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Bourla-Papey

Louis Reymond, uno dei capi dell'insurrezione. Ritratto realizzato da Benjamin Samuel Bolomey. Pietra nera, acquerello e sanguigna su carta, 1800 ca. (Musée historique de Lausanne, dépôt permanent du Musée de l'Elysée, I.32.Reymond Louis.2).
Louis Reymond, uno dei capi dell'insurrezione. Ritratto realizzato da Benjamin Samuel Bolomey. Pietra nera, acquerello e sanguigna su carta, 1800 ca. (Musée historique de Lausanne, dépôt permanent du Musée de l'Elysée, I.32.Reymond Louis.2). […]

Bourla-Papey (espressione dialettale per brûle-papiers, "brucia-carte") era il nome collettivo attribuito ai contadini vodesi che tentarono di ottenere l'abolizione dei diritti feudali attraverso la distruzione dei relativi archivi. Tra il febbraio e il maggio del 1802, essi si impadronirono, distruggendoli, dei titoli feudali di numerosi castelli, specialmente nelle regioni della Côte, dei piedi del Giura, del Gros-de-Vaud e del nord vodese. Sfilarono a Losanna l'8 maggio, disperdendosi però tre giorni dopo, a seguito della promessa di amnistia da parte del commissario Bernhard Friedrich Kuhn. Malgrado ciò, un tribunale speciale istituito nel giugno del 1802 dal governo elvetico condannò a morte in contumacia i principali capi dell'insurrezione (detta anche “guerra delle gamasce”): Louis Reymond, Henri Marcel (1772-?), Henri Cart de Nyon, Henri Dautun (1772-1834) e Claude Mandrot (1756-1835). L'unico imputato presente al processo, Henri Potterat, fu condannato a sei anni di reclusione. Sotto l'influenza di Henri Monod, le autorità elvetiche concessero un'amnistia dapprima parziale (17 agosto) e poi totale (15 ottobre) e decretarono l'abolizione dei diritti feudali (29.9.1802). I Bourla-Papey ispirarono Charles Ferdinand Ramuz per il suo La guerre aux papiers (1942).

Riferimenti bibliografici

  • ASHR, 7, 1313, 1369; 8; 9, 226
  • E. Mottaz, Les Bourla-Papey et la Révolution vaudoise, 1903
  • R. Secrétan, «A propos des Bourla-Papey», in RHV, 1950, 17-32
Link

Suggerimento di citazione

Antoine Rochat: "Bourla-Papey", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 18.12.2002(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/017220/2002-12-18/, consultato il 03.11.2024.