Una definizione generale di terrorismo non esiste. Questo termine designa per lo più atti di violenza gravi, perpetrati per motivazioni politiche o ideologiche e finalizzati ad attirare l'attenzione o a provocare paura e terrore. Il terrorismo è in genere associato a gruppi estremisti che con le loro azioni cercano di ottenere con la forza cambiamenti dell'ordinamento statale e sociale. Il concetto trae origine dalla Rivoluzione franc., quando il Comitato di salute pubblica utilizzò il terrore come arma politica per imporre i propri obiettivi rivoluzionari. La Svizzera è stata toccata poco e quasi sempre indirettamente dal terrorismo, che non ha mai costituito un serio pericolo per l'ordine pubblico. Anche gli assassinii politici, che non possono essere considerati atti terroristici in senso stretto, sono stati rari. Uniche eccezioni nel XIX sec. furono l'assassinio nel 1845 di Josef Leu, capo dei conservatori catt., nell'ambito dell'inasprimento della lotta partitica nel cant. Lucerna e l'omicidio nel 1890 di Luigi Rossi, direttore di polizia conservatore, durante i moti rivoluzionari ticinesi.
Nella seconda metà del XIX sec., anarchici in esilio in Svizzera appoggiarono gli attentati contro i governanti europei (Anarchismo). Nell'ambito della cosiddetta propaganda del fatto furono pianificati attentati dalla Svizzera. Nel 1898 Luigi Luccheni, anarchico it., uccise a Ginevra l'imperatrice Elisabetta d'Austria. La Svizzera reagì alla violenza anarchica con espulsioni e provvedimenti legali (protezione dello Stato). Anche se nel 1902 ebbe luogo un attentato dinamitardo presso la cattedrale di S. Pietro di Ginevra, fino agli anni 1960-70 furono commesse soltanto poche azioni di questo tipo, di cui furono di norma responsabili singoli autori e non gruppi organizzati con obiettivi ideologici. Nel 1961 il piccolo circolo anarchico Ravachol compì un attentato contro il consolato di Spagna a Ginevra.
Sul piano intern. il concetto di terrorismo si affermò dagli anni 1970-80, quando gruppi nazionalisti come l'Org. per la liberazione della Palestina (OPL) nel Vicino Oriente, l'Esercito repubblicano irlandese (IRA) nell'Irlanda del Nord o l'Euskadi Ta Askatasuna (ETA) in Spagna iniziarono a lottare contro i rispettivi governi centrali, anche con omicidi mirati. Le azioni di sabotaggio dei separatisti giurassiani (Giura bernese), spec. del Front de libération jurassien, così come gli incendi dolosi e i danni materiali provocati da altri gruppi di protesta sviz. non possono essere definiti come terrorismo, dato che non miravano a uccidere persone. Ciononostante la Svizzera non fu risparmiata dal terrorismo: nel 1969, dopo un attentato contro un aereo israeliano all'aeroporto di Kloten, che costò la vita al pilota, gli attentatori palestinesi furono arrestati e processati. Come reazione il Fronte popolare per la liberazione della Palestina nel 1970 fece esplodere una bomba a orologeria in un aereo della Swissair partito da Zurigo, uccidendo 46 viaggiatori. Lo stesso anno terroristi palestinesi dirottarono tre aerei, tra cui un DC-8 della Swissair su Zerka in Giordania. I 155 passeggeri e i membri dell'equipaggio furono rilasciati dopo sei giorni, mentre gli aeroplani furono fatti esplodere. La Svizzera fu utilizzata dai gruppi terroristici come centro logistico e di pianificazione per la sua posizione centrale in Europa e per la sua legislazione liberale. L'org. anarchica ted. AKO sottrasse armi e munizioni da depositi dell'esercito sviz. e rifornì org. terroriste, in particolare il gruppo attorno al terrorista Carlos. I principali attivisti dell'AKO furono arrestati e condannati nel 1977. Anche i membri della Frazione armata rossa ted. (RAF) soggiornarono a volte in Svizzera, dove furono sostenuti dal cosiddetto gruppo Bändlistrasse. Nel 1979 un commando della RAF assaltò una filiale della Banca popolare sviz. a Zurigo. Durante la fuga membri del gruppo uccisero a colpi d'arma da fuoco una passante e ferirono altre tre persone. Nonostante la crescente minaccia esercitata dal terrorismo, nel 1978 il popolo rifiutò la costituzione di un'unità antiterroristica fed.
Negli anni 1980-90 la Svizzera fu bersaglio di gruppi terroristici armeni, che agirono contro obiettivi turchi e che cercarono in seguito di far liberare con la violenza i loro compagni imprigionati. Nel 1980 l'Esercito segreto armeno per la liberazione dell'Armenia fu coinvolto in due attentati contro uffici sviz. a Roma. Nel 1981 uccise a colpi d'arma da fuoco un segr. d'ambasciata turco a Ginevra. Poco dopo il gruppo "9 giugno" rivendicò l'attentato dinamitardo in un centro commerciale di Losanna, in cui rimasero ferite 20 persone. La Svizzera fu inoltre confrontata con l'occupazione dell'ambasciata di Polonia nel 1982 e con il dirottamento di un aereo di Air Afrique a Ginevra-Cointrin.
Dagli anni 1990-2000 il terrorismo islamico attira l'attenzione con attentati sanguinosi. Nel 1997 68 persone, di cui la metà turisti sviz., furono uccise a Luxor (Egitto) da attentatori della Gama'a al-Islamiyya. In seguito altri attentati islamisti all'estero fecero vittime sviz. come l'esplosione dinamitarda in una discoteca di Bali nel 2002 e quella in un caffè di Marrakech nel 2011. Dagli attentati commessi l'11.9.2001 negli Stati Uniti dalla rete terrorista al-Qaida, anche la Politica di sicurezza sviz. tiene conto in misura crescente di questo tipo di minaccia. Già negli anni 1980-90 i provvedimenti penali vennero resi più severi e numerose persone furono registrate come potenziali terroristi, per lo più a torto. Inoltre venne potenziata la Polizia federale. Il servizio di analisi e prevenzione, creato nel 2000, ha tra i suoi obiettivi anche la lotta contro il terrorismo. Nel 2003 la Svizzera ratificò 12 convenzioni e protocolli aggiuntivi dell'ONU destinati a combattere il terrorismo e introdusse una norma penale generale contro il terrorismo e una contro il finanziamento del terrorismo, che sfociarono in diverse condanne.