Il partito sviz. della libertà è nato nel 1994 dal partito degli automobilisti, fondato a Zurigo nel 1985 da Michael Dreher e altri esponenti affiliati in precedenza al PRD e all'UDC, che da schieramento riservato agli automobilisti presto si trasformò in una formazione della destra borghese. Con il 2,6% dei voti, nel 1987 ottenne due seggi in Consiglio nazionale, saliti a otto nel 1991 grazie al raddoppio dei consensi elettorali. Vicino alle piccole e medie imprese, il partito della libertà è contrario alla regolamentazione statale in ambito economico e della protezione dell'ambiente. Rivendica una riduzione della pressione fiscale e si oppone a un ampliamento dello Stato sociale. Favorevole a una maggiore severità verso i richiedenti l'asilo e i tossicodipendenti e all'agevolazione del traffico stradale privato, è inoltre contrario all'integrazione della Svizzera in istituzioni sovranazionali. Il partito della libertà si distingue per il suo stile fortemente polemico. Il periodico Tacho (dieci numeri ogni anno) fu il suo organo di stampa fino al 1999, quando cessò le pubblicazioni. Se nell'elezione del Consiglio nazionale del 1995 il partito della libertà ottenne ancora sette seggi con il 4% dei suffragi, in quelle successive del 1999 subì un vero tracollo, scendendo allo 0,9 % di voti (0,2% nel 2003; 0,1% nel 2007) e perdendo tutti i seggi nell'Assemblea fed. Il partito della libertà è attualmente rappresentato solo in pochi cant. (Argovia, Berna, Turgovia). Come altri partiti della destra borghese, alla fine degli anni 1990-2000 ha perso consenso elettorale a favore dell'UDC, profilatasi sempre più marcatamente a destra. Nel 2009 ha assunto la denominazione di auto-partei.ch.
Riferimenti bibliografici
- D. Skenderovic, The Radical Right in Switzerland, 2008
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