Ramo ancora oggi esistente della fam. nobile Brümsi, attestato nelle fonti dalla seconda metà del XIII sec. come potente casato borghese della città di Sciaffusa. Deve il nome alla sua residenza, le torri gentilizie a Sciaffusa. Proprietaria di vasti possedimenti nella città e nei dintorni, alla fam. appartennero inoltre beni allodiali e feudali così come baliaggi nel Klettgau, nell'Hegau, in Turgovia e nella parte settentrionale dell'attuale cant. Zurigo. Per sec. la fam. possedette una parte dei diritti giurisdizionali a Thayngen. Disponeva pure di considerevoli possedimenti nella Foresta Nera. Nel ME il casato si divise in diversi rami, alcuni dei quali si estinsero.
Dalla seconda metà del XIII sec. la fam. fece parte del governo cittadino di Sciaffusa. Fino a XIX sec. inoltrato, alcuni dei suoi esponenti detennero importanti cariche della città, come Hans (->), borgomastro, e il suo omonimo (->), membro del Piccolo Consiglio e alfiere. Non di rado singoli membri della fam. si scontrarono con altri rappresentanti del potere politico (come ad esempio Hans Friedrich, ->) e per questo rinunciarono persino al diritto di cittadinanza (come fece Eberhard, ->). Altri I. occuparono importanti posizioni nella gerarchia ecclesiastica, come Johannes (abate del monastero benedettino di Allerheiligen, 1324-33), Anastasia (badessa delle clarisse di Paradies, 1330-34) e Margaretha (superiora del monastero delle benedettine di S. Agnese, 1473).
Dal XVI al XIX sec. alcuni I. avviarono la carriera militare, fra l'altro in Francia, in Olanda, nel Württemberg, nell'elettorato di Sassonia e in Gran Bretagna, detenendo anche alti incarichi. In Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania ebbero origine altri rami della fam., alcuni dei quali esistono ancora oggi. Nel XIX sec. esponenti degli I. ebbero importanti posizioni nel mondo economico - Johann Conrad (->), ad esempio, fondò a Londra (1840) la casa commerciale Naegeli - e in quello scientifico (veterinaria, storia, etnologia). Alto funzionario nell'amministrazione coloniale e scienziato al servizio della Gran Bretagna, Sir Everard Ferdinand I. (1852-1932) acquisì notorietà in area anglosassone.