
"Gustloff e noi!". Caricatura di Carl Böckli pubblicata sul Nebelspalter, 1936, n. 2 (Biblioteca nazionale svizzera, Berna; e-periodica).
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L'affare Gustloff prende il nome da Wilhelm Gustloff, capo della sezione sviz. del partito nazionalsocialista ted., assassinato a Davos il 4.2.1936 dallo studente ebreo David Frankfurter. L'attentato ebbe grande risonanza. Il partito nazista trasformò Gustloff in martire e strumentalizzò il delitto per fomentare l'odio antisemita. La propaganda ted. costruì inoltre la tesi della complicità "della stampa sviz. sobillatrice" nell'attentato. Pur negando una tale implicazione, il Consiglio fed. ordinò una più rigida applicazione delle leggi sulla stampa e vietò formalmente le direzioni locali e nazionali del partito nazionalsocialista ted. in Svizzera, pur tollerando l'esistenza dell'org.