Le agitazioni che percorsero il principato vescovile di Basilea dal 1726 al 1740 derivarono dalle tensioni tra il quadro giur. consuetudinario e la volontà del principe vescovo Johann Konrad von Reinach-Hirzbach di modernizzare l'apparato amministrativo del suo Stato secondo lo spirito dell'assolutismo illuminato. L'ordinanza centralizzatrice "per la gestione degli affari pubblici" del febbraio del 1726, che istituì nuovi Consigli e commissioni, catalizzò il malcontento popolare. Le prime opposizioni si manifestarono dal 1726 nell'Erguel e nelle Franches-Montagnes, ma assunsero contorni più radicali nella valle di Delémont, nel Laufental e soprattutto nell'Ajoie. Il patriziato cittadino incoraggiò l'azione delle comunità rurali che elessero dei rappresentanti, i cosiddetti commis, guidati da Pierre Péquignat. L'abbazia di Bellelay e i capitoli collegiali sostennero il movimento di protesta. Il capitolo cattedrale e gli Stati del principato vescovile di Basilea furono divisi. Tra le rivendicazioni dei protestatari figuravano l'abolizione dell'ordinanza del 1726, il mantenimento delle vecchie franchigie, la riduzione della pressione fiscale e un esercizio più moderato delle regalie (spec. dei diritti di caccia). Il tentativo di mediazione del conte Nikolaus von Reichenstein, commissario imperiale (1731), e l'invito alla resa del capitolo cattedrale (1733) e dei cant. catt. (1734) non ebbero effetto. Il 27.5.1732 l'imperatore Carlo VI condannò l'azione dei commis. Il popolo manifestò allora la sua collera passando alle vie di fatto contro i funzionari del principe vescovo. Il successore di Johann Konrad von Reinach-Hirzbach, Jakob Sigismund von Reinach-Steinbrunn, chiese infine aiuto al re di Francia Luigi XV, le cui truppe intervennero, in virtù del trattato di alleanza dell'11.9.1739, ristabilendo l'ordine nell'aprile del 1740. I commis furono arrestati e condannati a pene severe (decapitazione, deportazione sulle galere). Gli esponenti del patriziato cittadino e del clero favorevoli alla protesta pagarono pesanti multe e alcuni furono costretti ad abbandonare le cariche pubbliche che ricoprivano. Da allora le autorità ebbero a disposizione un quadro amministrativo e politico che favorì una gestione ispirata all'assolutismo illuminato del principato vescovile, integrato nella sfera di influenza franc.
Riferimenti bibliografici
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