
nell'inverno del 1497/98 ad Augusta, prima del 29.11.1543 a Londra (probabilmente di peste), catt., dal 1530 prot., originario di Augusta, dal 1520 di Basilea. Figlio di Hans (->). Fratello di Ambrosius (->). Nipote di Sigmund (->). (ca. 1520) Elsbeth Binzenstock, vedova di Ulrich Schmid, conciatore di pelli. Formatosi nella bottega del padre, dal 1515 fu attivo a Basilea insieme al fratello maggiore Ambrosius, all'inizio probabilmente nella bottega del pittore Hans Herbst. Nel 1516 dipinse i ritratti di Jakob Meyer zum Hasen e di sua moglie Dorothea Kannengiesser (1516), poi eseguì in collaborazione con il padre la decorazione della casa di Jakob von Hertenstein a Lucerna (1517-19). Tornato a Basilea, venne ammesso alla corporazione del Cielo ed eseguì il ritratto di Bonifacius Amerbach (1519). Dopo aver ricevuto il mandato di affrescare la sala del Gran Consiglio di Basilea (1521, terminato nel 1530), dipinse il celebre Cristo morto (1521-22), la Madonna di Soletta (1522) e diversi ritratti di Erasmo da Rotterdam (1523).
Recatosi in Francia nel 1524 alla ricerca di nuove commissioni o per essere introdotto alla corte di Francesco I, scoprì la pittura it. (Leonardo da Vinci, Andrea Solario). Ritornato a Basilea, dipinse fra l'altro le ante dell'organo della cattedrale, la Madonna di Darmstadt e la Laide di Corinto. Nel 1526 partì per Londra, dove, grazie alle raccomandazioni di Erasmo, ottenne il sostegno di William Warham, arcivescovo di Canterbury, e di Tommaso Moro; dipinse un ritratto di gruppo della fam. Moro di cui esistono solo una copia e diversi schizzi. Nel 1528 acquistò una casa a Basilea; in quel periodo dipinse il celebre ritratto della moglie e dei figli. Nel 1530 dovette giustificarsi davanti al Consiglio per non aver preso parte alla Cena del Signore. Ritornato a Londra nel 1532, inizialmente lavorò soprattutto per i grandi mercanti anseatici residenti in Inghilterra, dipingendo in particolare Gli ambasciatori (1533), opera celebre per la sua anamorfosi. Al più tardi nel 1536 entrò al servizio di Enrico VIII, che ritrasse più volte; durante un viaggio a Bruxelles, Joinville e Nancy, in occasione del quale visitò per l'ultima volta Basilea, raffigurò inoltre tre pretendenti al matrimonio reale. Alcuni mesi prima di morire realizzò l'unico autoritratto autenticato. H., che portò l'arte del ritratto a uno dei suoi massimi vertici, fu anche un disegnatore e un progettista senza pari (vetrate, lavori di oreficeria e come armaiolo). Fra le sue principali realizzazioni come illustratore figurano i Simulacri della morte e le Icones historiarum veteris testamenti, opere inizialmente pubblicate a Lione (1538). È considerato uno dei maggiori artisti dell'alto Rinascimento a nord delle Alpi, in un'epoca in cui Basilea era un centro intellettuale, in particolare nel campo dell'editoria.