
Fam. patrizia di Mesocco, già documentata nel com. nella seconda metà del XIV sec. (1365 e 1391) e tuttora esistente. Diversi suoi esponenti ebbero ruoli di rilievo nella vita pubblica del Moesano e delle Tre Leghe e furono ufficiali mercenari al servizio della Francia e di Venezia, ecclesiastici, pubblici notai, negozianti, banchieri ed emigranti. La fam. si costituì una considerevole fortuna economica in particolare attraverso il commercio di legname e di bestiame. Nel 1583 Giovanni (ca. 1602), colonnello al servizio di Venezia, e suo fratello Nicolao (ca. 1607), podestà in Valtellina, invitarono l'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo a visitare la Mesolcina. La fam. ebbe tre governatori della Valtellina: Carlo (->) nel 1677-79, poi suo figlio Giuseppe Maria e infine Clemente Maria (->), ultimo governatore grigionese in Valtellina nel 1797. Già dal XVI sec. gli a M. annoverarono inoltre commissari a Chiavenna, podestà a Piuro, Tirano (ad esempio Carlo Domenico, ->), Teglio, Traona e Morbegno; altri furono pres. della Lega Grigia (ad esempio Carlo, ->) e membri del governo grigionese dopo il 1803 e giudici nelle supreme istanze cant. Giuseppe (->) fu tra i primi deputati grigionesi al Consiglio degli Stati (1849). La fam., legata in matrimonio con le principali fam. del Moesano, si suddivise in alcuni rami oltre a quello di Mesocco (di Soazza-San Vittore, di Leggia, di Milano-Chiavenna, di Berna). L'importante e cospicuo archivio fam. si è costituito nel 1981 in una pubblica Fondazione. A Mesocco, Soazza, Leggia e San Vittore esistono ancora case patrizie di proprietà del casato.