Fam. di ministeriali, di estrazione cavalleresca, attestata nelle fonti a partire dal 1230 ca. e strettamente legata ai primi sec. della storia bernese. Forse discendenti dai signori von Jegenstorf, giunsero nella regione di Berna comunque probabilmente già prima del 1230 (forse con i von Zähringen). Secondo Konrad Justinger, Cuno avrebbe partecipato in misura determinante alla fondazione di Berna (fine del XII sec.); questa antica tradizione potrebbe trovare riscontro nell'unica proprietà indivisa risalente ai B., situata nella Junkerngasse (oggi Erlacherhof) e tuttora conservata. A differenza della maggior parte delle fam. nobili della regione, i B. non strinsero mai alleanze con le grandi fam. dinastiche (Asburgo, von Kyburg), nemmeno durante i gravi conflitti che accompagnarono la formazione dello Stato territoriale bernese, ma rimasero fedeli alla città; in virtù di tale fedeltà, i B. conseguirono nel XIV sec. una posizione dominante. Quasi tutti gli esponenti maschili della fam. furono cavalieri, cittadini e membri del Consiglio della città; 11 di loro furono scoltetti: Peter I dal 1235 al 1241 (1246?), Heinrich I dal 1257 al 1263 (1266?), Kuno I dal 1269 al 1271, Ulrich I dal 1284 al 1293, Johann I il Vecchio nel 1323-24 e nel 1326-27, Johann II (->), Johann III (->), Ulrich II dal 1367 al 1381, Otto dal 1383 al 1393, Heinrich IV a più riprese tra il 1447 e il 1463, e Adrian I (->). I B. ebbero vari rappresentanti anche nel clero: Ulrich I fu canonico all'abbazia di Moutier-Grandval e parroco a Schüpfen nel 1267 (ma fece ritorno allo stato laicale nel 1282), Peter III fu parroco a Schüpfen nel 1292 e a Balm nel 1336, Hartmann (->) e Johann VI, che fu parroco a Gerzensee e Spiez e canonico a Soletta nel 1420. I B. coltivarono stretti rapporti con gli ordini cavallereschi: Vinzenz divenne commendatore dell'ordine teutonico a Köniz nel 1365 e commendatore generale dell'Alsazia e della Borgogna nel 1379; Ulrich III aderì all'ordine dei gerosolimitani; Markwart, suo fratello, fu commendatore dell'ordine teutonico a Sumiswald (1371-98). Diverse donne della fam. presero i voti: Margret (1356?) a Fraubrunnen, Agnes (1360 ca.), Johanna ed Elisabeth (1370), e Anna (1401) a Frauenkappelen; in entrambi i conventi, così come nella collegiata bernese di S. Vincenzo, la fam. fece celebrare messe annuali di suffragio. Nonostante le strette relazioni con la città di Berna, i B. cercarono di stabilire legami matrimoniali all'esterno, prevalentemente con fam. nobili, spesso comitali (tra cui i von Buchegg, de Neuchâtel, von Weissenburg, von Ringgenberg, von Grünenberg, von Strättlingen, von Ligerz, von Rosenegg e de La Sarraz). Numerosi esponenti della fam. presero parte alle crociate; Adrian I e Adrian II (->) furono cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme. L'orgoglio fam. e lo spirito di casta trovano riscontro anche nelle tavole araldiche conservate a Berna (copia del 1740, proveniente dalla casa B.) e a Spiez (chiesa del castello), così come nel libro d'infanzia di Jakobea de Neuchâtel (prima moglie di Adrian I).
Tra le più antiche proprietà della fam. vi erano le rocche di Alt-B. (presso Frauenkappelen) e di Neu-B. (presso Schliern, com. Köniz), le case che costituivano l'insieme residenziale nella Junkerngasse e numerosi feudi imperiali a Berna, tra i quali il torrente aperto che attraversava Berna (Stadtbach), i mulini e le chiuse dell'Aar (cedute alla città nel 1360). I B. detennero inoltre beni e diritti di signoria a Schüpfen, sullo Schüpberg e a Oberbalm, diritti di alpe nelle valli dell'Hasli e di Diemtigen, diversi diritti di patronato, tra cui quelli di Oberbalm (1282), Schüpfen (1293), Spiez (1338), Einigen (1338) e Gerzensee (1427); possedettero vigneti a Tüscherz (1411), e soprattutto furono titolari delle signorie di Spiez (1338), Mannenberg e Schadau (1348), Ringgenberg (1391), Wartenfels (1456), Strättligen, con Reutigen, Thierachern e Wattenwil (1466) e Radelfingen. Nonostante questo cospicuo patrimonio, i B. incontrarono crescenti difficoltà economiche nella seconda metà del XV sec.; in seguito alle profonde trasformazioni economiche e sociali, ma anche ai loro dispendiosi investimenti a beneficio della città, si videro costretti a vendere una parte dei loro beni. Diversi eredi ripudiarono l'eredità gravata da debiti di Adrian II, l'ultimo rappresentante legittimo del casato. Con Ludwig von Diesbach, un'ampia parte dell'eredità passò nel 1516 ai von Erlach.