch, Storia della Riforma e Controriforma nelle valli meridionali del Cantone Grigioni e nelle regioni soggette ai Grigioni, 1950
  • W. Brotschi, Der Kampf Jakob Christoph Blarers von Wartensee um die religiöse Einheit im Fürstbistum Basel (1575-1608), 1956
  • AA. VV.,, Ökumenische Kirchengeschichte der Schweiz, 1994
  • F. Citterio, L. Vaccaro (a cura di), Storia religiosa della Svizzera, 1996
  • C. Schnyder, Reformation und Demokratie im Wallis (1524-1613), 2002
Link

Suggerimento di citazione

Jean-Blaise Fellay: "Controriforma", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 10.09.2009(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/017178/2009-09-10/, consultato il 19.03.2024.